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Autore: Jubbathehut    24/08/2019    4 recensioni
- Io penso che sia un ottimo modo per… - Albus alza gli occhi sul volto della sua sottoposta, ma non riesce a finire la frase.
- Per squilibrare gli animi? Per aumentare le ore di servizio di tutti noi professori? - I capelli della donna, prima raccolti in un garbo chignon, si sono ormai lasciati cadere sulle spalle, sconfitti e stressati anche loro.
- Minerva, divertiamoci un po’. - Severus le tocca la spalla, accennando un breve sorriso, - Sono sicuro che questa esperienza sarà per tutti formativa e costruttiva. -
- I dormitori maschili e femminili sono nati e sempre si sono perpetrati così per secoli, perché dovremmo mescolarli? Perché noi? Perché adesso? -
- Andiamo, la cena sta per essere servita. - Il preside le stropiccia i capelli già spettinati e si avvia verso la porta, per poi girarsi un'ultima volta verso Minerva, - Vieni? -
La professa McGranitt alza gli occhi al cielo, consapevole di non poter far cambiare idea all’amico di vecchia data e si rimette il cappello, sospirando, - Le si ritorcerà contro. - gli sussurra infine, sorpassandolo all’uscita della porta, senza mai girarsi indietro.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Lavanda/Ron, Luna/Neville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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He chose me - Capitolo tredici

 
 

- Che lei stesse... ? - Hermione sussurra quelle parole per la quarta volta, chiudendo gli occhi. 

Che lei stesse cosa? Si rigira nel letto, imprecando mentalmente. 

- Tu che dici? - chiede alla sua pianta, che ha recuperato dal comodino di Fred, - Dici che possa volermi invitare? E se ha già invitato qualcuno? E se è fuori a chiederglielo? - 

Sprofonda nello sconforto più totale, rimettendosi a sedere poco dopo: sta perdendo la testa. Si passa una mano sul volto, nel tentativo di lavare via anche i suoi pensieri, interrotti comunque dall’arrivo di Fred nella stanza. 

- Sei ancora sveglia? - le chiede, osservando l’orologio della stanza. 

- Dove diavolo eri finito? Ci sono ancora delle regole qui ad Hogwarts. - sottolinea Hermione, puntando gli occhi su di lui, desiderosa di poter leggere i suoi pensieri. 

- Ero in camera da George, non ho fatto nulla di illegale. - le sorride, avviandosi poi verso il suo letto, dandole le spalle. 

Hermione lo guarda, scrutando la sua figura: si perde per un attimo, mentre lui toglie il maglione e lei può intravedere la pelle dalla camicia leggera. Deglutisce, cercando di focalizzare la sua attenzione su altro. 

- Serata movimentata, eh? - attacca bottone, giocando con i propri capelli. 

- Ti hanno mandato come spia? - Fred si gira verso di lei con la camicia sbottonata fino al petto, sorridendole maliziosamente, - Non ti facevo così pettegola. - 

Hermione tenta in tutti i modi di fissare il volto del suo compagno di stanza, mentre le sue guance arrossiscono appena, - Mi stavo solo preoccupando per te. - conclude indignata, - Non deve essere stato bello essere attaccato così. - 

- No, non lo è stato. - scrolla le spalle, - Mi spiace che tu ci sia andata di mezzo. - Fred si siede sul letto, puntando gli occhi su di lei. 

Ad Hermione, che si era dimenticata di ogni cosa, le torna in mente che anche il suo nome è scritto sulla pergamena di Ginny, - Ah. Non ti preoccupare per me. - 

Fred inclina il volto di qualche grado, icitandola a continuare a parlare. 

 - Preoccupati più che lei ti dica di sì, dopo che hanno scommesso il nome di ben diciannove ragazze. - 

- Le hai contate? - Fred alza un sopracciglio, felicemente sorpreso. 

- L’ho sentito dire da Ginny. - 

- Hai origliato? - Fred si alza in piedi, avvicinandosi a lei. 

- Sentito. - Hermione non indietreggia, rimane ferma sul suo letto senza staccare gli occhi da Fred. 

- Sono solo diciotto, se ti togli dalla conta. - le fa notare.

- Solo diciotto? - 

- Sono tante? - Fred si mette le mani in tasca, - Ci avessi mai fatto qualcosa con una sola di loro. - 

- Ah no? - adesso è Hermione che alza un sopracciglio, incrociando le braccia al petto. 

- Sorpresa? - 

- Potrebbe essere. - 

Fred si ferma a pochi centimetri, piegandosi verso di lei, portando il suo volto davanti a quello della ragazza, - Potrebbe essere anche che tu sia… - 

Non riesce a finire la frase, perché Ginny apre la porta di scatto, - Hermione, mi accompagni in infermeria? Non mi sento tanto bene e Harry… Oh, scusate. - 

Fred sorride alla sorella, allontanandosi dalla sua compagna di stanza e dandole le spalle, - Dovresti andare. - 

 

- Perché diavolo sei venuta? - Ginny è incredula che Hermione l’abbia davvero seguita in infermeria dopo quello che aveva visto entrando in stanza. 

- Mi hai chiesto di accompagnarti! - 

- Si, ma non pensavo che mio fratello fosse a due centimetri dal tuo volto. - 

- Erano due centimetri? - Hermione sembra perdersi nel ricordo del viso di Fred troppo vicino, come vicine erano quelle labbra che tanto sta sognando da giorni. 

- Ha importanza? - Ginny lascia scappare una risata, accettando la medicina che le mettono in mano. Ha uno strano colore verdastro e emette un forte odore di acciuga, - Ho trovato la punizione per avervi interrotti. - conclude amara, mandando giù la brodaglia. 

