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Autore: TheBrainStealer    10/09/2019    0 recensioni
Hekseville, mattino.
Le due guardiane della città si svegliano e vanno a fare il loro solito giro di perlustrazione quando improvvisamente si verificano una serie di eventi che costringeranno Syd a dir loro la verità: Hekseville e Jirga Para Lao sono minacciate da un terribile individuo.
i tre per la prima volta devono affrontare una minaccia introvabile nascosta nella popolazione.
tra delitti e eventi terribili, la caccia a Diva inizia....
ATTENZIONE: SPOILER.
SE NON AVETE ANCORA GIOCATO (O GUARDATO I GAME-PLAY) AI DUE TITOLI POTRESTE NON CAPIRE ALCUNI ELEMENTI DEL GIOCO OPPURE RICEVERE DEGLI SPOILER.
Questa è la mia prima fan-fiction e ho deciso di scriverla su uno dei giochi a parer mio più belli.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 9 - FILE NAME: DIVA
 

PARTE UNO: DIETRO LA MASCHERA.

- TUM TUM -...

- TUM TUM -...

Il cuore che batte...nessun altro rumore...

Realizzazione...

Quel giorno, in quel corridoio, ci fu un attimo in cui tre persone si sentirono come se fossero nello spazio profondo, dove non possono essere uditi rumori eccetto che il proprio respiro e il muscolo cardiaco che si contorce come se stesse morendo.

Kat guardò Raven, la quale ricambiò con lo stesso indescrivibile sguardo.

<< è solo... >>, riuscì a dire la bionda

<< un ragazzo... >> finì l'altra per lei.

Quello che era il più grande assassino manipolatore mai visto, era un semplice ragazzo.

Non un uomo dall'aspetto bruto, non un abominio appena riconoscibile e tantomeno qualcuno che avrebbero associato a delle azioni così disumane.

Eppure, era lì, con i folti capelli grigi acconciati in una capigliatura molto simile a quella di Syd. Gli occhi erano chiusi, ma tutto il viso era ben proporzionato, con un naso fine ed elegante che concludeva quel quadro in completa armonia.

Kat e Raven erano completamente sbalordite: un giovane aveva portato il seme della follia nella loro città.

Quello che però sembrava essere più provato era Syd: quello era il giovane col quale aveva parlato meno di due settimane fa quella mattina alla piazza della fontana di Auldnoir.

Si alzò in piedi con uno scatto.

<< io...ho visto questo ragazzo >>
 

<< cooosa? >> chiesero le due.

<< mi ha proprio fregato: quasi due settimane fa ero su una panchina alla fontana di Auldnoir a mangiare la mia colazione. A un certo punto è venuto a sedersi accanto a me e abbiamo cominciato a parlare. Era senza equipaggiamento e sapeva che non avrei potuto riconoscerlo >> disse ridendo tra sé e sé il povero Syd.

<< e...di cosa avete parlato? >> chiesero le altre.

<< diciamo del più e del meno... >>

L'uomo tese la mano verso la testa del tizio per veder se avesse segni particolare da individuare nel collo o in altre parte della testa.

Tuttavia, appena toccò la fronte di Diva, questo spalancò gli occhi.

I tre rimasero atterriti dalla visione: la sclera dell'occhio, invece di essere del classico colore bianco, era completamente nera.

<< quando l'ho visto per la prima volta non aveva questi occhi >>

In quel mare di petrolio, due iridi dello stesso grigio dei capelli galleggiavano sopra di esso.

C'era qualcosa di incredibile in quello spettacolo: quando il suo sguardo privo di qualsiasi sentimento si rivolgeva qualcuno, quella persona si ritrovava immersa nel nero che li componeva, come se improvvisamente si trovasse nel nulla più assoluto.

Quegli anelli argentei sospesi nell'oscurità erano una visione tanto meravigliosa quanto spaventosa, esattamente come il resto del volto.

Il risvegliato si guardò attorno confuso per poi vedere la faccia delle tre persone sopra di lui.

Subito dopo ricordò la botta in testa che aveva subito.

Quando si rese conto di non avere più il casco, si mise lentamente a sedere e sorrise ai tre.

<< avevi detto...che avresti garantito per la mia incolumità... >> disse dolcemente rivolgendosi a Syd.

Quella era la prima volta che Diva parlava senza che il distorsore del suo casco contorcesse la sua voce trasformandola in qualcosa di orrendo e spaventoso.

Adesso, quella che usciva dalla sua bocca era un suono normalissimo, anzi...addirittura soave.

<< sai, questi colleghi della centrale di polizia...sempre pronti a colpirti alle spalle >>, disse ironicamente Syd.

<< capisco... >>

<< Diva...lo sai adesso che succederà... >>
 

<< Sydney, so esattamente cosa sta per accadere: voi mi interrogherete su tutto quello su cui posso essere interrogato. Dopodiché sarò portato in tribunale con l'accusa di un numero di omicidi talmente alto da poter essere paragonato ad uno sterminio per poi finire in cella per il resto dei miei giorni. Questa è quella che voi chiamate una situazione complicata ed intricata...per me è invece una questione semplicissima e composta di pochi passaggi. Io voglio solo starmene in santa pace >>

<< sei un tipo sveglio. Comunque, se hai commesso uno sterminio...perché ci hai aiutato a salvare la città? >>

A quella domanda, Kat e Raven si avvicinarono incuriosite.

<< ho scelto di aiutarvi dal momento che Cai ha casualmente posto fine alla mia "carriera" >>

<< come sarebbe? >>

<< se vuoi sapere come stanno le cose. Dovrai ascoltare il mio interrogatorio: sono disposto a fornirvi l'intera lista delle persone che mi hanno ingaggiato e a spiegarvi a modo le mie origini >>

<< come mai? >>, continuò a chiedere il detective.

<< tu sei una persona intelligente...dovresti smetterla di fare domande così sciocche, è così logico... >>

<< va bene, facciamo a modo tuo. Fino a quel momento però, te ne starai in questa cella e dovrai consegnarmi il tuo equipaggiamento >>

Il volto di Diva rimase impassibile.

<< Syd...io e te abbiamo stipulato un accordo, non te lo dimenticare... >>

<< non hai da preoccuparti, la tua roba verrà messa al sicuro subito dopo un'attenta analisi. Lo sai che non possiamo evitare alcune fiscalità: sei stato ricercato per anni per omicidi volontari plurimi...>>

<< lo so, basta che quello che verrà visto non esca da queste mura come prestabilito >>

<< di questo non hai da preoccuparti, sono un uomo di parola >>

<< molto bene, procedo con la rimozione del mio equipaggiamento >>

Senza dire nient'altro, il ragazzo iniziò a spogliarsi davanti ai presenti.

Le ragazze smisero quasi subito di guardare il fisico atletico del prigioniero: una si mise le mani davanti agli occhi arrossendo violentemente, l'altra girò lo sguardo da un'altra parte con l'aria quanto severa quanto imbarazzata.

<< ehm, Diva. Almeno fai uscire le ragazze >>

<< capisco, nessun problema... >>

<< Kat, Raven...domani si terrà il suo interrogatorio alla sala numero 54: se dite alle guardie che vi ho dato il permesso io vi faranno entrare senza troppi problemi, a patto che restiate in silenzio. Adesso però, dovrei togliergli i vestiti, quindi devo chiedervi di andarv- >>

<< ce ne andiamo subito! >> risposero le shifter incamminandosi velocemente verso l'uscita in fretta e furia.

Kat e Raven, mentre attraversavano il condotto, continuarono a pensare a quello che avevano visto meno di un minuto prima.

Mentre i loro passi riecheggiavano tra le pareti di cemento, la regina della gravità vide qualcosa di strano nello sguardo della sua amica.

