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Autore: Shade Owl    25/08/2019    2 recensioni
Orlaith Alexander ha scoperto di non essere solamente una violinista estremamente dotata, tanto da guadagnarsi un esclusivo contratto con la Lightning Tune Records, ma anche di avere dei poteri incredibili, legati alle sue emozioni e alla sua musica. Tutto ciò però ha attirato le mire di potenti stregoni che hanno tentato di usare il suo potere per scopi malvagi, cosa che l'ha obbligata a lottare per salvare se stessa e le persone a cui vuole bene.
Quasi un anno dopo questi avvenimenti, la vita scorre tranquilla per lei, ormai lontana dalle luci della ribalta e dalla magia, e il suo unico obbiettivo è laurearsi e diventare una persona come tutte le altre, dimenticando il proprio dono, troppo pericoloso per essere usato con leggerezza.
Tuttavia, Orlaith ignora gli eventi che, in un luogo lontano, sono già in moto e che presto la raggiungeranno, portandola a scoprire un mondo per lei tutto nuovo e pericoloso, ma anche le risposte che per molto tempo ha ignorato: da dove viene la sua magia? Cos'è lei, realmente? E perché non ha mai incontrato nessun altro con le sue capacità?
Ma soprattutto... saprà affrontare quello che le riserva il destino?
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Epic Violin'
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Nightmare si lasciò ricadere con un gemito sulla sedia della sua scrivania, che cigolò sotto il suo peso. Si prese un momento per trarre un respiro profondo e poi, rassegnato, recuperò il saldatore e ricominciò a collegare i fili elettrici alle piastre candide. Nova entrò poco dopo, i tagli che ancora stavano finendo di guarire sulla sua pelle pallida.
- Lavori?- chiese.
- Tu cosa ne dici?- chiese.
- David è appena morto.- osservò lei - Pensavo…-
- Non c’è tempo per piangere, signorina Lux.- rispose Nightmare - Mi dispiace per David. Non meritava quella fine, ed è colpa nostra, perché ci siamo fatti sfuggire così tante volte il Doplanker. Ma è un chiaro tentativo di rallentarci, e io non intendo dare a lui o a Jayden Allwood questa soddisfazione.-
- Non vuoi nemmeno sapere come sta Orlaith?-
- Sono certo che sta malissimo.- disse lui, senza distogliere lo sguardo dal collegamento che stava ultimando - E non posso biasimarla. Appena vorrà parlarmi discuteremo anche di questo, e se vorrà incolparmi di qualcosa non mi tirerò indietro. Nel frattempo, tuttavia, continuerò a fare il mio lavoro, e ti suggerisco di fare altrettanto.-
Nova esitò ma, dopo un attimo di spaesamento, chiuse gli occhi e annuì.
- Va bene.- disse - Ho avuto un’idea.-
- A che proposito?-
- Non posso trovare né Allwood né il Doplanker né la Pietra, l’incantesimo che li protegge è troppo potente. Però sono sicura che non abbia pensato all’argilla.-
- Cos’ha l’argilla?-
- Nulla, è argilla. Ma lo usa per creare Homunculi e Domunculi. Visto quanti ne produce, gliene servirà una quantità enorme.-
- Continua.-
- Pensavo di rintracciare quello.- spiegò - Grandi quantità di argilla. Immagino che, una volta esclusi i posti come negozi di vasi, magazzini autorizzati e cose del genere, rimarranno poche località da controllare.-
A quel punto Nightmare sollevò finalmente lo sguardo.
- Geniale.- disse semplicemente - Non ci avevo pensato. D’altra parte è per questo che sei tu la Cercatrice.-
Lei annuì.
- Grazie.- disse, facendo per uscire - Allora mi metto al lavoro. Penso di aver capito come usare il… computer. Non mi serve aiuto, per ora.-
Richiuse la porta alle sue spalle, e Nightmare tornò a concentrarsi sul suo lavoro. Per un istante le dita gli tremarono, e dovette allontanare il saldatore dal metallo per non fare danni.
Ringrazia che non ti posso toccare, figlio di puttana…

