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Autore: Aliasor    01/08/2019    1 recensioni
Dal capitolo 5: "A venticinque anni ho intuito che la luce e l'ombra sono i lati opposti della medesima cosa, che il luogo illuminato dal sole viene sempre raggiunto dall'ombra."
[Natsume Soseki]
Dal capitolo 8: "Ormai un dio non lo aveva più. Aveva abbandonato Arceus, Dio o chi per loro da molto tempo, da quando era accaduta quella storia. Dal suo punto di vista erano loro ad averlo rinnegato, nonostante tutto quello che avesse fatto per loro. Non avrebbe venerato un dio ingrato!"
Ad Arenipoli Corrado si rivela non essere l'unico genio presente, la città ne ha infatti dato i natali a un altro decisamente più solitario.
Mosso da interesse, il Capopalestra, deciderà di diventare il suo mentore e sviluppare le sue attività sociali.
Contemporaneamente un famoso giovane attore del Pokéwood è alla ricerca di N insieme a una ragazza che afferma di saper parlare con i Pokémon.
Intanto ad Alola, un uomo con un occhio solo di nome Lewis sembra essere sull'orlo della pazzia e della più profonda disperazione.
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Corrado, Cyrus, Ghecis, N, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Manga, Videogioco
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Salite le scale, Corrado rimase a fissare la guardia del corpo, aveva la classica espressione che diceva “Fai un passo e dì addio al tuo sedere”, gli ricordava quella che faceva spesso a Vulcano quando, a suon di musica caraibica, tentava di coinvolgerlo in uno dei suoi trenini.
Era un esperto di Pokémon elettro, un Electrike non era un ostacolo insormontabile, bastava usare l’esca giusta con lui. Frugò nella sua giacca, teneva sempre qualcosa di adatto per i Pokémon con un pessimo carattere, e tirò fuori una strana pallina gialla morbida al tatto: un poffin. Una pietanza tipica di Sinnoh, erano spesso usati per le gare tra Pokémon, ma era utile anche per calmare alcune specie sfruttando il gusto. A giudicare dal suo carattere era un tipo grintoso, il gusto aspro allora lo avrebbe attirato e distratto.
Certo, avrebbe potuto tirare fuori uno dei suoi compagni e metterlo k.o., ma non gli sembrava il caso. Era ospite, non voleva mettere in disordine, era lì solo per un rapimento.
Aveva imparato quelle cose all’ultima riunione dei Capopalestra, Fannie li aveva ammorbati per ore con consigli di gare, moda, cucina e tutto il resto. Sempre meglio di Omar, dopo aver messo una colonna sonora spagnola, aveva steso Ferruccio con una axe handle.
Messo in posizione di non offendere, passò oltre il canide, intento a masticare il cibo che gli era stato generosamente ceduto. Inizialmente non aveva fatto caso alla protesi della gamba, ma dopo averla vista questa rafforzava i suoi sospetti.
Aprì senza bussare, ritrovandosi davanti allo stesso panorama che poche ore prima i giornalisti avevano visto. La principale differenza era che lui riusciva a capire quasi tutto quello che aveva davanti.
Il giovane era all'opera sempre sul solito macchinario, ma stavolta sembrava intento a fare un lavoro di programmazione sul computer, ringraziava la sua buona vista per il poter vedere, anche da lontano, il codice che stava scrivendo. Era un sistema di trasferimento avanzato della GTS?
Avanzò e si sedette accanto a lui iniziando ad osservare i collegamenti della macchina, forse con un po’ di impegno si sarebbe potuto compattarla, ma con le risorse disponibili a uno della sua età era impossibile. Avrebbe potuto dargli qualcuno dei fondi nazionali che gli venivano stanziati per la palestra, tanto non li usava quasi per niente.
L'altro non mostrava nessun interesse per lui, quasi non gli importasse nulla. E forse era così.
Ciò durò sino a quando, in un misterioso moto inventivo, Corrado gli strappò dalle mani il portatile e iniziò a modificare le stringhe appena scritte.
