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Autore: Believer98    11/08/2019    2 recensioni
Storia nata per rimediare alla severità di zia Row con Draco e i Serpeverde.
Serie di tre storie, ognuna dedicata a un anno di Draco ad Hogwarts. Questa prima è dedicata al suo quinto anno. Seguiranno "Draco Malfoy e L'Ordine del Basilisco", e infine "Draco Malfoy e il Segreto di Salazar Serpeverde".
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Dove gli eroi non sono i protagonisti, dove i Serpeverde non sono quello che sembrano.
Dove non esiste il "ragazzo cattivo" ma esistono persone che vagano fra il nero e il bianco, nessuno è totalmente bianco e altrettanto nessuno è completamente nero (eccetto Voldemort, il male assoluto).
Dove Draco inizia a ricordare i dettagli più oscuri del suo passato, un passato che credeva di aver rimosso.
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DracoxGinny
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Serpeverde, Sorelle Black | Coppie: Bill/Fleur, Draco/Ginny, Harry/Luna, Ron/Hermione, Severus/Narcissa
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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3. Vicini



Il giorno dopo tutti gli amici dei due sembravano interessati alla punizione, alla serata passata e agli altri avvenimenti degli ultimi giorni, tra cui il licenziamento di Sibilla Cooman. Fra una Calì Patil a destra e una Pansy Parkinson a sinistra giravano parecchie voci e gli allievi che avevano sperato in un nuovo litigio rimasero delusi. Ginny e Draco erano stati entrambi vaghi sulla questione. Lei perché aveva poco da dire, lui perché stavolta non poteva vantarsi di alcunché.
Persino Dolores Umbridge, che passeggiava e invadeva i corridoi con il suo profumo sdolcinato, sentì i discorsi degli studenti. Tuttavia, pensò, che se i ragazzi di Hogwarts si annoiassero a tal punto da interessarsi a quegli sciocchi pettegolezzi presto li avrebbe riempiti di nuove direttive ministeriali. Intanto il trio delle meraviglie si era appena seduto al tavolo dei Grifondoro e ora stavano organizzando un incontro. Hermione sosteneva che non stavano imparando nulla in Difesa e che a tutti gli studenti servisse un vero insegnante, cioè Harry.
In realtà tutti i pettegolezzi di quella mattina erano stati intensificati volontariamente da Calì e da Lavanda Brown per confondere Dolores Umbridge e continuare a progettare gli incontri segreti.
« Devo intuire che tu abbia finalmente ascoltato un mio consiglio » canzonò Theo mentre il gruppo di Serpeverde usciva dai sotterranei. « Quando ti ho detto di smettere di provocare. »
Draco finse una risata. « Sei fuori strada amico. »
Quella mattina Ginevra Weasley si era svegliata di buon umore quindi si lavò, si vestì in poco tempo e subito uscì dalla Sala Comune seguita da Neville. Trovarono Luna davanti alle Sala Grande mentre li aspettava pazientemente in compagnia di Padma.
« Buongiorno amici miei. Quale punizione dovrai scontare Ginny? »
Ginny ridacchiò e disse: « Non potete capire ragazzi, è una punizione davvero singolare. Pensate che dovrò sopportare Malfoy due ore e ogni giorno per il prossimo mese. »
« Non capisco cosa ci trovi da ridere » osservò Neville, il tono stupito e preoccupato. « Questo non è proprio divertente Ginny! »
« Credeteci o meno ma ieri sera sono riuscita a gestire il nostro caro Malfoy. »
« Sicura che non si tratti di un suo piano malefico? » domandò Padma, per nulla convinta.
« Oh andiamo, ora sopravvalutate il furetto. Buongiorno Malfoy » salutò quando vide il Serpeverde e i compagni entrare in Sala Grande.
« Cosa vuole questa pezzente da Draco? » sibilò Daphne Greengrass, poi spintonò Luna con una mano per farsi spazio e colpì Ginny con una spallata. Blaise Zabini e Theodore Nott entrarono nella Sala dopo di lei, senza degnare il gruppetto di uno sguardo.
« Non prenderti tutta questa confidenza pezzente » commentò il biondo viscidamente prima di superare Ginny. Infine Tiger fece una pernacchia derisoria, Goyle diede una spallata a Neville e il gruppo di serpi scoppiò a ridere mentre se ne strisciava verso il tavolo della loro casa.
« Sei sicuramente troppo buona quando dici di essere riuscita a gestire lui » bofonchiò Neville imbarazzato e tutto rosso in viso. Ormai il resto degli studenti si era girato verso di loro.
« Ieri sera non si era comportato proprio in questo modo » commentò Ginny digrignando i denti e guardando il serpente maledetto che ridacchiava con i suoi compari. « Voi state bene? »
« Sì, mi ha solo spinta » disse Luna con un sollevamento di spalle. Il suo sorriso tranquillizzò Ginny: a volte avrebbe voluto essere spensierata come Luna. « Ora vado a mangiare. »
Salutò allegramente, come se nulla fosse successo, e saltellò verso il tavolo dei Corvonero con Padma. Ginny e Neville invece raggiunsero i gemelli.
« Tutto bene sorellina? »
« Dovevamo intervenire? »
« Sto bene » mentì Ginny ma in cuor suo si sentiva offesa e delusa. Fu così che prese una decisione: un viscido come Malfoy non meritava niente da lei. La sera precedente era stata sicuramente troppo gentile con lui.
« Mangia Ginny! Le serpi non meritano tutta questa preoccupazione » disse Hermione facendole una carezza gentile.
« Il cibo è più importante di quelli lì » aggiunse Ron masticando vigorosamente il suo ultimo boccone di pollo. Lui e Hermione si scambiarono un lungo sguardo complice e Ginny sorrise a entrambi.
« Scusatemi, credevo che Malfoy avesse accettato una tregua, ma evidentemente mi ero sbagliata. Comunque avete ragione, non mi farò rovinare l’appetito da quegli idioti. »