Orlaith chiuse gli occhi, appoggiando la schiena alla parete. Ormai aveva smesso di piangere, e forse non ci sarebbe più riuscita.
Le sembrava di aver finito le lacrime. Nemmeno ricordava più quando aveva cominciato, né quando aveva finito. L’unica certezza che aveva era che David non avrebbe mai più cercato di convincerla a tornare a New York per suonare il violino.
Ce l’aveva avuta con lui per anni, durante la sua permanenza in città, perché non faceva altro che caricarla di impegni, di lavoro, di assurde aspettative e di tensione. Quando poi aveva scoperto che la colpa era di Vaněk aveva iniziato a trattarlo male e a guardarlo con diffidenza. Solo all’ultimo, quando era corso ad aiutarla rischiando la vita, aveva capito che era il suo migliore amico e nient’altro.
Certo, nell’ultimo anno non si erano quasi visti, e quelle volte in cui si erano sentiti avevano perlopiù discusso… ma gli voleva bene, sempre e comunque.
Sentì la porta della stanza aprirsi e richiudersi, e passi che conosceva bene avvicinarsi lentamente a lei. Annie le si inginocchiò di fronte, posandole le mani sulle guance.
- Ehi…- disse con gentilezza - Tesoro…-
Le parve per un momento che volesse chiederle come si sentiva, ma probabilmente riuscì a trattenersi all’ultimo. Orlaith aprì gli occhi per guardarla in faccia, e vide che aveva anche lei gli occhi gonfi e la pelle arrossata. Anche Annie aveva pianto.
Si sedette accanto a lei, passandole un braccio sulle spalle senza dire altro. Orlaith si sfregò il naso con la manica, cercando di non urlare.
- Non avrei dovuto portarlo con me.- disse alla fine, dopo un lungo silenzio.
- Non ti dare la colpa. Sapevamo tutti cosa stavamo rischiando.- disse Annie.
- Ma l’ho messo io in quella situazione. Se fossi andata da sola…-
- Nightmare non te lo avrebbe permesso, e nemmeno io.- ribatté Annie - Non torturarti con i se, va bene? Non possiamo cambiare quello che è successo.-
Orlaith sbuffò una risata umida, scuotendo la testa. Lo sguardo le cadde sul violino, abbandonato in un angolo della piccola stanza in cui si era rifugiata. Era l’unico che le era rimasto, quello di riserva si era rotto durante la colluttazione.
- Parla per te.- disse.
Si rialzò in piedi e andò ad aprire la custodia, controllando lo strumento: l’accordatura sembrava tenere ancora, e l’archetto le parve integro. Poteva suonarlo.
- Cosa stai facendo?- chiese Annie, con voce ora allarmata - Orlaith… ti prego, dimmi che non hai in mente quello che penso.-
- Hai sentito cosa hanno detto.- disse lei, facendo un cenno verso la porta, mentre estraeva lo strumento - Trascendente. Posso ignorare qualsiasi legge fondamentale dell’universo fino a riscrivere la storia.-
- E vorresti… riportare indietro David?- balbettò Annie, alzandosi in piedi - Tu… stai scherzando, vero?-
Orlaith la guardò negli occhi, stringendo con forza l’archetto
- No.- rispose.

