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Autore: Madamedil    06/08/2019    1 recensioni
Otto mesi dopo le finali del 22nd Chojin Championship, le vite dei due più grandi combattenti della galassia non potevano essere più dissimili. La vittoria di uno e la sconfitta dell'altro avevano irrimediabilmente segnato il loro destino. Ma le sacre Parche, tessitrici delle vite degli uomini, faranno si che nella trama della stoffa si uniscano due fili che andranno a comporre un inaspettato ricamo (forse….).
Genere: Azione, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kevin Mask, Kid Muscle
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Kevin's P.O.V

Labbra spaccate dal caldo secco e pelle scottata dal sole già in prima mattinata. Niente di meglio per cominciare quel dannato incontro. Non che mi aspettassi qualcosa di diverso da quel ranch perso tra le rotolanti balle di salsola e tempeste di sabbia rossa. L'unica cosa che davvero riuscivo ad apprezzare di quel posto era la mandria di splendidi Mustang che Terryman allevava, per quanto quella veloce e libera razza di cavalli si potesse domare.

Respirai profondamente, mentre tendevo le corde del ring in un esercizio di stretching. Chiusi gli occhi, e cominciai a concentrarmi. Non sarebbe stato un incontro difficile, ma mai sottovalutare l'avversario, per quanto debole esso sia.

-Non sottovalutarlo, Kevin… perché noto qualcosa di strano in lui- mio padre, al mio angolo, riprese i miei pensieri. Chi l'avrebbe mai detto che l'uomo da cui ero sempre fuggito, un giorno diventasse il mio trainer. Difficile da ammettere, ma sentire la sua presenza alle mie spalle, andava ad accrescere la mia forza interiore , la stessa che Warsman mi aveva fatto scoprire.

Warsman…come un fantasma, appariva nei miei pensieri. Questo sarebbe stato il mio primo incontro senza di lui al mio angolo.

-Si…l'ho notato anche io- risposi guardando sottecchi il mio avversario all'angolo opposto. Terry the Kid sembrava essersi messo in forma in quegli otto mesi (fin troppo per il suo livello di Chojin), e il suo sguardo accigliato non prometteva altro che odio. 

Tanto meglio, non mi è mai piaciuto vincere facile.

-Continuo a non capire perché tu non abbia voluto indossare l'armatura- continuò il mio nuovo coach. Era rigido, marziale ma al contempo sicuro di raggiungere il nostro successo. Onestamente, anche se non l'avrebbe mai riconosciuto, era anche preoccupato.

Ero pur sempre suo figlio, che tra non meno di cinque minuti avrebbe combattuto all'ultimo sangue su di una pedana quadrata, per la gioia delle tasche dei Mac Mad, che seduti al loro tavolo sotto a un gazebo, a sorseggiare drink ghiacciati, freschi nei loro candidi kandora, gongolavano per tutta l'audience che avrebbero avuto, dato che non era stato il loro ultimo pensiero  pubblicizzare questa incresciosa circostanza. Si sa, intrighi e pettegolezzi fanno sempre gola al pubblico.

Angustie genitoriali a parte, entrambi eravamo consapevoli di essere lottatori, e la nostra vita non avrebbe avuto senso se privata di ciò che ci rendeva tali: il wrestling, di cui facevano parte anche quella serie di grotteschi combattimenti,  a cui un povero Chojin della Muscle League come me era costretto ad affrontare.

-Quella la conservo per le grandi occasioni, non la spreco per questi grezze usanze da retrogradi  sfaccendati- e anche fuori di testa, aggiunsi mentalmente. Parliamoci chiaro, io ero il princeps dei wrestler della Muscle League, come gli era saltato in mente a Terry di sfidarmi. Aveva forse intenzione di suicidarsi per il tradimento della sua donna? Ma andiamo… l'aria che tirava quel giorno, era che nessuno di loro poteva e voleva sopportarmi, cosa confermata dal fatto che tutti gli amichetti del cuore di Terry erano pronti a sostenerlo, uniti spiritualmente a lui nel tentativo di farmi fuori. Poveri idioti…

Avevo però indossato un elmo nuovo, del medesimo colore degli altri ma di una lega di ferro più leggera, ugualmente resistente . Inoltre, all'interno di questa avevo voluto fatto incidere in oro il motto della mia famiglia: “Luceo, non uro"*. Risplendo, non brucio; motto che i miei antenati avevano creato riferendosi sicuramente al Mealstrom Power.

