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Autore: Retsuko    09/08/2019    2 recensioni
Il futuro è inevitabile e riserva cambiamenti che non sempre si possono affrontare da soli.
A Kaede Rukawa la parola “insieme” fa paura, ma quando la sua perfetta routine fatta di solitudine, basket e pisolini si spezza, è costretto a ricercare un nuovo equilibrio e a fare i conti con ciò che prova per Hanamichi Sakuragi.
Un anno di vita di un gruppo di ragazzi.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Ayako, Hanamichi Sakuragi, Hiroaki Koshino, Kaede Rukawa
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I'm gonna pick up the pieces

And build a Lego house

When things go wrong we can knock it down

Lego House , Ed Sheeran

 



Abituato alle linee nette che delimitavano il terreno di gioco Kaede Rukawa aveva imparato a ragionare in termini contrapposti 2 punti/3 punti, dentro/fuori, vincere/perdere, io/gli altri e così via.

Quando si trattava della Scimmia, però, ogni forma di analisi lineare andava a farsi friggere. 

Si era lambiccato il cervello per settimane prima di arrendersi: non riusciva a definire il momento esatto in cui i suoi sentimenti verso la testa rossa erano cambiati, ed era propio l’ impossibilità di tracciare un confine fra il prima e il dopo a turbarlo, non tanto l’idea di desiderare un maschio. Era consapevole di essere attratto dai ragazzi già alle scuole medie, questo non significava che si sentisse sereno, anzi era ben lontano dal sentirsi pienamente a proprio agio, ma perlomeno si risparmiava l’ inutile fatica di uscire con gli essere umani di sesso femminile. 

Provare attrazione per Sakuragi però era tutto un’altro paio di maniche, perché Sakuragi sapeva distruggere le sue strategie mentali con la stessa facilità di un bambino che abbatte una torre di mattoncini giocattolo e Rukawa poteva soltanto restare a guardare quei rettangoli di plastica sparsi sul pavimento, i resti della sua bellissima costruzione che aveva cercato di recuperare, scoprendo con disappunto che i pezzi non si incastravano più. Ogni frammento della quotidianità con Sakuragi era un pezzo fallato che non combaciava con nessun altro. La prima volta che si erano incontrati, la prima volta che si era sentito orgoglioso di lui, la prima volta che aveva provato fiducia nei suoi confronti, la prima volta che si era eccitato pensando a lui. Tutti pezzi inutilizzabili lasciati a terra in una confusione di colori. 

Poi, un giorno di settembre, Kaede guardò dentro di sé, vide i mattoncini ammonticchiati in un angolo e decise di lasciar perdere. Forse non erano i pezzi ad essere sbagliati, forse semplicemente doveva smettere di innalzare torri, muri e confini, prendersi una pausa, e immaginare nuove costruzioni. 

 

Chiaramente Kaede fu in grado di rielaborare questa riflessione soltanto diverso tempo dopo.

 

Al momento sapeva solo che da bambino i Lego erano il suo giocattolo preferito e che concentrarsi sul presente invece che sugli eventi passati o sulle ipotesi future, lo faceva sentire un po’ meglio.

Peccato che il presente si fosse trasformato in una noia mortale, il tempo era rallentato senza nessun preavviso e settembre si dilatò davanti a lui in un lento stillicidio di monotonia.

Rientrato a scuola dopo il ritiro della Nazionale Juniores scoprì, non solo che la Akagi era stata precettata da Ayako come nuova manager, ma che prima di ogni allenamento lei leggeva alla squadra l’ultima lettera arrivatale da Sakuragi. Ora - tralasciando il fatto che con questa mossa Ayako aveva rischiato di finire dritta dritta nella lista dei suoi nemici - Rukawa non aveva nessunissima intenzione di sorbirsi certe cazzate, cosa che aveva chiarito apertamente fin da subito, e soprattutto reputava la voce di “Harukina cara” disgustosamente mielosa, cosa che invece decise prudentemente di omettere.

