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Autore: Mave    17/08/2019    1 recensioni
Amy è intraprendente e testarda, Colin è riflessivo e in cerca di sé stesso, Ephram è ironico e arguto, Laynie è spigolosa e frizzante, Bright è esuberante ma profondo, Hanna è insicura e sognatrice.
Sei personalità diverse, sei amici, sei ragazzi che crescono ad Everwood...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era una limpida serata di fine estate accompagnata dai grilli in lontananza e dal frinire delle cicale in sottofondo e niente avrebbe conciliato quella pace più di un buon libro tra le mani.

Il Dottor Brown, tuttavia, stava studiano la cartella clinica di un suo paziente e cercava di resistere alla tentazione di rubare un altro biscotto alla cannella dalla ciotola in cui Delia si stava servendo abbondantemente.

La bambina, in panciolle sul divano, si sbriciolava addosso quelle piccole delizie con cui la viziava Nina e rideva guardando i cartoni animati alla tv.

La quiete della sera venne bruscamente interrotta quando Ephram annunciò il suo ritorno sbattendo pesantemente la porta.

“Ehi giornata storta?”

Suo padre alzò gli occhi dai fogli che stava leggendo, inarcando un sopracciglio.

“Incontro ravvicinato con la mentalità ottusa di questo posto e con l’arroganza di certa gente di credersi i padroni del loro piccolo mondo!”

Replicò tra i denti il ragazzo, buttandosi a peso morto sul divano accanto alla sorella; la quale non perse occasione per punzecchiarlo tentando di indovinare il motivo di quel malumore.

“Scommetto dieci dollari che qualcuno è arrivato in edicola prima di te e ti ha portato via il tuo tesoro!”

“Ti devo dieci dollari, piccola! Già…Qualcuno che non conosce nemmeno la differenza tra un manga e un fumetto e che riesce benissimo a rovinarmi la vita da quando papà ci ha trascinati tra queste sperdute montagne!”

“Non eravate diventati amici?”

Andy ignorò volutamene quella sottile stilettata, ben consapevole contro chi fossero rivolte le ire di Ephram.

“Papà due rivali in amore non potranno mai essere amici!”

La saggezza di Delia era quasi comica ma i due uomini Brown non avevano nessuna voglia di ridere ben sapendo che il discorso stava per addentrarsi in un territorio più arduo.

“Amy non ha nulla a che vedere con questa storia. Insomma, il golden boy mi ha quasi rotto un braccio e non ho mai sentito delle scuse da parte sua!”

Andy si massaggiò la barba, meditabondo. Poi si rivolse al figlio in un tono a metà tra il rimprovero e la comprensione.

“Quel ragazzo è passato attraverso l’inferno negli ultimi due anni, Ephram!”

Ephram rubò un biscotto dalla ciotola e iniziò a sbocconcellarlo.

“Lo so ma questo non gli dà il diritto di fare il bello e il cattivo tempo su quasi tutti i cittadini di Everwood. Tanto di rispetto per come ne è venuto fuori ma tutti noi abbiamo conosciuto dei dolori nelle nostre vite…”

Gli sguardi di tutti e tre si posarono sulla foto adagiata sulla mensola del camino che ritraeva una sorridente Julia.

“È vero, ma Colin ha sperimentato tanta sofferenza negli ultimi due anni quanta, probabilmente, la maggior parte di noi non conosce in una vita intera!”

Il figlio abbassò lo sguardo disposto a concedere al rivale qualche attenuante.

“Se davvero è stato lui a comprare il tuo manga, magari lo avrà fatto per una buona ragione!”

“Si. Per umiliarmi!”


Una volta che Ephram si fu ritirato ad ascoltare musica in camera sua, Andy e Delia tornarono alle loro occupazioni serali.

Dopo una buona manciata di minuti fu una scampanellata che echeggiò nell’aria ad interromperli nuovamente. La bambina balzò in piedi contenta, pensando che forse era Nina che portava a casa loro Sam perché giocassero insieme.

“Apro io!”

Corse alla porta ma restò esitante e sbalordita a fissare l’inatteso ospite più del dovuto.

“Ciao piccola. Posso entrare soltanto un minuto?”

Il ragazzo aveva un sorriso gentile che la confondeva non tanto per il giudizio negativo che Ephram aveva su di lui quanto per il fatto che fosse il miglior amico di Bright Abbott!

“Allora Delia, chi è?”

