Hopeless
wanderers
Il gelo fin nelle ossa
[o della disillusione]
-Ormai
non ho più niente da insegnarvi.- mormora All Might, accasciandosi sulla
sedia dietro la cattedra, l’ultimo giorno del loro ultimo anno alla UA. –Siete
cresciuti così tanto, ragazzi miei… Sono così fiero di voi, degli Eroi che
siete diventati.-
La
classe rimane in silenzio, sospesa come in una bolla di aspettativa e
trepidazione – qualcuno si commuove, altri sorridono, altri ancora ringraziano per i complimenti dell’ex Simbolo di Pace.
-Non
ho più niente da insegnarvi, ma posso sempre darvi un ultimo consiglio.-
sentenzia ancora, facendo vagare lo sguardo sui suoi studenti. –Non
dimenticatevi mai cosa vuol dire essere un Eroe. Essere Eroi non vuol dire
soltanto salvare più vite possibili, non vuol dire fermare il maggior numero di
criminali possibile. Essere Eroi vuol dire essere umani. Non siate Eroi che
vogliono battere qualcuno, siate Eroi che sappiano fare la cosa giusta, che
sappiano cosa vuol dire avere pietà. E soprattutto, che sappiano essere gentili.-
Il
silenzio ora è rotto da singhiozzi e parole sussurrate a mezza voce, così piano
che sembrano a malapena udibili, mentre All Might continua a parlare.
-Siate
Eroi anche quando non ci sarà più alcuna speranza, quando nessuno potrà
testimoniare quello che avete fatto e senza chiedere nulla in cambio. Questo…
Questo farà di voi dei veri Eroi.- All
Might sorride, prima di alzarsi lentamente e con
fatica. Poi spalanca le braccia. –E ora venite qui, tutti quanti. Date un
abbraccio a questo vecchio sentimentale.-
Tutta
la classe lo stringe in un immenso abbraccio commosso, ringraziandolo per tutto
quello che l’Eroe ha fatto per loro.
Katsuki osserva Deku, rimasto in
disparte proprio come lui: nei suoi occhi vede la stessa consapevolezza che sa
esserci nei propri, perché anche lui ha capito.
Questo
è il modo che All Might ha
pensato per salutarli prima di andarsene, dopo una vita passata a salvare gli
altri.
Senza
speranza, senza testimoni, senza ricompensa alcuna.
10
febbraio [One For All: 5%]
-Bakugou…
-
Katsuki
sbuffa. Non la sopporta più. -Speri ancora di farmi cambiare idea, Mina?-
Mina gli posa davanti una tazza di
caffè e lo osserva con insistenza. –Dammi un buon motivo per smetterla di
preoccuparmi, allora.-
Katsuki
ci pensa un paio di secondi. –La UA è un posto sicuro?-
Mina gli punta l’indice contro. –Ti
voglio ricordare che è stato proprio durante il campeggio estivo della UA che
la Lega dei Villains ti ha rapito.-
-Perché io sono un coglione e ho
fatto esattamente il contrario di quello che avrei dovuto fare.-
sospira, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. –Senti, ho capito che vuoi
proteggere Ryu, ma è indispensabile che vada alla UA.
Non solo perché è il posto più sicuro che mi è venuto in mente, ma anche perché
Ryu ha bisogno di imparare a controllare il One For All. Ci
sono cose che nemmeno io posso spiegargli, Mina.-
Ma lei è irremovibile. –Ma Bakugou… -
-Deku non
mi ha affidato soltanto un ragazzino inesperto con un Quirk
potente.– la interrompe. –Mi ha affidato qualcosa di
molto più grande, più grande di me e di te. Qualcosa che se dovesse finire
nelle mani sbagliate sarebbe l’equivalente di una bomba all’idrogeno.-
-E non è un buon motivo per allontanarlo?-
-Hai ragione, Mina.-
Katsuki annuisce. -Non posso permettere alla
Collezionista di metterci le mani sopra, ma non posso nemmeno scappare in
eterno. Lo sai anche tu che sarebbe impossibile.-
Mina è costretta ad annuire,
abbattuta. Restano in silenzio per quelle che paiono ore, prima che Katsuki aggiunga qualcosa.
