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Autore: IneffablePlotters    09/09/2019    4 recensioni
‘La serpe di buio veglierà assieme al farfallino di luce su quel che sembra ma poi non è… trovando quel che non sapevano nemmeno di star cercando.’
Da leggere anche come ‘Tutto ciò che avreste voluto sapere, ma che nessuno vi ha mai rivelato, sugli anni passati a casa Dowling!’
dal capitolo I:
* “Warlock? Ma che nome delizioso. Scommetto che è un vero angioletto”
“Un demone semmai. Certe volte mi chiedo se non sia stato Satana in persona a mandarmelo”
Crowley sentì l'impulso di ridere, ma virò su ciò che una tata avrebbe detto.
“I bambini sono un dono di Dio, Mrs. Dowling,” e quasi la lingua cominciò a pizzicargli. “Solo che certe volte bisogna solo saperli prendere... *
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley, Warlock Dowling
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prologo: La Scelta/La Sfida


 


In una libreria del quartiere a luci rosse londinese, un angelo e un demone si erano appena stretti la mano.

Diventare padrini non sembrava affatto una cattiva idea, anzi, in un certo senso riscaldava il cuore di Aziraphale, come in effetti lo riscaldava ogni cosa che coinvolgesse la sua figura paterna.

Amava i bambini, amava vederli giocare e mostrare i loro sorrisetti, sentire i loro gridolini, il loro profumo appena nati…


“E quindi saremo Padrini!” riepilogò Aziraphale esaltato, battendo le mani compiaciuto.

“Questo è il piano, sì.” mugolò Crowley in risposta. “E giuro che ti strangolo se ti azzardi ad aggiungere ‘Ineffabile’!”

L’angelo era troppo su di giri per badare a quella minaccia, sempre che si potesse considerare davvero una minaccia.

“Ma come facciamo? Andiamo a casa Dowling, suoniamo e chiediamo se possiamo passare tutto il tempo con quel neonato fino a che non compirà undici anni?” azzardò l’angelo.

Forse non era ancora riuscito a rendersi totalmente sobrio.
Meno male che Crowley lo era.

“Oh sì, certo, facciamo come dici tu! Lo sai come andrebbe a finire? Che undici anni li passeremmo in galera!” si sbracciò innervosito. “Ti pare che una famiglia di quel rango faccia entrare in casa così, senza motivo, due perfetti sconosciuti? Che per di più sembrano dimostrare un interesse malsano verso il loro pargoletto?” tentò di farlo ragionare.
“In effetti sì, hai ragione, non credo che sarebbero così propensi…” borbottò il biondo, prima di venir solleticato da una nuova idea.
“E se ipnotizzassimo tutti gli abitanti della tenuta? Anzi, ancora meglio, potremmo renderci visibili soltanto al bambino!”
“E, appena comincia a parlare un po’ elaborato, farlo ricoverare in una clinica psichiatrica per via degli ‘amici immaginari’ che gli dicono di fare o non fare cose?” replicò, con tanto di gesto delle virgolette, piegando due volte gli indici e i medi, per dare ancora maggior enfasi al suo discorso. “No, angelo. Niente invisibilità e niente ipnosi. Dobbiamo riuscire a influenzarlo senza dare troppo nell’occhio e con metodi il più possibile umani.” lo istruì Crowley.
“Uh. Giusto, Capisco…” asserì l’angelo, ma al demone non sfuggì l’espressione perplessa che cercava di nascondere.
“Davvero?” lo sfidò sornione.

Aziraphale sbuffò, esasperato.
“E va bene, forse mi sfugge ancora qualcosa…” mugugnò.
“Entriamo nello staff dei Dowling, ci facciamo assumere. Semplice, no?” gli rischiarò ogni nube di incertezza il demone.
“Geniale davvero, mio caro.” gli sorrise il biondo. "Per questo io dovrei diventare il suo tutore" spiegava con argomentazioni molto convincenti il perché di quella sua scelta, presa all'improvviso senza aspettare il parere di Crowley. "Anzi…" ci rifletté per qualche secondo toccandosi il mento con le dita. "La sua tata! Ma certo, una figura femminile gli darà fiducia, è la scelta migliore!"


