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Autore: Ace of Spades    05/08/2019    2 recensioni
“Mio padre non era così, prima di perdere mia madre era un'altra persona. Di sicuro non una dolce e carina, ma almeno era una persona. Dopo la morte di sua moglie è diventato un mostro senza sentimenti, animato solo da ciò che ci potrebbe essere di più oscuro dentro un cuore vuoto.”
Degli occhi neri lo fissarono.
“Come se avessero aperto il Vaso di Pandora”
“Aperto? Direi più che è caduto al suolo e si è frantumato. Quando si perde una persona amata in modo traumatico è come perdere il sostegno che ti teneva sulla retta via, come la colonna su cui posava il Vaso. Senza quella, le piaghe dentro al tuo cuore prendono vita e ti divorano da dentro”
“Ho sempre trovato quel mito abbastanza insulso”
“Come mai?”
“Sai perchè esiste il detto ‘la speranza è l’ultima a morire’? Perchè è l’ultima che esce dal Vaso di Pandora. Ma perchè dovrebbe essere l’ultima se è ciò di cui si ha più bisogno?”
“Perchè le speranze le hanno le persone, ma i destini li distribuisce il diavolo.”
•••
DoflaCroc + Mihawk / AkaTaka/ KiddLaw/ KillerPenguin.
Genere: Angst, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Crocodile, Donquijote Doflamingo, Drakul Mihawk, Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Shichibukai/Flotta dei 7
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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50) “I segreti che ti porti dentro ti segnano fuori” 







 
Kidd uscì dall'ufficio, non prima di essersi assicurato che non ci fosse anima viva che lo aveva visto comportarsi come un pazzo. 
Poteva essere giustificato, d'altronde chiunque fosse stato testimone di quella chiamata tra le due persone in esame si sarebbe messo a correre per nascondersi in un ufficio vuoto, inciampando in un tappeto e finendo a gambe all'aria. 
Con discrezione se ne tornò nel suo appartamento, fece una doccia lunga e rilassante e si truccò ad opera d'arte; quella sera aveva ospiti. 
Si infilò una canotta bianca e un paio di pantaloni gialli a macchie marroni, poi si spostò in cucina e perse di vista il tempo. 
Quando sentí un suono strano, simile a qualcuno che bussa, provenire dal vetro della finestra dietro di lui lo ignorò, ma non potè più farlo quando il bussare si fece insistente. 
Si girò e si trovò la faccia di Trafalgar davanti. 

“Vorrei chiederti come sei arrivato alla mia finestra, ma non lo farò”
O Romeo, Romeo! No aspetta, abbiamo le posizioni invertite, sei tu quello che dovrebbe entrare da qui e-”
“Vuoi continuare a farneticare cazzate o entri?”

Law sorrise e si spinse in casa con un balzo, rivelando a Kidd che fosse molto più agile di quello che sembrava. 
Il rosso gli fece cenno di sedersi e gli piazzo davanti un piatto di zucchine e patate al forno con un pezzo di carne rossa a cottura media. 
“Se volevi invitarmi a cena potevi dirlo” ammiccò il dottore senza però rifiutare. 
“Merda no, il motivo per cui ti ho chiamato lo riservo per il dolce, solo che sembri così fottutamente magro che per me non mangi da giorni”
I due si guardano e non dissero altro, utilizzando la bocca solo per masticare ed ingoiare. Quando i piatti furono sistemati nel lavello dal padrone di casa, Trafalgar incrociò le braccia, aspettando. 
Kidd si sedette nuovamente di fronte a lui, estrasse il cellulare sotto lo sguardo interrogativo dell'altro e fece partire una registrazione. 
Law riconobbe subito entrambe le voci, trattenne il fiato e immagazzinò l'intera conversazione. 
Quando il rosso interruppe la registrazione, si rilassò. 

“Eustass-ya”
“Non chiamarmi cosí” sibilò di risposta, mentre l'altro si faceva più vicino piegando la schiena in avanti. 
“Doflamingo mi ha detto che se respiro ancora il tuo stesso ossigeno ti cava il cuore e me lo porta” sussurrò, quasi non volesse farsi sentire. 
“Mi piacerebbe vederlo provare” ringhiò Kidd, che quel tizio proprio non riusciva a digerirlo. 
“A me non piacerebbe affatto”

