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Autore: Niser    17/08/2019    1 recensioni
Il Pensatore prende coscienza di sé nel nulla. Questo è un essere costituito da puro pensiero e non conosce né la propria identità né il proprio passato, ammesso sia mai esistito. Sarà insieme a una pallina di luce che il Pensatore, grazie alla propria incommensurabile curiosità, inizia ad interrogarsi e a ragionare sui princìpi che regolano il mondo in cui vive, scoprendo anche le meravigliose potenzialità del suo stesso pensiero.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La piccola pallina, che aveva ormai assunto il nome Luce, non dialogava da un po’ con il Pensatore. Lo aveva visto profondamente assorto nei suoi pensieri e desiderava non interromperlo, così aveva anch’egli trascorso del tempo in riflessione. Pensava al suo creatore: continuava a chiedersi cosa lui effettivamente fosse, dal momento in cui era stato in grado di vederlo e percepirlo questa curiosità non gli era ancora del tutto passata.
Adorava il Pensatore. Ammirava il modo in cui costruiva i suoi pensieri ed esponeva lui le proprie idee, inoltre nei suoi confronti si era sempre comportato con gentilezza e premura.
“Bisogna essere gentili e cordiali con tutti! Anche se questi tutti siamo solo noi due!”
Glielo ripeteva spesso, e il più delle volte seguiva anche una forte risata. Il Pensatore teneva che certe cose fossero sempre chiare ma Luce mai capiva fino in fondo cosa volesse dire con quelle parole.
Poco importava, era felice per come andavano le cose. In realtà non si curò tanto nemmeno di cosa fosse lui stesso. Sapeva di essere di forma tonda ma non capiva come fosse possibile. La luce da lui stesso emanata si comportava differentemente da quella che lo costituiva, di certo la prima tra queste non andava ad assumere alcuna forma.
Aveva modo di comunicare e di osservare, proprio come il suo creatore. Era in grado come lui di pensare ma di certo lo faceva in modo diverso, non solo per quanto riguardava il modificare la realtà ma anche per il modo stesso di ragionare. Il Pensatore era effettivamente in grado di trovare risposta a quasi tutte le domande che si ponevano. Ebbe l’impulso di andare da lui a porgli altri quesiti ma nuovamente decise di non volerlo disturbare.
Si concentrò su altro. “Altro…” Non c’era niente a parte loro due. “Ma quindi cos’è il nulla?” Luce si poneva ancora tante domande senza risposta, aveva già deciso che quelle più difficili e interessanti le avrebbe proposte, anche perché non desiderava altro che rivedere il suo creatore di nuovo all’opera.
Ma era ancora costretto alla solitudine, così osservò il nulla.
“Ma come dovrei osservare qualcosa che non c’è?” Nonostante queste domande gli venissero spontanee continuò con decisione ciò che aveva iniziato, senza effettivamente sapere se avrebbe potuto concludere qualcosa.
«Io sono di forma tonda, e tutte le altre forme esistono comunque… Ma devono ancora avere una “realizzazione”. È anche vero che ci sono sempre quelle del Pensatore. Lui si è fatto delle mani, quelle sì che sono particolari…»
Luce per un attimo aveva avuto un pensiero particolare. Uno di quelli che secondo lui solo il Pensatore era in grado di elaborare.
Cercò di aggrapparsi con tutte le forze a quella piccola idea. Era come una minuscola scintilla che alla stessa velocità con cui era apparsa era però poi andata via.
Luce scattò.
Sapeva quanto fosse assurdo il solo pensiero di inseguire un’idea, o la sola idea di inseguire un pensiero, ma scattò comunque. Sapeva di non poter perdere un’occasione del genere. Sentiva dentro di sé che l’andare avanti gli avrebbe forse permesso di afferrare ciò per un solo attimo era stato lì.
Non sapeva se questo avrebbe portato a nuove conoscenze, ma valeva comunque la pena tentare, inoltre il pensiero e il ragionamento erano le cose che più erano in grado di farlo sentire vicino al Pensatore e capaci di farlo sentire bene.
Si fermò.
Gli era venuto in mente pensando alle forme e alle stesse mani del Pensatore. Non si trattava del chiedersi cosa fosse esattamente quel qualcosa che lo rendeva tangibile e visibile, a quella domanda avevano già trovato una risposta accettabile tempo addietro. Si trattava invece di un’altra domanda che all’inizio poteva davvero sembrare banale: Luce si stava chiedendo cosa fosse lo spazio.
Guardò il Pensatore, lì in lontananza ancora assorto.
“Effettivamente adesso siamo distanti. Ma per essere distanti vuol dire che c’è qualcosa tra noi che ci separa… Oppure no?” Luce girava lentamente su sé stesso cercando di vedere qualcosa che evidentemente non poteva essere visto.
“Il fatto stesso che noi esistiamo, che possiamo entrare in contatto in tanti modi possibili e che possiamo dare una misura a tutto ciò… Questo vuol dire che c’è qualcosa di più? E se ancora oltre a noi due non esiste nient’altro… È davvero possibile che in questo momento tra me e il Pensatore ci sia proprio il nulla, che di fatto non dovrebbe essere una forma di esistenza? Tutto ciò che “c’è” attorno a noi quindi esiste per il solo fatto che noi possiamo attraversarlo…?” Ripensò a una delle ultime discussioni che avevano avuto, riguardante proprio il nulla. Osservò ancora quel solo essere oltre lui capace di esistere, le mani non c’erano.
“Possono apparire e sparire a seconda delle necessità. Quando non deve comunicare qualcosa di così importante semplicemente non ci sono… Ma come può funzionare una cosa del genere? Esistono ma al contempo non esistono?
Di certo saperlo ci aiuterebbe a capire qualcosa di più su come funziona questo mondo… Il mondo...! Tutto si riduce a questo. Adesso l’unica cosa da fare è chiedere a lui. Lui pensa sempre a tutto.”
Luce sentiva in sé una sorta di eccitazione per tutti ragionamenti che si era posto da solo e che avrebbe discusso con il Pensatore. Si diresse verso di lui a gran velocità.
«Pensatore!»
Il Pensatore ebbe un leggero sussulto e si girò con calma verso Luce, questo si avvicinava sempre di più.
“Ci vuole la giusta domanda…!”
«Pensatore! Spiegami…!»
Erano ormai uno di fronte all’altro.
 «Cos’è il mondo?»
 