<< ehi Raven, qualcosa non va? Hai lo sguardo così serio >>

<< tranquilla, sono solo un po' sconvolta... >>

<< capisco >>

<< quello era solo un ragazzo Kat! come accidenti è possibile?! Siamo state a cercarlo per un sacco di tempo. Addirittura, a volte sono passati mesi da un avvistamento e l'altro e sempre per la sua volontà. Ha ucciso centinaia di persone ed era solo un ragazzo...quale squallida esistenza ha dovuto sopportare per arrivare a fare delle cose del genere? >>

<< domani lo scopriremo Raven, non dovresti esserne così afflitta: ormai lo abbiamo preso, non può fare più del male a nessuno >>

<< si lo so, è solo che... >>

<< è per il tuo passato da ricercata? >>

<< sì... >>

<< Raven, tu non uccidevi le persone. ammetto che hai combinato dei gran casini, ma nulla che non si potesse risolvere. E poi, adesso tutti ti amano: durante la mia assenza hai fatto uno splendido lavoro e adesso la città ti ama. Ora...perché non la smetti di mettere il broncio e non andiamo a festeggiare al ristorante di cui ti ho parlato due giorni fa? Del resto...abbiamo Diva nelle nostre carceri e adesso abbiamo anche visto il suo volto >> disse Kat provandola a consolare.

<< penso che tu abbia ragione! Certo che quel verme è tanto pericoloso quanto... >>

<< bello? >> la provocò l'amica facendo l'occhiolino

<< non intendevo questo. E poi perché sei così allegra? Non dovresti essere in vena di battute in contesti come questi! >>

<< che ci posso fare? Sono felice! Finalmente lo abbiamo catturato e questa storia assurda è finita >>

<< capisco. In ogni caso non credo sia il caso di perdere tempo. allora...andiamo in questo ristorante? Ho bisogno di una bistecca! >>

 

<< d'accordo! >>

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PARTE DUE: ORIGINI

Il giorno dopo, sala interrogatori numero 54.

Diva se ne stava seduto su una sedia sopra la quale una lampada al neon lo illuminava dall'alto. Era solo e tutti quelli che erano dietro ad ascoltare dietro al vetro erano i pochi sopravvissuti che sapevano della sua esistenza.

Dentro la sala, seduti davanti al prigioniero, c'erano le uniche persone che avevano avuto il coraggio di stare all'interno di quella stanza assieme a lui: Kat, Raven e Syd.

Intanto, il criminale se ne stava con la testa lievemente china, in attesa di mettere chiarezza sulla follia che lui stesso aveva disseminato per la città.

Il detective fece un segno a quelli che osservavano la scena da dietro alla vetrata di sicurezza, i quali confermarono l'avvio della registrazione.

<< e va bene ragazzi, ricordiamoci che la registrazione è top secret >>, annunciò Syd.

<< ok ragazze, adesso inizierò a fargli delle domande. Voi non dovete parlare ok? È già tanto se vi faccio assistere >>, sussurrò subito dopo.

Entrambe annuirono e stettero composte.

"e va bene Syd...respira..."

<< e va bene Diva, adesso iniziamo l'interrogatorio >>

Quello annuì...

<< iniziamo con delle domande base: qual è il tuo nome reale? >>

<< io non ho un nome >>

I tre si guardarono.

"cominciamo bene...". << avanti Diva, avevi detto che avresti collaborato, non iniziare a fare scherzi proprio adesso, non voglio ricorrere a misure drastiche >>

il carcerato alzò la testa per impalare il suo interlocutore con un'occhiata penetrante.

<< come ho già detto, sono disposto a collaborare ed è esattamente quello che sto facendo. Non cercare di intimidirmi: ho visto ciò che c'è di più marcio nel mondo e tu non sei certo un elemento che mi spaventa >>

Syd e Diva si persero in uno sguardo l'uno perso negli occhi dell'altro, sotto quello preoccupato delle ragazze, le quali avrebbero giurato di aver visto i colori bianco e ambra degli occhi del primo mescolarsi in quelli neri e argento del secondo.

<< e va bene Diva, facciamo a modo tuo. Passiamo alla prossima domanda: per chi lavori? >>

<< durante la mia permanenza ad Hekseville ho lavorato esclusivamente per me stesso >>

<< dunque ti trovavi in un luogo diverso da Hekseville prima di arrivare dalle nostre parti >>
 

<< esattamente... >>

<< dimmi da dove provieni... >>

<< il luogo da cui vengo è chiamato Terra. È posto in un altro piano dimensionale, ma non conosco la sua ubicazione precisa rispetto ad Hekseville e Jirga Para Lhao >>

<< e lì lavoravi per qualcuno? >>

<< esattamente, fin dalla nascita... >>

<< che intendi dire? >>
 

<< esattamente quello che ho detto... >>

<< in che contesto sei nato? Qual è la tua storia? >>

<< io non sono venuto al mondo in una casa o in un ospedale. Io sono nato 22 anni fa in un contesto del tutto singolare. La mia storia, a dirla tutta, inizia ancora prima della mia nascita: tempo addietro, sulla Terra, i più importanti governi del mio mondo si arricchivano, promettendosi a vicenda un'era di prosperità e mandando verso la fine l'era delle società segrete, delle spie e delle porcherie nascoste dai governi che venivano utilizzati in situazioni poco convenevoli. Tuttavia, malgrado la grandissima pace e la sicurezza che si era creata tra le varie nazioni, alcune persone necessitavano ancora dei "vecchi metodi". Di conseguenza, pochi eletti provenienti dai paesi più potenti del mondo si riunirono in un luogo sperduto per far sì che la scintilla della violenza e dei metodi brutali potesse ancora vivere. Così fu fondata la più terribile associazione indipendente che si fosse mai vista >>

<< che nome ha tale associazione? >>

<< non lo ha: oltre ad essere introvabile non ha il minimo scrupolo: è difficilissima da contattare, ma in compenso cerca di risolvere in tutti i modi i tuoi problemi con metodi non convenzionali ed illegali in cambio di denaro. È qui che entro in gioco io: io sono l'unico superstite del progetto MindCrush... >>

"date le sue abilità sapevo non fosse un teppista qualunque, ma non credevo che la storia fosse così intricata. Voglio saperne di più..." pensava intanto Syd incuriosito dalla storia insolita che Diva stava raccontando.

<< progetto MindCrush? In cosa consiste? >>

<< il progetto MindCrush è il programma più importante mai svolto dall'associazione anonima: consiste nel prendere un bambino e addestrarlo brutalmente fin dai primissimi giorni di vita, nutrendolo anche del siero che polverizza i sentimenti. È per questo che non ho un nome: io sono nato nel bunker dove era posta la sede della confraternita e sono sempre stato chiamato con un appellativo diverso in base alla missione svolta al momento. Non ho un nome poiché secondo il mondo non esisto: sono solo un file-name destinato a scomparire nell'arco di pochi giorni. La mia nascita è stata voluta proprio per iniziare il percorso "Mind Crush". Fin da bambino sono stato drogato in modo da non sentire nessuna emozione e mi è stata negata la possibilità di avere una vita normale proprio per distaccarmi da essa. Già in tenera età ho fatto cose che a voi poliziotti farebbero venire il voltastomaco, oltre che essere costretto a studiare ogni tipo di materia e ad addestrarmi per ogni tipo di evenienza. Mi hanno fatto uccidere la mia prima vittima a nove anni: era un figlio di un ex politico che era risultato scomodo per la sua propaganda >>

Le ragazze erano paralizzate: quale mostro poteva costringere un bambino a fare una cosa del genere?

Kat iniziò a guardare da un'altra parte.

<< Kat, Raven...se non ve la sentite potete uscire quando volete >> sussurrò dolcemente Syd.

Le due si guardarono con uno sguardo pieno di complicità

<< no Syd, dopo tutto quello che abbiamo passato vogliamo sapere >> rispose sottovoce la bionda.

<< qualcosa non va? >>, interruppe Diva.

