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Autore: Helena Hufflepuff    13/08/2019    1 recensioni
Molly, formidabile matriarca dei Weasley, dalla nascita del suo amore per Arthur, alla sua vita come fidanzata, moglie e madre, sempre pronta a lottare per ciò che conta.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arthur Weasley, Famiglia Weasley, Molly Weasley | Coppie: Arthur/Molly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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Capitolo 11


Molly non si stupì quando, poco più di un mese dopo, il Medimago le annunciò la sua quinta gravidanza.

“Sei figli, signora? Complimenti, lei ha molto coraggio…” commentò il dottore, lasciando la frase in sospeso, ma Molly la terminò mentalmente per lui con un: “… oppure è molto stupida”.

Quella piccola parentesi di relax comportava dei rischi, e Molly lo sapeva, ma aveva sperato che, almeno per una volta… Niente da fare: una bocca in più da sfamare, e ancora un solo stipendio.

“Non so se sperare che sia maschio o femmina” borbottò lei quella sera dopo aver messo a letto i gemelli (nel dubbio li aveva chiusi a chiave in camera loro). “Se fosse maschio, almeno potremmo passargli i vestiti dei fratelli… lo so che è un po’ squallido, ma al momento non so più dove tagliare le spese”. Era così nervosa che decise di non mettersi i bigodini magicamente: con la fortuna che aveva, avrebbe rischiato di darsi fuoco ai capelli, ed erano già malmessi di loro.

“Tesoro, vedrai, ce la faremo. Ce la farai” disse Arthur, infilandosi sotto il lenzuolo accanto a lei. “Ti prometto che non appena sarà possibile potrai tornare al lavoro, se lo vorrai”

“Non credo che lo vorrei” si sentì dire Molly. Ci pensò un attimo, stupita della sua stessa reazione, e spiegò: “Abbiamo cinque figli, Arthur. Cinque. E con questo in arrivo tocchiamo quota sei. Ne ho per i prossimi diciott’anni almeno, e quel punto sarò una vecchietta di cinquant’anni senza più energie per ritentare la fortuna nel mondo del lavoro. E comunque ti dirò, fare la mamma non mi dispiace: certo, non ho un attimo di respiro e il letto è ormai il mio sogno ricorrente, ma ogni volta che Fred e George dormono come angioletti, o Percy mi porta un fiore, o Bill mi fa vedere che sa scrivere «Io vollio bene ala mama» sento che è non è solo un lavoro: è tutta la mia vita, e mi piace”.

“E io non potrei essere più felice. La mia Lollymolly, la mia leonessa…” le mormorò lui, ma quando si avvicinò a lei per darle un bacio, sentì il suo respiro leggero e profondo: le era bastato sfiorare il cuscino per crollare, esausta dopo un’altra intensa giornata da guerriera. Così le sfiorò la fronte con le labbra, tornò al suo posto e, con uno sventolio di bacchetta, andò anche lui incontro alle braccia di Morfeo.

*

Se la gravidanza fu difficile, fu solo perché i cinque figli, in particolare i gemelli, facevano dannare la povera Molly che quindi arrivava a trascurarsi: ci furono giorni in cui dimenticava completamente di preparare la cena per sé stessa, o in cui si trovava senza vestiti puliti perché troppo impegnata a sistemare quelli perennemente inzaccherati e malconci dei figli. Eppure non avrebbe mai voluto averne di meno, né de resto amava meno quella creatura: semplicemente, aveva troppo da fare e aveva delle priorità che doveva rispettare.

Era la fine di febbraio quando, dopo aver servito la cena con tutta tranquillità, Molly invitò Arthur in veranda. Quando lui la raggiunse, lei era già con il vecchio cappotto di tweed dello zio Bilius (l’unico indumento che le andasse bene per uscire, a gravidanza così inoltrata) e un borsone ai piedi.

“Arthur, potresti accompagnarmi al San Mungo? Si tratta solo di un attimo, non chiamare nessuno per il momento” aggiunse, vedendo che stava già andando verso la gabbia dei gufi, “ti chiamerò io quando mancherà poco, ma tranquillo, andrà tutto bene”

“Tesoro” domandò lui esitante, dopo che lei superò una contrazione con una smorfia di dolore, “non sarebbe meglio dirlo ai bambini?”

“No; Percy è nella fase dei perché e non vorrei vedermi coinvolta in una discussione, oppure potrebbero assistere alla nascita del loro fratellino in diretta e capirai anche tu che non è un bello spettacolo” rispose lei prima di piegarsi ancora in due. “E adesso portami in quel dannatissimo ospedale!”

L’attesa della nascita fu noiosissima; per Molly poi, che da anni non conosceva un minuto di pausa o silenzio, quell’attesa nella sala silenziosa in cui l’avevano portata era quasi una tortura. Così uscì dalla stanza per fare due passi. E lì fece un incontro che non avrebbe dimenticato facilmente…

***

NdA: ho impiegato un po' più del previsto a pubblicare il capitolo perché ero rimasta un po' bloccata (anzi, a onor del vero lo sono ancora) con il finale del capitolo, e in attesa di un'illuminazione dall'alto ho deciso di tagliare il capitolo in due. Fatemi sapere cosa ne pensate e, perché no, con chi potrebbe essere questo fatidico incontro di Molly nel reparto maternità del San Mungo ;) Nel frattempo, buon proseguimento di giornata! ^_^
- Helena
   
 
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