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Autore: ghostmaker    22/08/2019    2 recensioni
La leggenda narra di un uomo che portò la pace tra gli esseri viventi. Egli riuscì a instaurare un governo democratico nel quale ogni Re manteneva la propria predominanza nel suo regno, ma che con gli altri quattro formava un consiglio ristretto dal quale veniva nominato l'Imperatore dei Cinque Regni, un uomo o una donna la cui saggezza fosse riconosciuta da tutti. I secoli si susseguirono nella pace, ma l'Era dei Diamanti stava per concludersi.
[Storia partecipante alla challenge “Pagine di una storia infinita” indetta da molang sul forum di EFP]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Imperatore dei Cinque Regni'
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Il pranzo e la pausa sono terminati, il vecchio maestro ha accolto i genitori dei bambini che sono venuti a prenderli. Il bambino che fa sempre domande si aggrappa a un lembo della veste dell’uomo.
«Maestro, dopo cosa è successo?»
«La guerra in tutto il mondo» risponde con pacatezza mostrando però la sofferenza delle parole che sta proferendo.
«La prossima settimana continuerà a raccontarci la storia?»
«Di quella guerra potete leggere sui libri.»
«Maestro, sui libri c’è scritto soltanto in quali luoghi sono state combattute e chi le ha vinte, ma lei ha conoscenze maggiori di tutti perché sono sicuro che l’uomo scampato dal deserto ve le ha raccontate, vero?»
Il vecchio maestro è sinceramente compiaciuto dall’intelligenza dell’alunno. «Sì figliolo, Lui mi ha raccontato ogni cosa, anche quello che non poteva aver visto.»
«La prego, mi racconterà il seguito?»
Il maestro osserva lo sguardo deciso del bambino nel quale intravede una forza ancora sopita che si sta manifestando attraverso la ricerca della conoscenza; rimane colpito perché quegli occhi sono simili a quelli dell’uomo uscito dal deserto, ne è sopraffatto, così com’era successo quando era piccolo, e per la prima volta in vita sua sente che è giunto il momento che altri sappiano le verità nascoste dai Saggi. «Facciamo un patto. Io ti consegno due grossi libri che potrai leggere in questo fine settimana, però tu dovrai tenerli nascosti e non potrai raccontare a nessuno ciò che leggerai. Lunedì me li riconsegnerai prima della lezione nelle stesse condizioni con cui te li affido. Hai solo due giorni e mezzo e non avrai altre possibilità.»
Il bambino ci impiega un attimo. «Accetto, e anche se io sia incatenato, percosso, bruciato, affogato o buttato sotto terra tra i mostri maligni, non farò parola neanche dopo la morte.»
Il Maestro ride per la filastrocca che aveva già sentito dire da tanti bambini quando stipulavano un patto segreto tra di loro e la accetta come un giuramento tra adulti. Aperto con una chiave un grande cassettone, estrae i due tomi consegnandoli al bambino che rapidamente li nasconde dentro la sua sacca scolastica.
«Ora devo andare Maestro, non voglio perdere tempo.»

Il bambino, arrivato a casa, si siede alla sedia della scrivania e sul tavolo appoggia il primo libro. Con la delicatezza di una farfalla lo apre e inizia a leggere avidamente il contenuto.





4° capitolo – L’ora delle decisioni irrevocabili





Era passato un mese e mezzo dalla morte di Atua, CCXV del suo nome, e tutti gli eserciti del mondo erano in preallarme fin dal primo giorno. L’attesa era snervante ma questa guerra necessitava che ogni formalità fosse seguita da ogni regno, perché nessuno dei Re avrebbe mai potuto dichiararsi vincitore se avesse lanciato le sue forze contro gli avversari prima dei tempi previsti dalla Legge. Un’azione deplorevole avrebbe scatenato contro quel re tiranno le ire degli altri regni che si sarebbero sicuramente coalizzati tutti contro di lui. Il giorno della fine delle parole era arrivato. I Saggi dei Cinque Regni avevano intrecciato una corrispondenza di tipo militare e i loro scritti finali erano giunti a tutti i re del mondo. I regnanti sapevano tutto, ma il popolo rimase sorpreso scoprendo che ogni regno stava per mettere in campo il proprio esercito, anche senza una vera dichiarazione di guerra poiché l’unica effettiva poneva di fronte Dwr contro l’alleanza tra Tan e Tera. Che cosa avrebbero fatto Metel e Apen? Ognuno di loro aveva da perdere o da guadagnare appoggiando uno delle due parti in conflitto. Da quale parte si sarebbero schierati? I dubbi del popolo erano gli stessi di Explodon e Wasa, ma in quel momento tutti sapevano che la guerra poteva definirsi mondiale e che nessun luogo sarebbe restato al sicuro, neppure il deserto di Koraha.

Nei giorni precedenti le attività dei diplomatici erano continuate assiduamente alla ricerca di una pace sempre più improbabile; l’assenza di un imperatore, Saggio tra i Saggi, o del Conclave, faceva in modo che le relazioni tra i regni fossero sempre più tese dopo la loro dichiarazione dello “stato di guerra” ancora prima della chiusura delle trattative. Nella realtà la diplomazia serviva soltanto per dare una parvenza di coscienza e una forma di strano rispetto verso una delle Leggi Imperiali, mente tutti ne stavano violando tante altre indiscriminatamente. Spie e traditori avevano continuato a fornire informazioni su movimenti di truppe, sia nemiche sia alleate, ma anche in questo caso si trattava di un giochino masochistico perché era normale che i vari eserciti iniziassero a inquadrare i loro soldati; dopotutto erano passati tre secoli dall’ultima vera battaglia e nessun uomo o donna di questo tempo aveva avuto la sfortuna di trovarsi faccia a faccia con un conflitto di tali proporzioni. Le varie scaramucce con briganti, pirati, contrabbandieri o altro genere di lestofanti non potevano essere calcolate come test probanti della capacità organizzativa delle alte cariche dello stato e quindi il muovere truppe non voleva dire attaccare, ma soltanto riuscire a non farsi trovare disorganizzati al primo colpo di cannone.


