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Autore: Niaile    30/08/2019    1 recensioni
Sapete quando vi vien voglia di urlare al mondo che quello che avete vissuto è stato reale? Realmente è esistito? Ecco.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Avevamo quella brutta abitudine di parlare in continuazione di stupidaggini e poi, appena arrivati davanti porta di casa, iniziare un discorso serio e lungo ore che ci permetteva di stare ancora lì, vicini, comodi su sedili che ci inghiottivano mentre io inghiottivo l'insana voglia di baciarti prima di scendere dalla macchina e augurarti la buonanotte.

Avevamo sempre questa brutta abitudine di fissarci e non dire niente mentre dentro soffocavo il bisogno di urlarti il mio dolore in faccia, ma mirdevo le labbra e allora tu continuavi a fissarmi, mi lasciavi fare e sospiravi.

Avevamo sbagliato tutto. Dall'inizio.

Avevamo questa stupida abitudine di starci addosso, di graffiarci, di odiarci.

Eravamo felici di quelle attenzioni strambe, di quei bicchieri sempre troppo pieni, dei nostri silenzi per niente imbarazzati, delle marce che scalavi velocemente perchè sapevi quanto mi piacesse.

Già, avevamo quella brutta abitudine di sapere tutto dell'altro con l'ingenua convinzione che non ci fosse più niente da imparare mentre mi aggrappavo con poca fatica a ciò che tu eri, perchè era facile aggrapparmi a te, un po' meno sapere che tu non ti stavi aggrappando a me... mi lasciavi andare e nello stesso tempo mi rinchiudevi nel tuo inferno.

Io dovevo esserci sempre: dovevo amarti, sfiorarti, permetterti di distruggermi ma non potevo chiederti di respirarmi, di baciarmi, di credere in quell'abbraccio che reclamavi.

Sei stato un inferno freddo, un'incostante presenza nelle mie dolci torture.

Sei stato sale nella ferita, filo spinato intorno al cuore.

Facevi male.

E lo sapevo che niente di tutto questo aveva senso, ma che senso avrei dovuto cercare? Dio mio! Hai stretto la mia mano e in quella maniera non l'avevi mai stretta a nessuno!

Mi hai chiesto di fermarmi, non corrore, non chiedere nulla, mi hai chiesto di non farlo, di non permettermi di lasciarmi sopraffare da te.

Me lo hai chiesto con gli occhi lucidi e il fiatone.

Me lo hai chiesto guardandomi.

Eri serio.

Avevamo questa terribile abitudine di essere seri quando dovevamo dichiararci qualcosa.

E che cosa ci siamo dichiarati?

Amavi l'alba, una mattina d'agosto mi dicesti, eppure noi siamo stati solo un lungo irriverente tramonto.-

 

Avrei dovuto scriverglielo, avrei dovuto sputarglielo in faccia. Avrebbe dovuto saperlo.

Avrebbe dovuto sapere la storia che avremmo potuto vivere.

Invece gli ho permesso di mandarmi via.

Ed io me ne sono andata.

Via.

Da lui.

E un po', forse anche troppo, da me.

   
 
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