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Autore: Kira Nikolaevic    09/09/2019    1 recensioni
Tutto ciò che Brylee Aelin Black vuole, è scoprire chi è e chi fossero i suoi genitori.
Sarà l'addozione da parte dei Malfoy ad aiutarla o l'arrivo della sua lettera per Hogwarts?
se vi va, scopritelo assieme a lei, rivivendo, per l'ennesima volta, o forse la prima, un'avventura di sette anni ad Hogwarts, vista dagli occhi di una Serpeverde.
Ebbene sì, gente! Purtroppo per voi, non sono ancora morta e sono tornata con un'altra nuova ff, su cui "lavoro" da anni. (Quindi, sì. Questa la finisco. Poco ma sicuro ;D)
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Più contesti
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Chapter Four
-
The Hogwarts Express

L’ultima settimana delle vacanze estive, Brylee la passò a leggere i libri di testo della scuola, tanto per farsi un’idea di cosa andava incontro. I due ragazzini erano ormai diventati inseparabili facevano quasi tutto insieme, e mai Draco si presentò dal padre per riferirgli dell’altra. Intanto, in questo periodo, il capofamiglia provò in ogni modo ad inculcare in Brylee il principio della superiorità dei purosangue come loro. La ragazzina era arrivata al punto di non voler più sentir parlare di quelle cose, tanto da iniziare a comportarsi come lo zio avrebbe voluto.
Giunse, finalmente, il giorno della partenza, il “fatidico” primo settembre. Si radunarono  tutti e quattro davanti al grande camino in pietra serena nella sala da pranzo dal maniero dopo colazione, usando di nuovo la metropolvere, diretti a King’s Cross, Londra. Arrivarono intorno alle dieci e mezza, una buona mezz’ora prima della partenza del treno.
“Avete tutto il tempo per scegliere uno scompartimento con tranquillità” annunciò Narcissa con voce calma e affettuosa, dopo essersi spolverata dai pochi granelli della polvere rimasti sugli abiti, mentre li baciava sulle guance prima di lasciarli andare. Brylee fu però bloccata dalla zia, la quale aspettò che Draco si fosse allontanato abbastanza da non farsi sentire dal figlio.
“Non separatevi mai, Brylee. Stagli vicino, non farlo sentire solo, va bene? Mi faresti questo favore, cara?” le chiese quasi implorante. “Certo zia. Manderò un gufo ogni settimana per farti sapere come ce la passiamo” esordì la ragazzina intuendo la muta richiesta della zia, che a quelle parole sorrise sollevata. Prima di lasciarla andare le lasciò un leggero bacio sulla fronte. Ma prima che la ragazzina potesse raggiungere il cugino, fu fermata dallo zio.
“Attenta alle amicizie che farai a scuola, Brylee” disse con meno freddezza del solito “guardati dai nati babbani, mi raccomando. Sai che alcune famiglie sono meglio di altre, e sai anche quali. Sei una Purosangue, e non vogliamo che la stirpe della tua famiglia venga... contaminata da dei sporchi mezzosangue, o peggio, vero?”
“Certo.” Rispose laconica Brylee, volendo finire subito quell’ennesima discussione sulla purezza del sangue.
“Brava ragazza” rispose con tono neutro Lucius mentre le stringeva una spalla come un gesto di affetto, ma sotto, sapevano entrambi, si nascondeva una specie di minaccia.
Finalmente libera, salutò gli zii e si affrettò a raggiungere Draco che la stava aspettando poco più avanti.
“Le solite ultime raccomandazioni” disse Brylee, rispondendo allo sguardo interrogativo del biondo mentre salivano sul treno. Poco dopo la piattaforma del binario iniziò a riempirsi sempre più di ragazzi accompagnati dai propri genitori, che pian piano iniziarono a riversarsi dentro all’Espresso per Hogwarts. Poco prima della partenza, nel loro scompartimento fecero irruzione due ragazzini tarchiati, che si affrettarono subito a salutare Draco, senza calcolare Brylee. La ragazzina si ricordava dei due. Erano passati ogni tanto al maniero nell’ultimo mese per trovare Draco prima dell’inizio della scuola, assieme ad un altro ragazzino, al momento assente. Era talmente assorta nella lettura del libro sulla vita del suo antenato ed elettrizzata all’idea di trovarsi sull’espresso per Hogwarts, che nemmeno si era accorta del cugino che l’avvertiva del fatto che sarebbe andato a fare un giro con i due suoi amici.
Il biondo, vedendo che la cugina non lo stesse minimamente considerando, lasciò il loro scompartimento con una calcolata alzata di spalle, non voleva che gli altri due lo vedessero come “indebolito”, a causa di una ragazzina conosciuta da poco più di un mese.
