Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Suomi    27/08/2019    0 recensioni
Un torneo di quidditch.
Un'occasione di riscatto.
Un fantasma del passato.
Un'opportunità per il futuro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando Draco arrivò al campo di Quiddich vide tutta quella che avrebbe dovuta essere la sua squadra ai margini del campo.
Si era svegliato con la ferma convinzione di ignorare bellamente quello che gli aveva detto la McGrinitt. E si era sentito bene a quel pensiero, avrebbe potuto semplicemente far finta che il giorno prima non fosse accaduto nulla, lui non si era mai - stupidamente - recato al campo di Quiddich e non aveva mai incontrato la vecchia. Semplice e liberatorio. Due minuti dopo il buon umore passò così come era venuto. Divenne inquieto e si sentiva infastidito da qualcosa - e non sapeva neppure da cosa. Decise che sarebbe uscito dalla sua camera solo per prendere un po' d'aria e alla fine si era ritrovato vicino quello stupido campo poco prima dell'inizio di quell'inutile allenamento.
Gli occhi di tutti i Serpeverde erano fissi nell'azione che si svolgeva suo campo. Draco si avvicinò per poter dare un'occhiata lui stesso. La prima cosa che vide fu Wesley femmina sfrecciare come una scheggia sulla sua scopa, smarcarsi da almeno quattro dei suoi compagni e lanciare la pluffa verso uno degli anelli. Weesel ci arrivò per un soffio e rischiò di cadere dalla sua scopa, anche per via della potenza e precisione del colpo, ma difese la sua porta con successo. Potter si congratulò ed incitò entrambi, prima di gettarsi lui stesso nella mischia.
Aveva di fronte l'allenamento dei Grifoni, ne aveva visti appena due minuti ed aveva già il voltastomaco.
La Weasley riuscì a impossessarsi di nuovo della pluffa, grazie a un preciso passaggio di un compagno, questa volta a pochi metri dall'obiettivo, lanciò la sfera che oltrepassò l'anello, nonostante il rosso avesse azzeccato la direzione del colpo e sfiorato la pluffa. Ginny sorrise trionfante e ghignò verso il fratello, che le rispose con un'occhiataccia.
Sarebbe stato un bagno di sangue, pensò Draco. Il giorno della partita fra i Serpeverde contro i Grifoni sarebbe stato un bagno di sangue. La cosa era ridicolmente ovvia già di per sè, ma le espressioni dei ragazzi a bordo campo, che guardavano quelli che si allenavano con la faccia di piccoli agnellini che stanno per essere portati al macello, rendeva il tutto ancora più palese. Draco provò un istintivo e incomprensibile moto di stizza. La squadra dei Serpeverdi era una barzelletta, non avrebbero avuto possibilità contro nessuno. Preoccuparsi dei Grifondoro era stupido, visto che anche i Corvonero e, addirittura quegli incapaci dei Tassorosso, li avrebbero schiacciati senza pietà. Ma, per quanto potesse considerare desolante vedere quella che un tempo era la sua adorata squadra di Quiddich ridotta in quello stato pietoso, la cosa non avrebbe dovuto fargli nè caldo, nè freddo. Era lì perché costretto - in qualche modo - da quella vecchia arpia della preside, che probabilmente sarebbe stata la prima a rallegrarsi, senza ovviamente mostrarlo esternamente, quando i suoi amati Grifondoro li avrebbero annientati. Lui, dal canto suo, non sarebbe di certo sceso in campo, poteva tenere in piedi quel ridicolo giochino del coach, ma non si sarebbe umiliato in prima persona.
"Ok! Per oggi abbiamo finito!" urlò Potter verso i compagni "Complimenti a tutti! Ottimo allenamento! Ginny fantastico l'ultimo tiro e Dean vorrei fossi più concentrato, so che puoi fare meglio di così!"
E con quell'ultimo - stomachevole - momento si concluse l'allenamento dei Grifondoro che lasciarono il campo. Draco vide i fratelli Weasley e Potter avvicinarsi agli spalti e solo allora notò la Granger, che probabilmente aveva seguito l'allenamento dei compagni. Sia mai che il magnifico Trio passasse un minuto senza respirare la stessa aria. Ovviamente la Mezzosangue si era portata libri e appunti sugli spalti. Un classico.