-Posso solo dirti, se può
tranquillizzarti un po’… - sentenzia, incrociando gli occhi neri di Mina. -….che se vorrà Ryu, quella
puttana dovrà prima passare sul mio cadavere.-
I progressi di Ryu
nell’ultimo periodo sono davvero stupefacenti, Katsuki
può chiaramente confermare che il ragazzino si sta impegnando al massimo per
mantenere fede alla sua promessa: ora riesce a muoversi tranquillamente con il Full Cowl
attivo per quasi un’ora, se continua di questo passo arriverà ad aprile con la
stessa padronanza del One For All che
aveva Deku a metà del primo anno.
-È davvero bravo.-
mormora Faccia Tonda, osservandolo evitare le palline da tennis su cui ha
attivato Zero Gravity.
–Si sta impegnando.-
ribatte lui, senza perdere di vista un solo movimento di Ryu:
deve aver osservato per molto tempo i movimenti di Deku,
perché gli somiglia in maniera spaventosa – gli viene da sbuffare, perché Ryu sta facendo esattamente quello che aveva fatto il nerd.
Sta imitando chi ha avuto il One For All prima di lui.
-Così non va bene.-
sbuffa, prima di rivolgersi a Uraraka. –Lascia andare
le palline.-
La ragazza non capisce, ma dopo
qualche secondo di tentennamento rilascia il suo Quirk:
senza Zero Gravity,
le palline da tennis iniziano a cadere a terra e a rimbalzare senza un minimo
di logica, e Ryu si mostra subito in evidente
difficoltà. Una lo colpisce dritto in fronte, così forte da farlo barcollare e
perdere l’equilibrio.
-Caspita, questa non me l’aspettavo!- esclama, ridendo. –Mi sono fatto fregare come
uno stupido… -
-Ti sei fatto fregare perché vuoi
imitare Deku.- ribatte invece Katsuki. Adesso
anche Faccia Tonda sembra aver capito. –Smettila di pensare al One For All come
qualcosa che funziona solo se usato in quel modo. Pensa a uno stile tuo,
qualcosa che si adatti a te.-
Ryu
rimane in silenzio, pensieroso, così Katsuki decide
che per oggi può bastare: ha ancora tempo per pensare a qualcosa.
-Si sta davvero impegnando molto.- mormora Uraraka, mentre
indossa di nuovo le scarpe quando Katsuki la
accompagna alla porta. –Izuku sarebbe fiero di lui. E
sarebbe anche fiero di te, Bakugou.-
Katsuki
scuote la testa. –Non lo so, forse invece sto sbagliando tutto e se potesse Deku mi prenderebbe a calci nelle palle.-
-Penso proprio di no.- Uraraka ridacchia, poi si
intristisce. –L’ho letta, sai? La sua lettera. L’altra sera… Ho impiegato più
di un anno per trovare il coraggio di farlo.-
Katsuki
si irrigidisce. Ah. –E… -
-…e c’era anche questo, dentro.- Uraraka solleva la mano
sinistra, mostrando un anello: un semplicissimo cerchio d’oro bianco con un
piccolo diamante incastonato. –Nella lettera diceva che se fosse tornato da
Yokohama mi avrebbe chiesto di sposarlo.-
…cazzo, ora è lui che vorrebbe
prendere Deku a calci nelle palle. Prende un profondo
respiro e si appoggia allo stipite. –Come stai?-
–Mi sono sfogata su un sacco da
boxe, l’ho quasi rotto… - Uraraka ridacchia,
sfregando le nocche della mano destra con le dita della sinistra. –Sto… vorrei
dirti bene, ma mentirei a me stessa. Ho iniziato ad accettare che ormai lui non
tornerà e che dovrò farmene una ragione e andare avanti, come dice nella
lettera. È difficile, ma prima o poi passerà. Smetterò di aspettare tutte le
sere la sua chiamata e i messaggi del buongiorno al mattino… Chissà, magari un
giorno riuscirò ad aprire il mio armadio senza scoppiare a piangere appena vedo
i vestiti che ha lasciato da me.... -
Katsuki
può solo annuire.
-Tu? Tu come stai?-
chiede allora Faccia Tonda. –Non te l’ho mai davvero chiesto.-
Katsuki
tira avanti, esattamente come lei, perché il mondo non deciderà di fermarsi per
la morte di Deku - il mondo non si ferma per nessuno,
nemmeno per Deku o per All Might, e ti costringe a guardare in faccia una vita un po’
più grigia ma che dovrai comunque vivere. Faccia Tonda ha ragione: prima o poi
smetterà di guardare indietro nella speranza di vederlo ancora lì, a guardargli
le spalle. E magari un giorno riuscirà a guardare in faccia Ryu
senza rivedere Deku in lui.
