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Autore: Little_GirlMoon005    20/08/2019    4 recensioni
''Beh, dev'essere per forza... sbagliato, uhm-''
''Crawley.'' si presentò infine il serpente. ''...Crawley,'' l'Angelo ripetè il suo nome, e il demone notò di come suonasse bene in quella voce angelica.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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It start with a garden





Che sapore aveva la vendetta? Era dolce a fior di labbra, ma tremendamente amara una volta scesa in gola.
Era come uccidere un serpente perchè ti ha morso, ma la ferita non guariva. Crawley sentiva che Dio gli aveva fatto un torto, e voleva ripagarlo con la stessa moneta. Voleva farlo sentire impotente, fargli provare quel senso di frastornamento che colpisce chi non ha più il controllo della situazione.

E l'aveva fatto. Aveva rovinato il suo deli
zioso Paradiso Terrestre e macchiato di peccato Adamo ed Eva, che si erano subiti l'ira di Dio. A Crawley era piaciuto tutto questo.
Si era sentito incontrastabile per pochi attimi, e poi era rimasto di nuovo solo con quella sensazione di impotenza, sentendosi più vuoto di quanto lo fosse già. Ma quel che fatto era fatto, lui aveva compiuto solo il suo lavoro.

Uscì fuori dall'erba alta strisciando quasi pesantemente verso le mura di pietra che circondavano tutto il Giardino.
Il serpente si trascinò su, scorgendo una figura angelica dalle vesti bianche e i ricami d'orati.
Crawley si concesse qualche istante per osservarlo meglio, con le pupille dilatate; era la guardia poco sveglia di prima. I suoi occhi erano più grandi e più azzurri, il suo incarnato più liscio, le guance più rosee e i capelli d'orati.

Crawley si era ormai convinto che gli Angeli fossero tutti uguali; sempre rigidi, composti, e dalle facce perennemente di bronzo, invece questa guardia poco sveglia emanava qualcosa di diverso. Crawley gli passò accanto, riprendendo le forme umane sotto il suo sguardo angelico.

''Questo si, che è stato proprio un bel fiasco.'' sussurrò il serpente più a se stesso che al suo interlocutore. L'Angelo infatti lo guardò interrogativo. ''Scusa, cosa stavi dicendo?''
Crawley alzò gli occhi al cielo, non gli piaceva ripetere le cose. ''Dicevo,'' si voltò verso di lui. ''questo... è stato proprio un bel fiasco.'' ripetè, lo vide annuire. ''Ah. Si.''

Ci fu una leggera folata di vento che fece da carezza ai due esseri celestiali. Crawley chiuse per un attimo gli occhi, beandosi della freschezza tra le piume nere. Laggiù non c'era un aria così pulita e fresca.

''Secondo me, è stata una reazione fin troppo eccessiva.'' con quella frase si era beccato uno sguardo quasi incredulo da parte dell'Angelo che subito tentò di scacciare, ma lui se ne accorse. ''Non capisco... cosa ci sia di sbagliato nel conoscere la differenza tra il bene e il male.'' disse Crawley, più serio di quanto volesse apparire.
Lasciò che l'Angelo riprendesse la parola, anche perchè... sentiva di poterci avere tranquillamente uno 'scambio d'opinioni.'

''Beh, dev'essere per forza... sbagliato, uhm-''
''Crawley.'' si presentò infine il serpente.
''...Crawley,'' l'Angelo ripetè il suo nome, e il demone si accorse di come suonasse bene in quella voce angelica. ''uhm, altrimenti... non li avresti indotti alla tentazione.'' concluse la guardia
 un po' turbato.

Crawley alzò le spalle e, scuotendo leggermente il capo, semplicemente disse, ''Mmh, mi hanno solo detto ''sali e combina qualche casino.''
''Sei un Demone, è quello che fai.'' disse l'Angelo, col tono di qualcuno che diceva qualcosa di ovvio e scontato. Crawley non avrebbe dovuto offendersi, ma il modo in cui lo disse...

Stupido Angelo...

