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Autore: BlackVanilla    01/08/2019    1 recensioni
* ATTENZION SEQUEL - E' CONSIGLIATA LA LETTURA DI HEART AND LIFE * Dopo Heart and Life, Gwennie ritorna più desiderosa che mai di guarire dal suo terribile virus...riuscirà Law ad aiutarla? Come andrà a finire tra i due? La loro storia avrà un futuro o incontrerà troppi ostacoli da affrontare? Lo sapremo solo leggendo!!! Un racconto ambientato nella magica Wano accompagnerà i lettori che vorranno gentilmente seguirla!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Mugiwara, Trafalgar Law
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Mentre questi fatti si stavano svolgendo sul piazzale principale, qualcuno attendeva pazientemente davanti alle robuste sbarre della prigione, l’arrivo di un certo personaggio.
Quando, poco dopo, vide un uomo dal volto celato grazie ad un elmo di paglia intento a scrutare con attenzione tra le sbarre della gabbia, Basil Hawkins capì che la sua attesa era finalmente finita: Trafalgar Law era infine arrivato per liberare i suoi nakama.
Tra le inferriate di legno comparvero speranzosi i volti di Penguin e Shachi, visibilmente stanchi e malconci, i quali chiamarono a gran voce il loro capitano, davvero felici di poterlo rivedere.
“Sapevo che saresti venuto, Trafalgar…”, sentenziò il Mago con tono tranquillo.
Law notò l’assenza di Bepo e chiese come mai l’orso bianco mancasse all’appello.
“Con i tuoi poteri ci metteresti un attimo a fare uscire gli ostaggi dalla prigione. Credi davvero che li lascerei tranquillamente tutti e tre alla tua vista? Mi credi forse così stolto?”, sorrise in modo sgradevole mentre iniziava a guardarsi attorno.
Sembrava cercasse qualcosa.
O qualcuno.
“Coraggio, esci fuori! So che ci sei anche tu ragazza! Le carte mi hanno rivelato molte cose, compresa la tua presenza!”, esclamò forte in modo da farsi ben sentire.
Il capitano dei pirati Heart strinse le dita intorno alla saya scura di Kikoku...Hawkins stava diventando una vera e propria spina nel fianco.
Quando, ore prima, avevano deciso di andare a recuperare i loro compagni, il dottore era stato chiaro...con i suoi poteri avrebbe potuto cavarsela da solo senza particolari problemi, per cui Gwennie lo avrebbe atteso nascosta vicino alla prigione.
Una volta salvati Bepo, Shachi e Penguin, sarebbero fuggiti dalla piazza insieme, pronti per riunirsi agli altri alleati...il piano era parso perfetto.
La ragazza sussultò sentendosi chiamare, era stata molto cauta nel celare la sua presenza ma probabilmente i suoi sforzi non erano serviti a molto dato che sembrava avessero a che fare con un individuo in grado di vedere nell’immediato futuro.
Con riluttanza abbandonò il suo nascondiglio...ma prima di uscire completamente allo scoperto si assicurò che il chakram fosse correttamente agganciato alla cintura di pelle e lo camuffò al meglio sotto al fiocco voluminoso del suo obi nero.
Una volta completata l’operazione andò a prendere posto accanto a Law al quale fece un piccolo cenno d’intesa.
“Gwen!!! Ci sei anche tu?!?”, chiese istintivamente Shachi, contento di vederla ma allo stesso tempo leggermente preoccupato...gli sarebbe piaciuto saperla al sicuro e non sotto il tiro di quel pazzo di Hawkins.
Lei allungò le mani per stringere quelle degli amici, era sollevata nel constatare stessero abbastanza bene, tranne per qualche livido e diverse ferite che però non sembravano particolarmente gravi.
Sorrise ad entrambi con affetto.
Nel frattempo l’headliner squadrò la pirata da cima a fondo, poi spostò lo sguardo sibillino sul chirurgo...infine tornò a studiare la giovane.