-Sopravvivo.-
risponde con una scrollata di spalle. –Ryu ha la
priorità in questo momento.-
Probabilmente lei si aspettava una
risposta simile.
-Non ci posso credere che avesse
organizzato tutto… Tutto questo.- continua, allargando
le braccia.
Katsuki
solleva le spalle. –Sapeva che sarebbe morto, ha soltanto agito in modo che noi
sapessimo cosa fare.-
Rimane comunque un buon motivo per
desiderare di prenderlo calci nelle palle.
–Potrebbe succedere anche a lui?-
Katsuki
aggrotta le sopracciglia. –Cosa?-
-Quello che è successo a Izuku. Il One For All che impazzisce.-
Non è propriamente impazzito, ma
questo Uraraka non lo sa. -…non lo so.-
-…quindi,
ricapitolando.- mormora, cercando di riordinare le
idee. –Non solo hai ereditato il One For All da All Might,
ma hai anche ereditato i Quirk di sei degli otto
possessori prima di te?-
Deku si agita, torturandosi le mani. –Teoricamente sono
sette possessori, se escludiamo il primo… -
-Deku, non è questo il punto.-
-Sì,
giusto. Allora, mh… - prende un profondo respiro. –In
sostanza, con il passaggio a un nuovo possessore, non viene trasmesso solo il One For All ma anche il Quirk dei precedenti possessori. O almeno così ha detto
quell’uomo pelato… -
Katsuki non capisce. –Credevo che il One
For All si trasferisse solo ai Quirkless.-
-Non
è propriamente così, giovane Bakugou.- sussurra All Might, rimasto in silenzio fino ad adesso. –Si può
trasferire a chiunque, l’importante è che ne sia degno.-
Katsuki annuisce, poi osserva Deku.
–Cosa hai intenzione di fare, adesso?-
-Onestamente
non lo so… - Deku sospira. –Cercherò di capire quali
sono gli altri cinque Quirk e che cosa li scatena,
poi proverò a controllarli. Per tenerli a bada.-
Katsuki inarca un sopracciglio. Anche All
Might sembra non capire. -…cosa li scatena?-
-Quel
Quirk si è manifestato perché… Perché ero arrabbiato
per quello che aveva detto Monoma.-
Katsuki continua a non capire. –E cosa ha detto quello
stronzo da farti incazzare così?-
Insomma,
Monoma merita una stretta di mano per essere riuscito
a fare incazzare uno buono dentro come Deku, ma deve
esserci andato giù veramente pesante.
Deku solleva le spalle, come per dirgli di lasciar
perdere, e Katsuki decide che forse è meglio così.
12
marzo [One For All: 5%]
Manca poco al test d’ingresso alla
UA e Ryu sta continuando a migliorare. Katsuki è davvero fiero di quel ragazzino, si è impegnato
al massimo e sa che non fallirà.
-Avanti, Ryu!- esclama Kirishima. –Fatti sotto!-
-…sei sicuro che non succederà nulla?- domanda Mezzo e Mezzo, appoggiato al muro accanto a
lui. Katsuki si limita a sollevare le spalle.
-Beh, anche tu hai provato a
stendere Kirishima in Unbreakable. Non sarà così facile
buttarlo giù.- sussurra. -…credo.-
Il Full Cowl sprigiona tutta la sua potenza,
mentre Ryu continua a sussurrare che “l’uovo non deve esplodere.” e si
scaglia contro Kirishima come un proiettile. È così
veloce che Katsuki e Todoroki
hanno fatto fatica a vederlo: c’è solo un buco nel muro alle spalle di Red Riot, da cui provengono dei lamenti soffocati.
-…porca troia.-
-Kirishima…?- lo chiama Tordoroki. –Kirishima, tutto bene?-
-Sto… Sto bene… - Eijirou solleva un pollice. -Bakugou
aveva ragione. Anche in Unbreakable
ha fatto un male cane, ahia.-
Ryu
si preoccupa immediatamente. –Mi dispiace, io non volevo… -
-Tranquillo, Ryu.
Sto bene.- lo rassicura Kirishima.