E se Draco Malfoy aveva seriamente pensato che perlomeno il suo umore non sarebbe potuto peggiorare dal terzo minuto in poi di quella giornata, si era dovuto ricredere. Quel giorno sembrava diventare più raccapricciante ogni minuto che passava. Ed erano solo le nove del mattino e, soprattutto, l'allenamento doveva ancora iniziare.
Quando vide Weasley, Weasley femmina e lo Sfregiato sparire negli spogliatoi, fece il suo ingresso, osservando per un momento quel branco di ragazzini inetti con cui avrebbe dovuto aver a che fare per le seguenti due ore.
---
"Bletchley sei un maledetto incapace!" Ennesimo errore ed ennesimo insulto, dopo appena dieci minuti.
“Sai, Malfoy, sei pessimo anche come allenatore" disse una voce al suo fianco.
"Sono allenamenti privati, Granger" rispose Draco, senza degnarla neppure di uno sguardo. In realtà non era mai stato di certo un sostenitore degli allenamenti privati, anzi più volte gli aveva usati per far colpo su qualche ragazze nella tribuna. Ma adesso chi avrebbe voluto vedere quello spettacolo indecoroso?
“Non sono l'unica a godersi lo spettacolo" rispose la ragazza. Inizialmente il Serpeverde non aveva capito il riferimento e si era guardato intorno pronto a vedere Potter e Weasley sghignazzare da qualche parte, poi capì a chi si riferiva la Granger. Era una ragazzina, probabilmente del primo o al massimo del secondo anno, ed era nascosta dietro una colonna, spiando quello che succedeva in campo. Decise di ignorarla.
---
"Che fai qui?" chiese senza gentilezza alcuna.
Era la seconda volta che si prestava a seguire gli allenamenti di Quiddich, la cosa lo rendeva irritato e frustrato. Sfogare parte del suo malumore insultando i giocatori in campo e punzecchiando la Granger, che aveva inspiegabilmente deciso di ripresentarsi dopo il primo allenamento, non lo aveva aiutato granché.
Quando vide la ragazzina che li aveva spiati il giorno prima farlo di nuovo, decise che avrebbe avuto lo stesso trattamento degli altri presenti. Forse spiava il ragazzo per cui provava una patetica cotta o qualcosa del genere, ma sicuramente le sarebbe passata la voglia di presentarsi nuovamente.
La ragazzina sussultò "Io... non... Niente" la voce era appena un sussurro. Draco notò la divisa, era una Serpeverde. Il cappello parlante iniziava a perdere decisamente troppi colpi.
La Granger, nel frattempo, li aveva raggiunti. Draco si era domandato se si era presentata di nuovo lì per spiare gli allenamenti, magari per riportare notizie a Potter e Weasley, informarli sullo stato pietoso della squadra o avvisarli se c'era qualche miglioramento. Ma presto scartò l'idea, sarebbe stata una cosa così poco da provetta Griffondoro e caposcuola che era la ragazza. Alla fine pensò che era probabile che non si fidava granché della decisione della preside e voleva assicurarsi che lui non affatturasse - o peggio - nessuno stupido ragazzino.
“Chi stai spiando esattamente?" chiese ancora Draco, senza addolcire minimamente il tono.
La ragazzina sussultò ancora.
“Malfoy, potresti essere un po' più gentile" lo rimprovero Hermione "Tutto bene?" domandò poi in tono gentile alla ragazzina. Questa però fissava ancora il ragazzo "Non... Non spio nessuno" rispose insicura.
"Allora si torna alla prima domanda: cosa fai qui?" domandò ancora.
“Io voglio giocare" disse tutto d'un fiato la ragazzina, come se si fosse tolta un gran peso.
Draco la guardò sorpreso, inizialmente pensava lo prendesse in giro o avesse detto la prima cosa venutale in mente. Poi sogghignò "Tu vuoi giocare? Tu saresti una giocatrice di Quiddich?"
Quella annuì più volte.
“Fantastico" affermò sarcastico Draco, che con un incantesimo non verbale fece materializzare una delle scope che era in campo fra le sue mani, la mollò poco delicatamente fra le braccia della - sorpresa e un po' terrorizzata - ragazzina e la spinse verso il campo.
“Vediamo che sai fare, allora" commentò Draco "Il tuo nome?"
Hermione che li aveva seguiti scuoteva la testa, chiedendosi come si facesse a non riuscire ad avere un briciolo di umanità e gentilezza verso una bambina evidentemente spaventata.