“Troppo tardi, quella la faccio già io!” lo fermò subito il rosso, senza nemmeno alzarsi dalla poltrona, dov’era stravaccato.

Si limitò ad estrarre da una tasca un annuncio che riguardava la ricerca di una tata presso quella abbiente famiglia.
“Ah, ma allora tu già lo sapevi, non è una tua trovata!” si indispettì il biondo.
“So solo cogliere le occasioni al volo, angelo. Ssssculacciami per questo!” sibilò il demone, provocandolo con fare sexy.

Aziraphale arrossì violentemente, ma tornò subito all’argomento precedente.

"Beh te l'ho detto, io amo i bambini a differenza...di qualcun altro" lo squadrò come si fa con un dolce ormai troppo vecchio per essere mangiato. " Inoltre io sono molto più attento e responsabile, conosco moltissimi giochi da insegnargli e le buone maniere non le può certo apprendere da te!"


"Angelo" incrociò le gambe l’altro "ti ricordo che l'anticristo è sotto la MIA responsabilità! Va sa sé che dovrei essere io quello più vicino a lui, tu dovresti solo contrastarmi da lontano, e come sai non dovrebbe imparare le buone maniere, mi sssembra ovvio!" Disse sibilando, come di solito faceva quando era nervoso o agitato. "Inoltre diciamocelo...come tata sarei molto meglio io!"

"E cosa vorresti insinuare con questo?"

"Oh ma andiamo...non offenderti angelo, ma non ne avresti proprio la stoffa né l'aspetto"

L'angelo si offese nonostante l'avvertimento.

"Io non ne avrei l'aspetto?" Si alzò in piedi "Ho l'aspetto di un gentleman, me lo dicono praticamente tutti, e so per certo che avrei l'aspetto di un'adorabile-"


 

"Ahahah! Ecco, adorabile è la parola giusta" lo interruppe. "No, al giovanotto serve una figura forte, decisa e dedita all'insegnamento della crudeltà e della malvagità! Non posso lasciare che un gelato alla vaniglia con le ali gli ronzi intorno influenzandolo in malo modo...anzi, peggio, in benevolo modo... insomma, mi hai capito!"

"Gelato alla vaniglia con le ali? Sei crudele!" Gli disse un po' contrariato.

"È solo la verità. Saresti ridicolo"

"Tu hai già l'aspetto di una strega, ti cacceranno fuori dopo due secondi! E se i genitori decidono di dargli una formazione cristiana? Gli insegnerai tu le preghiere?"


"Molto spiritoso" si levò gli occhiali. "Ma non è una giustificazione, non succederà, la tata la farò io"


"Oh, sul mio cadavere demone" gli intimò.


"Ci metterei davvero poco a spedirti di nuovo al creatore, ma sai benissimo anche tu che non è la scelta migliore" alzò le spalle.

Ma Aziraphale non si voleva fare per vinto.


"Oh ma andiamo, tu lo spaventeresti!" Insistette.


"Cosa? Io? Oh andiamo non sono certo al livello di Hastur, direi che questo involucro mortale lo sto curando più che bene!" Disse indicandosi il corpo asciutto.


'Quanto gli do ragione' pensò l'angelo sospirando.


 

"Ma... i tuoi occhi? Il bambino ti guarderà in faccia, vuoi indossare sempre gli occhiali?"


 

"Sé sarà necessario sì. Andiamo angelo, stai inventando ogni scusa pur di vincere una competizione in cui hai già perso" si indicò il petto "io sono la tata perfetta per il piccolo, e te lo dimostrerò" si disse alzandosi "devo ancora studiare il look ma credo di avere qualche idea"


 

"Il look? Oh andiamo, diventeresti terrib-"

Il demone lo fulminò con lo sguardo.

"Terribilmente...ehm come si dice...cool?" Azzardò.

"Cool vuol dire fico. E una tata non deve essere "cool" ...o forse sì?"

"Oh come ti pare" alzò una mano. "Io saprei fare meglio di te"

"Ah, allora dimostramelo!" gli lanciò una sfida.

"Cosa?"

"Mi hai capito. Vediamo chi dei due avrebbe l'aspetto ideale per essere una tata, il migliore interpreterà quel ruolo per i prossimi sei anni"

“Perché solo sei?” domandò perplesso l’angelo.