–Sto alla gran… Okay, forse no… -
-Dobbiamo chiamare Recovery?-
domanda ancora Todoroki.
-Eh, sarebbe un pensiero gentile… -
Ryu
continua a scusarsi e a ripetere che non voleva fargli del male, mentre lo
aiuta a tirarsi in piedi.
-Porca troia.-
ripete Katsuki, dopo qualche secondo.
Mezzo e Mezzo si volta leggermente
verso di lui. -Non avrei saputo esprimermi meglio.-
20
marzo [One For All: 5%]
Ryu
torna a casa trascinando i piedi e con un’espressione rassegnata in viso,
mormorando un “Ciao.” appena
biascicato prima di sedersi sulla sua sedia al tavolo della cucina. Katsuki e Mina si scambiano uno sguardo confuso, tornando
poi a osservare il ragazzino.
-Com’è andato il test, tesoro?- domanda dolcemente Mina, cercando di intuire cosa
possa essere successo.
Ryu
solleva le spalle. –Bene, credo… Ma Naeko… -
Mina occhieggia verso Katsuki, che sospira: sospettava che non ce l’avrebbe fatta,
il test fisico è sempre stato svantaggioso per Quirk
come quello della compagna di classe di Ryu. –Ha
fatto richiesta anche per la classe ordinaria?-
-Credo di sì.-
risponde Ryu, senza capire. –Perché?-
-Forse non riuscirà a entrare nella
sezione Eroi, ma potrà comunque provarci.- Katsuki scrolla le spalle. –Se durante il Festival Sportivo
riuscirà a dimostrare che in fondo vale qualcosa, potrebbero anche spostarla
dalla classe ordinaria.-
Ryu
si illumina come un sole. –Davvero?-
Mina annuisce. –Non sarebbe la
prima volta che capita. È andata così anche a Shinsou…
-
-Quindi… Anche Naeko
potrebbe diventare un’Eroina?-
Katsuki
incrocia le braccia. –Beh, solo perché il suo Quirk
non si basa sulla forza bruta non significa che non possa diventarlo.
L’hai detto tu, no? Ogni Eroe è fondamentale a modo suo.-
Ryu
sorride ancora. –Lo diceva anche Deku.-
30
marzo [One For All: 5%]
-Insegnare?!-
-Tu?!-
-…precetti di Eroismo?-
-Seriamente?-
-Ragazzi, insomma… -
Katsuki
deve stare calmo. Deve prendere dei profondi respiri, contare da zero a mille e
poi da mille a zero, ed espirare. Deve stare calmo per non commettere un pluriomicidio – sente i palmi delle mani sudare e iniziare
a fumare, ma si sforza di pensare che l’omicidio non è una soluzione.
-Ma potrebbe anche non essere poi
così male… - Ryu ci prova a prendere le sue difese,
pace al suo animo innocente, ma Kaminari e Mina scoppiano
a ridere ancora più forte – Jirou stende il
Parafulmini con uno spinotto dritto nella cervicale mentre Sero
cerca di calmare Mina ed evitare che si soffochi con la sua stessa saliva.
…forse, tutto sommato, l’omicidio
potrebbe anche essere una soluzione. Ma Katsuki si
impone comunque di stare calmo, anche perché dovrebbe trovare un modo per
mandare al tappeto Kirishima prima che questi possa
intervenire per fermarlo.
-Tanto non credo accetterò.-
sbuffa. Ryu sembra deluso.
-Perché?-
-Perché hanno ragione, Ryu.-
ribatte annoiato. Al ragazzino sembra non andare bene quella risposta, perché
sta per ribattere qualcosa, ma viene interrotto dal citofono – e tutti, Katsuki compreso, osservano il ragazzino in silenzio.
Ryu
non può fare altro che sbuffare ed alzarsi controvoglia. –Va bene, vado io.
Siete proprio degli sfaticati… -
-Noi lavoriamo, signorino.-
ribatte Kaminari, ancora dolorante. Jirou lo colpisce di nuovo per farlo stare zitto.
Sero
annuisce. –Questo mi ricorda che il mio turno di pattuglia inizia a bre… - ma viene interrotto da uno strillo entusiasta e Ryu che corre in soggiorno come se fosse inseguito. Nel
pugno stringe una lettera.
-Katsuki!-
-Eh.-
Ryu
gli mostra la lettera. –Katsuki è arrivata!-
-E aprila, no?-
lo incita con un gesto svogliato del capo.
