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Autore: Walt96    04/08/2019    2 recensioni
Dopo mesi di viaggio tra i mondi, il passato di Walt viene rivelato e le tenebre più oscure che hanno spezzato la sua vecchia vita sembrano man mano riaffiorare.
I Referenti, i più potenti combattenti in nome della Luce di ogni mondo, stanno finalmente per riunirsi per fronteggiare l'immensa minaccia che incombe.
Le forze oscure stanno riunendo oggetti: mistici artefatti provenienti da ogni angolo dell'universo, con tutti la stessa abilità: il potere di riportare in vita.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Re Topolino, Sora
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Capitolo 11
 
Darkness is Unstoppable
 
 
 
 
 
Quando la barriera a difesa del cuore di Antonella venne annullata, tutta l’energia che era incanalata all’interno tornò al proprietario.
Analogamente a come aveva fatto Lucas, eludendo lo Spazio trasferendolo in un altro Tempo, Walt riuscì a liberarsi dalla sua prigione trasportandola in un altro punto tra le dimensioni.
Il cuore rimaneva sospeso a qualche centimetro dal palmo della mano del ragazzo e ne seguiva i movimenti, fu nel momento in cui quest’ultimo lo cedette nelle mani di David che si accorsero della crescente luce proveniente dall’alto dello strapiombo.
Walt era libero e furioso.
Particelle luminose apparvero nell’aria intorno al Referente che generò due fulmini talmente intensi da viaggiarono quasi in linea retta contro i due nemici.
La roccia dell’altopiano esplose e continuò a fratturarsi ovunque il ragazzo indirizzasse il suo colpo, l’energia era talmente densa che non riusciva a farle cambiare direzione molto velocemente.
David e Lucas furono scaraventati via dall’esplosione e anche il cuore fu sbalzato per terra, lontano da tutti.
Walt entrò in movimento dinamico e si diresse verso la reliquia ma, quando lo toccò, scoprì che invece del vero cuore, si trattava solo di un’Ombra.
«Odio i tuoi trucchetti del caz…» sussurrò Walt quando improvvisamente moltissime altre Ombre gli avvolsero gambe e braccia.
Tentò di liberarsi ma queste agirono da elastico e, dandosi la spinta per volare via, fu respinto nel vuoto dello strapiombo.
David si rialzò a fatica, sempre più debole e debilitante, ancora con un buco nello stomaco, mentre Lucas era sull’attenti.
«Dobbiamo aiutarlo!» esclamò Topolino, dopo che tutti i Referenti si erano riuniti.
«Da qui possiamo fare ben poco… e hai visto che mi era successo quando ho provato a smaterializzarmi lassù» disse Silente al re mentre curava una ferita sulla pelle della professoressa McGranitt.
«Fiducia in Walt dobbiamo avere!» disse Yoda anch’egli in recupero delle energie spese.
Al re fremevano le mani per l’impossibilità di rendersi utile, ma comprendeva i suoi compagni. Alcuni avevano visto la morte in faccia.
Mario era seduto in uno stato contemplativo, mentre Tsunade muoveva i primi passi dopo che Katsuyu le aveva rigenerato l’ampio foro nell’addome.
«Ho dato il massimo per sopravvivere, sono ancora senza energie, abbiamo bisogno di tempo Topolino. Noi non siamo loro» disse l’Hokage rammaricata.
Il re cedette e accettò le conseguenze dei loro scontri, effettivamente la tensione si faceva sentire.
Camilla era sveglia ma ancora non riusciva a mettersi in piedi, da sdraiata vedeva Walt combattere ed era ricolma di gioia, tanto da lacrimare. Non sapeva bene perché: forse per essere sopravvissuta, forse per aver battuto in astuzia il nemico più cattivo, forse per la sola ragione di essere stata all’altezza della situazione. Non lo sapeva.
 
