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Autore: Nymeria87    04/09/2019    2 recensioni
la mia prima Jonsa con tutto il cuore...
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[dal testo] scese da cavallo continuando a cercare tra la piccola folla che si stava radunando attorno a loro…
ancora niente…ma dove poteva essere, a chi poteva chiedere…
cautamente, senza smettere di studiare ogni singola persona, si girò ancora una volta, 
e li, sul parapetto che si stagliava di fronte a lei, infine lo vide!
[...]erano loro due, il centro del mondo erano loro due,
ad ogni passo Jon realizzava davvero chi aveva di fronte,
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riparto dalla 6x4 per ricostruire il loro percorso insieme, interpretando il non detto che traspare incontrollabile dall'alchimia del loro rapporto.
primissima fanfic, spero piaccia!
La ff si conclude con Winds of Winter, seguiranno altre 2 ff che andranno a percorrere gli eventi della settima e dell'ottava stagione.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Jon avrebbe discusso i piani per la battaglia del giorno seguente nella sua tenda verso sera; le era stato detto da Lyanna Mormont mentre la aiutava ad asciugarsi dopo il bagno, poichè il suo comandate avrebbe presieduto attivamente all’incontro.
Sansa dopo aver fatto una passeggiata tra le tende assieme a Spettro per percepire lo stato d’animo degli uomini, era andata da Lady Melisandre per cenare con lei, sperando che la sacerdotessa si pronunciasse ancore nelle sue predizioni enigmatiche quando invece si ritrovò lei stessa a raccontarle di Approdo del Re.

Dopo essere tornata alla sua tenda, si sedette confusa di fronte allo specchio per sistemarsi la treccia allentata.
Guardando il suo riflesso si ricordò di quando fu sua madre a farlo per lei per l’ultima volta, durante l’infausta visita di Re Robert a Grande Inverno, quanto le sue ansie più pure convergevano nel timore di non riuscire ad apparire abbastanza bella agli occhi di Joffrey.
Le paure di una ragazzina di undici anni
Ora di anni ne aveva diciotto e le preoccupazioni erano ben altre tutte proiettate verso la sua dimora d’origine e su chi la occupava; quel luogo che per gran parte della sua infanzia aveva desiderato lasciare, proiettata verso un mondo che non era mai esistito e che si allontanava così tanto dalle ballate che amava, era in realtà il luogo a cui più apparteneva; Sansa apparteneva al Nord, così come i suoi fratelli e se fosse riuscita a riappropriarsene non lo avrebbe mai più lasciato.

Si concentrò su quel pensiero mentre i suoi occhi scrutavano il suo stesso viso riflesso; sospirò e si affrettò a infilarsi i guanti e a recuperare il mantello.
Voleva andare da Jon, parlargli ancora prima della battaglia dell’indomani, capire come intendesse muoversi,
capire se ha senso dirgli di Baelish e dei cavalieri della Valle, sempre se verranno…
Un brivido le corse lungo la schiena
Non è il momento di avere pensieri negativi
Si sistemò nel mantello affondando il viso nella pelliccia soffice ed uscì nella notte illuminata dalla luna, verso la tenda di Jon.

 

———

 

Erano presi dai piani della battaglia quando un’aria fredda fece il suo ingresso nella tenda assieme ad un vellutato fruscio ad annunciare la presenza di Sansa Stark. Jon, appoggiato al tavolo a studiare la cartina, alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi ansiosi di lei; abbozzò un tenue sorriso e poi tornò a discutere con Davos e Thormund di come si sarebbe potuto comportare Ramsay e come affrontare un esercito del genere vista la notevole disparità numerica.
Sansa ascoltava accigliata e frustrata, aveva vissuto a stretto contatto con quel mostro e a nessuno era venuto in mente che avrebbe potuto essere utile un suo punto di vista.

“…se lo facciamo sfondare al centro, ci seguirà e a quel punto sarà circondato su tre lati” prese a supporre Davos, mentre Jon si era avvicinato a Thormund continuando a guardare la mappa, “Pensavi veramente che quello stronzo ti avrebbe affrontato da uomo a uomo?” chiese ad un tratto Thormund a Jon.
“No, ma volevo farlo infuriare”.
Gli occhi di Sansa tornarono immediatamente a Jon nell’udire quelle parole che sembravano essere state pronunciate segretamente per lei.
“voglio che ci affronti a tutta forza” continuò Jon a voce più alta guardando Davos.
“Dovremmo tutti dormire un pò!” concluse a risposta il cavaliere delle Cipolle e uno per uno tutti gli uomini si congedarono dalla tenda di Jon, il quale, boccale alla mano, si sedette esausto strofinandosi con l’indice il sopracciglio sinistro a scacciare un po’ di pensieri.