-Sì, sì… Ora la apro… - Ryu sta per strappare la busta, quando si blocca. –E se poi
non mi hanno preso? No, no, non ce la faccio!-
-Per l’amor di… - sbotta Jirou.
Sero
lo minaccia, puntandogli contro l’indice. –Ryu, apri
quella lettera o stai pur certo che qualcuno qui ti spedisce in Antartide a calci.-
Kaminari
e Kirishima annuiscono convinti, Katsuki
si limita a incrociare le braccia.
Ryu
invece non si muove. -…perché l’Antartide?-
-Aprila!- strillano i sei Eroi in
coro.
-Va bene!-
urla invece il ragazzino, strappando la busta e iniziando a far scorrere gli
occhi sulle righe del foglio.
-…ho più ansia in questo momento di
quando è arrivata la lettera a me.- sussurra Kirishima, e Katsuki può
comprendere quella sensazione.
-Allora?-
mormora Mina, incitandolo. –Cosa dice, Ryu?-
–Mi hanno preso.-
Ryu sorride raggiante, quando solleva la testa. –Mi
hanno preso!-
Kaminari,
Kirishima e Sero balzano in
piedi ed esultano come un cazzo di coro allo stadio durante la finale dei
Mondiali, mentre Jirou borbotta che in fondo era
scontato che lo accettassero e Mina lo abbraccia forte e piange di gioia. Ryu continua a sorridere, felice e sereno.
Katsuki
si limita a rilassarsi e a sospirare.
“Hai
visto, Deku? Ce l’ha fatta.”
Il suo lavoro finisce lì, ora ci
penserà qualcun altro a Ryu.
13
aprile [One For All: 5%]
Ryu
si trasferisce al dormitorio della UA qualche giorno prima di iniziare la sua
vita da liceale, mettendo le sue poche cose in un paio di valigie e qualche
scatolone e salutando Katsuki non la promessa di
chiamarlo appena avrà finito di sistemarsi.
E Ryu lo
chiama davvero, anzi: gli manda un fottuto video in cui, tutto esaltato,
continua a ripetere come mai non gli abbia parlato di quanto fossero fighi i
dormitori e le palestre e la UA in generale.
-No, davvero, Katsuki.- sentenzia, quando
finalmente lo chiama. –Perché non me l’hai detto? Sembravo un bambino a DisneyWorld.-
-Ti esalti veramente con poco, principessa.- ridacchia. –Sono soltanto dormitori, nulla di speciale.-
-Nulla di speciale?-
ripete il ragazzino. –Katsuki, sono immensi!-
-E non hai ancora visto le aree di
allenamento e la USJ.-
-Katsuki!- Ryu si lamenta ancora e a Katsuki
viene da ridere: gli ricorda troppo Kaminari i primi
giorni al dormitorio, passava delle ore a registrare qualsiasi cosa senza
motivo – avevano scoperto soltanto dopo quasi un anno che quei video erano per
i suoi genitori, che con il loro lavoro erano sempre lontani dal Giappone.
-E
qui abbiamo un esemplare selvatico di Bakugou intento
a preparare il suo curry piccante immangiabile!-
esclama il Parafulmini, puntandogli la telecamera dritta in faccia. Katsuki la scosta con un gesto scocciato del braccio.
-Vaffanculo,
Kaminari.-
-E
andiamo, Bakugou! Non essere sempre così rigido, se
continui così ti verranno le rughe sulla fronte prima dei trent’anni.-
borbotta Kaminari, continuando a ronzargli intorno
mentre prepara la cena.
-Probabilmente
anche prima dei venticinque.- ridacchia Deku.
Katsuki lo minaccia con un mestolo. -Senti, stronzo, ce n’è
anche per te se proprio vuoi.-
-Kacchan, ormai non ti crede più nessuno.-
-Ho paura, Katsuki.-
Katsuki
inarca un sopracciglio. –Paura di cosa?-
-Paura di non essere all’altezza.- risponde il ragazzo. –Paura di sbagliare
qualcosa, di deludere Deku. Di deludere te.-
–È normale avere paura, Ryu. Tutti hanno paura qualcosa, c’è chi è più bravo a
nasconderlo rispetto ad altri.- Katsuki
raddrizza la schiena, appoggiandosi con i gomiti al tavolo. –È ciò che ti rende
umano, quando smetterai di avere paura vorrà dire che non lo sarai più.-
Ryu
sospira. –Ho capito.-
-Alla UA imparerai ad affrontare le
tue paure.- aggiunge. –Ora fila dormire. Sarà un
massacro fin dall’inizio, vedi di darti da fare.-
-Signorsì, signore!-
esclama Ryu. –Farò del mio meglio, signore! Non la
deluderò, signore!-
Katsuki
riesce quasi a vederlo, mentre scatta sull’attenti imitando il saluto militare,
e sbuffa una risata.
