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Autore: Suomi    07/09/2019    3 recensioni
Un torneo di quidditch.
Un'occasione di riscatto.
Un fantasma del passato.
Un'opportunità per il futuro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il torneo di Quiddich si concludeva con quella che un tempo era la partita più attesa e combattuta: Grifondoro contro i Serpeverde. Quest'anno tutti si aspettavano una parata dei Grifondoro che vincendo con facilità quella partita, avrebbero portato anche l'ennesima Coppa nella loro già ben fornita bacheca. Le tribune erano comunque completamente piene. Ovviamente i Grifondoro al completo erano pronti a festeggiare il campionato. Mentre, oltre al poco supporto dei membri della loro casata, i Serpeverde potevano contare su quello dei Corvonero, in quanto in caso di vittoria delle Serpi con un distacco superiore ai cento punti, avrebbero potuto soffiare la coppa ai Grifoni, anche se anche i più ottimisti dei Corvi erano ormai rassegnati. Draco, entrando in campo con la sua squadra, si domandò se il pienone delle tribune non fosse dovuto più alla spargimento della voce che lui sarebbe sceso in campo, che non al fatto che fosse l'ultima partita dell'anno. Sarebbe potuto anche sembrare paranoico o lievemente egocentrico, ma pensava che buona parte della scuola non aspettasse altro che una sua pubblica umiliazione. Mentre la Professoressa Bumb ricordava la necessità del rispetto reciproco e dei provvedimenti che sarebbero stati presi se si fosse sorpassato il limite, Draco lanciò un'occhiata verso le tribune. La vide, circondata dai compagni casata. Hermione Granger voltò il volto e incrociò il suo sguardo, per un attimo sembrò sorpresa che lui la stesse guardando, ma subito dopo la sua espressione mutò e gli lanciò una palese occhiata di sfida. Un moto d'orgoglio gli si diffuse in petto. Nel frattempo la Professoressa aveva terminato i suoi sproloqui, i giocatori si posizionato in campo. Draco poté notare le facce dei Grifoni che si pregustavano la vittoria e quasi tutti gli sguardi gongolanti erano verso di lui. La partita iniziò. Dopo pochi minuti le Serpi erano già sotto, Draco decise di concentrarsi solo alla ricerca del boccino, pensare ai punti non avrebbe avuto comunque senso. Dopo 20 minuti non era ancora riusciuto a vedere quel dannato boccino, ma anche Potter sembrava non aver miglior fortuna di lui. Poi un guizzo dorato alla sua destra, ci fu un momento in cui incrociò lo sguardo del suo nemico. Lo aveva disprezzato, persino odiato, ma anche invidiato, perché lui era quello che otteneva il massimo con il minimo sforzo, che per ottenere quello che voleva bastava lo desiderasse, che aveva sempre qualcuno che gli guardava le spalle, che aveva preso il boccino al primo tentativo, che aveva salvato tutti perché il destino aveva deciso toccasse a lui. Schizzarone entrambi nello stesso momento, il boccino volava velocissimo inseguito da Draco e a poca distanza da Harry. Il biondo si voltò per constatare che aveva pochi metri di vantaggio. Una volta vicino, allungò la mano poteva quasi sentire il boccino, Potter dietro di lui, adesso guadagnava parecchio terreno. Gli sembrò un deja vu che preannunciava per l'ennesima volta il momento in cui il Salvatore del mondo magico gli avrebbe sottratto il boccino da sotto il naso. Cercò di allungarsi il più possibile e, talmente concentrato sul boccino, non vide il palo contro cui stava andando addosso fin quasi all'ultimo momento. Riuscì ad evitarlo all'ultimo e non cadde dalla scopa per un soffio. In tutto questo aveva perso contatto con il suo obiettivo, mentre ovviamente Harry Potter aveva agevolmente scansato l'ostacolo per tempi, rimettendosi immediatamente all'inseguimento del boccino. Una vocina nella testa di Draco gli diceva che ormai era perso, Potter lo aveva praticamente preso e non volava la pena tentare ancora, tanto era l'epilogo che tutti si aspettavano di vedere: il Salvatore del mondo che lo umiliava, raccoglieva il boccino d'oro e alzava la coppa davanti a una folla adorante. Poi si intromise un'altra voce nella sua testa "Ho intenzione di battere i Grifondoro domenica e per farlo mi serve un cercatore più veloce e reattivo" disse Blaise "e tu lo sei Draco, quando decidi dare tutto te stesso e non pensi a quello che diranno gli altri se fallirai, non vali meno di Harry Potter" Volò di nuovo verso il boccino e verso Potter, questi aveva quasi