<< Se utilizzi questo codice potrai saltare un paio di passaggi più in avanti, senza contare che alleggerirai la connessione nelle zone più montane. Lì non c’è la velocità di connessione che abbiamo qui in zona marittima.>> Andò avanti per qualche minuto dandogli buoni consigli.
Poi ricevette una risposta. << E tu chi saresti?>>
<< Corrado, Capopalestra della città. Sono qui per sequestrarti.>> Ammise senza remore. Era decisamente  fraintendibile.
Conclusa la frase tirò da un’altra tasca della giacca fuori una Pokéball dalla quale fece uscire un grosso scimmione giallo-nero. Senza una parola mise in spalla il ragazzino e seguì il suo allenatore fuori.
Electrike non aveva ancora finito di mangiare il poffin, agli occhi del suo padrone era diventato improvvisamente un mangiapane a tradimento. Un Giuda, un Cassio, un Giratina!
Nel salotto la zia stava bevendo con tranquilla una tazza di tè con dei biscotti mentre guardava il suo show preferito alla tv.
<< Zia, mi sequestrano.>>
<< Lo riporti per le otto, se vuole si può fermare a cena.>>
<< Lo apprezzo molto, signora. Lo porterò a casa in tempo.>>
Detto ciò lo portò fuori di casa chiudendo la porta, non gli diede nemmeno il tempo di mettersi un abito pulito. La sua maglietta era sporca di grasso  e olio, era già tanto che non avesse le pantofole ai piedi, ed era sicuro che la zia non gli avrebbe riaperto casa anche bussando.
Ora bisognava decidere la prima meta della loro gita, non che si aspettasse molto da lui. Aveva la stessa espressione infastidita di un suo conoscente che un tempo viveva lì ad Arenipoli, anche la stessa capigliatura, ma era praticamente impossibile che i due avessero qualche rapporto di parentela. Era figlio unico e non era il tipo da avere figli, troppo impegnato col suo lavoro e con le sue ricerche per l’amore.
E poi per quanto ne sapeva aveva fatto una brutta fine alcuni anni fa.
Rimase un po’ a riflettere prima di trovare l’idea giusta e, sopratutto, di farlo mettere giù dal suo Electivire. Non si era attorto che era così magrolino, che in verità, avrebbe potuto portarlo in spalla lui stesso, aveva più muscoli di quanto non sembrasse.
<< Allora, cosa vuoi, rapitore?>>
<< Sei un genio, vero? Voglio vedere cosa sia fare.>>
<< Oh sei uno di quelli che non hanno nulla di meglio da fare che cercare un rivale in un ragazzino di nemmeno venti anni? E tu quanti ne hai? Quaranta?>>
<< No. E non ritirare fuori l’argomento.>> Corrado era giovane dentro. A prescindere da quella anagrafica.
Ormai il blu non aveva alcuna scelta se non quella di seguirlo, appena libero avrebbe creato un sistema di teletrasporto per situazioni future del genere.
La prima meta decisa fu il sistema di ponti con pannelli solari, voleva che gli desse un parere sulla sua invenzione preferita. Dopo la trappola elettrica che l’associazione delle nazioni unite gli aveva impedito di montare perché possibile crimine contro l’umanità. Non per sadismo, ma per il gusto del proibito.
Aveva gli stessi sentimenti quanto, alle riunioni dei Capopalestra sopraccennati, portava una torta glassata solo per tentare Marzia ad abbuffarsi mandando al creatore l’allenamento. Aveva uno spirito allegro più di quanto non sembrasse. Vulcano doveva averlo infettato con qualche strano morbo, prima o poi si sarebbe trovato con i capelli afro.
<< Su, non fare quella faccia… almeno quello che vedo. Ti piacerà.>>
<< Ho bisogno di un adulto?>>
<< … Conosco la citazione, so cosa significa, sta zitto e seguimi.>>
A malincuore stette zitto e ubbidì, Corrado sembrava essere particolarmente su di giri.