 
 
 
Nuovamente, Walt scagliò due intensi fulmini contro Lucas e David, questa volta Lucas si mise bene a fare da bersaglio e quando l’elettricità lo raggiunse la immobilizzò.
Tra le sue mani c’era un quadrato azzurrino che girava lentamente su se stesso, poi ne apparve un secondo più grosso e un terzo fino ad inglobare interamente i due fulmini di Walt.
L’attacco si riavvolse nel Tempo, tornando dal suo autore con la stessa intensità con cui era stato scagliato; il Referente non poté evitarlo e venne colpito in pieno.
Riprese equilibrio in fretta e vide che Lucas aveva nelle due mani i due quadrati turchesi, pronto per riusare il nuovo potere; notò anche che il cuore era sempre tramutato in forma di ombra, proiettato nel terreno ma irraggiungibile.
Si incrociarono gli sguardi, la rabbia di Walt era pari alla paura di Lucas, paura sia di portare avanti il loro piano, sia di interromperlo.
Prese la sua decisione, allungò le mani e una sequenza di quadrati avanzò velocemente verso Walt.
Il Referente del Fulmine sospettava che sarebbe andata a finire così, evocò la bolla di Spazio che gli avvolse il pugno, strinse i muscoli più che poté e la fece schiantare contro il colpo nemico.
La realtà si spezzò e come al solito il colpo di Walt creò diverse crepe nell’aria come in un enorme parete di vetro.
Un’intensa dose di vibrazioni si scatenò nel punto in cui le due forze si scontrarono, tanto da smuovere tutto il Regno dell’Oscurità.
Lo scoppio di energia che ci fu dall’altro lato fu tale che tutti i quadrati si sovrapposero e persero la loro armonia concentrica, ributtandosi indietro e svanendo.
Fu in quel momento che entrambi ebbero la stessa idea contemporaneamente: utilizzare la forma più pura di Spazio e Tempo, senza mescolanza con altri elementi, senza applicazioni differenti.
Walt avvicinò le mani e, con qualche lampo di luce, apparve una perfetta sfera di Spazio. Sembrava fatta di vetro, traslucida ma in realtà era elastica e leggera come una bolla di sapone.
Tra le mani di Lucas, molto più insicure e inesperte, riuscì a fatica a formarsi un perfetto cubo turchese, anch’esso semi trasparente e leggerissimo.
Quando la puntò verso il nemico, la sfera si allungò in un morbido cilindro e viaggiò verso la sua controparte che si era allungata a sua volta.
I colpi di Walt e Lucas erano indirizzati l’uno verso l’altro ma, quando si aspettavano avvenisse un impatto, ci fu una reazione diversa: il potere di tutte le ere si schiantò contro quello di tutte le dimensioni e il punto di incontro tra Spazio e Tempo divenne una vera e propria fonte di energia; i due flussi iniziarono ad avvolgersi l’un l’altro alternando flash di luce rosa a quelli di luce azzurra.
Il vortice iniziò a plasmare qualcosa di nuovo, e ad attrarre a sé una gran quantità di sostanza: come se avesse una propria fortissima forza di gravità, il vortice iniziò a far sollevare detriti di roccia, polvere e terreno dal campo di battaglia dei Referenti.
Silente dovette ricreare la cupola protettiva per evitare che anche Topolino e Yoda fossero risucchiati via e continuare al meglio le cure dei feriti.
Nonostante il caos prodotto dai due attacchi, Walt e Lucas non accennarono a darsi per vinti e insistettero aumentando lo sforzo e cercando di prevalere sull’altro.
Non avevano idea di ciò che stava effettivamente succedendo.
L’aumento di intensità dei flussi ebbe la sua conseguenza nel vortice centrale: cambiò di forma, smise di alternarsi tra azzurro e rosa ma si unì divenendo omogeneamente viola, poi sempre più scuro e nero, profondo e con una forza attrattiva sempre più forte, tanto da estrarre ancor di più l’Accademia dal terreno portandola fino a metà della sua altezza.
«Cosa stanno facendo!? Stanno per distruggere tutto!» esclamò Sengoku, arrabbiato.
«Stanno creando un nuovo universo…» disse Camilla alzandosi a fatica in piedi, con la mano ancora appoggiata al punto in cui prima era ferita. Silente le diede sostegno sorreggendola per un braccio.
«Camilla, ne sei sicura?» chiese il mago.
