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Autore: Ste_exLagu    08/09/2019    0 recensioni
Un Dodicesimo Side Story.
La lettura di un dodicesimo potrebbe aiutare riassumendola Tsukishima si dichiara omosessuale prima al suo migliore amico che alla squadra. Yamaguchi però non la prende bene e svela a tutti il segreto del suo migliore amico, facendo volantini e spiattellando alla squadra di chi è innamorato.
Dal testo: Dopo la fine turbolenta del primo anno, e un inizio di secondo anno altrettanto turbolento hanno cambiato le classi sotto i fiori di ciliegio che cadono facendo diventare tutto rosa. Il mio umore però non ha niente a che vedere con quel colore. Ho cominciato a rispettare il duo strambo, ma non ci siamo mai parlati sul serio. Il senpai Nishinoya non ha cambiato il suo atteggiamento nei miei confronti, e non riesco a capire se mi sta bene, o quella sensazione di mancanza d’aria sia dovuta anche a questo.
Sono rimasto colpito dal testo che cito in apertura, un pezzo tratto da Eroi dell'Olimpo La casa di Ade che riguarda l'incontro dei personaggi con Eros o Cupido, in cui il dio dell'amore parla dello stesso sentimento e dice che non sempre può suscitare felicità, ma anche tristezza.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi, Tobio Kageyama, Yuu Nishinoya
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Per la prima volta lo sguardo di Cupido sembrò compassionevole. — Oh, io non direi che l’Amore rende sempre felici e contenti. — Aveva un tono di voce più sottile, molto più umano di prima. — A volte rende incredibilmente tristi. Ma almeno adesso l’hai affrontato. Questo è l’unico modo per conquistarmi. Cupido si dissolse nel vento.

[Percy Jacson – Eroi dell’Olimpo – 4 La casa di Ade

Rick Riordan]


Dopo la fine turbolenta del primo anno, e un inizio di secondo anno altrettanto turbolento hanno cambiato le classi sotto i fiori di ciliegio che cadono facendo diventare tutto rosa. Il mio umore però non ha niente a che vedere con quel colore. Ho cominciato a rispettare il duo strambo, ma non ci siamo mai parlati sul serio. Il senpai Nishinoya non ha cambiato il suo atteggiamento nei miei confronti, e non riesco a capire se mi sta bene, o quella sensazione di mancanza d’aria sia dovuta anche a questo. In campo agiamo sempre di più come squadra, e l’allenatore ha deciso di farmi allenare in ricezione, e questi allenamenti stanno cominciando a dare i propri frutti. Penso voglia farmi cambiare ruolo, il nuovo capitano è un’ottima banda ma come opposto, il ruolo di Sawamura, ha delle lacune, non mancano centrali, ci sono due matricole che si presentano in quel ruolo, uno dei due è molto promettente, e l’altro è un giocatore abbastanza completo, può giocare come banda, ha un palleggio discreto, ma in presenza di Kageyama tutti sembrano un po’ mediocri a parte Noyasan lui è migliorato a vista d’occhio considerando che per lui alzare significa dover saltare nei tre metri senza entrarci o farebbe fallo. C’è anche una matricola che si è presentata come libero e da buon senpai, il ragazzo per cui spasimo, gli sta insegnando tutto quello che sa in modo gentile e generoso. “Ragazzi” ci richiama il coach “la prossima settimana le squadre del circuito della Fukurudani verranno qua per un ritiro, dormiremo qua a scuola come lo scorso anno, divideremo i nostri spazi con loro, quindi fate i bravi” e guarda il duo strano e il senpai, che borbotta qualcosa ma non alza la voce per farsi sentire, si è seduto davanti insieme a Hinata e Kageyama. “Mi raccomando non molestare nessuno” il mio ex migliore amico parla a voce alta “Bene abbiamo qualcuno che passerà del tempo in panchina” dice l’allenatore “Non tollero atteggiamenti del genere, Yamaguchi, devo ricordarti della legge contro il bullismo?” lo minaccia e io vorrei parlare ma mi trattengo. “A proposito, dobbiamo lavorare sull’attacco sincronizzato, e su due sue varianti. Ho scoperto che abbiamo qualcuno che palleggia discretamente e che potrebbe far attaccare anche Kageyama.” tutti lo guardiamo ora che stiamo parlando di pallavolo giocata i due tappetti sembrano quelli dello spumante, pronti a saltare in ogni momento. “Tsukishima cambierai ruolo, voglio provarti come opposto, Hinata centrale, Ennoshita banda, Kageyama palleggiatore, Fuda centrale, e Tanaka banda. Alla luce di questi cambiamenti ora ci alleneremo in modo mirato. Nishinoya ho bisogno di te per gli attacchi sincronizzati, sia con Hinata in campo che con Fuda.” siamo tutti concentratissimi.

