Anime & Manga > Altro - anime/manga horror/thriller
Segui la storia  |       
Autore: Harry Fine    22/08/2019    3 recensioni
[Anime/manga fantasy]
Al mondo ci sono tantissimi ragazzi che soffrono. Oppressi dai bulli, soggetti a violenze e che annegano nella loro disperazione. E in cambio tutti loro ottengono qualcosa di molto speciale. Gli Stick. Oggetti venduti da uno strano sito che dona poteri che gli concederanno la loro vendetta. Almeno fino al giorno dell'arrivo di Tempest, il cataclisma che distruggerà e ricostruirà il mondo da zero. Riusciranno i protagonisti a svelare il mistero dietro il sito per maghi prima che ciò accada?
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: OC
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Hana si stava rigirando nel suo letto da ore. Dopo il funerale di Loki e la riunione definitiva del gruppo era subito tornata a casa sua, ignorando come al solito i genitori e barricandosi nella sua stanza per ore.

Non le era piaciuta affatto l'atmosfera nel loro gruppo. Non era più come prima, era tesa e densa, carica di tensione semi smorzata. Ed era tutta colpa sua e di Dimitri se era diventata così.

Era probabile che le morti dei loro compagni avessero contribuito, ma se fossero accadute solo quelle avrebbero lasciato un semplice ricordo amaro, soprattutto a Runa, ma loro due avevano in qualche modo mandato tutto a quel paese.

E quello che avevano detto… erano arrabbiati e sconvolti in quel momento, era vero, ma lei stessa non riusciva a smettere di pensare al modo in cui aveva guardato Midori.

Si era sentita quasi… tradita da lei quando aveva deciso di stare dalla parte di Xsorof, nonostante fosse effettivamente la cosa giusta. E per questo le aveva fatto del male, probabilmente ponendo fine a quella specie di storia che si era creata tra di loro.

Maledisse più volte il suo caratteraccio. Se solo avesse riflettuto invece di accanirsi Su di loro… soprattutto perché non era neanche riuscita a guardarla in faccia in seguito. Si era sentita una vera cretina. Ma doveva trovare una maniera per chiederle scusa decentemente. Voleva che almeno rimanessero amiche come prima. Quel bacio che si erano scambiate era stato qualcosa di magico per lei, ma molto probabilmente aveva mandato tutto all'aria definitivamente col suo comportamento.

Solo che non poteva lasciare le cose come stavano. Doveva parlarci e chiederle scusa. Se poi non l'avesse perdonata, si sarebbe dovuta mettere l'anima in pace.

Fu per questo che uscì, per andarla a cercare, nonostante fosse pomeriggio inoltrato. Non ne era sicura, Ma aveva già un'idea su dove avrebbe potuto trovarla.

Durante le loro varie conversazioni le aveva raccontato che da un po' andava a passeggiare in uno dei parchi principali se si sentiva triste o arrabbiata, e fu proprio lì che si diresse.

La vide quasi subito grazie ai capelli bianchi. Camminava lentamente, la pancia ormai ben visibile sotto la maglia, e da sola, per chissà quale colpo di fortuna. Era la sua occasione. Sperava solo di non rovinare tutto.

《Ciao Midori.》 La salutò, facendole fare un salto per la sorpresa.

《Hana?! Oh, mi hai fatto prendere un colpo. Cosa ci fai qui?》 disse lei appena la vide, guardandola interrogativa.

La ragazza inghiottì pesante. Non era cominciata bene. “Non mandare tutto a rotoli!” si ripeté ancora nella testa. 《Ehm… io ti stavo cercando in realtà.》

《Oh. Come… come mai?》 Disse lei.

La mora prese un bel respiro. 《Vorrei parlarti un attimo. Possiamo sederci?》 Chiese ancora incerta su cosa dire, indicando una panchina lì vicino e sedendosi.

L'altra la seguì un attimo dopo, accarezzando i la pancia. 《In effetti avevo bisogno di una pausa. Mio figlio non la smette di picchiarmi. Anche se a casa di Xsorof non è meglio.》

L'altra abbassò la testa. Questa era la sua occasione. Midori parlava tranquillamente come al solito, ma si vedeva che era a disagio tanto quanto lei. Ma dopotutto non avrebbe dovuto esserne sorpresa.

