Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: bibi_piccola_peste    13/08/2019    1 recensioni
Chances ~ Possibilità.
Una semplice missione cambia per sempre il corso degli eventi.
E se fra Sakura e Sasuke ci fosse stato un incontro inaspettato, durante il periodo di latitanza di lui? E se proprio grazie a questo incontro i due si fossero conosciuti veramente, come mai successo prima?
Dalla storia:
Ripensò di nuovo al giorno precedente e al momento in cui la vide arrivare. Non poteva ancora credere ai suoi occhi, Lei era proprio lì, ignara del pericolo che quella maledetta situazione aveva creato. Strinse forte i pugni, doveva trovare una soluzione e in fretta.
[SusukexSakura], What-if.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 4

 

“Aiutami”

Sasuke mise piede nella camera giusto in tempo per vedere la bambina afferrare improvvisamente il polso della rosa e sussurrarle qualcosa prima di tornare ad uno stato di incoscienza.

L’Uchiha stava troppo lontano per poter sentire ciò che la bambina aveva detto, ma intuì immediatamente dalla reazione della rosa che non doveva essere nulla di buono. Infatti ella aveva indietreggiato di poco, sicuramente per la sorpresa e il suo chakra aveva per un attimo fluttuato in modo più accentuato ed irregolare.

Allertato da quanto successo, allungò il passo decidendo di avvicinarsi silenziosamente alle due sino a trovarsi a pochi centimetri dalla rosa. Nei suoi occhi ancora brillava lo Sharingan, ma la maschera ne celava perfettamente la visione da occhi indiscreti.

La rosa pareva essersi ripresa immediatamente, il chakra nuovamente pacato. Stringeva con delicatezza la mano della bimba e appariva più che mai assorta nei suoi pensieri.

Proprio in quel momento allungò di scatto il braccio per prendere dal tavolo delle fiale e il suo gomito andò a sbattere contro il petto di lui.

“..Ma che?!” si girò di scatto, allarmata.

Sakura rimase per un attimo basita, di fronte a lei stava il suo guardiano.

Senza pensarci due volte allungò lo stesso braccio che poco prima lo aveva colpito per sferrare uno dei suoi caratteristici pugni. Così avrebbe imparato a spaventarla!

Tuttavia il suo piano non ebbe grande efficacia. Il suo guardiano pareva avesse predetto nel giro di una manciata di secondi che cosa stava per fare la rosa. Aveva bloccato il colpo, una morsa di ferro le teneva il polso perfettamente immobile, a pochi millimetri dalla superficie candida della sua maschera. Niente a che vedere con la docile presa della bambina.

La sua stretta, seppur ferrea, non era affatto dolorosa, e per un attimo si trovò così vicino a lui che ne poté studiare i tratti da più vicino. La maschera purtroppo nascondeva gran parte dei suoi lineamenti, ma Sakura poté notare i muscoli del collo irrigidirsi e capì che non era stata l’unica ad essere stata presa alla sprovvista.

“Ti è andato di volta il cervello?” riprese la rosa, tirando via il polso dalle sue grinfie.  

Il suo guardiano le dimostrava sempre di più che le sue capacità non erano di certo comuni. Non una singola traccia di chakra era percepibile nella stanza. Stava volutamente sopprimendo la sua presenza e senza nemmeno alcuno sforzo visibile. Sakura sapeva bene quanto potesse essere difficile nascondere il proprio chakra.

 Era necessario possedere un controllo minuzioso su tutto il sistema circolatorio dell’energia e lei stessa aveva ancora qualche difficoltà. Doveva per forza essere un ninja molto esperto.

Intanto la figura di fronte a lei continuava ad emanare un aura di assoluta pacatezza, come se quanto fosse successo fosse stato perfettamente normale. Grazie alla maschera che portava in viso Sakura non aveva potuto percepire che il suo Sharingan era attivo e lo stesso Sasuke era rimasto inizialmente stupito dalla velocità con cui la rosa aveva provato ad assestare il colpo.

“Nh” rispose lui, come a voler concludere al più presto quella situazione assurda.

Sakura aggrottò le sopracciglia, di certo non si aspettava uno stupido verso come risposta. Oltre ad essere antipatico, era pure eloquente quanto un sasso.

“Non c’è bisogno che mascheri il tuo chakra, in questo modo rischi veramente di prenderti un bel pugno in faccia!” continuò la rosa icrociando le braccia davanti al petto.