Gli occhi ambrati si puntarono su quelli del suo ospite; avrebbe voluto urlargli che lui poteva benissimo tenere testa ad un coglione con un cappotto di piume rosa, ma l’implicazione di quella frase lo aveva colpito più di quello che avrebbe voluto. 
“Cosa ne pensi?” chiese il rosso dopo qualche secondo, cercando di cambiare argomento. 
Law si schiarí la voce e sorrise divertito. 
“Quello che evidentemente pensi anche tu”
“Dici che è una finta il fatto che si odino?”
“Non credo. Sono convinto invece che l'odio che provano l'uno verso l'altro sia il risultato del troppo coinvolgimento, diciamo cosí, che hanno avuto in passato. Anche se non so nè quando sia successo nè perché sia finita o come”
Eustass parve riflettere. 
“Quindi si parla di più di vent'anni fa”
“Sicuramente”
 
I due ragazzi rimasero in silenzio. Nessuno dei due era un ficcanaso, ma i soggetti in causa erano troppo importanti per non suscitare stupore e curiosità, e soprattutto ognuno dei due era guidato da ragioni diverse. 
Law voleva sapere cosa fosse successo sia perché avrebbe scoperto finalmente il punto debole di Doflamingo, sia perché, in tanti anni, non lo aveva mai sentito parlare con quel tono, sembrava vibrasse come una corda di basso. Un tono che di ironico non aveva nulla, ma che urlava risentimento e disperazione. Lui non era mai riuscito a suscitare una reazione del genere nell'altro. 
Kidd voleva capire cosa avesse scatenato una reazione del genere nel suo capo; era da quando lo conosceva che lo provocava in ogni modo, una volta aveva addirittura rovesciato dell'inchiostro nel suo ufficio e messo in disordine delle carte, ben sapendo che l'uomo mal sopportava disordine e sporco. Il nulla, solo uno sbuffo e un richiamo. 
I segreti che ti porti dentro ti segnano fuori, e per quanto vantasse di essere una delle poche persone che conoscesse Crocodile, ancora non aveva idea di come avesse perso la mano o del perché avesse problemi di fiducia così marcati. Un'idea se l'era fatta, ma ora era di nuovo tutto in discussione. 
Era il momento di arrivare a capire quale fosse la portata del passato che legava i due uomini. 
 
“Come hai fatto a registrare quella conversazione?” chiese il moro guardando Kidd alzarsi per raggiungere il frigo. 
“Io e Killer abbiamo inventato questo affare che può craccare un cellulare e quindi ho potuto sentire la conversazione come se avessi il suddetto telefono in mano, praticamente crea una copia provvisoria. Ci stiamo ancora lavorando, non è perfetto” concluse allungandogli una birra.
Il rosso si rese conto dello sguardo dell'altro. 
“Che c'è testa di cazzo? Pensavi fossi un idiota? Ti permetto di provare ad uccidermi, non di insultarmi”
Law bevve un paio di sorsi. “Diciamo che non è proprio la prima cosa che ho pensato la prima volta che ti ho visto, o meglio, sentito dato che era buio pesto”
Kidd svuotò metà bottiglia per poi abbassarsi piegandosi in avanti, appoggiando la mano sinistra sul tavolo. 
“Posso immaginare cosa la tua mente abbia pensato”
“Chiedimelo.”
 
Erano cosí vicini da sentire il respiro caldo dell'altro sulla pelle. 
“Quindi perderó presto il cuore”
“Non preoccuparti, lo imbalsamerò e lo terrò con me sul comodino”
Kidd sogghignò. 
“Che cosa romantica. Ho improvvisamente voglia di buttarti fuori a calci in culo”
“È l'unica voglia che ti viene in mente riguardo al mio culo?”
Il rosso si sollevò leggermente senza distogliere lo sguardo dagli occhi dell'altro, finí la birra, la appoggiò sul tavolo e afferrò il suo collo. 
“Giochiamo al dottore, ma non dirlo a papino”
“Solo se alla fine posso aprirti in due e vedere il tuo cuore battere mentre vieni per l'ultima volta”
Kidd lo sollevò e lo spinse contro il muro più vicino, smorzandogli il respiro. 
“Cazzo, sei cosí deviato”
Law si riprese e cosí il suo sorriso sghembo. “Ti piaccio per quello”