stretto le sue dita sul boccino, quando Draco lo affiancò e con una spinta gli fece perdere la presa. Sentì il moro sputare un "bastardo" fra i denti e nel momento in cui questo tentò di restituirgli la spallata cambiò direzione, facendo andare a vuoto l'avversario che in questo modo perse terreno. Si ritrovò di nuovo all'inseguimento del boccino. Quando fu vicino all'obiettivo, vide il bolide poco distante che andava verso di lui. Se avesse deviato avrebbe dato l'opportunità a Potter, che aveva ripreso l'inseguimento, di affiancarlo nuovamente. "Ti conviene aver ragione, Blaise" disse "O la va o la spacca" si fece forza prima di agire. Cadde dalla scopa, il tonfo data la velocità non fu poco cosa e Draco rimase fermo sdraiato supino a fissare il cielo intontito. Un attimo dopo si tirò su a sedere e si rese conto di quello che era appena accaduto. Lo aveva fatto, alla fine lo aveva fatto. Stringeva il boccino nella sua mano destra, si era lasciato andare nel vuoto per prendere il boccino ed evitare allo stesso tempo il bolide. Per un momento si chiese se non avesse sbattuto la testa nella caduta e non fosse svenuto e stesse sognando,a quando strinse ancora più le dita si rese conto che era reale. Quando si guardò in torno, il mondo sembrava sospeso. I Grifondoro in campi e negli spalti sgomenti non credevano che fosse successo davvero. I Serpeverde sembravano ancora più increduli, tanto da non osare festeggiare. I Corvonero pronti alla sconfitta aspettavano che qualcuno dicesse che era successo davvero. Poi accadde, tutto riprese vita, si iniziarono a sentire boati negli spalti, qualche Grifone iniziò a muoversi a testa bassa e le Serpi in campo iniziarono a correre verso il loro capitano, Astoria gli si gettò letteralmente addosso e anche qualche altro giocatore preso dell'euforia finì per unirsi alla ragazza in goffo abbraccio di squadra. E il suo nome gridato a gran voce non solo dai Serpeverde, ma anche dalla maggior parte dei Corvonero, che si preparava ai festeggiamenti cche darebbero andato avanti tutto la notte per aver soffiato la Coppa ai Grifondoro. Quando Draco voltò il capo verso le tribune, guardò istintivamente il posto dove sapeva che era seduta la Granger. Vide che la ragazza era ancora lì, a testa china che scuoteva leggermente la testa, ma quando riuscì a intravedere il suo viso, poté chiaramente vedere l'ombra di un sorriso che le disegnava le labbra. Sembrava incredula, ma quasi felice. Quando Hermione alzò il capo, incrociò il suo sguardo. Il sorriso della ragazza si allargò, per quanto cercasse di non darlo a vedere, dovendosi fingere contrariata e delusa per la sconfitta dei Grifondoro e la perdita della Coppa, a maggior ragione se per mano dei Serpeverde e del suo peggior esponente. "Bella partita" ghignò Draco all'indirizzo di Harry Potter, avviandosi verso l'uscita. Il moro, ancora sconsolato, non riuscì neanche a mandarlo a quel paese. ---- Quando vide che non era più circondato dalla folla - soprattutto di ragazze - adoranti, Hermione decise di raggiungere Draco. "Bella partita" si congratulò sinceramente. Draco si rese conto di essere felice di vederla, e la cosa che lo sconvolse fu che non era felice di vederla per gongolare o burlarsi di lei o dei suoi amici. Sorprendendo prima di tutto sè stesso, rispose con un "Grazie, Hermione" e un sorriso. La ragazza spalancò gli occhi per la sopresa era la prima volta che Draco Malfoy pronunciava il suo nome di battesimo e non un nomignoli offensivo o il suo cognome ed era la prima volta che vedeva Draco Malfoy sorridere, lo aveva visto ghignare, fare smorfie conditi da sorrisetto storti o strafottenti, ma mai sorridere davvero. E dovette ammettere, per un solo momento, che in quel momento era bellissimo. Fu l'imbarazzo di quel pensiero che, oltre a farle imporporare le guance la spinse a parlare - o straparlare - per distrarsi "Sai forse i Grifondoro hanno sottovalutato la vostra squadra per quanto poco corretto sia questo atteggiamento perchè ogni avversario è degno di rispetto e dovrebbe essere alla base di ogni sport e non sto dicendo che la vostra squadra valesse meno come avversario rispetto alle altre solo che dato l'iniz.." Si zittì quando le labbra del ragazzo furono sulle sue. Per un lungo momento rimase immobile, come congelata. "Parlavi troppo, Granger" le sussurrò canzonatorio, prima di voltarsi e allontanarsi.

  
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