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Autore: Io_amo_Freezer    31/08/2019    1 recensioni
Monkey D. Luffy è un ragazzo di diciannove anni, ma con la testa, troppo, tra le nuvole ed un cuore grande e ricolmo di innocenza. Purtroppo si porta alle spalle un grande segreto e dentro un profondo dolore che continua a tormentarlo senza sosta.
Tornare nella sua città natale gli sembra la cosa migliore per cullarsi nella tranquillità e nella pace, ma lo sarà davvero con quello che sta passando?
E se sulla sua strada incontrasse un gruppo di amici ed uno spadaccino leali e molto speciali? Riusciranno a salvarlo dai suoi incubi? In una città invisibile, lasciata indietro e dimenticata; tra nemici e nuove conoscenze, qui, Luffy si ritroverà ad affrontare un po' di avventure e molte e più distrazioni. Ma il suo sogno lo chiama, riuscirà a liberarsi dai suoi fantasmi per tornare a seguirlo?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: ASL, Donquijote Doflamingo, Monkey D. Rufy, Roronoa Zoro
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi stiracchiai con un mugugno impastato inebriandomi dell'odore di Zoro finché non realizzai, sgranando lentamente gli occhi, di come non avessi avuto incubi, e mi alzai di scatto nel costatare che fossero esattamente le 12:00: avevo dormito tantissimo! Spalancai, se possibile, ancora più maggiormente gli occhi, con una felicità immensa nel cuore: dopo quasi due mesi di tormenti mi ero liberato da quel fardello; non potevo che esserne entusiasta.
-Giorno.- sentii una voce calda e seria al tempo stesso e mi voltai verso Zoro con un immenso sorriso.
-Buongiorno!- urlai tuffandomi su di lui di botto, facendolo sussultare per il colpo, come al solito ma poi mi accolse, ed io ridacchiai apertamente, con gli occhi lucidi e le lacrime, solo che stavolta erano di felicità e sollievo.
Volsi lo sguardo sul suo volto per un attimo e vidi il suo sorriso: era fiero di me come lo ero, e di certo, per lo stesso motivo. Socchiusi gli occhi, appagato mentre ammiravo il suo petto che si abbassava e rialzava a tempo del suo tenue respiro, e sarei rimasto così davvero per tanto ma la fame chiamò con un brontolio rumoroso quanto un boato e mi catapultai fuori dal letto per andare in cucina, trascinandomi dietro le lenzuola che erano restate aggrovigliate al mio corpo, unico indumento che mi vestiva in quel momento, avvolto intorno al mio corpo. Non ci volle molto che Zoro mi raggiunse in cucina, ed io sorrisi ancora una volta, seduto sulla sedia in attesa di cibo, notando però che lui ci aveva impiegato di più a raggiungermi perché, al contrario mio, si era rimesso dei vestiti puliti; soliti pantaloni lunghi e scuri ma con una giacca gialla e a tratti verde, però sempre a maniche corte.
-Vedi di andarti a cambiare, dopo, Perona è a scuola, ma non vorrei che ti vedesse così quando torna... se torna.- rifletté alla fine, porgendomi il solito piatto con decine di fette di bacon, uova in camicia e qualche fetta biscottata con marmellata, con l'aggiunta anche di tre fette di torta al cioccolato e panna; la cioccolata colava un po' ma sembrava comunque buona dall'aspetto come dall'odore.
-Perona non dice niente se mangio la sua torta?- chiesi, già con la bocca piena di succosa e calda carne.
-No, non preoccuparti. Questa l'ho preparata io per te, ieri, era una sorpresa; ne ho approfittato visto che mi è toccato aiutarla a preparare quella che ti eri mangiato. Ammetto che mia sorella mi ha dato una mano per gestire come andassero messi gli ingredienti però, per il resto ho fatto tutto io.- commentò, iniziando a mangiare una fetta biscottata con la marmellata, lasciandomi felicemente con l'acquolina in bocca al pensiero di chi avesse cucinato quel dolce così prelibato.
-Per me?- chiesi poi finendo le gustose e cremose uova in camicia prima di addentare anch'io, anche se voracemente, le fette biscottate con la confettura.
