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Autore: Alicia_Hotaru    31/07/2019    2 recensioni
Aori è una ragazza normale. Almeno finchè non finisce invischiata nella grande guerra tra Servamp trovando e accudendo il pigro Kuro. Il suo destino, però, non è certo stare dalla parte del bene: perchè quando Tsubaki decide di prendersi qualcosa, nemmeno il più anziano dei Servamp riuscirà a togliergliela.
Avvertenze: per i primi 10 capitoli (circa) seguirò la versione del manga, mentre nei successivi mi baserò su quella dell'anime. Grazie per la pazienza ^-^
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuro/Sleepy Ash, Nuovo personaggio, Tsubaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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– Tsubaki verrà a prenderlo – disse Mahiru, in tono talmente convinto da far vacillare persino la sicurezza di Lilac: cosa ne poteva sapere quell'umano di Tsubaki? Come poteva essere sicuro di una cosa simile?

“Per un sottoposto inutile come me, poi” si ritrovò a pensare il sottoclasse, stringendosi le ginocchia al petto.

– E' già successo, pensate a Belkia – continuò Mahiru, imperterrito – Pensate ad Aori!
I presenti si zittirono di colpo, mentre un silenzio pesante riempiva la stanza. Lilac alzò lo sguardo su di loro, sulle loro espressioni combattute, pensando a quanto sapessero davvero. Nemmeno lui, che stava dalla parte di Tsubaki, riusciva a capire appieno quella strana ragazza: c'era sempre stato qualcosa, in lei, che l'aveva incuriosito, se non inquietato; ma era la prescelta di Tsubaki, la sua compagna, la persona gentile che concedeva le sue attenzioni anche a persone miserabili come Lilac.

Le immagini dell'attacco alla sala concerti tornarono ad affacciarsi nella mente del sottoposto, che rabbrividì pensando a quanti compagni avesse perso, a quanto avesse avuto paura nel rimanere da solo, in balia di Avarizia. A quanto fosse disperato lo sguardo che Aori gli aveva rivolto prima di essere trascinata via da Otogiri.

Quello intendeva: una ragazza capace di far sentire speciale anche il più infimo dei sottoposti.

Alzando di nuovo lo sguardo, Lilac si accorse che Mahiru era uscito.

– Mi dispiace, per tutto – gli disse poi, trovandolo solo sulla veranda. Il sottoposto alzò lo sguardo su di lui, chiedendosi come facesse ad essere così tranquillo.

– Perchè mi proteggi? - gli chiese, osservando il dolce che l'Eve aveva condiviso con lui – Sono tuo nemico.

Mahiru gli rivolse un'occhiata, soppesando bene le sue parole, ma alla fine riuscì solo a sorridere, pensando a quanto fosse vero. E a quanto non importasse.

– Sai, il giorno stesso n cui ho conosciuto Kuro una ragazza ci ha portati in salvo – gli disse, giocherellando con l'asciugamano che teneva sulle spalle – All'inizio mi sembrava assurdo, tutto questo, e quando è apparsa lei, le cose sono persino peggiorate.

Lo disse in una risata leggera, osservando i sassolini illuminati dalla finestra.

– Quando ho scoperto che era una sottoposta, beh, ci sono rimasto male, credo – continuò – Insomma, sono l'Eve di un Servamp e quella ragazza è...

– Aori – completò per lui Lilac, senza riuscire a guardarlo.

Con un sorriso incoraggiante, Mahiru annuì, continuando.

– Ci ha aiutati, anche se stava dalla parte opposta, senza tradire nessuno – disse – Almeno finché...

– Aori è fatta così – lo interruppe Lilac, ignorando le ultime parole – Ce la mette tutta anche con noi sottoposti inutili. Ci fa sentire una famiglia.

L'Eve non stentava a crederci: era quello che aveva tentato di fare con Misono e Lily, con Mikuni e Jeje, persino con Licht e Lawless, anche se non era finita come sperato. Aveva un solo obiettivo: fare un modo che nessuno facesse del male a nessuno.

– Sì, Aori è fatta così – mormorò Mahiru, prendendo a tormentarsi le mani.

– Non posso tradire Tsubaki, non dopo quello che ha fatto per me – riprese Lilac, dopo un lungo momento di silenzio – Ma dato che siete amici di Aori, voglio darvi un avvertimento: state attenti a Higan.

Ricevendo l'occhiata confusa dell'Eve, il sottoposto si spiegò meglio.

– Higan è il nostro numero due – disse, stringendosi nelle spalle – E' il più forte tra noi, per ora.

Sconvolto da quelle parole, Mahiru quasi non fece caso a quelle ultime due parole.

 

La notte illuminata dalle innumerevoli luci della città si stagliava ai suoi piedi come un letto di stelle, mentre la brezza leggera le scompigliava i ciuffi attorno al viso.

L'operazione nella sala concerti era stata un disastro, ma Aori non si sarebbe certo arresa. Combattendo con Lawless aveva capito così tante cose su di sè: il suo potere era molto maggiore di quanto si fosse immaginata, le sue lame erano resistenti anche agli attacchi di un Servamp; soprattutto, però, sembrava non esserci limite. Se Otogiri non l'avesse fermata, per quanto sarebbe potuta andare avanti? Magari abbastanza da mettere alle strette Avarizia.