Al palazzo di Apen il re teneva a rapporto il suo Stato Maggiore dell’Esercito. «Signori, la decisione è stata presa e da questo momento non si tornerà più indietro. Conoscete la situazione: i nostri informatori ci hanno segnalato una decina di punti in cui potremmo attaccare e anche quelli in cui potremmo essere attaccati. Questa guerra nasce per il matrimonio tra mia figlia e Torcon quindi nessuno di noi farà qualcosa che possa mettere in dubbio la mia lealtà verso quel contratto, però ho fatto una promessa solenne sedendo sul trono di Apen e la manterrò a ogni costo: non permetteremo a nessuno, compreso Tan, di occupare l’isola imperiale di Raumati, luogo sacro nel quale il Leggendario costruì la sua prima città e che da allora è protetta dal nostro popolo. Uomini coraggiosi di Apen, mostriamo tutti insieme il valore delle nostre parole e la forza della nostra volontà.»
«Maestà, lei è sempre convinto della sua decisione? Vorremmo che ci ripensasse» disse l’ammiraglio Miral.
«Certamente amico mio. Gli altri quattro saranno di sicuro sui campi di battaglia ed io farò la mia parte» rispose il re con veemente decisione.


Nella Reggia di Dwr, la regina osservava stizzita i vari ufficiali dell’esercito mentre discutevano sulle tattiche di battaglia. Oceanya era rimasta in silenzio, pur essendo il comandante in capo, non per debolezza ma perché ascoltava attentamente le opinioni dei suoi sottoposti. Cristalya era di tutt’altro avviso. «Inizio a credere che voi abbiate paura! Siete soldati o pecorelle impaurite? Io ho dichiarato guerra e noi la vinceremo schiacciando tutti sotto i nostri piedi. Un uomo o donna di Dwr vale dieci di ogni altro regno per cui è inutile che insistiate nel manipolare a vostro piacimento i piani che vi ho suggerito. O forse state dicendo che la vostra regina non è in grado di essere la vostra guida suprema?»
Nella sala era calato immediato il silenzio e nessuno osava dare una propria risposta per non finire in pasto agli squali prima ancora di avere combattuto. Oceanya, che sapeva di dover contare su ogni singolo soldato, disse: «La nostra amata regina ha predisposto un piano di battaglia articolato in più fasi perché lei, e di riflesso tutti noi, siamo stati traditi e ingannati da Tan. Nessuno di noi può minimamente immaginare il dolore che sta provando nel lanciare il suo popolo in questa guerra, ma lei più di ogni altro essere vivente di Dwr vuole vendicare i torti subiti e voi, di certo, non vorrete essere da meno. Quello che desidero da voi signori non sono cambi di strategia ma dettagli rilevanti che soltanto dei militari sono in grado di aggiungere al piano della nostra amata regina.»
Tutti avevano chinato il capo davanti a Oceanya e lei, girandosi verso la sorella, si era inginocchiata in segno di sottomissione; un gesto semplice che aveva calmato l’ira di Cristalya.


Al castello reale di Metel sembrava che non importasse a nessuno di questa guerra, neppure allo stesso re. L’unica impegnata in mille faccende era la Saggia Ohlaka: gestiva le comunicazioni con gli altri Saggi, si occupava di strategia insieme ai vari ufficiali dell’esercito, come sempre gestiva le attività delle maestranze nel castello e placava i dissidi che nascevano nel regno tra le svariate Corporazioni che, incuranti del conflitto, continuavano a riempire i loro forzieri. In realtà Titan sapeva cosa fare perché il conflitto avrebbe potuto metterlo in ginocchio oppure alzarlo su un piedistallo secondo gli eventi. Nella sua stanza privata si stava intrattenendo con il figlio.
«Metelo, questa volta dovrai sporcarti anche tu le calighe.»
«Mi fai mettere quei calzari così fuori moda? E per andare dove poi? Non ti sarà saltato in mente di affidarmi qualche gruppo di soldati brutali e puzzolenti.»
«Prima o poi dovrai occuparti anche tu di queste faccende, purtroppo per te, hai sangue reale nelle vene» disse Titan squadrando la figura senza muscoli del figlio.
«Non mi vorrai mandare da lei spero?» chiese il ragazzo strabuzzando gli occhi. Titan sorrise divertito, ma senza rispondere alla domanda.


