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Autore: LadyGwen92    09/08/2019    1 recensioni
Ora Sakura sapeva perché Tsunade non voleva una vergine in questa missione. Le cose potrebbero sfuggire di mano…e forse bisognava andare fino in fondo…
Sakura non era mai stata così felice di sentire che Kakashi la stava accompagnando,anche se non le sarebbe dispiaciuto farsi accompagnare dalla maggior parte della popolazione maschile di Konoha.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Bene, ecco un uomo buono e una ragazza carina,
 
Cercano l’armonia insieme in qualche modo…
 
 
Quando Ayume, la cugina di Sakura veniva a trovarla, rimaneva quasi sempre a dormire nella sua stanza, poiché non c’era posto per lei da nessun’altra parte. E poiché Ayume era più grande, spesso andava a dormire  molto tardi. Prometteva sempre di non fare rumore quando tornava, ma inevitabilmente finiva per sbattere contro almeno tre pareti e l’aspirapolvere prima di arrivare a letto.
 
Certo, sua cugina Ayume non era un ninja.
 
Ma Kakashi lo era. E quando le aveva detto “Cercherò di non svegliarti”, intendeva sul serio.
 
 
Sakura stava rotolando sotto le lenzuola da almeno un’ora da quando aveva spento le luci, incapace di addormentarsi, si chiedeva  pigramente quando Kakashi avrebbe deciso di salire  in camera. Era profondamente inquietate quanto si sentiva strana in quel momento, come sua madre che aspettava suo padre nelle  notti in cui lui era fuori dal pub a divertirsi con i suoi amici.
Ma era sicura che ormai il bar fosse chiuso. Quindi dov’era?
 
Si spostò su un fianco e sbirciò attraverso la stanza buia il futon vuoto sul pavimento. Si chiese se a Kakashi sarebbe stato turbato del fatto che  fosse impossessata del letto senza chiedere. Ma anche se lo fosse stato, nessuna forza in paradiso o all’inferno le avrebbe fatto cambiare idea.
 
 Emise un altro sospiro impaziente  quando si rigirò sul lato più freddo del letto. Non riusciva a trovare una posizione comoda in nessun modo. Ogni volta che chiudeva gli occhi, pensava a Kakashi. Ogni volta che apriva gli occhi, pensava a Kakashi. Non riusciva a togliere dalla mente la sensazione di quelle labbra sul suo pollice, e si ritrovò ad analizzare il ricordo in ogni minimo dettaglio, come se la sua testa riproducesse lo stesso nastro da ore, riavvolgendolo e riguardandolo da capo ogni volta che finiva.
 
Forse ci stava rimuginando troppo. Forse il latte gli piaceva più di quanto gli piacesse ammettere e non poteva resistere a quella gustosa goccia che gli era sfuggita.
Razionalizzando l’accaduto, Sakura non trovava differenze tra il modo in cui le aveva succhiato il pollice quella sera da come lo aveva succhiato tempo fa per assaggiare la salsa mitarashi dal suo dango. Un’ azione rapida, disinvolta e distratta- niente di più, niente di meno.
 
Se non doveva pensarci razionalmente, era la cosa più erotica che qualcuno le avesse mai fatto.
 
Certo, la sua esperienza complessiva era spaventosamente limitata in questo settore, ma non era abbastanza ingenua da non accorgersi come l’aveva guardata, anche se non era ancora sicura di cosa potesse significare. Quello sguardo avrebbe potuto implicare qualsiasi cosa. Magari era un innocente “ Cosa stai guardando?” . Oppure avrebbe potuto essere “ Sì, ho appena fatto sesso orale con il tuo pollice. Che ne dici?”
 
Lei si era sempre chiesta che tipo di pensieri passassero nelle teste degli uomini- in fondo lavorava spesso fianco a fianco con loro e peraltro la sua professione era dominata dal genere maschile. Immaginava che gli unici pensieri nella testa di Naruto erano qualcosa del tipo: ramen-ramen-ramen-ragazze-ramen-ramen-Sasuke-ramen.
 
La testa di Sasuke probabilmente era la dimora di pensieri malsani, vendette, lotte per il potere e prodotti per la cura dei capelli.
 
Ma se le fosse stato concesso di dare un’occhiata ai pensieri del famigerato copy-ninja, non poteva essere sicura di cosa ci avrebbe trovato. A volte l’uomo sembrava così svogliato e pigro che potevi quasi sentire il vento fischiare attraverso la caverna vuota che occupava lo spazio tra le sue orecchie. Poi avrebbe detto o fatto qualcosa di così incredibilmente profondo che avresti capito che quell’uomo aveva più strati addosso di quanto potevi immaginare.
 
