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Autore: VidelB    05/08/2019    1 recensioni
“Namiii, un castello!”
“Ne hai già visti diversi nella tua vita, no? Rompere il mio prezioso binocolo per qualcosa del genere…” la ragazza rimase accigliata e spostò lo sguardo verso le schegge di vetro che brillavano al sole; le lenti erano sicuramente da buttare.
“Ma questo è diverso, lo sento!”
“E dimmi capitano, in cosa?”
“Ci saranno cavalieri in armatura, banchetti con montagne di carne e un tesoro! Non sei felice?” esclamò lui scuotendola un po’.
Nami lo guardò titubante “Un tesoro? Dici?”
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Mugiwara, Nami | Coppie: Rufy/Nami
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Fratellone, dobbiamo girare qui.” Aurora aveva dato la mano di Rufy e lo stava guidando verso la via principale della città. Nami osservava con interesse l’ambiente che li circondava: le casette erano basse, con le travi a vista e l’aspetto malridotto, le strade erano sporche e pullulavano di persone. Quando si immisero finalmente sulla via principale, furono circondati da una vera e propria folla e Nami si avvicinò al fianco del capitano per evitare di separarsi. C’era un gran vociare di mercanti che richiamavano la clientela descrivendo i pregi dei propri prodotti, versi di animali e lo scalpitio delle loro zampe sul selciato, donne e uomini con ceste ricolme di cibo.

Rufy smise d’un tratto di camminare e la navigatrice seguì la direzione del suo sguardo, individuando un cavaliere in armatura sul suo destriero. La ragazza lo prese per una spalla prevedendo il peggio.


“Nami, è un vero cavaliere!” esclamò emozionato.

“Non possiamo metterci in mostra, stai fermo.”

“Ma sono venuto qui apposta!” protestò lui.

“Posso portarvi a vederli dopo, al castello è pieno di cavalieri, anche se dovremo fare attenzione.” disse Aurora, ma le sue ultime parole vennero coperte da alcune grida particolarmente forti. I tre si voltarono di scatto e videro a poca distanza quattro ragazzini. Avevano i vestiti ridotti a stracci; il più alto era posizionato davanti ai più piccoli, come a proteggerli. I due Mugiwara e Aurora si fecero spazio tra la folla per capire cosa stesse succedendo. Un cavaliere, dall’armatura simile a quello che aveva notato Rufy poco prima, fronteggiava i ragazzini con aria minacciosa.

“Quante volte dobbiamo dirvi di non mendicare qui? Andate a nascondervi da qualche parte.”

“Non possiamo, abbiamo bisogno di pane.”

“Odio ripetermi…” disse l’uomo colpendo quello che aveva parlato con uno schiaffo, tanto forte da farlo volare contro il muro di una casa. Il ragazzino iniziò a sanguinare dal naso, mentre gli amici lo circondavano preoccupati.

“Via, andate a sporcare da un’altra parte, non ho tempo da perdere con delle pulci come voi.”

“Cattivi, anche con noi facevano così.” mormorò Aurora quel tanto da essere udita da Rufy e Nami, i quali si chinarono su di lei.

“Si comportano sempre così?” domandò Nami sconvolta.

“Sì. Hanno svuotato l’orfanotrofio e lo usano come deposito d’armi. Non possiamo mendicare sulla strada principale perché ci vedono tanti cittadini. E loro non vogliono che i cittadini abbiano pietà di noi; perciò in molti viviamo nella foresta.” spiegò Aurora.

“Questi non sono veri cavalieri.” commentò Rufy, con aria profondamente scossa, stringendo la mano di Aurora nella sua “Un vero cavaliere dovrebbe stare dalla vostra parte.”

La bambina scosse la testa “Non gli interessa di noi, lavorano per il governo dei druidi. Solo l’arciere che vive nella foresta con noi ci voleva aiutare, e ora non può più tornare qui.”

Un altro cavaliere sconosciuto nel frattempo si era avvicinato al luogo della lite e scese da cavallo.

“Problemi?” chiese al collega.

