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Autore: niny95    07/09/2019    9 recensioni
Il Detective Roger Jones, vive a Seattle con la moglie Eloise e la figlia Alice, quando la situazione con Eloise diventa insostenibile decide di andare a Storybrooke nel Maine a chiedere aiuto a suo fratello Killian.
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Killian Jones ha tutto quello che si può desiderare dalla vita, il lavoro che ha sempre sognato, una moglie che ama infinitamente e due splendidi figli Henry e Hope.
Quando suo fratello gemello irrompe improvvisamente nella sua vita insieme alla figlia Alice la sua vita cambia improvvisamente.
Cosa cambierà nelle vite dei due fratelli?
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Dal testo:
«Abbiamo un po’ di problemi, possiamo entrare?» chiese Roger con voce cupa.
Killian abbassò lo sguardo nelle valigie strette tra le loro mani «Il genere di problemi che ti fa lasciare la città?» sbottò.
«Killian siamo in viaggio da tre giorni, tutto quello che ti chiedo è un po’ di compassione.» chiese Roger con voce flebile.
«Roger, ti ho avvertito riguardo a quella donna, quindi cosa vuoi che ti dica adesso?» chiese Killian con voce dura, ma si spostò facendo passare i due.
[I paragrafi relativi a Roger, Eloise e Alice sono stati modificati]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Hope Jones, Killian Jones/Capitan Uncino, Tilly/Alice
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6 
  
Flashback 
  
  
«Emma aspetta.» disse Neal agguantando un braccio a Emma nel tentativo di fermarla.  
«Cosa c’è?» fu la secca risposta di Emma
«Io, speravo potessimo parlare.» sussurrò l’uomo indicando uno dei tanti tavoli presenti al Granny’s.  
«Devo andare a lavoro.» rispose lo sceriffo senza degnarlo di uno sguardo.  
«Non ti ruberò molto, promesso.»  
«E va bene.» concesse alla fine la bionda, accomodandosi al primo tavolo disponibile di fronte al padre di Henry. «Quindi, vieni al sodo cosa vuoi?»  
«Io …» Neal si torceva in pollici con fare nervoso «Com’è andata la gravidanza?».  
«Oh adesso ti interessa? E dove sei stato negli ultimi 14 anni?»  
L’uomo arrossì a disagio «Io … so di non essermi comportato bene, ma ero giovane e da giovani si fanno molte scelte sbagliate.»  
«Tu eri giovane?! Avevo 18 anni Neal! Non avevo nessuno! I miei genitori mi hanno abbandonata appena nata, ero letteralmente sola!» la donna quasi urlò.  
Neal abbassò lo sguardo a disagio «Mi dispiace, so che non mi credi ma è  così. »
«Se davvero ti fosse importato ti saresti fatto vivo prima... ma tant'è. E se proprio vuoi saperlo mio figlio sta bene. E adesso devo andare a lavorare.» sospirò infine lo sceriffo, sperando di poter porre fine a quella conversazione.  
«Aspetta, Emma. Parlami di lui. In questi ultimi anni mi sono chiesto spesso che aspetto avesse.»  
Emma sospirò per l’ennesima volta «Vieni al sodo Neal, cosa vuoi?».  
«Ultimamente mi sono chiesto cosa sarebbe successo se non fossi scappato, magari saremo stati una di quelle famiglie felici.»  
«È questo che vuoi, Neal? Essere una famiglia? È troppo tardi, sono sposata con un uomo che amo immensamente.»  
«Beh suppongo che non debba per forza comprendere anche te.»  
«Che … cosa diamine dovrebbe significare? » lo sceriffo sbatté con forza le mani sul tavolo «Goditi la colazione!» si alzò di scatto facendo sbattere violentemente la sedia al pavimento «E non provare ad avvicinarti a mio figlio!»  aggiunse poi.  
Quando fu abbastanza lontana, la paura la pervase e una singola lacrima le rigò il viso.  
    

