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Autore: piccolo_uragano_    01/09/2019    3 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Martha se ne stava in piedi in mezzo alla foresta, con i capelli al vento e un vestito grigio, lungo fino alle caviglie.
Guardandola stando solo qualche passo dietro di lei, Harry pensò che sembrava un quadro di un momento mai vissuto.
Invece, erano lì e lo stavano vivendo. Si avvicinò e mise una mano sulla spalla della donna, osservando ciò che lei stava osservando con espressione indecifrabile.
«Non mi è mai piaciuto» disse, con un tono di voce. «e sicuramente non mi piace dover fare questa cosa … ma glielo devo»
Davanti a loro, una lapide bianca, sotto un albero imponente.
La scritta sul marmo recitava: Severus Piton. 1960 – 1998. Con gratitudine.
Harry si perse a guardare quella scritta impressa sul marmo, senza poter fare a meno di rivivere gli ultimi momenti di Piton, e tutto ciò che aveva visto nel Pensatoio. Erano passate quasi due settimane, ed era ormai abituato ai ricordi che lo travolgevano all’improvviso: aveva imparato a lasciarli fare e sperare che passassero.
«Martha, io … ho delle domande»
Martha si voltò per guardare il ragazzo, piegando gli angoli delle labbra in un dolce sorriso. «Camminiamo un po’?» domandò, facendogli segno di passarle avanti. Lui eseguì, muovendo qualche passo prima di girarsi per aspettarla. Lei lo raggiunse immediatamente, ed uscirono dall’ombra della foresta. Il sole di metà giugno splendeva su di loro, facendo sembrare Martha più bionda che mai, mentre il castello di Hogwarts, davanti a loro, si ergeva maestoso, quasi fiero di essere ormai quasi completamente ricostruito.
Harry si concesse ancora qualche secondo di passi silenziosi.
«Quando … quando Piton è morto, mi ha lasciato dei ricordi da mettere nel Pensatoio»  iniziò.
Martha lo guardò senza stupore. «E li hai guardati?»
Harry annuì.
La madre, allora, accennò un altro sorriso. «Cosa ha voluto che vedessi?»
«Tutto» rispose Harry d’istinto.
Martha si limitò ad annuire.
«Io, beh …» Harry si dovette fermare. «Perché non me lo avete mai detto?»
«Che cosa, Harry?» sorrise Martha. «Che tutti abbiamo dei punti deboli? Che nessuno è solo buono o solo cattivo? Che anche lui aveva un cuore e dei sentimenti? Non è nulla che tu non sapessi già, tesoro mio»
«Lui … lui l’amava! Oh, Martha! L’amava tantissimo! L’amava e odiava James, e odiava me, ma mi ha protetto! Per tutto il tempo, mi ha protetto!»Harry si passo una mano nei capelli con aria nervosa. «Non hai mai detto a nessuno di … quando loro sono morti? Di lui che l’abbraccia e … e piange? Come hai fatto a non dirlo mai a nessuno?»
Harry era evidentemente sconvolto, mentre guardava il castello per non guardare Martha.
Si concesse qualche secondo per rivivere quegli istanti, sentendo quasi l’istinto, come allora, di portarsi la mano sul ventre per proteggere quella che un giorno sarebbe stata Kayla Lily Black. Sentì il freddo fin dentro le ossa e i brividi lungo tutta la schiena così come li aveva provati in quel momento, trovandosi davanti al corpo inerme di Lily e al pianto disperato di Piton.
«Non ho mai raccontato a nessuno di aver trovato Severus abbracciato al corpo di Lily» ammise, con tono calmo. «Ma ho imparato a chiamare le cose con il loro nome, e non aver mai paura delle parole»
Harry fece un sospiro ancora molto nervoso. «Perché non lo hai detto a nessuno?»
«Lo hai visto, no? Si è portato il dito alla bocca in segno di silenzio»
Il ragazzo alzò un sopracciglio. «Ed è un motivo abbastanza valido?»
Martha chinò la testa. «Semplicemente, è rispetto. E poi, è ciò che mia madre mi ha insegnato: ‘non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te’. Se qualcuno avesse visto me in condizioni del genere, anche io avrei gradito che la cosa rimanesse privata; e al piano di sotto c’era Sirius che urlava a James di svegliarsi, e non ho mai detto a nessuno neanche quello, quindi … credo di poter dire di aver avuto per entrambi lo stesso rispetto. O almeno di averci provato» Mosse qualche passo verso il ragazzo e gli mise una mano sulla spalla. «Non c’è niente che tu ti possa rimproverare, non c’è niente che nessuno potesse fare perché le cose potessero andare in modo diverso per Severus Piton, se non Severus Piton stesso: non puoi rimproverarti cose che non sapevi o di un mondo in cui non c’eri. Niente di quello che è successo è stata colpa tua, o di Lily, o mia, ma sua e soltanto sua nel momento in cui ha scelto di prendere la strada che ha preso, nel momento in cui ha scelto di usare le parole che ha usato e di comportarsi come ha fatto»
«Era … non avrei mai immagino che mi stesse proteggendo … insomma, lui mi odiava! Mi ha odiato dal momento in cui ho messo piede al castello!»