 

Le cucine di Hogwarts erano un luogo molto accogliente e ospitavano i profumi più svariati del mondo magico. Tuttavia erano anche un posto molto ordinato, questo soprattutto grazie alla dedizione di cento elfi domestici che si impegnavano a preparare ogni genere di piatto per gli studenti e poi a ripulire tutto da cima a fondo. Raramente i ragazzi restavano delusi dalle loro prestazioni e chi criticava il cibo di Hogwarts mentiva di certo.
Per accedere alle cucine bastava solleticare la pera su un ritratto di frutta, che si trasformava poi nella maniglia di una porta.
Tiger e Goyle entravano spesso lì per ingozzarsi di dolci. Non avevano mai detto a nessuno, però, chi gli preparasse tutti quei pasticcini e come mai.
In realtà avevano fatto un patto con uno degli elfi domestici e da allora, una volta a settimana, si precipitavano nelle cucine per gustare il loro premio.
In cambio non dovevano far altro che dare delle informazioni.
 « Buongiorno » salutò Goyle varcando il passaggio. Quando sentiva profumo di torta riscopriva magicamente cosa significasse essere educati. Dietro di lui trotterellava Tiger, estasiato dalla visione di una grande torta al cioccolato con fragole e panna.
« Quella è nostra? » domandò con l’acquolina in bocca e gli occhi lucidi.
Voleva piangere dalla gioia.
« Ovviamente » affermò una vocina con allegria, come se rendere felici gli altri con il cibo fosse il massimo della gratificazione.
 « Grazie, sei sempre troppo gentile » disse Goyle, ispirato da tante belle parole. Quello era l’effetto dei dolci che si impossessava di lui e della sua bocca.
« Dobby stamattina voleva cucinare qualcosa di più complesso. »
« Grazie Dobby » aggiunse Tiger. « Sei il miglior elfo di tutti i tempi. »
« I complimenti di Tiger rendono felice Dobby. »