 
 
Quando Emma finì di parlare Killian strinse la moglie in un abbraccio «È questo che ti preoccupa? Hai paura che ti porti via Henry?» 
Emma annuì. 
«Non glielo permetterò, ti prometto che farò di tutto: Henry non lascerà la sua famiglia. Del resto è anche mio figlio, no?» 
Emma sorrise lievemente a quella premessa «Sei l’unico padre che ha conosciuto.» 
«Bene, adesso asciugati quelle brutte lacrime e seguimi!» 
Emma lo guardò frastornata «Seguirti? Dove?» 
Killian sorrise «Sulla Jolly Roger, facciamo un giro.» 
«Cosa? Non posso! Devo lavorare.» disse Emma come se avesse improvvisamente visto un alieno. 
«Andiamo, Regina non ti dirà niente se per una volta eviterai di compilare quelle inutili scartoffie. E hai bisogno di cambiare aria.» 
Emma sospirò «F… forse hai ragione.»  
«Tesoro, io ho sempre ragione!» esclamò Killian facendole un occhiolino. 

 
 
  Neal si torceva le mani con fare nervoso, come aveva potuto essere così stupido? Non aveva certo intenzione di dirle che le avrebbe portato via suo figlio, non ne aveva il diritto!  
Lui voleva solo chiedere di poter essere presente nella vita del ragazzino senza però essere per forza una famiglia. 
Voleva fare quelle tipiche cose da padre- figlio, portarlo al parco, andare insieme a pescare, dargli consigli su come corteggiare una ragazza. Quelle robe lì. Ma aveva rovinato tutto e ora sicuramente Emma non l’avrebbe più fatto avvicinare a suo figlio e aveva ragione.  
Gli ultimi anni in esercito l’avevano cambiato, aveva solo bisogno di dimostrarlo a Emma. 
Doveva guadagnarsi la sua fiducia, ma come? 

 
 «Come mai mi hai portato qui?» chiese Emma osservando il mare sotto di lei.  
La Jolly Roger fluttuava placidamente sull’acqua.
Killian sorrise stringendo la donna in un dolce abbraccio «Speravo ti calmasse, con me funziona sempre.»
«È abbastanza calmante sì.» Emma rimase in silenzio per qualche minuto prima di dire «Dovrò dirlo a Henry.»  
«Non parli molto di lui.» costatò Killian.  
«Di Neal? Non c’è molto da dire, avevo 18 anni e credevo che lui fosse l’amore della mia vita. Mi sbagliavo. Avevamo fatto dei progetti, sai? Avremmo raccolto abbastanza soldi da poter andare a vivere a Tallahassee, ma tutti questi progetti sono sfumati nel momento in cui gli ho detto di essere incinta. Ma sai io non voglio tenerlo separato da Henry, vorrei solo … -» Emma prese un respiro tremante.  
 La donna appariva così fragile in quel momento, come mai prima d’ora.  E Killian voleva solo essere faccia a faccia con quel pallone gonfiato per poterlo riempire di botte. Ma non era quello di cui aveva bisogno sua moglie al momento così disse solo: «Che non ti porti via Henry.»  continuando il discorso di Emma.
La donna annuì «Sì.»  
«Non lo farà, non glielo permetteremo.» promise Killian.  