Quindi avrebbe fatto qualcosa di così follemente stupido  da farti rivalutare il pensiero precedente.
 
 
Riusciva a confonderla, sempre. L’aveva confusa fin dal primo momento in cui l’aveva incontrato, e non in senso positivo. Ino le aveva detto che gli uomini enigmatici erano sempre quelli più interessanti, ma Sakura non trovava Kakashi enigmatico. Solo fastidioso e ambiguo. Soprattutto adesso, quando aveva bisogno di capirlo più che in qualsiasi altro momento della sua vita.
 
Rotolò dall’altro lato, cambiando nuovamente posizione sul letto e lanciò al futon l’ennesimo sguardo distratto.
 
Questa volta l’insufficienza cardiaca minacciò pericolosamente il suo cuore già provato, quando vide una forma non ben definita sotto la coperta.
 
Da quanto tempo era lì? Come mai non lo aveva sentito entrare? Stava già dormendo?
 
Cavoli…intendeva sul serio quando le aveva detto che avrebbe cercato di non svegliarla…
 
Sakura iniziò a rilassarsi, si sentiva al sicuro ora che sapeva che il suo compagno di squadra non era stato attaccato dai ninja di Matsura mentre lei non era con lui per tenerlo d’occhio.
Diede un sonoro sbadiglio e si sistemò le lenzuola, tirandole fino al mento.
 
Davvero, probabilmente si stava solo immaginando tutto. Era meglio non parlarne e fingere che non fosse mai successo. Come il modo in cui l’aveva toccata nella foresta, o il modo in cui l’aveva baciata nella galleria.
 
Fai solo finta che non sia successo.
 
 
Non riusciva a capire da quanto tempo si era addormentata, ma sembrava che qualcuno stesse facendo di tutto per svegliarla, proprio quando aveva trovato conforto per la sua testa così terribilmente affollata.  Kakashi era sopra di lei con la maschera abbassata sul mento. “ Sakura, svegliati” le stava sussurrando.
 
“ Che cosa?” rispose lei con rabbia. “Che cosa vuoi?”
 
“ Ho bisogno di te.”
 
E in un attimo la stava baciando, profondamente e avidamente. Sakura sospirò di gioia, avvolgendogli le braccia intorno al collo mentre lui si spostava su di lei. Non fece alcun tentativo per impedirgli di togliersi i vestiti e sistemarsi tra le sue gambe. Non si è nemmeno lamentata quando non ha chiesto il permesso prima di entrare in lei.
 
Ma stava cominciando a contestare il fatto che stesse iniziando a ingrassare. La sua barba si stava mettendo in mezzo, grattandole la gola, e le sue mani si muovevano un po’ troppo bruscamente per essere consolatorie.
 
“ No” cominciò lei, accigliata. “ No- vattene. Non mi piace.”
 
Si sentiva mezza addormentata e i suoi tentativi di allontanarlo erano pietosamente deboli e futili. Non sentiva dolore, ma sapeva che faceva male. La sue pelle formicolava per la paura e panico crescente mentre iniziava a rendersi di quanto fosse indifesa. “ Scendi” Per favore, scendi! Per favore, smettila!”
 
Adesso sentiva il suo peso schiacciarla, spremendo l’aria nei polmoni e facendola respirare affannosamente. Vili grugniti e gemiti echegggiarono nella sue orecchie e il suo intero corpo barcollò ad ogni movimento. In quell’istante si sentì morire e singhiozzi soffocati le sfuggirono de liberamente dalla gola mentre continuava a colpire inutilmente l’enorme uomo sopra di lei.
 
“ Smettila!” implorò. “ Smettila, per favore! Kakashi! Voglio Kakashi-sensei! Per favore,aiutami! Mamma! Mamma!”
 
“ Sakura.”
 
“ Vattene! Per favore!
 
“ Sakura.”


 
L’uomo sopra di lei le stringeva forte la spalla. Sakura provò a togliere via il braccio e la pressione sembrò affievolirsi per un momento, solo per tornare, più forte su entrambe le braccia. La  stava scuotendo.
 
“ Sakura, devi svegliarti.”


Era la voce di Kakashi. Lui era lì. Lo aveva chiamato e lui era venuto. Sakura smise di combattere e si rilassò.
 