« Cosa possiamo darti in cambio questa volta? »
« Dobby chiede sempre informazioni. Non ha bisogno di altro se non di sapere questo. » L’elfo libero si guardò attorno per controllare che nessuno dei suoi compagni potesse sentire. « Come sta Draco Malfoy? »
I Serpeverde si guardarono dubbiosi e sollevarono le spalle. « Sta bene » risposero in coro.
« Con Lucius Malfoy come va? »
Tiger deglutì. « Il signor Malfoy non entra più nelle questioni scolastiche, Draco dice che è molto impegnato. »
« Sospetta qualcosa però ha paura di fare domande a suo padre. »
« Cosa sospetta Draco Malfoy? »
Tiger e Goyle si guardarono di nuovo. Infondo non stavano facendo nulla di mare concedendo a Dobby quelle informazioni di poco conto e di certo il piccolo essere domestico davanti a loro non poteva essere pericoloso. « Ha dei presentimenti su Tu-Sai-Chi » replicò Goyle.
« Ha anche litigato con il professor Piton perché non voleva dirgli niente. »
L’elfo si portò una mano sotto il mento e disse: « Dobby sapeva che il signorino Malfoy è un ragazzo molto testardo ma almeno non ha ancora scoperto nulla. »
« Cosa c’è da scoprire? » chiese Tiger distogliendo finalmente gli occhi dalla torta.
« Niente » rispose prontamente Dobby. « Potete mangiare il dolce di Dobby ora. »
Sia Tiger che Goyle cominciarono a elencare una lunga serie di ringraziamenti, non avevano mai detto così tanti grazie nella propria vita. Infine presero il dolce e corsero via.
Tutti i Serpeverde presenti nella Sala Comune rimasero a bocca aperta quando li videro arrivare con quella torta enorme fra le braccia e vari strati di saliva che gli colavano dalle labbra.   
« Un giorno mi spiegherete chi prepara tutta questa roba per voi » disse Draco mentre passava di sfuggita accanto a loro.
I due golosi si guardarono negli occhi e sorrisero complici.