《Midori, ascolta, mi dispiace molto per tutto quello che ti ho detto l’altra sera. Davvero.》 L'altra si interruppe e abbassò lo sguardo, adombrandosi un po'.

Hana si morse il labbro.《 Lo so che sei molto arrabbiata con me, che probabilmente mi odi per come ti ho trattata dopo la festa. Ma io ti volevo dire che mi dispiace davvero tantissimo per tutto.》

L'albina abbassò ancora lo sguardo. 《Senti Hana… mi fa piacere che tu ti sia scusata, ma non credo che potremo tornare come prima.》 La mora si stava torturando il labbro. 《Tu mi hai confidato i dettagli della tua vita prima di conoscermi e io ho fatto altrettanto. E a quella festa ci siamo baciate e mi sono sentita talmente felice, solo che poi quando Sarah e Mayumi sono morte, io speravo che avrei ricevuto il tuo supporto con Xsorof, ma tu…》

La mora incassò la testa tra le spalle. Era vero. Era stata una vera imbecille. Quella ragazza era sempre stata così gentile con lei. L'aveva Anche aiutata più volte in battaglia e l'aveva consolata quando avevano parlato di Sakura. E lei l'aveva ripagata in quel modo proprio quando le serviva il suo aiuto.

E vedere adesso quel viso con quell'espressione triste faceva Ancora più male, perché era stata lei a farla sentire così.

《Mi dispiace tantissimo, Midori. Ma ti giuro che io a te ci tengo davvero. Anche per me quel bacio è stato bellissimo e speravo che avremmo potuto…》

La ragazza abbassò la testa. 《Mi dispiace tanto, ma non posso. Non dopo tutto quello che è successo. Ti giuro che non lo sto facendo per dispetto o per punirti, anche a me sarebbe piaciuto essere più che amiche. Ma a questo punto non posso più. Ho passato delle esperienze tremende con Subaru. E se adesso dovessi mettermi con te con la paura che potresti reagire ancora così… non ce la farei. Vorrei tanto, ma non posso.》

L'altra annuì con un sorriso sconfortato, ma avrebbe dovuto aspettarselo. Con altri probabilmente sarebbe esplosa di rabbia, però stavolta rimase calma. Dopotutto, era colpa sua, perciò sorrise mesta.

《Tu sei molto probabilmente la persona migliore che conosca. Non avrei mai dovuto trattarti così. Hai sempre avuto il coraggio di andare avanti e mi hai fatto vedere quanto tu potessi essere forte e coraggiosa oltre che gentile. E neanche ho idea di come sia successo così in fretta, ma mi sono innamorata di te. Eppure quando avrei dovuto sostenerti e dimostrare quanto tu contassi, ho fatto l'imbecille. Mi dispiace e capisco. Ma spero almeno che potremo rimanere amiche.》

Midori arrossì violentemente nel sentire quella dichiarazione e, nonostante si fosse rattristata ancora di più, le mise una mano sulla spalla con un sorriso gentile. 《Ma è ovvio che resteremo amiche! Io non voglio punirti o essere crudele Hana, davvero. Ti considero ancora un'amica e una compagna di squadra di cui mi fido e... Anche di più. Dopo che mi hai raccontato quello che è successo a te e Sakura, mi ha fatto piacere che ci fossimo avvicinate così tanto. Semplicemente non potremo mai essere più di questo ormai.》

Le dispiaceva molto doverla rifiutare in quel modo, stare con lei le sarebbe piaciuto molto, ma a quel punto non poteva fare altrimenti. Non avrebbe sopportato un’altra situazione simile a quella con Subaru, anche solo ipoteticamente.

Hana sorrise a sua volta, nonostante sentisse gli occhi pungere un po'. 《Ti ringrazio Midori. Non ti deluderò stavolta, lo prometto.》

Lei annuì, con un altro sorriso, allontanandosi poi lentamente con il cuore più pesante, esattamente come Hana.