Nella villa reale di Tan era terminata l’ennesima riunione tra il re e lo Stato Maggiore; le cariche importanti dell’esercito conoscevano le strategie a memoria, i piani subivano poche modifiche e le possibili varianti erano state tutte considerate e prese in esame così da avere più scelte nei momenti cruciali. Nella stanza adiacente alla sala tattica c’erano la regina Bruligida e Fajro che, parlando con la madre, mostrava la sua cocente delusione.
«Non è giusto madre, mi odieranno tutti quando sapranno che me ne starò al caldo sotto le coperte mentre loro dovranno sobbarcarsi tutta la tragedia di questa guerra. Sono forse un peso per mio padre tanto da lasciarmi come zavorra in questa casa? Non valgo nemmeno un briciolo di mio fratello?»
Explodon era entrato nella stanza proprio mentre Fajro si lamentava del diverso trattamento ricevuto dal padre. Il re disse: «Sei ancora troppo giovane, non hai nessuna esperienza militare e di guerra. Hai soltanto fatto delle lezioni di lotta con Cevalo.»
«Perché Torcon ha esperienza di guerra? E tu ne hai?» rispose Fajro senza nessun riguardo.
«Digli ciò che pensi davvero tesoro, Fajro è giovane, ma non tanto da abbindolarlo con una fiaba» disse Bruligida.
Explodon, spinto dalle parole della moglie, guardando negli occhi il figlio disse ciò che stava provando come padre e non quello che avrebbe detto il re. «Figliolo, lo so che saresti in grado di fare la tua parte, però non voglio perderti su un campo di battaglia. Il pensiero che entrambi i miei figli possano morire mi angoscia, mi devasta il cuore ed è insopportabile. Desidero che tu possa vivere senza l’orrore negli occhi per questa contesa che finirà con le armi insanguinate.»
Fajro aveva ascoltato calmando la sua ira, ma quelle parole lo avevano persuaso a mantenere salda la sua convinzione. «Padre, capisco bene che tu tema la morte dei tuoi figli, così come temono l’identica cosa tutti i genitori degli uomini che ti seguiranno in battaglia. Quando tutto sarà finito con quale coraggio potrò guardare negli occhi delle persone che hanno dato tutto al regno mentre io, che ne sono principe, sono stato a guardare? Non posso giurarti che mi salverò, ma posso prometterti che farò tutto ciò che mi sarà richiesto senza emettere fiato.»
Explodon comprendeva il figlio e non poteva dargli torto. «Sei sicuro che ubbidirai agli ordini che ti saranno impartiti dal tuo comandante?»
«Sì, lo sono.»
«E sia figlio mio, dovrai diventare adulto prima del tempo, ma sarà un onore averti al mio fianco. Ora vai, appena possibile ti assegnerò a una delle missioni.»
Fajro aveva sorriso a quelle parole; finalmente sentiva di avere conquistato la fiducia del padre ed euforico era uscito dalla villa.
«Tesoro, credi che con il suo temperamento ascolterà?» chiese Bruligida.
«È irascibile, incontenibile ed esuberante più di ogni ragazzo della sua età, però è una delle poche persone al mondo che rispetta totalmente gli ordini che gli sono impartiti» rispose con sicurezza Explodon.
«Immagina quanto sbufferà se lo tengono troppo fermo» disse Bruligida sorridendo.


Il castello reale di Tera era quello più congestionato di ogni altro palazzo reale del mondo. Un a quantità incalcolabile di persone avevano continuato ad entrare e uscire dal grande salone; la regina e il Saggio avevano ricevuto visite ogni giorno da militari, ricchi proprietari terrieri e popolani perché Wasa aveva voluto che tutta la sua popolazione conoscesse la gravità delle informazioni che le spie avevano riportato a Tera. Tutta la strategia del regno era stata cambiata, i comandanti dei reggimenti e della marina avevano continuato imperterriti a fare aggiustamenti di ogni tipo con la supervisione della stessa regina che confidava ciecamente nella loro conoscenza del territorio e stimava la loro capacità di mantenere il sangue freddo anche in quest’avversità imprevista. Wasa, in un momento di tranquillità, si era seduta sulla sua poltrona e aveva iniziato a pensare se fosse stata una scelta giusta quella di portare il suo paese dentro una guerra non sua, poi, voltando il viso verso il corridoio aveva visto Aarde, la sua figlia prediletta e le era arrivata immediata la risposta alla sua domanda: sì, perché non avrebbe permesso a nessuno di farle perdere un altro figlio senza combattere.

Era giunta l’ora delle decisioni irrevocabili.



– Ritocchi –



Regno di Dwr, Port Iar
Un veloce brigantino portante bandiera di Metel attracca a Port Iar di Dwr. Dalla nave scende un ufficiale della Marina Reale che è accolto da Oceanya in persona.
«Benvenuto. Con chi ho l’onore di parlare?»
«Grazie mia Signora. Mi chiamo Nasc, sono al comando della flotta di Metel destinata al vostro servizio. Io vi conosco bene mia Signora ed è un piacere poterla incontrare» dice l’ufficiale inchinandosi.
«Grazie Nasc» risponde Oceanya sorpresa dalla presenza di questo ufficiale, mentre lei è arrivata fino a Iar proprio per incontrare la persona che invece non è presente.
«Ditemi Nasc, ma non doveva esserci al comando del vostro contingente il principe Meyelo?»
«Purtroppo il principe è stato colto da un attacco febbrile e i medici hanno sconsigliato il viaggio per la possibilità di un contagio. Il mio Signore, controvoglia, è stato costretto a rinunciare alla missione.»
Il sorriso di Oceanya trasfigura in una smorfia contrariata – ah, febbre, dovevo immaginarlo che avrebbe trovato una via di fuga – pensa la ragazza.
«Il mio Re pone la flotta che vi porto sotto il comando diretto dell’ufficiale Maggiore di Dwr abilitato per questa missione e sono a sua disposizione per qualsiasi domanda voglia pormi.»
«Per ora Nasc seguitemi alla Reggia, avremo modo di discutere con il comandante supremo di questa missione questa sera a cena.»
«Vi ringrazio mia Signora, la Vostra cordialità rivaleggia con la Vostra bellezza» dice Nasc cercando di corteggiare Oceanya, ma la ragazza è innervosita per il disguido subito del piano programmato da Cristalya.

Mentre i due salgono sulla carrozza c’è movimento intorno alle banchine. L’arrivo del brigantino di Metel e la presenza di Oceanya hanno distolto l’attenzione di molti soldati della guarnigione di Port Iar e il capitano Foeil fa sentire la sua voce tonante. «Signori, se volete vedere da vicino il nostro comandante basta che me lo diciate e vi firmerò personalmente il permesso per fare una vacanza di trenta giorni nelle patrie galere della Reggia!»
I soldati si rimettono velocemente al lavoro sotto lo sguardo attento del loro capitano, per nulla disposto a permettere che i suoi uomini facciano brutte figure proprio davanti a personalità importanti come Oceanya.
«Forza ragazzi, non possiamo perdere tempo, dobbiamo essere al distaccamento alle prime luci dell’alba!» urla Foeil per dare un’ulteriore scossa ai suoi uomini.