Un attimo di silenzio. Poi, improvvisamente, tutto cambiò.
 
Dunque…
Le nostre scoperte stanno andando molto bene direi. Ma in realtà quanto è giusto definirle scoperte? Io stesso credo di essere colui che sa già tutto quel che può essere appreso… Eppure mi ritrovo a non sapere nulla.
Procediamo con ordine. L’esistenza è ancora un mistero. Lo spazio stesso è qualcosa di complesso e che deve essere analizzato. Da quando esisto io il nulla ha smesso di essere la cosa predominante nell’esistenza.
Ma rimaniamo sempre lì.
Cos’è l’esistenza?
Sono certo di questo legame che esiste con lo spazio. Lo spazio presumibilmente si è venuto a formare con la mia apparizione e può trovarsi in due stadi diversi: il primo stadio si ha quando questo è vuoto. Il secondo invece è quando smette di esserlo e quindi io o Luce lo occupiamo.
Con il nulla però funziona in modo diverso. Sono certo che finché esistiamo lo spazio occupato dalla nostra esistenza non può essere preso dal nulla.
Oh, Luce. Gli chiederò poi dove sta andando così velocemente…
Ah, anche adesso si è parlato di un dove. Ma il dove non può esistere dove c’è il nulla…
Un dove può esistere perché esistiamo noi due. E soprattutto esiste perché c’è un momento in cui descriviamo una certa posizione e un altro momento dove invece ne descriviamo un’altra.
Ma certo! Il tempo!
Dove esiste qualcosa, e di conseguenza quindi anche lo spazio, esiste sicuramente pure il tempo. Inoltre di questo ne abbiamo la certezza perché siamo in grado di dire “ora”, “prima” e “dopo”.
Rimane il problema della natura del nulla. Il nulla dovrebbe ancora esistere, ma non è affatto fermo.
Che possa riempire gli spazi vuoti? Ma questo significherebbe che al nostro passaggio questi spazi debbano tornare ad essere pieni… e di certo uno spazio non può essere occupato da uno di noi e al contempo essere preso dal nulla.
Sono sicuro ci sia qualcosa che mi sfugge.
Le cose funzionano perché funzionano, ma io voglio capirne il vero motivo.
Ciò che è concreto siamo io e Luce. Lo spazio è concreto? Il nulla è concreto? No. Per definizione, decisa da me stesso, il nulla è davvero il nulla. Ma allora in che modo sembra anch’esso poter avere un’esistenza?
Pensavo di avere un certo potere decisionale su ciò che è o non è il mondo…
Nonostante io abbia deciso certe caratteristiche sembra che alcune di queste esistano e interagiscano senza tenere conto del mio volere…
Che meraviglia, non avrei mai immaginato che tutto questo potesse essere così affascinante.
Inoltre il ricordo è ciò che ci permette di riconoscere un momento passato rispetto all’attuale. Io potrei anche essere esistito da molto più tempo senza però averne memoria, ammesso sia così non credo però ci sia modo di scoprirlo.
È chiaro come sia tutto collegato. Devo scoprire un tassello alla volta e andare avanti. Fermarsi sarebbe solo da sciocchi.
Questo è un altro esempio, la sciocchezza. È senz’altro un'altra cosa “brutta”, ne dovrò discutere con Luce. Ancora una conferma che ci sono cose che esistono già ma di cui non ne abbiamo consapevolezza. E sono certo che la risposta che sto cercando adesso si trova sicuramente in questo punto.
Mi manca qualcosa… La giusta intuizione… Anche solo capire i legami e il funzionamento tra il nulla e l’esistenza mi porterebbe avanti…
«Pensatore!»
Mm? Ecco Luce.
«Pensatore! Spiegami…!»
Sentiamo cosa ha da dire.
 «Cos’è il mondo?»
...!
Ma certo…
Doveva necessariamente essere così.
Ti ringrazio Luce.
Il nulla esiste già. Dunque era proprio il mondo….
Essendo il nulla in realtà il tutto… Anche il tutto esiste già.
 
E il tutto ebbe una concretizzazione.
   
 
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