Eclipse
As long as the sun shines
one does not ask for the moon
Le reazioni provocate da me e Malfoy hanno assunto dimensioni spropositate, dato che ora
anche Dominique è convinta che io le stia nascondendo qualcosa. “Non posso
credere che tu mi abbia nascosto di avere una storia con Malfoy!”
“Dom…”
“Alle quattro di notte. Alle quattro di
notte!” continua a ripetere, senza voler sentire ragioni. Per quanto io cerchi
di spiegarle, lei non sembra darmi ascolto. “Sai che io approvo le relazioni clandestine, Ro, però avresti
dovuto dirmelo!”
“Dom…!” la
prendo per le braccia, imponendole di smetterla di agitarsi. “Tra me e Malfoy non c’è niente, okay? Non c’è mai stato niente.”
Lei si mostra perplessa e per niente
disposta a credermi. Con fare indagatore, continua imperterrita il suo
interrogatorio: “Dov’eri ieri alle
quattro di notte, allora?”
“Alle Cucine.”
“Cosa?! E cosa ci facevi in cucina?”
“Avevo fame e, fatalità, ho trovato lì Malfoy. Non è successo nient’altro! Abbiamo solo un po’
parlato… più o meno.”
Dominique continua a mantenere le
braccia conserte e un’aria inquisitrice, ma qualcosa mi dice che crede alle mie
parole. La porta della nostra camera si spalanca con un grande baccano e spunta
il viso ilare di Lysander, che alza le braccia sopra
la testa in segno di vittoria: “Ho sentito tutto! È così romantico!”
“Lysander,
non è proprio il momento” scuote la testa Dominique. “Io e Rose stiamo
discutendo seriamente.”
Il nostro amico alza gli occhi al cielo
e ignora il commento di Dom. “Ragazze, smettetela con
queste litigate da femmine, per favore. Qui stiamo assistendo alla storia
d’amore del secolo!”
Gli lancio una stilettata, spazientita.
“Lysander, piantala.”
Il Serpeverde
è gasatissimo: non riesce a stare fermo, gli occhi gli luccicano, e sorride
come un’idiota. “Sembra di essere finiti in un romanzo. Sesso proibito, guerra
contro la mean girl della scuola, incontro notturno e
ulteriormente proibito nelle cucine… tutto questo, tra due che si sono sempre
odiati! È così eccitante che, se fossi in te, inizierei a scrivere un libro.”
Io e Dominique ci scambiamo un’occhiata
sconvolta, della serie “questo è fuori di testa”. “Sesso proibito, Lys? Sul serio?”
Lui si stravacca sopra il mio letto,
con forte disappunto da parte mia, e afferma: “Intendo il fatto. Possiamo parlare di quanto accaduto, vero, o è ancora un
argomento tabù?”
Dominique lo fulmina con lo sguardo,
facendomi sospettare che loro due ne hanno già parlato.
La verità è che non ho mai detto a
nessuno quanto successo dopo quella famigerata festa: ho solo accennato
l’accaduto a Roxanne, perché costretta, ma niente di
più. Neanche Lys e Dom, le
persone che mi sono più vicine, sanno quello che è avvenuto. Non mi hanno mai
chiesto niente, hanno sempre riposto cieca fiducia in me.
Non so se sono pronta per parlarne e
spero vivamente che non mi chiedano ulteriori spiegazioni, ma non posso
lasciare che pensino che io e Scorpius abbiamo fatto
sesso. “Mi dispiace deluderti, ma io e Malfoy non
l’abbiamo mai fatto. Per fortuna.”
Non immaginavo il peso che avrebbero
avuto le mie parole: restano zitti, incapaci di dire qualsiasi cosa, la bocca e
gli occhi spalancati. La prima a parlare è Dominique: “Che cosa? E perché tutti
lo pensano? E perché ti danno della puttana? Ma cosa è successo davvero?”
“Calma” la freno io, sedendomi sul
minuscolo spazio libero lasciato da Lysander sul
letto. “Cioè, io ero un po’ ubriaca…”
“Solo un po’?!” scoppia a ridere Lysander, alludendo allo stato in cui ero presa quella
sera.