Fortunatamente si trattava di una sorta di ritrovo informale e facoltativo, perciò Rukawa, dopo avervi preso parte il primo giorno, aspettava negli spogliatoi che quella pantomima finisse. Nemmeno Mitsui sembrava apprezzarla, anche se a dire la verità Mitsui in quel periodo non apprezzava praticamente niente. L’abbandono di Akagi e Kugure era stato un duro colpo per lui e il tiratore da tre punti reagì immusonendosi, raggiungendo dei picchi di antipatia che persino la scala di valutazione di Rukawa registrò come eccessivi. Preoccupato che il malessere di Mitsui dilagasse fra i compagni, Miyagi si stava dando da fare per mantenere alto il morale, sperimentando, allenamento dopo allenamento, il significato dell’essere capitano. Intimamente Kaede apprezzava gli sforzi del playmaker, si rendeva conto che ereditare il ruolo di capitano da uno come Akagi era un compito difficile, perciò, quando aveva beccato Miyagi sul tetto a leggere un libro intitolato “Le condizioni del vero leader”, aveva deciso di dimostragli tutto il suo sostegno evitando di prenderlo per il culo. 

 

Tanto per dare una misura del tedio che regnava nella vita di Rukawa si potrebbe dire che l’incontro con Miyagi sul tetto fosse l’unico evento di nota delle prime due settimane di quell’infinito settembre. Un sera, sdraiato al buio sul letto, si ritrovò a domandarsi se la sua quotidianità fosse sempre stata così ripetitiva e se esistesse un modo per uscire da quella sabbie mobili in cui si era impantanato. 

Continuò a domandarselo ripetutamente finche non percepì di aver perso il controllo dei suoi pensieri, stava per addormentarsi e allora vide Atreiu che attraversava la Palude della Tristezza con il suo destriero Artax … il Nulla avanzava e il cavallo perdeva la speranza… nonostante gli sforzi di Atreiu, Artax continuava a scivolare verso il basso…sprofondava…e Kaede piangeva, perché Kaede aveva sempre pianto guardando quella scena del film e Sakuragi non lo dovrà mai sapere … mai … ah-ha-ha-ha-ha never ending story, ah-ha-ha-ha-ha…

Il giorno dopo Kaede non riusciva a togliersi dalla mente la canzone del film “La storia infinita”, ma non ricordava il motivo e finì per innervosirsi ulteriormente. Con la testa rigorosamente appoggiata sul banco, sfruttò la doppia ora di storia per riflettere e quando suonò la campanella del pranzo aveva trovato la soluzione a quel vuoto: riempirlo con qualcosa che lo facesse sentire davvero vivo e Kaede conosceva un solo modo per sentirsi vivo. 


Decise che nel pomeriggio la scuola poteva fare a meno della sua presenza. 

Lui doveva prendere un treno.

 

«Scusami Rukawa, oggi niente one-on-one, devo studiare.»

«Potresti ripetere, per favore?»

«Devo studiare.»

«Guarda che avevo capito benissimo.»

«Allora perché mi hai chiesto di ripeterlo?»

«È un modo di dire, imbecille! Indica stupore!» disse esasperato Rukawa.

«Senti, io sono venuto fin qui da Enoshima, quindi ora tu devi giocare con me» spiegò sottolineando il concetto indicando con l’indice un attonito Akira Sendoh.

Il capitano del Ryonan rimase in silenzio a lungo, perplesso.

Per quanto potesse somigliargli incredibilmente quel ragazzino isterico non poteva davvero essere Kaede Rukawa. 

«Non posso giocare a basket con te» disse indicando a sua volta Rukawa «Io» e spostò il dito verso il proprio petto «Devo studiare» concluse lentamente sollevando la cartella per sventolarla in faccia al giocatore dello Shohoku.