-Già.- confermò sorseggiando un po' d'acqua, scrutandomi di sottecchi poi.
Ridacchiai, impossessandomi delle fette di dolce dal colore marrone vivo, con una mano. Con gli occhi luccicanti le divorai tutte in un colpo solo, ingurgitandole avidamente, piacevolmente elettrizzato dal gusto, ma soprattutto dal gesto.
-Sei un ottimo cuoco!- scattai con un balzo, spaparanzandomi sopra le sue gambe a cavalcioni e continuando a ridere, ignorando che avessi la faccia piena di panna e cioccolata, come le dita delle mani, o che le lenzuola calassero oltre le spalle, mostrando una parte del mio petto.
-Ah, sì?- commentò con un ghigno pieno di malizia, cingendomi la vita con le braccia.
-Sì.- affermai felice, adagiando la testa sulla sua spalla mentre prese un fazzoletto, scostandomi per pulirmi e per pulirsi la manica su cui mi ero riposato, tra le mie risarelle.
Scattai più indietro con la schiena, quasi da ritrovarmi con la testa contro il pavimento; tenendogli un secondo le mani prima di tornare contro di lui e saltare in piedi per dirigermi verso il frigo con ancora un po' di fame. Trovando come prima cosa la bottiglietta di panna la presi con fare goloso, chiudendo lo sportello e tornando subito da Zoro che mi fissava senza capire per quel gesto. Mi rimisi a cavalcioni e stappai il tappo con un sorriso enorme.
-Buonissima la panna!- affermai ingenuamente, scuotendola per mangiarla al più presto.
-Vorresti mangiarla da lì?- chiese tornando ad avvolgermi con un braccio.
-E perché no!- dissi con disinvoltura, premendo il piccolo bottoncino bianco con l’indice e portandomi l'apertura in bocca, inghiottendo con piacere l'alimento schiumoso.
Lui mi osservò un po' imbarazzato, allorché pensai ne volesse un po' e gli è la offrì leccandomi, nel mentre le labbra sporche da quella schiuma densa, con la lingua. Ma lui decise di impossessarsi più di quest’ultime che della bottiglia, entrando e giocando in mille modi dentro al mio palato e, senza accorgermi, mi tolse piano, oltre al respiro, il lenzuolo dalle spalle con le sue calde e morbide mani, lasciando che scorresse lungo i miei fianchi. Restai sorpreso, annaspando col fiato nel sentire la sua lingua andare a danzare su tutto il mio petto, e trattenni ancor di più il fiato, permettendo alla mia schiena di fare uno scatto piccolo all’indietro quando cominciò a lasciare piccoli baci sull'intera X, percorrendo ogni linea scheggiata fino a tornare al mio collo e alla mia bocca. Gemetti, lasciando che prendesse la bottiglia dalla mia mano per lasciarla sopra al tavolo, e che tornò in fretta contro la mia pelle. E iniziando a spargere, solleticandomi, il suo fiato su di me, mordicchiando poi i miei capezzoli eccitati.
-Aahh... Zo-ro...- sospirai con estrema goduria, lasciandolo fare mentre sentivo qualcosa, più sotto, irrigidirsi; sgranai un attimo gli occhi nel sentirmi percorrere da brividi estasiati e da un milione di fuochi d'artificio che mi scaldarono dentro, fin nelle vene che sembrarono lava; facendo esplodere un calore meraviglioso quando iniziò a toccare quella protuberanza con dolcezza, baciandomi ancora il collo e il viso nel mentre.
Non volevo frenarlo, mi sembrava assurdo anche solo pensarlo e non avrei saputo come riuscirci; tutto quello mi piaceva tanto, davvero tanto, avevo paura ma non volevo che si fermasse; sentivo tutti i nervi tesi come una molla e al tempo stesso rilassati da quella sensazione di appagamento che mi circondava il corpo di calore e che assediava anche il cuore, che batteva all'impazzata. Però, il suono forte e acuto di una porta, con esattezza quella dell'ingresso, che si chiuse, lo allarmò, così iniziò a coprirmi con il lenzuolo. Mi sentii più rassicurato in quel momento, eppure un senso di tristezza e malinconia mi prese all’altezza della gola. In ogni caso, cercai di calmarmi, prendendo respiro, ma sentivo ancora quella parte sensibile di me irrigidita e che pretendeva altro; lui sembrò accorgersene e ghignò, come felice del servizio che mi aveva riservato e di come avesse avuto tanto effetto.