“Tsk, mi pare che quanto appena accaduto sia una prova sufficiente del fatto che non accadrà mai”.

“Non esserne tanto certo!” rimbeccò la rosa allontanandosi, quanto mai desiderosa di riprendere le distanze.

Si rivolse verso il tavolo per raccogliere le sue cose, decidendo poi di lasciare lì alcune fiale mediche. Aveva somministrato alla sua paziente una dose di antipiretici per far si che almeno la febbre potesse abbassarsi, per il resto avrebbe dovuto aspettare di analizzare i campioni di sangue che aveva prelevato poco prima.

Il ninja al suo fianco aveva ripreso a guardarla senza proferire alcuna parola.

“Cosa c’è ora? Non ti è bastato farmi prendere un infarto?”

“Cosa è successo? Il tuo chakra era irregolare” si spiegò prendendola di nuovo alla sprovvista.

A questo Sakura si fermò un attimo a meditare sulla risposta. Non voleva ammettere che quella reazione inaspettata e quella richiesta d’aiuto l’avessero messa sull’attenti, ma c’era qualcosa che non le tornava.

“Niente, semplicemente la febbre alta le sta facendo avere delle allucinazioni, non ero preparata” rispose seria.

Il ninja di fronte a lei scelse nuovamente di stare in silenzio, ma dietro la maschera il suo viso non appariva per nulla soddisfatto.

“Ho una richiesta da farti Ninja-san” riprese la rosa dopo qualche attimo di silenzio e senza aspettare di ricevere risposta aggiunse “è necessario che io analizzi dei campioni di sangue, ma non possiedo l’attrezzatura necessaria, voglio che tu mi porti nel più vicino ospedale della zona”.

A questo l’Uchiha non poté che sopprimere un sospiro infastidito. Questo non avrebbe che complicato le cose, ma non avrebbe potuto negarglielo. Si ritrovò suo malgrado ad annuire.

“Prendi le tue cose, si trova dall’altra parte della città, sulla collina”.

Soddisfatta, la rosa si illuminò di nuova determinazione, prima sarebbe riuscita ad analizzare i campioni, prima avrebbe potuto curare i sintomi della sua piccola paziente. Quasi quasi le veniva da pensare che la missione non era poi così tanto difficile, magari fra un paio di giorni sarebbe potuta tornare a casa senza grandi seccature di mezzo e finalmente avrebbe detto addio al suo cane da guardia.

“E addio a questo stramaledetto freddo!”

Decisa, riagganciò la sua sacca in vita e si diresse verso l’uscita della grande dimora con il suo accompagnatore alle calcagna.

 

 

La camminata per raggiungere l’ospedale non fu affatto ricca di grandi eventi. I due, che per tutta la durata del tragitto erano caduti in un tranquillo silenzio, ritmato dal rumore dei loro passi, si ritrovarono presto all’ingresso di un edificio piuttosto grande e dall’aspetto inconfondibile. Erano giunti a destinazione.

Da vicino l’ospedale appariva piuttosto essenziale, ma Sakura era determinata a farsi bastare ciò che avevano a disposizione. Una volta entrati il suo guardiano decise di lasciarla fare in autonomia, preferendo non addentrarsi oltre. Sakura lo vide fermarsi in prossimità dell’ingresso.

Dopo qualche secondo passato a scrutarla decise di sistemarsi appoggiando la schiena su uno dei pilastri posti a sorreggere la tettoia di ingresso, a braccia conserte. Ad uno sconosciuto sarebbe potuto sembrare persino rilassato.

“Non metterci troppo” la avvertì secco.

La rosa annuì veloce prima di voltarsi ed avvicinarsi ad un gruppo di infermiere per chiedere informazioni.

L’ambiente non era poi così diverso dall’ospedale di Konoha, tanto che le sembrava quasi familiare e gli operatori, inaspettatamente cordiali, sembravano d’accordo nel poterle far utilizzare l’attrezzatura.

Lo stesso gruppo di infermiere a cui aveva chiesto informazioni decise di scortarla nell’area designata all’analisi. Sembravano tutte molto gentili e Sakura si ritrovò senza nemmeno accorgersene a chiaccherarci.

La portarono sino a una piccola saletta dove, su dei banconi, si trovava dell’attrezzatura medica fra cui dei microscopi, e una piccola libreria costituita da manuali di medicina di uso comune.

“Proprio ciò di cui ho bisogno” pensò soddisfatta avvicinandosi ad uno dei banconi e guardandosi attorno.