“Sì, credo sia proprio tu...intendo la figura femminile che compare nei tarocchi ogni volta che li interrogo sulle possibili azioni di Trafalgar...”, gongolò notando l’irrigidimento di Gwennie.
Law stava per intervenire quando il Mago riprese il suo discorso avvicinandosi di qualche passo, poi gli si rivolse direttamente.
“La Morte ha appoggiato la lunga lama della Falce sul suo collo...ma immagino tu lo sappia, sei un medico...”, osservando l’espressione di entrambi gli interessati, lo scagnozzo di Kaido annuì.
Si mosse lentamente per poi riprendere il discorso, sembrava che l’argomento lo interessasse parecchio.
“Dimmi ragazza, come hai fatto ad eludere la nostra Signora e Padrona? Dovresti essere già morta...e io su queste cosa non mi sbaglio. C’è forse di mezzo la tua abilità medica, Trafalgar? Ma se così fosse non vedrei la Scura Ombra ancora minacciosa dietro alle sue spalle...”, indicò Gwennie aspettando una risposta.
La ragazza impugnò rabbiosa il suo chakram: quella supernova arrogante aveva già parlato abbastanza per i suoi gusti…adesso avrebbe assaggiato la lama tagliente del cerchio argentato.
Usò l’indice destro per far girare velocemente l’arma e stava per lanciarla verso l’avversario quando un gesto appena percettibile del chirurgo la fermò...in pochi secondi bloccò la rotazione tornando in attesa.
“Se non me lo volete dire adesso non ha importanza...tra poco sarete tutti insieme dentro alla gabbia e allora avrò il modo e il tempo di sapere ciò che voglio...”, stava infatti dicendo Basil indicando vago la prigione poco distante da loro.
Law gli fece allora notare che era stato proprio lui, non molto prima, ad evidenziare il fatto che con i poteri del frutto Ope Ope, liberare i suoi amici sarebbe stato davvero semplice.
“Ma tu hai dimenticato cosa posso fare con i miei di poteri?”, alzò il braccio sinistro mentre con il destro posò l’affilata lama della spada sulla sua pelle, tagliandola leggermente.
Contemporaneamente, nella gabbia, Shachi gridò di dolore mentre un taglio compariva sul suo di braccio, esattamente nel punto dove il Mago si era procurato la ferita.
Gwennie si avvicinò all’amico cercando di capire cosa fosse successo, mentre capitano dei pirati Heart mangiò immediatamente la foglia: lanciò uno sguardo furente verso Hawkins stringendo convulsamente la mascella.
“Io adesso possiedo quattro vite. Se volete ammazzarmi dovete prima uccidere i vostri tre amici...”, spiegò gelido.
Le mani di Gwennie, che stava cercando di fasciare alla meglio il braccio sanguinante dei Shachi attraverso le grosse sbarre, si bloccarono all’istante: ciò che aveva appena udito era a dir poco terribile, un brivido le percorse la schiena mentre annodò svelta i lembi dello straccio che stava fungendo da medicazione.
“Maledetto!”, digrignò rabbiosa mente pensava sconsolata che nemmeno il suo nuovo trucchetto l’avrebbe potuta aiutare in quella situazione.
Con le dita della mano sinistra toccò appena il bracciale di cuoio nero che portava al polso, sapientemente camuffato dalle svolazzanti maniche nel suo komon, riuscendo a percepire la punta arrotondata di uno dei lunghi aghi che aveva nascosto al suo interno.
I giorni passati in compagnia di Kiku le avevano regalato la possibilità di conoscere antiche arti praticate dalle kunoici, tecniche di combattimento efficaci ma allo stesso tempo molto semplici da mettere in atto, come quella che Gwennie aveva scelto di approfondire.
“Davvero Kiku? Tra i capelli?”, aveva domandato strabiliata la pirata alla sua amica.
Erano sedute su una panchetta di legno, presso le rovine del castello di Oden, la guerriera di Wano le stava elencando diverse tecniche giusto per far passare un poco il tempo.