-Ciao Perona.- disse poi, vedendola sbucare piano da dietro l'angolo con il solito ombrello e i soliti fantasmini simpatici; la voce del fratello sembrava davvero tesa, quasi non tollerando di essere stato interrotto così d’improvviso da costringerlo a cambiare i suoi istinti. 
-Ciao.- commentò piano, ignorando il tono infastidito di Zoro, quasi non accorgendosene per poi squadrarmi seria ed io le sorrisi come se nulla fosse anche se cercavo ancora di riprendermi da quel turbinio di emozioni, consapevole anche di avere il volto in fiamme mentre lei si accigliò acidamente. -Lo sai che esistono cose chiamate indumenti fatti a posta per coprirsi, vero?- scattò irritata notando il lenzuolo e levitando verso i fornelli, iniziando a cucinare, e allora notai che stesse preparando anche per noi così saltellai per la felicità.
-Hai ancora fame?- mi chiese Zoro dopo aver borbottato a denti stretti per il mio saltello sopra di lui e che lo aveva colto alla sprovvista. Io annuii con foga e con la lingua fuori per la fame, desiderando per lo più la carne. -Okay.- disse poi, lui e osservammo insieme Perona che, intuitiva come sempre, stava grigliando alcune bistecche per me.
-Ecco.- disse lei appena furono pronte per entrambi, non ci impiegò molto ma decise di servirsi per prima e poi pensò a noi, adagiando i piatti con la carne davanti a me, che ancora era accomodato sulle gambe del mio spadaccino mentre, lei si andò a sedere al suo posto, iniziando a mangiare della pasta al ragù che aveva scaldato dopo averla prelevata da frigo, di certo messa da parte.
Mi buttai su tutta quella carne, iniziando a ingurgitarla con le mani sotto lo sguardo schifato di Perona che fece una smorfia, cercando di ignorarmi per potersi gustare in pace il suo pranzo. Avendo divorato tutto, e, quindi finito, ridacchiai leccandomi le labbra un po' unte e gustandomi anche le punta delle dita, ripulendole così anche da un po’ di torta ancora rimasta tra esse, e osservai così Zoro assaporare la sua , che aveva salvato dalle mie grinfie, e che era, ormai quasi finita. Notò il mio sguardo pieno di desiderio e mi posizionò la forchetta con attaccato un pezzo di quella deliziosa carne all'altezza della bocca con occhi fintamente esasperati, ignorando gli sguardi languidi di Perona che ridacchiava sotto i baffi per quello che vedeva. Sorrisi vivamente e l'addentai con ingordigia, assaporando anche il resto che decise di lasciarmi mentre sorseggiò un po' di birra che prima la sorella gli aveva lasciato sul tavolo insieme alla bistecca. Finito di pranzare prese un tovagliolo per pulirmi dall'olio e dai condimenti sulle mani; dopo aver fatto anche questo gli regalai un bacio sulle labbra, strusciandomi come amavo fare sulla sua guancia contro la mia.
-Andiamo.- borbottò lui, serio, prendendomi di peso e portandomi in camera, sempre più rosso e corrucciato, e con Perona che ridacchiò, felice per aver assistito a tutto ciò.
 
 
Tornati in camera mi lasciò sul letto ma io non lasciai lui e, con le braccia attorcigliate intorno al suo collo lo attirai a me impossessandomi delle sue labbra. Lui si resse con una mano sul materasso e con l'altra mi tenne la schiena, cullandomi, cercando di non cadere, lasciandomi fare e mettendoci anche del suo. Ci staccammo ed io ridacchiai, dondolando le gambe oltre l'estremità del letto e sentendomi estremamente felice.
-Luffy, devo andare a prendere i tuoi vestiti.- constatò nel ricordare che quelli di ieri gli aveva già messi a lavare visto che puzzavano di cloro.