“Non è decisa la rotazione in cui partirete e potrei scambiare sia S1/S2 che C1/C2” i due schiacciatori e i due centrali annuiscono. Ci alleniamo tutta la settimana successiva su le variazioni tra bande e centrali, con me come opposto, e a fine allenamento ci alleniamo tutti sulle battute, fondamentale che nella pallavolo moderna è l’unica azione in cui sei tu contro sei, senza il supporto della squadra. Adesso abbiamo tanti giocatori da riuscire a fare una squadra b e giocare qualche set di allenamento.

Nonostante siamo in attesa dell’arrivo delle squadre invitate a questo raduno l’allenatore decide di farci fare una partita d’allenamento. Le tensioni con Yamaguchi sembrano essersi inasprite e il gioco di squadra ne risente, Fuda entra nella squadra dei titolari a sostituirlo e quando l’allenatore da la seconda formazione Yamaguchi non ne fa parte, mi irrita perché è migliorato, Fuda è bravino ma ancora non ha conquistato la fiducia dell’alzatore e questo potrebbe essere controproducente, e poi, Tadashi, ha una battuta solida, la sua jump float è diventata sempre più efficace. “Bene entrate in campo squadra titolare partite in P2*, mentre squadra delle riserve voi partirete in P6” ci disponiamo in campo. “Yamaguchi arbitra, su sali sul seggiolone, è un test, devi essere imparziale, solo così ti riconquisterai la possibilità di giocare. Non me ne frega niente che vi vogliate bene, ma non dovete insultarvi e denigrarvi. Non lo accetto. Non parlargli se non ti piace, fuori dal campo, in campo è un tuo alleato.” il mio ex amico sale sul seggiolone con un fischio, in battuta c’è Ennoshita, il capitano al fischio dell’arbitro e prima dei fatidici otto secondi la palla viene colpita con forza. La partita ha inizio e molte cose funzionano, la squadra b non è una squadra di inetti, diciamo che hanno meno armonia rispetto a noi, abbiamo giocato insieme già lo scorso anno, loro devono ancora rodare gli ingranaggi, Fuda si sta adattando abbastanza, e Kageyama sembra cercare di servirlo il più possibile, beccandosi un broncio niente male dall’altro centrale. Sono un po’ spaesato, fare l’opposto è diverso, attacchi molto da seconda linea, e dobbiamo trovare i nostri tempi. “Più alta?” mi chiede il palleggiatore e io annuisco “solo di un po’.” il mio compagno fa una smorfia “Ora salti di più” constata, scrollo le spalle. Passiamo in P1 quindi io mi ritrovo in posto 4, vado a muro e non sfioro nemmeno per caso la rete, il coach sta facendo una sorta di secondo arbitro nei confronti di Yamaguchi che invece fischia una mia invasione e io me di abitudine non protesto mi rimetto in posizione e aspetto il tocco della palla per muovermi, mi sto rendendo conto che gli schemi stanno girando abbastanza bene, riceve Kageyama che allora direziona il bagher verso il libero che si fa trovare pronto e che mi alza una palla alta e leggermente staccata da rete come piace a me, che attacco. Mentre scendo l’arbitro di questa partita mi fischia un’invasione e io non protesto ma fa andare il capitano sotto il seggiolone “Yamaguchi, Tsukishima non sta toccando la rete” lui scuote la testa “si la tocca sistematicamente” tocco la spalla del capitano “Giochiamo” gli dico ignorando la presa di posizione del mio ex migliore