                          -------

-39° C/102°F qui al Ranch di Terryman ad Amarillo, nel grande Stato della Stella Solitaria! Qui, Mac Metaphor-

-E io sono un sudatissimo Doc Nakano!- furono le introduzioni dei due immancabili commentatori di wrestling, i quali come i Mac Mad avevano il proprio tavolo coperto da un ulteriore gazebo allestito da Terryman, il quale , per gli spettatori, che consistevano nella New Generation e in quella buona parte della popolazione di Amarillo non impegnata nei pascoli del bestiame, aveva disposto delle panche di legno.

I maggiori esponenti delle League invece erano seduti su degli scranni, e coperti da un tendone provvisto di aria condizionata, comprato apposta per l'occasione, insieme ai palloncini, confetti e regalini acquistati da Natsuko nel caso si dovesse festeggiare la vittoria di suo figlio e del riconquistato onore. Anzi, ne era quasi certa (nonostante quel ragazzaccio di un inglese fosse, come al solito, il favorito) vedendo nel figlio una carica diversa…quasi inquietante.

In ogni caso, sarebbe stata pronta a fare il tifo per il suo bambino, e allo stesso modo avrebbero fatto i suoi amici che contavano su di lui. Terry avrebbe rotto le ossa a quel tracotante Sassenach, e gli avrebbe fatto capire quanto valesse la vera New Generation, diversamente da lui “redento". Tali premesse, confermavano dunque l'idea che si era fatto Kevin Mask su tutta quella storia. D'altro canto, Trixi se ne stava seduta lì sulla panca, in disparte con le sue amichette, senza quasi rendersi minimante conto di ciò che stava accadendo intorno a lei, come se lei non centrasse niente con la situazione.

-Pensi che questo sarà un “Mezzogiorno di Fuoco”, Doc?- chiese Mac al collega, citando il famoso cult western degli Anni Cinquanta.

-Direi che per il caldo che fa, e per il motivo della disfida tra i due Chojin, il ring si incendierà tra non molto!- constatò Nakano, aggiustandosi gli occhiali per scrutare meglio i due combattenti, intenti negli ultimi riscaldamenti.

-Ed ecco che la splendida Jacqueline Mac Mad fa il suo ingresso in scena!- 

La rossa Kinniku saltò le corde del ring, e mentre salutava i fan e conquistava il centro , fece un occhiolino malizioso a Kevin Mask, il quale non la degnò di uno sguardo, quasi preoccupato di dover restituire l'onore anche a quest'altra, con la quale c'era stato qualcosa di molto peggio che un paio di “Margarita”…

-Salve a tutti amici! Oggi siamo qui per rimediare a un torto subito con il più antico rimedio del mondo… un duello all'ultimo sangue!- disse entusiasta la rossa presentatrice.

-All'angolo nero, “perfetto come un angelo, spietato come un demone", Kevin Mask! – disse allungando il braccio verso il suddetto.

-Cosa ne pensi Doc del Team Mask?- chiese Mac, già intuendo la risposta.

-Sicuramente una sorprendente intesa tra padre e figlio, ripensando ai loro precedenti. L'esperienza di Robin Mask unita all’energia di Kevin, non saranno di certo un muro facile da scavalcare per Terry…anzi direi: Invalicabile!-

-All'angolo rosso, il cowboy che combatte per una contesa  passionale, Terry Kenyon!- disse indicando l'angolo opposto di Kevin Mask.

-Io vedo un Terry Kenyon pronto per la scalata Doc. Sembra essersi allenato molto in questi mesi- commentò Metaphor.

-Certo la forma fisica è impeccabile e di grinta ne ha da vendere, glielo si legge in faccia. Ma se vuole vincere dovrà usare la testa, soprattutto quella di Meat!-

-Io la tua testa Doc, la userei come palla la bowling tanto che è liscia- concluse Mac.