 

 

Ma loro due non erano le uniche a sentire quel sentimento di angustia. Dimitri si stava dirigendo verso la casa di Xsorof, dei gemelli e ormai di Midori. Anche lui voleva chiedere scusa, soprattutto a Meito. Anche lui non aveva mancato di darsi del cretino circa una decina di volte per il modo in cui si erano lasciati e voleva rimediare.

Avrebbe dovuto reagire in modo diverso sul momento, ma ormai il danno era fatto e in quel momento pregava sinceramente di non incontrare Mirai.

Era abbastanza chiaro che se lo avesse rivisto a quattr'occhi avrebbe solo assaggiato il suo sarcasmo e i suoi proiettili. Non che gli desse torto, se al posto del corvino ci fosse stata Eva e qualcuno l'avesse trattata in quel modo non avrebbe esitato ad uccidere quell'idiota.

Solo che interruppe la fila di pensieri quando si accorse di essere arrivato davanti alla porta del loro appartamento.

Sperando sinceramente di non ritrovarsi il biondo davanti, suonò il campanello e subito dopo la porta si aprì, mentre la lunga chioma nera del gemello faceva capolino.

《Ah, siete tornati prima del…》 Disse, per poi interrompersi di colpo quando vide chi aveva davanti.

Dimitri salutò nervosamente. 《Ehm… ciao Meito. Io sarei venuto per parlarti. Posso… posso entrare?》

L'altro sembrò svegliarsi ed annuì, portandolo in salotto. 《Xsorof e Mirai sono andati insieme in un bar. E Midori è a fare una passeggiata.》 Spiegò, rispondendo alla muta domanda sull’estremo silenzio che regnava.

Il russo ringraziò un attimo il cielo per quel miracolo. Almeno avrebbe potuto parlare con lui e chiedergli scusa decentemente. Sperava solo che il ragazzo non lo cacciasse a calci.

《Come mai sei qui?》 Chiese il corvino appena si furono seduti sul divano.

《Io… sono venuto a chiederti scusa per tutto quello che ho detto è fatto a te, tuo fratello e Xsorof, ma specialmente con te. Non avrei mai dovuto trattarti così, è solo che… mi sono sentito tradito da te, per quanto stupido possa sembrare.》

《Che vuoi dire?》

Il castano arrossì di colpo. 《Beh… avevo pensato che stessimo iniziando a diventare buoni amici. Mi hai salvato al nostro primo incontro, sei sempre stato così gentile con me e mi stavi simpatico. Solo che poi pensavo che ci aveste detto una bugia, nonostante non fosse colpa vostra se Sarah e Mayumi sono morte, e ho reagito in maniera esagerata. Mi dispiace.》

Il ragazzo si morse il labbro. 《Ascolta, accetto le tue scuse, ma permettimi di chiarire una cosa. Ti giuro che ne io ne i miei amici abbiamo mai voluto ingannarvi sul potere di Xsorof. Avevamo pensato di dirvelo fin da subito, è solo che non c'è stata l'occasione adatta per dirvelo. Insomma… all'inizio ovviamente non vi fidavate di noi, poi avete trovato l'amministratore nel frigo e abbiamo dovuto spiegarvi tutto e così è cominciata la nostra caccia all'amministratore. E tra tutte le varie battaglie non abbiamo mai avuto l'occasione adatta. Perciò avevamo pensato di parlarvene dopo la festa, però…》

《Ascolta… Non sei tu a doverti scusare. Ho fatto io la stupidaggine qui.》

《Si, ma vorrei farti capire che Xsorof non lo ha fatto per imbrogliare nessuno di voi. Lui è una persona estremamente gentile in realtà. Ha aiutato moltissimo me è Mirai. Ci ha letteralmente salvati.》

Dimitri rimase sorpreso. Non se lo sarebbe mai aspettato. Insomma, sapeva che quei tre erano molto legati, ma non immaginava fino a quel punto.

《In che senso?》

Il corvino si limitò a togliere la felpa e spostare i capelli, facendo sgranare gli occhi verdi dell'altro. La sua schiena era ricoperta di vecchie cicatrici di graffi e morsi e soprattutto sulla nuca aveva tatuato un codice a barre.