Regno di Tan, postazione segreta
Torcon osserva nuovamente la cartina, con una matita esegue dei cerchi sopra alcuni nomi e tratteggia delle linee in modo da unirli in ordine. Nella sala entra un ufficiale trafelato. «Comandante, il corvo ha appena portato l’ordine» dice il soldato consegnando una pergamena al principe.
«Grazie Ruga» risponde Torcon. L’uomo legge la pergamena velocemente, sa già cosa ci sia scritto, deve solo sapere i numeri che sono contenuti nel messaggio, poi, si rivolge di nuovo al suo attendente. «Ruga avvisa i cuochi di preparare un’ottima cena per ogni soldato delle legioni.»
«Ci siamo?» chiede Ruga solo per avere una conferma della sua impressione.
«Vai anche tu e riposa» risponde Torcon, e queste parole bastano a Ruga per capire che tutto si sta muovendo.

Regno di Metel, postazione segreta
Due uomini sono seduti su delle sedie di legno poste all’esterno di una piccola casupola inserita in una caserma di vaste dimensioni.
«Ancora non comprendo la decisione del re» dice uno dei due scuotendo il capo.
«Noi non dobbiamo capire, ma ubbidire. Sicuramente se avrà fatto questa scelta è perché pensa di ricavarne qualcosa di buono.»
«Capisco Generale, ma allora perché di là non ha fatto la stessa cosa?»
«Capitano, devo presumere che tu non sia d’accordo con le scelte del nostro Re? Oppure ritieni di avere una così vasta conoscenza di come funziona questo mondo da poter dire la tua in queste questioni?» chiede sarcasticamente il generale Ciffredynol.
«Certo che sei bravo a cambiare discorso» risponde il capitano Capall mentre svuota a terra il contenuto della sua pipa.
«In fondo ti ho convinto a sposare mia sorella» dice Ciffredynol ridacchiando.

Regno di Tera, postazione segreta
Il generale Buffel cammina nervosamente all’interno di una baracca: osserva gli armamenti pronti per essere impugnati, controlla che le attrezzature siano in ordine, si sincera dell’efficienza delle armature colpendole con un bastone di legno.
«Generale, posso esserle di aiuto?»
«Grazie Zeug, faccio da solo, devo scaricare la tensione per questa attesa che sembra non finire mai. Piuttosto, com’è andato il controllo nelle scuderie?»
«Tutto in ordine signor generale… i cavalli hanno già cenato» risponde sorridente il soldato.
«Bene, dovremmo pensare anche noi a mettere qualcosa sotto i denti prima che ci sia la chiamata.»

Regno di Apen, postazione segreta
Nel centro operativo si sta svolgendo una riunione.
«Abbiamo qualche notizia?» chiede il generale Macan.
«Per ora non ci hanno segnalato movimenti dall’altra parte, ma siamo sicuri che si stiano preparando» risponde il capitano Jaran.
«D’accordo. Procediamo come da ordini e se cambiano, ci adegueremo alle nuove disposizioni di Re Wit.»

Regno di Metel, postazione segreta
«Maestà, è un grande onore averla qui con noi» dice il capitano Tyred visibilmente emozionato.
«Ero troppo curioso e questo è un bel posto per osservare gli eventi » risponde Titan mentre controlla le ruote del suo carro da guerra.

Regno di Tera, postazione segreta
Il capitano Paard passa in rassegna gli uomini a sua disposizione. «Ufficiali e soldati, la nostra è una missione particolare e, anche se può non sembrarlo, è di grande rilevanza. Pretendo la massima concentrazione da tutti voi per fare in modo che non capiti nulla che non sia stato programmato dalla nostra regina.»
«Mi domando cosa faranno quelli dall’altra parte» dice sovrappensiero, ma ad alta voce, un ufficiale.
«Questa è una domanda alla quale non si può dare risposta. Ogni azione porta con sé una conseguenza e le strategie possono saltare in una frazione di secondo. Quante volte con i briganti abbiamo dovuto inventarci nuove soluzioni perché agivano in modo incomprensibile? Noi sappiamo soltanto che c’è una soluzione a tutto, ma nessuno può prevedere se sarà giusta o sbagliata fino al momento in cui l’avremo messa in atto. Per questo motivo dobbiamo mantenere alta la concentrazione perché basta un sassolino che cade a terra facendo rumore per scatenare qualcosa che non ti aspettavi.»

Regno di Apen, postazione segreta
«Signor generale, è arrivata ora la carrozza.»
«Bene, fate in modo che abbia tutti i confort previsti per il suo rango» risponde Terwelu.
«Ha richiesto di poter cenare con la truppa, ma non sono sicuro che sia una buona idea» dice il soldato mentre cerca di togliersi la polvere dai vestiti.
«Ogni suo desiderio sarà accontentato. Vorrà dire che gli uomini faranno un bel bagno prima di mettere le mani nelle scodelle» risponde Terwelu mentre si sistema la giacca.

Regno di Tan, postazione segreta
Serpe studia una mappa mentre sorseggia un liquore assaporandone il sapore e annusandone l’aroma. Bussano alla porta della sua stanza e fa capolino un soldato.
«Capitano, ci hanno informati che la donna è immobile.»
Serpe ride sonoramente. «Mi piacerebbe sapere chi si è inventato questo nome in codice per la nostra missione.»