<< no, puoi continuare... >>

<< come stavo dicendo, il mio addestramento è iniziato alla nascita e da quel giorno in poi l'omicidio divenne una routine. Verso i quindici anni, iniziarono a mandarmi nelle prime missioni sparse per il mondo, poiché proprio nel mondo qualcuno voleva ancora risolvere le cose alla vecchia maniera. È questo il motivo per il quale esisto: il progetto MindCrush aveva l'obbiettivo di creare il primo assassino della che garantisse al cento per cento la riuscita della missione a qualunque costo: nessun dubbio, nessun sentimento, nessun rimorso. io sono colui che agisce al di là della barriera imposta dai principi morali. Un obbiettivo è un obbiettivo, non importa l'eta, il sesso, l'etnia o la situazione sociale nella quale si trova: io porto SEMPRE il risultato voluto. Ovviamente, non è stato facile: io sono l'unico bambino sopravvissuto al progetto MindCrush. Gli altri bambini sono morti: chi durante gli addestramenti estremi...chi ucciso dal siero...il colore dei miei occhi e dei miei capelli sono una conseguenza dell'assunzione della sostanza per tutti questi anni. >>

<< i tuoi genitori? Sai per caso se qualcuno ha denunciato la scomparsa del proprio figlio? >>

<< non ho mai conosciuto i miei genitori e ti assicuro che se fossero stati persone esterne alla confraternita non sarebbero certo stati in grado di sopravvivere abbastanza da esporre denuncia >>

<< vuoi dire che... >>

<< dai dettagli apparentemente invisibili che ho notato durante la mia carriera, ho scoperto che sono stati loro i fondatori del progetto MindCrush... >>

Kat e Raven si misero una mano davanti alla bocca.

<< ... ... >>

<< ... ... >>

<< d'accordo, passiamo a qualche altra domanda...a proposito del siero: qual è il suo uso? È una specie di...droga? >>

<< non esattamente: il siero elimina completamente i sentimenti dal corpo di chi lo assume, facendo sì che possa svolgere il proprio lavoro al cento per cento delle sue possibilità: dovevano assicurarsi che non provassi desideri scomodi o mi facessi domande sulla mia esistenza >>

<< Syd, posso fargli una domanda? >>, sussurrò Raven.

<< aspetta un secondo, provo a sentire >>

*il testimone dell'interrogatorio desidera porre una domanda al prigioniero*, dichiarò Syd agli addetti alle registrazioni.

Quelli annuirono e il detective fece cenno alla ragazza di consultare Diva.

<< tu hai detto che il siero elimina completamente i sentimenti. Eppure, la notte in cui ci siamo incontrati all'ospedale sembravi impazzito, come lo spieghi? >>

<< il siero stava finendo e, per far sì che le mie scorte durassero di più, nel frattempo che la ricercatrice Eve lo ricreasse ho iniziato ad assumere il fluido in modo più irregolare. Era la prima volta che facevo una pausa di tre giorni e ho avuto una crisi di astinenza assieme ad una presentazione di più sentimenti nello stesso momento. Dal momento che era la prima volta che mi accadeva ho perso totalmente il controllo >>

<< dunque eri...impazzito dal dolore. Non nel senso fisico, intendo... >>

<< è probabile... >>

<< e allora spiegami perché non mi hai fatto niente quella notte >>

<< Raven, per adesso può bastare con le domande, lascia che continui io >> la interruppe Syd.

"è agitata e probabilmente vorrebbe sapere di più. Questo però non deve impedirmi di fare il mio lavoro"

<< d'accordo Diva, continuiamo. Dunque...ancora non mi è chiaro come tu sia arrivato da queste parti >>

<< non ho un'idea precisa. So solo che è collegato all'ultima missione che ho svolto nel mio luogo natio >>
 

<< spiegati meglio >>

<< qualcuno, da qualche parte nel mondo, aveva avuto l'idea di addestrare una persona in modo da renderla introvabile. Non era come il progetto MindCrush, ma il soggetto era stato addestrato per prendere informazioni in giro per il mondo senza farsi trovare da nessuno. Dai dati che erano stati raccolti, non era addestrato ad uccidere come lo ero io, ma dove lavoravo avevano iniziato ad avere dei dubbi sulle possibili informazioni raccolte riguardanti il mio luogo d'origine. Ovviamente nessuno aveva timore che qualcuno scoprisse la mia esistenza: io sono DAVVERO introvabile. Tuttavia, la segretezza della loro sussistenza avrebbe potuto essere messa a repentaglio. Decisero quindi di mandarmi sulle tracce del mio obbiettivo, il quale venne soprannominato col codice "BrainStealer", ovvero l'appellativo che si era guadagnato grazie alla sua fama. Passarono mesi nei quali mi spinsi in ogni angolo della Terra, facendo di tutto per seguire le tracce del mio bersaglio e uccidendo moltissime persone allo scopo di portare a termine la missione. Infine, dopo aver scoperto l'identità di questa persona, arrivai in un luogo freddo e desolato: le mie tracce e i miei dati portavano in una base sotterranea. Scendendo nei piani inferiori, capii che mi trovavo in una sorta di laboratorio. Appena arrivai nella stanza in cui si trovava l'uomo che cercavo da settimane mi ritrovai davanti a una sorta di grosso reattore: quel luogo era sicuramente un centro di ricerca dove esperimenti di losca portata venivano nascosti ai governi.

Improvvisamente, il soggetto che cercavo mi si parò davanti di sua spontanea volontà, gesto piuttosto strano da parte di chi non vuole essere trovato, soprattutto se si vede qualcuno uccidere la sicurezza e infiltrarsi nel proprio laboratorio. Quando però mi chiamò col mio nome in codice mi resi conto di cosa era successo: lui non era reale >>

<< Diva, cosa intendi con "lui non era reale"? >>, chiese Syd cercano di ottenere in fretta una risposta alla sua domanda.

"non so cosa possa entrarci con il suo arrivo ad Hekseville ma vediamo dove ci porta la sua storia..."

<< intendo dire che non era mai esistito nessun "BrainStealer": la stessa organizzazione per la quale lavoravo mi aveva ingannato. Mi aveva fatto seguire una pista precostruita alla perfezione in modo da farmi trovare qualcuno che loro stessi avevano ingaggiato >>

<< e perché mai avrebbero voluto fare una cosa del genere? >>

<< perché oramai ero diventato pericoloso: avevano visto che ero diventato troppo difficile da gestire per essere tenuto in cattività: attraverso di me, avevano il potere di uccidere un qualunque abitante della Terra quando volevano. Era troppo potere per una singola cerchia di persone e avevano paura che, malgrado le loro precauzioni, potessi ribellarmi a loro. Ci hanno messo anni per preparare un piano perfetto come questo e c'era la possibilità che fallisse: hanno rischiato molto, peccato che abbia capito la verità troppo tardi >>

<< pensavo che nessuno fosse in grado di ingannarti... >>

<< nessuno lo è...eccetto per i creatori che mi davano gli ordini: mi avevano addestrato per essere fedele al cento per cento dei comandi senza obbiettare: anche la perfezione ha i suoi difetti... >>

<< ok, questa parte della storia l'ho capita. Quello che non ho capito è perché me la stai raccontando: io ti ho chiesto come sei arrivato da noi >>
 

<< te la racconto perché è proprio allora che è accaduto >>

<< accaduto cosa? >>
 

<< quando ho capito la verità, il finto obbiettivo che ho inseguito per mesi ha attivato un pulsante che avrebbe fatto esplodere il reattore: aveva giurato di farsi saltare in aria insieme a me nel luogo più isolato della Terra pur di porre fine alla mia esistenza senza lasciare alcuna traccia. Tuttavia, quando ci fu l'esplosione, vidi una grande luce bianca. Subito dopo, mi sono risvegliato ad Hekseville, in un parchetto all'interno dell'impianto fognario di Aulndnoir. Non so dirvi di più... >>
 

Kat sapeva dov'era quel posto: era lo stesso luogo dove lei si era risvegliata per la prima volta ad Hekseville dopo essere caduta dalla cima del pilastro del mondo.

<< Diva >>, disse la ragazza senza chiedere il consenso.

Lui si girò verso di lei con lo sguardo impassibile.

<< cosa c'è? >>, chiese il carcerato con massima calma.

Syd decise di non intervenire: il suo intuito continuava a dirgli che la giovane amica avrebbe fatto una domanda arguta.

<< quando sei arrivato ad Hekseville? Di preciso intendo... >>
 

<< 600 giorni, 21 ore e 48 minuti fa mi sono risvegliato ad Hekseville >>

"che ansia: non potrebbe rispondere in maniera normale per una volta? Dunque, seicento giorni sono circa..."

Syd vide le due shiter riflettere per qualche secondo, per poi guardarsi sorprese.