《Ma… Ma quello…》

《Lo riconosci? Mirai ne ha uno uguale. Sai, io e lui non ricordiamo le facce dei nostri genitori. Non abbiamo idea di chi siano, ma sappiamo che ci hanno venduti ad un giro di prostituzione fin dai nostri tredici anni. Non so perché , forse lo shock ci ha fatto dimenticare tutto. Ma è stata davvero un'esperienza tremenda. Quegli uomini… ci trattavano tutti come oggetti. Ci mettevano le mani addosso… ci facevano le cose più disgustose》 Disse accennando ai graffi e ai morsi. 《Noi eravamo un gruppo di ragazzini, quindi non sapevamo in che modo reagire. Potevamo solo assecondarli. Ho trascorso anni lì dentro e ogni notte era sempre la stessa cosa. Dovevamo ballare per attirare i clienti e lasciare che ci facessero quello che volevano, non importava se erano violenti. È stata una tortura ed è molto probabile che senza Mirai sarei crollato molto tempo fa.》

In effetti ricordava quanto spesso Pensasse al suicidio, quella che pensava essere l'unica via d'uscita. Anche per questo suo fratello si faceva usare di più, dopotutto i suoi capelli biondi e sorriso malizioso attiravano spesso gli uomini. E lui lo aveva fatto solo per proteggerlo.

Dimitri lo stava ascoltando inorridito. 《E… che è successo?》

《Alla fine è diventato qualcosa che sopportavo solo per sopravvivere. Ero praticamente finito in uno stato catatonico. Solo che poi… una sera mi spedirono insieme ad altri ragazzi e ragazze ad intrattenere ad una festa in un'altra parte del Giappone… Senza Mirai. E lì non ho retto più. Ci hanno fatto di tutto e di più per farci impazzire e si sono fermati solo all’Alba, quando tutti eravamo esausti e ci hanno lasciati lì come spazzatura. Proprio in quel momento il sito per maghi mi ha contattato e Mirai è arrivato. Avresti dovuto vederlo, era coperto di sangue da capo a piedi e aveva il suo stick in mano. Mi ha detto di averlo ricevuto da poco e che quando ha scoperto dove mi avevano portato… ha fatto fuori tutti i protettori e i clienti del bordello ed è venuto a prendermi. E quando ha visto che anche io ne avrei ricevuto uno, ha ucciso tutti gli invitati alla festa senza pietà e mi ha detto che saremmo fuggiti lontano.》

Il russo era sempre più sorpreso da quel racconto. I gemelli ne avevano passate quante Midori o Runa. Non se lo sarebbe mai aspettato. A quel punto si sentiva ancora più in colpa. Ma il corvino proseguì.

《Siamo rimasti in strada per varie settimane, usando effettivamente le nostre capacità seduttive e magiche per derubare e uccidere quelli abbastanza stupidi da cascarci… fino a quando Xsorof non ci ha trovato. Mirai lo aveva attirato, ma poi lui si è rivelato un mago come noi. Abbiamo combattuto e quando ci ha battuti lui ha detto che gli stavamo simpatici e ci ha invitati a casa sua. Siamo diventati suoi amici e compagni di caccia e lui e Mirai sono davvero legati da qualcosa di speciale. Per questo ti assicuro che non è cattivo.》

Dimitri si morse il labbro. 《Mi scuso ancora per tutto quello che ho detto e mi dispiace molto per ciò che ti è successo. Ma almeno tu hai sempre avuto tuo fratello a farti forza. Io mia sorella l'ho persa tempo fa. Eravamo ancora in Russia ed era una giornata normalissima. Stavamo andando al centro commerciale, ma poi quel dannato camion è arrivato. Non ho fatto in tempo a tirarla indietro e lei è morta sul colpo. Neanche ho avuto il tempo di rendermene conto che lei non c'era più e non so neanche perché te lo sto dicendo… ma ti ripeto che mi dispiace per tutto e sono davvero contento che tu ti sia aperto con me.》

Il corvino gli poggiò una mano sulla spalla per conforto. 《Senti… se conosco mio fratello lui e Xsorof staranno fuori praticamente tutta la notte. Quindi… ti andrebbe di guardare un film insieme e farci compagnia? Mirai ha una passione per quei film classici…》 disse alzandosi e iniziando a scorrere i titoli.