“Oh, andiamo, conosci un bimbo che dopo sei anni ha ancora una tata? Vorrà dire che da lì in poi ci inventeremo qualcos’altro!” gli fece un occhiolino Crowley e Aziraphale sorrise.
L’importante per lui era sapere che lo avrebbero fatto insieme, come sempre.
“Allora… per la sfida, ci stai?” tornò sull’argomento il rosso.

"Oh…" ma poi si schiarì la voce. "Si, va bene! Tanto non hai speranze contro un angelo"

"Uuh, pecchi di superbia con quelle parole"

"Piantala, demone!" gli disse puntandogli il dito contro, e Crowley ridacchiò.


"...Non ho peccato di superbia vero?" Si chiese preoccupato.

Crowley rise per la sua ingenuità.


"Non sei nel girone dei golosi, vuoi essere in quello dei superbi? Dai" gli disse sedendosi svogliato. "Allora" continuò. "Sarà una donna?"

"La tata?"

"No, il papa" lo canzonò per la sua mancanza d'attenzione.


"Oh quanto sei irascibile certe volte" si sistemò il papillon. "Comunque si" si sedette al suo fianco. "Una femmina"

"Spero non anche la voce"

"Crowley, già lo spaventeresti con il tuo aspetto, figuriamoci con la tua voce"


Il demone sorrise maliziosamente, e si avvicinò all'orecchio dell'angelo con fare tentatore. Sibilò con la lingua biforcuta.


"Ssssssai che la mia voce ha un ruolo essssenziale…ssssssai che la devo usssssare per tentare il piccolo Warlock...e non sssssolo"


 

L'angelo non era immune al timbro ipnotico del compagno, che sfiorava il suo lobo con piccoli movimenti della lingua sottile.

Arrossì ma non riuscì a staccarsi, almeno non subito.


"Oooh! Piantala, stupido!" Lo spinse via. "Va bene, va bene, tieniti pure la tua voce; io dovrò rendere la mia un po' più da signora...oh non sarà facile"


"Ti prego, non provarci davanti a me se non vuoi che ti rida in faccia...anzi no, fallo pure!" Si corresse con una risata.

"Quando la smetterai di prendermi in giro?" Gli rivolse un'occhiataccia.

"Quanto mi assegnerai il ruolo di tata"


"Oh te lo dovrai guadagnare, e mi raccomando, niente inganni!" gli intimò. "Guai a te se sento la tua linguaccia bisbigliarmi cosa devo fare!"

"Terrò la bocca chiussssssa" sibilò.

Aziraphale alzò gli occhi, ma poi gli rivolse un sorriso stanco.


"Allora siamo d'accordo!" Disse Crowley determinato. " Il look è roba nostra, e non mi copiare le idee!"

"Oh per favore, non potrei mai, semmai sono più convinto che accadrà il contrario" gli alzò un sopracciglio.

"E che me ne dovrei fare di tailleur bianchi, fiocchi azzurri e capelli biondi? Ti prego!"


Aziraphale si morse un labbro in modo pensieroso. Caspita, erano proprio le sue idee! Maledetto demone!

Doveva farsi venire in mente qualcosa di più creativo.

Indispettito, si sistemò il papillon per poi alzarsi e andare nell'altra stanza.


"Quanto tempo ci metterai?" Gli chiese il demone divertito.

"Il tempo che mi sarà necessario!" Gli disse sbattendo la porta. Ma poco prima che Crowley decidesse di andarsene, l'angelo la aprì timidamente e si sporse con la testa.

"Se vuoi puoi rimanere qui a...prepararti" gli disse senza mostrarsi troppo accogliente, ma tanto bastò a Crowley per farlo sorridere.

“Ti ringrazio… che poi è anche una cosa che non dovrei mai fare!” alzò gli occhi il demone, “ma credo che me ne tornerò a casa mia. Magari prendiamoci un paio di giorni e poi ci ritroviamo da te.” propose lui.

“Addirittura due giorni?” si stupì il biondo.

“Le idee vincenti richiedono tempo, angelo.” gli fece l’occhiolino l’altro, uscendo.

Solo quando fu a bordo della sua Bentley, lontano da occhi e orecchie indiscreti, compose un numero che gli era apparso chiaro nella mente, senza prima averlo mai composto.