 
Emma stava uscendo da lavoro quando sentì la vocina di Hope «Mammina sono venuta a prenderti!» disse la bambina lasciando la mano di Ashley per correre tra le  sue braccia stringendosi al collo della donna.  
 Emma la prese in braccio «Ehi, mio piccolo koala ti sei divertita oggi?» le disse.  
Hope annuì «Sì, ti ho fatto un disegno.» la bambina le mise tra le mani un foglio spiegazzato, dove aveva disegnato la sua famiglia.  
Emma sorrise a vedere il disegno «È bellissimo, grazie.»  
Ashley si allontanò affidando la bambina a sua madre.  
«Dai andiamo a casa.» disse mettendo giù la bambina.  
In quel momento Neal si avvicinò.  
Un rivolo di sudore le scivolò lungo la schiena facendole venire i brividi.
«Oh, no» sospirò Emma «Hope vai in macchina.»  
La bambina guardò preoccupata sua madre «Perché?»  
«Hope, non farmelo ripetere ancora.»  
La bambina a sentire sua madre alzare la voce s’incamminò senza farselo ripetere ancora.  
Quando la bambina fu ben chiusa in macchina Emma guardò Neal negli occhi «Quindi sei venuto qui a minacciarmi davanti a mia figlia?»  
L’uomo la guardò incredulo «C…  cosa? No. Emma è stato un malinteso. Non voglio portarti via tuo … nostro figlio. Voglio conoscerlo. Volevo solo dire che non posso obbligarti a formare una famiglia con me e lui, tu hai la tua famiglia ed è giusto così. Voglio far parte della sua vita, anche se non potrai farne parte anche tu. Non sono più quello di un tempo, sono cambiato, volevo parlartene ma sembra proprio che non abbia azzeccato il momento giusto. Possiamo vederci per parlare?»  
Emma ascoltò tutto con attenzione, era titubante inizialmente tuttavia l’uomo sembrava sincero. Così alla fine decise di dargli una chance. «Ok. Domani, da Granny’s, mi offrirai il pranzo.»  
«Con piacere.»  
Detto questo Emma salì in macchina dirigendosi a casa.  
«Mammina?» Hope reclamò l’attenzione della madre.  
«Sì, Hope?»
«Quel signore, chi era?»
«Lui … lui si chiama Neal ed è una persona che una volta conoscevo molto bene.»  
La bambina guardò la madre con curiosità «Chi è?»
A volte Emma desiderava ardentemente che la curiosità di sua figlia potesse assopirsi una volta tanto. «Il padre di Henry. Ma non devi dirgli che l’abbiamo incontrato, devo dirglielo io.»
Hope annuì all’ammonimento della madre «Va bene. Ma io pensavo che non vedevi da tantissimo tempo il papà di Henry.»
La donna sospirò «È vero, ma adesso lui vive qui e ci siamo rivisti.»
La bambina annuì nuovamente «Ti ha reso triste mamma? Vuoi piangere? Puoi piangere se vuoi.»
«No, Hope. Non voglio piangere, perché pensi che voglia piangere?»  
«Perché i tuoi occhi sembrano che vogliono piangere.» disse la bambina lasciando sua madre senza parole.  

 
  «Grazie di aver accettato di vedermi.» disse Neal quando Emma si fu presentata al Granny’s spostandole una sedia per farla sedere «Ho ordinato anche per te, spero non ti dispiaccia.»
«Neal, non mi ricordo di te come un cavaliere dall’armatura scintillante, quindi puoi anche smetterla.» sibilò la donna accomodandosi.
Nel frattempo arrivarano le loro ordinazioni.
«Come sapevi la mia ordinazione?» chiese la bionda.
«Ho chiesto alla cameriera.»
«Bene.» la donna annuì addentando il suo cheeseburger «Ti ascolto.»
Neal sospirò tamburellando le dita sul tavolo «Quando me ne sono andato ho preso una parte dei risparmi che avevamo messo da parte e ho comprato un biglietto per il primo treno disponibile, quello per Boston. Arrivato lì, non avevo niente, dormivo in stazione. Poi ho visto che cercavano un commesso in una gioielleria e sono stato assunto. Per i primi mesi è andata bene, ma vivere in stazione non è l’aspettativa migliore a cui potessi ambire. Così decisi di prendere degli orologi li avrei venduti e con i soldi avrei preso in mano la mia vita. Non ho messo in conto l’anti furto, sono stato arrestato. Ma mi è stato permesso di scontare la mia pena arruolandomi. Ed Emma la guerra è terribile, stare in mezzo a tutto quel casino mi ha cambiato profondamente. Non ce la facevo a resistere ancora, quindi finita la mia condanna, ho dato le mie dimissioni ed eccomi qui.»
Emma ascoltò tutto senza fiatare «C’è una cosa che non capisco: come hai fatto a scoprire dove vivevo?»
«Oh, ma io non lo sapevo, è stato un caso. Sono venuto qui perché mio padre vive qui. Hai presente il banco dei pegni? Il proprietario è mio padre.»
«Mr Gold?» la donna alzò inavvertitamente la voce «Mr Gold è tuo padre?»
È buffo come il destino a volte riesca a giocarti certi scherzi, si era creata una vita a Storybrooke senza la più pallida idea di rivedere il padre di suo figlio, per poi scoprire che il padre di Neal era uno degli uomini più conosciuti di Storybrooke. Tuttavia l’uomo la distolse dai suoi pensieri. «Già. Ma basta parlare di me. Come si chiama mio figlio?»
«Henry.»
L’uomo sorrise lievemente «È un bel nome. Potrei … potrei vederlo? »
La bionda fece spallucce «Non lo so, Neal. Devo parlarne con Henry, io voglio che dipenda da lui, capisci?»
Neal annuì «Sì, certo hai ragione.»