All'angolo rosso Meat stava dando gli ultimi consigli a Terry prima che cominciasse il match, o almeno ci provava. Terry sembrava essere fuori di sé, estraneo a tutto ciò che lo circondava.

-Mi stai ascoltando ragazzo?!- e Meat che pensava che Mantaro fosse il suo pupillo più problematico! Terry non le degnò neanche di uno sguardo o di un cenno di assenso, così come aveva fatto per tutto il tempo degli allenamenti. Qualcosa qui gli puzzava…e non erano i calzoncini di Kid, o l'alito di pesce di Wally Tusket, che in questo momento erano seduti uno accanto all'altro a scambiarsi le figurine dei Chojin. (Tentativo del dolce  Wally di sollevare Kid almeno per un po', che in quel giorno era più nervoso del solito).

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Kevin's P.O.V

-Un ultimo consiglio, padre?- dissi carico, volgendo lo sguardo verso di lui.

-In un combattimento non vince chi ne dà di più, ma chi ne prende meno…- rispose glaciale a braccia conserte.


 Pochi secondi dopo la campanella squillò e feci un bel respiro pronto per combattere.

Mi posizionai nello schema di difesa numero sette, con spalle e bacino morbidi pronti per la rotazione, cominciando a parare i potenti pugni di Terry che fendevano l'aria. Forti ma…imprecisi. 

I suoi amichetti del cuore dal basso cominciarono a incitarlo, urlando il suo nome e preso da un impeto di adrenalina, colorò la sua scarica di pugni con un backfist.

Parai e bloccai il suo braccio, poi ruotando lo portai dinanzi a me e eseguii una suplex tedesca.

Si rialzò velocemente -Mi sto solo riscaldando Kevin Mask!- disse assestandomi un calcio ad ascia sulla spalla, facendomi barcollare. A questo seguì un suo tentativo di calcio in pieno petto che io parai con un fluido movimento circolare degli avambracci, tipico degli stili interni delle Arti Marziali cinesi. 

Aggrottò le sopracciglia stupito, mentre io sogghignai. Gli ricordava qualcosa, certo che si, ovvero: tutte le lezioni alla Scuola di Ercole durante le quali sputava noccioline in testa a Kid Muscle, invece di seguire.

Attaccò ancora, cercando di afferrare la punta del mio elmo per eseguire sicuramente la sua tecnica di famiglia  speciale, la “Marchiatura del vitello", ma la sua agilità  venne meno.

Si, forse stavo cominciando a capire cosa avesse di strano…

Approfittai della sua perdita di equilibrio per colpirlo con una serie di gomitate sul cranio, che lo mandarono in ginocchio sul tappeto, ma in ogni caso non sembrava avere segni di stanchezza.

-Ti ricordavo più forte, Kenyon- provocai facendo un paio di passi indietro, mantenendo la guardia alta – prossimo schema, padre?- 

-Quello che preferisci- fu la risposta secca del mio angolo. Sogghignai e andai alla carica, massacrandolo di calci al viso, mentre i suoi amichetti continuavano a incitarlo costantemente.

Li ignorai, nella pura convinzione di aver trovato il suo punto debole. -Non mi fai nulla, Kevin Mask, i tuo colpi non mi hanno scalfito! Io mi sono allenato in questi mesi, non come te che ha dormito sugli allori della gloria pensando che nessuno potesse venire a scalfire il tuo bel titolo! Inoltre, hai disonorato il Chojin sbagliato…me la pagherai per questo! - urlò alzandosi e alzando la guardia.

-Ti sbagli, Texano.- risposi calmo e glaciale – Perché quando si arriva al top, o si continuano a scalare le stelle, o si cade giù  nel baratro dei perdenti.- dissi schivando la sua presa. – Ma questo non è un tuo problema, dato che dal fondo non sei mai risalito…- bloccai il suo contraccolpo con un calcio circolare che lo spinse verso il centro .  

Lo afferrai dalle spalle chiudendo le sue braccia in una morsa. -Presa della Scimmia con Salto mortale!-

-Cosa…?-


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-Se gli occhi non mi ingannano Doc, quella è personalissima Suplex di  Ramenman!- commentò Mac, unendosi allo stupore di tutti gli spettatori.