<< ragazze, che cosa c'è? >>

La giovane bionda si rivolse verso il suo amico.

<< Syd, poco più di un anno e mezzo fa ricordi cosa è successo? Sono scomparsa per diventare una singolarità con la tempesta gravitazionale gigante che stava sotto Hekseville! Non so il perché, ma ho come la sensazione che le due cose siano correlate >>

Diva, a quelle parole, rivolse lo sguardo verso lo strano trio che aveva davanti.

<< forse...l'esplosione del reattore in contemporanea con la nascita di una singolarità (seppur in due piani dimensionali diversi) ha fatto sì che nascesse una sorta di portale che mi ha portato fin qui. Considerando le probabilità infinitesime assieme al fatto che l'esperimento non è replicabile a causa del sempre presente errore umano...direi che l'esperimento non è replicabile >>

Syd si alzò in piedi.

<< esatto...sei destinato a rimanere chiuso qui in cella per sempre mio caro. In ogni caso, l'interrogatorio è concluso. Tra poco verrai scortato nella tua cella >>

La sala di registrazione smise di catalogare tutto quello che veniva detto e il detective fece cenno alle due di prepararsi ad andare.

<< Syd... >>

Questo si girò un po' sorpreso.

<< cosa vuoi Diva? >>

<< capisci adesso il perché delle mie richieste? Nessuno deve replicare questa cosa: nessuno deve avere così tanto potere a disposizione >>

<< capisco... >>

Syd si alzò in lentamente in piedi, guardò le sue amiche e poi si avviò lentamente verso l'uscita.

Una volta fuori, Kat si avvicinò all'uomo.

<< la storia che ha raccontato è stata incredibile >> disse la ragazza.

<< si, lo è. Mi sembra incredibile che abbia un passato così delirante: ascoltare la sua storia mi ha fatto capire cosa c'è davvero al di là delle morali che seguiamo e cosa accade quando nessuna di queste vengono seguite >>

<< immagino...in ogni caso l'ho visto molto tranquillo, secondo te come mai? >>
 

<< probabilmente ha gli ultimi residui del siero ancora in corpo, oppure sta trovando finalmente un po' di pace... >>
 

<< suppongo di si, in ogni caso è finita... >>
 

<< proprio così: tu e Raven dovreste andare a riposarvi un po' adesso. Comunque, non vi ringrazierò mai abbastanza: siete state davvero coraggiose a consegnarvi a Cai per tenere al sicuro i cittadini >>

<< abbiamo fatto tutti la nostra parte: noi due, te, Yunica, Permet e persino quel pazzoide là dentro >> disse Raven sogghignando.

Tutti e tre si salutarono, tornando ognuno alla propria abitazione. Quella notte, Syd finalmente trovò un po' di sonno dopo tantissimo tempo, mentre le due eroine della città riuscirono a trovare la tranquillità che cercavano ormai da mesi: il loro incubo era finito e nessuno adesso avrebbe di nuovo sconvolto le loro vite disseminando la violenza per tutta la città.

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PARTE TRE: DIARIO DI BORDO.

(PUNTO DI VISTA DI DIVA, PRIMA PERSONA).

Giorno uno.

Hanno appena finito di interrogarmi e mi hanno portato alla mia cella. Non è molto grande, ma è decisamente molto più funzionale dei posti che utilizzavo come rifugio prima della mia resa: ci sono un letto, un tavolino e un vaso da notte. L'unica cosa che mi è stata concessa sono un taccuino e un lapis per prendere appunti che sto proprio usando in questo momento. Davanti a me c'è una guardia che non mi stacca gli occhi di dosso. Si scambia il turno con dei suoi colleghi e ognuno di loro mi tiene d'occhio in maniera costante.

Penso che i pochi che sanno chi sono davvero abbiano sviluppato una sorta di ossessione nei miei confronti, il che è piuttosto prevedibile. In ogni caso, starmene in questo posto mi garantisce la sopravvivenza, per quanto mi sembra strano starmene senza equipaggiamento tutto il tempo. Hanno preso la mia veste speciale e mi hanno vestito con uno straccio da detenuto. Se Syd manterrà la parola, i miei equipaggiamenti e armamenti vari non verranno sottratti, ma saranno conservati senza che nessuno li tocchi.

Adesso però mi aspettano delle giornate piuttosto complicate: sento l'effetto del siero svanire e man mano che passa il tempo gli effetti collaterali inizieranno a manifestarsi in modo sempre più pesante, fino a quando non avrò superato la dipendenza dal fluido che mi veniva fornito dall'organizzazione per la quale lavoravo.

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Giorno due.

Il rancio della mensa del carcere non è così male. Ovviamente, mentre entravo nella grande stanza durante l'ora di pranzo alcuni carcerati hanno guardato in maniera strana il "nuovo arrivato", soprattutto un uomo.

È alto e ha così tanti muscoli che pare stia per esplodere. È mancino, ha tre tatuaggi e sembra muoversi a proprio agio all'interno della struttura. Non gli ho parlato (non parlo con nessuno), ma da quel che ho capito deve essere qui da molto tempo a causa dei crimini indotti dalla sua mente da psicopatico.

Nell'ora delle docce, lo stesso pazzoide ha provato ad avvicinarsi a me mentre gli davo le spalle e mi ha sussurrato nell'orecchio che sono "davvero carino".

Capendo le sue intenzioni, gli ho detto in totale tranquillità che non volevo essere toccato in alcun modo, per poi intimargli di tornarsene nella sua doccia.

Non mi ha ascoltato e ha cercato di afferrarmi i fianchi con entrambe le braccia.

Gli ho spezzato entrambi gli arti e l'ho atterrato. Gli altri detenuti sembravano davvero sorpresi: quel tipo deve essere uno che di solito riesce a sottomettere facilmente le persone che gli stanno intorno.

Le guardie, sentendo le urla, sono subito intervenute e mi hanno portato forzatamente alla mia cella, buttandomi addosso il mio stesso vestito giusto per non andarmene in giro completamente nudo.

Non ho reagito e adesso sono di nuovo dietro a delle sbarre di metallo.

So benissimo che potrei reagire. Avrei tranquillamente le capacità per ammazzare tutti questi incompetenti per poi fuggire di nuovo, ma so anche che facendo così non avrei più scampo e poi...c'è qualcosa che mi impedisce di far del male a quei poliziotti.

È una sensazione un po' strana, penso sia un sintomo della mancata assunzione del siero.

Per adesso però non c'è niente di cui devo preoccuparmi.

Ho già svolto la mia ultima missione in maniera più che egregia...

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Giorno cinque.

Oggi mi gira la testa...

In compenso però, da quando ho spezzato le ossa delle braccia di quel pervertito, la voce si è sparsa e nessuno ha provato a infastidirmi.

Ricordo ancora le urla di quell'uomo. Gli avevo chiesto di lasciarmi in pace e lui ha voluto comunque provare a....

Ricordo quell'emozione che ho provato...era rabbia?

Non lo so, ma una cosa è certa: le sensazioni che provo iniziano ad essere più forti.

la mia astinenza si sta evolvendo...

non so come reagirò quando avrò la mia crisi massima, ma fortunatamente Syd mi ha ascoltato, facendomi mettere in una cella a parte.

La mente sta iniziando a farmi strani scherzi: mi torna sempre in mente la notte dell'ospedale.

Quelle persone nella sala d'attesa...loro non sarebbero dovute morire...

Ricordo perfettamente quella notte, eppure non so perché finisco per pensarla spesso.

Ricordo anche Raven che era in preda al dolore: riesco davvero a provocare una tal quantità di sofferenza alla gente?

Di certo, pensare alle conseguenze delle mie azioni sulla psiche altrui non è mai stato nel mio stile. Tuttavia, tutta questa tranquillità nella quale sono immerso e tutto questo silenzio mi stanno dando il tempo di pensare.

È la prima volta nella mia vita in cui mi trovo in una situazione dove non ho uno scopo.

Le mie giornate sono vuote, e la mia mente non ha nulla di importante da fare. Non ho più un filo logico da seguire e forse è proprio questo è il motivo dei miei pensieri anomali...