-Okay, andiamo!- esclamai senza realizzare una cosa, che lui tenne a rinfrescarmi:
-Zuccone, non puoi uscire con solo un lenzuolo, e i miei vestiti ti vanno grandi.-
-Ma non voglio stare qui da solo, mi annoierei!- mi lamentai con un broncio e lui sospirò mentre io, imperterrito e indicando il lenzuolo continuai: -Dai, non mi farò vedere da nessuno, e avrò questo addosso!-
-No, non puoi.-
-E allora resta qui.- dissi con un tono lagnoso e tenero.
-Non ti vuole proprio entrare in zucca che non puoi restare così.- asserì, picchiettando un dito contro la mia fronte, e facendomi solamente imbronciare.
-Ma perché? Cos'ho che non va?- domandai non capendo, osservando il lenzuolo bianco puro che mi copriva quasi come una veste.
-Sei nudo.- spiegò brevemente, sempre piegato con il busto in avanti, il giusto da guardarmi negli occhi.
-Ma non mi sembra che a te dispiaccia.- brontolai con uno sguardo di sufficienza e di innocenza al tempo stesso. Lo vidi arrossire di colpo e mi fiondai a ridere sincero.
-Smettila!- protestò, tossendo poi per avere un tono più duro, come al solito.
-Però se ti dà tanto fastidio che resti così possiamo chiamare Kidd o Law, potrebbero portarmi direttamente la valigia visto che sto sempre qui.- esposi questa idea brillante che mi aveva appena attraversato la mente.
-Non è una cattiva idea.- realizzò lui, pacato, scompigliandomi i capelli e facendomi ridere dolcemente.
-Sono un genio.- mi congratulai con me stesso mentre lui sforzò una smorfia ironica. -E intanto che gli aspettiamo posso guardarti mentre ti alleni?- chiesi poi con occhi supplichevoli e le mani che stringevano i lembi della fodera all'estremità del letto.
-Certo.- disse con un sospiro rassegnato ed io gli saltai addosso per abbracciarlo prima di correre al dojo dopo aver afferrato il mio cappello. -Aspettami almeno!- lo sentì affermare prima di rimproverarmi contro che il lenzuolo stava cadendo, e allora lo ripresi al volo, continuando ad avanzare sotto il suono dei miei passi scalzi, fino alla meta.
Lo aspettai vicino alla soglia e lui non ci impiegò molto, arrivando con il telefono all'orecchio e in mano i miei sandali, porgendoli a terra sotto la scaletta del tatami così che al ritorno evitassi di stare senza. Non gli indossai perché sapevo che dentro al dojo si stesse senza e iniziai a correre in giro per divertirmi un po', mentre lui informò mio cugino, supposi fosse lui il destinatario della chiamata visto che mi sembrò sentire Zoro pronunciare il suo nome, ma ero troppo distratto per esserne sicuro.
-Okay, arriveranno appena possibile.- chiuse la chiamata avvicinandosi prima a me, braccandomi per allacciare e fare un nodo ben stretto al lenzuolo, costringendomi a rimanere fermo dopo aver sentito un brivido attraversarmi come una scossa appena le due dita fredde mi toccarono, eppure fu piacevole; ma per poco prima che tornassi a esplodere, girando a tondo nella stanza intanto che, il verde, prendendo le spada di bambù, iniziò il suo allenamento quotidiano.
-Va bien!- esclamai a un certo punto, sedendomi con un sospiro a terra e guardandolo con un sorriso, non volendo infastidire il suo lavoro.
Mi dondolai avanti e dietro, ascoltando il rumore dei suoi kata, il suono secco del bastone che sfrecciava, fendendo l'aria e poi osservai il soffitto, luminoso grazie alle piccole finestre; e il tempo passò così in fretta che, tra addominali e flessioni, la noia prese il sopravvento e mi appisolai accucciato su un fianco.
 
 
-Scusa il ritardo, ma abbiamo avuto dei contrattempi; lui per il suo lavoro ed io dovevo sistemare alcuni affari per Luffy...- sentii la flebile voce di Law e socchiusi gli occhi dopo averli strizzati per via del lieve fastidio che mi dava, in quel momento, la luce che attraversava la porta, ora aperta; nottando poi che davanti a me non ci fosse più Zoro mi rigirai sul pavimento, notandolo così a parlare più in là con Kidd e Law.