Pochi istanti dopo Sendoh si pentì di averlo fatto, in parte perché quella conversazione assurda stava attirando l’attenzione di mezzo Ryonan, in parte perché Rukawa sembrava sul punto di esplodere e fracassarlo di botte. Con estrema cautela spinse leggermente Rukawa per incoraggiarlo a muoversi, si allontanarono dal piazzale della scuola alla ricerca di un luogo meno affollato. 

«Mi dispiace, ma è importante che recuperi un paio di materie altrimenti finisce che mi buttano fuori dal club di basket» ammise mestamente dopo essersi fermato a lato di una stradina poco battuta che conduceva agli alloggi degli studenti.

«Nessuno ti butterà fuori da niente, la tua squadra di merda non andrebbe da nessuna parte senza di te, lo sai. Allora?»

«Aspetta un attimo, sto cercando di capire se debba sentirmi lusingato oppure offeso» sbottò Sendoh. 

«Sentiti un pò come cazzo ti pare» lo liquidò l’altro con una scrollata di spalle «Basta che ti decidi ad accettare.»

Akira Sendoh sospirò e face una pausa per trovare le parole più adatte; era già abbastanza difficile doversi costringere a studiare senza la sua l’insistenza, voleva toglierselo di torno al più presto. Si strofinò il viso con una mano, sperando stupidamente che quel gesto bastasse a far sparire il suo avversario, ma lui era ancora lì, braccia incrociate al petto e sguardo torvo, implacabile nella sua  gelida bellezza. 

«Chiedi a Mitsui» buttò lì.

«No, è intrattabile in questo periodo.»

«Oh povero te. Mi dispiace tantissimo, non posso proprio immaginare cosa si provi a interagire con gli intrattabili» disse Sendoh fingendo un sarcastico stupore «prova con Kyota» azzardò poi.

«La scimmia urlatrice del Kainan? Neanche per sogno.»

«Dovresti aver sviluppato una certa dimestichezza con le scimmie urlatrici, insomma, Sakuragi…»

 

A quel punto accade qualcosa di estremamente bizzarro: Akira ebbe l’ impressione di essere stato catapultato all’interno di un’anime, la terrà tremava, il cielo si era annuvolato all’improvviso e Kaede, suo acerrimo nemico dagli occhi blu dardeggianti, avanzava verso di lui circondato da fulmini. 

 

«Lascia fuori il Do’aho da questa faccenda» sibilò  

 

Nel frattempo Sendoh riusciva solo a pensare a Goku che si trasforma per la prima volta in Super Sayan, provando una profonda empatia nei confronti di Freezer perché sicuramente doveva essersi sentito esattamente come si stava sentendo lui in quel momento, atterrito e impotente.

Lui però non era Freezer e aveva un modo completamente diverso di affrontare la minaccia del nemico.

 

Akira Sendoh sorrise.

 

«Ti manca il tuo Do’aho, vero?»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

  • credo sia risaputo, comunque Inoue ha realizzato sulle lavagne di un liceo giapponese il una serie di tavole che raffigurano brevi frammenti della vita dei personaggi, “Slam Dunk 10 giorni dopo”. Miyagi è rappresentato sul tetto a leggere un libro intitolato “Le condizioni del vero leader” 
  • il sogno di Rukawa sulle Paludi della tristezza è tipo un postumo da sbronza: ancora non mi è passato l’hangover da “Stranger Things 3” 
  • la lista dei nemici è un omaggio a Sheldon Cooper, ma forse ognuno di noi intimamente ne ha una. Credo che l’ombra di Sheldon tornerà nel corso della fiction
  • Pignoleria estrema: l’episodio dello scontro su Namecc fra Goku e Freezer era già andato in onda nel 1992 in Giappone. E Sendoh, Dragon Ball lo guarda, senza alcun dubbio. 

 

Grazie a Cathy Black e Ste_exLagu  per la recensione del 1°capitolo e a tutte le altre persone che lo hanno letto.

A presto  

  
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