Per adesso ho molte domande e poche risposte, meglio mettersi a riposare...

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Giorno sei.

Oggi il mal di testa è peggiorato.

Mi sono svegliato appena la guardia mi ha ordinato di alzarmi.

Di solito mi alzo da solo durante l'alba o in qualsiasi orario mi sia prefissato nella mente.

Oggi però, quando il carceriere mi ha detto che ore erano sono davvero rimasto sorpreso: ho aperto gli occhi a mezzogiorno. Con il corpo senza forze, mi sono fatto scortare verso la mensa, anche se al tizio che mi stava portando non importava che stessi praticamente barcollando.

Dopo quello che ho fatto a nessuno può certo importare di come sto o di quello che provo...

Fortunatamente, l'episodio avvenuto alle docce ha fatto inibito completamente la voglia degli altri detenuti di infastidirmi.

Questo è un bene, oggi non so se sarei stato in grado di reagire, mi sento particolarmente debole.

Dopo aver passato il pomeriggio a dormire, la guardia mi ha detto che era ora di cena: mi sono rifiutato di uscire di cella a causa della mia debolezza, con grande sorpresa da parte del poliziotto.

Adesso che però mi sono risvegliato un'altra volta per scrivere non riesco ad addormentarmi, probabilmente perché mi sto chiedendo cosa staranno facendo gli altri: che staranno combinando Kat e Raven? E Syd? E soprattutto, perché me lo chiedo? A me non importa degli altri, anche perché non ha senso preoccuparsi delle persone quando non si ha nessuno...

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Giorno sette

Delirio.

È la prima parola che mi è venuta in mente al mio risveglio.

Stanotte mi sono risvegliato alle quattro del mattino in preda al panico. Ho iniziato ad urlare frasi apparentemente sconnesse, esattamente come la notte all'ospedale. la rabbia incontrollabile si è impossessata nuovamente di me, impedendomi di ragionare.

Farmi mettere in una cella isolata è stata una buona idea...

Quando la guardia mi ha intimato di smettere di gridare, ho imprecato contro di lui offese di ogni tipo, oltre che a continuare a rantolare e a soffrire in modo atroce.

Quello aveva già preso il manganello in mano, ma un suo collega lo ha fermato, dicendogli che avrebbe rischiato di morire se fosse entrato nella mia cella, oltre al fatto che colpire un prigioniero in preda al panico non sarebbe stato degno del loro lavoro.

Almeno la prima parte l'ha detta bene: se fosse entrato lo avrei certamente ucciso a mani nude in un istante senza alcun rimorso.

In ogni caso, per un attimo mi pare di aver visto il volto di quel ragazzo.

Sembrava Adam, il giovano al quale ho ucciso moglie e figlio. Gli ho fatto perdere tutto, eppure ha impedito al suo collega di provare a colpirmi. Ammetto che ha un animo forte...

Tutta quella rabbia...e l'altra cos'era? Tristezza? Se lo era, ammetto che è stata dura da sopportare.

Nel luogo dal quale provengo, mi hanno fatto studiare tutte le materie possibili immaginabili fino a diventare un esperto in moltissimo campi, compresa la psicologia. Tuttavia, per quanto sia bravo ad applicarla sugli altri, non ho mai avuto l'occasione di impiegarla su di me a causa della mia totale assenza di sentimenti, cosa che mi ha reso impossibile la distinzione di questi e delle sue sfumature su di me.

Non ho mai sentito niente, per me questo è tutto nuovo.

Stanotte, in quello stato in cui ancora una volta vedevo completamente rosso, ho potuto assaporare ancora una volta la rabbia, l'angoscia e la tristezza.

Dopo essere quasi svenuto sul pavimento della mia cella, mi sono risvegliato in questo momento. È mattino e riesco a percepire dei rumori che non sono soliti nella routine di questo reparto del carcere.

Sta arrivando qualcuno, meglio mettere via tutto e continuare ad annotare più tardi...

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CAMBIO PUNTO DI VISTA (TORNA ALLA NORMALITÀ).

Diva mise via il taccuino sul quale stava annotando i suoi appunti ormai da giorni per poi mettersi seduto sul letto in attesa di vedere la fonte di quei curiosi rumori che le sue orecchie avevano finemente percepito.

Si passò una mano tra i folti capelli grigi in modo da aggiustarli per poi accasciarsi sul letto.

"stanotte ho dormito pochissimo, credo che sia meglio stare distesi..."

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Intanto, nei corridoi della prigione.

Kat, Raven e Syd stavano camminando a qualche corridoio di distanza. Erano passati sette giorni da quando avevano assistito all'interrogatorio di Diva, evento nel quale erano riusciti a scoprire numerose tristi verità su quello strano ragazzo che adesso era confinato nell'edificio.

Il detective, mentre avanzava a fianco delle due shifter, leggeva ad alta voce il risultato delle analisi svolte sull'equipaggiamento sottratto al prigioniero.

<< dunque...hanno trovato ogni genere di oggetto: sulla schiena della veste c'è un rampino multi-direzionale, nei vari scompartimenti nascosti e nelle tasche tattiche c'è ogni sorta di arma da combattimento ravvicinato e non, oltre che agli equipaggiamenti adatti ad operazioni di ogni sorta. Il casco e il resto dei vestiti contengono una tecnologia diversa dalla nostra, cosa che prova che non può provenire dal nostro mondo...penso che dica la verità >>

<< non credo ci sia da stupirsi, quello lì ne ha combinate di tutti i colori >>, rispose prontamente Kat.

<< si lo so, ma c'è comunque una cosa che mi colpisce >>

<< che cosa? >>

<< all'interno del suo vestito sono disposti degli aghi: se si preme un pulsante, questi si infilano tutti insieme nel corpo di chi indossa la veste...saranno almeno una decina! >>

<< serve per il siero, non è vero? >> chiese freddamente Raven.

<< si, i nostri esperti dicono che serve ad assumere grandi quantità di liquidi via endovenosa in pochi secondi, anche se si è in movimento o in posizioni scomode >>

<< capisco ma...perché siamo qui? >> chiese la ragazza dai capelli biondi con una smorfia.

<< voglio chiedere a Diva di dirmi qualcosa di più sul suo equipaggiamento >>

<< capisco, forse io e Raven avremmo dovuto chiederti che cosa venissi a fare qui dentro prima di venirti ad accompagnarti a priori... >>

<< Kat, la visita a un carcerato di questo tipo ci può aiutare a scoprire altri dettagli che ci sono sfuggiti...potrebbe essere utile >> aggiunse l'amica.

Mentre parlavano, finirono di entrare proprio nel reparto dove era rinchiuso la persona in questione.

Percorsero il corridoio in tutta la sua lunghezza mentre i volti dei carcerati si concentravano su coloro che stavano camminando il mezzo a loro. Del resto, osservare tutto quello che si trovava fuori dalla cella era una delle poche cose che si riusciva a fare e vedere qualcuno così famoso passeggiare per il reparto di massima sicurezza era sicuramente qualcosa che ti animava la giornata.

Le ragazze stavano una alla destra e una alla sinistra di Syd, Dusty camminava accanto alla padrona mentre Xii se ne stava tranquillo sulla spalla di Raven.

Entrambe cercavano di non incrociare gli occhi dei detenuti, come se quella visione le ricordasse costantemente che nella città che tanto amavano e cercavano di proteggere c'erano anche persone come quelle che adesso le stavano scrutando.

"un tempo mi sarei meritata di stare in una di queste celle. Chissà se me lo merito ancora..." pensò Raven malinconica.

Era un ambiente suggestivo, dove chi entrava doveva sopportare i commenti di ogni genere scagliati dai detenuti che riempivano quelle celle.

Improvvisamente, la ragazza dai capelli corvini vide una qualcosa attraversare le sbarre e allungarsi verso di lei.

Era una mano grande e robusta e, se lei non avesse sussultato per poi indietreggiare in fretta e furia, quelle dita l'avrebbero quasi sicuramente raggiunta.

Guardò disgustata la fonte di quel gesto e vide un grande uomo tatuato appoggiare sulle aste d'acciaio una testa calva con un ghigno malizioso stampato sul volto. Era robusto e sembrava più bestia che uomo.

