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Autore: MartaSon93    29/07/2019    4 recensioni
Questa storia partecipa alla Fast Challenge: Cibo indetta sul gruppo Facebook "Il Giardino di Efp".
Mini raccolta di flash-fic inerenti la vita di tre coppie della saga con un tema centrale tanto semplice quanto significativo: il cibo. Il cibo scandisce le nostre giornate, fa parte del nostro quotidiano, può essere protagonista di momenti particolarmente rilevanti delle nostre vite e manifestarsi in diverse forme d'amore. Vi auguro una buona lettura!
Dal testo:
#1 “Buongiorno, piccolina. Tanti auguri!” Esclamò Gohan, raggiante ed emozionato alla vista di quella creatura così piccola ma che da un anno a quella parte aveva reso la sua vita tanto bella e piena di significato.
#2 Con sua grande sorpresa, trovò tutto veramente squisito, eppure tra un morso e l’altro non riusciva a non chiedersi il motivo per cui quell’irritante ragazza tenesse così tanto al suo stato di salute. Che cosa stava cercando di dimostrargli, in fondo, quella volgare terrestre?
#3 "Non potevo di certo pretendere che ti trasformassi in un cuoco provetto da un giorno all’altro! Hai fatto del tuo meglio, ora ci penso io a rimediare a questo disastro."
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Gohan, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prompt 50 “Non ho intenzione di mangiare quella roba!”

 
#2 Roba da terrestri
 
Vegeta osservava disgustato la scena davanti ai suoi occhi: centinaia di namecciani riuniti davanti all’enorme tavolata messa a disposizione dalla famiglia Brief, che si era proposta di accogliere lui e i sopravvissuti del pianeta Namek in attesa che le sfere del drago si riattivassero per portarli su un nuovo pianeta.
Era stato terribilmente difficile per il saiyan anche solo accettare l’idea di stare in casa di quei “volgarissimi terrestri”. Tuttavia, date le condizioni in cui riversava dopo lo scontro con Freezer e l’assenza temporanea del nemico e rivale per eccellenza Kakaroth, rimanere in quel “lurido posto” era l’unica opzione possibile per il principe dei saiyan al momento. Quella che stava vivendo era davvero una situazione patetica e, nonostante fossero passati ancora pochi giorni da quando quell’inferno aveva avuto inizio, il principe sentiva di esplodere in certi momenti. Il più delle volte, osservava i namecciani consumare il cibo dalla tavola dei Brief in religioso silenzio appoggiato al tronco di un albero, limitandosi ad imprecare per quella situazione che cominciava a calzargli stretta.
Ad interrompere il filo dei suoi pensieri, fu l’ombra di una sagoma fin troppo familiare comparsa all’improvviso davanti a lui. Alzò gli occhi al cielo al solo pensiero di avere a che fare ancora una volta con Bulma, “quell’insulsa ragazzina” che non perdeva occasione ogni qualvolta lo incrociava di invitarlo a mangiare insieme agli altri, cosa che non avrebbe mai fatto neanche sotto tortura.
“Che diamine vuoi da me, donna?” Ringhiò il saiyan, incurante di offenderla.
Come prevedibile, Bulma arricciò le sopracciglia in segno di disappunto. Detestava essere chiamata in quel modo.
“Quante volte devo dirti che il mio nome è Bulma? Sei proprio cocciuto, lo sai?”
Vegeta non rispose, limitandosi a voltare lo sguardo dall’altra parte. Odiava avere a che fare con quella ragazza, lo faceva sentire inspiegabilmente nervoso.
D’altro canto, Bulma sapeva perfettamente ormai che tentare di convincerlo a consumare il pasto insieme agli altri sarebbe stato inutile, ma era anche vero che il saiyan doveva pur mangiare e recuperare le forze. Quindi, estrasse una piccola capsula dalla tasca del proprio giubbotto e la lanciò in aria, attirando inevitabilmente l’attenzione di Vegeta, che non capiva cosa Bulma stesse facendo. Ad un tratto, vide materializzarsi davanti a lui diverse pietanze: pollo arrosto, polpette di polpo, sushi, pizza e tanto altro ancora.
Il saiyan rimase interdetto per un attimo, poi capì.
“Non ho intenzione di mangiare quella roba!” Esclamò, freddo.  
Bulma sorrise, consapevole che l’orgoglioso Vegeta non avrebbe mai fatto il suo gioco davanti a lei, ma solo una volta che si fosse allontanata. Non poteva certo morire di fame, in fondo.
Quando fu sicuro di non essere visto, infatti, si avventò voracemente su quelle pietanze, non riuscendo ad andare oltre senza mangiare. Con sua grande sorpresa, trovò tutto veramente squisito, eppure tra un morso e l’altro non riusciva a non chiedersi il motivo per cui quell’irritante ragazza tenesse così tanto al suo stato di salute. Che cosa stava cercando di dimostrargli, in fondo, quella volgare terrestre? 
   
 
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