Dopo esser uscito dalla Sala Comune Draco si precipitò su per le scale e poi di corsa attraverso i corridoi. Blaise e Pansy avevano fatto una scommessa e, alla fine, aveva vinto Blaise: era riuscito a distrarre il biondo e a fargli fare tardi alla punizione.
Questa volta, quindi, lui e Ginny raggiunsero lo studio della McGranith insieme e si bloccarono proprio davanti alla porta della suddetta stanza, guardandosi in cagnesco.
« Prima tu » borbottò Ginny fra i denti. Pensava ancora a ciò che era successo quella mattina.
« No, vai prima tu » replicò lui, il tono glaciale e imperturbabile.
« Prima le serpi spregevoli. »
« Prima le piattole pezzenti. »
« Prima entrambi, se non volete che io perda definitivamente la pazienza » sbottò Minerva McGranith, spalancando la porta. « Avete intenzione di rimanere lì impalati o vi date una mossa? »
Ginny entrò a testa bassa, seguita immediatamente dal Serpeverde.
Anche quella sera la professoressa sequestrò le loro bacchette prima di andarsene, uscendo dalla stanza senza fare troppe cerimonie, nessuna scusa o giustificazione. Li aveva lasciati ancora una volta soli. Questa volta, però, Ginny era davvero convinta di non dover –e voler- rivolgere la parola a quella serpe.
Solo a un certo punto sentì Malfoy sbuffare e notò un movimento ai margini del proprio campo visivo. Il Serpeverde si era alzato e ora raccoglieva tutti i suoi libri.
« Dove stai andando? » domandò confusa, osservando il biondo mentre si dirigeva verso la porta dello studio. Questo non rispose. « Il tempo della punizione non è finito, cosa fai? »
« Taci, dannata ragazzina, faccio solo un salto in biblioteca. »
« Non ti credo » ammise lei. Il Serpeverde andava troppo di fretta, non sembrava convincente. « Ho visto cosa stai studiando e so che vai meglio di chiunque altro in Pozioni, quindi non hai bisogno di andare in biblioteca. »
« Non so se essere più commosso dal tuo interesse a ciò che studio o dal fatto che un tuo amico, sicuramente la Zannuta, ti abbia detto quanto sono bravo in quella materia. Nel dubbio me ne frego. »
Prima che Ginny potesse aggiungere altro, Draco uscì dalla stanza e lei non esitò a seguirlo. Nei corridoi non si percepiva nessun rumore. C’era solo molto buio e nessuna traccia della McGranith o di qualsiasi altro professore. La Grifondoro fu costretta a portarsi le braccia attorno al corpo: era una sera molto ventosa e lei soffriva parecchio il freddo. Come se non bastasse non riusciva a vedere dove metteva i piedi. Il colmo sarebbe stato quello di venire beccati dalla McGranith o da Gazza. Insomma non ci teneva ad allungare quella stanziante punizione in compagnia della serpe viscida. In effetti già da un poco aveva perso di vista Draco.
« Malfoy? »
Ginny temette di aver perso il compagno di scuola e attese senza ottenere risposta. Poi una chioma bionda spuntò in mezzo alle ombre e la luce della luna illuminò il ghigno divertito di Draco Malfoy. I suoi lineamenti apparivano ancora più marcati sotto il bagliore lunare, i capelli argentei e gli occhi grigi crearono un gioco di riflessi che costrinse Ginny a deglutire.
« Paura del buio, Weasley? »
« Ti piacerebbe » obbiettò la rossa.
Il biondo sospirò e riprese a camminare. Quando notò di essere ancora seguito, disse: « Il fatto che io vada bene in una materia non implica che non voglia fare degli approfondimenti. Quindi ora vado in biblioteca mentre tu te ne torni dentro, ti siedi e stai buona. »
« Se sei davvero diretto in biblioteca non avrai nessun problema a farti accompagnare, giusto? »
« Per Merlino, se mi accompagni tu ho ovviamente un problema. »
« Eppure non sono stata io quella che si è comportata malissimo stamattina » borbottò lei.
« Pensi ancora a stamattina? » domandò Draco, seccato. « Sei pesante, Weasley! »
« E tu sei superficiale. »
Draco roteò gli occhi e riprese a camminare, diretto alla biblioteca. « Allora ti conviene tornare in classe a pensare a un tipo profondo, come San Potter. »
Ginny non replicò, ma continuò a seguirlo. Non mancava molto alla biblioteca e magari anche lei avrebbe potuto ricercare qualcosa per il compito di Trasfigurazione. Quando Draco capì di essere seguito ancora una volta, sbuffò e sussurrò qualcosa che suonava come “testarda”, ma non sembrava scocciato, anzi il tono era divertito.
Erano ormai a pochi passi dalla biblioteca quando avvertirono dei passi venire nella loro direzione. Non c’era bisogno di agitarsi ma entrambi si allarmarono comunque. Ginny rimase paralizzata, sentendo un ticchettio di passi molto familiare, mentre Draco si dimostrò a sangue freddo, da bravo Serpeverde. In un battito di ciglia afferrò Ginny per il braccio e la trascinò con sé dietro alla colonna più vicina. Così Ginny si ritrovò schiacciata tra il muro e il corpo di Malfoy.
« Chi va là? » domandò Dolores Umbridge, con il suo tono incredibilmente acuto. Si era fermata a pochi passi dalla colonna che Draco e Ginny usavano come nascondiglio.
Intanto Ginny sentiva il respiro del Serpeverde sopra il proprio collo e il suo profumo a circondarla.
Draco, invece, fu inebriato da un profumo di lavanda misto a pino. Era di questo che sapeva sempre Ginny, ma averla così vicina era decisamente diverso. Draco non riuscì a non pensare al seno morbido premuto contro il proprio petto tonico e il ginocchio di Ginny posizionato in mezzo alle sue gambe. Sì, pensieri adatti a un quindicenne. Un quindicenne purosangue che non aveva previsto di trovarsi in quella spiacevole situazione con una Weasley.
In realtà era difficile definire “spiacevole” un contatto che gli smuoveva qualcosa dentro allo stomaco. Si sentì anche stupido in un cero senso; era già stato con delle ragazze e non doveva pensare alla Weasley in quel senso.
Anche Ginny si sentì molto imbarazzata quando Draco strinse la presa sui suoi fianchi. Aveva già baciato un ragazzo, il suo attuale ragazzo, ma non era mai stata toccata in quella maniera. Sapeva, però, che era una cosa molto intima.
La professoressa Umbridge, intanto, aveva continuato imperterrita a domandare chi fosse presente nei corridoi a tarda ora.
Dopo una decina di ripetizioni, però, persino lei dovette arrendersi e fu costretta a tornare nelle proprie stanze.
Ginny aveva il cuore che batteva a mille e cercò di convincersi che fosse solo per paura di essere scoperta dalla professoressa, non perché Malfoy fosse schiacciato sfacciatamente addosso a lei. Solo più tardi avrebbe realizzato che lei e Draco non avevano bisogno di nascondersi e che erano stati autorizzati dalla McGranith a recarsi in biblioteca.
Quando non sentì più rumori, se non quelli della notte, Ginny cercò di sbrogliarsi velocemente di quella situazione e si allontanò il più possibile da Malfoy.
Il ragazzo ghignò, divertito. « Calmati Weasley, o di questo passo il viso ti diventerà viola. »
Il lamento di una civetta echeggiò da lontano.