“Sì, pronto?” esclamò una voce femminile, dal timbro deciso.
Mai com’era deciso lui.
“Tu ed io avremo un appuntamento, domattina alle 9:30.” disse, con il suo miglior tono ipnotico, prima di mettere giù.

'Okay, si era detto di non barare, ma non esiste scorrettezza se non c’è nessuno che la scopre' sogghignò, assaporando già la vittoria.

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"Buongiorno signor Crowely, la stavo aspettando" lo accolse una donna dai capelli color carota e dei simpatici occhiali toni dalla montatura nera. "Del tè?"

"Senza zucchero, signora Powell" ripose il demone mostrandole un sorriso galante. La donna, naturalmente non di sua volontà, aveva accolto calorosamente la sua cara conoscenza Anthony J. Crowley per aiutarlo grazie a tutta la sua esperienza nel campo dei costumi di scena.

Del resto, chi meglio di Sandy Powell, costumista e senza che lei lo sapesse, creatrice dei futuri costumi di scena per il sequel del "Mary Poppins", avrebbe potuto aiutarlo?

Mancavano ancora dieci anni all'uscita di quel film, ma Crowley aveva un "fiuto" per certe cose. Del resto rintracciare i costumisti del film originale sarebbe stato difficile, anche perché il cimitero era comunque terra consacrata, ma sbirciare un po' avanti nel tempo non avrebbe fatto troppo male, non per piccole cose come un consiglio di stile.

"Allora" la signora si sedette con un sorriso interessato. "In che cosa posso aiutarla?"

"Vede cara, sto cercando l'ispirazione per un costume, e non potevo certo astenermi dal rivolgermi a lei" disse incrociando le gambe. "Lei...che ne direbbe di un progetto alla buona cara e vecchia Mary Poppins?"

Il sorriso della costumista si allargò improvvisamente. Anche se fu un movimento condizionato dallo schiocco di dita che Crowley aveva utilizzato prima di entrare nello studio della cara Sandy. Dopo essere tornato indietro con il miracolo che aveva segnato il viaggio di ritorno, Crowley era stremato.
Ecco perché aveva chiesto ad Aziraphale due giorni di tempo: uno serviva a recuperare le forze.

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Forse un po’ dimentico delle sue consuete buone maniere, Aziraphale quel pomeriggio anticipò la chiusura della sua libreria, mandando via anche gli ultimi clienti che per i suoi gusti erano fin troppo interessati a una prima edizione de ‘La Divina Commedia’ che lui non aveva alcuna intenzione di vendere.
Erano passati due giorni e lui non avrebbe atteso un solo minuto di più, anche perché non vedeva l’ora di mostrare a Crowley la sua brillante creazione.
Prese il telefono e attese qualche squillo, prima che scattasse una segreteria che conosceva fin troppo bene.
Salve, sono Anthony Crowley, sapete cosa fare, fatelo con stile.
Ma lui non aveva intenzione di lasciarsi scoraggiare da una segreteria.
“Crowley, sono io, vieni subito qui, dobbiamo iniziare la nostra sfida!”
“Anch’io non stavo più nella pelle, nemmeno in quella di serpente, dalla voglia di cominciare!” disse una voce così piacevolmente familiare alle sue spalle.
“Oh, buon cielo!” esclamò Aziraphale un po’ spaventato, ma felice che lui si fosse miracolato lì all’istante.
“Posso cominciare io?” domandò gongolante Aziraphale.
“Certo che no! Sta’ a vedere qualcosa che ti lascerà senza fiato!” schioccò le dita il rosso, irriverente.

In un turbinio di saette nere i suoi pantaloni divennero una gonna nera stretta, che gli lasciava solo la fine delle gambe scoperte.
Ai piedi portava delle comode scarpe nere basse. Indossava una giacca nera che andava a completare il tailleur, abbottonata fin quasi alla fine, dando così modo di far vedere il grazioso fiocco rosso che chiudeva il colletto della camicia nera.
I rossi capelli, appositamente fatti crescere di media lunghezza, erano ondulati e acconciati con un carré di classe, impreziositi da un cappellino nero.

“Sono o non sono una perfetta tata?” esclamò, la voce resa più soave da un leggero falsetto.
Aziraphale lo fissò tra il sorpreso e il confuso.
“Non lo so … mi ricorda qualcosa … o meglio, qualcuno!” borbottò l’angelo.