Una volta sola nella piccola stanza decise di procedere con l’analisi dei campioni che aveva prelevato qualche ora prima. Il gruppetto che l’aveva accompagnata era ritornato man mano alle proprie mansioni, ma Sakura poteva ancora sentire alcune di loro chiaccherare là vicino.

Apparentemente uno degli uffici era prossimo al laboratorio e Sakura poteva sentire chiaramente le loro voci mentre parlavano del più e del meno, ma la cosa non la disturbava più di tanto.

Trovandosi nel suo habitat preferito, si concentrò a sua volta, ascoltando di tanto in tanto le voci che provenivano dal corridoio.

Mentre era intenta a controllare il microscopio si ritrovò ad ascoltare una conversazione:

“..Ma sì, ti sto dicendo che l’ho visto proprio qualche giorno fa, era dentro al mercato, in centro!” sbottò una voce con tono squillante.

Sakura non era riuscita a sentire l’inizio della conversazione, ma doveva essere piuttosto importante perchè le voci sembravano davvero prese dall’argomento.

“Non ci posso credere! Che sfortuna non essere stata lì anch’io” riprese un’altra voce dal tono triste.

“Già, è un peccato che questi turni non ci permettano di andare a piede libero a cercarlo!”

Ridacchiarono tutte insieme.

“È decisamente l’uomo più bello che io abbia mai visto! Che fascino, ah!

Ci fu conseguentemente un coro di sospiri che fece ridacchiare anche la rosa.

“La prima volta che l’ho visto per poco non svenivo” riprese una.

“Ma insomma lo voglio vedere anche io questo Adone, descrivetemelo insomma!” si aggiunse un’altra voce incuriosita.

Qui incominciò una lunga ed inessenziale lista di tutte le sue caratteristiche, alquanto comuni e che sarebbero potute appartenere ad un qualsiasi uomo nel fior fior dei suoi anni, finchè una delle voci aggiunse:

“Se lo vedi per strada lo potrai riconoscere sicuramente dalle vesti che indossa, porta sempre il simbolo di un ventaglio bianco e rosso sul dorso della sua veste” spiegò con pazienza un’altra.

STACK

Proprio in quel momento la presa delicata che Sakura aveva sul vetrino si irrigidì a tal punto da spaccarlo inesorabilmente in due.

Ciò che ne era rimasto le scivolò rapido dalla mano e solo all’ultimo secondo riuscì a recuperarlo senza che questo cadesse per terra. Il movimento le costò un bel casino però, perché presa dalla foga di acchiappare il vetrino aveva fatto cadere lo sgabello su cui era seduta e ora le infermiere facevano capolino dalla porta con sguardo confuso.

“Tutto a posto cara?” chiese la più anziana di loro, preoccupata dal baccano.

Il cuore di Sakura intanto continuava a battere all’impazzata e le orecchie le fischiavano a tal punto da rischiare di non sentire nulla di ciò che le stavano chiedendo le infermiere. In quell’attimo non riusciva proprio a capire più nulla. Apriva e chiudeva i polsi come a voler stringere qualcosa senza nemmeno accorgersene.

“Sasuke, Sasuke, Sasuke, Sasuke…”

La sua testa riusciva a formulare solo quella frase. Quella descrizione era chiara, lampante. Aveva senso, doveva per forza essere lui!

Boccheggiò, ancora confusa. Nel giro di qualche secondo non aveva capito più nulla e continuava a fissare il vuoto di fronte a sè mentre il cervello continuava a martellarle in testa quel nome.

Dopo qualche istante cercò di ricomporsi al meglio per non far insospettire le infermiere che ancora la guardavano, aspettando una sua risposta.

“V-va tutto bene, scusate, sono la solita sbadata!” si scusò abozzando un sorriso tremolante.

Rimise tutto in ordine cercando di celare la frenesia che le stava pervadendo il corpo. Le mani continuavano a tremarle e solo in quel momento si accorse che il vetrino che aveva frantumato le aveva procurato un taglio sulla mano. Piccole gocce vermiglie le decoravano i polpastrelli.

Vedendola in difficoltà una delle infermiere decise di intervenire per darle una mano.

“Ma ti sei tagliata!” disse mentre la aiutava a rimettere tutto in ordine.