Martha allargò il suo sorriso. «Sei identico a tuo padre, sedevi accanto a Robert Black ed eri appena stato adottato da me e da Sirius: posso capire che non gli andassi a genio»
«E allora perché non odia Kayla?»
Lei si strinse nelle spalle. «Kayla è troppo buona e troppo furba per essere odiata. E non dimenticarti che il suo secondo nome è Lily, su ogni documento, ogni compito a sorpresa che ha dovuto consegnate a Piton, c’era scritto Kayla Lily Black»
Harry si prese di nuovo qualche secondo per respirare profondamente. «Tu lo sapevi? Sapevi che ha passato sei anni di scuola a proteggermi?»
Anche Martha esitò. «Non me lo ha mai detto» disse, dopo un po’. «Ma l’ho capito»
Harry non disse nulla, ma la sua espressione parlava chiaro.
«Al tuo secondo anno, quando … quando sembrava che tu e gli altri aveste pietrificato la gatta di Gazza e scritto quelle robe sul muro con del sangue. Stavo cercando di convincere Gazza che i miei figli non avrebbero mai fatto una cosa del genere, quando è arrivato Piton e con qualche parola lo ha zittito ed è riuscito a farvi proclamare ‘innocenti fino a prova contraria’. Non che ci fosse bisogno di dirlo, ma … non ha esitato, neanche un secondo. Ci siamo guardati per un attimo, lui ha subito distolto lo sguardo … e ho capito»
Harry sentì un sorriso nascere sul suo viso ripensando a quel momento.
«Sirius lo sa?»
Martha fece una smorfia. «Sirius non è così acuto da capire una cosa del genere senza che qualcuno glielo dica»
«Qualcun altro lo sa?»
«Sono quasi sicura che Minerva lo sappia e potrei giurare su tutti e quattro voi che anche Rose lo avesse capito, quando è arrivata a Grimmauld Place»
Harry s’incupì sentendo nominare la primogenita Redfort, e Martha non poté fare a meno di notarlo.
Guardò il ragazzo con espressione perplessa.
«Quando ho preso in mano la Pietra della Resurrezione, non … non c’erano solo i miei genitori. C’era anche Rose»
Martha sorrise. «Certo che c’era anche lei»  disse, allargando il sorriso, mentre camminavano verso il castello.
«Mi ha detto che … che l’aveva sempre saputo, che ce l’avrei fatta»
Martha si voltò a guardare il ragazzo. «E ti stupisci? Mia sorella è stata sempre un passo avanti. All’inizio questa guerra la spaventava a morte, ma … anche nella paura, era avanti: non aveva paura di morire, aveva paura di perdere. Non aveva paura per lei, ma per noi. Lei era … sempre avanti» si bloccò, guardando il viso di Harry con espressione malinconica. «Sempre la prima»
Harry, ripensando allo stesso momento a cui stava pensando lei, l’abbracciò così rapidamente da coglierla di sorpresa. Lei non esitò e lo strinse forte, guardando il cielo per cercarvi delle tracce di James, Lily e Rose, per poi rendersi conto che erano lì, lì, in quell’abbraccio.
Si staccò quel tanto che bastò per prendergli il viso tra le mani.
«Rifarei tutto, Harry James Potter» sussurrò. «Tutto, lo giuro: anche i dieci anni senza Sirius, se servissero a proteggerti o a proteggere i tuoi fratelli. Rifarei tutto, se potesse aiutarti ad evitare o vincere lo scontro con Voldemort. E sono più che certo che rifarebbero tutto anche James e Lily, e anche Rose rifarebbe tutto, salterebbe di nuovo per prendersi quel dannato Anatema, se servisse» prese il viso del ragazzo tra le mani. «Ma non c’è nulla, figlio mio, nulla che ti possa salvare dallo scontro con te stesso e con ciò che hai nella testa e in mezzo al petto. Io posso solo darti i mezzi per combattere anche questa battaglia e guardartela affrontare» gli baciò la fronte. «I sensi di colpa non servono a nulla se non a farti venire mal di pancia e qualche idea per fare qualcosa di nuovo, di magico, di speciale»
Harry la strinse di nuovo forte a sé, fino a sentire i loro cuori sfiorarsi.
«Ti voglio bene, mamma»
Martha si sarebbe commossa, ma in quello stesso istante Minerva McGranitt, apparve all’orizzonte, chiamandoli a gran voce e correndo verso di loro.
«Harry! Martha! Oh, Merlino! Eccovi!»
Martha raggiunse Minerva di corsa, preoccupata nel vederla con il fiatone.
«Aaron ha mandato un gufo … l’hanno trovato! L’hanno trovato, l’hanno trovato! Dobbiamo andare al  San Mungo! Subito!»



Lo sapete, ormai, che ci tengo sempre a pubblicare in certe date, tra cui il primo settembre. 
Beh, che dire? Avrete presto novità, promesso. Intanto, come già anticipato ... questa storia va avanti. Ancora per un po'. Non vi libererete tanto facilmente di me. :)
Buon primo settembre bellezze, ci si vede in giro per il castello. 
C
   
 
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