<< ehi bellissima, perché non vieni qui dentro con me per qualche minuto? Mi basta poco tempo e sono sicuro che ne basterà poco anche a te, heheh >> disse quello con una vociona che pareva quella di un orco.

A quelle parole, delle risate risuonarono dalle celle circostanti.

Raven lo guardò con uno sguardo quanto minaccioso quanto turbato.

<< sei un lurido animale >>, rispose lei mantenendo un tono serio.

<< perché? Non ti piaccio? >> chiese il tizio ridendo di gusto mentre tornava in tranquillità verso la si branda.

La ragazza rimase ad osservarlo per qualche secondo allibita.

<< Raven, ignoralo. Qui dentro si trova la peggiore feccia di Hekseville e le loro parole non vanno ascoltate >> cercò di tranquillizzarla Syd.

Percorsero gli ultimi e pochi metri prima di arrivare finalmente alla cella dove stava la persona che stavano cercando.

Diva se ne stava disteso sul lettino sul lettino, a guardare in alto senza fare nulla di particolare.

Quando sentì qualcuno fermarsi davanti alla sua cella, non esitò a parlare.

<< il detective e le due regine della gravità... >>, disse con voce lieve senza guardarli nemmeno.

<< salve Diva >> rispose Syd con tono pacato.

<< ammetto che non mi aspettavo il vostro arrivo in questo momento. Pensavo che mi avreste fatto visita solo in eventi rari e molto sporadici. È appena passata una settimana...che ci fate qui? >>

<< è molto semplice: gli esperti hanno analizzato la tua "attrezzatura da lavoro" e non riescono a capire alcune cose. Ti chiedo solo di controllare questi appunti >>

<< capisco... >>

Syd prese dalla tasca gli appunti e gli schemi forniti dagli addetti alle ispezioni e li porse al ragazzo.

Questo li prese alquanto incuriosito per poi rimettersi a sedere sulla propria brandina a leggere i fogli.

Dopo alcuni secondi, il giovane si distese sul lettino per poi appoggiarli accanto a sé.

<< il fatto che non abbiate capito la funzionalità di alcuni elementi della mia veste non mi sorprende, oltre al fatto che avete trovato a malapena la metà delle cose che avreste potuto scovare >>

<< quindi ci sono altre cose che non sappiamo? >>

<< Raven, perché sei così turbata? >>
 

I tre si fermarono a guardare il ragazzo.

Mentre parlava non si era mai girato verso i suoi interlocutori, mantenendo un tono calmo e quasi annoiato.

Ora aveva totalmente ignorato le parole di Syd.

<< ho sentito la scenetta che avete avuto con l'uomo che si trova a poche celle di distanza. È per quello? >>

La ragazza incrociò le braccia e distolse lo sguardo dal ragazzo disteso sul letto.

<< non è niente e poi a te che importa? >>

<< di certo non c'è bisogno di un addestramento per vedere che sei turbata. Si riesce a vedere anche senza guardarti. Dimmi, che cosa c'è? >>

<< non mi piacciono i pervertiti che se ne stanno a marcire in galera, contento? >> rispose Raven alzando la voce.

<< che ti aspettavi di trovare venendo da queste parti? >>

<< è normale che sia turbata. Non succede tutti i giorni che un bestione provi a...toccarti in quel modo. È ovvio che non se lo aspettava. Voleva solo starsene in santa pace >>, disse Syd provando a difendere la ragazza.

<< non può, non qui, non col fisico che ha... >>

Raven puntò gli occhi azzurri verso quello strano tipo.

<< che intendi dire? >> chiese Kat curiosa.

<< intendo dire che ha un fisico troppo bello per passare inosservata, soprattutto con quel vestito. Sto solo dicendo che in un posto come queste cose del genere sono all'ordine del giorno. In ogni caso...se dovesse succedere ancora fammelo sapere... >>, continuò Diva mentre guardava ancora il soffitto.

Raven non sapeva cosa dire.

<< ti aspetti che ti ringrazi per questo complimento? Da quello che hai detto sembri quasi come gli altri >>

<< no, non mi aspetti dei ringraziamenti e no, non sono come gli altri detenuti qui presenti >>

Intanto, dalla una cella poco distante da lì si sentì tuonare una voce familiare.

Diva si mise a sedere e tese bene le orecchie: era l'uomo che aveva provato ad importunare la ragazza.

<< pensi che abbia paura di te ragazzo? Non temo un moccioso che si mette a urlare e delirare la notte >>

A quelle parole le shifter e il loro amico guardarono sorpresi il giovane carcerato.

Kat si avvinò alle sbarre.

<< tu hai... >>

Diva guardò per un attimo i tre e poi si mise a guardare da un'altra parte. Il suo viso arrossì in maniera appena percettibile.

<< ...effetti collaterali... >>

<< che c'è ragazzo...non rispondi? Hai paura del vecchio Bill? >>, continuò a gridare la voce dell'uomo perverso.

"aspetta che ci incontriamo più da vicino..."

Syd interruppe quella strana scena.

<< Diva, perché non mi dici semplicemente che cosa abbiamo sbagliato nelle ispezioni? Ci stiamo mettendo un po' più del previsto non trovi? >> disse lui cercando di tagliare corto.

Il ragazzo tornò a stendersi sul lettino.
<< perché mi annoio... >>
<< tu...cosa? >>, chiese sorpreso l'uomo.

<< si...non so se è questa la noia, però penso che starmene qui tutto il tempo senza fare niente di concreto sia...poco produttivo >> rispose il ragazzo in totale tranquillità.

<< ti sei consegnato di tua spontanea volontà e sapevi benissimo che saresti finito in carcere >>

<< sì, ma non sapevo cos'era la noia. Non fraintendermi, sono consapevole che dovrò starmene qui e accetto la cosa. Sto solo cercando di trovare qualcosa da fare: non capita spesso di ricevere delle visite. Ora che ci penso...non ne ho mai ricevuta una... >>

Syd guardò il ragazzo passarsi una mano tra i capelli mentre continuava a starsene disteso sul lettino logoro della sua cella. Aveva davvero un modo strano di esprimersi ma il detective comprendeva la cosa: non doveva essere semplice gestire una situazione mentale come la sua, anche se di certo non provava compassione nei suoi confronti: si trattava sempre di un criminale che aveva ucciso centinaia di persone.

<< sei proprio un tipo strano...con te non ci si annoia mai, non è vero? >>

<< è probabile, anche se il mio concetto di strano è piuttosto diverso dal tuo e quello delle tue amiche... >>

<< può darsi. In ogni caso ho saputo che solo due giorni dopo il tuo arrivo in cella hai spezzato le braccia ad un altro detenuto. Avevi detto che saresti stato collaborativo. Vuoi far male alle persone anche dopo la tua resa? >>

<< quel tipo voleva...toccarmi, se capisci cosa intendo. Io sono collaborativo con chiunque abbia un atteggiamento consono nei miei confronti. In caso contrario cerco di rimediare alla cosa. È il semplice principio azione-reazione: qualcuno prova a farmi del male, io mi difendo. Come potete ben vedere, anche io cerco di mantenere la mia incolumità a posto >>

Le ragazze avevano una faccia disgustata: per loro era rivoltante l'idea che un uomo potesse provare a violentare un ragazzo nelle docce della prigione. Eppure, quello ne parlava come se nulla fosse.

<< in ogni caso, cercherò di essere collaborativo: penso di aver avuto una dose sufficiente di compagnia per oggi...adesso trascriverò cosa altro dovete fare per scoprire tutto quello che c'è da sapere sui miei "attrezzi da lavoro", anche se non capisco perché vi interessi tanto >>
<< la legge mi impone di scoprire tutto quello che si può sui prigionieri, non dipende da me. Comunque, grazie della collaborazione >>

<< non ringraziarmi... >>

La conversazione finì: Syd riottenne i suoi fogli e insieme alle ragazze si incamminò verso l'uscita.

<< ehi Syd, non ti sembrava un po' diverso? >> chiese Kat al suo amico.