  Henry era in salotto, un libro tra le mani, quando dalla cucina sentì le voci di Killian e sua madre.  
La voce di Emma era perplessa, quella Killian invece era confortante.  
Henry posò il libro pronto a sentire di più.  
«Non so come fare, Killian. Come faccio a dirgli che suo padre vuole conoscerlo?» stava dicendo Emma con voce incerta.  
Henry entrò senza nemmeno fingere di non aver origliato «Ho sentito bene? Mio padre vuole conoscermi?»  
«Henry …» Emma lo guardò perplessa, infine annuì «Sì».  
«Stavo per dirtelo.» continuò la donna improvvisamente insicura.  
«Va tutto bene mamma, non sono arrabbiato, per lo meno non con te. Ma sono confuso, ho bisogno di pensare.»  
Emma annuì nuovamente «Henry, è una tua libera scelta, io non ho intenzione di forzarti per andare o non andare, sentiti libero di fare ciò che ti dice il cuore.»  
«Grazie, mamma.» disse Henry allontanandosi.  
Tornato in salotto, aveva la testa divisa in due.  
Che doveva fare? Aveva sognato da sempre di incontrare suo padre, ma a lui non era mai importato di lui. Killian era stato suo padre negli ultimi tempi. Che cosa avrebbe dovuto fare? Qual era la cosa giusta? Sospirò accendendo la consolle, forse in questo modo sarebbe riuscito a schiarirsi un po’ le idee.  
 

 
  Alice entrò in casa trovando il cugino stravaccato sul divano che pigiava con forza i tasti del joystick. 
«Deve averti fatto arrabbiare davvero molto quel videogioco!» esordì spostando il cugino tanto quanto bastava per sedersi.  
«Mio padre è in città.» rispose senza degnarla di uno sguardo «E vuole conoscermi.» continuò mentre lo schermo diventava nero. 
«Ma tu non vuoi conoscere lui.» disse Alice cercando di interpretare lo sguardo sul volto del cugino. 
Henry la guardò di colpo «E perché dovrei? Lui ci ha abbandonati, non l’ho mai conosciuto e sono cresciuto benissimo, ora spunta fuori dopo 14 anni e pensa di poter sistemar tutto? Non è così che vanno le cose.» 
La cugina lo guardò con curiosità «Beh mica devi incontrarlo per forza, quindi cos’è che ti turba davvero?» 
 «Io non lo so, sono diviso in due parti: una parte di me vuole correre a conoscerlo, l’altra invece vuole chiudersi in casa per non rischiare di incontrarlo.» 
«Cavolo.» disse la ragazza «dai, collega un altro joystick facciamo una partita.» 
Henry la guardò sconvolto «Chi sei tu e che ne hai fatto di mia cugina? Ti avrò chiesto mille volte di giocare con me e mi hai sempre detto di no!» 
«Beh adesso mi va.» ridacchiò Alice. 
Henry le diede una gomitata «Questa poi, da quando ridi anche tu?» 
La cugina lo guardò indignata «Ehi, a volte rido anch’io! Non è che stai facendo queste storie perché hai paura di essere battuto?» 
Il ragazzo rise «Non ci conterei molto.» disse prima di collegare un secondo joystick.«Grazie comunque.» 
Alice lo guardò stupita «Di cosa?» 
«Mi hai fatto passare il malumore.» 
   
Note: Ebbene sembra che c'è l'abbia fatta senza fare passare 5023429012 anni XD
Il capitolo è piuttosto Emma centrico ma spero vi piaccia lo stesso. E spero anche che non ci siano 383403912093 errori come ogni volta XD
Nel caso volete restare informati delle cosette che scrivo c'è la mia paginetta (https://www.facebook.com/Niny95FanArtFanfiction/notifications/ )
Alla prossima allora!
Un bacio,
Niny :)

  
   
 
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