 “Vi spiace se vi chiedo dov’è il bagno più vicino? Temo di non sentirmi tanto bene e un po’ di acqua con cui rinfrescarmi sarebbe il massimo!” rispose Sakura, cercando di mantenere la calma.

“Ma certo, mi spiace che tu stia male, quella sala poi è così claustrofobica!”

“Vai al piano superiore, seconda porta lungo il corridoio di sinistra, troverai anche delle bende con cui fasciarti il taglio” aggiunse la collega, preoccupata.

“Va bene, vi ringrazio” sorrise Sakura mentre afferava le sue cose per dirigersi al piano superiore.

Mentre camminava, ancora scossa e con l’adrenalina che man mano saliva a ritmo esponenziale, una idea assurda incominciò a prendere forma nella sua mente.

Avrebbe avuto pochissimo tempo per metterla in atto, ma ne valeva decisamente la pena. Era sicura che sarebbe riuscita ad ingannare il suo guardiano se avesse giocato bene le sue carte. Le sarebbe bastato raggiungere il bagno, ed eventualmente individuare la prima finestra disponibile per poter uscire inosservata dall’edificio. Secondo i calcoli della rosa, aveva approsimativamente un’altra ora prima che il suo guardiano  incominciasse a spazientirsi e a venirla a cercare. Aveva quindi tutto il tempo per spostarsi e andare ad indagare sul luogo di cui avevano parlato le infermiere.

L’unico problema era assicurarsi che sempre il suo guardiano non la percepisse allontanarsi via e in più Sakura non aveva idea di come localizzarlo. Anche espandendo i suoi sensi al massimo non avrebbe certamente sentito il suo chakra, visto che era perfettamente celato. Non le restava che sperare non si fosse mosso dalla posizione dove lo aveva lasciato e azzardare.

Una volta arrivata nel bagno, dopo essersi assicurata di essere sola, mise le mani in posizione, ed eseguendo svariati segni si preparò per creare un clone:

“Tecnica della Moltiplicazione, Bunshin no Jutsu!”

Ed ecco che di fronte a lei compariva la sua copia esatta.

Le sarebbe servita per non far preoccupare le infermiere e nel caso portare avanti la sua ricerca. Se Ninja-san dovesse venirla a cercare, almeno il clone lo avrebbe tenuto occupato. Fortunatamente non poteva possedere delle capacità oculari tali da smascherarla, perciò almeno quello era un problema in meno di cui preoccuparsi.

Il suo clone la guardò con determinazione, annuendo. Sakura annuì a sua volta, poteva andare.

Si affacciò in una delle finestre che davano sul retro dell’edificio, il balzo le sarebbe costato una minima quantità di chakra pensò. Doveva mettercela tutta per non sprecarne nemmeno una goccia o altrimenti avrebbe rischiato di farsi scoprire. Infondo la distanza che intercorreva fra lei e il suo guardiano non era poi così tanta.

Prendendo una lieve rincorsa si trovò in un batter d’occhio a poggiare le mani sul manto innevato del giardino che circondava l’ospedale. La sensazione della gelida neve sulla propria pelle la aiutò a riacquistare un briciolo di lucidità.

Dopo essersi presa qualche secondo per guardarsi intorno, iniziò a correre decidendo che soltanto dopo essersi allontanata avrebbe ricominciato ad utilizzare il suo chakra per potenziare i suoi movimenti. Non si poteva permettere il lusso di usarlo.

Le umili abitazioni che incontrava scorrevano veloci di fronte ai suoi occhi.

Ancora stentava crederci, se solo quello che aveva appena scoperto fosse stato vero, le speranze di riportare Sasuke a casa sarebbero di certo raddoppiate.

“Devo…devo avvertire Naruto! Sì Naruto, e Kakashi..” pensò per la prima volta, rendendosi conto che i suoi amici non erano di certo dietro l’angolo.

Pompando chakra lungo i tendini e  muscoli delle gambe si ritrovò a balzare da un tetto e l’altro delle abitazioni limitrofe, da lì la visuale era migliore e il mercato fu facile da individuare grazie alla grande quantità di gente che ci si fermava.

Scendendo nuovamente in strada, Sakura decise di prendere un’altra precauzione e cambiarsi d’aspetto. Questo perchè non voleva rischiare di incrocaire per caso qualcuno della famiglia Hozuma. Peggio se poi si fossero accorti che aveva lasciato il loro adorato guardiano chissà dove.

