__𝑾𝒂𝒌𝒂𝒕𝒊𝒑𝒖 𝑳𝒂𝒌𝒆.
‘’𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑜 𝑚𝑦 𝑑𝑟𝑒𝑎𝑚,
𝐿𝑒𝑡 𝑚𝑒 𝑠ℎ𝑜𝑤 𝑦𝑜𝑢 𝑤ℎ𝑒𝑟𝑒 𝑖´𝑣𝑒 𝑏𝑒𝑒𝑛,
𝐼𝑡´𝑠 𝑦𝑜𝑢 𝑎𝑛𝑑 𝑚𝑒 𝑖´𝑣𝑒 𝑠𝑒𝑒𝑛,
𝐿𝑒𝑡 𝑚𝑒 𝑡𝑒𝑙𝑙 𝑦𝑜𝑢 𝑤ℎ𝑎𝑡 𝑖 𝑚𝑒𝑎𝑛.’’
Sopraggiunge e risveglia sensi assopiti l’arcana e flautata melodia proveniente dalla modesta baita. Ella osserva, i rami sfiorano le gote dai toni di chiara morgana e subito può percepire quel contatto delicato graffiarle l’epidermide delicata ed opalescente. Tonalità si scuriscono come un rubino stellato illuminato dalla casta diva sporgente fra l’alta vegetazione impreziosita dai sempreverdi. Occhi vitrei e cristallini come apatite si sollevano verso l’etere sfumato dallo zaffiro di mezzanotte e scrutano l’astro notturno: l’attesa di ululati lontani accompagnare la sua più mesta litania s’infrange come un prezioso minerale lasciato cadere al suolo. Non vi è sensazione più celeste del poter avvertire la terra ammorbidirsi ad ogni minimo passo e scalza prosegue, calpestando ciò che da sempre adorna la superficie e domina madre natura. Steli d’erba madidi dal freddo argento ossequiano la presenza della lupa albina, avvolgendo le sue esili caviglie come in un morbido tulle. Aggrovigliano la pelle diafana in una stretta che rammenta un soffice e leggero tessuto attillato, le gambe snelle e spogliate da ogni intreccio di fili che l’abito compone e l’alba veste che ora appare come una creatura appartenente ad abissi alabastrini ondeggia nell’acqua limpida che l’impregna della propria sorgente. Ma lemme viene sollevato l’indumento che appesantisce un corpo minuto ed ornato da ciò che protegge ed attenua il poter percepire il freddo cuore palpitante.
‘’𝐼𝑛 𝑡ℎ𝑒 𝑑𝑒𝑒𝑝 𝑏𝑙𝑢𝑒 𝑠𝑘𝑦,𝑇ℎ𝑒𝑟𝑒 𝑤𝑒𝑟𝑒 𝑟𝑎𝑖𝑛𝑏𝑜𝑤𝑠 𝑖𝑛 𝑡ℎ𝑒 𝑛𝑖𝑔ℎ𝑡,
𝐴𝑛𝑑 𝑡ℎ𝑒 𝑜𝑐𝑒𝑎𝑛 𝑠ℎ𝑖𝑛𝑒𝑑 𝑠𝑜 𝑏𝑟𝑖𝑔ℎ𝑡.’’