amico. Il capitano chiama il tempo e ci riuniamo in mezzo al campo, l’allenatore sta cercando di farci gestire da soli i momenti di stress. “Il coach lo sta osservando, non possiamo ribattere, non ha senso e non gli farebbe cambiare idea, anzi” dico e gli altri mi guardano. “Io continuerò a murare, e continuerò ad attaccare le palle che lui riterrà giuste da alzare a me, noi continuiamo a fare il nostro gioco, non dobbiamo fare il suo o il loro” Ennoshita mi guarda un po’ e poi poco prima della fine dei 30 secondi dice “Bene ragazzi, faremo così, impegniamoci al massimo. Karasuno” e abbiamo risposto tutti con il solito “Fight” di incoraggiamento, il nostro rito scaramantico. Ci riposizioniamo, e riusciamo a riconquistare il cambio palla e io ora mi trovo in tre e Kageyama in sei. Ci muoviamo bene e abbiamo Fuda a muro mentre in difesa Nishinoya ha preso il posto del capitano che ci sta incitando dalla panchina, ora la ricezione è solida anche grazie ai giganteschi progressi di Hinata, ho sempre avuto paura che mi rubasse il ruolo, invece ho solo cambiato ruolo, e per ora è difficile, spesso devo pensare prima di muovermi, per non mangiare lo spazio ai centrali. Vado a muro e Fuda mi spinge fuori con il suo fisico ben piazzato, è più basso di me di qualche centimetro ma è bel piazzato, mentre io continuo ad essere sottile, e ho migliorato l’altezza del mio muro e delle mie schiacciate. Yamaguchi fischia un’altra invasione e accusa me, mentre il muro di Fuda aveva funzionato ed io son stato sbalzato fuori dal campo, e quindi impossibilitato a toccare la rete. L’allenatore interrompe la partita, ma prima che riesca a parlare sono io, che parlo di cuore, il mio istinto ha avuto il sopravvento sulla mia parte razionale. “Tadashi sei una parte importante della squadra, puoi non sopportarmi, posso non piacerti, o possono non piacerti i miei gusti ma ti prometto che in nessun modo farò niente di sconveniente nei tuoi confronti o nei confronti di nessuno della squadra, quindi evita queste ripicche da bambini, hai già abbondantemente infierito, ma sai, non mi importa. Mi dispiacerebbe solo che per una cosa del genere tu sprecassi tutte le ore che hai passato a perfezionare la tua Jump Float, e gli allenamenti in tutti gli altri fondamentali” stupisco tutti, anche me stesso, ho parlato più durante questo set che nelle due settimane scorse. In classe alla fine ho il banco in ultima fila senza nessun compagno o compagna di banco e non ho molti momenti di interazioni con gli altri, e al club si parla sempre di alzate o cose del genere. Le matricole sembrano sconcertate dal mio discorso e dal comportamento di Yamaguchi che è così carino e amichevole con gli altri, l’unico che tratta gelidamente sono io. “Sono gay, per questo non faccio la doccia con voi, e per questo si è aperta questa faida”. Spiego mentre il libero della squadra si alza in piedi in tutta la sua piccola statura, e quell’atteggiamento di protezione “Tadakun, smettila possiamo divertirci, lo sai tutti quelli che sono da questa parte della rete sono tuoi alleati. Non amici, non parenti, alleati nella guerra sul campo. Non devono per forza piacerti, ma devi rispettarli e cooperare”. L’allenatore ci guarda soddisfatto, così come il