Anche in questo caso decise di spendere una minima quantità di chakra per variare i suoi capelli e colore degli occhi verso una tonalità più simile alle persone del luogo, optando quindi per passare inosservata in mezzo alla folla.

Partendo subito in direzione dell’ingresso decise di incominciare a chiedere a tutti i mercanti in successione se mai avessero visto un ragazzo che corrispondeva alla descrizione di Sasuke. Inutile dire che la ricerca fu a dir poco disastrosa; aveva sprecato all’incirca quaranta minuti per nulla. Nessuno sapeva assolutamente di cosa stesse parlando.

Sakura si rese ben presto conto di aver fatto un enorme buco nell’acqua.

“Sono stata una stupida” pensò mentre si massaggiava le tempie. Questo sarebbe stato un buon momento per far esplodere a suon di pugni qualche montagna.

Poco prima di andarsene decise di ripercorrere il mercato una ennesima volta. Aveva chiesto praticamente a tutti i piccoli stand, facendo particolare attenzione a quelli che avevano più probabilità di essere stati visitati da Sasuke, come quelli di attrezzatura ninja o provviste. Purtroppo sembravano tutti piuttosto smarriti di fronte alle sue domande.

“Ma è possibile che nessuno mi sappia aiutare? Se Sasuke si trovava qui ci sarà stato un motivo no?! Argh!” pensò, dando un violento calcio ad un sassolino che si era trovato, suo malgrado, in direzione del piede della rosa. Il suo umore era calato pesantemente dopo aver realizzato di aver buttato quasi tutta la mattinata inutilmente.

Proprio in quel momento in uomo iniziò ad imprecare pesantemente.

“Chi è lo stupido che si è messo a lanciare sassi, eh?!” sbottò mentre si massaggiava la testa. Agitava le sue grosse braccia a destra e a manca, facendo arrettrare tutti i poveretti che si trovavano lì vicino.

Mentre l’uomo continuava a guardarsi intorno con fare minaccioso, Sakura, che dal canto suo non poteva permettersi di attirare attenzione su di sè, decise di rintanarsi dentro una delle grandi tende che si trovavano nel mercato.

“Non ne combino una giusta” sussurò mentre si apprestava a sgattaiolare via passando per un ammasso di merce e scatoloni. Doveva pure sbrigarsi, perchè incominciava ad essere tardi e temeva che il suo clone non sapesse più cosa inventarsi per mantenere la farsa.

Prese ad avvicinarsi ad uno dei lembi della grande tenda per poter uscire inosservata dall’altra parte della strada. Proprio in quel momento però, notò di non essere la sola nella stanza. Oltre i grandi scatoloni si trovavano due persone che parlavano sommessamente fra loro. Evidentemente non dovevano aver sentito la rosa per via del baccano che proveniva dall’esterno.

Sakura fece per andarsene di nuovo, disperatamente alla ricerca di una via di uscita per non trovarsi in mezzo ad un altro guaio. Tuttavia qualcosa la fece arrestare immediatamente sui suoi passi.

“..Avete tutto quello che vi ho chiesto?” parlò una voce maschile.

Quella voce Sakura l’aveva già sentita numerose volte. Ne era sciura. Era troppo familiare.

Trattenendo il respiro, la rosa decise di sporgersi un poco dal mucchio di scatole dove stava nascosta per poter vedere meglio le due figure. Sfruttò il suo mantello per confondersi in mezzo a tutta quell’accozzaglia di oggetti.

Le figure erano immerse nell’ombra rendendo difficile una possibile identificazione, ma un bagliore le fece ancor di più assottigliare lo sguardo. L’uomo che aveva appena parlato portava dei grandi occhiali le cui lenti riflettevano appena la luce della lampada che illuminava lo spazio. Una folta chioma di capelli argentei raccolta in una coda bassa gli incorniciava il viso.

“capelli grigi...grigi. Grigi! Ma quello è Kabuto!” pensò con gli occhi sgranati. Questo cambiava tutto, forse il suo non era stato un buco nell’acqua. Se c’era Sasuke in città era ovvio che con lui ci sarebbe potuto essere anche quel verme di Kabuto!

Sorrise trionfante, quella mattinata alla fine non era stata inutile. Doveva solo scoprire cosa ci faceva Kabuto in una tenda, in un mercato civico e in pieno giorno per di più.

Cosa mai stavano architettando? Doveva assolutamente scoprire di più.

Kabuto e l’altra figura intanto si erano spinti oltre un gruppo di scaffali, e Sakura non poteva più sentirli. Ma ciò che aveva visto era abbastanza per mandare un messaggio urgente dritto a Konoha.