Non lo avrebbe confessato nemmeno sotto tortura, ma quel look conferiva a Crowley un ulteriore nuovo fascino e lui ne era attratto come una falena lo è dalla luce.

Non che Aziraphale fosse una falena e, men che meno, Crowley fosse la luce!

“Ammetto di aver visto Mary Poppins qualche Natale fa. Avrei preferito che Mr. Banks rimanesse il freddo, insensibile bastardo che era all’inizio, ma non si può avere tutto!” fece spallucce Crowley. “Ciò che conta è che ne ho tratto il giusto spunto. Potrei anche planare con un ombrello e far cambiare il vento!”

“Beh, di recente, si dà il caso che anche io abbia visto un film delizioso, su cosa l’amore di un padre lo spinge a fare per poter star vicino ai suoi bambini. Se mi permetti, questa è una tata!” e dicendolo, Aziraphale schioccò le dita.

In un tripudio di bollicine azzurre anche i suoi pantaloni divennero una gonna lunga e larga, in tartan. Un cardigan color rosa pallido aperto, lungo fino ai fianchi rotondetti, lasciava vedere una camicia bianca di pizzi e merletti. Un paio di occhiali con una grossa montatura addolcivano ancora di più la sua espressione benevola.
Anche i suoi capelli biondi erano diventati più lunghi, per poter essere raccolti in un morbido chignon.
Insomma, una versione un bel po’ più giovane di Mrs. Doubfire.

“Per quanto sexy tu sia anche in questa versione, c’è posto per una sola tata e quella devo essere io!” si impuntò Crowley, pur con qualche difficoltà a staccargli gli occhi di dosso.
La stessa che aveva Aziraphale.

Di comune accordo, i due schioccarono le dita nello stesso momento, tornando al consueto aspetto.


 

“Ma, Crowley caro, te l’ho già detto, se la facessi tu sarebbe così grottesco! Da sempre la tata è una figura di gioia, bontà e rettitudine!” argomentò Aziraphale.
“Appunto, te l’ho già detto anche io, è ora di porre fine a questi stupidissimi preconcetti obsoleti!” ringhiò Crowley. “L’anticristo si merita una tata dedita al Male!” ribadì fiero. “E poi ti ricordo che l’idea è mia. Senza di me, tu saresti andato a suonare alla loro porta e a prenderti un’accusa da pedofilo che non ti saresti scordato facilmente!”
“Il solito esagerato!” alzò gli occhi il biondo.

 

“Mi attengo solo ai fatti reali, quindi trovati un’altra figura dedita al tuo stupido Bene. La tata è off-limits.”
“E che potrei fare? Una domestica?” si accigliò Aziraphale.
“Umpff. Perché no? Se ti va di pulire mille e più stanze…” fece spallucce il rosso, muovendo anche la mano come a dar ancora meno importanza alla cosa. “Certo è che una tata premurosa non lascerebbe mai avvicinare una losca domestica al piccino che le è stato affidato!” aggiunse con tono di sfida.
“Che gran canaglia che sei!” abbaiò l’angelo, irritato.

Aziraphale si arrovellò il cervello, ma produsse solo una serie di proposte che lasciavano il tempo che trovavano.
“Un venditore ambulante? No.. compare solo una volta. Il cuoco? No, dovrei costantemente utilizzare la magia, considerato che non sono nemmeno in grado di accendere un forno… Il postino?”

 

Mosso da chissà quale compassione, Crowley decise di dargli un’imbeccata.
“Certo è che una tata premurosa sa che i bimbi anche molto piccoli, necessitano di stare all’aria aperta, magari con lunghe passeggiate, nel verde… diciamo che potrebbe portare il piccolo Anticristo a passeggiare negli immensi giardini della villa, anche tre o quattro volte al giorno. Per non parlare di quanto il frugoletto ci potrà trotterellare allegramente sulle proprie gambette…” suggerì con nonchalance, sperando che l’amico cogliesse l’indizio.

“Il giardiniere! Ma certo!” si illuminò Aziraphale, ma quell’entusiasmo non durò a lungo.
“Ma il giardiniere non potrà mai essere una figura di rilievo nella crescita di un bambino, non quanto lo è una tata!”
“E credi che non lo sappia?” lo sbeffeggiò Crowley.

