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Autore: Gra Gra 96    04/09/2019    2 recensioni
[Storia partecipante al contest Istanti di una vita indetto da Matilde di Shabran sul forum di EFP]
Dal terzo capitolo: "Perché mai abbandonava il caldo rifugio delle sue coperte per avventurarsi in futili perlustrazioni? Almeno Potter, pensò a denti stretti, aveva sempre avuto uno scopo ben preciso a orientare il suo peregrinare sconsiderato per il castello. Lui invece vagava alla cieca, senza una meta, senza una ragione, per il puro gusto di affondare nel buio della notte. Fu soltanto quando giunse in prossimità dell’aula di Incantesimi che cominciò a comprendere il senso nascosto dei suoi vagabondaggi notturni. Non era solo."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo II: Torre di Astronomia

L’anno scolastico era appena iniziato e Severus già vagheggiava con nostalgia la quiete e il silenzio che permeavano il castello durante la stagione estiva. Quei fastidiosi ragazzini schiamazzavano ovunque, rendendogli difficile, se non impossibile trovare un angolo di pace per estraniarsi da una realtà avvertita come soffocante.
La conferma della nomina a preside di Hogwarts aveva reso tutto più complicato: programmi scolastici da approvare, insegnanti da coordinare, lavori di ricostruzione da presidiare. Quantomeno gli era stata risparmiata la seccatura di tornare a rivestire i panni di insegnante di pozioni. 
Mentre rimuginava su quanto amaramente ingiusta fosse la vita, i suoi passi lo portarono a tradimento nel luogo dove meno avrebbe desiderato trovarsi: la torre di Astronomia.
Il sangue gli si gelò nelle vene e potenti capogiri lo costrinsero a crollare sugli scalini. Quel pensiero che continuava a tormentarlo senza tregua da più di un anno si accanì ancora una volta contro la sua fragile psiche. Lì aveva ucciso Albus. Ed era inutile ripetersi che aveva compiuto quell’ignobile gesto sotto esplicita richiesta del suo mentore, che lo aveva fatto per una ragione importante, che aveva risparmiato a un giovane innocente il peso di un assassinio sulla coscienza.
Draco non si era macchiato di omicidio, ma lui sì, e avrebbe dovuto farci i conti ogni giorno della sua vita. Chiudendo gli occhi poteva ancora intravedere chiaramente il volto esangue di Silente, la sua supplica accorata e infine il lampo verde che aveva posto fine ad una più che centenaria esistenza. Aprì gli occhi di scatto e si rimise in piedi con fatica: il veleno del serpente non lo aveva ucciso per puro miracolo, ma certo gli aveva sottratto buona parte del vigore di un tempo. Sostenendosi con il corrimano, cominciò a salire lentamente i gradini, uno a uno. Man mano che si avvicinava alla sommità della scalinata, la sua risoluzione assumeva contorni più definiti: per troppo tempo era stato messo in fuga dai suoi demoni interiori, adesso era venuto il momento di affrontarli a testa alta, dimostrando di possedere davvero quel coraggio che molti gli avevano attribuito da qualche tempo a questa parte.
Severus aveva immaginato spesso il vuoto angosciante che avrebbe avvertito una volta giunto sulla torre, ripercorrendo gli ultimi passi di Silente verso la morte. Ciò che non aveva previsto era la fitta di profondo livore che lo trapassò da parte a parte. A ridosso del telescopio, due ragazzi si stavano baciando appassionatamente.
Non era insolito, girovagando per il castello, cogliere gli studenti in effusioni compromettenti. Normalmente si sarebbe limitato a separare la coppietta con un preciso colpo di bacchetta e a sottrarre punti ad ambedue le case.
Stavolta invece non riuscì a proferire la benché minima parola né ad articolare un singolo gesto. Hermione giaceva schiacciata contro la parete e teneva gli occhi serrati. Del signor Weasley, girato di spalle, intravedeva una porzione di schiena e ne intuiva il movimento delle mani sul corpo della ragazza. La testa del rosso si muoveva febbrile, testando varie angolature alla ricerca della più congeniale al suo scopo. Mentre una rabbia immotivata si impadroniva di lui, Severus fece in tempo a soffermarsi per qualche istante sull’espressione della Granger mentre baciava il suo fidanzato: annoiata, infastidita, distante. La sua bocca si muoveva meccanicamente, ma senza pathos. Le braccia cadevano rigide lungo il corpo, non fingevano neanche un trasporto che non c’era. Le palpebre chiuse significavano volontà di estraniarsi da quel momento insoddisfacente. Tutto il corpo di Hermione tradiva nella sua interezza la distanza mentale che la separava dal suo appassionato interlocutore. 
Un accenno di sorriso si dipinse sul volto di Severus. Impugnò la bacchetta e con un incantesimo ben calibrato scagliò Weasley all’altro capo della stanza. Hermione soffocò una risatina che non sfuggì allo sguardo del suo professore.
«Venti punti in meno a Grifondoro», sibilò Severus.
Poi scomparve nella tromba delle scale con un elegante svolazzo del mantello nero. 
  
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