 

La biblioteca di notte. Hermione aveva proprio ragione su quella strana esperienza, era magica. Stare da soli con i libri e il chiarore della luna fuori non era come studiare di giorno con il chiasso e il sole che batteva sulle finestre. Ginny si servì di una candela e riuscì a leggere da un paio di volumi di Trasfigurazione tutto ciò che le serviva per il compito. Arrivata alle ultime due pagine del secondo volume, però, iniziò a sentirsi stanca.
Senza rendersene conto, i suoi pensieri vagarono lontano dai libri e lontano da Hogwarts. Ginny ricordò Charlie e i draghi, e Bill, di cui sentiva molto la mancanza. Fra fratelli non si dovrebbero fare preferenze ma era inevitabile trovarsi meglio con qualcuno rispetto a un altro. Era il caso di Bill, Ginny era sempre stata appoggiata da lui e lei, spesso, aveva ricambiato il favore.
C’era una cosa che proprio non riusciva a digerire però. Si trattava di Fleur (o meglio Flebo), quella biondina che aveva partecipato al Torneo Tremaghi e che ora interessava a Bill.
Ginny non riusciva a capire cosa ci trovassero di speciale e, soprattutto, non si spiegava come una ragazza tanto scialba avesse attirato il bello, intelligente e carismatico Bill Weasley che lavorava in banca. Certo anche lei era bellissima ma questo non spiegava tante cose; di certo non bastava per renderti improvvisamente innamorato perso di una persona.
Certe volte pensava che non si sarebbe mai spiegata i misteri dell’amore. Lei aveva avuto una cotta per Harry e ora stava insieme a un ragazzo, ma nulla di tanto potente da renderti diverso come era successo a Bill. Nessun amore che ti trasforma, non per Ginny Weasley. Di certo non sarebbe mai cambiata per un ragazzo e di questo poteva andare fiera. Non era una Pansy Parkinson qualsiasi.
Immersa nelle sue fantasticherie, si sentì improvvisamente circondata da un tepore piacevole. Era il tepore della stanchezza che le fece appoggiare la testa sul libro.
« Solo un minuto » sussurrò tra sé e sé.