Aprí la bocca per dire altro ma la mano smaltata dell'altro che si infilava senza troppe cerimonie nei suoi pantaloni lo fece sospirare. Il rosso non si sorprese più di tanto nel trovarlo eccitato; tenendolo sempre ancorato al muro con una mano, utilizzò l'altra per intrattenerlo, facendola scivolare prima lentamente e poi rafforzando la presa, ma senza mai dargli piacere per troppo. Law aveva cercato di dimenarsi nei primi attimi, poi si era attaccato alla mano che lo reggeva contro il muro e aveva cercato di creare un piano d'azione per liberarsi dalla presa. Peccato che pensare il quel momento fosse difficile, davvero difficile. 
Kidd continuava a fissare il cambio di espressioni sul volto dell'altro, sorprendendosi nel vedere quanto era diverso dal solito dottore rompicazzo. La bocca socchiusa e il leggero rossore sulle guance erano quasi adorabili, ma gli occhi, che lo guardavano come se fosse pronto a ribaltare le posizioni, quelli lo facevano sentire come se stesse in una fornace, e stesse bruciando, lentamente. 
Voleva vedere di più, voleva che lo guardasse ancora, che non si azzardasse a distogliere lo sguardo da lui. 
Law si riscosse quando vide il rosso estrarre la mano dai suoi pantaloni e avvicinarla ai propri. Aspettò, curioso. 
Kidd si tolse la cintura con una mano e gli afferrò entrambi i polsi, lasciando la presa sul collo, optando per legarlo direttamente. 
Il moro sembrava divertito; se pensava che sarebbe stato fermo solo perché aveva i polsi legati dalla cintura si sbagliava di grosso. 
Peccato che lo sguardo beffardo del rosso non lo rassicurò più di tanto. Quando lo vide alzare la cintura e spingerla contro il muro non capí, poi lo vide. 
“Nel caso tu volessi muoverti” disse Eustass rigirandosi il bisturi in mano e piantandolo nella cintura in mezzo ai polsi; Trafalgar si ricordava di averglielo puntato contro l'ultima volta che era venuto a casa sua, in tutti i sensi. 
Gli rivolse un sorriso divertito constatando che non riusciva davvero a muoversi. Si rese conto di non essere in una bella situazione, legato ed eccitato davanti al nemico, o presunto tale. Se non avesse saputo con certezza che i pensieri che avevano a riguardo corrispondevano, non si sarebbe certo fatto immobilizzare in quel modo. 
Kidd ghignò. 
“Goditi lo show, dottore.
Con uno scatto gli abbassò pantaloni e boxer, facendoglieli scivolare fino alle caviglie. 
Non c'era la minima possibilità che lo facesse, si ripeteva Trafalgar, non c'era. 
Quando vide la testa rossa leccarsi le labbra e abbassarsi riconsiderò i suoi pensieri, fino a quando non sentí il calore della sua bocca avvolgerlo, da lí non riuscí più a formulare un pensiero coerente che non fosse un’incitazione o un verso. 
E Kidd si prese tutto il tempo per assaporare quella piccola vittoria. L'altro non gli tolse mai gli occhi di dosso.
 
La mattina iniziò con una telefonata, o meglio, uno squillo impertinente sulle note di Celine Dion. Aveva dimenticato che Kidd gli aveva rubato il cellulare, evidentemente era riuscito a cambiargli suoneria. 
Law, ricoperto da un corpo caldo, proprio non aveva voglia di muoversi, ma allungò stancamente il braccio per afferrare l'apparecchio rumoroso e capire chi doveva uccidere quella sera. 
 
“Spero ci sia una motivazione altrimenti ti apro come una scatola di tonno” borbottò, non sapendo nemmeno chi stesse minacciando. 
Sopra di lui Kidd continuava a dormire come se nulla fosse, con la testa appoggiata nell'incavo del suo collo. 
“Giulietta!”
 
Law riconobbe la voce di Ace, un po’ affannata notò, ma quello che lo fece svegliare completamente furono dei botti in sottofondo, come se stesse saltando in aria qualcosa. 
 
“Ace. Che diavolo-” non riuscí a finire la frase. 
“Satch ha preso quello che serviva ma dovete venire a darci una mano, Smoker oggi aveva in programma un incontro con nostro nonno e ora siamo parecchio nei guai… Rufy, muoviti!”
 
Law si alzò leggermente e notò che Kidd stava ascoltando, parecchio divertito dallo svolgersi degli eventi. 
“Accendi la posizione sul cellulare, ti salviamo il culo noi” rispose Kidd ridendo all'ennesima esplosione. 
“Grazie Romeo, fate in fretta! NONNO METTI GIÚ IL PALO!”
 