Dominique gli intima di tacere per
farmi continuare e io proseguo: “Sì, ecco, non chiedetemi il motivo perché non
saprei rispondervi, ma, be’, quando Malfoy è sparito
dalla festa io l’ho seguito e…”
“E…?”
Sposto lo sguardo, imbarazzata. “L’ho
baciato. Lui non è sembrato molto contento della cosa. E
tuo fratello ci ha visti.”
“Louis?!” esclama Dominique, scioccata.
“No… intendo il fratello di Lysander. Lorcan ci ha visti.”
“Oddio” biascica Lysander.
Ovviamente, è perfettamente consapevole di cosa sia capace il suo gemello,
quindi si prende la testa tra le mani: “Non dirmi che è stato lui a diffondere
una falsa notizia, dicendo che vi ha visti scopare.”
Annuisco. So quanto Lysander
ci stia male ogni volta che Lorcan combina qualcosa.
Riceve molte delusioni da parte sua, ma spera sempre che lui possa cambiare.
Dal mio canto, lo dubito fortemente. “La colpa non è solo sua, però. Anche Lily
ha contribuito a diffondere la notizia.”
Prima che io e Lysander
possiamo accorgercene, Dominique esce dalla stanza con un gran trambusto,
urlando a squarciagola: “Lily Luna Potter, dove cazzo ti nascondi?!”
Oddio. Oddio oddio oddio.
“Lysander, abbiamo un problema.”
“E anche bello grande, direi.”
Dominique è la persona più irascibile e
impulsiva che conosca. Il problema è che la sua rabbia spesso sfocia in
disastri irreparabili: l’anno scorso ha mandato in infermeria uno studente che
le aveva dato solo un nove su dieci,
quando gli era stato chiesto come fosse a letto. Lei non riflette, colpisce e
basta, pentendosi spesso a posteriori delle proprie azioni.
Io e Lysander
ci affrettiamo a seguirla, per tentare di calmarla, ma lei è una furia: “Non
esiste che qualcuno tenta di sabotare la mia migliore amica!”
Strabuzzo gli occhi. Non so cosa
pensare. Il fatto è che dovrei essere spaventata, preoccupata, che so, qualsiasi cosa, ma non orgogliosa di
Dominique. Oh cazzo, mi sento davvero
orgogliosa di Dominique?!
“Ti prego, Domi, ragioniamo” balbetta Lysander, ma la mia amica ha già individuato dalla finestra
Lily e iniziato a correre come una forsennata – e né io né lui ce la caviamo
molto bene nella corsa.
Quando la raggiungiamo in giardino con
il disperato tentativo di limitare i danni, Lily è seduta accanto a Hugo e
Lucy. Poco più in là, da parti opposte, osservano la scena Albus
e James.
“Ti sfido a Duello, stronza!” scalpita Dom, avventandosi contro di lei.
Lily sbatte le palpebre un paio di
volte, per poi roteare gli occhi, infastidita. “Che teatrino patetico.”
“Mon Dieu, sei una stronza! Io mi rifiuto di
chiamarti cugina! Lily Luna Potter, sei l’essere più falso e schifoso che io
abbia mai conosciuto!”
“Qualcuno la fermi. Subito!”
“Va’ tu, Lys.”
“No, io mi sto godendo la scena. Va’
tu, Ro.”
Sono come pietrificata sul posto. In questo momento, si è gettata contro
Lily, puntandole la bacchetta sul petto e versandole addosso una serie
spropositata di insulti – in qualche modo, mi ricorda la sceneggiata ideata da
me e Lorcan qualche giorno fa. Lily, però, non è
posata e soddisfatta come era Scamander: anzi, si
scansa, irritata. “Si può sapere cos’hai?!”
“Tu sai la verità! E tutti la odiano
per colpa tua!”
Alza un sopracciglio, sorpresa, poi i
suoi tratti tornano gli stessi di sempre – altezzosi, vittoriosi, esplosivi.
“Oh, Dominique, è ciò che si meritano quelle come te e lei” ribatte.