-Non ti sbagli Mac. Kevin Mask, per entrare ufficialmente nella Muscle  League ha dovuto affrontare lo stesso percorso di studi degli altri. Brillantemente aggiungerei, visto che lo ha terminato in meno di una settimana con ottimi risultati. Si dice che abbia combattuto e messo al tappeto tutti  gli addestratori della Vecchia Guardia- concluse Nakano, continuando a vedere la pioggia di colpi che i due atleti si stavano scambiando.

-Terry Kenyon sembra però non aver accusato nessuno colpo di quelli inferti da Kevin Mask, eppure non sembra che il Campione gli stia facendo le coccole!- replicò il collega.

-Forza figliolo!- esultò Natsuko. -Terry- riprese poi rivolta al marito – perché sei seduto lì con il broncio e non fai il tifo per tuo figlio?!- chiese stizzita.

Terryman aveva il suo cappello da Cowboy ben calato sulla fronte che alzò per rispondere alla moglie. – Perché qualcosa non va, e prego tutti gli spiriti di questa terra che non sia come penso- L'uomo, oltre a essere in principio in  disaccordo con il figlio sul combattere quell'incontro, sentiva che non tutto stava andando nel verso giusto, che qualcosa in Terry non andava.

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Kevin's P.O.V
-Sai cosa dice tuo padre di me…- continuai a stuzzicarlo nei suoi punti più deboli, mentre paravo i suo colpi. – “Robin, tuo figlio è un Mustang poderoso e incontenibile”– dissi mentre lo stringevo in una presa al collo di sottomissione a terra, facendolo andare su tutte le furie per quel complimento che il padre mi aveva riservato. Terry aveva sempre avuto quella gelosia morbosa verso suo padre, che lo rendeva così infantile e instabile.

-Terry, ti decidi a usare la tecnica di liberazione che ti ho insegnato, o aspetti di diventare blu come il Grande Puffo?!- urlò il piccolo Meat dal suo angolo, da cui si era sgolato per tutto l'incontro senza che Terry ascoltasse uno dei suoi consigli.

L'ultima ammonizione sembrò però risvegliarlo, tanto da riuscire a ricordargli come uscire da quella semplice presa, sgusciando via dalle mie gambe che gli stringevano la testa.

Subito si rialzò e prese aria boccheggiando e allontanandosi verso il suo angolo. – Ora ti decidi ad ascoltarmi per una buona volta Terry?! Hai voluto tu questo macello, cerchiamo di non uscirne morti- lo ammonì il suo coach.

-Pagherà per quello che ha fatto…- ansimò -e non diventerà mai il mio Capitano…- concluse mantenendosi alle corde e continuando a consultarsi con Meat.

“Ancora…” pensai sbuffando. Stavo cominciando a perdere la pazienza con quel tipo lì, e anche con il resto dei suoi amici che continuavano a esultare il suono nome. Ho capito la “Forza dell'amicizia", ma non è solo con quella che si vincono gli incontri, Kid Muscle ne era l'esempio vivente.

Ciò che distingue il vincitore dal perdente,  è l'uso del cervello e poi della forza bruta.

In quel momento ci trovavamo in una situazione di stallo. Combattevamo, ma nessuno dei due aveva la vinta sull'altro, sia perché su dieci colpi suoi ne andavano a segno due, imprecisi e poco efficaci, e sia perché, dovevo ammetterlo, non volevo fargli davvero del male, poiché già da solo se ne era fatto tanto a voler per forza combattere quell'incontro.

Il sole cominciò a scottare ancora di più e si piantò su alto nel cielo, segno che era quasi mezzogiorno. Sì, stavamo per entrare in un girone infernale. Avrei voluto terminare quell'incontro solo per gettarmi un secchio di acqua gelata addosso.

-Ci vorrà ancora molto, padre?- chiesi al mio trainer che per guardarmi mise una mano davanti agli occhi  per pararsi dal sole.

-Non molto- rispose -Ora sta parlando con Meat, ma non gli darà retta…- guardò la coppia avversaria all'angolo – Appena attacca, non muoverti- 

Non muovermi… mi fidavo e l'avrei fatto, sperando che a mio padre il sole non fosse andato alla testa.