Accertandosi di essere nuovamente sola decise di verificare se dentro le scatole e i sacchi che si trovavano dentro la tenda potessero avere a che fare con quell’incontro. Aprì un paio di scatole utilizzando uno dei suoi kunai. Le scatole per sua sfortuna contenevano semplicemente oggetti d’uso comune e indumenti. Niente di strano.

“Dovrò indagare più approfonditamente” pensò prima di uscire definitavamente dalla tenda. Aveva bruciato tutto il tempo a disposizione, doveva sbrigarsi.

La corsa verso l’ospedale fu talmente frenetica che Sakura si ritrovò senza fiato e con la fronte imperlata di sudore. Pian piano sentiva di starsi avvicinando sempre di più al suo clone che già l’aspettava in bagno.

Ritrovare la finestra da cui si era lanciata fu facile e senza pensarci due volte concentrò del chakra sulla pianta dei piedi, pronta per saltare. Una volta entrata la rosa fece un sospiro di sollievo, nessuno si era accorto del suo passaggio, poteva recarsi in bagno senza incombere in nessun sgurado indiscreto.

Chiudendosi in bagno con ancora il respiro affannato, decise di interrompere la tecnica della moltiplicazione e riprendere le sue sembianze normali. Ora doveva solo rientrare nel laboratorio come se nulla fosse.

Decidendo di non perdere ancora tempo, si lanciò veloce giù per le scale. Stavolta alcuni medici che si trovavano là vicino la guardarono un pò storto, ma a Sakura non importava.

“Permesso, grazie!” si trovò a ripetere più volte.

“Mi scusi, permess-“ non fece in tempo a finire la frase che finì dritta contro uno dei medici che attraversava ignaro il corridoio. O così pensava.

Vista la velocità a cui stava andando, la rosa si aspettava come minimo di scaraventare il poveretto per terra, ma non fu così. Il petto su cui era andata incontro oltre ad essere marmoreo, risultava talmente stabile da non essersi spostato nemmeno di un centimetro dopo l’impatto.

L’unica a non essersi aspettata tale resistenza fu Sakura che, se non fosse stato per due forti braccia, sarebbe finita rovinosamente sul pavimento.

Due mani poi andavano a stringerle inaspettatamente i polsi, trattenendola in quella posizione. Soltanto in quel momento Sakura si decise ad alzare lo sguardo qualche centimetro più in alto. Ciò che andò ad incrociare con i suoi occhi non era di certo lo sguardo di uno del personale medico, ma la maschera impassibile del suo guardiano.  

Da così vicino riusciva a scorgerne gli occhi e Sakura poteva quasi giurare fossero neri come la pece.

Rimasta senza parole decise di mantenere una faccia calma, desiderosa più che mai di scomparire da quella situazione. Si era fatta beccare di nuovo.

La reazione del moro intanto non tardò ad arrivare.

“Mi spieghi dove diamine stai andando di corsa?”

“Emm, io...” Sakura in quel momento decise di buttare lì la prima cosa che le era balenata in mente. “Io ti stavo venendo a cercare! Vedi? Ho finito” riprese sventolando il mazzo di fogli che il suo clone le aveva consegnato prima di sparire.

“Nh.”

No, non sembrava affatto soddisfatto della sua risposta, ma Sakura decise di stamparsi in volto il sorriso più innocente che poteva per risultare credibile. Infondo bastava crederci.

 

 

 

Sakura mi sa che non hai proprio capito nulla!

Ebbene anche questo capitolo è fatto! Ci ho impiegato più del previsto, ma per ora mi ritengo soddisfatta. Sicuramente dopo che lo rileggerò troverò di nuovo mille errori (e mi strapperò i capelli)... ma spero vi sia piaciuto comunque!

Ringrazio davvero chi ha commentato e tutti coloro che stanno seguendo la storia.

Visto il periodo leggermente più libero rispetto al solito ne ho approfittato per rieditare i capitoli precedenti, correggendo qua e là aspetti che per me non funzionavano (anche se c'è ancora qualcosa nella formattazione che mannaggia a me, non funziona!). Se volete ridare un’occhiata fate pure.

Non dimenticatevi di commentare, il vostro sostegno è sempre ben accetto, anche perchè la trama non farà altro che complicarsi.

Alla prossima,

B.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: bibi_piccola_peste