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Autore: BlackVanilla    04/09/2019    1 recensioni
* ATTENZION SEQUEL - E' CONSIGLIATA LA LETTURA DI HEART AND LIFE * Dopo Heart and Life, Gwennie ritorna più desiderosa che mai di guarire dal suo terribile virus...riuscirà Law ad aiutarla? Come andrà a finire tra i due? La loro storia avrà un futuro o incontrerà troppi ostacoli da affrontare? Lo sapremo solo leggendo!!! Un racconto ambientato nella magica Wano accompagnerà i lettori che vorranno gentilmente seguirla!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Mugiwara, Trafalgar Law
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Drake incrociò le braccia al petto mentre osservava meditabondo il chirurgo della morte: incatenato, seduto a terra con la schiena appoggiata alla parete, sul corpo aveva diverse ferite, tre le quali una abbastanza importante alla tempia sinistra.
Nonostante tutto questo, ostentava beffardo un sorriso privo di paura.
Non avrebbe mai parlato.
Lo stava per far notare ad Hawkins, quando una delle guardie arrivò correndo.
“Chiedo scusa! Abbiamo un’emergenza con la nuova prigioniera!”, era piuttosto trafelato così si accorse solo dopo della presenza del medico proprio in quell’ambiente.
Impallidì all’istante, annaspando.
Law drizzò le orecchie senza però lasciar trapelare nessun particolare interesse.
Il Mago fece cenno a Drake e alla guardia di seguirlo fuori dalla porta, non voleva che Trafalgar potesse sentire, in fin dei conti la ragazza era proprio di una delle persone alle quali il dottore teneva di più e i due headliner avevano in progetto di sfruttare questa situazione per convincerlo a vuotare il sacco.
“Non abbiamo ancora capito il motivo, ma Bashu e Konz si trovavano dalla prigioniera. La ragazza è riuscita a rompere un dito al primo, successivamente ha utilizzato due aghi avvelenati per mettere al tappeto entrambi. Sono stati portati in infermeria. Attendiamo il responso del medico.”
“Aghi? Ma non l’avete perquisita a fondo al momento della cattura?”, esplose Hawkins avvicinando minaccioso il viso a quello del povero sottoposto.
Ricordava di aver visto un paio di guardie mentre le requisivano l’arma, inoltre si erano premurati di ispezionare e successivamente sottrarre anche i due bracciali di cuoio che portava ai polsi, i quali celavano abilmente diversi aghi avvelenati.
Tremando visibilmente, la guardia rivelò che la giovane aveva nascosto in bocca degli aculei, infatti questi che aveva usato contro Bashu e Konz, erano decisamente più corti di quelli che le avevano trovato addosso.
“Maledizione!”, imprecò furioso il cartomante, “Qualcuno ha assistito alla scena?”.
“N..non che io sappia, signore!”, quello era il peggior momento della sua carriera lavorativa, pensò la giovane guardia.
“Piuttosto, che ci facevano lì quei due…”, riflesse a voce alta Drake, portandosi una mano al mento.
Basil gli scoccò un’occhiata furtiva: da quando avevano catturato Trafalgar, l’atteggiamento del suo pari era cambiato, sembrava come stranito.
“Avevo dato precisi ordini in riferimento alla ragazza”, continuò il rosso iniziando a passeggiare per la stanza.
La sentinella emise un leggero sospiro di sollievo quando vide un determinato gesto da parte Hawkins: aveva avuto il permesso di andare ed intendeva obbedire nel più breve tempo possibile.
 
Gwennie immaginava che, tra non molto, qualcuno sarebbe venuto a punirla per la sua azione, ma non ne era minimamente preoccupata: quei due avevano soltanto avuto ciò che si meritavano.
Peccato avesse terminato i piccoli aghi che aveva imparato a celare sotto alla lingua.
Esisteva infatti un metodo molto preciso mediante il quale, chi li nascondeva sul proprio corpo, non potesse rimanere accidentalmente vittima del veleno del quale erano intrisi.
Si sentiva davvero soddisfatta di essere riuscita in quella piccola impresa, non era stato per nulla facile convincere Kiku a rivelare certi piccoli segreti.
D’un tratto, un’ombra scura ed imponente le comparve davanti, facendo coprire di nero le mani che teneva strette in grembo.
Era Drake.
Il rosso notò che la ragazza non aveva consumato nè cibo, nè acqua...le misere porzioni giacevano ancora intatte a terra.
“Puoi mangiare e bere, nulla di quanto vedi è stato in qualche modo alterato”, le fece sapere indicando il pavimento.
Lei mantenne un cauto silenzio.
“Sappi che se Trafalgar continuerà a rifiutarsi di parlare, verrà brutalmente torturato e infine ucciso”, comunicò infine.
Gwennie tornò a chiudere gli occhi: avrebbe voluto dire e fare mille cose, ma sapeva bene che la scelta migliore era quella di non lasciar trasparire nulla, neanche il più piccolo stato d’animo.
“Se tu parli al posto suo, sarà semplicemente tenuto prigioniero e non gli sarà fatto del male”, continuò l’uomo.
Gwennie alzò le palpebre puntando poi lo sguardo in quello di lui.
“Se Law ha deciso di non parlare, rischiando addirittura di andare incontro alla morte, io rispetto la sua volontà. Per quanto mi riguarda, la penso allo stesso modo: da me non saprete mai niente.”, aveva parlato con tono molto calmo.
Drake annuì silenziosamente, poi girò sui tacchi per tornare da dove era venuto ma, con sua somma sorpresa, al suo posto comparve un altro individuo, uno che Gwennie conosceva fin troppo bene.
 