Ed ne ebbe ragione, il sistema di pannelli fotovoltaici che si estendevano per tutto il ponte erano un capolavoro d’ingegneria, abbastanza resistenti da sopportare il peso di diverse persone  senza compromettere la loro funzionalità. Li aveva visti molte volte, ma non aveva mai avuto la possibilità di analizzarli. Quando aveva tentato di smontarli per vederne il funzionamento e i materiali usati era stato riportato a casa dalla polizia in manette e messo un piccolo avviso nella stazione con scritto “Tenere lontano da cavi elettrici e cacciaviti presso le strutture pubbliche”.
Non pensava che andare lì con l’uomo gli avrebbe permesso di vedere addirittura il sistema dei circuiti e, tramite un piccolo palmare, anche i progetti di base. A quanto pareva quel biondino non era idiota come sembrava ad una prima occhiata, anzi magari era avvero intelligente.
Il biondo era sorpreso dal fatto che fosse così poco a conoscenza degli abitanti della sua città, ma visto il suo menefreghismo forse doveva aspettarselo.
<< Signor Corrado!>>
L’attenzione dell’uomo venne richiamata da un gruppo di ragazzi della stessa età del suo ostaggio, lui si girò dall’altra parte, dovevano essere suoi conoscenti.
Erano un gruppo ben nutrito di liceali, lo attorniarono in pochi secondi escludendo, volontariamente o meno, l’altro.
<< Cosa ci fa in giro signor Corrado?>> << Ha da fare, signore?>> << Ci dà dei consigli con i Pokémon, signore?>>
Le loro voci si sovrapponevano arrivando ad essere quasi fastidiose, come uno di quei video con l’audio mal registrato in un qualche cinema. Sì, lo streaming era il suo punto debole.
<< Sono qui con un amico.>> Disse con un leggero dubbio nell’ultima parola e indicandolo mentre continuava a fissare il sistema elettrico.
<< Parla di Occhispenti?>>
<< Occhispenti?>>
<< Lo chiamiamo così, il suo sguardo è inquietante. Anche in classe, non partecipa mai e ci fissa con quello sguardo. Ha anche fatto piangere delle ragazze semplicemente girandosi, non lega con nessuno. Sta lontano pesino dai Pokémon durante le lezioni all’aperto, gli interessano solo le macchine. Se fossi in lei gli starei lontano.>>
Questo spiegava molto su di lui, come poteva migliorare come essere umano se veniva continuamente estraniato dagli altri? Forse inizialmente ci provava, ma col tempo si era arreso, in oltre quindici anni un uomo può spezzarsi.
O forse era semplicemente nella sua natura.
<< Non dite così, ragazzi, sono certo che...>> Attese qualche secondo, ora che ci pensava non conosceva il suo nome. Non glielo aveva chiesto. << … Non ti ho chiesto il tuo nome.>> Disse aprendo gli occhi, era stato terribilmente maleducato nei suoi confronti.
<< … Il mio nome è...>>

Un gruppo di persone dai capelli a caschetto turchesi, che agli occhi di un profano potevano sembrare dei cloni prodotti in serie, lavoravano su una serie di computer ad alta velocità, sembrava una tecnologia estremamente avanzata. Sullo schermo principale era visibile una mappa della regione.
<< Comandate! Abbiamo trovato l’obiettivo Codice:Tempo001 ad Unima! L’obiettivo Codice:Errante001 si trova invece ad Alola!>> Urlò una recluta girandosi per un istante mentre stampava un lungo documento per consegnarglielo.
Il comandante, un uomo dai capelli blu che ricordavano un paio di corna sorrise leggendoli. << Vedo che avete trovato anche l’obiettivo principale. Invia Martes ad Arenipoli, abbiamo trovato Codice:Erede000. Il figlio del comandante Cyrus: Hilmes.>>







BAM! (Da leggere con la faccia di Toffee da Star vs the Force of Evil) Sorpresa! Vi aspettavate il colpo di scena finale? Ho fatto di tutto per evitare che si scoprisse che il ragazzo non era Cyrus, ma suo figlio e che la storia si svolge qualche anno dopo che Cyrus è finito nel Mondo Distorto.
Per la cronaca, Codice:Errante0001 e Codice:Tempo001 sono personaggi originali collegati tra di loro, ma niente SPOILER.
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