Quando Brylee alzò lo sguardo dalle pagine, certa di trovare il cugino seduto davanti a lei, magari con quegli altri due seduti accanto a loro, si accorse di essere sola. La ragazzina ci rimase un po’ male, pensando che magari Draco l’avesse lasciata lì da sola di proposito, fino a quando, una testolina color cioccolato non spuntò dalla porta dello scompartimento. Dopodiché fecero capolino un paio di occhioni color ambra e un nasino grazioso spruzzato di lentiggini che rendevano leggermente più chiara la carnagione scura della ragazzina.
“Ciao, ti dispiace se mi siedo qui? Sono arrivata in ritardo ed è gran parte del viaggio che cerco un posto...” chiese la ragazzina leggermente in carne davanti a lei.
“Oh, certo. Tanto mio cugino è a zonzo per il treno. Dubito gli dispiaccia se qualcuno mi tiene compagnia” rispose Brylee con una nota di malinconia alla fine della frase. “Comunque, piacere! Brylee Aelin Black-Malfoy” si presentò allungando la mano all’altra davanti a sé.
“Oh, perdonami! Kassandra Jordan” rispose l’altra rossa, stringendole la mano. “Ti spiace se ti faccio una domanda?”
“Assolutamente no, spara pure!”
“Come mai, quando ti sei presentata, hai detto Black-Malfoy?”
“Beh... per fartela breve, mio padre era il cugino della madre di mio cugino, e sono stata adottata dai Malfoy, da qui Black-Malfoy”
“Capisco... quindi, anche tu sei dell’idea della superiorità dei purosangue?”
“Ad esser franca, la trovo un’immensa cavolata” rispose Brylee, convinta di quello che diceva.
“E scusami per tutte le domande...-continuò Kassandra- ma da quanto tempo vivi con i Malfoy?”
“Non farti problemi a farmi domande -replicò Brylee sorridente- comunque, un mese. Ho iniziato a vivere con i Malfoy un mese fa. Prima, beh, prima vivevo in un orfanotrofio... babbano” disse con una punta di vergogna. Cosa che attribuì allo zio. “Ammetto che le persone lì dentro non fossero proprio dei santi, ma non vedo perché puntare il dito e prendere di mira babbani e nati babbani, solo per una stupida questione di sangue...” Brylee non sapeva se stesse facendo bene ad aprirsi così tanto con una ragazzina appena conosciuta. Una Purosangue oltretutto, nonostante non fosse appartenente alle sacre ventotto. (Lucius aveva insistito così tanto nel farle imparare a memoria tutti i cognomi delle sacre ventotto e storia della famiglia annessa). Ma dentro di sé sentiva di potersi fidare.
Il percorso dei suoi pensieri venne interrotto dalla voce di una signora dal sorriso dolce che spingeva un grande carrello mezzo pieno di dolciumi.
“Qualcosa dal carrello, care?” domandò, facendo spuntare sulle guance un paio di fossette.
“N-no, grazie...” negò Kassandra bofonchiando qualcosa sul doversi rimettere in riga col cibo.
“Due di tutto, per favore” annunciò Brylee, volendo comprare qualcosa anche per la nuova amica, che sembrava abbattuta dal doversi sottrarre a tutti quei dolciumi. “oh, e altre tre cioccorane, se non le dispiace”
“Affatto, cara, non mi dispiace affatto. Ecco a te: due di tutto, più tre cioccorane “extra”. Annunciò la signora sorridente porgendole una busta con all’interno tutto quello che aveva appena preso la ragazzina.
“Ti sei già fatta un’idea di come avverrà lo smistamento? O in che Casa finirai?” chiese Kassandra, intenta a sputare in un fazzolettino una gelatina Tuttigusti+1 dal gusto improbabile.
“Hmm... non ci ho ancora pensato, sinceramente, -iniziò Brylee intenta a staccare un morso di bacchette magiche di liquirizia- ma dato che tutti i membri della mia famiglia sono stati in Serpeverde, immagino di venire smistata in quella Casa... tu, invece?”
“Mio padre è stato un Corvonero, mia madre una Serpeverde e mio fratello maggiore Lee è un Griffondoro, è al terzo anno sai?, quindi non saprei...” rispose Kassandra pensierosa, grattandosi la nuca.
Continuarono a parlare di loro stesse per conoscersi meglio. Entrambe sapevano che stava nascendo una profonda amicizia e sotto sotto speravano di essere smistate nella stessa Casa. Ad un certo punto sentirono bussare alla porta scorrevole dello scompartimento, che poi si aprì rivelando un’altra ragazzina con folti capelli bruni e incisivi sporgenti.
“Scusate l’interruzione, ma sto cercando un rospo. Un ragazzino di nome Neville l’ha perso. Avete visto qualcosa per caso?” chiese tutta indaffarata a guardarsi attorno per vedere se riusciva a scorgere anche una zampa dell’animale fuggitivo.