Law era rimasto momentaneamente solo: Drake e Hawkins avevano lasciato la cella rapidamente, dopo l’intervento della sentinella, e non erano ancora tornati.
Decise così di prestare attenzione al chiacchiericcio delle due guardie che stavano sorvegliando il corridoio.
“Guardiamo la locandina…”, suggerì uno.
Un rumore di fogli riempì l’aria.
“Eccola qua...sembra un pochino diversa però…”, disse incerto l’altro.
“Come la chiamano quelli del Governo?”, un certo tremore nella voce.
“Qui dice solo Gwennie e null’altro...”.
Silenzio.
“Raccontavano anche a te, quando eri piccolo, la leggenda di Yuki-onna?”, chiese uno dei due.
“Sì certamente. Me la narrava sempre mia nonna per convincermi a non andare tra i monti, soprattutto di inverno, con la neve…”, rispose l’altro.
“Anche a me la raccontavano, e di frequente dato che abitavamo fuori paese, ai piedi delle montagne. Ebbene, quella ragazza me la ricorda, Yuki-onna. Mai visto nessuno tanto freddo. Sempre. Non abbassa mai la guardia. E lo sguardo? Mi ha rivolto una sola occhiata e mi sono sentito gelare il sangue nelle vene. Per non parlare di cosa è riuscita a fare a Bashu e Konz…”.
“Ora che me lo hai fatto notare, anche la sua carnagione è simile a quella dello yōkai, molto pallida, quasi traslucida… inoltre non si può certo negare che sia graziosa...”.
Ci fu una pausa.
“Speriamo non tocchi di nuovo a me portarle le razioni di cibo...potrebbe averne ancora di quegli aghi. Non è mia intenzione finire con la lingua penzoloni come quei due. A proposito, che dice il dottore?”.
“Soltanto che si tratta di una potente tossina. Stanno studiando il caso”, la guardia si spostò per poter lanciare un’occhiata al prigioniero, il quale era con la testa appoggiata al muro e gli occhi serrati: non sembrava avesse prestato loro attenzione quindi tornò a chiacchierare tranquillamente con il suo collega.
Law alzò le palpebre: aveva assorbito ogni piccola sillaba di quella conversazione ed era sollevato nel sapere che l’incidente del quale aveva sentito parlare poco prima, non aveva coinvolto Gwennie in veste di parte lesa.
Ghignò suo malgrado: era quindi riuscita ad imparare la tecnica necessaria per celare senza pericolo gli aghi avvelenati nella cavità orale, come si era prefissata di fare.
Era davvero una delle persone più testarde che il medico avesse mai conosciuto, non c’era più alcun dubbio.
Sospirò: non riusciva a perdonarsi il fatto di non essere riuscito, anche se solo per un soffio, a farla fuggire usando i suoi poteri e sperò con tutto se stesso che Gwennie non avesse una crisi durante la prigionia.
Ripensò all’improvviso al nuovo soprannome che le due sentinelle avevano affibbiato alla pirata: Yuki-onna.
Sorrise.
Effettivamente, quando combatteva, la ragazza si trasformava completamente...era come se indossasse una maschera che ne copriva i delicati lineamenti del viso, rendendoli duri ed impenetrabili come roccia.
Non riuscì a fare a meno di paragonare la scena descritta dagli scagnozzi Kaido, con il ricordo relativo alla loro ultima notte passata insieme, quando si era infine addormentata con la testa appoggiata sul suo petto.
Il dottore aveva approfittato dell’occasione per studiare avidamente ogni centimetro del bel viso di lei, soffermandosi in particolare sulle morbide linee che definivano eleganti la forma a cuore della piccola bocca.
L’aveva baciata delicatamente, poi aveva accarezzato leggero i fini capelli castani lasciandoli infine ricadere ed osservando curioso gli strani disegni che erano andati a formare.
I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo di qualcuno, quando vide di chi si trattava, il medico dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non lasciarsi sfuggire nessuna espressione di stupore: fuori dalla sua cella, c’era Gwennie.
 
Bentornati carissimi!
Avete trascorso bene le vacanze?
A me sono letteralmente volate… :O
Con un piccolo anticipo pubblico il capitolo, spero di fare cosa gradita!
Alla prossima!
BV
   
 
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