«Temo di sì. Se quello di Lucas è il potere del Tempo, combinato con quello di Walt, rappresentano le due condizioni necessarie per la creazione di un nuovo universo. Se continuano con questa intensità quel buco nero presto scoppierà nel prossimo Big Bang» disse e a quelle parole i Referenti si guardarono tra loro preoccupati.
«Sì è proprio come pensate, un universo nuovo andrebbe a sostituire quello precedente e possiamo scordarci di tornare a casa» concluse.
Tempo e Spazio sono due entità che non si dovrebbero mai incontrare, questo era sempre stato chiaro a chi, come la campionessa, aveva studiato la mitologia della regione di Sinnoh. Due entità opposte che dovevano coesistere separate l’una dall’altra.
Ma Dialga e Palkia erano differenti da Lucas e Walt come differenti erano i loro poteri.
Mentre il buco nero vorticava su se stesso come una piccola galassia, il deficit di esperienza di Lucas si iniziava a sentire e spostò il buco nero verso di lui.
La carenza di elemento del Tempo stava rompendo l’equilibrio del piccolo universo che iniziò a collassare; Walt e Lucas ignoravano la vera natura di ciò che stava accadendo e il Referente insistette contro il nemico, convinto di non correre rischi.
Bastò qualche momento e l’eccessiva tensione del piccolo cosmo superò il limite. Collassò in un esplosione di energia tale da far tremare l’universo.
Sfortunatamente per Walt, nell’esplosione fu rigettato via tutto ciò che il buco nero aveva assorbito, e il Referente fu bersagliato da un macigno enorme che lo schiacciò al suolo, mentre Lucas, fu attraversato dai detriti nella sua forma Ombra.
«È il momento, Lucas! Proteggimi!» ordinò David, che sembrava essere stato dimenticato.
Lucas concentrò una tale quantità di energia che sembrò prosciugarsi, alcune particelle azzurrine vennero assorbite dall’aria circostante mentre lui fremeva dalla fatica.
Con le mani tremanti si avvicinò al precipizio e scatenò tutta l’energia che aveva in corpo.
Col potere amplificato dall’Oscurità, Lucas creò una nuova prigione di Tempo: un cubo talmente enorme da racchiudere interamente tutta la parete dell’altopiano, la statua gigante, loro e una gran fetta di terreno roccioso.
Ovviamente non erano immobilizzati, ma erano nettamente separati dall’esterno, protetti.
Il cuore di Antonella uscì dal terreno e David lo prese, lanciandolo nel vuoto.
«Oh no!» esclamò Topolino.
David prese in mano il funghetto verde.
«Non me ne starò qui senza far nulla! Sengoku, lanciami!» ordinò.
«Ma Topolino non possiamo far nulla di…».
«Ho detto lanciami!» esclamò con sguardo severo.
«E va bene…» Sengoku lo afferrò con una mano, prese potenza e lo lanciò verso l’apice del burrone, inesorabilmente contro la parete di Tempo.
La forza del lancio era tale che le orecchie del re di ripiegarono all’indietro e riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti a causa dell’attrito dell’aria.
«NO!» tuonò una voce da dietro.
Walt uscì spaccando in due l’enorme megalite tutto avvolto dai fulmini e si diresse a velocità sonica verso il re, intercettandolo.
Lo afferrò al volo per una mano, a pochi centimetri dalla spessa parete turchese.
«Per attraversare un muro del genere torneresti indietro o avanti nel tempo per diverse migliaia di anni! Non puoi sopravvivere!» lo sgridò Walt per la prima volta, con un tono duro e severo.
Lo fece cadere in verticale e grazie al potere dello Spazio atterrò nuovamente in braccio a Sengoku.
Quando il ragazzo ruotò le braccia, il contenimento di Spazio iniziò a espandersi tentando di sovrastare il cubo nemico.
Ma era troppo tardi.
David aveva dato una leggera spinta al fungo 1Up e questo aveva iniziato il suo monotono viaggio verso l’abisso; sorrideva allegro, inconsapevole.
Quando raggiunse lo strapiombo, cadde.
Tutti i presenti osservarono quella scena con ansia.
Il fungo atterrò sul capo della statua… e fu assorbito.
Il suono di una vita acquisita, tipico del Regno dei Funghi risuonò nel silenzio del momento, e la scritta 1Up apparve per qualche attimo sopra la statua.
David si avvicinò in prima persona al bordo e guardò in basso. Sorrise.
Gettò nel vuoto il Revitalizzante.
Il terrore si dipinse negli occhi di tutti quando la statua smise di essere tale: la pietra ritramutò in un corpo oscuro, nero come l’abisso più profondo e grasso come la maestra.