L’immagine dell’uomo iniziò a sbiadirsi. La figura orribile sopra di lei si sciolse, svuotandosi attraverso i buchi della realtà  che si aprivano nella sua visione confusa. L’unica sensazione che non svanì fu la presa d’acciaio sulle sue braccia. Si rese conto di essere ancora a letto, completamente vestita, anche se le lenzuola erano attorcigliate goffamente attorno alle sue caviglie e i suoi pantaloni erano da qualche parte sul pavimento, lasciandola incredibilmente esposta con le sue mutandine.
 
Ci fu un tuffo nel materasso quando Kakashi si sedette al suo fianco. Era lui a tenerle le braccia così strette. Sakura lo guardò con apprensione, dolorosamente consapevole che le sue guance erano fredde e bagnate.
 
Per un momento, pensò di non potersi fidare di quest’uomo.
 
Ma lei conosceva i genjutsu. Sapeva la differenza tra realtà e illusione, e questo Kakashi era perfettamente reale. Non l’avrebbe mai ferita.
 
Nel momento in cui la sua presa si allentò sulle braccia, Sakura si mise a sedere e si gettò nel suo petto con un suono strozzato. Strinse le braccia attorno al suo collo con la chiara intenzione di non lasciarlo andare e premette il viso caldo sulla sua spalla.  Era consapevole che stava depositando una quantità industriale di moccoli e lacrime sulla sua camicia, ma in quel momento non le importò. Scossa da singhiozzi silenziosi, si aggrappò  a lui così forte che le facevano male le braccia.
 
Kakashi sembrava stordito. Sentì la sua mano toccarla leggermente, quasi incerta contro la sua schiena alcune volte prima che finalmente si stabilisse lì. Non le sussurrò nessuna assurdità confortante nell’orecchio,né provò a tirarla su di morale in nessun altro modo. Semplicemente la lasciò prendere ciò di cui aveva bisogno senza interferire. Stava aspettando che lei risolvesse il problema da sola.
 
“ Mi dispiace” balbettò contro la sua spalla, detestandosi completamente. “ La tua maglietta adesso è tutta stropicciata e disgustosa.”
 
“ Non importa”, disse in tono piatto.
 
Sakura tremò miseramente, cercando di contenere tutte le sue emozioni dentro di sé. Ma erano fuori del suo controllo. Era come costruire un muro di ramoscelli nel tentativo di trattenere uno tsunami.
 
“ Regola v-venticinque”, piagnucolò. “ Uno shinobi deve mantenere le emozioni per-sé.”
 
“ Per ora sei fuori servizio.”
 
“ Regola quattro…uno shinobi non è mai fuori servizio.”
 
“ Fanculo le regole, Sakura”, disse bruscamente.
 
La sua affermazione la colse di sorpresa e si ritrovò a singhiozzare di nuovo contro la sua spalla.
 
Continuò un po’ più calmo. “ Puoi dirmelo, Sakura,” disse gentilmente. “ Il mio pensiero su di te non cambierà.”
 
Quelle parole  furono la sua rovina. L’onda anomala frantumò il muro di ramoscelli e tutte le emozioni che aveva cercato di tenere a bada ribollirono dentro di lei. Dondolò contro di lui e singhiozzò liberamente contro la sua spalla. Le parole le caddero dalle labbra in un groviglio, cadendo l’una sull’altra e correndo insieme mentre lei iniziava a raccontargli tutto.
 
Gli disse di quanto fosse terrorizzata con Matsura. Come era stata costretta a massaggiargli i piedi e a togliergli i pantaloni. Di come aveva dovuto accarezzare il suo cazzo e trovare il coraggio di metterlo in bocca. Gli disse persino del modo in cui aveva stretto troppo forte il suo seno e di come aveva rotto qualcosa quando le aveva infilato le dita dentro.
 
Non era tutto comprensibile , persino alle orecchie di Sakura. Dubitava che Kakashi ne avesse capito anche solo la metà. Tuttavia ascoltò senza commentare e la lasciò tirare fuori tutto finché non rimase più nulla. Non sogghignò della sua ingenuità come avrebbe fatto Sasuke. E non giurò vendetta scappando, come faceva di solito Naruto.
 
Lui l’aveva capita.
 
“ Mi dispiace”, soffocò, con la voce rotta da un pezzo. “ Ci ho provato. Ci ho davvero provato, e mi dispiace tanto. Non sono riuscita a gestirlo. Non avrei mai dovuto accettare!”
 
“ Hai fatto del tuo meglio. Non hai fallito affatto.”
 
Sakura annusò forte. “ Se non avessi avuto la droga con me- se l’avessi lavata via- sarei stata violentata !”
 
“ Ma non è successo,” disse Kakashi in modo uniforme, mantenendo quel livello di calma necessario di cui lei aveva bisogno per ancorarsi. “ Ha funzionato e stai bene. Adesso sei completamente al sicuro. È tutto finito.”
 