Feci un grande respiro, poi vidi Terry balzare verso di me come un toro scatenato, ignorando le urla di Meat. In quei pochi secondi sentii i battiti del mio cuore esplodere nelle vene, ma resistei all'istinto di agire piantando i piedi a terra.

Mio padre aveva ragione, era finita. Tutta la foga che voleva riversare su di me andò a finire nel palo, confermando i sospetti di molti di noi.

-È finito dell'effetto degli steroidi, Terry Kenyon? – annunciò severo e irritato mio padre. -Guardati, non sei più padrone di te stesso! È questo che ti abbiamo insegnato alla Scuola di Ercole?!- 

Magari avesse fatto abuso solo di steroidi. Terry Kenyon si era fatto chissà quale cocktail di doping per arrivare al livello di perdere le sue funzioni cognitive…dannazione, poteva andare peggio di così quella sottospecie di incontro?

-Sei una vergogna Terry Kenyon- sibilò mio padre verso il suo allievo che si teneva forte la testa, come se volesse staccarsela.

-Meat… aiutami, maledizione!- urlò verso l'allenatore che rimase zitto nel suo angolo. Probabilmente lo aveva capito da prima anche lui, ma non aveva voluto crederci fino a quando non aveva avuto le prove lampanti. Ora, il texano invocava il suo aiuto, ma anche il piccoletto aveva un po' di amor proprio, che gli impediva di continuare a sostenere il suo protetto.

Aveva voluto vincere a tutti i costi…ma non è così che si vince.

-Rialzati amico mio!- gli urlò Dik Dik disperato , quasi volendo negare l'evidenza di quei fatti.

-Per ciò che hai fatto, è meglio se cominci a strisciare ora e poi per tutta la tua vita- dissi scostandomi da lui e incrociando le braccia disgustato. Non lo biasimavo, per nulla. Nella mia vita anche io avevo giocato sporco, alleato con personaggi della peggior specie, ma non mi  ero mai dopato, perché avevo sempre pensato che chi ricorresse a certi mezzi fosse nient'altro che un vile perdente, che non crede nelle proprie capacità e si sente meno di zero.

Guardai il pubblico, tutti tacevano, persino quella gallina di sua madre che fino ad allora era convinta della vittoria del figlio. Terryman invece era scuro in viso, tormentato da un senso di vergogna che gli stava divorando l'anima.

-Credo che l'incontro possa terminare qui, visto che Terry dovrà essere squalificato per questo…- annunciò Ramenman scendendo la proprio scranno e avvinandosi al tavolo di Ikemon, il quale non si era smosso per nulla, anzi, gongolava ancora di più per l'audience che avrebbe fatto quel colpo di scena.

-No Ramenman, questo tipo di incontro non può essere sospeso. L'articolo parla chiaro, finché nessuno dei due wrestler si arrende o viene sconfitto , l'incontro non può essere sospeso per nessun motivo- rispose glaciale lo stesso presidente Mac Mad. -Non appena scenderà di lì, sarà tutto vostro, ma fino a quando resteranno in piedi entrambi, nessuno può fermare tutto ciò-

-Ma è una follia!- sbraitò Buffaloman alzandosi di colpo e gettando all'aria il proprio scranno.

Una follia…una grandissima presa per il culo! Che cazzo di regole erano quelle, giacché ci siamo tiriamo fuori i coltelli e le pistole. Sbuffai, e guardai papà nella speranza (incredibile ma vero) che mi dicesse cosa fare. 

Mentre al tavolo della Campana continuavano a discutere, il mio avversario, che fino a quel momento non aveva percepito nessuno dei miei colpi, ora era a terra stremato a contorcersi in indicibili dolori alla testa, effetto collaterale di chissà cosa si era messo in corpo.

Mentre lo guardavo, mi scervellavo sul da farsi. Date le attuali condizioni, non avrei impiegato più di venti secondi, per metterlo definitivamente K.O, e la tentazione, lo ammetto, era molto forte e incitata dal tifo che facevano contro di me…

Ma non lo avrei fatto. 