Se prima Dominique era un vulcano in
eruzione, ora si trasforma nell’apocalisse – ha gli occhi infuocati di chi
vorrebbe distruggere qualsiasi cosa. Non mi era mai capitato di vederla così, e
scopro di voler indietreggiare, incapace di sostenere la situazione. Dominique
alza furiosa la bacchetta e improvvisamente la sua ira aumenta, aumenta,
aumenta. “Cruc...”
Non lo sta davvero facendo. Sto
sognando. Ora mi sveglio...
Io e qualcun altro urliamo insieme: “Expelliarmus!”,
salvando la vita di Lily, la quale, bianca come un cadavere, indietreggia.
Afferro la bacchetta di Dominique,
voltando lo sguardo su chi ha lanciato l’Incantesimo con me. James Sirius Potter.
Questo, in qualche modo, non va a genio
a Dominique. Lei, infatti, si avventa contro di lui. “Non ti devi permettere di
togliermi la bacchetta dalle mani, bastardo!”
James è livido. Si passa una mano tra i
capelli corvini e sbatte gli occhi scurissimi. “Prego?”
“Grazie, Jamie” squittisce Lily, meno
pallida, ma sempre spaventata.
“Stavi per ammazzare mia sorella,
Dominique!” scatta, stringendo Lily in un abbraccio. O la smette di fare la
vittima o, sul serio, intervengo anch’io.
“Grazie tante, avrei fatto bene”
borbotta. “Lei ti sta nascondendo la verità, Potter! Infida sguattera...”
Ha sul serio detto
sguattera?
A peggiorare la situazione, sempre se
ciò sia possibile, è una figura stoica e imperturbabile che si fa strada fra
noi. Lysander, alla vista del fratello, scuote la
testa preparandosi a incassare il colpo. Lorcan
osserva tutti noi, un sorriso storto dipinto sulle labbra, e si sofferma
qualche attimo in più sul mio viso. Dopodiché, come se fosse la cosa più
naturale del mondo, suggerisce: “È ora di smetterla con tutto questo casino.
Avete ancora una reputazione da mantenere, dopotutto. Volete essere spodestati
dal vertice della piramide, ragazzi?”
“Giuro che se avessi la mia bacchetta,
ti lancerei un Avada Kedavra”
annuncia Dominique, serrando gli occhi celesti verso Lorcan.
Sono tentata di passargliela, ma poi andrebbe ad Azkaban e non la potrei più
vedere.
“Mia cara Veela,
sarai anche coraggiosa per aver difeso l’onore della tua amichetta, ma i tuoi
atteggiamenti violenti mi ricordano molto gente come Voldemort” sorride Lorcan, e questa volta sono tentata di fargli io un Avada Kedavra. Si
scompiglia ad arte i capelli biondo sporco e, incapace di darsi un freno,
continua: “Dai, su, siete cugini! Sarà mai così difficile fare pace?”
“Sta’ zitto!” Roxanne,
improvvisamente apparsa accanto a me, si scatena. “Sul serio, Lorcan, sta’ zitto o giuro che parlo e dico tutto!”
Riuniti in un cerchio informe, siamo
tutti noi cugini – Lily, James, Albus, Dominique,
Louis, Fred, Roxanne, Lucy, Hugo, io –, i gemelli Scamandro e, nascosto un po’ più in là, sotto l’ombra di
una quercia, Malfoy. Roxanne,
sganciando la bomba, ha come dato il permesso a tutti gli altri di dare la
propria opinione.
Ed è con mia grande delusione, ma
assoluta certezza, che Hugo muove un passo verso Lily. “Smettila di farla
soffrire, Rose.”
Ognuno di loro si gira verso di me,
aspettando una risposta. Vorrei essere ragionevole e farlo riflettere, ma in
quel momento mi si annebbia la vista e, da perfetta Weasley,
divampo. “Non permetterti di dire cosa
devo o non devo fare! Sono tua sorella maggiore!”
Devo apparire sinceramente ridicola.
Hugo, il mio fratellino Grifondoro, indietreggia.
Sento la tristezza che sale e si riversa, sento di non sopportarlo più. Perché preferisce Lily? Da quando,
esattamente, la sua migliore amica è più importante di sua sorella? Gli ho
sempre regalato le mie Api Frizzole, l’ho aiutato ad
ambientarsi ad Hogwarts quando era solo un bambino,
gli ho dato ripetizioni di Pozioni quando mamma, in vista del suo primo
Scadente, era andata in escandescenze. E ora tutte queste sciocchezze
superficiali restano cosa sono sempre state: sciocchezze superficiali. Lucy, colpita dalla mia reazione,
mormora: “Forse ha ragione lui.”