Due sezioni più in là, nel reparto di Pozioni, Draco era immerso nella lettura di un libro. In realtà era abbastanza stanco ma non ammetteva errori in Pozioni.
Tanti tipi di errori non gli erano permessi a causa di suo padre, Lucius Malfoy, ma con quella materia era diverso. Non era un’imposizione di Lucius, anzi era una cosa in cui Draco stesso aveva promesso di mettere tutto il proprio impegno.
Non c’entrava molto neanche il principio di competizione con la Zannuta. Era solo che gli piaceva avere talento in qualcosa, oltre a essere migliore di San Potter in una materia che non fosse quella rottura di Difesa.
Non era facile, dopo una vita che ti ha dato tanti lussi, capire che un altro ragazzino può portati via tutto ciò che vuole. Soprattutto perché era il Prescelto.
Draco, invece, non era stato prescelto in nulla. Viveva in una delle famiglie più ricche, una famiglia purosangue, e a volte faceva male rendersi conto che questo non bastava. Che suo padre mentiva quando a un piccolo Draco diceva che sarebbe bastato.
L’unico che aveva messo Draco davanti alla realtà era stato Severus. L’unico che aveva preparato il ragazzo allo scontro con la vita reale. In effetti se era pronto in qualcosa, quello era tutto merito di Piton, mai di Lucius.
Poi c’era sua madre. Draco voleva bene a Narcissa, ma non amava essere trattato come un bambino, cosa che faceva lei con quello che era il suo unico figlio. Narcissa stessa aveva vissuto in un mondo di cristallo fatto di convinzioni, prima di perdere una sorella e di essere trapiantata nella realtà. Il fatto è che a Narcissa, il disconoscimento di Andromeda Black, aveva fatto male.
La vita di Draco, come quella di sua madre, non era stata rose e fiori come poteva sembrare agli occhi esterni. Nella sua infanzia si nascondevano tracce oscure e discriminanti, che lui non sapeva neanche di ricordare ma che erano annidate nei meandri della sua mente.
Ora Draco aveva Hogwarts, che fingeva di odiare, ma che era comunque una casa più tranquilla di Villa Malfoy, una casa dove non c’era ricordi oscuri che rischiavano di venir fuori.
Un rumore fuori dalla biblioteca gli fece capire che era il momento di tornare nello studio della McGranith. Quindi si mise in piedi e posò il libro di Pozioni curatrici.
« Oh, quasi dimenticavo Miss Piattola » mormorò tra sé e sé. Superò un paio di corridoi e si ritrovò davanti a una vista inaspettata. Ginny Weasley era appoggiata sopra un libro, gli occhi chiusi, il viso beatamente rilassato sulle braccia incrociate. Dormiva come una bambina, sembrava diversa.
Draco si sentì affascinato e stupito dalla vista.
Le labbra carnose erano semiaperte, i capelli rossi ciondolavano sulle spalle e queste ultime che si sollevavano debolmente a ogni respiro. Le guance della ragazza erano arrossate e coperte dalle sue lunghe ciglia nere. Onestamente era una bella visione, senza dubbio.
Draco ne fu rapito. Come ipnotizzato, infatti, allungò una mano e sfiorò il profilo della ragazzina, finché non fu troppo vicino alla parte bassa della schiena.
Qui si rese conto di quello che stava facendo e si ritirò, come scottato.
Subito dopo svegliò Ginny, quasi a malincuore. Avrebbe dovuto risentire quella vocina irritante, per Merlino.




Piccole piccolissime note:
Siccome sono stata assente a lungo mi faccio perdonare aggiornando subito un altro capitolo, oltre questo.

 

  
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