La bestia rinacque e, con la mano che per anni e anni aveva tentato una vita di fuga verso la nuova vita, la statua prese al volo il Revitalizzante e se lo buttò in bocca.
A Walt cascarono le braccia e il suo tentativo di fermarli si spense. La sensazione di sconfitta crebbe velocemente dentro di lui insieme all’incredulità di vedere nuovamente quell’affare, grosso e grasso e i suoi occhi gialli e completamente inespressivi.
In quel momento, lo scettro di Walt, dall’inizio degli scontri abbandonato perché difendesse i suoi compagni in un momento di bisogno, iniziò a vibrare di volontà propria, cercando di alzarsi dalla roccia in cui era conficcato.
Il Revitalizzante fece il suo effetto, e tutta l’energia che l’Heartless aveva perso durante lo scontro con Walter ad Athom, venne riacquisita; e ruggì talmente forte da spostare Walt indietro di qualche metro.
Piano piano stava staccando il suo mezzo corpo dalla parete rocciosa di cui per anni era stata parte integrante.
Walt era immobilizzato, in preda all’ansia più completa, ma una sua dote innata era quella di rendere al meglio sotto stress. La sua mente lavorava velocissima per trovare una soluzione ad un problema che appariva irrisolvibile.
David si avvicinò all’altarino dove riposavano le due pietre.
Dopo un secondo ruggito della bestia, Walt aveva già contemplato centinaia di possibilità: di richieste di aiuto, di artefatti in grado di aiutarli in tutti i mondi che conosceva, di possibili alleanze per sconfiggere Antonella, letteralmente qualsiasi cosa avesse potuto aiutarli in quella situazione.
David prese nella mano destra la Pietra della Resurrezione e nella mano sinistra la Gemma dell’Anima che riconoscendo la Fantasia come potere superiore, accettò il padrone.
Walt ebbe un’intuizione, forse un’illuminazione, forse una soluzione o poteva trattarsi anche di un fallimento completo.
Ripercorse in quei pochi attimi di panico tutta la sua vita, e comprese con grande emozione che c’era qualcosa del suo passato ad Athom che ancora non aveva avuto una spiegazione.
C’erano elementi a cui ancora non riusciva a darsi una risposta nonostante gli anni in cui ci aveva pensato e ripensato.
Il ricordo di lui ed Erik al suo primo giorno all’Accademia ritornò vivido nella sua mente: aveva dormito poco come al solito, atteso Erik fuori dalla porta e successivamente era andato a sostenere il suo colloquio con Walter, Eugeo e Avis.
Aspetta no!
Non erano andati subito nella Sala dei Sette, no.
Le parole di Erik rimbombarono nella sua testa: «Si dice che gli indumenti offerti dall’Accademia abbiano delle abilità nascoste che si attivano nel momento del bisogno, ma che io sappia è solo una diceria».
Un formicolio gli corse sopra la schiena,
Non era una diceria, lo aveva provato lui stesso nella sua ultima battaglia lì nel bassopiano, ma nessuno che conosceva ad Athom aveva mai sviluppato effettivamente un’abilità legata alla propria uniforme scolastica.
La sua divisa gli regalava un incremento di energia, in base al colore che assumeva. Le altre volte era diventata grigia, ovviamente perché legata alle nubi temporalesche dell’elemento del Fulmine.
In quel momento volse lo sguardo verso il basso: cinque misteri della sua vita ad Athom erano tornati e si trovavano attualmente lì sotto, fortunatamente fuori dal cubo di Tempo.
Com’era possibile che le essenze dei maestri, la fontana, il cubo di Terra, la bolla cristallizzata di Kudo, la fiammella di Dave e la piastra di metallo adagiata al suolo, fossero completamente inutili?
Custoditi in una fortezza, protetti da guardie e senza nessuno scopo?
David stava già agendo.
E se fossero stati contenitori? Reliquie da lasciare ai posteri nel caso di una dipartita prematura dei maestri legate a doppio filo con la vita dei maestri stessa e perciò custodite e protette, talmente importanti che loro stessi hanno agito perdendo la loro seconda vita piuttosto che permettere la completa estinzione degli oggetti?
La fontana si sgretolò, la fiammella si spense, il cubo perse rigidità divenendo un mucchietto informe di terriccio, la sfera cristallizzata si ruppe e il triangolo si arrugginì indegnamente al suolo.