“Astoria" rispose nel frattempo la ragazzina "Astoria Greengrass"
Quel nome ad Hermione non diceva nulla, forse il cognome era leggermente familiare e, per questo non capì, la reazione di Draco, il suo corpo si era teso e un lampo di sorpresa e qualcos'altro che non riuscì a catalogare era passato nei suoi occhi.
"La sorella di Daphne?" chiese ancora Draco. Astoria annuì a testa bassa, gli occhi le erano diventati subito tristi.
Hermione pensò come il nome di Daphne Greengrass gli fosse in qualche modo conosciuto, ma non riusciva a collegarlo a nessuna faccia o evento particolare. Preferì però non chiedere nulla, in parte perché in fondo non erano davvero affari suoi e dubitava comunque che Malfoy volesse metterla al corrente di un qualunque particolare lo riguardasse, in parte perché percepiva lei stessa la strana tensione che si era creata.
“In che ruolo giochi?" domandò poi Draco ad Astoria, l'atteggiamento era tornato perfettamente freddo e distaccato.
Questa ci mise un momento a riprendersi, prima di rispondere un sussurato "Battitore"
Draco la guardò con ancora più scetticismo "Vediamo"
La ragazzina si sistemò sulla scopa, era evidente come si sentisse poco a sua agio. Hermione si domandò se fosse agitata dalla situazione o se avesse davvero mentito al Serpeverde sulla sua capacità. Astoria si tirò in volo con molta lentezza, il suo corpo tremava ancora e rischiò di scivolare dalla scopa mentre lievitava.
Draco sospirò un "È comunque la migliore in campo", pronto a chiederle di venire giù e di piantarla con quella pantomima, sempre che non fosse venuta giù cadendo.
Prima che potesse aprire bocca, vide Astoria chiudere gli occhi e prendere un profondo respiro. Quando riaprì le palpebre schizzò in avanti sulla sua scopa, evitando ostacoli e compagni di squadra mentre attraversava l'intero campo, per poi recuperare la pluffa nelle mani di uno sconvolto ragazzino e tirarla centrando uno degli anelli.
Hermione dapprima quasi esterrefatta, sorrise nel vedere la ragazzina tutt'altro che incapace sul campo da Quiddich. Draco rimase parecchio sorpreso, era decisamente più brava di quel che si sarebbe mai aspettato, era veloce e agile sulla scopa, tanto che sicuramente non sembrava una del primo anno e pareva avere una mira discreta per quanto il tiro non fosse stato molto forte e troppo centrato per eludere un portiere discreto, certo era presto per poter stabilire se fosse effettivamente una giocatrice, anche solo potenzialmente, valida.
“Quindi come sono andata?" chiese avvicinandosi Astoria, che sembrava aver preso maggiore sicurezza anche nell'esprimersi.
Non poteva dire se fosse valida, ma sicuramente lo avrebbe zittito - se solo non fosse stato un Malfoy, ovviamente.
"Il fatto di non avere nessuno avversario in campo, perché quelli ci vuole grande fantasia per definirli giocatori, ti ha sicuramente dato uno grande mano" rispose infatti Draco, senza accennare neanche per sbaglio un complimento o addolcire il tono. Hermione gli lanciò un'occhiataccia, era così difficile dire che era stata brava, insomma lei non era di certo un'esperta di Quiddich, ma aveva gli occhi per vedere.
Si aspettò le proteste della ragazzina e lei avrebbe preso senza dubbio le sue difese, al diavolo il fatto che non avrebbe dovuto trovarsi neppure lì in quel momento e di non avere neanche una valida giustificazione riguardo la sua presenza. Si disse che voleva difendere quei poveri ragazzini indifesi nell'eventualità Malfoy facesse qualcosa che non andava, sì probabilmente era per quello era lì, anzi sicuramente.
Astoria però non solo non protestò, ma il suo viso si aprì in un grande sorriso, mentre scendeva dalla scopa. "Vuoi dire che non sono stata pessima?" chiese innocentemente.
Draco sembrò soppesare un attimo la risposta, come se stesse prendendo in considerazione se fosse stata effettivamente pessima o meno. "Non pessima" decretò alla fine. Il sorriso della ragazzina si allargò ulteriormente, come se gli fosse stato fatto uno dei complimenti più belli al mondo, sotto gli occhi esterrefatti di Hermione. In Serpeverde erano più fuori di testa di quel che pensava.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Suomi