“Ma, caro, fallo tu il giardiniere! Sei così bravo con le piante!” lo adulò il biondo.

Il rosso, per tutta risposta, scoppiò in una risata fragorosa.

“Bravo?! Sì, certo, le mie piante sono le più belle e maestose di tutta Londra, Inghilterra e probabilmente del mondo intero; ma non potrei mai usare i miei metodi su un intero giardino! I frutteti i scrollerebbero tutti i frutti di dosso dallo spavento e certi alberi si sradicherebbero, pur di sfuggire alla mia ira!” provò a descrivergli lo scenario, strappando pure una risatina alla sua controparte.

“Beh, allora potresti prenderti cura dei giardini con altri metodi, magari l’amore!” lo provocò il biondo.

“Non tollero questa mancanza di rispetto totale nei miei confronti! Io ti ho mai istigato a trattare i tuoi ammassi di cartastraccia con odio?” lo fece sentire in colpa Crowley.
Ovvio, non certo per il modo in cui aveva osato definire i suoi adorati libri. Ma sul resto aveva ragione.

“Scusami…” mormorò l’angelo, a capo chino.

“Ti scuserò, ma solo se ammetti che ho vinto io la sfida. Andiamo, il mio abbigliamento era perfetto. È insito nel mio DNA, come se ne avessi uno, diventare una tata. Ammettilo, angeluccio…” lo spronò il demone.

 

Forse fu la validità delle sue argomentazioni o forse fu quel nuovo appellativo zuccheroso col quale lo aveva appena apostrofato, che gli aveva dato uno strano brivido, ma Aziraphale si arrese.

“E va bene, sarai tu la tata. In fondo, non sarà male lavorare all’aria aperta in mezzo a tutto quel verde. E mi divertirò a trovare l’aspetto perfetto da giardiniere!” cominciò ad accettare di buon grado il suo ruolo nella loro missione.

Crowley sorrise vittorioso, anche se non capiva perché l’altro continuasse a fissarlo con tutta quell’insistenza.

 

Aziraphale non avrebbe scoperto molto presto del suo trucco, ma anzi, si sarebbe limitato ad ammirare l'innata capacità di Crowley per i costumi, e avrebbe passato tanto tempo a chiedersi da dove avesse imparato.

Ma nonostante trovasse Crowley di una bellezza innata anche vestito in quel modo, mancava ancora qualcosa...

E dopo qualche secondo, un’illuminazione.

"Cosa?! Non ci penso neanche!" aveva sbottato il demone a quell’assurda richiesta.

"Caro, nonostante l'abito faccia un figurone al tuo viso manca ancora quella componente femminile...è necessario"

"Tieni lontano quelle manacce!"

Aziraphale era convinto che una tata dovesse badare al suo aspetto, altrimenti non lo avrebbe fatto con i suoi pargoletti, quindi, il trucco era necessario. Aziraphale era uscito dal negozio per dieci minuti, chiedendo a Crowley non solo di rimanere ad attenderlo, ma di rimettersi a sfoggiare il look da tata, mentre sbrigava una commissione di straordinaria importanza.

Certo, Crowley non si sarebbe mai aspettato di vederlo tornare con una busta nera piena di cosmetici.

"Io sono già bello così, non ho bisogno di queste schifezze!"

"Queste non sono schifezze, e lo so che tu sei già bello e affascinante, ma tu devi essere bellA" sottolineò l'ultima lettera con enfasi. "E una donna deve essere presentabile, quindi ora lasciami fare, altrimenti l'accordo salta!"

"Saresti disposto al rinunciare alla nostra battaglia solo perché non voglio mettermi uno stupido rossetto?"

"Oh vedrai, ti piacerà!" gli disse frugando nella borsa tanto odiata da Crowley, e tirando fuori due rossetti liquidi e uno in stick. "Quale ti piace di più?" gli chiese con un sorriso speranzoso.

"Angelo...seriamente?" sbuffò levandosi il cappello.

"Allora decido io" prese una delle sue poltroncine e si sedette al fianco del demone, che ormai sembrava rassegnato. Sbuffò e appoggiò la guancia alla mano destra.