Regno di Tera, Castello Reale
La regina Wasa e la principessa Aarde, scortate dall’ufficiale Haag, raggiungono il salone dove ad attenderle c’è il comandante dell’esercito Hebber. L’uomo s’inchina immediatamente al cospetto della regina. «Maestà, sono qui per fare rapporto.»
«Dimmi Hebber, come procede?»
«Maestà, tutto secondo i piani prestabiliti. La movimentazione è regolata alla perfezione e non ho dubbi che saremo pronti nel momento in cui ci sarà bisogno di noi» risponde con reverenza l’uomo sollevando il capo.
«Avevo pochi dubbi Hebber» dice Aarde sorridendo.
«Mia Signora, siete troppo gentile.»
La regina raggiunge il comandante e compie un gesto verso di lui che potrebbe apparire fuori luogo per chi non conoscesse la storia: lo abbraccia stringendolo amorevolmente. «Caro amico, posso contare su di te da sempre e sei l’unica persona cui affidare le cure della mia giovane figlia» dice la regina tenendo l’uomo sempre tra le sue braccia.
Il comandante, arrossendo, risponde con un filo di voce: «Wasa, non è consona questa dimostrazione plateale di affetto. Devo ricordarti le regole?»
La regina si stacca dall’uomo e con un sorriso smagliante lo disarma nuovamente dicendo a bassa voce: «Devo ricordarti che sono la regina e ho il permesso di fare tutto, anche di coccolare un amico di tanti anni?»
Aarde, divertita dalla scena, raggiunge i due e li abbraccia entrambi contemporaneamente mentre Haag, che fino a quel momento era riuscito a trattenere il sorriso, inizia a ridere sonoramente. Hebber, nonostante stia arrossendo come un peperone, lancia un’occhiataccia ad Haag che si ricompone immediatamente sentendo la tremenda oppressione che il solo sguardo arcigno del comandante gli sta causando.



– Partenze –



Regno di Dwr, Port Tuath.
Una scialuppa partita dal porto raggiunge uno dei vascelli ormeggiati al largo delle coste di Dwr. Oceanya sale a bordo della nave e si mette subito al posto di comando iniziando a dare ordini. «Segnalate alle altre navi di prepararsi alla partenza. Da questo momento vige la corte marziale per l’intero Regno di Dwr.»
Le segnalazioni si susseguono nave per nave e subito dopo trecento imbarcazioni di vario tipo, con a bordo soldati e marinai, iniziano a solcare il mare.

Regno di Tan, Port Altaj.
Sulla scialuppa partita dal porto due uomini si salutano per l’ultima volta prima di prendere il largo con le rispettive navi.
«Ammiraglio, ci siamo finalmente. Non vedevo l’ora di salpare per prendere a cannonate la marina nemica» dice Goj eccitato.
«Cautela capitano, cercate di avere molta pazienza durante lo scontro perché l’impazienza è cattiva consigliera. Il mare è stupendo, ma è ricco di trappole di cui tenere conto» risponde Sipestro.
«Lei ha perfettamente ragione ma anch’io, come i miei uomini, non sono avvezzo alla navigazione. Attendo la battaglia che ci aspetta laggiù.»
«Comprendo benissimo i sentimenti dell’esercito che ammira la tenacia del principe, però deve pensare alla globalità di questa guerra. Quando sarà il momento si affidi ciecamente agli ufficiali di marina.»
«Su questo può stare tranquillo ammiraglio. Ogni uomo conosce il suo mestiere e non m’intrometterò in questioni tecniche che non comprendo» risponde Goj con massima serietà.
I due uomini salgono sulle rispettive navi che, insieme ad altre duecentoquaranta iniziano il viaggio.

Regno di Tera, Port Royal.
La scialuppa partita dal porto raggiunge il vascello di punta della Marina di Tera. L’uomo che sale a bordo ringrazia l’altro che gli ha fatto compagnia in questo breve percorso e che lo seguirà con le altre navi durante il viaggio.
«Amico mio, dobbiamo raggiungere gli obiettivi a ogni costo, confido nelle tue ulteriori capacità» dice l’Ammiraglio Raal
«Signore, non dubiti, ce la faremo a eseguire la strategia concordata. Le auguro “Alta Marea”» risponde il capitano Vaandrig.
«“Alta Marea” capitano.»
Centoventi navi prendono il largo.

Regno di Dwr, Port Ear.
Da Port Ear una scialuppa ha raggiunto le navi di competenza. Sulla Nave Comando l’ammiraglio Haranche impartisce l’ordine di partenza, i segnali giungono alla seconda nave principale dove il generale Each conferma dando il via alla massiccia flotta di Dwr, composta di seicento navi, per l’inizio della loro missione.

Regno di Tera, Port Statig.
Le duecentottanta navi ormeggiate alla fonda prendono il mare guidate dal generale Geit e dal capitano Mijin.

Regno Apen, Porto Kurang.
La flottiglia di quasi novecento navi ha preso il largo. Su una delle navi è presente il Re di Apen. Wit conversa con la Saggia Wicaksana.
«Che cosa credi che accadrà?»
«Mio Signore, il nostro viaggio è irto di pericoli, fare una previsione è altamente difficile. Di sicuro, avendo quasi l’intera flotta a disposizione, sarà duro per chiunque sfidarci.»
Wit annuisce anche se nutre altri dubbi sul suo operato. «Spero di non aver fatto un grosso errore pensando che anche dall’altra parte abbiano le mie stesse idee.»
«Maestà, è inutile struggersi pensando al passato.»
«Hai ragione cara amica, non dovrei dubitare e questo mio atteggiamento così pessimistico non è utile a nessuno.»

Regno Tan, Port Shoal.
Settecento navi sono partite da Port Shoal e il comandante supremo di questa immensa flotta è proprio il Re di Tan. Explodon rilegge tutti i messaggi ricevuti dai capi dello Stato Maggiore dell’Esercito e della Marina, scruta l’orizzonte cercando di intravvedere il suo obiettivo pur sapendo che è troppo presto. Mille dubbi lo assalgono, altrettanti pensieri affollano la sua mente pensando ai figli che saranno impegnati sui campi di battaglia e rimpiange i baci, ma anche gli scherni dell’amata moglie che gli aveva ricordato quanto lui odiasse il mare.