Nella mia vita avevo preso una decisione: entrare nella Muscle League, e farne parte significava adattarsi alle loro regole e credere, o almeno sforzarmi di farlo, nei loro valori. Per me, farne parte, significava essere un uomo diverso, un uomo nuovo, distante da un'infanzia oscura e da un’adolescenza sediziosa.

-Io mi rifiuto di combattere con un avversario ridotto in queste condizioni- fu la mia risposta definitiva. Non sarei tornato a prevaricare sugli altri, a cercare di distruggere il mio prossimo approfittando delle sue debolezze. Soprattutto in un incontro del genere, figlio di un incoscienza scaturita da una rabbia eccessiva. No, io non ero più così. Non ero più un D.M.P. -Non sarebbe sportivo per entrambi- le Leggende annuirono.

-Non sarebbe cosa?!- urlò Ikemen allibito, troppo abituato a vedermi massacrare gli avversari. -Dimmi un po' Kevin Mask, hai forse preso un’insolazione a causa del ferro rovente che hai sulla testa?- 

-Ha capito bene, signor Mac Mad. Non combatterò- ripresi fermo incrociando le braccia al petto. Mi voltai verso mio padre, curioso di vedere la sua reazioni. Era impassibile,  nella mia stessa posizione a braccia conserte e mantenendo sempre il suo alto contegno. Non commentò, perché rispettava la mia decisione.
Ikemen continuò a sbraitarmi contro. Poteva urlare quanto voleva, tanto non mi sarei mosso. Non ero una marionetta, che si muoveva con i fili.

Terry intanto, ancora sofferente, cercava le corde per mettersi in piedi, dato che il conteggio dei dieci secondi era cominciato, per volere del Presidente Vance Mac Mad, il quale, contrariamente ai capricci del figlio, aveva intuito che quella storia doveva finire.
 
Sei…
Terry perse la presa sulla corda  e ricadde. Era pietoso, tanto che mi avvicinai a lui per aiutarlo,  come segno di pace, unicamente per allenarmi a essere un buon Capitano e per un’irreprensibile  spirito di Fair Play anglosassone, sottolineando ancora di più la spaccatura con il mio vecchio me.

-Forza, Kenyon.- dissi tirandolo su per le ascelle – finiamola qui- si irrigidì.

-Io non mi arrenderò mai contro uno come te, che non sarà mai uno dei nostri ma sempre e solo uno sporco D.M.P- e dopo queste parole non sentì altro che un freddo pungente all'altezza del fianco. Poi il calore del sangue che cominciava a colare…

Caddi in ginocchio, lottando tra l’incoscienza e una crescente scarica di adrenalina.
 
Nella mia testa, mentre prendevo i suoi colpi, mi vorticarono immagini varie, ricordi: Londra, le bande criminali, la pioggia…

                          -----------
Kid's P.O.V
-No!- urlai a squarciagola alzandomi di furia. -Basta!- scappai poi vicino al ring.

-Kid!- mi chiamò Meat ma io non ascoltai. Tutti erano sotto shock. Terry aveva pugnalato Kevin con un coltello che aveva nascosto addosso, e adesso che Kevin era a terra in ginocchio quasi privo di sensi, lo stava riempiendo di calci all'inguine e al volto.

Non era Terry, no…era completamente fuori di sé. E tutto questo era per colpa mia, solo per colpa mia. Cominciai a singhiozzare rumorosamente…

Flashback 
Era una sera tranquilla quella in cui i ragazzi vennero a bussare alla mia porta. Erano tornati da poco dal loro periodo di licenza, e adesso avrebbero dovuto riprendere gli allenamenti e tutte le loro attività di Chojin della League (cioè bighellonare e andare in cerca di fan con cui divertirsi). Anche io in realtà, ma non ne valeva tanto la pena…così come non valeva la pena di uscire insieme ai miei amici quella sera. 

Avrei di gran lunga preferito richiudergli la porta in faccia e andare a dormire, ma dato che Meat mi incitava ad uscire e i miei amici mi stavano letteralmente tirando fuori di casa, decisi di uscire con loro, ma di malavoglia e sbuffando.

