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Autore: IlCorvOscuro    16/08/2019    0 recensioni
"Molte volte è meglio restare lontani dalla verità, restare indifferenti e ingenui;
ma sarebbe impossibile, dato che la conoscenza è ciò che l'uomo brama da tempo."
Correva l'anno V del Re Rurom, quando iniziò il tutto. A quel tempo ero solo un umile orfano, sopravvissuto -Per fortuna o per miracolo?- all'incendio che incenerì la mia famiglia.
Da allora la vendetta mi marchiò l'animo in modo rovente.
Ma mai avrei immaginato che intraprendendo quel sentiero avrei lasciato dietro di me una scia così scarlatta.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I
 


Una freccia sibilava silenziosa attraverso il bosco.
Continuava a spezzare il vento prima di trafiggere l’occhio di uno scoiattolo, appoggiato su un ramo di un albero.
Gli trapassò la testa, trasportando il cadavere fino al primo tronco sul tragitto.
La freccia, insieme all’animale ormai morto, si conficcarono nella corteccia.
Un esile figura incappucciata, segue il percorso compiuto dalla saetta, raggiungendo l’albero.
Liberò l’animale estraendo il dardo.
Sorrise mentre posava la freccia nella faretra, per poi legare la preda con una corda e caricarsela in spalla.
Iniziò a camminare verso nord, seguendo un sentiero ormai nascosto dalla natura.
Arrivò davanti a una casetta rovinata dal tempo. L’edera dominava i muri in pietra, coprendo la roccia con il suo verde.
Dei grandi sassi formavano una stradina verso la porta.
L’odore pungente di menta riempiva quel piccolo spazio, confondendosi con una leggera fragranza di timo. Pochi raggi filtravano dentro l’abitazione, grazie a una finestrella posta accanto alla porta in legno di quercia.
La figura iniziò ad avanzare con passi lenti e sicuri, come per bearsi di quel profumo emanato dalle piantine selvatiche.
Una leggera brezza gli fece ondeggiare il mantello e la preda con esso. Volse uno sguardo verso il sole tramontante, prima di rivolgere la sua attenzione verso la porta.
Senza indugio l’aprì, venendo subito accolto da una stanza grigia e cupa illuminata da un focolare alla sua destra.
A bearsi del calore, un’anziana donna troneggiava su una sedia.
-Attendevo il tuo ritorno, Gabriel.- parlò con voce rauca la vecchia.
-Perdonate il ritardo Madame Adria.- rispose il ragazzo, avvicinandosi al tavolo alla sua sinistra.
La donna soffocò una risatina. La sua veste rossa risultava ancora più scarlatta per via della vicinanza alle fiamme.
-Il sole non è del tutto sparito.-
Il ragazzo si calò il cappuccio rivelando il suo volto pallido, incupito dai lunghi capelli neri, raccolti all’indietro,  che donavano al giovane un’ aria misteriosa e affranta.
Al contrario i suoi occhi rallegravano il viso, rendendolo quasi angelico.
L’occhio destro era di un azzurro limpido e profondo, mentre il sinistro era dorato.
Il “Mare” e il “Sole” così tendeva a chiamarli Adria.
Poggiò la cacciagione sul tavolo , prima di privarsi del mantello e delle armi.
-Figliolo com’è il tempo fuori?- chiese l’anziana.
Il ragazzo respirò profondamente nell’udire quella domanda.
-La primavera sta tornando. Per un po’ potremo dimenticarci del freddo dell’inverno- Gli rispose, iniziando a pulire l’animale. –Sapete, non appena sbocceranno le primule glie le porterò. Infondo sono le vostre preferite.-
La donne sorrise nell’udire quelle parole, prima di essere scossa da un colpo di tosse.
-Gabriel, non penso che rivedrò i fiori rinascere quest’anno.-
Il ragazzo si fermò un istante per pensare a cosa rispondere, ma oltre a mere consolazione che gli aveva detto più e più volte ripetuto, nient’altro giunse alla sua mente.
Sospirò affranto dalla realtà.
La conversazione cadde lì. Il ragazzo ricominciò a ripulire l’animale in religioso silenzio, mentre la donna continuò a bearsi del fuoco, venendo qualche volta disturbata da qualche colpo di tosse.
Dopo la consumazione della cena, Gabriel rimase seduto affianco a Adria.
-Ho un favore da chiederti.- proferì la vecchia.
Il corvino si voltò a guardarla,  concentrandosi sulle parole dell’anziana.
-Domani dovresti recarti al villaggio, ho terminato l’intruglio di erbe.-
Gabriel annuì, continuando a fissare il volto della donna ormai rovinato dalle profonde rughe, tornando a riflettere come in soli sei anni sia invecchiata così in fretta.
La malattia e il tempo non erano stati clementi con lei.
-Cosa ricordi di quella notte ragazzo?-
-Nulla se non il rosso del fuoco che mi circondava.-
Il silenzio tornò prepotente in quella stanza, ma Gabriel non aveva intenzione di abbandonare il discorso.
-Secondo lei, qualcun altro, oltre me, è sopravvissuto a quell’incendio?-
Il volto di Adria’incupì improvvisamente.
-Forse mio padre è ancora vivo, forse c’è ancora speranza.- dichiarò il corvino alzandosi di scatto dalla sedia.
-Gabriel…-
­-Adria lui non era a casa quel giorno, quindi forse mi starà cercando, forse…-
Il ragazzo continuò euforico, prima di essere zittito da un violento  colpo di tosse proveniente dalla donna.
-Stammi a sentire ragazzo, come hai detto tu, di quella sera non ricordi nulla. Quindi tuo padre poteva essere uno dei corpi carbonizzati che i soldati sono riusciti ad estrarre dalle macerie.- disse la donna vestita di rosso. Il suo tono era carico di ansia e rabbia. –Gabriel non immischiarti, lascia le cose così come stanno. E’ meglio per me, per te e per tutti gli altri…-
Stava per continuare prima di venir interrotta da degli attacchi di tosse.
Il corvino corse a prendergli dell’acqua. Adria bevve a sorsi lenti, mentre Gabriel le metteva una mano sulla spalla.
-Le chiedo umilmente venia.- sussurrò sincero il ragazzo.
L’anziana lo squadrò per bene, prima di accettare le scuse con un cenno del capo.
L’arciere si diresse in camera.
Quella notte non ci furono sogni o riposi, soltanto meri pensieri su ciò che Adria conosceva più di lui.
 



Angolo dell’Autrice.
Come procede quest’afosa estate? Lo ammetto, scrivere con questo caldo non è il massimo ma per voi questo e altro.
Spero stiate passando una gioiosa estate (più divertente della mia lol)
Inoltre i pareri, le critiche o i consigli sono sempre ben accetti.
Buona serata, Baci D.
  
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