-Ben svegliato.- mi salutò il mio amico con il solito ghigno, avvicinandosi e piegandosi sulle ginocchia per scompigliarmi i cappelli.
-La valigia è già in stanza.- spiegò Law sempre con il suo sguardo freddo e serio prima di tornare a Zoro, avvisandolo che fosse stata Perona e che era sempre stata lei a dirgli dove trovarlo.
-Grazie!- risi per poi sbadigliare e alzarmi, seguito a ruota da Kidd che cercava di coprirmi un po' meglio con quel lenzuolo nell’intravedere troppo. -Hai già finito?- domandai a Zoro anche se stavo più guardando le mani di Kidd che mi sistemavano quell'indumento alla ben e meglio, come un fratello maggiore e protettivo quasi, e il pensiero mi fece sorridere nel ricollegarlo ad Ace e a Sabo, forse con una lieve stretta al cuore, ma sempre sorridere.
-Sì, vuoi andare in piscina?- comprese, lo spadaccino, e gli bastò guardarmi per capire la risposta, anche se affermai ugualmente un forte e sentito "Sì.", che fece sogghignare il rosso davanti ai miei occhi, che si congratulò in un sussurrò per come fossi agguerrito.
-Andiamo tutti, o avete da fare?- domandai tornando a guardare il mio amico enorme, che mi sorrise.
-No problem, ci sono sempre per te, lo sai.- affermò felice anche se con un tono duro.
-Ottimo! Vieni Zoro.- gli andai incontro e gli presi la mano, correndo poi di sopra dopo essermi messo in fretta i sandali.
-Perché io? Non ti sai cambiare da solo?- borbottò quando arrivammo, prendendo il beauty case, ed io mi sedetti sulle mie ginocchia, sopra al letto, iniziando a svuotare la valigia alla ricerca di una camicia, e di un paio di bermuda, e ne avevo tante, quasi tutte uguali.
-Così, non c'è un motivo in particolare.- borbottai levandomi di dosso il lenzuolo e lasciandolo lì sul materasso mentre mi infilai il costume e poi gli indumenti puliti con un sorriso. -Fatto.- esclamai fiero scendendo con un saltello, rimettendomi i sandali e tornando al piano inferiore, tenendo di nuovo per mano Zoro, che si lasciava trascinare con un sospiro esasperato, eppure fin troppo finto.
Quasi investimmo Perona che passava di lì, diretta in soggiorno; la salutai veloce ed entrai nella sala degli allenamenti con Zoro che tirava indietro per frenarmi, ma invece mi allungavo sempre di più. Risi, piantandomi davanti a Law ad un passo dall'entrata del dojo, facendolo ghignare per il mio entusiasmo ritrovato nel mio sogno, con Zoro invece che frenò di colpo non aspettandoselo, quasi investendomi e colpendomi la schiena. E dopo che ebbe ripreso fiato sotto la vista del mio volto spensierato, iniziò a rimproverarmi per il mio comportamento scellerato.
-Okay, possiamo andare.- disse Kidd, avviandosi verso la porta adiacente che collegava direttamente fuori, e tutti noi lo seguimmo, chi piano e chi, come me, talmente di corsa da superarlo.
 
 
 
Sospirai. Più calmo lo guardai correre a tutta velocità, ascoltando le sue dolci risate e la sua forza che si propagava ovunque, bastava solo avere gli occhi per guardare: quella forza era tornata più viva che mai ed era indistruttibile. Salimmo la strada fino ad arrivare da lui, arrivammo dopo qualche minuto e già lo trovammo in acqua a nuotare a stile libero; e sorrisi vistosamente, orgoglioso di vederlo raggiungere la meta e ritornare subito al punto di inizio, uscendo poi solo per venirmi addosso energico.
-Avete visto? C'è l'ho fatta!- esclamò, alzando le mani al cielo, esultando tra mille risate.
-Sei sempre stato speciale.- commentò Law tra sé e sé, fiero quanto me.