La comunicazione si interruppe bruscamente ma Law attivò la posizione. I due si guardarono e saltarono giù dal letto, vestendosi a tempo di record. 
Law fece in tempo ad afferrare il suo bisturi e Kidd una strana borsetta, poi saltarono il macchina. 
“Carina Eustass-ya, una Panda rossa, davvero” commentò Law infilandosi nel posto di guida. “E perché fai guidare me?”
Kidd per tutta risposta inserí le chiavi per poi girarle; il rombo che fece il motore fu impressionante. 
“Primo, una Panda non attira l'attenzione; secondo, ha il motore e le ruote modificate; e terzo, guidi tu perché io mi devo truccare.”
Law partí scuotendo la testa mentre fissava il pallino blu che indicava la posizione di Ace. 
“Se mi avessero detto che sarei finito cosí” 
“Guida e muoviti” 
 
Inutile dire che Law guidò, eccome, ma si prese la libertà di sterzare più del dovuto nelle curve, solo per vedere se riusciva a fare in modo che l'eyeliner si ficcasse nell'occhio del buzzurro di fianco a lui. Si sarebbe accontentato anche del rossetto sbaffato, ma nulla, quel tizio sembrava aver conseguito un master in make-up in condizioni estreme. 
Kidd aveva finito di truccarsi alla perfezione, non trattenendo un ghigno ai vari tentativi di Trafalgar, quando davanti a loro si materializzò una folla che andava nel loro verso contrario e del fumo in lontananza. 
“Nel caso avessimo avuto dubbi, siamo nel posto giusto” 
 
Kidd scorse un cappello di paglia e una felpa bordeaux con delle fiamme aranciate sulle maniche. Schiacciò un pulsante e le portiere posteriori si aprirono da sole. 
Ace e il ragazzo col cappello si buttarono nell’abitacolo appena lo avvistarono. 
Richiuse le porte, Kidd si voltò verso Law. 
“Ora ci scambiamo le posizioni” 
Trafalgar gli rispose ridendo e alzando le sopracciglia, cogliendo il doppiosenso. 
“Sai quanto mi piace stare sopra” 
Ace rise e li interruppe. “Non vorrei fare il guastafeste, ma abbiamo fretta” 
“Torao!”
Law, dopo essere scivolato nel sedile del passeggero, si voltò verso Rufy. 
“Ehi Mugiwara-ya, è da un po’ che non ci vediamo” 
La Panda emise un rombo e Kidd partí, in tempo per sfrecciare davanti a Smoker e Garp. 
Inutile dire che il proprietario dell’auto abbassò il tettuccio e fece divertire i due infiltrati, guradandoli nello specchietto mentre uscivano e facevano le linguacce ai due uomini.
Kidd si rilassò un po’, ma Ace lo scosse. 
“Abbiamo visite” 
Due auto della polizia a lampeggianti spiegati e sirene avevano cominciato ad inseguirli. 
Law sollevò gli occhi al cielo e si mise la cintura, poi si girò verso Kidd in tempo per vederlo abbassarsi gli occhiali da aviatore sugli occhi. 
“Speravo lo facessero. Ora cominciamo a divertirci” 
“Tenetevi” urlò il dottore ai due dietro, in piedi sui sedili e girati verso la strada. 

Kidd accelerò, poi, una volta assicuratosi che dietro avessero solo la polizia, spinse una leva al lato del volante e da sotto l'auto cominciò a fuoriuscire un liquido nero oleoso, che imbrattò la strada. 
La prima auto ci finí sopra e sbandò, andando a finire contro un muretto, la seconda sterzò in tempo. 
“Kidd, ma che auto hai!” urlò ridendo Ace. 
“E non hai ancora visto niente, la mia bambina è una tosta”
Law ghignò; quella giornata era iniziata decisamente bene. 
“Dobbiamo riuscire a toglierci dai piedi anche l'altra” commentò, spingendo un pulsante giallo. Il portabagagli si aprí e una rete ricoperta da bucce di banana volò dritta contro il parabrezzi della seconda auto, facendola fermare. 
Kidd richiuse il portabagagli e voltò in una strada meno trafficata, rallentando e alzandosi gli occhiali. 
“Che noia” commentò, mentre Ace e Rufy lo guardavano con gli occhi in estasi e Law gli riservava il solito sorrisetto. 
“Cresta rossa, la tua auto sembra quella di Mario Kart, è fantastica!”
Kidd allungò la mano. 
“Fa sempre piacere quando qualcuno coglie le reference del tuo lavoro, Eustass Kidd” 
“Mokey D. Rufy!”
“Monkey D.? Tu sei il nipote dell'eroe Garp? Fantastico, conosco sempre più gente interessante”