Nightmare si sporse da sopra la spalla di Nova, avvicinando il viso allo schermo del portatile. Il programma era aperto su una pagina web creata appositamente per l’azienda di Allwood, ma si trattava di un banale specchietto delle attività e delle competenze, di quelle cose che si creano per il pubblico.
- Vorresti che forzassi il loro database aziendale?- chiese.
- Sì.- rispose Nova, seduta accanto a lui - Ho avuto un’idea, ma per verificarla dovrei prima avere una lista dei dipendenti, e questo va oltre le mie capacità.-
Nightmare annuì e portò una mano dietro la testa, poco sotto il colletto. Ne trasse fuori un cavo che inserì in una presa laterale del computer, come se fosse la cosa più normale del mondo. Rin, che in quel momento era dall’altro lato del tavolo, intenta a passare del cotone impregnato di disinfettante sui tagli che Keith aveva in viso, lo guardò con aria perplessa.
- Non mi abituerò mai a vederti fare cose del genere.- disse.
- Lo prendo per un complimento.- disse Nightmare, mentre una finestra di inserimento si apriva all’improvviso e lui cominciava a digitare alcuni comandi.
Ben presto la finestra prese a riempirsi da sola di segni e intere stringhe di codice, e lui staccò il cavo dal portatile, riavvolgendolo nel suo alloggiamento.
- Ho caricato un virus che forzerà silenziosamente i loro database tramite un messaggio di posta elettronica. Dagli il tempo di entrare e avrai accesso all’intera rete.-
- Sai che non stiamo capendo niente, vero?- grugnì Keith, rigido come un pezzo di legno per consentire a Rin di finire il lavoro.
- Prima o poi ti insegnerò a usare i computer, ragazzo.- rispose lui.
Dalla porta alle loro spalle cominciarono a sentire le voci ovattate di Orlaith e Annie che discutevano all’improvviso. Si voltarono tutti e quattro, giusto in tempo per vederle uscire. O meglio, rincorrersi.
Annie aveva preso il violino di Orlaith, e mentre lo teneva in alto con una mano cercava di tenere lontana l’amica con l’altra, malgrado lei tentasse in ogni modo di vincere la sua resistenza e recuperare lo strumento.
- Ridammelo! Ridammelo subito!- gridò Orlaith, strattonandola - Dammi il violino, Annie!-
- No!- rispose lei, furiosa - Nightmare, aiutami!-
Gli lanciò addosso lo strumento e l’archetto, che lui afferrò al volo senza capire. Scambiò uno sguardo perplesso con i compagni, leggendo le identiche espressioni sui loro volti.
- Ehm…- disse - Cosa sta succedendo?-
- Niente!- sbottò Orlaith, cercando di scrollarsi Annie di dosso, che adesso cercava di trattenerla - Ridammi il mio dannato violino, Nightmare!-
- Vuole suonare per riportare David in vita!- esclamò Annie.
Orlaith, con un verso esasperato, riuscì finalmente a spintonare via l’amica, liberandosi di lei.
- SÌ!- gridò - E va bene, voglio riportare in vita David! E voglio ammazzare Jayden! Lo farò sparire! Posso riscrivere la storia, lo hai detto tu!- e si rivolse a Nightmare - Porrò fine a tutto questo, e lo farò adesso!-
Nightmare scosse lentamente la testa, senza muoversi.
- No.- rispose.
Orlaith si coprì gli occhi con le mani, esasperata. Aveva i capelli sparati in un milione di direzioni diverse, e in qualche modo si era graffiata il mento mentre lottava con Annie. Era evidentemente stravolta.
- Va bene… mettiamola in questo modo…- disse lentamente, tornando a guardarlo con un finto sorriso furioso - Tu ora mi ridai il violino e io ti prometto che, quando finalmente sarai costretto a restituirmelo perché ne ho bisogno, non ti comprimerò l’armatura fino a trasformarti in una dannata scatoletta di cibo per gatti.-
Per la prima volta da molto tempo, Nightmare faticò a non lasciar trasparire il brivido che gli attraversò la schiena: in vita sua aveva incassato molte minacce di morte, ma raramente le aveva sentite provenire da una persona più che in grado di mantenere una simile promessa.
- Fai pure.- le disse - Ma se adesso ti restituissi il violino, tu potresti davvero fare quello che hai detto… potresti davvero riscrivere quello che è successo.-
- Già!- esclamò Orlaith, allargando le braccia - Dio, che cosa tremenda… impedirei a Allwood di esistere! Sono sicura che in molti lo rimpiangeranno, in fondo è un così bravo ragazzo…-
- Ma allora perché non impedire che nasca lo stesso Vaněk?- chiese Nightmare - Ha ucciso tua madre, no? E poi potresti passare ad altro.- continuò lui - Molta gente muore ogni giorno, quasi sempre per colpa di qualcuno. Sei in grado di fare tutto, potresti impedire di nascere a persone come Hitler e Stalin… e perché no, potresti tornare più indietro. Compra un qualsiasi libro di storia, ci sono molte persone come loro tra cui scegliere. Potresti riscrivere tutto dai tempi dell’antica Roma, sono certo che l’operato di Giulio Cesare non abbia fatto molto piacere al resto dell’Europa.-
Orlaith scosse la testa.
- Cosa centra questo?- chiese.
- Beh, sei tu che vuoi cominciare a riscrivere la storia. Perché fermarti alla tua?- chiese Nightmare - Pensi che sia ingiusto quello che ti hanno fatto Allwood e Vaněk? Sicuramente lo è, ma in tanti hanno subito ingiustizie, quindi sarebbe corretto rimediare anche a questi torti, non credi? Molti serial killer, per dirne una, avrebbero fatto un favore al mondo se non fossero mai esistiti. Chissà come staremmo oggi senza l’undici settembre, o senza le crociate. Oppure senza il Vietnam, o le due Guerre Mondiali. Diamine, non so cosa darei io per vedere la mia realtà priva della guerra…- ridacchiò, scuotendo la testa.
- Nightmare…-
- L’intento di Allwood, quando lo hai conosciuto, era trascendere la morte per riportare in vita il vero McGrath e uccidere il suo nemico. In cosa saresti diversa da lui? Resuscitare qualcuno non è uno scherzo.- continuò - A noi è successo, e anche se non ricordiamo com’era essere morti passeremo il resto delle nostre vite sapendo che lo eravamo.- si lasciò scappare un sospiro sconfitto, scuotendo di nuovo la testa - Te lo assicuro, signorina Alexander… vorrei potermene dimenticare. Lo vorremmo tutti quanti.-
Le allungò il violino e l’archetto, e Orlaith li prese con qualche esitazione. La rabbia che le animava lo sguardo ora era stata sostituita dalla confusione e dalla paura.
- Tutti noi abbiamo perso qualcuno. Familiari e amici. Ci sono stati portati via, come a te. Ognuno dei presenti, qui, ha subito lutti tremendi.- continuò - Ma possiamo solo andare avanti. Pensa semplicemente a una cosa: se David potesse parlarti di nuovo, cosa penserebbe di ciò che vuoi fare?-
Orlaith esitò ancora, guardando il violino che le tremava in mano. Sembrava sul punto di vomitare.
Poi, all’improvviso, lasciò andare l’archetto, afferrò la tastiera con due mani e, gridando, sbatté lo strumento contro la parete lì accanto.