Perché le persone non capiscono? Io volevo rimanere solo e non buttarmi nella chiassosa movida di Tokyo a far danno e chiasso insieme a loro, non mi andava…davvero.

-Muoviti Kid! Le ragazze ci aspettano!- gridò gioioso Terry in testa al gruppo di amici.

Si certo, le ragazze…ragazze…Trixi, e ricordai che pochi giorni prima l'avevo incontrata giù da Kevin Mask. Guardai Terry, ma rimasi in silenzio, sarebbe stato meglio non parlargliene e dimenticare. 

Decidemmo, anzi,  decisero senza interpellarmi, come sempre, di andare nel solito karaoke del quale eravamo clienti affezionati. 

-Dai Kid, stasera ci divertiremo!- disse Wally abbracciandomi da dietro. Quanto volevo bene a Wally…sorrisi piano, ma senza convinzione. Sorridere era così…strano, lontano dal mio stato d'animo.

Entrammo e  sedemmo sui divanetti disposti a cerchio. Nessuna delle ragazze mi rivolse la parola, gli  facevo schifo prima, figuriamoci ora. Se in passato mi stavano dietro, era solo perché ero un vincente, ma ora quali motivazioni potevano avere? Nessuna…

Dik Dik intonò un duetto con CheckMate, e quell’attività che prima mi divertiva tanto, adesso la trovavo ridicola e fastidiosa. Tutti ridevano, ma a me faceva venire il mal di testa. Incrociai gambe e braccia, guardando in terra, sperando che quella tortura finisse quanto prima, ma così non fu…

Dopo avermi stordito con le loro stonature, i miei amici ordinarono da bere e da stuzzicare qualcosa. Io non mangiai nulla, avevo troppa nausea e un continuo senso di malessere.

-Come stai Kid?- esordì Kiki seduta in braccio a Jaegar, una volta che non ebbero più argomenti da mettere in mezzo. Ma grazie per la considerazione…davvero, grazie mille.

“Come potrei stare secondo te, stronza?” avrei voluto risponderle, ma avrei rovinato la serata. -Bene.- risposi secco.

-Da quanto non ci vediamo?- chiese Trixi ridendo.

-Dall'altro giorno, sotto casa di Kevin Mask- risposi con noncuranza. La mia risposta creò un boato di assordante  silenzio, e in questo compresi la gravità delle mie parole. 

...si, ero un cretino. Non avrei dovuto parlargliene, e invece lo avevo fatto, d'istinto, senza riflettere. Ma che diavolo mi aveva preso? E menomale che dovevo dimenticarlo! Speravo che Terry non avesse capito, ma in realtà avevano già  cominciato a litigare.

Avevo fatto un mastodontico disastro. Cavolo, cavolo, cavolo. Nascosi il viso tra ginocchia e mi tappai le orecchie, i sensi di colpa mi bruciavano l'anima e le urla di Terry mi martellavano il cervello.

Volevo scomparire…

-Lo ammazzerò quel bastardo! Cosa pensa? Che avendo vinto tutto gli sia concesso? Si sbaglia!- urlò Terry dando un pugno nel muro, che si crepò.

-Her Kenyon ha ragione! Kevin Mask si sente Dio sceso in terra! Dagli una bella lezione Terry- lo incitò Jeagar.

-Signori, l'offesa è grave, ma non scaldiamoci così tanto. La situazione può risolversi in altro modo… Egli diventerà presto  il nostro Capitano…- CheckMate cercò di attenuare i bollenti spiriti dei due.

-Neanche per sogno!- Terry era davvero fuori di sé, non lo riconoscevo. Tutti sapevano quanto tenesse alla sua relazione con Trixi, che era scappata piangendo. Sicuramente Terry non avrebbe risolto la questione davanti a una tazza di thè.  -Pagherà per quello che ha fatto, gli strapperò l'onore così come lui ha fatto con me. Lo sfiderò a duello, è così che si risolvono le questioni dalle mie parti- pazzo, era completamente fuori di sé. Che speranze poteva avere contro Kevin, che neanche io, con l'Ultimate Muscle ero riuscito a vincere.