"Dunque, vediamo...si, questo è adatto" disse sprezzante l'angelo. "Apri la bocca caro"

Il demone nella sua noia più totale accennò un sorriso malizioso.

"Angelo, ma che proposte indecenti..." si morse il labbro.

"Sta zitto e fa come ti dico!" gli ordinò cercando di nascondere l'imbarazzo che era scaturito da un doppio senso a cui solo un bambino avrebbe potuto pensare.

Prendendo il rossetto liquido scuro, lo sfilò, per poi passare l'applicatore sul labbro inferiore del demone, che prese a colorarsi di un viola prugna.

"Si...direi che si abbina al tuo look gotico, è inquietante al punto giusto"

Crowley avrebbe voluto rispondergli, ma si limitò a fargli la linguaccia, scelta che però gli costò un assaggio gratuito del rossetto sulla punta della lingua. Crowley fece una smorfia disgustata.

"Ma che schifo! Che diamine mi stai mettendo?"

"Non è da mangiare, stupido!" lo rimproverò l'angelo. "Ben ti sta!" gli disse cercando di completare il suo lavoro.

Il mascara fu più difficile da mettere, e la vicinanza che quest'atto comportava rendeva entrambi nervosi. Aziraphale aveva dovuto afferrargli la guancia e con il pollice tenergli fermo lo zigomo, appena sotto l'occhio. Con delle leggere passate, le ciglia del demone si intensificarono nel colore e nella lunghezza, e finalmente il trucco era concluso, anche se si erano limitati, sotto minaccia di Crowley, a due prodotti.

Anche Aziraphale era soddisfatto, e guardò il viso del demone ormai agghindato a dovere con orgoglio.

"Vedi? Ora stai molto meglio, sembri proprio una signora! Un po' brutta ma...sempre una signora"

"Spiritoso" gli disse Crowley un po' scocciato.

Ma per quanto potesse essere un po' acido nei suoi commenti, Aziraphale trovava che Crowley con indosso abiti femminili e un po' di trucco fosse veramente bellissimo. Non che già non lo fosse al naturale, ma gli concedeva un certo fascino. I suoi capelli ora raccolti in una pettinatura più elegante gli donavano tantissimo, avrebbe tanto voluto toccarli.

E poco dopo, si era accorto che sotto quelle vesti scure, Crowley aveva due piccoli gonfiori a livello del petto, appena accennati.

Ciò fece arrossire terribilmente Aziraphale, e pensò più di una volta di che cosa si potesse trattare: erano calzini arrotolati o una semplice illusione ottica? Oppure erano vere? Forse lo aveva fatto per essere più credibile...

Ma non era il momento di pensarci, e non era nemmeno consono farlo, non per un angelo! Si ricompose, e una volta che Crowley si guardò allo specchio, sorrise nel vederlo soddisfatto del proprio look.

"Sai angelo...te ne devo dare nota. Hai fatto proprio un buon lavoro, ora sono più sexy di prima! Faranno la fila per uscire con me" disse ammirando le proprie labbra colorate. "Quindi ora sarai il mio personale make-up artist?"

"Il tuo cosa?"

"Il mio truccatore" si sistemò il cappello in testa. "Non sarei in grado di mettermi tutta quella robaccia da solo, finirei con l'arrabbiarmi ed incenerirla"

"Oh...ehm...se proprio ti serve un meikappartist..." disse alzando le spalle.

"Make-up artist!" lo rimproverò. "E non mi serve, lo pretendo! Prima di uscire dalla mia stanza dovrò essere presentabile e non ho intenzione di dormire con questo mascherone in faccia, quindi mi servirai tu"

Come poteva dirgli di no?

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Note:

Buonasera fandom! Grazie infinite per aver letto questo primo capitolo, l’inizio di una storia scritta a quattro mani da MusicAddicted e Loka98.

Trepidavamo entrambe nell’attesa di pubblicarla, e ora che è arrivato il momento siamo più felici che mai, ci è piaciuto tanto scriverla insieme, e speriamo tanto che possa piacere anche a voi ^^

Se vi va di lasciarci un vostro commentino ne saremo molto felici, intanto noi vi diamo un abbraccio e vi auguriamo buona notte, al prossimo capitolo ^^


 

Da Luana e Lorenza

   
 
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