''Però ammettilo, non è stata una mossa intelligente.'' affermò Crawley. ''Insomma, mettere un Albero con sopra scritto NON TOCCARE, mmh, perchè non metterlo sulla cima di una montagna, o sulla Luna?'' durante quel monologo gli occhi dell'Angelo si alzarono più volte al cielo, per cercare un piccolo aiuto da Lassù per uscire da quella conversazione strana, interessante, sì, ma comunque strana. Poteva capire il pensiero del demone, ma condividerlo...

''Viene da chiedersi quale sia il Suo vero piano-''
''Meglio non fare troppe ipotesi. Fa parte del Grande Piano e non dovremmo fare speculazioni.
'' disse l'Angelo, mentre il demone faceva ciondolare un poco il capo a destra e a sinistra, non sembrava dare peso alle parole della guardia. ''E' Ineffabile.''
Crawley si lasciò scappare una risatina aspra. ''Ineffabile...'' sputò quella parola quasi con veleno.
''Si, esattamente.'' ripetè l'Angelo.

''E' al di la' della nostra comprensione
, va' al di fuori della nostra portata, e incapace di essere omesso a parole...''
Ma a Crawley quelle parole sembravano un eco lontano, perchè il suo sguardo puntato sull'Angelo era sceso verso il basso, notando che... c'era qualcosa che non andava. Un piccolo dettaglio che prima gli era saltato all'occhio, di sfuggita, ma che non gli aveva dato molto peso. Con le sopracciglia aggrottate, all'improvviso Crawley chiese;

''Ma non avevi una spada di fuoco?''

All'improvviso, il silenzio. Il bel viso dell'Angelo, colto alla sprovvista, si dipinse di un espressione colpevole.
''Ce l'avevi! Si accendeva come niente, che fine ha fatto?'' chiese il demone.
I bei occhi dell'Angelo puntarono verso il basso, tentava di ribattere ma ne uscì solo qualche balbettio confuso.
''Oh, l'hai già persa, vero?'' insistette.
Questa volta l'Angelo rimase in silenzio, rigirandosi i pollici. Il demone decise di rimanere zitto, e di non andare avanti con quel discorso.

Va bene, stupido Angelo poco sveglio, tieniti pure i tuoi segreti-
''L'ho data via...''
Il capo di Crawley scattò veloce nella sua direzione, facendo muovere la chioma rossa a quel movimento improvviso. ''Tu, cosa?''
''L'ho data via!'' esclamò l'Angelo, con aria stizzata e desolata insieme. Il demone invece lo stava fissando con aria sorpresa... e rapita.

''Ci sono animali pericolosi, la tempesta sta per arrivare... e lei è anche incinta...!''

Crawley non si accorse che i suoi occhi si erano spalancati, le iridi verticali talmente dilatate che per la prima volta sembravano quasi rotonde, di avere un'espressione ridicola, e un sorrisetto quasi da ebete. Il fatto che un Angelo avesse disubidito ai Suoi ordini gli stava facendo perdere la testa, le sue ali tremarono un poco, eccitate, senza che lui volesse.

''Così ho detto, 'ehi, eccovi, una spada di fuoco. Non ringraziatemi, e sparite prima del tramonto,'
Lo trovava un gesto sciocco, stupido, rischioso, ma anche trasgressivo, e per questo... tremendamente affascinante agli occhi di Crawley.

Cercò di darsi un contegno, di trattenere le sue ali, cacciò l'aria che incosciamente aveva trattenuto per tutto quel tempo, mentre una nuova sensazione si faceva strada dentro di lui, e ancora non riusciva a smettere di sorridere. Non sapeva cosa fosse... cosa stesse sentendo.

Una smorfia preoccupata velò il viso dell'Angelo. ''Io... spero di non aver fatto la cosa sbagliata.''
''Oh, sei un Angelo, non puoi fare la cosa sbagliata.'' replicò Crawley con evidente sarcasmo che però l'altro non colse. Infatti sospirò sollevato e gli sorrise, non uno di quelli finti, falsi, enigmatici. Uno di quelli veri, sinceri e privi di malizia, e Crawley era sicuro di non aver mai visto un altro angelo sorridere in quel modo. ''Oh, grazie, grazie!'' disse con entusiasmo l'Angelo, calmatosi un poco. ''Mi stavo preoccupando.''