professore che sento dire a bassa voce “Stanno interagendo bene” la risposta a voce ancora più bassa “concordo”. “Ma lui è uno schifoso omosessuale” dice il mio ex migliore amico, ed io non ce la faccio più, crollo sotto lo stress degli ultimi tempi e come una ragazzina cado a sedere e comincio a piangere. “Tadashi, sei il primo a cui l’ho detto appena me ne sono reso conto, non pretendo di rimanere amici, ma almeno un po’ di rispetto. Io ti voglio bene, ma se mi odi almeno giochiamo a pallavolo insieme, lo vedi da te, non faccio nulla di sconveniente.” Non riesco a rialzarmi, lo stress e la tristezza mi hanno travolto, e proprio in questo momento entrano le squadre ospiti. Sono diverse dallo scorso anno, mancano i senpai, mancano Kuroo, Akashi, Bokuto, ma ci sono un sacco di facce note, avversari che cerchiamo di schiacciare sul campo, e io mi son fatto trovare piangente in mezzo al campo in quella che sembra una riunione di squadra. Riesco con passo malfermo a rialzarmi e mi asciugo il volto con un braccio e partono i saluti di rito. Ennoshita fa gli onori di casa “Mentre tu e Yachi accompagnate i nostri ospiti noi risolviamo questa cosa” dice l’allenatore mentre il professore accompagna i due alunni nella distribuzione degli spazi per le squadre ospitate. “Ora che vi siete chiariti tu e tu” indica me e Yamaguchi “vedete di collaborare, come diceva Nishinoya non dovete essere amici. Passaci sopra Yamaguchi non verrai molestato da uno come Tsukishima” lui prova a ribattere “ma è contro natura” e a questo punto prende la parola l’ultima persona che pensavo l’avrebbe fatto. Tanaka si alza “Allora sono un po’ gay anch’io” e subito dopo “anch’io sono un po’ gay” si aggiunge la voce di un senpai, seguita da quella di un altro “anch’io sono un po’ gay” si piazza davanti a lui Hinata con le braccia sui fianchi, e la scena è comica vista la differenza di altezza, quasi tutti hanno fatto questa dichiarazione, anche il senpai Nishinoya, e poi si sente la voce così rara del nostro alzatore “Sono un po’ gay anch’io” e la voce gli trema un po’, apprezzo il gesto di tutti ma lui continua “Sono l’alzatore e come dissi a lui” indica Shoyo “Io alzo solo a quelli che sono utili a vincere, e tu se non fai gioco di squadra sei totalmente inutile. Ti ha mai molestato? A me no, è un gran rompicoglioni, è cinico e sarcastico, ma alla fine evita di farsi la doccia con noi, e non ci sarebbe nessun problema, siamo stati tutti alle terme” non finisce la frase ma rabbrividiamo tutti anche l’allenatore, tutti almeno una volta abbiamo subito gli apprezzamenti di qualcuno sicuramente troppo grande per noi. “Quindi scendi da quel cazzo di piedistallo e cresci”. Sono commosso dal suo discorso, se io ho parlato più che nelle ultime settimane, lui è la prima volta da quando lo conosco che mette di fila più di cinque parole che non fossero schemi di gioco. Lui è stato messo alle strette, e conosco la sua natura. “Basta, ora dobbiamo tutti pensarci su, una doccia ci farà bene, vero coach?” chiedo girandomi verso Ukai che ci sta osservando. “Bene ragazzi, andate a fare la doccia e a prendere posto nella vostra camerata, e il primo che si lamenta del posto per dormire lo faccio dormire in cortile. E ora via” ci congeda.