<< si, penso che il suo corpo stia spurgando lentamente tutto il siero dal suo corpo, anche se mi sembra sempre una persona piuttosto inquietante >>

<< in ogni caso non capisco perché ci hai portate con te, non siamo state per niente utili >>

<< pensavo che dopo tutti gli sforzi che avete fatto assieme a me vi avrebbe fatto piacere vedere lo sviluppo della situazione >>

Raven guardò gli altri due.

<< beh, se per "sviluppo" intendi dire ricevere complimenti molesti dai detenuti... >>
<< mi dispiace Raven... >>

<< fa niente, avrei dovuto immaginarlo >>

<< perché adesso tu e Kat non ve ne andate a riposare? Vi ho fatto alzare presto. Farò fare ai miei colleghi la ronda di oggi >> dichiarò l'uomo facendo l'occhiolino.

<< da quando sei così disponibile e iperattivo? >> disse Kat divertita.

<< posso sempre ritirare la mia offerta se lo desideri >>

Appena ebbe finito di parlare, Syd vide le ragazze far cenno di no con la testa e iniziare a brillare per poi partire a tutta velocità per i corridoi.

<< Ragazze, niente scivolate gravitazionali per i corridoi! >>

Niente da fare, quelle erano già sparite.

"quelle sono matte da legare..." pensò lui divertito.

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PARTE QUATTRO: RIPROGRAMMAZIONE.

Alcune settimane dopo la sconfitta del re Cai, le cose si erano lentamente rimesse a posto: gli attriti tra Heksevillle e Jirga Para Lhao si erano ammorbiditi e le due grandi città stavano ricominciando lentamente a rientrare in contatto, anche grazie alle azioni diplomatiche svolte in modo magistrale da Lisa e Syd, la cui unione formava una forza inarrestabile forza politica.

Anche se inizialmente l'unico a varcare la soglia era stato l'uomo dai capelli bianchi, il tempo riuscì man mano a distruggere quel pregiudizio nei confronti di chi proveniva da Hekseville che stava distruggendo ogni rapporto umano che si era creato tra due aggregati urbani che avevano smesso per un po' di tempo di supportarsi l'un l'altro.

C'era ancora chi provava dei dubbi nei confronti della riaggregazione, ma prima o poi tutte le fonti di odio si sarebbero assopite, facendo sì che il lavoro di Cai si estinguesse per sempre.

Infatti, dopo circa un paio di mesi dal ripristino del contatto, i cittadini di una città ripresero a visitare gli uni le zone degli altri.

Ovviamente, anche Kat e Raven avevano saputo della riappacificazione e non avevano perso tempo ad organizzare una ronda diurna come non la facevano da tempo.

Volevano infatti approfittare della situazione per poter tornare finalmente a visitare gli amici che avevano conosciuto durante le avventure a Jirga Para Lhao.

Una mattina, alla casa tubo, le due si stavano preparando per il giro di ispezione. Erano decisamente di buon umore anche perché finalmente, dopo tanto tempo, potevano finalmente andare a svolgere il proprio lavoro anche nelle varie zone al di là di Hekseville.

Avrebbero finalmente visto Lisa, Ciecie e tutti gli altri del villaggio Banga oltre a tutte le persone che abitavano negli altri quartieri.

il tempo era bellissimo e il cielo azzurro avrebbe consentito un viaggio tranquillo e sereno.

<< Raven, io sono pronta >> si sentì rimbombare per la piccola casa-tubo.

<< finalmente! Pensavo non saresti più uscita di lì >>.

Entrambe, dopo aver finito di sistemarsi, attraversarono la tenda che fungeva da ingresso per iniziare il loro giro di perlustrazione.

Improvvisamente però, videro qualcosa volare verso di loro.

<< Kat, Raven, buongiorno >>

Kat sorrise all'uomo.

<< ciao Syd, sei venuto a salutarci prima della nostra visita a Jirga Para Lhao? >>

<< ehm...a dirla tutta no >>

"oh no, prevedo richiesta di favori scomodi in arrivo" pensò la ragazza.

<< che succede Syd? >> chiese Raven mentre incrociava le braccia.

L'uomo si passò la mano tra i capelli con una risatina nervosa.

<< io, ehm...devo chiedervi una cosa che sicuramente non vi piacerà >>

Le ragazze si guardarono per un secondo, poi tornarono a guardare Syd con sguardo minaccioso.

<< che hai combinato stavolta?! >> domandò Kat scocciata.

Syd girò la testa verso l'alto e sospirò, poi rivolse nuovamente lo sguardo verso le ragazze.

<< dalle mie parti abbiamo bisogno di voi. Stavolta non sono io a voler chiedere il vostro aiuto: sapevo quanto fosse importante per voi tornare a far visita agli amici di Jirga Para Lhao ma per oggi c'è davvero bisogno i voi. Vi assicuro che se non fosse stato così urgente non vi avrei mai chiesto una mano... >>

Le ragazze tornarono a guardarsi: l'ultima volta che Syd aveva chiesto loro una mano stava andando ad una riunione organizzata a causa di Diva, per non parlare del fatto che si erano ritrovate ad assistere all'omicidio avvenuto nella piazza della fontana di Auldnoir.

<< Kat, penso che dovrai aspettare domani per a chiedere a Misai se è davvero interessato ad uscire con te >> sussurrò Raven nell'orecchio dell'amica.

<< piantala Raven! >> rispose Kat arrossendo.

<< e va bene Syd, verremo con te! spero solo che la ragione sua effettivamente buona... >>, continuò la ragazza bionda.

"per adesso è andata meglio del previsto. Adesso però chi gliela spiega la ragione per cui le ho chiamate? Penso che mi arriveranno un paio di calci gravitazionali nel culo..."

<< vi assicuro che lo è: abbiamo bisogno di voi per un "progetto ad alto rischio" >>

<< in che senso? >>, chiesero le due all'unisono.

<< come ben saprete, Diva è in prigione. Tuttavia, sono stati riscontrati comportamenti anomali nel corso di questi mesi >>
Kat avanzò di un passo.

<< comportamenti di che tipo? >>

<< ha rivelato informazioni aggiuntive sui criminali della prigione e ha addirittura agito a fianco di alcune guardie quando alcuni prigionieri cercavano di aggredirle. Lui ha dichiarato di voler soltanto mantenere l'ordine all'interno del carcere. Però il sindaco e le forze speciali medusa hanno saputo di questi eventi con delle soffiate di dubbia origine >>

<< noi cosa c'entriamo con tutto questo? >>

<< i due enti che vi ho appena citato si sono rivolti all'uomo che lo ha "catturato" e gli hanno chiesto di trovare qualcuno che...lo accompagnasse fuori dalla prigione >>

Le ragazze lo guardarono allibite.

<< Syd, che cavolo volete fare?! Abbiamo dato la caccia a quel pazzo omicida per non so quanto tempo. ho letto l'elenco dei deceduti Syd, sono centinaia! Come puoi chiederci una cosa simile?! >>

Kat era furiosa. Se non avesse avuto già gli occhi rossi, sarebbero diventati comunque del colore del fuoco.

<< ve l'ho già detto, non è opera mia. Ho provato a spiegare che potrebbe scappare di nuovo ma mi hanno risposto che se non avessi provveduto io alla buona riuscita di questo progetto ci avrebbe pensato qualcun altro. gli esponenti dell'unità Medusa ha già avuto l'approvazione dal sindaco: da quando è avvenuta l'invasione di Cai quello è diventato paranoico e quando gli è stata proposta l'assunzione di un presunto agente che non fallisce mai ha accettato subito. Non possiamo neanche fare casino, anche perché la situazione politica di Hekseville è molto delicata al momento >>

Raven, che aveva ascoltato tutto senza commentare, si fece avanti anche lei.

<< in teoria noi cosa dovremmo fare? >>
<< Diva vestirà come un normale cittadino (oltre che a dargli delle lenti a contatto...) e una volta a settimana dovrete scortarlo fuori dalla prigione per "reintrodurlo nella società". In ogni caso gli impianteremo un chip nel collo in modo da poter monitorare la sua posizione in maniera costante. Quando mi hanno detto di trovare qualcuno in grado di tenerlo d'occhio...ho pensato a voi due >>

<< come sempre >>, disse Kat roteando gli occhi e sbuffando.