-Dovrei aver un cronometro da qualche parte...- borbottò Kidd, toccandosi le tasche e cacciando fuori l'oggetto dei suoi pensieri con un ghigno. -Ti va di ricominciare a superare i record?-
-Ah-ah!- annuì festoso, correndo troppo da rischiare di scivolare e mettendosi in posa sul piedistallo della piscina dal numero due, pronto a tuffarsi al "Via." che non tardò ad arrivare.
Lo osservai nuotare veloce come nessuno, libero in quel mare d'acqua come un gabbiano in mezzo al cielo. Si librava, muovendosi scattante e raggiungendo la meta, talmente energico e pieno di vita che fece una capriola al contrario per tornare indietro, dandosi una spinta contro le piastrelle sott'acqua, con i piedi, e tornò a nuotare verso di noi il più in fretta che poteva ma senza dare impressione di sforzi, tanto meno di dolore. Per lui tutto quello era piacevole, una sensazione di vita che lo rendeva quello che era. Di nuovo.
-Allora?- domandò in ansia, ma una buona, una di quelle che non vedeva l'ora di sapere del risultato, conscio che fosse andata bene. I due osservarono il traguardo inciso su quella specie di orologino e si mandarono di continuo sguardi seri che potevano mettere paura, ma non ad uno come Luffy, che si elettrizzò ancora di più ed il mio volto venne percorso da un tenue sorriso, o forse stavo sorridendo come un ebete e nemmeno me ne rendevo conto.
-Hai appena stabilito un nuovo record!- affermarono all'unisono pieni di gioia per lui, che se la rise battendo le mani sull'acqua con talmente tanta enfasi da spruzzare anche noi tre che ci affrettammo a indietreggiare, ancora felici per lui anche se con una smorfia di disapprovazione, almeno finché non scoppiai a ridere con Kidd, mentre Law si limitò a uno sbuffo divertito, brontolando con un “Il solito Luffy.”.
Già… Era tornato, e potei constatarlo, non perché lo amavo, ma per quella pace che ora trovavo nei suoi occhi se mi ci tuffavo dentro. Non c’era più buio, là dentro, o almeno, io non riuscivo a scorgerne nemmeno una goccia. Era perfetto, così come il suo sorriso e la sua grinta. Finalmente potevo amare ciò che era sempre stato, ora più libero che mai, ora senza più gabbie di dolore… Adesso che era solo il mio vittorioso Luffy.
-Evviva!- urlò quest’ultimo, a voce così alta da spaccare i timpani e, se fosse stato possibile, anche i vetri, iniziando poi a ridersela ancora.
 
 
 
-Ah...- sospirò con un mezzo sorriso, Kidd, sedendosi a terra a gambe distese e con l’aria di uno che aveva tutta l’intenzione di rilassarsi. Finalmente era tornato tutto come i vecchi tempi… Certo, con, purtroppo, alcune persone in meno, ma non per questo avrebbero smesso di vivere.
-Allora adesso possiamo tornare a casa nostra.- esclamò Law, con un mezzo sorriso scaltro sotto gli occhi di amarezza di Kidd che sembrava dire che avrebbe potuto anche aspettare mentre, io invece, mi fermai, lasciando che il mio corpo gocciolasse e che ogni tocco contro il pavimento della piscina, entrasse nelle mie orecchie a far analizzare la situazione, respirando sempre più piano intanto che Zoro era andato a prendere degli asciugamani dal beauty case sulla panchina accanto a Kidd, e poi, iniziai a capire… Compresi il senso di tutto questo sbigottimento, di questa sensazione che mi colpiva, lasciandomi completamente smarrito; con gli occhi però terribilmente spalancati e preoccupati… Intuendo che tutto questo, che quella frase e ciò che ero tornato a essere… mi avrebbe portato via da Zoro.
-Sei sempre così frettoloso, eh?- ironizzò Kidd con un ghigno aspro, alzando poi gli occhi al soffitto nel ricevere un’occhiataccia severa.
-Ma smettila, che tu vuoi andartene quanto me! Devi tornare sul ring al più presto o sbaglio?- borbottò a sua volta, mio cugino, con le braccia piantate sui fianchi.