“Abbiamo il diritto di stare qui, abbiamo bisogno di mangiare. Non ce ne andremo!” protestò uno degli altri ragazzini brandendo un bastone di legno.

Il secondo cavaliere lo guardò con disprezzo “Non avete diritti, siete figli di nessuno. E ora ve lo dimostreremo.”

I cavalieri sguainarono le spade e molte persone fra la folla si coprirono gli occhi, prevedendo il peggio; non sarebbe stata la prima volta. Rufy, ancora incredulo alle parole di Aurora, ci mise qualche secondo di troppo per rendersi conto di quello che stava succedendo. Vide con orrore Nami spintonare le persone che le stavano davanti e correre verso i cavalieri pronti a colpire.

Rufy lasciò la mano della bambina, ma Nami era già lì in mezzo. La navigatrice sfilò il bastone di legno dalla mano di uno dei ragazzini e parò il colpo di spada che sarebbe stato rivolto a lui. Rufy si fiondò nella sua direzione appena in tempo per afferrarla ed evitare che venisse colpita in pieno dalla seconda spada. I ragazzini arretrarono e si accasciarono contro il muro della casa.

“E voi da dove sbucate? Fateci fare il nostro dovere.” disse un cavaliere squadrando i due Mugiwara.

“Il vostro dovere?” mormorò Rufy ormai al limite della sopportazione “Uccidete  per dovere?”

Il capitano si scostò da Nami e i cavalieri la fissarono sbigottiti. Inconsapevolmente allentarono la presa sulle spade, facendole cadere sul selciato della strada con un gran fracasso. 

Un brusio eccitato iniziò a spandersi fra gli spettatori che si accalcavano intorno alla scena.

I movimenti di poco prima avevano fatto ricadere il cappuccio sulle spalle di Nami e adesso gli inconfondibili capelli rossi risplendevano sotto i raggi del sole, ben visibili a tutti.

*Maledizione, di nuovo* pensò la ragazza resasene conto, ricoprendosi velocemente la testa, ma il danno era ormai fatto.

“Non ci credo, l’abbiamo trovata.” sussurrò un cavaliere, mentre l’altro emetteva un fischio perforante. Un falco gigantesco apparve e volò in picchiata verso Nami. Lei si ritrasse, ma l’uccello le artigliò i vestiti e la sollevò da terra. Rufy tentò di bloccarlo e raggiungere la mano tesa di Nami che lo chiamava, ma il falco salì rapido nel cielo e il suo braccio non si allungò abbastanza in fretta per raggiungerlo. Allora si rivolse rabbioso ai cavalieri.

“Lasciatela andare! Cosa volete?”

“Non ci sono dubbi, è colei che diventerà nostra regina.” si udì qualcuno commentare tra la folla e molti altri seguirono con commenti simili.

Rufy si guardò intorno. Quello che aveva temuto il cacciatore della foresta si era avverato troppo presto; non avevano ancora pensato a un piano per recuperare il tesoro dal castello e il resto della ciurma non sapeva nulla.

“La donna sarà portata al cospetto dei druidi; loro valuteranno cosa fare.” rispose finalmente uno dei cavalieri guardando Rufy “Che rapporti hai con lei?”

“E’ la mia compagna!” rispose il ragazzo indignato “Non vi permetterò di farle del male!” proseguì lanciandosi contro il suo interlocutore e sferrandogli un pugno in pieno viso. Il secondo cavaliere arrivò però alle sue spalle e gli strinse il collo con una catena, finché Rufy non fu costretto ad abbassare le braccia. La debolezza che stava provando non era normale, perché non gli mancava semplicemente il fiato; doveva trattarsi di agalmatolite.

Mantenendogli la catena stretta al collo, il secondo cavaliere lo fece girare.

“Se proprio non puoi fare a meno di lei dovrai riconquistarla diventando re, anche se onestamente non credo tu abbia molte possibilità. Una donna magica non è per tutti, ragazzo.” ridacchiò il cavaliere legando un capo della catena ad una fonte lì vicino, prima di salire in groppa al proprio destriero. Rufy tentò di divincolarsi, ma i muscoli non reagivano alla sua volontà.