Dimitri, che si era di colpo sentito arrossire, sgranò gli occhi quando vide il disco che aveva scelto. Dovevano guardare proprio Titanic!? Quel dannato film gli faceva sempre un effetto alquanto sgradito.

《Questo ti va?》

《Ehm… va bene.》 Disse titubante. Non poteva permettere che lui vedesse lo stato in cui lo riduceva quel film. Solo che anche stavolta non potè farne a meno. Si era messo a piangere come una ragazzina, nonostante cercasse di nasconderlo.

《Hey, che ti succede? Stai… piangendo!?》

《Niente… uff. È questo maledetto film! Non posso farne a meno! È sempre così… dannatamente commovente!》

Il corvino lo guardò un attimo, poi scoppiò a ridere di gusto, facendo aumentare il rossore del castano.

《Finiscila! Vuoi ridere? Ti accontento!》 Disse, iniziando a fargli il solletico ovunque, aumentando Ancora le sue risate, fino al punto che, quando si fermarono avevano entrambi il fiatone ed erano davvero vicini. Ad un soffio

《Ehm… vogliamo… riprendere?》 Chiese Meito rosso. L'altro non rispose neanche.

Lo baciò con trasporto, venendo ricambiato molto in fretta, stringendolo a se in un intreccio mentre i loro vestiti venivano buttati a terra con foga. Il russo neanche sapeva perché lo stava facendo. Fino a qual giorno non aveva mai neanche pensato di poter essere attratto da un ragazzo, e forse stavano bruciando le tappe in quel modo, ma non riusciva a staccarsi.

Sentiva le sue labbra e il suo profumo ovunque, i lunghi capelli soffici sulla sua pelle calda e un piacere incredibile… e voleva continuare ancora e ancora.

Si fermarono solo ore dopo, quando crollarono entrambi esausti su quello stesso divano, con dei sorrisi soddisfatti sulle labbra. Sarebbero rimasti assieme, lo sapevano. Insieme fino alla fine.

 

 

Di tutt’altro avviso era Alastor in quel momento. Dopo la strana ed imbarazzante riunione del gruppo, era andato a casa di uno dei suoi “daddies” per rilassarsi un po' alla sua maniera, ma non si sentiva affatto meglio.

Quel tipo lo aveva preso solo per il gigantesco portafoglio. Sicuramente non era il più bello che potesse trovare e nemmeno il più abile. Lo stava tenendo troppo forte e le spinte erano flaccide, inoltre i suoi baci non erano molto seducenti. Un disastro insomma.

Eppure non se n'era mai accorto prima. O meglio, non si era mai soffermato a confrontare la sua abilità con quella di qualcun altro. Gli vennero in mente, mentre ignorava i gemiti sgraziati dell'altro, un paio di occhioni verdi che lo guardavano come se fosse la cosa più bella del mondo, mani gentili e spinte decise che lo portavano sempre all'apice.

E in quel giorni in effetti non riusciva a pensare ad altro. E le parole di Midori non smettevano di ronzargli nella testa.

Davvero Keiro lo vedeva come qualcuno di speciale? Non era un semplice compagno di letto?

Sbuffò irritato, prima di alzarsi di scatto, levandosi finalmente quelle manacce, rivestendosi rapidamente ed inforcando la porta.

《Scusa, oggi non ho molta voglia.》 Disse, uscendo e piantando in asso quel tipo ancora con un'evidente erezione senza dargli neanche il tempo di replicare.

Percorse velocemente le strade che portavano all'appuntamento che Keiro condivideva con Kazuchi e Asahi e salì fino alla loro porta, suonando il campanello.

Tanto lo sapeva quale sarebbe stata la sua risposta, era chiaro che uno come lui, un semplice poco di buono con una fissazione per il sesso, non sarebbe mai potuto piacere ad una persona gentile come lui.

Ma doveva sentirlo da lui per mettere a tacere quei maledetti dubbi che gli stavamo rodendo l'anima. Poi sarebbe tornato tutto come prima, come doveva essere.

Quando la porta si aprì, però, si ritrovò davanti proprio il castano, con i capelli disordinati e solo il pigiama addosso. 《Chi…? Oh, Ala chan! Che sorpresa, entra, entra pure.》 Disse invitandolo dentro il lussuoso salotto.