Sansa che era rimasta ferma per tutto il tempo in disparte, iniziò ad avvicinarsi a Jon percorrendo lentamente i bordi del tavolo, scorrendo con lo sguardo la mappa stesa su di esso: “quindi, hai conosciuto il nemico, preparato i tuoi piani di battaglia…”
“Aye” sospirò Jon, i lineamenti ad un tratto distesi all’idea di poter stare solo con lei e potersi deliziare dei suoi occhi pervinca, dei suoi zigomi alti e della sua fresca bellezza illuminata dalle fiammelle danzanti delle candele, “ per quel che può valere…”; cercò di accoglierla con un sorriso, quando avrebbe decisamente voluto allungare una mano nella speranza che lei la prendesse e si avvicinasse ancora di più a lui per confortarlo e dargli coraggio; Jon a quel pensiero abbassò lo sguardo dalla figura della sorella.

“L’hai conosciuto parlandoci solo una volta” iniziò Sansa ferma sul posto, occhi fissi su Jon: “Tu e i tuoi fidati consiglieri - tra i quali io non sono - state qui seduti attorno al tavolo a studiare un piano per sconfiggere un uomo che non conoscete!” arguì infastidita.
Jon smise di sorseggiare la birra preso in contropiede, abbassò il boccale incontrando lo sguardo della sorella, comprendendo l’effettivo errore che lei gli stava imputando.
“Io ho vissuto con lui, so come funziona la sua mente, so come gli piace fare del male alle persone. Non hai mai pensato che forse avrei potuto esservi utile?”.

Jon realizzò in quel momento la verità nelle parole di Sansa, da uomo di guerra si era concentrato sui piani della battaglia, sulle disposizioni degli uomini sul campo e aveva completamente ignorato di avere la possibilità di conoscere il proprio nemico da un ulteriore punto di vista.
“Hai ragione” rispose remissivo, prestando attenzione alla sorella.
Sansa si poggio con le mani al tavolo collimando l’attenzione sul fratello: “pensi che cadrà nella tua trappola ma non lo farà, è lui che tende le trappole” iniziò lei guardandolo intensamente.
“è presuntuoso” rispose semplicemente lui,
“lui gioca con le persone - non svalutare quello che ti dico - e in questo è molto più bravo di te, lo fa da tutta una vita!” spiegò Sansa.
“Aye, e io cosa ho fatto per tutta la mia vita? ho giocato con i manici di scopa?” si alzò frustrato Jon a incontrare lo sguardo di lei.
Sansa si staccò dal tavolo e riassunse la sua posizione.
“Oltre la Barriera ho combattuto con nemici ben peggiori di Ramsay Bolton”
Il respiro di Sansa iniziò ad accelerare così come i battiti del suo cuore, Jon era un guerriero e glielo stava dimostrando anche in quello stesso momento, era animato da impeto e sofferenza e questo la attraeva e la impauriva al contempo.

Ramsay è subdolo però, infido e scaltro e non ha onore…

“…ho difeso la Barriera da COSE ben peggiori di Ramsay Bolton!” continuava Jon sempre più acceso, sempre più energico.
“TU NON LO CONOSCI!” scandì Sansa inchiodandolo a quelle parole.

Jon sapeva che quello che diceva Sansa corrispondeva a verità.
Sospirò: “e va bene, dimmi. Cosa dovremmo fare? in che modo riusciremo riprenderci Rickon?” chiese Jon cercando di mantenere la compostezza anche se i suoi occhi rilucevano fervidi.
Sansa era affranta per ciò che stava per pronunciare, un esito degli eventi a cui Jon non era ancora minimamente arrivato: “non lo riavremo mai”;
gli occhi imploranti a cercare lo sguardo incredulo di Jon mentre lentamente muoveva un passo verso di lei per porsi in ascolto più attentamente perché non poteva credere alle parole che erano appena uscite dalle labbra rosee della sorella.
“Rickon è l’erede legittimo di Ned Stark, il che lo rende una minaccia più pericolosa per Ramsay di te che sei un bastardo, o di me che sono una donna. Finché è in vita la pretesa di Ramsay su Grande Inverno sarà debole e contestabile, il che significa…” Sansa distolse il contatto visivo, con l’intento di raccogliere il coraggio necessario di dire quello che stava per dire incontrando nuovamente le iridi basalto di Jon:
si poggiò al tavolo in cerca di sostegno“…che non vivrà a lungo” concluse in un sospiro straziato valutando la reazione di Jon.