-Ja! Facciamogli capire che uno come lui, non potrà mai essere uno dei nostri…- 



Strinsi le dita nei palmi fino a sbiancarle e abbassai la testa. Non volevo vedere quell'incontro e il  bagno di sangue che era diventatato, dato che la ferità di Kevin sanguinava copiosamente sporcando il tappeto.

Io non avrei mai voluto una cosa del genere, nulla. Terry era mio amico…Kevin era un mio amico. Non volevo che si ammazzassero a vicenda, o che arrivassero al punto di barare in quel mondo come aveva fatto Terry, che alla fine aveva fatto più male a sé stesso che al sul nemico.

E tutti ciò che stava facendo era ingiustificabile…sbagliato! Alzai la testa e mi morsi un labbro. Tutti fino a quel momento erano stati dalla parte di Terry, ma ora era calato il silenzio, un silenzioso che io stesso avrei rotto.

-Forza Kevin!- urlai a pieni polmoni. Per quanto avesse potuto sbagliare nei confronti di Terry e per quanto fosse caliginoso , non meritava tutto questo astio, perché sotto la maschera c'era una celata bontà, una bontà che avevo conosciuto e che aveva dimostrato anche ora, quando tutti gli erano andati  contro.

E se nessuno lo sosteneva, lo avrei fatto io. In realtà però il mio tifo risultò quasi superfluo, perché Kevin  più colpi prendeva e più luce emanava il suo corpo. Nonostante ciò,  continuai a urlare forte il suo nome, ignorando il silenzio e l'orrore che aleggiavano nell'aria.

Kevin Mask alzò piano la testa, e con calma glaciale blocco il piede di Terry che stava per colpirlo ancora una volta. Si alzò con una forza sovraumana, risplendete di luce  come il figlio del sole che ora picchiava sulle nostre teste, e prendendolo per la caviglia lo lanciò brutalmente in aria, pronto per terminare nel modo in cui aveva fatto di tutto di evitare.

Come una visione mistica , con il pugnale da caccia ancora conficcato nelle carni, si scagliò contro Terry, lo afferrò saldamente, ed eseguì, fatale, la sua tecnica di chiusura: “Colpo del Big Ben”.
Una volta a terra, Kevin lasciò Terry stramazzato al suolo con la faccia rivolta verso il tappeto. Si alzò, ancora luminoso, incurante del dolore, per poi afferrare il suo avversario per i capelli. Ebbi paura per Terry, speravo che non facesse la fine di Turbinsky, che Kevin non scatenasse la sua ira cieca e tremenda. Tirando la ciocca di capelli l'inglese lo porto al livello della sua faccia e gli gridò, come un animale che impone la sua forza - I'M YOUR CAPTAIN!- chiaro e inequivocabile. Lasciò la testa di Terry sbattendola al tappero.
Oltre al conteggio, non si udì più nulla. Era finita, stavolta davvero…

La figura di Kevin cominciò a ritornare normale, e affannando, ma a testa alta, si avvicinò verso le corde. Non appena la campana rintoccò i tre colpi che segnavano la fine dell'incontro decretando la vittoria di Kevin, Robin Mask si fiondò sul ring in soccorso del figlio,  mentre i paramedici cominciavano ad occuparsi di Terry.

Entrambi erano ridotti male, e non sapevo a chi dei due avvicinarmi. Temevo per le loro vite, e per il loro futuro. Mi sentivo afflitto…pensavo che entrambi mi odiassero.  

-Padre, vi prego …toglietemelo…- udendo la sua voce flebile, mi voltai verso Kevin Mask assistendo a una scena che non dimenticherò mai. 

Robin Mask mise la mano sul pugnale che trafiggeva il figlio, ma tremava. Non l’avevo mai visto così atterrito. Non aveva il coraggio di estrarre il pugnale dal ventre del figlio, e Kevin accorgendosi di ciò,  posò la sua mano su quella del padre stringendola e tirandoselo via lui stesso con le ultime forze, per poi accasciarsi tra le braccia di suo padre spuntando un conato di sangue…


Era tutta colpa mia!





*motto della famiglia Mackenzie della saga “Outlander" di Diana Gabaldon.
   
 
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