Prendo il coraggio a due mani, ormai sono stanco di tutta questa situazione e mentre usciamo sfioro un braccio del senpai che si gira verso di me, e con un filo di voce, che non so nemmeno da dove ho tirato fuori gli chiedo “possiamo parlare?” lui annuisce, e lascia che gli altri si allontanino, anche l’allenatore si allontana “Ragazzi quando finite spegnete tutto e chiudete la porta mi raccomando” a rispondere è questo bellissimo ragazzo che mi ritrovo davanti “Si coach” e alla risposta di Yuu si allontana. “Tsukishima” gli metto un dito sulle labbra “Per me è difficile posso?” chiedo e lui annuisce “grazie senpai. Non sono mai stato bravo con le persone, forse sono troppo schietto, o forse ho solo paura, ma non mi sono mai interessato a qualcuno in nessun senso, almeno non fino a qualche settimana prima della mia confessione alla squadra. Un giorno come un altro mi sono ritrovato a volerti, e all’inizio non avevo capito se fosse solo perché ti trovo molto bello, o perché apprezzo molto il tuo carattere così diverso dal mio. Già quando Yamaguchi ha spiattellato il mio segreto alla riunione mi piacevi, avevo già capito di essere innamorato di te e non solo attratto fisicamente. Come dicevo io non voglio niente che tu non mi possa dare, ma l’unico modo per me per andare avanti è essere coraggioso e parlare con te. Dai suki.” sospiro e lui si sta grattando la nuca “Sono lusingato, mi dispiace dirti che non posso darti nessuna speranza di qualcosa di più di un’amicizia, sono attratto solo dalle ragazze, e soprattutto da quella che è diventata la mia ragazza, l’ho conosciuta al tempio il primo dell’anno” mi dice e io gli sorrido, vorrei urlare insultarlo ma sto cercando di fare quello maturo, quello indistruttibile, non voglio crollare di nuovo “ti ringrazio della sincerità. Mi ci vorrà un po’ di tempo, ma mi farebbe piacere essere tuo amico, anche se non ho molta esperienza in merito” lui mi sorride “Non hai avuto fortuna” scuoto la testa “Dai andiamo a fare la doccia, dovrebbe essere il turno di voi del terzo anno” lo sprono “spengo io” lo rassicuro. “Bene Tsukishima, ti voglio vedere a cena, e mangiare.” annuisco e mi siedo in mezzo al campo mentre lui mi lascia solo. Ad un certo punto mi sono sdraiato in posizione fetale e dopo aver pianto di nuovo e stavolta senza pormi limiti mi devo essere addormentato. Una mano di cui non conosco il tocco mi scuote leggermente “Tsukishima? Kei?” mi chiama e l’effetto di sentire il mio nome detto da un estraneo è stranissimo. “Eh?” mi tiro su a sedere, il mio viso non deve essere uno spettacolo, recupero anche gli occhiali che avevo tolto ad un certo punto e che per fortuna sono ancora integri, non vorrei dover andare in giro con quelli da gioco, che sono funzionali ma mi fanno sembrare un cretino. Prima che riesca a indossare di nuovo gli occhiali la mano mi ferma. “Prenditi tutto il tempo, tra mezz’ora si cena” ho riconosciuto la voce, ma lui non vuole che lo veda, e non ne capisco il motivo. “Posso fare una prova?” mi chiede e io sono stupito “Non capisco Tobio” uso il suo nome come lui ha fatto con me, lui si avvicina così tanto al mio viso che riesco a mettere a fuoco i suoi occhi, che scopro essere di un blu molto bello. “posso?” chiede di nuovo e io faccio solo un gesto di assenso e lui copre la distanza tra le nostre labbra, e ci baciamo è un bacio impacciato e dopo poco ci stacchiamo entrambi. Lui non può sapere che questo è stato il mio primo bacio. “Grazie” mi dice e ha quella strana espressione che gli viene quando deve scegliere il tipo di latte alla macchinetta. “Perché?” lui si siede davanti a me, e la distanza tra noi rimane così poca che riesco a metterlo a fuoco senza occhiali. “Perché non so mai come funzionino queste cose. Mi hanno diagnosticato una neurodiversità quindi funziono in modo diverso dagli altri, ma non in tutto, solo che non so come si interagisca con le persone. Ti ho dato il mio primo bacio, perché le ragazze non mi attraggono, e qualche volta penso ai ragazzi, sai quando...” annuisco in questa situazione non mi va di infierire “e cosa hai concluso?” la mia voce esce strana, non so nemmeno io come rapportarmi con i sentimenti e non ho nessuna diversità rispetto agli altri. “che mi piacciono i ragazzi” lo dice con una semplicità che mi fa impressione “solo da questo” e lui annuisce “lo sospettavo da sempre, ma ora ne ho la prova e ti ringrazio” si alza e mi porge la mano che prendo e mi alzo a mia volta “Andiamo a cena” dico e lui annuisce “La doccia la fai dopo, io però non sono così...” lo fermo “fai come ti pare, io non dirò niente. Anche volendo non avrei a chi dirlo, Re del Campo” si indispettisce “La smetti con quel soprannome del cazzo?” sorrido, mi ha fatto stranamente rilassare “Ma dai adesso è detto con un senso positivo, e poi sei veramente superiore a me nelle altre questioni” allungo il passo e lui mi cammina vicino, non parliamo, lo abbiamo fatto fin troppo oggi. Ci dirigiamo al tavolo e ci sono solo due posti di cui uno accanto a Yamaguchi e l’altro accanto a Nishinoya, per la serie gli dei mi continuano a punire di qualcosa. Non posso scegliere lo fa il mio accompagnatore sedendosi accanto al mio ex migliore amico, così mi siedo accanto al senpai che mi ha appena rifiutato. Tutti sono vestiti normalmente, mentre io indosso ancora i vestiti da allenamento. “Ittedakimas” dico e poi comincio a mangiare, non mi sforzo di mangiare più di quello che sento come necessario.








Parole Sparse

SCHEMA POSIZIONI E ABBREVIAZIONI


  
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