“Ma certo, gli aghi avvelenati venivano adornati come dei classici kanzashi, per cui carpire la loro vera natura era davvero arduo se non impossibile. Al momento più opportuno, la kunoichi lo afferrava direttamente dai suoi capelli per poi lanciarlo verso il suo obiettivo, possibilmente alla gola, e tutto finiva in pochi attimi”, aveva pazientemente spiegato la samurai.
Gwennie era rimasta completamente estasiata dall’idea di poter usare una tecnica simile e aumentare così la sua possibilità di essere utile in combattimento, per cui aveva tempestato di domande la sua interlocutrice che aveva suo malgrado tentato di rispondere adeguatamente.
Non molto dopo, la pirata era riuscita a procurarsi i suddetti aghi, la cui misura era di circa sette centimetri, e aveva iniziato un duro allenamento per riuscire a lanciarli nel modo corretto ma soprattutto centrando al millimetro il suo bersaglio.
I primi tentativi erano stati terribili, la giovane aveva perso intere ore per ritrovare i suoi aculei dato che aveva più volte mancato clamorosamente il bersaglio facendo volare le punte argentate nel mezzo dell’enorme distesa erbosa che circondava l’effettivo bersaglio fissato al tronco di un albero.
La testardaggine che contraddistingueva la ragazza si era fatta rapidamente largo tra i sentimenti di sconforto e stanchezza, complice anche la sua malattia, permettendole di continuare nel suo intento nonostante i risultati tardassero ad arrivare.
Aveva quindi iniziato ad alzarsi all’alba per poi consumare soltanto un rapido pasto nel mezzo della giornata...per il resto del tempo si dedicava completamente al suo allenamento.
Law stesso si era dimostrato decisamente compiaciuto nel vederla così decisa, anche se aveva preferito tenersi in disparte in quanto in quel periodo era fortemente turbato a causa del malinteso inerente al misterioso sogno di Gwennie.
Shachi e Penguin avevano fatto il tifo per lei ad ogni tentativo, aiutandola ogni tanto a ritrovare gli aghi tra i lunghi fili d’erba, mentre Bepo le aveva dato qualche consiglio su come tenere il polso mentre effettuava il lancio: non per nulla ma il visone era un esperto di arti marziali.
Un tardo pomeriggio, poco prima del tramonto, la ragazza era letteralmente piombata dai pirati Heart, in quel momento impegnati in un’avvincente partita di mahjong, annunciando felice di avercela fatta...aveva finalmente colpito il bersaglio.
Da quel momento in poi era diventata sempre più abile nel lancio degli aghi, fino a diventare quasi infallibile nel centrare il suo obiettivo...le era costata tanta fatica ma alla fine aveva appreso una nuova tecnica, un nuovo modo di combattere che, aggiunto al suo sempre presente chakram, l’avrebbe resa più forte e decisiva in battaglia.
Tornando al presente però sospirò frustrata...se avesse lanciato un ago contro Hawkins le conseguenze del gesto le avrebbe subite uno dei suoi amici, quindi non le era assolutamente possibile provare.
Portò lo sguardo verso Law… non lo aveva mai visto così arrabbiato...comprese lo stato d’animo del medico poiché anche lei si sentiva allo stesso modo, avevano le mani legate.
“Grazie!”, una voce ruppe il filo dei suoi pensieri, era stato Shachi a parlarle indicando la medicazione di fortuna che gli aveva fatto al braccio ferito.
“Vorrei poter fare di più…”, sussurrò mordendosi il labbro inferiore.
Penguin si avvicinò alle sbarre afferrandone una con la mano, fece un gesto d’intesa al suo amico prima di iniziare a parlare.
“Gwen… noi non temiamo le conseguenze di tutto questo… tu e il capitano dovete portare avanti il piano, non badate a noi…”, usò un tono di voce basso in modo da farsi sentire solo da lei.
La ragazza sgranò gli occhi, ammonì il pirata intimandogli di non dire mai più una cosa del genere, li avrebbero salvati...su questo non c’era alcun dubbio.
“Non vogliamo essere un peso, una complicazione…”, aggiunse mogio Shachi.