“Non possiamo abbandonare nostro fratello” tuonò in un sussurrò ostinato lui.
“Ascoltami, ti prego, Ramsay vuole farti commettere un errore” si impuntò tormentata Sansa continuando a cercare il tavolo con i palmi delle mani per farle smettere di tremare.
“Certo che vuole!” proruppe Jon raggiungendola con qualche falcata cercando di mantenere il controllo nonostante tutto.

Occhi negli occhi

“cosa dovrei fare di diverso?” chiese esasperato e furente indicando la mappa.
“Non lo so, io non so niente di battaglie” cercò di difendersi Sansa impanicata,
“solo…” provò a calmare i battiti del suo cuore distogliendo lo sguardo dagli occhi di lui,
troppo vicino 
congiungendo le mani come in preghiera e cercando di concentrarsi sul busto di Jon e sui dettagli della casacca dell’armatura che lo ricopriva,
“solo non fare ciò che lui vuole che tu faccia” concluse Sansa tornando sui suoi occhi.
“Aye, ottimo consiglio” rispose Jon sarcastico continuando a guardare la sorella, dondolando su se stesso per cercare di calmarsi.
“Ti sembra scontato?” rispose lei fredda e irritata.
“Beh si, mi sembra leggermente scontato…” Jon socchiuse gli occhi adirato,
“Se mi avessi chiesto consiglio prima, ti avrei detto di aspettare di avere più uomini, prima di attaccare Grande Inverno, o è scontato anche questo?” sbottò rabbiosamente lei esasperata.
Jon arretrò solo per andare nuovamente al contrattacco “Quando avremo più uomini?” le urlò Jon con occhi disperati.
Sansa boccheggiò a quell’ammissione e lo sconforto prese il sopravvento per un attimo.
“Abbiamo chiesto aiuto ad ogni casa che ci abbia ricevuto! Il Pesce Nero non può aiutarci e siamo abbastanza fortunati ad avere gli uomini che abbiamo” continuò lui. Lo sguardo ansioso di Sansa passava dalla cartina agli occhi di Jon, mentre il ritmo frenetico dei suoi respiri si intrecciava con quello del fratello, animato anch’egli da rabbia mista a costernazione.
“Non sono abbastanza!” tentò disperata lei,
“no che non sono abbastanza ma sono quelli che abbiamo!” concluse Jon logorato, specchiandosi negli occhi cerulei di lei.

sei secondi per riprendere fiato,
sei secondi per riprendere il controllo,
sei secondi, fatti di occhi e labbra e sguardi e respiri.

Jon fu il primo a distogliere lo sguardo, fuggendo da quello coinvolto di Sansa; cercò di ricomporsi a partire dal tono della voce, di calmare i battiti del cuore, di riprendere a respirare in maniera regolare: “c’è chi ha vinto battaglie in circostanze più sfavorevoli delle nostre” concluse in un sussurro tornandola a guardare, allontanandosi cautamente dallo scambio emotivo tutt’altro che incontaminato di poco prima.

Sansa si accorse del mutamento di Jon e ancora scossa si voltò per andarsene, ma qualcosa di urgente la trattenne e la costrinse a riferirsi ancora una volta al fratello: “Se Ramsay dovesse vincere, non ho intenzione di tornare li viva. Mi hai capita?” asserì con voce fremente e occhi di ghiaccio.

Cosa dici Sansa?
Era come se una voragine gli si fosse aperta in petto, come se un’oscurità fredda e tagliente lo stesse avvolgendo poco a poco.
“Non permetterò MAI che ti tocchi di nuovo!” le parole di Jon sanguinavano di dolore e senso di colpa, la guardò cercando di farle sentire tutta la tenerezza, tutto l’amore che lei gli suscitava con la sua sola presenza, “ ti proteggerò, lo prometto”
farò di tutto per tenerti al sicuro da lui.

Sansa lo guardò disillusa: “nessuno può proteggermi”, totalmente disincantata, “nessuno può proteggere nessuno…” concluse sparendo al di là della tenda.

Jon la seguì con lo sguardo prima di voltarsi verso il tavolo e la mappa che giaceva su di esso, si sentiva lacerato, terrorizzato dall’affermazione di Sansa; avrebbe fatto qualunque cosa per proteggerla e DOVEVA proteggerla poiché lei era l’ultima cosa che gli era rimasta che lo ancorava a se stesso.
Afflitto, sconvolto; non poteva perdere anche lei.
Vivere in un mondo senza i suoi fratelli, senza più nessuno della sua famiglia, non avrebbe avuto senso; vivere senza di lei che aveva dato un senso nuovo al susseguirsi dei suoi respiri sarebbe stato ironico e crudele.

Il Re della Notte stava arrivando, e senza Sansa, Jon avrebbe perso tutti i motivi per combatterlo.

Meglio morire.

   
 
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