Sulla tomba del
padre
Ho visto una ragazza
che piangeva sulla tomba del padre;
con le dita accarezzate da petali chiari,
rammentava bei momenti trascorsi insieme,
raccontava aneddoti, rideva tra le lacrime
e le sembrava di sentire ancora le carezze
di quelle mani, sangue del suo sangue.
Anche a me pizzicano gli occhi, sai?
La guardo e non mi ci rivedo,
non mi rispecchio.
La tomba di mio padre
non conosce il segno delle lacrime,
e in fondo cosa c’è da piangere?
Non ho mai ricevuto quelle carezze,
non so cosa vuol dire essere amata
e amare il proprio padre,
non sento l’assenza
e non ho bei ricordi a cui appigliarmi.
Non so cosa sia la disperazione,
ma so cosa vuol dire vederlo morire
e iniziare a vivere.
Tu, ragazza che piangi,
sei fortunata ad aver perso
qualcosa che io non ho mai avuto.
Io piangerò con te, quando mi racconterai
che ti voleva bene.
Una lapide è solo una lapide
e io la guardo, lapidaria;
da un anno sta lì, spoglia,
com’era spoglio il cuore del suo proprietario.