Per un po' entrambi fissarono davanti a se', in lontananza tremava la fiamma accessa della spada che, ora, Adamo stava sferrando contro una belva per proteggere la sua amata.
''Anche io lo sarei...'' sussurrò Crawley, ''il fatto è...'' si interruppe, indeciso se aprire confidenza con quello strano Angelo. ''Il fatto è che anch'io sto continuando a chiedermi se la faccenda della mela fosse una... cosa giusta. Uno come me rischia di cacciarsi nei guai... se fa la cosa giusta.''

Un pensiero parecchio esilarante sfiorò la mente del demone, ''Sarebbe... divertente se avessimo sbagliato entrambi, sai? Se io avessi fatto la cosa giusta e tu quella sbagliata.'' rise di gusto davanti alla faccia sconvolta e, leggermente rossa per l'imbarazzo, dell'Angelo. ''No! No, non sarebbe... divertente!''
Crawley smise di ridere, fingendosi offeso dall'esclamazione della guardia, volgendo lo sguardo dall'altra parte.

In lontananza si udirono i tuoni accompagnati da nuvole nere come la pece, e le prime gocce iniziarono a cadere. Crawley sussultò sentendo la prima goccia cadere sul suo viso, poi un'altra, un'altra, e un'altra, e... poi niente. Vide un ombra sopra la sua testa e, alzando lo sguardo, vide che l'Angelo lo stava riparando con una delle sue ali bianche. Il demone volse il capo verso la sua nemesi, piacevolmente colpito.

Perchè sorprendersi per quel gesto? Lui era un Angelo, provare empatia verso il prossimo era totalmente nella norma, eppure per un istante, solo per un istante, Crawley sperava che l'avesse fatto perchè... volesse farlo, e non perchè era scritto nel suo DNA
La pioggia crebbe d'intensità e costrinse Crawley ad avvicinarsi di più all'Angelo e, senza farlo apposta, una delle sue ali sfiorò le vesti candide della guardia. Erano vicinissimi, tanto che le loro spalle si toccavano.

''...Aziraphale.''
''Come?''
L'Angelo si voltò, sorridente, verso colui che avrebbe dovuto essere il suo acerrimo nemico.
''Ho detto, mi chiamo Aziraphale.'' mormorò a voce bassa, dolce come tutti gli Angeli ed allo stesso tempo come nessuno.

Ancora quella sensazione, più intensa che mai, accompagnato da uno strano rumore che era dentro di lui, e allo stesso tempo intorno a lui. Un suono sottile ma percettibile, qualcosa che pulsava contro il suo petto. Un sentimento che, per una creatura dannata come lui, risultava indefinibile, indescrivibile, intraducibile...

Quando era in Paradiso, Crawley aveva domandato se un Angelo potesse amare una creatura più dell'altra.
Dio gli aveva risposto che tutti gli Angeli amano tutte le creature e i loro simili in egual misura, che tutti avevano tanto amore nei loro cuori, diviso equamente tra loro.

Crawley però disse che non meritavano tutti lo stesso amore, siccome gli Angeli erano diversi. Un pensiero che aveva offeso profondamente Dio, il quale rispose che si, sono tutti diversi, ma questo non significava che ce ne fosse uno più meritevole di un altro. Che non ci fosse uno di loro migliore di un altro.

Ma Crawley era convinto che poteva amare qualcuno più di un altro, e viceversa. Lì aveva peccato di Superbia, e aveva dovuto chiedere perdono per tale pensiero.


Ora si chiese se quella guardia poco sveglia, se quell'Angelo, Aziraphale, potesse amare uno come lui più di ogni altra creatura.
Perchè Crawley era sicuro di amare quell'Angelo, il suo opposto, la sua antitesi, più di qualsiasi altra cosa.
In modo... ineffabile.












  
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