《Scusa il disordine, stavo per andare a dormire. A cosa devo questa visita?》 Chiese lui.

Alastor prese un bel respiro. Prima si toglieva il dubbio e meglio era. 《Io ti interesso Keiro?》

L'altro arrossì di colpo. 《Ma… ma certo che mi… mi interessi. Che… che razza di domande sono?》

《No intendo… ti interesso oltre che dal punto di vista fisico? Insomma… provi qualcosa per me per caso?》 Si aspettava di vederlo ridere, ma invece lui si fece solo più rosso.

《Chi… chi te lo ha detto?! È stato Asahi?! Gli avevo chiesto di stare zitto! Accidenti, volevo fare le cose per bene!》

Alastor sgranò gli occhi. Stava parlando sul serio?!

《Cioè… tu…?》 L’altro imbarazzato annuì.

《Si. Si mi… mi piaci molto. Da un po' in effetti. Avrei voluto dirtelo per bene, magari durante una bella uscita, ma a quanto pare qualcuno ha…》

《È stata Midori in realtà.》 Lo fermò.

《La volta in cui siamo usciti tutti insieme mi ha detto che sembravi tenerci molto a me.》

Keiro annuì, sempre più rosso. 《Gli altri mi hanno pressato tutta la settimana. Lo sai che quei due sono una coppia da anni e ora volevano che provassi a dichiararmi a te. Ma io non sapevo cosa avresti risposto. Avevo paura. Insomma… sei sempre così raffinato, grazioso e dolce. Sei fantastico in tutto. Pensavo che non avrei mai potuto interessarti. Però… ammetto che mi piaci. Tanto.》

Alastor abbassò gli occhi. 《Tu non hai mai visto come sono davvero. Mi comporto così solo per affascinare. In realtà non sono altro che una serpe ingannatrice che sfrutta persone davvero gentili come te per il proprio tornaconto.》

Lui gli mise una mano sulla spalla e lo strinse a se. 《Non è vero Ala chan. Perché dici così? Io so che sei una persona fantastica. Midori ha ragione quando dice che sei diverso da come ti vedi.》

Il rosato a quel punto non potè trattenere un’amara risata. 《Io non sono una persona fantastica. Tu e Midori siete entrambi troppo buoni per capirlo. Io ho fatto molte cose da far accapponare la pelle. Ho persino ucciso.》

《Come!?》

Lui sorrise senza allegria. Se proprio doveva aprirgli gli occhi, tanto valeva dire tutto. 《Sai, una volta io vivevo a casa di un uomo, quando ero un ragazzino. Mi aveva preso con se nella sua casa, diceva di amarmi. Ma erano solo bugie. Non mi ha mai veramente voluto bene. Mi teneva accanto a se, come una bella bambola. Una bambola da curare e con cui giocare. Non potevo mai uscire dalla villa e lui poteva farmi tutto quello che voleva. Ero un giocattolo nelle sue mani. Ma provavo solo odio per lui. Non hai idea di quanto volessi ridurlo a brandelli. Pur di liberarmi da quella gabbia dorata in cui ero prigioniero avrei fatto di tutto. Ma stavo anche molto male. Il mio mondo era solo un vortice di finte carezze e sesso sotto costrizione. Se non fosse stato per l'intervento di una mia “amica", mi sarei suicidato tanto tempo fa pur di fargliela pagare. Ma lei mi ha fatto capire che potevo fare ed essere molto di più. Per questo ho deciso di andare avanti con la mia vita. Ma prima mi sono vendicato. L'ho fatto con un enorme piacere. L'ho sedotto ancora quella sera. L'ho portato sul letto… e lì non ho lasciato altro che brandelli. Poi mi sono impadronito della sua fortuna e della sua casa.》 Disse con un sorriso talmente dolce da sembrare inquietante. Il castano era impallidito e Alastor rise Ancora. Aveva ragione alla fine.

《Visto? Hai paura di me adesso, come dovresti. Tu sei troppo puro per stare con uno come me. Quindi per favore, non dire di amarmi.》

Solo che poi le braccia del castano gli si strinsero attorno, cogliendolo di sorpresa.