La porta socchiusa e il Dottor Brown inquadrò quel volto ora fattosi teso ed esitante.

“Colin!”

“Salve Dottor Brown!”

“Va tutto bene?”

Il ragazzo non poté fare a meno di sorridere per quella domanda ormai diventata un’abitudine e per quei modi paterni.

“Si, sto bene grazie. In realtà cercavo Ephram!”

“Accomodati. Lo faccio scendere subito…Intanto io e Delia andiamo a mettere il pigiama!”

“Buonanotte allora. Buonanotte Delia!”


Rimasto da solo, Colin evitò accuratamente anche solo di indugiare su quella poltrona alla quale erano legati brutti ricordi. Invece si ritrovò a curiosare sull’arredamento fino a soffermarsi sulle foto disposte in bell’ordine.

Furono due colpi di tosse con cui qualcuno si schiariva la voce alle sue spalle, a farlo trasalire. Era stato il modo di Ephram per annunciare la sua presenza.

“Mi dispiace, non volevo curiosare!”

Si affrettò a giustificarsi Colin, con una nota d’imbarazzo.

“Non dispiacerti, le foto stanno lì per essere guardate!”

L’ospite sorrise amaramente e poi si sbottonò in una confessione inaspettata.

“C’è stato un periodo della mia vita in cui odiavo gli album pieni di fotografie più di qualsiasi altra cosa!”

“Deve essere stato il periodo in cui ti eri trasformato in Shiva il distruttore!”

Ephram non era riuscito a tenere a freno la lingua e si rese conto di aver esagerato non appena Colin abbassò lo sguardo, mortificato.

“Scusa tu, adesso!”

“È tua madre?”

Chiese invece l’altro, evitando di creare altre tensioni, additando la donna sorridente immortalata per l’eternità. Ephram annuì.

“Era molto bella. Hai i suoi stessi occhi!”

“Allora cosa vuoi?” Chiese bruscamente Ephram per non intristirsi ulteriormente ad ogni eventuale altro accenno alla madre e anche per soddisfare la sua curiosità su quella visita. Colin tirò fuori dalla giacca la copia del manga.

“Ho sentito parlare di questo Yamuko, dell’antico popolo dei triclopi e mi è parso curioso che il signor Mac Bride ne avesse una sola copia del primo volume nella sua edicola…Allora ho pensato che una raccolta di manga senza l’episodio madre deve essere come quando arrivi al cinema all’inizio del secondo tempo di un film. Per quanto possa essere bello, non lo capirai mai completamente!”

Ephram era arguto e non ci mise molto a capire che quella era una metafora con cui Colin descriveva anche la sua situazione: probabilmente si era sentito così quando si era risvegliato dal coma senza ricordi.

“Dunque hai deciso che oggi era il giorno giusto per appassionarti a Sazan Eyes?”

Chiese con sarcasmo ricevendo per risposta una risata.

“No, io sono più tipo da Batman e da supereroi americani. Ho ritirato il manga al posto tuo…”

“Che pensiero carino! Cos’è un bottino di guerra che vieni a sventolare sotto il naso del nemico sconfitto?”

Quell’ironia tagliente non riusciva a scalfire la pazienza di Colin che, anzi lo contraddisse seraficamente.

“Non siamo in guerra. Volevo che questo fosse un mio regalo, un regalo di scuse!”

Il giovane pianista incrociò le braccia e aspettò che lui continuasse.

“In passato ci sono state diverse tensioni tra di noi e alcuni miei comportamenti non possono essere giustificati dal fatto che io fossi malato. Amy ha ragione: sei stato un buon amico. Non che abbia più una memoria di ferro ma…Credo di non averti mai chiesto scusa per l’incidente di quella sera fuori dal Mama ‘s Joy! Allora le accetti queste scuse, anche se arrivano con imperdonabile ritardo?”

Nella mente di Ephram scorrevano veloci tutti gli eventi che si erano abbattuti su tutti loro dopo quella drammatica sera. Il Dottor Brown aveva ragione: quel ragazzo aveva dovuto affrontare prove difficilissime per chiunque!

Alla fine si ritrovò a sorridere e a tendere la mano a Colin.

“Se ho potuto perdonare a mio padre un ritardo di sedici anni, perché non dovrei dare un’altra occasione anche a te? Mettiamoci una bella pietra sopra!” Si strinsero la mano per suggellare quel patto e si sorrisero. Forse la loro amicizia meritava davvero una seconda occasione.

   
 
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