-E comunque si sbagliano, Katsuki.-
mormora ancora. –Saresti un ottimo insegnante.-
–Non avrei abbastanza pazienza per
stare dietro a una banda di stronzetti insolenti.- Katsuki sbuffa, scuotendo la testa. Ancora adesso, a
distanza di anni, si chiede come facesse Aizawa a
sopportarli.
Ryu
ridacchia. –Forse è vero, ma questo non toglie che saresti comunque migliore di
molti professori.-
20
giugno [One For All: 5%]
Daisuke
lo chiama poco dopo la fine del suo turno di pattuglia, avvisandolo che nel
primo pomeriggio lo avrebbe contattato una persona che è a conoscenza di
informazioni importanti sulla Collezionista.
-Perché non puoi dirmi tu cosa sa
questo tizio?- gli chiede, caricandosi il borsone in
spalla.
Daisuke
sbuffa. –Gliel’ho detto ma è stato insistente, signore. Vuole parlare con te di
persona.-
Katsuki
sospira, improvvisamente stanco, poi ringrazia il barista e riattacca. In
fondo, quelle informazioni gli servono se vuole fermare quella pazza prima che
arrivi a Ryu.
Sussulta per lo spavento quando sente
la notifica di un messaggio in arrivo. È l’informatore? Pare proprio di sì,
perché è un numero protetto – a volte Katsuki
vorrebbe chiedere a Daisuke quali sono i suoi
agganci, ma onestamente preferisce restarne all’oscuro.
XXX XXXXXXX
>Spero
che tu sia libero, adesso. È veramente importante. 02:30 PM
<
Dove e quando? 02:30
PM
>Ha condiviso la sua posizione. 02:31 PM
>Tra
mezz’ora va bene? 02:31
PM
…ora che ci pensa, da quando si è
svolto il funerale Katsuki non ha più messo piede nel
cimitero. Proprio come quel giorno, appena varca il cancello d’ingresso sente
il petto schiacciato da un macigno e l’aria abbandonare improvvisamente i
polmoni, mentre sente in bocca il gusto amaro e orrendo della bile – Katsuki riconosce questi sintomi, la sua terapista ha
passato ore e ore di sedute per fargli riconoscere i suoi traumi e superarli.
Ricorda ancora la sensazione di gelo e di terrore e lei che con delicatezza gli
posava le mani sulle spalle per tranquillizzarlo, ripetendo che non c’era
niente di cui avere paura. Aveva impiegato degli anni, ma alla fine era
riuscito a superare almeno in parte la paura. Ed era anche riuscito a scendere
a patti con sé stesso, capendo tutti gli sbagli che ha commesso.
Deve avere ancora il suo numero, da
qualche parte. Potrebbe fargli bene una chiacchierata con lei, dopo tanto
tempo…
Katsuki
si ferma a qualche passo dalla lapide, le mani affondate nelle tasche dei
jeans. Questa volta non piove, ma gli sembra non sentire la differenza.
-…ciao, nerd.-
mormora, facendo scorrere gli occhi lungo le lettere incise sulla lapide.
MIDORIYA
IZUKU
“DEKU”
15/07/20XX
– 02/11/20YY
Figlio,
Amico, Eroe
C’è una piccola piantina e un mazzo di fiori bianchi,
ai piedi della lapide, e poco distante un pupazzetto verde con la sua orribile
maschera e le orecchie da coniglio – “Non
sono orecchie da coniglio, Kacchan! Quante volte devo
dirtelo?”
-Sono orecchie da coniglio, nerd.-
sbuffa. –Non riuscirai a farmi cambiare idea.-
Una risata alle sue spalle e Katsuki si irrigidisce immediatamente, pronto a difendersi,
mentre un uomo di mezz’età lo affianca con passi lenti e studiati – ha capito
che non si fida di lui, per questo non vuole sembrare minaccioso. Gli offre una
sigaretta, ma Katsuki la rifiuta. Il cellulare,
dimenticato silenzioso sin dalla mattina, vibra nella tasca dei pantaloni.