Regno di Dwr, Port Iar.
Tra le imbarcazioni di Metel e quelle di Dwr la flotta partita da Port Iar è composta da quasi settecento navi. Il giovane ufficiale Nasc parla con il suo vice.
«Capisci perché gli è venuta la febbre? Quando avrà saputo che alla guida di questa flotta c’era Cristalya in persona gli sarà venuta anche l’orticaria!»
Il vice sorride ma Nasc non gradisce. «Tu sei nelle mie stesse condizioni, inutile che fingi di essere tranquillo, vedrai che a te chiederà di lavarle le mutande!»

Regno di Metel, Porto Pearl.
Su una delle navi delle seicento partite da Port Pearl, l’ammiraglio Lyngesydd non nasconde la frustrazione per le scelte del suo re parlandone apertamente con la Saggia Ohlaka.
«Per quale motivo ha lasciato un terzo della nostra flotta nelle mani di Dwr? Che cosa può ottenere da quella donna? Piuttosto che con loro era meglio che se ne stavano vicine alle nostre coste.»
«La comprendo ammiraglio, ma sicuramente il re ha valutato i pro e i contro di queste scelte. Ormai lo conoscete da anni e sapete che non svela mai a nessuno le motivazioni delle decisioni finali. Neppure a me.»
«Io mi lamento per noi, ma penso anche alle altre nostre navi che sono andate dall’altra parte. Due! Capisce Ohlaka? Solo due!»
Nel frattempo, da uno dei galeoni posti nelle retrovie viene calata in mare una scialuppa con a bordo tre persone. Uno dei marinai posti all’argano chiede al suo ufficiale chi siano quelle persone senza ottenere risposta. I tre hanno il viso coperto da dei grandi cappucci e due di loro iniziano a remare per indirizzare l’imbarcazione verso la costa.

Regno di Metel, Port Coral.
Due navi sono partite dal porto e i marinai a bordo non sembrano neppure pronti per una guerra navale. Lo stesso generale Ceilog, nonostante la sua fama di attaccabrighe, appare così tranquillo che i suoi uomini hanno pensato che forse il principe l’ha contagiato e che sia meglio stargli alla larga.

Regno di Apen, Port Huwur.
Il principe Oak è a bordo di una delle navi partite da Port Huwur e osserva l’orizzonte mentre si riempie i polmoni dell’aria salmastra del mare.
«Quali sono gli ordini mio Signore?» chiede il generale Prau.
«Continuiamo la rotta prestabilita, mio padre per ora non ha fatto volare piccioni viaggiatori quindi i piani rimangono invariati.»

Esercito di Tan in marcia, destinazione segreta.
Il fresco della notte sta iniziando a lasciare il passo al primo calore del sole mentre Torcon, sul suo cavallo bianco, da una veloce occhiata alle case della città che hanno lasciato alle spalle. Alla sua guida quasi duecentomila legionari stanno attraversando il regno per raggiungere il luogo prestabilito. Il piccolo paesino di poche anime è a pochi chilometri di distanza e nel percorso hanno già incrociato delle persone che stanno fuggendo verso la grande città. Ogni uomo e donna che ha incontrato gli ha manifestato grande amore e tutti appoggiano la scelta di entrare in guerra fatta dal re, anche se per questa decisione devono abbandonare la loro casa. Il principe, con questi incontri casuali, ha acquisito ulteriore forza di spirito e incita i suoi soldati intonando canzoni bellicose.

Esercito di Metel in marcia, destinazione segreta.
La truppa di circa trecentomila uomini del Regno di Metel sta percorrendo le strade di piccoli paesi del loro territorio. Queste zone non sono molto abitate e la gente è pressoché povera. Troppa la distanza dalla grande capitale per questa povera gente che campa solo grazie ai sussidi di re Titan. Nella carrozza sono seduti comodamente il generale Ciffredynol e il capitano Capall, mentre gli altri ufficiali seguono i soldati stando comodi sui loro cavalli.

Esercito di Tera in marcia, destinazione segreta.
Circa centoquarantamila uomini sono in marcia attraversano le belle e rigogliose pianure di Tera. In questi luoghi le coltivazioni fioriscono e sfamano tutto il popolo dando lavoro a ogni persona che vive in questi luoghi. Buffel è nato in questa regione e mentre la attraversa a cavallo, saluta gli abitanti che ricambiano osannando il generale e il suo esercito in marcia. Il generale sa che fra poco, uscendo dall’ultimo paese, si ritroverà in una zona talmente arida che gli farà dimenticare il bello appena visto e cerca di conservare memoria di tutto ciò che sta vedendo durante questo tragitto.

Esercito di Apen in marcia, destinazione segreta.
Il generale Macan guida la truppa a cavallo mentre il capitano Jaran è appiedato e continua a spronare gli uomini a tenere serrati i ranghi. Nessuno dei soldati sa la destinazione della missione, ma più si avvicinano al luogo prestabilito e più appaiono confusi e terrorizzati. Il capitano, aiutato dall’ufficiale Gedhe, cerca di infondere coraggio ai soldati più timorosi.

Esercito di Metel in marcia, destinazione segreta.
Re Titan è in piedi sul suo carro da guerra mentre attende che uno dei suoi uomini torni dalla perlustrazione. Il capitano Tyred e gli comunica di avere ricevuto la notizia che si aspettavano.

Esercito di Tera in marcia, destinazione segreta.
«Capitano Paard, posso confermare che il paese è stato sgomberato e che quindi non ci saranno problemi con i civili.»
«Perfetto. Segnala agli uomini che è ora di allungare il passo.»

Esercito di Apen in marcia, destinazione segreta.
Il generale Terwelu osserva il paesaggio dall’alto perché si è posizionato sul campanile di una piccola chiesa, unica struttura presente nel luogo in cui si trova con il suo esercito. Il sole fa brillare delle luci ed è un segnale inequivocabile.