E mentre Ace si prolungava in un racconto assurdo di come lui e il fratello avessero preso di mira Smoker, non aspettandosi il nonno, ma cominciando comunque a dare fuoco ai cassonetti e lanciando petardi in giro, un contraccolpo fece volare l'auto sul fianco destro, facendola rotolare. . 
Kidd grugní e sproloquiò insulti, spingendo altri tasti, mentre dalla Panda usciva un braccio meccanico che la riportò con le ruote sulla strada. 
Davanti a loro si trovava una moto con quattro tubi di scappamento e tra ruote grandi quanto quelle di un monster track, con sopra ovviamente il commodoro Smoker, che fumava tranquillamente i suoi due sigari. 
Kidd strinse il volante sorridendo. 
“Finalmente qualcuno con cui poter scambiare quattro chiacchiere” 
Law fischiò in segno di approvazione. “Comincio a capire perché lo chiamino Cacciatore Bianco” 
Eustass e Smoker si guardarono per qualche secondo dalla fessura del finestrino del guidatore, poi il primo spinse sull'acceleratore e ripartí, inseguito dalla moto mostruosa del uomo. 
“Ma non era un marine? Che cazzo ci fa sulla terra ferma?” chiese curioso il rosso. 
“Marine e ora arruolato nella polizia secondo raccomandazione di nonno” rispose Rufy tenendosi al sedile di Law. 
Ace continuava a sorridere. “Beh, direi che il Principe vuole catturarci, dovremmo scappare, e in fretta, non è da sottovalutare il buon Smoker”
“Il Principe?” ripetè il fratello minore, e Law sbuffò. 
“Ancora con questa metafora di Shakespeare? Non era Don Rodrigo?” disse il dottore, dandogli corda. 
“La situazione è cosí divertente che non potevo non cogliere i segnali. Shakespeare in love con un po’ di Fast&Furious!”
 
La moto li aveva quasi raggiunti e Kidd riconobbe che il marine ci sapeva fare. 
“È ora di fare sul serio” 
Rufy ghignò. 
Ace pure. 
Law si spalmò una mano sulla faccia. 
“Questo non va bene. Finiremo in televisione, e sai cosa vuol dire, Eustass-ya” 
E Eustass lo sapeva. Non dovevano farsi vedere insieme e questa era decisamente una situazione spinosa. 
“I vetri sono oscurati, possono riconoscere me e quei due dietro, ma tu dovresti passare come irrintracciabile” gli rispose sterzando mentre gli veniva un'idea. 
“Fratelli, dovreste trovare delle armi sotto i sedili, usatele.”
“Non voglio fare del male a Fumoso”
“Tranquillo Cappello di Paglia” ghignò “quest'auto è pur sempre un kart” 
E Rufy capí appena vide il fucile spara pallottole a forma di guscio verde. 
“Tu sei troppo un mito” 
Ace fissò la sua pistola gialla con un fulmine e sorrise. 
Rufy cominciò a bombardare il marine ma la moto era troppo resistente per essere scalfita; Ace guardò bene la forma delle ruote e capí. 
“Ho paura che da qui non riusciremo mai a farle dei danni, dobbiamo-” 
“Andargli dietro, lo so, stavo aspettando quel palo, reggetevi” 
Il braccio metallico di prima sbucò da sotto la Panda e si attaccò al palo in questione, facendo fare alla vettura un giro completo. I quattro si ritrovarono dietro alla moto, e Ace uscí di nuovo dal tettuccio, mirò al motore e sparò. 
Il proiettile elettrico mandò in cortocircuito la moto che rallentò visibilmente. 
La Panda la superò e Smoker fece in tempo a riconoscerla come la macchina di quella peste di Eustass, per non parlare dei due fratelli che lo salutavano dal tettuccio aperto. 
Sbuffò nascondendo dietro alla solita espressione infastidita un sorriso; sapeva che non doveva provare simpatia per quei guastafeste, ma non ci riusciva proprio ad odiarli. 
“Smoky mi farò perdonare! Ti mando una confezione di cioccolatini!” urlò la voce allegra di Ace e allora si dimenticò dei pensieri di poco prima. 
“Portgas, maledetto moccioso impertinente” 

 
-

 
Doflamingo guardò in televisione quello che doveva essere un inseguimento della polizia a discapito di una Panda rossa, e quando vide due facce conosciute si incuriosí. Cercò online e vide che quell'auto era del ragazzo coi capelli rossi e rossetto, e quasi sperò lo prendessero. 
Però doveva ammettere che era bravo, d'altronde era uno dei favoriti di Crocodile, non poteva essere altrimenti. 
 
Crocodile guardò il televisore con una tazza in mano, in piedi in mezzo al suo salotto. 
“Kidd, sei sempre il solito” sibilò bevendo un sorso di caffè, ma sbuffando divertito quando vide l'auto allontanarsi con due ragazzini che salutavano Smoker. 
“Lo sapevo che non dovevo regalargli Mario Kart per il compleanno” 












 

Salve! Che dire, sono decisamente morta mentre scrivevo questo capitolo, spero vi sia piaciuto! 
A presto! 
Ao. Spades
  
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