Le due sedute si scambiarono uno sguardo confuso ma si guardarono attorno anche loro provando a cercare l’animale.
“No, non abbiamo visto niente, ci dispiace. Ma se vuoi possiamo darti una mano nelle ricerche” rispose Kassandra, desiderosa di dare una mano.
“Oh, nono. Vi ringrazio, ho già mobilitato quasi mezzo treno per un solo rospo, ahahahah...”
“Okay. Se vuoi, quando avrai finito con le ricerche puoi venire qui con noi, se non hai altro da fare...” le propose Brylee.
“Oh, certo. Grazie. A dopo allora” salutò prima di andare via l’altra ragazzina.
Passò poco tempo che di nuovo sentirono bussare. Oltre il vetro stavano tre ragazzi sorridenti. Due di loro molto simili tra loro e dai capelli rossi e il viso coperto di lentiggini, ed un mezzo sorriso sghembo sulle labbra, e l’altro Brylee lo identificò come il fratello di Kassandra, in quanto molto simile nei lineamenti. I tre quindi entrarono nello scomparto. “Kassandra! Vedo che hai trovato posto, alla fine, pensavo di doverti cercare ancora per il resto del treno” disse Lee, sedendosi accanto alla sorellina. Solo allora si accorse di Brylee seduta davanti a loro. “Oh, ciao. Scusami, non mi ero accorto di te. Sono Lee Jordan, il fratello di Kassandra” disse il moro rivolto alla rossa “Come diavolo hai fatto a non accorgerti di lei, Lee?!” esclamò con fare quasi indignato uno dei due rossi. “Oh! Nessun problema! Sono Brylee Aelin, piacere! Brylee Aelin... Black” si presentò a tutti e tre i nuovi arrivati con un sorriso e soffermandosi pochi istanti negli occhi di ciascuno, nascondendo loro il secondo cognome. “Fred e George Weasley!” si presentarono gli altri due, Brylee riuscì a scorgere una lieve differenza tra i due: era la luce negli occhi castani, Fred, che aveva parlato all’inizio  aveva una luce un po’ più maliziosa ad animargli gli occhi, mentre George, di pochissimo più alto del fratello, nascondeva una luce più calda, gentile assieme a quella furba simile a quella del gemello.
I cinque chiacchierarono un po’ finché la bruna tornò, sconsolata dal non essere riuscita ad aiutare un suo possibile compagno. Lee ed i gemelli si allontanarono, lasciando le tre da sole. Si era presentata come Hermione Granger, la bruna, e aveva ammesso senza vergogna di aver scoperto dei suoi poteri solo quando le era arrivata la lettera d’ammissione alla scuola di Hogwarts e di essere una nata babbana. Brylee si stupì della facilità con cui disse quelle cose su di sé e un po’ si sentì in colpa per essere -ormai- un membro della famiglia Malfoy. Dette la colpa di questo sentimento a Lucius. Alla fine era quasi riuscito nel suo intento con la storia della superiorità dei purosangue. In realtà aveva paura che se mai l’uomo fosse venuto a sapere di una sua amicizia con una nata babbana, le avrebbe fatto una bella lavata di capo, o peggio.
Ma se ne infischiò e disse di essere vissuta in mezzo ai babbani fino al mese prima, con più tranquillità di quanta ne aveva avuta con Kassandra. Hermione menzionò anche un certo Granger, suo cugino, mago anche lui, da parte di padre. Le tre poi rimasero a chiacchierare fino a che non arrivò il momento di cambiarsi e indossare le proprie uniformi. Intanto avevano anche finito tutti i dolciumi che aveva preso Brylee, che nelle cioccorane aveva trovato una figurina di Silente, due di Morgana e una di Merlino, il quale le sembrò farle l’occhiolino, come aveva fatto lo stesso ritratto sulla copertina del suo libro prima di sparire da questa. Sul retro lesse con non curanza i vari titoli del grande Mago, senza fare troppo caso ad una frase in particolare. (la leggenda vuole che abbia un erede, destinato ad incontrare l’erede del suo Maestro), nonostante ciò, la conservò nella tasca della divisa, l’avrebbe custodita con gelosia.
“Sapete? C’è anche Harry Potter su questo treno!” disse Hermione con l’intento di iniziare a fare un po’ di gossip con le due nuove amiche, una volta che si furono cambiate tutt’e tre.
“Davvero?” chiese esterrefatta Kassandra. “Il bambino che è sopravvissuto frequenterà la nostra stessa scuola?” continuò quasi euforica. Hermione annuì con la testa, con un sorriso stampato in faccia.
“Già, l’ho conosciuto giusto dopo essere passata da voi. Sapete, per il rospo...”le altre due annuirono, ma Brylee ancora si chiedeva cosa ci fosse di così straordinario che un ragazzino della loro età frequentasse Hogwarts. Poi si ricordò di quello che le aveva raccontato Draco qualche giorno dopo che lei era arrivata al maniero.