Esercito di Tan in marcia, destinazione segreta.
Dopo una marcia di pochi chilometri Serpe e i suoi uomini si sono fermati in un piccolo villaggio di Tan venendo accolti dai paesani con tutti gli onori. L’uomo rassicura ogni persona che lo avvicina.
«State tranquilli, il nostro Re, anche se ora è lontano, ha provveduto a tutti voi. Sono qui apposta per fare in in modo che non vi accada niente. »

Esercito di Dwr in marcia, destinazione segreta.
Dal centro dell’isola un contingente militare si dirige verso il mare a nord. Trentamila uomini ben armati sono guidati dal capitano Ohoma, mentre un altro gruppo, delle stesse dimensioni, si dirige verso il mare a sud sotto il comando del generale Fharsa.

Esercito di Tan in marcia, destinazione segreta.
La marcia degli uomini si è protratta per tutta la notte in modo che questo contingente non fosse scoperto da qualche spia. Al suo comando c’è il capitano Cevalo e accanto a lui camminano Fajro e il Saggio Saga.
«Alla fine hai convinto il re a farti venire con noi, ragazzino» dice Cevalo sorridendo.
«Ho detto a mio padre che avrei ubbidito agli ordini senza fiatare, ma lui è scaltro e mi ha detto soltanto prima di partire che eri tu al comando» risponde indispettito il principe. «Adesso mi tocca fare il bravo!»
Cevalo e Saga ridono di gusto. Il capitano pone una mano sulla spalla del ragazzo dicendo: «Ricordami di offrire da bere al re per la grazia di cui mi ha fatto dono.»

Esercito Tera in marcia, destinazione segreta.
Di quasi centoquarantamila uomini è la truppa comandata dal generale Draak che cammina per le vie di una delle cittadine più belle di Tera. Il generale, a fatica, riesce a non far scoprire chi sia seduto nella carrozza insieme a lui.
«Mia Signora, basterebbe soltanto una spia per fare in modo che ci saltino addosso come lupi affamati» dice il generale con preoccupazione.
«Draak, si tranquillizzi, nessuno può sapere che sono con voi a meno che non stia usando la magia. E anche in quel caso Wijs se ne sarebbe accorto» risponde Wasa per nulla intimorita. Il Saggio Wijs conferma con un cenno del capo che sono tutti al sicuro, almeno al momento.

Esercito di Dwr al Port Iar.
Al Port Iar è arrivato il contingente armato del capitano Foeil. Gli uomini hanno attraversato l’isola durante la notte senza cenare e ora il capitano li libera per fare un’abbondante colazione.

Regno di Tera, castello reale.
Aarde osserva dall’alto del castello il comandante Hebber mentre impartisce ordini a tutti i soldati che gli passano davanti senza avere in mano qualcosa di utile. La principessa vorrebbe sorride ma sa che tutto questo trambusto è colpa di una guerra imminente. Aarde si siede al tavolo e inizia a scrivere una lettera.



– Ora Zero –



Mare del Nord.
Le navi partite da Port Tuath di Dwr e comandate da Oceanya continuano la loro navigazione tranquilla; troppo normale per i gusti della ragazza. Chiamato a sè un ufficiale della marina, chiede: «Secondo voi è possibile che non abbiamo ancora avvistato nessuna nave diversa dalle nostre? Quanto manca all’arrivo?»
«Milady, dovremmo avvistate terra tra poche ore e se ci sono navi nemiche potrebbero essere nascoste dietro l’isola.»
L’uomo torna al suo lavoro mentre la principessa continua a fissare l’orizzonte per nulla contenta di come stia procedendo la sua missione.

La preoccupazione di Oceanya è giustificata. A diverse miglia di distanza dalla marina di Dwr, qualche ora prima, era stata messa in atto una scissione tra le navi partite da Port Altaj di Tan. Le centoquaranta navi comandate dall’ammiraglio Sipestro avevano continuato sul loro percorso, mentre le ottanta imbarcazioni comandante dal capitano Goj avevano compiuto un cambio di rotta di novanta gradi.

Mare dell’Est.
Anche il viaggio delle navi partite da Port Ear di Dwr non ha problemi, però l’ammiraglio è più tranquillo di Oceanya perché era stato previsto che sulla loro rotta non ci sarebbero stati disagi almeno fino all’approdo sull’isola di Puna. In questo momento la sua attenzione è tutta rivolta al compito che deve svolgere. Sull’ammiraglia inizia uno sventolio di bandierine all’indirizzo di tutte le navi della flotta, soprattutto a quelle comandate dal generale Each. La risposta è immediata e trecento navi cambiano leggermente la rotta; il generale sta andando da un'altra parte.

Mare del Sud.
Anche nel Mare del Sud tutte le flotte che stanno navigando in quelle acque hanno modificato le loro rotte. Un gruppo di navi partite da Porto Kurang di Apen e sotto il comando diretto di Re Wit prosegue sulla stessa rotta in direzione dell’isola Raumati, mentre l’altro gruppo, comandato dall’ammiraglio Miral, devia di qualche miglio verso est.

Stesso tipo di modifiche sta facendo la flotta partita da Port Statig di Tera dividendosi in due gruppi: uno prosegue sulla stessa rotta mentre l’altro inverte completamente la marcia dirigendosi verso est.

Mare dell’Ovest.
Questo è l’unico mare nel quale le flotte non hanno modificato le loro rotte. Soltanto un’ottantina di navi partite da Port Shoal di Tan, quelle comandate dal generale Brigada, si sono distaccate dal resto del loro gruppo fermandosi in mare aperto.
Sulla nave principale l’urlo della vedetta scuote il paradossale torpore dell’equipaggio. «Navi in vista!»
Il generale si rivolge al marinaio addetto alle comunicazioni: «Segnalate al resto della flotta di non muovere un singolo muscolo senza un mio diretto ordine». Brigada estrae dalla tasca il cannocchiale per sincerarsi che le navi che si stanno avviciando a tutta forza siano proprio quelle che stava attendendo.