La colpì una, due, tre volte, riducendo il violino in pezzi, fino a quando non le rimasero poche schegge tra le dita, che a quel punto lasciò andare per passare ai pugni, e infine sbatté le mani a palmi aperti sul muro, in preda alla più totale disperazione, senza mai smettere di gridare.
E all’improvviso, al posto del muro c’era polvere.
Fu un attimo, il tempo di un battito di ciglia, ma quando tutti riaprirono gli occhi non c’erano più cartongesso e cemento, davanti a loro, ma polvere e aria aperta.
La stanza adesso mostrava la città di New York, su cui brillava un sole rossastro in procinto di tramontare. I suoni del traffico entravano distintamente, e potevano vedere con chiarezza le finestre del palazzo di fronte. Un uomo, intento a lavarsi i denti, si era immobilizzato lì dov’era, lo spazzolino infilato in bocca e gli occhi quasi fuori dalle orbite mentre li fissava sgomento.
Keith e Nova balzarono in piedi per lo stupore, e Rin trattenne il respiro. Anche Nightmare si irrigidì per l’improvvisa piega della situazione. Annie, accanto a lui, spostò lo sguardo da Orlaith, caduta a sedere, alla parete ora scomparsa.
La violinista si guardava le mani, che tremavano più che mai, adesso.

Cosa ho fatto?
Non stava ragionando mentre spaccava in mille pezzi il suo violino, né mentre colpiva la parete. Aveva solo voglia di distruggere qualcosa.
In qualche modo era successo. Aveva fatto sparire un’intera porzione del palazzo, e ora davanti a lei c’era il vuoto. Il cuore le batteva a mille, e aveva il fiato corto per il miscuglio di emozioni che si inseguivano nella sua testa.
Ho… usato i miei poteri?
- Devi rimediare.- disse Nightmare - Volevi riscrivere la storia? Fallo adesso.- disse - Perché questa è una cosa difficile da coprire.-
Orlaith scosse lentamente la testa.
- Io… non so come si fa!- esclamò, la voce acuta e quasi isterica.
- Orlaith…- disse Annie, correndo al suo fianco - Calmati, va bene? Ora tu… respira. Fai come quando suonavi… puoi controllarti. Usa le emozioni al posto della musica. Hai usato i tuoi poteri senza violino, puoi farlo ancora.-
Orlaith annuì freneticamente, anche se non era del tutto sicura di essere d’accordo con Annie. D’altra parte, lei e Nightmare avevano ragione: doveva usare la magia, e doveva farlo subito.
Chiuse gli occhi e cominciò a respirare lentamente, per cinque volte, costringendosi a pensare al suo Giardino Privato, un campo di trifogli in cui poteva entrare solamente lei e dove niente poteva farle del male. A poco a poco sentì la rabbia, la tristezza e la paura affievolirsi e, anche se non sparirono, divennero più semplici da gestire. Se non altro, adesso poteva ragionare lucidamente.
Quando riaprì gli occhi scoprì che la parete era di nuovo al suo posto, e persino il violino era di nuovo integro, abbandonato accanto a lei. Ce l’aveva fatta.
- Bravissima!- esclamò Annie, stringendole le spalle - Sei forte, Orlaith!-
Nightmare sospirò, appoggiandosi alla scrivania alle sue spalle.
- Beh… una giornata davvero schifosa.- disse lentamente - Ma almeno abbiamo una buona notizia: stai imparando a usare i tuoi poteri senza il violino.-
Orlaith non rispose, lo stomaco ancora rovesciato, lo sguardo fisso sulle mani ancora scosse dallo stesso tremito di poco prima, con l’unica differenza che adesso erano solo un po’ malferme, e non simili a rami al vento.
In quel momento, forse per la prima volta in vita sua, si rendeva conto di cosa fosse davvero capace di fare.

Orlaith sta finalmente scoprendo i suoi reali poteri. E potrebbe non essere un bene...
Ringrazio ancora una volta 
John Spangler, Easter_huit, Old Fashioned, Roiben, Arianna96r, LadyTsuky e Thestragereylo, che mi stanno seguendo.
A presto!

 

   
 
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