Mi ammutolii di colpo con gli occhi perennemente sgranati, il respiro che non sentivo e il cuore che sembrò rallentare la sua euforia di colpo, quasi fino a smettere del tutto di battere. Non volevo… Non potevo stare senza Zoro, non volevo stare senza di lui! Presi un po' d'aria, rauco e guardai in basso, voltandomi per dare le spalle a tutti e osservando l'acqua e le sue onde avanzare verso di me in modo dolce, circondandomi nell’animo come delle carezze, davvero come non ricordavo quasi più; e i raggi del sole passare dalle finestre a riscaldarmi la pelle, come se tutto volesse confortarmi, perché, in parte ero felicissimo: potevo tornare a vivere, a gareggiare, a fare ciò che avevo sempre voluto! Però, non vedere più Zoro... Come potevo fare? Anche solo pensarlo mi faceva star male. E lui non poteva seguirmi! Lui doveva stare qui, dove aveva una famiglia, una casa, degli amici e… il suo sogno di quarterback…, mormorai mentre, lentamente scivolai seduto, tornando con i piedi dentro la piscina e lasciandoli ondeggiare in essa.
-Ehi, che hai?- la voce del mio ragazzo si sovrappose tra i miei pensieri mentre alzai lo sguardo indietro per ritrovarmelo chino sulle ginocchia sopra il muretto e gli sorrisi come sempre, ma lui capì che c'era qualcosa che non andava, lo capiva sempre, e pretendeva adesso di saperne il motivo, con i miei due amici che drizzarono le orecchie, smettendo di scherzare amichevolmente fra loro con quei litigi.
-Se me ne vado non ti vedrò più?- sussurrai avvicinandomi nello strusciare verso di lui, di lato, e prendendogli la mano che penzolava oltre le ginocchia come l'altra, guardando i suoi occhi. Lui sospirò, perché di sicuro aveva sentito come lui, le parole di Law, e forse non voleva darmi una risposta perché conscio che avevo ragione, così come lui non voleva che me ne andassi quanto me.
-Verrei sempre a trovarti, lo sai.- mi disse con sicurezza ma io negai con il capo con foga.
-No.- borbottai secco -Io voglio averti sempre qui al mio fianco...- sussurrai poi con gli occhi socchiusi e le pupille verso il basso, mentre i miei amici decisero di lasciarci soli per parlare, allontanandosi in silenzio, o forse era Kidd che si trascinava dietro Law che stava per attaccare con un “Tu non puoi mollare tutto per un ragazzo!”, in modo da lasciare a noi di decidere cosa fosse meglio.
-Lo so, Luffy.- disse ma non lo lasciai finire di parlare che tornai a borbottare in un altro sussurro:
-Avevi detto che non mi lasciavi...-
-Sì, e non lo farò.- asserì con un ghigno, stringendomi di colpo la mano e lasciandomi sorpreso dal gesto. -Hai perfettamente ragione, non ti lascio e l’ho promesso. Verrò con te. Insomma, è da tanto che mio padre mi incita ad andarmene da casa, lo farei contento e farei contento anche me: Non voglio davvero lasciarti andare.-
-E la squadra? E i nostri amici?- chiesi d’impatto, con l’unico pensiero di non voler distruggere il suo sogno, e non voler nemmeno lasciare i nostri amici per poi non rivederli più, lasciandoli indietro.
-La mia squadra mi seguirà, tanto non penso che avranno da ridire e se c'è l'avranno possono restare qui. In fondo, posso entrare in tante altre squadre se mi permettono di stare con la persona che amo. E per i nostri amici... la scelta è loro, non hanno niente che gli trattenga qui, ma non hanno neanche un buon motivo per seguirci.- esclamò per poi attirarmi a sé bruscamente e lasciarmi un delicato ma passionale bacio sulle labbra. Quando ci staccammo gli sorrisi tra le piccole risate. -Comunque non sempre le partite che gioco sono vicine alla città in cui staremo, quindi a volte potrei partire per diversi giorni.- ci tenne ad avvisarmi.
-No problem! Io voglio venire a tutte le tue partite, sarò come un tuo fan. Anzi, un fan-anzato.- e continuai a ridermela con lui che mi scompigliò i capelli bagnati con un ghigno.