Cinque particelle di Luce, piccolissime, uscirono dagli emblemi dei maestri e volteggiarono verso l’alto.
Quando arrivarono a destinazione Walt le assorbì.
David fece ruotare tre volte la Pietra della Resurrezione nella mano e strinse, facendo illuminare di una luce arancione, la Gemma dell’Anima.
Cadde in preda all’eccitazione e allo sforzo.
Din, Don, Dan.
Tre rintocchi di campana risuonarono in tutto il Regno dell’Oscurità.
Denso fumo nero avvolse lo stomaco della statua, da cui si staccò un grumo.
La massa inconsistente fece un volteggio nell’aria fino quasi alla parete del cubo, inglobò il cuore nero e poi si fermò.
Piano piano il fumo fu assorbito e la sagoma femminile e obesa si definì fino a riprendere i colori originali.
Antonella era tornata.
Aprì lentamente gli occhi su quell’universo per lei nuovo e inspirò profondamente.
«…Deludente…» disse con voce amareggiata.
Ignorò completamente Walt e i Referenti e volò sulla cima della scogliera atterrando davanti a David.
«Così tanti anni per compiere un incarico così semplice» disse lentamente al ragazzo.
Poi, con uno sbuffo nero, materializzò nella sua mano un grosso bombolone al cioccolato che mangiò in un sol boccone: «Quanto mi manca la pasticceria di Egidio!».
«Mia signora!» esclamò il ragazzo inginocchiandosi, «Ci siamo sforzati al massimo per farla ritornare ma questo nuovo universo è immenso e per una resurrezione completa necessitavamo di molta energia difficile da riunire in unico luogo» disse tutto di un fiato David tentando di giustificarsi.
Antonella lo ignorò completamente e raccolse la Gemma dell’Infinito e la Pietra della Resurrezione.
Le guardò con riluttante e assunse un’espressione di sufficienza con i suoi labbroni, per poi lasciarle cadere a terra senza degnarle un attimo di più.
«Sei stato… deludente» disse nuovamente, avvicinandosi.
Mentre la guardava supplicante la sua lancia della maestra le apparve con l’elsa nella mano e la lama già conficcata nel petto di lui.
David strabuzzò gli occhi mentre il sangue iniziò a sgorgagli velocemente dalla bocca.
Cadde a terra pochi attimi dopo, finito, quando la lama già era svanita nuovamente.
Lucas cedette, un po’ per paura di ciò che aveva visto, un po’ per lo sforzo.
Lo spesso muro di Tempo svanì e lui iniziò ad allontanarsi, terrorizzato. Purtroppo inciampò quasi subito e cadde a terra, tremante.
Antonella si avvicinò subito a lui, con fare premuroso: «No, caro. Tu no. Non devi preoccuparti. D’altronde è grazie a te che sono riuscita a liberarmi dalle fastidiosissime catene di Walter. Anzi non ho ancora avuto tempo di ringraziarti: grazie!» disse tutta contenta con un sorrisino.
Lucas la guardava sempre terrorizzato, non capendo, era in pieno attacco di panico, finché il suo sguardo non ricadde automaticamente su Walt.
Fu in quel momento che Antonella, seguendo lo sguardo dell’allievo, notò Walt. Sembrò compiaciuta nel vederlo: «Oh! Il Referente del Fulmine! Così ti fai chiamare adesso, giusto? Walt?» disse con tono quasi soave, per poi aggiungere: «Assomigli in maniera così dannatamente schifosa a lui che quasi mi viene il vomito!» con tutto il disprezzo che potesse mettere nella voce.
«Ma la vostra amicizia» riprese in maniera dolce e soave «nata dal nulla e con così ottimi propositi. Cascava a fagiolo. Chi avrebbe mai detto che tra gli unici possessori contemporanei del potere del Tempo e quello dello Spazio potesse nascere un’amicizia così genuina, così spontanea. Fu un proficuo segno del destino e il destino si è compiuto con la morte di tutti gli altri maestri mentre io sono l’unica in vita. È TEMPO! DI RIMODELLARE QUESTO NUOVO UNIVERSO TROPPO LUMINOSO IN UNO DI TOTALE OSCURITÀ» urlò a squarciagola.
Fu in quel momento che notò che Walt aveva qualcosa di strano.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Direi che non c’è bisogno di aggiungere altro! Il momento è giunto.
 
Critiche, recensioni e nuove idee sono sempre ben accette!
Il prossimo capitolo, sempre ricco di sorprese, sarà pubblicato l’1 di settembre!
 
See you next time!
 
 
   
 
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