Lucy e Hugo, cugina e fratello, contro di
me. E Lily, naturalmente. E James, Albus, Louis... Si
fa prima a contare chi sta dalla mia parte, piuttosto di chi non ci sta.
“Bene!” urlo, incapace di controllarmi.
“Ha ragione lui! Ha ragione Lily! Evviva! Sono una stronza traditrice che ha
fatto sesso con Malfoy! Non rivolgete la parola a
Rose La Puttana, mi raccomando! Ma sì, riuniamoci tra noi cugini, odiamola
insieme, chissà che capirà che ha sbagliato, che è una stronza…”
“Rose, basta” è Lysander
a poggiarmi una mano sul braccio, a tentare di calmarmi. Respiro a fondo. Mi
accorgo delle occhiate allibite che si scambiano alcuni, ma la maggior parte di
loro china lo sguardo a terra, abbattuto.
Lily, scioccata, fa segno al suo
ragazzo di raggiungerla. Malfoy, per tutta risposta,
scuote la testa e se ne va.
*
Non c’è niente di più umiliante che
l’essere pubblicamente e apertamente denigrata dalla tua stessa famiglia,
fratello minore compreso.
Non c’è niente di più umiliante che
ripensare agli anni in cui eri tu a dirigere i Potter-Weasley,
ad essere ammirata, rispettata come una leader.
Non c’è niente di più umiliante che
rendersi conto che oramai Lily ha preso il tuo posto e non c’è nulla che tu
possa fare per azzerare le cose.
E, soprattutto, non c’è niente di più
umiliante che realizzare di non conoscere più nessuno di loro veramente, a
partire da chi credevi essere il tuo migliore amico e alleato.
Guardo la bacchetta che stringo tra le
mie mani e si fa strada in me una constatazione sarcastica. La magia può risolvere tutto, così credono i
babbani. Forse potrei cancellare la memoria a
tutti loro, ma non penso servirebbe realmente a qualcosa – e, soprattutto,
lanciare un Oblivion a tutti è un’impresa impossibile.
“E così la regina è stata spodestata
dal trono.”
Scamandro mi fissa dall’alto,
in attesa che io sollevi la testa per degnarlo di qualche attenzione.
Sono seduta sul pavimento di un anonimo
corridoio di Hogwarts, la fronte schiacciata contro
le ginocchia, inghiottita dal mio turbinio di pensieri. Quando incrocio il suo
sguardo, mi sorprende constatare che non è curioso e soddisfatto come al
solito, ma quasi apprensivo.
“Perché non mi lasci in pace, Scamandro?”
Lui interpreta sconsideratamente la mia
domanda come un invito a restare, quindi si siede accanto a me, la schiena
addossata contro la parete. “Che vuoi farci? Ho sempre avuto un debole per le
persone vulnerabili e fallite.”
Mi volto di scatto, afferrandolo per il
colletto della camicia linda e stirata e portandomi a qualche millimetro di
distanza dal suo viso. “Io non sono come dici.” Sibilo. “Tu non mi conosci
affatto, non mi hai mai conosciuta. Sono sempre stata un passo avanti a te, Scamandro, e prima o poi scoprirò cos’hai in mente e ti distruggerò.”
“Perché ogni volta che ti incazzi con
me sembra che tu abbia una voglia matta di togliermi i vestiti, Rosie?” ribatte
lui, deformando la bocca in un riso sardonico.
Regalo un ultimo strattone al suo
colletto, facendo saltare un bottone della sua camicia, che finisce sul terreno
con un tonfo sordo. Poi ristabilisco la distanza di sicurezza, scansandomi con
disgusto. È così pieno di sé da fare schifo.
“Continua a sognare, Scamandro.”
Si morde il labbro inferiore e solleva
un angolo della bocca, imitando il sorriso sghembo di cui tutte le ragazze di Hogwarts sono innamorate. Io, per tutta risposta, mi alzo
in piedi intenta ad andarmene. Lui mi imita: misura il suo passo al mio, si
dispone al mio fianco, pronto a protrarre quella tortura.