 - Torno in camera adesso, vedi di riposare anche tu stasera. - le rammenta Hermione, triste di dover lasciare l’amica in infermeria.

- Non sono io quella che sta per tornare in camera con… - 

- Buonanotte, Ginny. - conclude Hermione, scuotendo il capo e avviandosi verso il corridoio. Appena esce, un’ombra le si avvicina pericolosamente.

- Non dovresti essere in camera? Mi avevi detto che non facevi cose illegali. - 

- Ero davvero in camera di George prima. - si scusa Fred, ridendo appena. 

- Sei stato male anche tu? - si informa infine lei, passandosi una mano tra i capelli. 

- Mi andava di fare quattro passi. - 

- All’una di notte? - 

- Stai giudicando, Granger? - Fred la guarda con la coda dell’occhio, mentre entrambi si incamminano verso il loro dormitorio. 

- Sto cercando un modo per addolcirti la pillola: devo toglierti dei punti. - 

Fred alza gli occhi al cielo, scuotendo il capo, - Non puoi chiudere un occhio? Anche se effettivamente mi sembra che tu non sia molto brava a farlo. - insinua lui.

- Come scusa? - Hermione si ferma davanti al dipinto, puntando gli occhi in quelli di Fred. 

- Non hai smesso di guardarmi per un secondo in stanza prima: guardavi il mio volto o il mio petto?  - 

Hermione boccheggia per un attimo, imbarazzata, - Nessuno dei due. - 

- Sicura? - Fred si avvicina di nuovo, senza avvisarla, ma come al solito, quando è a qualche centimetro dal suo volto, si ferma. 

Hermione risponde al suo sguardo, - Sono sicura. - 

- Appurato che ti piace la sicurezza, io sono sicuro di volerti chiedere… - 

- Signorina Granger? - la voce della McGranitt li raggiunge prima che loro possano sparire dietro al dipinto, - Weasley. - 

Fred sorride alla professoressa, che alza gli occhi al cielo esasperata, - Spero che abbiate una spiegazione logica per il fatto che vi ho trovati qui a quest’ora. - 

Ad Hermione, che la spiegazione logica ce l’ha eccome, muore comunque la voce. Imbarazzata cerca di far capire alla sua professoressa preferita che è tutto un equivoco. 

- Abbiamo accompagnato mia sorella in infermeria, Ginny si è sentita male e Harry non è un Prefetto. - chiarisce Fred, - Abbiamo pensato che se fossimo andati con Hermione nessuno ci avrebbe potuto togliere punti. - 

- No, infatti non verrà tolto nessun punto alla vostra casa, ma adesso andate a letto tutti e due. Oh e Weasley, spero che tua sorella si riprenda presto. - 

 

- Grazie per aver accompagnato Ginny in infermeria ieri. - le dice Harry, appena raggiunge la tavolata dei Grifondoro, - Non sapevo proprio come fare. - 

Hermione scuote il capo, appoggiando la tazza del suo cappuccino sul tavolo, - Avete fatto bene a pensare a me. - 

Harry le sorride, versandosi del succo di zucca, aspettando che arrivi anche Ron, andato in infermeria per controllare Ginny. 

- Ha fatto indigestione di dolcetti. - commenta truce Ron, scrollando il viso, non appena li raggiunge.

- È un bene che fosse solo indigestione, ieri sera era proprio pallida quando è arrivata in camera da me. - Hermione appoggia la testa alla mano, mentre la sua capigliatura improvvisata si sfalda, lasciando che i capelli le ricadano veloci sulle spalle. 

Fred, che è arrivato al seguito di Ron insieme a George, non smette di guardarla, - Sei davvero sicura di aver visto che era pallida? Non eri distratta a guardare altro? - la sfida, esibendo un sorriso. 

Hermione, puntando gli occhi sul suo volto, si ricorda della sera prima, - Quante volte ti devo dire che sono sicura? - 

Fred appoggia il suo bicchiere sulla tavola, leccandosi poi il labbro superiore, - Volevo solo accertarmene. - 

- Fred, non dovresti sprecare la tua voce per dire cose che non siano il nome di quella a cui vuoi chiedere di andare alla festa. - gli fa notare Lavanda, che sta mettendo a posto la cravatta di Ron. 

- È pieno di ragazzi in questa scuola, perché ce l’avete proprio con me? - 

- Non era a te che piaceva essere sempre al centro dell’attenzione? - gli fa notare Lee, soffocando una risata, evitando il tovagliolo lanciato dal gemello. 

 

- A che numero sei arrivato? - George lo precede in aula, sogghignando. 

- Vuoi girare il coltello nella piaga? - Fred si accascia sul suo banco vuoto, inghiottendo un sospiro.  

George scrolla le spalle, dandogli un paio di pacche sulla schiena, - Sono a tre tentativi andati a vuoto. - 

- Chiunque sia, ha tutta la mia ammirazione: darti buca tre volte su tre è un record. - si intromette Angelina, sedendosi davanti a Fred. 

- Vedi, lei gira il coltello nella piaga. - gli fa notare George, indicandola con il palmo della mano, mentre il suo gemello alza gli occhi al cielo. 

Fred alza gli occhi al cielo, incrociando le braccia al petto, rifiutandosi di parlare oltre. 

- Che per quanto ne sappia, non è che lo rifuti: secondo me è lui che non lo sa chiedere. - 

- È diventato timido? - Angelina si gira per accarezzargli il braccio, lasciandogli tutta la sua comprensione, - Ti deve piacere davvero tanto. - 

- È innamorato cotto. - sottolinea George, sogghignando. 

Fred alza gli occhi al cielo, - Vi odio, vi odio dal profondo del mio cuore. -

 
   
 
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