Un fruscio la fece irrigidire. Sentiva una presenza, lì sul tetto con lei, e non si trattava di Tsubaki.

– Notte magnifica, non pensi anche tu?

Voltandosi piano, Aori incontrò gli occhi scarlatti di Higan, intento ad accendersi una sigaretta. Il vento, però, sembrava impedirglielo.

– Quindi sei tornato – commentò la ragazza, scendendo dal parapetto e avvicinandoglisi con un sorriso cordiale – Tsubaki aspettava con ansia il tuo arrivo.

– Perchè, tu no? - chiese il sottoposto, rivolgendogli un'occhiata fintamente ferita.

– No – rispose semplicemente Aori, sorridendo in modo ancora più candido e intrecciando le dita dietro la schiena – Non mi sei mai piaciuto molto, mi spiace.

– Come sei crudele – sospirò l'uomo, con un sorriso offeso, arrendendosi ad accendere la sigaretta col suo potere.

Proprio mentre questa prendeva fuoco, però, qualcosa sfrecciò ad un nulla dalla sua faccia, tagliando il sottile cilindro a metà sotto il suo sguardo sbalordito.

Facendo un passo indietro, più per precauzione che per difesa, Higan sgranò gli occhi: non si erano mai conosciuti molto bene, quello era vero, ma proprio non ricordava che quella ragazzina avesse un potere così devastante e preciso. Doveva fare due chiacchiere con Tsubaki sulla faccenda.

– Devo dire che sei riuscita a cogliermi di sorpresa – commentò, gettando da parte il moncone di sigaretta – Ma credi davvero di riuscirci di nuovo?

Una fiammata raggiunse Aori, illuminandone i lineamenti perfettamente rilassati, calmi, e, ad un nulla dal suo viso, si divise in due, sfiorandole appena le spalle. Alzando il mento con aria annoiata, la ragazza sorrise impercettibilmente, facendo correre le sue lame nell'aria.

Higan ebbe appena il tempo di scansarsi leggermente di lato, sentendo il fruscio talmente forte nelle orecchie da farlo preoccupare: doveva assolutamente parlarne con Tsubaki.

– Cos'è, non riesci a stare al passo? - lo derise Aori, in un ghigno.

Proprio mentre una delle sue lame stava per infilzare il sottoposto alla spalla, la ragazza sentì qualcosa saltarle tra le braccia, costringendola a deviare la sua attenzione. L'arma svanì a pochi centimetri dalla pelle di Higan.

– Tsubaki! Cosa ci fai qui? - esclamò Aori, in tono di rimprovero, stringendo la volpe tra le braccia – Se mi stavi aspettando potevi mandarmi a chiamare. Cos'è, non riuscivi ad aspettare?

La sua voce si addolcì mano a mano che il calore del Servamp la scaldava e il suo musino nero si strofinava sulla sua guancia, facendole il solletico.

Higan, da parte sua, era sempre più perplesso: solo un attimo prima sembrava preda di un istinto violento irrefrenabile; l'attimo dopo, invece, rieccola con la sua gentilezza, pressocchè incondizionata, a giocare con il suo padrone senza nessuna traccia del sadismo precedente.

Con uno sguardo, Tsubaki lo avvertì di pazientare ancora un momento.

– Non potresti scendere adesso? Stiamo ultimando i preparativi per l'arrivo dei nostri ospiti – disse il Servamp ad Aori, nel suo tono più innocente – Devo spiegare gli ultimi dettagli a Higan, quindi scenderemo tra un attimo.

Annuendo con un sorriso dolcissimo, la ragazza lo posò a terra, sorpassando il sottoposto come se non si trovasse realmente lì. Quest'ultimo, però, sentì chiaramente un brivido corrergli lungo la schiena nel percepire così da vicino l'aura cupa di Aori accanto a lui.

– Mi vuoi spiegare cosa sta succedendo? - sospirò seccamente Higan, quando fu sparita oltre la porta. Riprendendo il suo aspetto umano, Tsubaki diede uno sguardo alla città sottostante, nascondendo le mani nel kimono e sospirando a sua volta.

– Penso di aver fatto un errore, mesi fa – rispose, spostando lo sguardo sul sottoposto: teso, combattuto, triste...

– Un errore che si sta rivelando più pericoloso del previsto.




Angolino dell'autore

Meno ritardo, ma le maledizioni arrivano comunque ^-^'
Siamo agli sgoccioli (in molti sensi) e terribilmente vicini alla fine (ammesso che la scriverò mai...)
Spero che l'ispirazione mi assista (lo spero davvero tanto) perchè il prossimo sarà l'ultimo capitolo già pronto...
Intanto ringrazio la gente paziente che mmi segue, l'impareggiabile Anna3 che ormai non ne può più di me ^-^' e tutti quelli che arriveranno con me alla fine.

Alla prossima ~♫
   
 
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