-Un fan-anzato?- domandò un po' confuso, prendendomi da sotto le ascelle e tirandomi su, con l'acqua che mi scivolò addosso veloce.
-Sì. Sarò un tuo fan e poi sono il tuo fidanzato, quindi diventerò un fan-anzato!- esclamai, mischiando le due parole con le mani dritte al cielo per la felicità della creazione di tale termine, e lui che continuava a reggermi, alzandosi e portandomi sulle panchine di legno.
-Certo che sei strano.- constatò, scuotendo il capo, divertito.
-È un complimento?- domandai ingenuo, con un immenso sorriso.
-Sì, lo è.- e mi baciò ancora, lasciandomi i brividi alla schiena e dando luce ai miei occhi che brillarono per quell'emozione che mi dava ogni volta.
 
 
 
Lo guardai, i suoi occhi erano ancora più luminosi, erano bellissimi. Ascoltai la sua dolce risata che mi penetrò in testa come una melodia e, ghignando, mi sedetti al suo fianco, aspettando che si rivestisse prima di raggiungere quei due. Mi adagiai con la testa contro le piastrelle, guardandolo indossare i sandali e infilarsi i pantaloni che si inumidirono nel toccare la sua pelle ancora piena di gocce d'acqua e il costume fradicio, e stessa fine madida fu quella della vermiglia camicia, mentre si infilò il cappello per poi lasciarlo penzolare sulla schiena. Mi prese per mano di scatto, tirandomi su con forza per poi trainarmi verso la soglia della porta tra i miei sbuffi annoiati, dopo che ripresi in fretta il suo beauty case; andando incontro ai volti seri e pensierosi dei due che voltarono subito lo sguardo verso di noi, ma più su Luffy in realtà.
-Allora?- domandarono, con Kidd che esibì una smorfia infastidita dal possibile rifiuto di Luffy di partire, dato il suo volto sereno e la mano inchiodata alla mia, mentre Law, indifferente, aspettava il responso, e nonostante tutto, si percepiva e si sentiva un’aria di timore e di vera agitazione per loro.
-Partiremo. Ma all'inizio del prossimo mese, voglio ancora godermi queste vacanze, e intanto mi allenerò, così Shanks mi troverà più in forma di prima e ne sarà fierissimo!- esclamò, stringendo un pugno davanti a sé.
-Come? A Giugno vuoi partire? Ma se siamo a inizio Maggio! Mancano ancora quattro settimane!- constatò incredulo, Law, e con uno sguardo che sembrava pronto a ritrattare.
-Beh, non ci vedo nulla di male.- commentò invece, Kidd.
-Sei sempre dalla sua parte...- brontolò, guardando truce il diretto interessato sotto le risate del più piccolo, ma poi abbassò le spalle: -E va bene, ti concedo altre due settimane e poi partiamo.- sospirò con un ringhio, portandosi le braccia conserte.
-Tra un po' è anche il tuo compleanno, due settimane sono perfette.- sorrise il rosso, passandosi una mano tra i capelli con un ghigno, consapevole che smuovere Law fosse più difficile che spostare una montagna a mani nude, ma avergli comunque dato parte del tempo era già un grosso traguardo; ed io ne rimasi stupito, inconsapevole di quel particolare appena accennato. -Almeno concedigli di fare ciò che vuole.-
-Come sempre…- asserì il moro dalle lievi occhiaie, a occhi chiusi e con l’aria davvero innervosita e le spalle strette.
-Davvero?- lo guardai incredulo allora, domandandogli riguardo la prossimità della sua festa di vita.
-Sì, il cinque con esattazze.- ridacchiò Luffy, dondolandosi con il mio braccio legato al mio.
-Esattezza.- corresse Law, con sufficienza e gli occhi ancora socchiusi.
-Andiamo a mangiare?- chiese poi, sorridendo a trentadue denti, il mio ragazzo, divertito.
-Andiamo.- dissi, avviandomi insieme ai due che erano rimasti impassibili alla conversazione quasi quanto me, e di certo non potevano che essere contrariati da nulla, dato che i piani di Law non erano cambiati più di tanto, e sarebbero partiti solo con un passeggero in più. Forse…
  
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