“Che fai? La smetti di seguirmi?”
“Scusami tanto se sto andando a cena
come stai facendo tu.” Ribatte, sarcastico. “Spero di non dover assistere alla
sceneggiata patetica di stamattina. A che tavolo ti siederai oggi, ingenua
Rosie? Chi cercherai disperatamente di riavere dalla tua parte?”
“Sei un’insensibile” è tutto ciò che
esce dalla mia bocca, senza intenzione di insultarlo come sempre: ora, sono
semplicemente sincera. “Mi rendo conto che tu non sappia cosa vuol dire avere
degli amici, ma Albus mi manca. E sono cazzi miei se
cerco di riavere la sua amicizia. Anche a costo di sembrare patetica.”
Nei suoi occhi appare un barlume di
sorpresa, frettolosamente rimpiazzato dalla usuale ironia pungente: “Potter ti
muore dietro, Rosie… sta solo recitando. Ti facevo più sveglia, sai?”
“Che cosa significa?”
“Che sarai anche stata spodestata dal
trono, ma i servi di Lily non sono così fedeli come sembrano.” Enuncia,
enigmatico, facendomi l’occhiolino. “E ora perdonami, ma non vorrei che i miei
compagni mi vedessero favoreggiare per il nemico. A differenza tua, ho ancora
una reputazione, io.”
Dopo avermi superata, Lorcan raggiunge il suo posto accanto al gemello,
chinandosi per sussurrargli qualcosa all’orecchio.
Lancio un’occhiata a Lily e ai suoi
scagnozzi-cugini, con una domanda tacita a tormentarmi.
Chi è che non è così
fedele come sembra?
Chi è che sta
fingendo?
E, soprattutto,
perché?
Senza Dom a
farmi compagnia a tavola, mi sento ancora più smarrita e sola – è stata
trascinata nell’ufficio della McGrannitt d’urgenza:
per fortuna, non è stata beccata mentre tentava di ammazzare Lily, ma in camera
di un Tassorosso ad orari poco opportuni e
completamente senza vestiti. Non sono preoccupata per lei, dato che se la cava
sempre in queste occasioni.
Nessuno mi rivolge la parola, nemmeno
per pietà, e io mi sento sempre più imbarazzata ogni secondo che passa. Osservo
il cibo che ho sul piatto, scostandolo appena, e capto le conversazioni dei
miei compagni di Casa, tutti eccitatissimi per la partita. C’è chi si pregusta
la vittoria, chi è convinto che la faremo pagare ai Serpeverde,
chi sta già facendo i complimenti a James per quando afferrerà il Boccino… mi
rendo conto di quanto ciechi e ingenui siano loro tutti. Se prendessi parola,
risulterei l’unica nota stonante in quell’armonia di voci: l’unica che dubita
della nostra vittoria, l’unica ad aver notato quanto la nostra squadra sia sì
brava, ma non allo stesso livello dei Serpeverde – da
quando Nott ha preso in mano le redini della
situazione, diventando Capitano della squadra, si sono trasformati in avversari
imbattibili.
È per questo che, durante l’allenamento
notturno improvvisato dopo cena, mi sfinisco, spingendomi oltre i miei limiti.
Non posso permettere che la squadra perda alla partita di sabato, non posso
permettere di umiliarmi ulteriormente di fronte alla scuola, per quanto alcuni
potrebbero credere che ormai ci sono abituata.
Durante l’allenamento, cerco di
cancellare dalla mente tutti i bisbigli
di oggi, diventati sempre più spudorati: si mormora che io e Malfoy abbiamo una tresca amorosa, ora. Perlomeno, ho
smesso di essere l’unica colpevole, dato che le diffidenze si sono estese anche
nei confronti di Scorpius.
Anche se, a pensarci bene, le
diffidenze nei suoi confronti sono sempre state ben presenti e accese fin dal
Primo Anno. Malfoy non è certo Mr. Popolarità, anzi,
tutti lo etichettano come il Mangiamorte da evitare a
ogni costo. La verità è che la nostra generazione ha ereditato e perpetuato i
giudizi dei propri genitori, dividendo ancora una volta il mondo in brava gente
e Mangiamorte, identificati esclusivamente dal
cognome che avevano cucito addosso.
