IL DARE
Quanto è melensa
questa lunga attesa!
Attesa di cosa, poi?
Mi sono sentito dire
che avrei dovuto dare di più,
bastava solo una mano,
solo uno sforzo… grande.
Grande, per me.
E allora, cos’è l’amicizia vera?
Mi hanno risposto che è dare,
offrire,
saper dare.
Da bambino mi dicevano
che la vita è un dare e un ricevere;
dare una pacca amichevole
ricevere un sorriso;
dare una mano
ricevere un grazie;
adesso devo dare senza fondo,
il mio magazzino interiore ormai è
vuoto!
Altroché le razzie dei barbari.
E mi parlano di dare,
e mi dicono di fare.
Ma quando annego io, non c’è mai
nessuno;
quando urlo aiuto,
vedo solo spalle e nessun volto.
È finita l’era dei regali,
adesso donerò a chi merita.
E basta,
ciò che mi è stato scritto
mi ha sfinito;
mi parla di amicizia,
io direi più di furbizia,
e vuole insegnare che devo dare.
Io sono umano e sbaglio,
ma so che sono un buon amico,
anche se ho dei limiti,
anche se sbaglio e sbaglio e sbaglio
ancora;
ma sbaglio se non do,
allora sto bene anche solo.
Stufo di dare;
d’ora in poi vorrei rendere felice
anche me,
e non solo gli altri;
ho fatto tanto, troppo,
per tutti questi altri,
adesso basta.
Sono tornato a essere ispido
come ai vecchi tempi,
ma sbaglio se per una volta in vita mia
voglio sorridere anche io,
e non solo gli altri?
NOTA DELL’AUTORE
Poesia che mi arde dentro da tanto tempo, da un mese oramai.
Quasi uno sfogo, impotente.
Prendete queste parole per quello che sono, nella loro umile
nullità.
Anche qui ho sbagliato, vero? Sono sempre un disastro.