“ Lo so” piagnucolò. “Ma fa ancora male.”
 
“ Questo è solo a causa dell’incubo,” disse. “ Sarà più facile quando passerà un po’ di tempo.”
 
“ Veramente?” Dio, se si sentiva patetica.
 
“È proprio come una cicatrice,” le disse. “ Il dolore svanirà, ma il ricordo rimarrà. È una brutta esperienza, una che non avresti dovuto provare così presto.”
 
Sakura si tirò indietro, allentando le braccia intorno al collo. Annuì comprensiva, tenendo il viso rivolto verso il basso. “ Grazie, Kakashi- sensei.”
 
La sua mano le toccò la parte superiore della testa, come se stesse per arruffarle i capelli come faceva sempre per tirarla su di morale e/ o prenderla in giro. Solo che questa volta, le sue dita si posarono sulle sue ciocche arruffate, accarezzandola, mentre il suo pollice le sistemava la frangetta dietro l’orecchio. Sentì il calore del suo palmo tra i capelli e si sporse inconsciamente nel suo tocco.
 
 
Lui lasciò cadere prontamente la mano. “ Stai bene”, disse, come un dottore che sta facendo una diagnosi. “ Ma dovresti cercare di dormire un po’ “.  “ Domani ci attende un viaggio piuttosto lungo e ti voglio fresca e pronta.”


In risposta lei annuì cupamente.
 
“ Brava ragazza” mormorò, dandogli una pacca su una mano con il pugno mentre si alzava.
 
Ma le dita di Sakura gli afferrarono la manica. Si fermò, mezzo raddrizzato, guardando prima le sue dita e poi il suo viso rivolto verso il basso. La sua domanda era silenziosa, ma chiaramente udibile.
 
“ Per favore,rimani,” disse lei con voce bassa.
 
Kakashi non  disse nulla, e dopo un momento si lasciò ricadere sul bordo del materasso. “ Cosa c’è che non va?”
 
Fece scivolare le dita dal morbido tessuto della manica, fissando forzatamente il letto. “ Non voglio che mi lasci di nuovo sola.”


“ Ma sarò proprio laggiù.”
 
“ Non potresti dormire qui? Chiese lei, spostandosi immediatamente dall’altra parte del letto per fargli spazio. “ Per favore…? È stupido, lo so, ma…mi sentirei meglio se tu fossi accanto a me.”


Le diede un lungo sguardo duro. “ Pensavo che l’idea di un altro uomo nel tuo letto ti avrebbe messo più a disagio,” sottolineò.
 
Anche lei avrebbe pensato la stessa cosa, ma non riusciva a spiegarlo. La presenza di Kakashi spazzava via quella di Matsura. Quando l’aveva baciata nella galleria, inconsapevolmente aveva aggiustato qualcosa che era stato rotto. E ora, quasi desiderava di poterlo baciare di nuovo, solo per sentirsi di nuovo bene. “ Mi sentirei più al sicuro”, iniziò onestamente, “ perché sei tu.”
 
Il deliberato silenzio di Kakashi era quasi insopportabile. Si chiese se avesse superato una di quelle linee forti e invisibili che definivano da sempre il loro rapporto. Era il suo superiore su molti, molti livelli.
Ma poi sospirò forte e scrollò le spalle. “ Ah…beh, chi sono io per rifiutare un letto comodo? “ disse piacevolmente. Tirò indietro le coperte e si infilò accanto a lei. Si tirò un cuscino sotto la testa e incrociò le mani sul petto.
 
 
Sakura sapeva che non si sarebbe mosso da quella posizione fino al momento di alzarsi. Kakashi sembrava un morto quando dormiva. Ai vecchi tempi era stato una fonte di grande ilarità per i membri della squadra sette, quando erano stati in grado di manipolargli le braccia e le gambe in qualsiasi posizione desiderassero alla luce del falò morente. Con il senno di poi, aveva capito che sicuramente in quelle occasioni era stato sveglio per tutto il tempo, facendo divertire i suoi tre pupilli. ( O meglio, solo lei e Naruto. Sasuke si univa di rado, a meno che non fosse in vena. “ Fagli toccare il naso”, era il suo consiglio preferito).
 
Tuttavia, il copy-ninja dormiva immobile. Non si rigirò mai,né si voltò e lei era abbastanza fiduciosa che non si sarebbe svegliata nel bel mezzo della notte per trovarsi inconsapevolmente avvinghiata con il suo vecchio insegnante. ( L’ultima persona a farle questo era stata Naruto, approfittando dei sacchi a pelo molto vicini. Si era svegliato con una costola rotta.)
 