Decide di ignorarlo.
-Spero perdonerai la scelta di questo posto, ma ho
colto così l’occasione per passare a salutarlo.-
spiega l’uomo, togliendosi il cappello e chinando la testa in un cenno di
saluto.
-Lo conosceva?- domanda Katsuki, sollevando un sopracciglio, studiando il suo
profilo.
-Oh, sì.- annuisce questi.
–Abbiamo avuto il piacere di incontrarci qualche volta… L’ho aiutato a
incastrare dei trafficanti di droga, i soldi falsi li ho disegnati io. Dieci
milioni di yen1 in banconote da cinquemila, disegnati uno per uno con
queste mani.-
Solo allora, grazie al dettaglio delle banconote, Katsuki riconosce in quell’uomo il falsario di cui Deku non aveva mai voluto parlare quando quella banda era
stata fermata. Non ha mai voluto dirgli come avesse fatto a trovare delle
banconote false così ben fatte… E Katsuki ha sempre
creduto di essere lui, quello con gli agganci poco raccomandabili.
-Ho incontrato la donna che cerchi, ragazzo.-
sentenzia l’uomo, espirando il fumo. –La Collezionista, giusto? Così si fa chiamare?-
Katsuki
annuisce, permettendo al falsario di proseguire: l’aveva incontrata quasi sei
mesi prima, ma non aveva pensato potesse essere la Villain
internazionale di cui gli agenti parlano in sussurri e mormorii.
-Poi, per caso è passata dalla mia
bottega. Ha comprato una copia dei Girasoli
di Van Gogh e Impressione. Levare del
sole di Monet.- sussurra l’uomo. –La signora ha
stile, devo ammetterlo. È sempre elegantissima. Ho capito che era lei solo
quando le ho consegnato le tele: uno dei suoi uomini l’ha chiamata la Collezionista.-
-Me la descriverebbe?-
il cellulare vibra ancora, ma ancora una volta Katsuki
lo ignora.
-Guarda, a primo acchito non
penseresti che sia in grado di fare del male a una mosca.-
risponde il falsario. –È una donna normalissima, sulla quarantina… Capelli
scuri, occhi chiari, piuttosto alta… Si sente molto l’accento straniero… Direi
dell’Est Europa, ma non saprei dirti di più.-
Katsuki
annuisce. –Qualche segno particolare?-
L’uomo scuote la testa. –Nulla di
rilevante. Te l’ho detto, è una donna normalissima.-
Gli viene da sbuffare: queste
informazioni sono davvero utili, ma non lo aiutano a rintracciarla prima che
possa arrivare a Ryu.
-Mi dispiace di non potervi aiutare
più di così.- sussurra l’uomo, spegnando la sigaretta
contro la suola della scarpa e poi riponendo il mozzicone in un portamozziconi. –Ma è tutto quello che so su di lei.-
Katsuki
schiocca la lingua contro il palato, stufo di sentire il telefono vibrare
ancora: ringrazia il falsario con un cenno del capo e si allontana in fretta
per rispondere alla chiamata di Sero. L’uomo lo ferma
poco prima che possa rispondere.
-C’è un aereo privato,
all’aeroporto di Narita.- aggiunge. –Mi ha fatto caricare lì i quadri.-
-E allora?-
Katsuki non capisce, Sero
continua a insistere.
-Ha anche detto che non ha
intenzione di partire più tardi di stasera.-
Il sangue si gela nelle vene,
quando sente quelle parole. Se non vuole ripartire più tardi di stasera,
allora…!
-Dimmi che non è quello che credo, Sero.-
balbetta, correndo fuori dal cimitero come un fulmine. –Dimmi che mi sto allarmando
per niente.-
Il silenzio dall’altro capo della
linea non fa che confermare i suoi dubbi: sente solo un pianto e delle urla
disperate che sembrano quelle di una ragazzina, poi Sero
che prende un profondo respiro.
-L’hanno preso, Bakugou.- mormora. –Siamo
arrivati troppo tardi.-
1. Dieci
milioni di yen sono poco meno di un milione di euro
D.D.D.:
Deliri Dal Bunker
Non fatemi troppo male.
Maki