Gwennie allora si bloccò: era esattamente ciò che provava ogni volta che il suo stato di salute precario obbligava i suoi compagni a prendersi cura di lei oppure a proteggerla, mettendo così a repentaglio le loro stesse vite.
Sorrise materna verso i due corsari.
“Non lo sarete mai. Siamo compagni, giusto? I compagni si aiutano in ogni situazione e questa non sarà di certo un’eccezione!”, chiuse la mano a pugno e la sollevò all’altezza del petto.
Shachi e Penguin fecero lo stesso, distendendo le loro labbra in un ghigno d’intesa.
 
 
Mentre a Udon Rufy aveva praticamente preso il completo controllo della prigione, nella capitale dei fiori le cose stavano andando in modo decisamente differente.
Law era stato costretto ad arrendersi ad Hawkins: prima di essere ammanettato con l’agalmatolite, aveva però cercato di usare i suoi poteri per teletrasportare Gwennie il più lontano possibile, in modo da metterla in salvo, ma purtroppo non aveva fatto in tempo.
Infatti, appena il minerale aveva sfiorato la pelle del dottore, la ROOM che aveva appena creato era praticamente svanita all’istante.
“Va bene così”, lo aveva rassicurato lei, notandone lo sguardo frustrato, “Il mio posto è qui, con voi…”.
E non c’erano dubbi che lo pensasse realmente.
Successivamente erano stati rapidamente separati senza avere più occasione di riuscire a vedersi.
Muovendosi quel poco che le era permesso fare, la ragazza cercò di studiare la prigione: era fatta principalmente di robusto legno, alle pareti erano fissate diverse coppie di manette, alcune di comune ferro ma altre di agalmatolite.
L’ambiente non era di certo pulito, ma comunque manteneva un certo decoro, cosa che lo accumunava alla maggior parte degli edifici di Wano, come aveva avuto modo di notare anche Franky, tempo addietro.
D’un tratto percepì l’arrivo di qualcuno.
“Eccola qui. Avevo ragione, vero?”, era uno dei tirapiedi di Kaido e stava parlando con un suo collega.
“Accidenti sì...”, confermò quello iniziando ad avvicinarsi alla giovane, “...che sguardo glaciale...”, aggiunse divertito, notando l’occhiataccia che la pirata aveva scoccato loro.
Era piuttosto alto e molto muscoloso, indossava un paio di pantaloni di pelle neri e un gilet dello stesso colore e materiale, la testa era rasata ma in compenso portava una specie di cerchietto con due piccole corna fissate sopra.
Sorrideva in modo disgustoso, facendo bella mostra dei suoi denti marci e giallognoli.
Gwennie chiuse gli occhi, ma non per evitare di assistere a quel patetico spettacolo, bensì per cercare la giusta concentrazione.
“Cos’è? Fai la timida?”, la prese in giro lui raggiungendo nuovamente il suo compare.
Una volta vicini chiese conferma dell’effettiva posizione di Drake e Hawkins, quei due non dovevano sapere della loro piccola visita alla nuova prigioniera.
Deglutì a vuoto pensando a cosa gli sarebbe potuto accadere se Drake lo avesse scoperto, non era uno che le mandava a dire, gli piaceva regolare i conti personalmente e una delle cose che meno tollerava era che qualcuno non rispettasse le sue direttive.
“Per che diavolo credi che ti abbia portato qui adesso? Mi prendi per un idiota?”, replicò piccato quello.
Il tizio alto liquidò la questione con un gesto della mano, poi chiese di essere lasciato solo con la ragazza, alla quale stava lascivamente accarezzando la guancia con l’indice.
Si sentiva eccitato come non mai.
 
Bentrovati!
Vi anticipo subito che la pubblicazione del prossimo capitolo molto probabilmente slitterà al 5 settembre!
Se riesco, sarò molto felice di pubblicare qualcosa ad agosto, ma non posso promettere nulla!
Detto ciò, spero che questo di capitolo di piaccia!
Fatemelo sapereeeee!!!
E buone vacanze a tutti!!!!
BV
   
 
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