“Ah! Quell’Harry Potter!” esclamò pensando ad alta voce.
In quel momento, tornò Draco, con una faccia inespressiva che fece quasi venire i brividi a Brylee, che si ripromise di parlare col cugino il prima possibile.
Una volta scesi dal treno, sentirono un vocione chiamare i ragazzini del primo anno. Quando si fecero più vicini, Brylee, Draco, Kassandra ed Hermione videro un omone col viso coperto dai capelli e da una folta barba scura.
“Primo anno, ci siamo tutti?” chiese, ancora urlando e puntando la luce di una gigantesca lanterna in giro per vedere se tutti fossero attorno a lui. Una volta assicuratosi della presenza di tutti, “Seguitemi!” disse, prima di girarsi e fare strada fino ad un molo dove li aspettavano decine e decine di barchette, ognuna completa di una lanterna per illuminare l’area attorno ad essa.
“Bene. Ora salite sulle barche, quattro ad imbarcazione, mi raccomando” annunciò, salendo su di una più grande, su cui stava solo lui.
Una volta che tutti erano seduti sulle imbarcazioni, queste iniziarono ad attraversare le acque del Lago, offrendo a tutti lo spettacolo che era il castello, illuminato dagli ultimi raggi del sole e le torri illuminate dall’interno. Brylee era seduta accanto a Kassandra e davanti a loro c’erano Draco ed un altro ragazzino.
Una volta che ebbero attraccato ad un grande molo di pietra, furono guidati da quell’omone lungo una scala di pietra, fino ad arrivare davanti un portone in legno e ferro battuto, su cui quello batté qualche colpo con la sua possente mano. Lungo il tragitto, Brylee aveva perso di vista Draco e una leggera ansia aveva iniziato a pervaderla.
Pochi istanti dopo una delle ante del portone si aprì, rivelando una strega vestita di verde e col cappello a punta sui capelli scuri. Questa aveva la pelle chiara, leggermente segnata dal tempo, e gli occhi verdi.
“Li lascio a lei, professoressa”
“Grazie. Da qui me ne occupo io , Hagrid” disse la donna rivolta all’omone. Poi puntò lo sguardo sul gruppo di ragazzini con fare indagatore, fino a quando la tensione provocata da quell’unico sguardo fu rotta da una vocina. “Oscar!”
“A quanto pare quel Neville ha ritrovato il suo rospo” disse Kassandra con un sospiro di sollievo.
Dopo quella scenetta, la professoressa, si schiarì la gola per richiamare l’attenzione di tutti.
“Seguitemi” e con un giro di tacchi tornò nel castello, dove un’altra rampa di scale attendeva i ragazzini, che subito le stettero dietro col timore di perdersi in quel luogo. Li condusse fino ad una stanza dalle pareti rivestite in legno decorato da scritte dorate in latino.
“Attenderete qui fino a che non sarà il momento di smistarvi, quindi tra pochi minuti” disse la donna con tono autorevole, per poi lasciarli ad attendere tutti lì dentro. Brylee ne approfittò per cercare Draco, in mezzo a tutti quei ragazzini. Quando finalmente lo intravide a qualche metro da lei, davanti alla ragazzina si materializzò un fantasma, facendole cacciare un urletto spaventato. Questo rise malignamente per poi iniziare ad infastidire i poveri ragazzini presenti nella stanza.
“Guarda, guarda. Cos’abbiamo qui? dei marmocchi del primo anno?” continuò sghignazzando e tirando i capelli ad alcune ragazzine terrorizzate.
Il tutto si fermò quando la professoressa tornò nella stanza per prelevarli.
“Pix! Lasciali stare immediatamente.” Disse la professoressa con tono intimidatorio. A quelle parole il fantasma sparì con un ghigno per niente rassicurante sul viso.
“Bene, tra poco sarete smistati nelle vostre Case. Da oggi fino ai prossimi sette anni, la vostra Casa sarà la vostra famiglia. Ciò che farete vi farà guadagnare o perdere punti. Dipende dalla vostra condotta. A fine anno ci sarà la Coppa delle Case, per il resto, sono più che sicura che i vostri prefetti possano illuminarvi su tutto ciò che avete da chiedere, ora andiamo”. Disse per poi condurli verso la Sala Grande.
 
 
 
 
 
 
~Angolo della miseria~
Salve gente! Spero il capitolo sia comunque di vostro gradimento! (E non sia una schifezza colossale, as always). Bene. Da brava bambina mi sono già messa al lavoro per i prossimi capitoli, che non so quando saranno pronti, ma dettagli... chiedo scusa per eventuali errori -.-
Alla prossima!  Un bacione, passo e chiudo, Kira
  
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