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Autore: Soul Mancini    16/08/2019    8 recensioni
D'estate è facile lasciarmi prendere dalla malinconia; l'estate è quella stagione in cui i pensieri corrono a briglia sciolte senza l'ostacolo di mille impegni a cui far fronte. Si insinuano sotto la pelle rovente, strisciano dentro la mia stanza dalla finestra aperta nelle lunghe notti afose.
Forse è per questo che d'estate ho bisogno di tramutare in versi i miei pensieri.
Queste quattro poesie sono uno sfogo, qualcosa di cui avevo bisogno, e infatti hanno un andamento più prosaico che poetico. Sono quattro poesie rudi, istintive, che non ho curato nella forma; le ho semplicemente vomitate sulla carta per esorcizzare i miei demoni estivi.
Se state cercando componimenti armonici e curati, infarciti di fronzoli, termini aulici e figure retoriche, passate oltre.
Ma se vi fermerete a leggere, grazie per aver deciso di raccogliere le lacrime di questa stella sghemba e difettosa.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Quei momenti in cui'
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2. Sulla tomba del padre
Sulla tomba del padre
 
 
 
 
Ho visto una ragazza
che piangeva sulla tomba del padre;
con le dita accarezzate da petali chiari,
rammentava bei momenti trascorsi insieme,
raccontava aneddoti, rideva tra le lacrime
e le sembrava di sentire ancora le carezze
di quelle mani, sangue del suo sangue.
 
Anche a me pizzicano gli occhi, sai?
La guardo e non mi ci rivedo,
non mi rispecchio.
La tomba di mio padre
non conosce il segno delle lacrime,
e in fondo cosa c’è da piangere?
 
Non ho mai ricevuto quelle carezze,
non so cosa vuol dire essere amata
e amare il proprio padre,
non sento l’assenza
e non ho bei ricordi a cui appigliarmi.
Non so cosa sia la disperazione,
ma so cosa vuol dire vederlo morire
e iniziare a vivere.
 
Tu, ragazza che piangi,
sei fortunata ad aver perso
qualcosa che io non ho mai avuto.
Io piangerò con te, quando mi racconterai
che ti voleva bene.
 
Una lapide è solo una lapide
e io la guardo, lapidaria;
da un anno sta lì, spoglia,
com’era spoglio il cuore del suo proprietario.
 
 
   
 
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