“Lasciatelo pure morire di fame.” disse l’altro cavaliere alla folla, col viso ormai tumefatto, prima di risalire sulla propria bestia e allontanarsi anche lui.


Le persone rimasero silenziose e immobili finché i cavalieri non si furono allontanati di qualche centinaio di metri. Appena si sentì sicura, Aurora sgusciò fuori dalla selva di gambe e si avvicinò a Rufy. Gli spettatori decisero semplicemente di girarsi dall’altra parte e proseguire con le loro faccende: non volevano avere guai anche loro. I quattro ragazzini vestiti di stracci andarono verso la bambina e l’aiutarono a sciogliere i nodi della catena. Quando l’ebbero tolta dal collo di Rufy, questo cercò subito di rimettersi in piedi, barcollando nel tentativo.

“State bene?” chiese al gruppetto che lo fissava stralunato. I ragazzini annuirono, mentre Aurora rimase a sguardo basso.

“Mi dispiace fratellone.” disse. Rufy era molto arrabbiato, ma non con lei; piuttosto, non era preparato a quello che sarebbe potuto accadere ed era rimasto inerme mentre rapivano la sua navigatrice. Sapeva che era una ragazza scaltra e che avrebbe trovato il modo di cavarsela fino al loro arrivo, ma non aveva nemmeno il Clima-Tact con sé: temendo perquisizioni all’entrata della città, aveva deciso di non portare l’arma. Si era affidata a lui ed ecco il risultato.

Rufy sbatté un pugno contro il muro accanto, con tanta forza da farlo crollare.

“Merda!” urlò, facendo trasalire i ragazzini e la bambina. Aurora con mani tremanti si sfilò il cappello di paglia e lo spinse contro una gamba del capitano.

“Grazie di avermelo prestato.”

Rufy fece un respiro profondo e la guardò “Me lo ridarai più tardi.”

La bimba sorrise tranquillizzandosi e indossò nuovamente il cappello; nel frattempo, il ragazzino più grande gli si avvicinò.

“La tua fidanzata è una donna magica, non ci posso credere!”

Rufy lo squadrò, mani sui fianchi, e inclinò la testa da un lato.

“Eh? Non è la mia fidanzata.”

“Ma hai detto che è la tua compagna, e la riconquisterai diventando re! I re si sposano con le donne dai capelli rossi, lo sanno tutti!” rispose un altro ragazzino eccitato.

Rufy si grattò la testa e replicò “Non mi interessa sposarmi”, ma venne interrotto dalla cantilena dei più piccoli “Un re e una regina, un re e una regina!”

Il cervello del ragazzo a quel punto partorì una strana fantasia, in cui lui e Nami erano seduti su un mucchio d’oro: la ragazza gli stava offrendo un cosciotto di carne rivolgendogli un piccolo, ma particolarmente dolce sorriso “Mio re…”.

In un moto d’impazienza Rufy allargò i cordoncini della camicia; non solo aveva improvvisamente fame, ma anche un caldo tremendo.

Aurora osservò il suo viso arrossato. “Ti senti ancora male?” gli chiese preoccupata.

Rufy scosse la testa e si mise una mano sulla fronte. “Devo… devo avere qualcosa che non va. Proprio adesso che Chopper è lontano, non ci voleva!” commentò il ragazzo. Subito dopo raccolse la bambina e la fece salire sulla sua schiena “Senti Aurora, dobbiamo recuperare Nami. Ti porterò a visitare i tuoi genitori, è una promessa, ma puoi aspettare un altro po’?”

La bambina si aggrappò alle spalle del ragazzo. “Prima salviamo Nami, poi visitiamo i miei genitori. Va bene per me.”

“Perfetto, andiamo!” esclamò lui prima di salutare i ragazzini con un gesto.

“Buona fortuna, faremo il tifo per te!” gridarono loro, prima che Rufy e Aurora si confondessero tra i passanti.

  
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