Per questo motivo, noi Potter-Weasley siamo stati posti sopra una sorta di altarino da
chiunque. Rappresentiamo l’emblema della “brava gente”, siamo il miracolo
vivente della salvezza.
Al contrario, chi, in guerra, si è
schierato nell’esercito avversario, ha generato dei figli su cui si
ripercuotono gli effetti collaterali.
Scaglio la Pluffa
con quanta più forza mi è possibile contro la porta, riuscendo a fare punto. Ho
il fiato corto, sono sudata e stremata, e ci vedo doppio. James, dal basso,
urla: “È arrivato il momento di una pausa, ragazzi!”
Accogliamo la sua concessione come un
miracolo divino e ci precipitiamo sul terreno per bere un po’ d’acqua e
riprenderci. Mi posiziono distante dagli altri, distesa sull’erba ancora
bagnata dalla pioggia di oggi pomeriggio, e cerco di riprendere fiato.
“Rose, tieni.”
Socchiudo gli occhi alla vista di un
James Potter che agita nella mia direzione uno dei suoi shake miracolosi, che
conserva con gelosia e non regala mai a nessuno – sono frutto dei suoi attenti
miscugli di Pozioni, creati di nascosto durante le lezioni.
“Grazie” dico, afferrandolo e fingendo
di non essere stranita. Trangugio la bevanda amara sperando mi passi la
tachicardia. Dopo un paio di sorsi, per fortuna, inizio a sentirmi meglio.
Mio cugino ha lo sguardo distante, come
per chiarire che quel suo gesto gentile non significa nulla, che non devo
illudermi. Lo osservo di sfuggita, i muscoli in tensione e la mascella
contratta, neanche l’ombra del solito sorriso a colorargli il volto. “Sei stata
brava anche stasera, ma non devi sforzarti troppo.”
Mi pizzicano gli occhi e devo girarmi
dall’altra parte, per evitare che mi veda in questo stato. Nonostante tutto
quello che è successo, è il solito, premuroso James. È innegabile, tuttavia,
che qualcosa è cambiato e che il nostro rapporto si è rotto, forse per sempre.
È raro che James lasci avvicinare
qualcuno, solo pochi sono riusciti ad abbattere le forti mura che si è
costruito attorno al cuore, e pensare che un giorno ero una di questi, mentre
ora non so neanche cosa stia provando, mi distrugge.
Dove prima c’era fraternità, scherzi,
giochi, complicità, ora c’è solo freddezza.
Punto lo sguardo verso il cielo
puntellato di stelle e, prima che possa impedirlo, esclamo con voce da bambina:
“James, guarda!”
Finalmente, sorride. Un sorriso che gli
prende gli occhi caramello bruciato e lo allontana, per qualche attimo, dalla
cruda realtà. “Cassiopea.”
La vista della costellazione mi riporta
a tutte quelle innumerevoli serate estive trascorse con James, stesi sul tetto
della Tana a osservare il cielo e a declamare quali fossero le stelle più belle
– e avevamo concordato, insieme, che Cassiopea era la nostra preferita. Anche
durante l’anno a Hogwarts, per organizzare scherzi
spesso ci incontravamo alla Torre di Astronomia, soffermandoci spesso a
discutere sulla volta celeste.
Ci accomunava la passione per le
stelle, passione che nessun’altro in famiglia aveva così accesa.
Adesso, forse, è l’unica cosa a tenerci
flebilmente uniti. Mezzo secondo dopo, tuttavia, il sorriso di James è
cancellato e sostituito da un’espressione dura: “È ora di tornare a giocare.”
L’ho perso veramente.
Li ho persi tutti.
Note
dell’autrice
Per favore, non ditemi che sono l’unica ad adorare
infinitamente la nostra e aggressiva Domi!
Che ne pensate dello scambio di battute tra Lorcan e Rose? E soprattutto, perché lui si ostina a
torturarla?
E James tornerà mai lo stesso di prima?
Un abbraccio,
Giulia