Anche se…non le sarebbe davvero dispiaciuto.
 
Non se fosse Kakashi.
 
Avvicinandosi un po’ di più, Sakura era vagamente consapevole che si trattava di un accordo piuttosto indecente. Indossava solo le mutandine e la maglietta verde. Ma perché preoccuparsi adesso? Probabilmente aveva già fatto bella mostra di una considerevole quantità di coscia quando gli aveva gettato le braccia al collo, per non parlare dell’occhiata alla sua biancheria intima, che era di un imbarazzante rosa e frufru. L’aveva vista? Gli piaceva quello che aveva visto? Gliene importava?
 
Avrebbe davvero dovuto smettere di pensare a queste cose…
 
Rotolandosi, si voltò verso di lui, fissando la sagoma del suo profilo mascherato illuminato dalla luce lunare che filtrava dalla finestra. Sospirò profondamente , abbastanza vicino da poter sentire il suo calore e respirare il suo profumo.
 
“ Kakashi-sensei…?”
 
“Mm?”
“ Perché odori di fragole?”
 
“…è facile confondere i saponi in uno stabilimento balneare unisex…”
 
“ Scusa probabile.” Mormorò.
 
Kakashi sospirò. “ Vai a dormire, Sakura. Domani sarà una lunga giornata noiosa.”
 
Si mordicchiò i labbro e seppellì il viso contro il materasso. “ Avrò solo un altro incubo”, disse mogia.
 
Lui non disse nulla per lungo tempo, inducendola a pensare che non avrebbe avuto nessuna conversazione. Ma poi, sentì un rumore rassegnato provenire dalla sua gola, e lo vide mettersi seduto e sporgersi verso il comodino per accendere la luce. Sakura batté le palpebre, proteggendo gli occhi dalla luce della lampada mentre guardava Kakashi. “ Che cosa?” chiese lei quando si girò per guardarla.
 
“ Posso farti dormire con lo sharingan se vuoi.”
 
Ottenne uno sguardo scettico. “ Ma non avrò ancora-“
 
“ Nessuna fase REM  con lo sharingan”,disse, interrompendola con un movimento della testa. “ L’ho usato su me stesso abbastanza volte per saperlo.”
 
Il cipiglio di Sakura si fece più intenso.” Uh…come?”


“ Specchio.”
 
“ Oh…” L’idea che Kakashi si addormentasse fissando il proprio riflesso era…beh, non sapeva se ridere o preoccuparsi seriamente per lui.
 
“È perfettamente sicuro”, le disse scrollando le spalle spensierato.” È solo ipnosi.”
 
“Lo so,lo so…” lo interruppe, riflettendo intensamente. “ Um…ok,penso.”
 
“ Va bene, stenditi.”
 
Sakura si appoggiò di nuovo al cuscino, sentendosi preoccupata e un po’ eccitata. Solo chi era eccessivamente fastidioso e potente aveva avuto l’onore di essere sottoposto allo sharingan.  A volte Kakashi l’aveva osservata durante le sessioni di allenamento per tenere traccia dei suoi movimenti e criticare le sue tecniche. L’unico ad averlo mai usato contro di lei in battaglia era Sasuke, ma non l’aveva mai costretta a fare altro se non cadere con le chiappe per terra.
 
Questa sarebbe stata la prima volta.
 
Kakashi si chinò su di lei, buttando il peso sul gomito vicino la sua spalla. Per un momento, pensò che l’avrebbe baciata. Invece sollevò la benda sull’occhio e batté le palpebre verso di lei mentre si adattava alla luce. Lo sharingan stava ruotando il senso orario, fino a quando non si mise a fuoco e iniziò a girare rapidamente, facendole ribaltare le viscere. Sakura inspirò a fondo, trafitta da quelle chiazze nere e vorticose che si stagliavano contro lo sfondo rossa sangue. Una sensazione molto simile dall’essere anestetizzata si insinuò in lei. Era come se qualcosa la stesse trascinando in una pozza scura, e lei impotente non poteva fare altro che affondarci dentro. Le sue membra si intorpidirono, il suo petto divenne pesante e la sua testa leggera. Incapace di mantenere il contatto visivo, mentre l’oscurità la trascinava  irrimediabilmente sotto.
 
Sognò lo stesso, nonostante quello che le aveva detto Kakashi. Solo che era più come rivivere un dolce ricordo di baci rubati tra dipinti e sculture inestimabili.
 
Dimenticò tutto prima ancora di svegliarsi.
  
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