Mare del Nord, lungo le coste.
Mai nel mondo si era visto un grande assembramento di navi come nel momento in cui la flotta dell’ammiraglio Lyngesydd di Metel ha raggiunto quella dell’ammiraglio Sipestro di Tan. Dopo alcuni secondi di normale titubanza ha inizio il consueto scambio di messaggi tramite bandierine.
«Ammiraglio, dalla nave di Metel ci segnalano di abbandonare questa posizione. Sostengono che siamo nelle loro acque territoriali» dice un ufficiale a Sipestro.
«Rispondete che siamo a dodici miglia dalla costa e che quindi siamo in regola con le Leggi Imperiali.»

«Ammiraglio, sostengono di essere in regola…» dice l’ufficiale Gwyn all’ammiraglio Lyngesydd.
«Lo vedo anch’io cosa stanno dicendo» risponde stizzito l’ammiraglio. «Maledizione, proprio Sipestro dovevo trovarmi davanti. Segnalate che la Legge Imperiale in questo momento non ha valore e ogni regno ha facoltà di allungare la linea costiera fino a duecento miglia.»

Sipestro sorride. «Di là c’è di sicuro Lyngesydd. Starà valutando la grandezza della nostra flotta e prende tempo con inutili sottigliezze. Sa benissimo che il suo regno, non avendo dichiarato guerra, non può utilizzare questa eccezione.»
«Che cosa devo rispondere ammiraglio?» chiede l’ufficiale.
«Niente. Ora corri immediatamente a poppa e segnala alle nostre navi di prepararsi alla battaglia, poi torna qui e ti dirò il da farsi.»

Lyngesydd non sta ottenendo risposta e la sua ira aumenta ogni secondo che passa ad attendere che Sipestro faccia la sua mossa.
«Ammiraglio, quali sono i suoi ordini specifici?» chiede la Saggia Ohlaka.

L’ufficiale ritorna di corsa dalla poppa della nave dopo avere eseguito l’ordine, ma prima che possa riferirlo all’ammiraglio il fischio di una palla di cannone gli tappa le orecchie. Da una delle navi di Metel hanno sparato.

GUERRA!





N.d.A.
Ben ritrovati. Voglio fornirvi delle informazioni per spiegare alcuni cambiamenti che avrete notato durante la lettura di questo capitolo.
- Innanzitutto l’idea iniziale per il quarto capitolo era di raccontare la vita del bambino “curioso” (nominarlo sempre in questo modo mi ricorda una pubblicità) perché attribuendogli un nome lo avrebbe reso più “dentro la storia”, però, dopo varie riletture, mi sono accorto che sembrava quasi un “filler” e che spezzava il ritmo degli eventi. Alla fine ho deciso di posporre la sua storia perché sarà più importante nelle prossime serie. Al suo posto ho deciso di presentare in modo quasi schematico (non me ne vogliano a male gli amanti della narrativa) tutti i movimenti che gli eserciti di ogni regno stanno compiendo per arrivare al momento clou ovvero la Guerra dei Cinque Regni che, di fatto, vi ho solo fatto assaggiare con le ultime righe del capitolo.
- Avrete sicuramente notato che dall’inizio del paragrafo “ritocchi” ho modificato il tempo verbale del racconto passando al “presente”. I motivi sono essenzialmente due: il primo è che prediligo scrivere al “presente” perché mi da modo di essere “dentro” a ciò che racconto nel momento in cui lo espongo; il secondo è perché ritengo fondamentale che voi sentiate la tensione degli eventi “in diretta” mentre li state leggendo. Questa scelta di metodo contraddistinguerà i prossimi quattro capitoli che saranno dedicati, quasi interamente, a tutte le battaglie.
- Avrete anche notato che ho scelto di “sezionare gli eventi” anche se hanno lo steso punto di partenza. Non ho voluto esporre una battaglia dall’inizio alla fine perché ho immaginato che questi scontri si svolgano nello stesso momento e che quindi abbiano una “vita propria” ma che di riflesso subiscano le interferenze di ciò che accade in altri luoghi. Un esempio preciso lo troverete nel prossimo capitolo, dove le persone che sono in un luogo sentiranno ciò che sta succedendo nel Mare del Nord.
- Nel fondo pagina troverete ancora il cast però senza modifiche che saranno inserite durante il corso delle battaglie, ma soprattutto la mia bellissima mappa. ^^

Ebbene, spero che lo spiegone sia stato utile e non sia stato una zavorra come Fajro per il padre^^, come sempre v’invito a commentare, criticare e a correggermi se trovate degli errori. La vostra opinione è sempre gradita.

Grazie





CAST
Anziano Maestro – Insegnante della scuola imperiale e narratore della storia
Atua Primo del suo nome – Leggendario primo Imperatore dei Cinque Regni [deceduto]
Atua CCXV (vero nome Ukwu) – Imperatore dei Cinque Regni [deceduto]

Cristalya – Regina di Dwr
Oceanya – sorella e principessa ereditaria di Dwr, comandante dell’esercito reale
Dheat – Saggio di Dwr [scomparso]
Glic – Saggio reale di Dwr

Wit – Re di Apen
Pine – consorte del Re di Apen
Willa – principessa di Apen
Oak – principe ereditario di Apen
Wicaksana – Saggia reale di Apen

Explodon – Re di Tan
Bruligida – Regina di Tan
Torcon – principe ereditario di Tan e comandante dell’esercito reale
Fajro – principe di Tan
Saga – Saggio reale di Tan

Wasa – Regina di Tera
Aarde – principessa ereditaria di Tera
Wijs – Saggio reale di Tera

Titan – Re di Metel
Meyelo – principe ereditario di Metel
Ohlaka – Saggia reale di Metel

Spia/mercenario – identità sconosciuta

Kwakhala – Regina dei mostri marini



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