《Che fai?!》

《Mi dispiace.》 Disse lui.

《Mi dispiace così tanto, Ala chan. Non avevo idea di che cosa ti fosse successo. Perché non lo hai mai detto a nessuno di noi?》 L'altro battè gli occhi, poi si scostò con forza.

《Perché lo fai!? Ti ho appena rivelato di aver ucciso qualcuno! Di aver provato piacere nel farlo! Perché non ti arrabbi o ti allontani!? Lo fai per pietà!?》

《No! Non lo faccio per pietà! Non è compassione ne disprezzo il mio. È solo che mi sento un tale stupido. Non ho mai potuto aiutarti, anzi… ti ho portato nel mio letto come ha fatto lui.》

Alastor rimase senza parole. Proprio lui. 《Come… perché fai così?》

《Semplicemente perché hai ragione. Mi sono innamorato dell'Alastor che hai sempre mostrato a me, Asahi e Kazuchi, ma io vorrei conoscere il vero te. Quello che Ha sofferto tanto, ma che è anche così coraggioso da andare avanti. Non mi interessa quello che dicono tutti. Tu hai ucciso quell'uomo dopo che lui aveva abusato di te ripetutamente. Non posso giudicare chi fa una cosa simile. Ma sappi che io ci sarò sempre per te. Sempre.》

Il rosato sprofondò nuovamente nella sua stretta, di colpo esausto 《Per favore non lo fare. Ne tu ne gli altri dovete sprecare altro tempo con me. Non ne vale davvero la pena.》

Il castano arrossì, gonfiando le guance. 《Non dire idiozie. Forse mi avrai conquistato con il tuo savoir-faire, Ma non ho la minima intenzione di lasciarti da solo. Voglio conoscere il vero te con pregi e difetti e non ho intenzione di abbandonarti.》

Alastor a quel punto, si sciolse. Si abbandonò a quell'abbraccio gentile e attirò le sue labbra in un bacio dolce ed delicato, così diverso a quelli pieni di malizia che gli riservava di solito. Non avrebbe mai pensato che una cosa del genere potesse succedergli. Nessuno aveva mai mostrato un tale affetto per lui.

Quelle braccia che lo stavano stringendo lo facevano sentire al sicuro, amato. Per la prima volta sentiva di stare facendo l'amore sincero con qualcuno, non semplice sesso. Era ancora un po' confuso. Quella una sensazione che non ricordava di aver mai sentito, ma gli piaceva. Tanto.

《Vedrai. Ti resterò vicino.》 Disse Keiro mentre si addormentava.

Il rosato sorrise, ancora stretto a lui. Per una volta voleva rischiare e lasciarlo avvicinare a lui, ma questo significava anche qualcos'altro.

Aveva trovato un posto e qualcuno che lo amava, e se voleva davvero proteggerli doveva fermare Tempest. Perciò, quando fu sicuro che il castano si fosse completamente addormentato, prese il telefono.

《Non possiamo più aspettare. Vieni domani mattina alla vecchia villa in cui ci siamo conosciuti.》 Disse, inviando un messaggio simile a tutti gli altri maghi.

Questi lo lessero abbastanza sorpresi. La vecchia villa era un edificio molto elegante che stava poco fuori dal centro città. Un tempo doveva essere stata la casa di un uomo estremamente ricco, ma ora sembrava che, in seguito ad uno strano incidente che ne aveva causato la morte, non ci vivesse nessuno.

Comunque tutti ci andarono di buon mattino, trovando Alastor ad aspettarli all'interno, seduto su un morbido divano. 《Benvenuti.》

《Alastor, puoi spiegarci che succede?》 Chiese Hana.

Lui fece loro segno di sedersi. 《Vi ho chiamati qui oggi perché ormai manca poco a Tempest. Agosto è alle porte e noi non siamo ancora riusciti a uccidere tutti gli amministratori. Andando di questo passo moriremo tutti. Quindi, ho portato con me un alleato particolare.》

Gli altri non fecero in tempo a chiedere di chi si trattasse che Nana sbucò da dietro una colonna. 《Che sfortuna, che sfortuna~. Come state?》

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Altro - anime/manga horror/thriller / Vai alla pagina dell'autore: Harry Fine