<< suvvia non fate così. Siete comunque libere di non accettare >>
Raven lo guardò con lo sguardo torvo.

<< dì la verità...non hai nessun altro che possa aiutarti come noi due >>, dichiarò la ragazza mentre il corvo andava a posarsi sulla sua spalla

<< esattamente >>

<< e perché non ci pensi tu? >>

<< nel caso in cui ci fosse bisogno...io non posso volare. Io posso controllare i nevi: non è molto utile per un'operazione in cui non bisogna dare nell'occhio >>

Le ragazze si allontanarono un attimo per consultarsi.

<< Raven, a me non piace questa cosa >>

<< lo so Kat, nemmeno a me. Però hai sentito cosa ha detto Syd: se non ci penseremo noi lo farà qualcun altro e sono sicura che quel "qualcun altro" non può farcela come possiamo fare noi due. Io penso che dovremmo provare >>

<< d'accordo, facciamo così... >>

Kat tornò a guardare Syd negli occhi. Nello sguardo dell'uomo si poteva notare una nota di tensione che non poteva essere ignorata. La ragazza capì che anche lui era preoccupato tanto quanto loro e che allo stesso tempo un aiuto da parte loro sarebbe stato l'unica soluzione che avrebbe diminuito drasticamente i rischi durante l'operazione.

<< Syd...noi ti aiuteremo >>
sul volto dell'uomo apparve un sorriso che investì le due con un'ondata di riconoscenza.

<< grazie ragazze! Non so come avrei potuto fare senza di voi! >>

<< lo so, siamo le migliori >> rispose scherzosamente la bionda.

<< ok, seguitemi, dopo vi spiego per bene cosa dovrete fare >>

<< d'accordo >>, risposero prontamente le due.

Prigione di Hekseville, alcuni minuti dopo.

Le tre persone si guardarono nervosamente per poi iniziare a camminare per i corridoi del carcere, facendo risuonare le suole delle scarpe sulle mattonelle giallastre del reparto dove la feccia peggiore della loro città se ne stava irrequieta nelle loro celle. Syd intanto trasportava a mano una strana busta.

Alle shifter piaceva lavorare duramente per mantenere la città al sicuro, ma l'idea di svolgere un'attività che poteva mettere in pericolo le persone non era per niente gradita da loro, soprattutto cose potenzialmente stupide causate da un capriccio di un esponente dei reparti speciali.

Ad un certo punto passarono tutti davanti alla cella dell'uomo che aveva importunato Raven un paio di mesi prima.

La ragazza puntò i suoi occhioni azzurri verso l'uomo, il quale la riconobbe subito.

Tuttavia, invece di comportarsi come l'ultima volta, questo abbassò la testa e si allontanò dalle sbarre come se potesse addirittura temere un contatto visivo con la giovane.

Raven lo guardò sorpresa.

"Diva..."

Quando finalmente arrivarono alla cella di Diva, i tre inseparabili si fermarono davanti a essa.

Il ragazzo imprigionato si svegliò, si mise a sedere sulla branda e si stropicciò gli occhi.

Dalle sue movenze sembrava estremamente tranquillo, in certi attimi le ragazze lo avrebbero quasi definito femmineo.

Diva guardò nella loro direzione, colpendoli con lo sguardo che proveniva da quelle incredibili iridi argentee.

Inclinò lievemente la testa di lato mostrando curiosità nei confronti di quella nuova e strana visita che probabilmente non si aspettava.

Si alzò quindi dal lettino e si diresse verso le sbarre.

<< ...che cosa vi porta dalle mie parti? >>

Syd si avvicinò all'individuo per poi schiarirsi la voce.

<< Diva, adesso devi ascoltarmi molto attentamente... >>

Quello continuò ad osservarlo con quelle sfere nere che aveva al posto dei bulbi oculari, in attesa che continuasse.

<< Gli atteggiamenti che hai avuto in prigione hanno in qualche modo colpito alcune persone, soprattutto anche grazie alle tue azioni poco amichevoli fatte un po' di tempo fa >>

<< spiegati meglio: a quale sciocco individuo potrebbe mai interessare in maniera positiva ciò che ho fatto? >>, chiese Diva quasi divertito.

<< le cariche più alte dell'unità "Medusa". Sono i reparti speciali di Hekseville >>

<< so che cos'è Medusa, mi sono infiltrato un sacco di volte dalle loro parti >>

Syd inghiotti come se avesse improvvisamente un nodo alla gola per poi continuare a parlare.

<< date le tue grandi abilità, Medusa mi ha chiesto di reintrodurti lentamente nella società attraverso delle "uscite" >>

<< a che gioco state giocando? >>, lo interruppe bruscamente il ragazzo.

L'uomo rimase in silenzio per un po', poi cercò di spiegare il perché di tali scelte.

<< che tu ci creda o no, il governo vuole studiare i tuoi comportamenti per vedere se riesce a farti collaborare con Medusa, in modo che tu diventi un agente che agisca segretamente per conto delle autorità più alte di Hekseville e per la polizia. Se tutto va alla perfezione, degli accordi politici potrebbero estendere le tue attività anche a Jirga Para Lhao >>

Il ragazzo lo squadrò dall'alto in basso attraverso le sbarre, per poi fissarlo negli occhi.

<< Syd, tu sei uno dei pochi che è riuscito a farmi provare il sentimento della delusione >>

l'uomo e le ragazze si congelarono sul posto.

<< hai provato la disperazione sulla tua pelle per ogni volta che non sei riuscito a salvare una delle mie vittime, ti ho raccontato la mia storia e ti ho consigliato vivamente di non far ottenere a nessuno questo potere...e adesso tu vieni qui e mi dici che potrei finire di nuovo a lavorare nuovamente per un governo. Non hai paura che qualcuno possa morire? Non hai paura che possa scappare e che ricominci tutto da capo? >>

Syd sorrise.

<< no, non ho più paura. In qualche modo, tu non sei più il ragazzo che è entrato qui dentro. Senza il siero, non sei più disposto a farti schiavizzare come prima. Ovviamente, verrebbe messo un chip nel tuo organismo che ci consentirebbe di sapere sempre dove ti trovi. Tuttavia, malgrado il mio forte dissenso, ti è stato offerto un lavoro che può rimetterti in carreggiata. Per quanto monitorato costantemente, avresti di nuovo la possibilità di camminare per le strade e forse, un giorno, di avere una vita più o meno normale, anche se a mio modesto parere non credo ci sia ancora speranza per te >>
il ragazzo abbassò gli occhi. Aveva uno sguardo di pietra.

"speranza...potrei davvero avere di nuovo uno scopo? Per quanto la mia esistenza sia un'atrocità da sempre, alla fine la coalizione che mi ha creato è riuscita nel suo intento: io non sono altro che un'arma. Quest'uomo mi sta dicendo che ho appena ricevuto la possibilità di rimettermi in gioco. Non so il significato preciso di queste parole, anche perché non ho mai avuto una vita normale e nessuno si è mai preoccupato di fornirmela. Se devo essere sincero con me stesso, la curiosità mi sta lentamente uccidendo"

<< e va bene Syd...accetto la tua proposta >>

Sulle labbra di Syd apparve un sorriso amareggiato.

<< va bene Diva. Adesso entrerò nella tua cella e dovrai collaborare.

<< fai quello che devi fare >>

Syd mise la chiave nella serratura e la girò bruscamente. Le ragazze intanto fecero avvicinare a sé Dusty e Xii in modo da intervenire nel caso in cui si fosse presentata la necessità.

L'uomo frugò dentro la busta e prese da questa una grossa siringa.

<< questa inietterà il microchip all'interno del tuo corpo >>

Senza dire altro, infilò con un colpo secco l'ago nella carne del giovane.

Mentre le ragazze impallidivano, Diva rimase impassibile: con tutte le volte che i numerosi aghi della sua giacca si erano conficcati nel suo corpo tutti insieme, questa non era certo un'esperienza così terrificante.

Una volta finito, il detective prese dalla solita busta alcuni vestiti. Erano molto simili all'equipaggiamento che il criminale usava prima della sua resa, solo che stavolta assomigliavano più a dei vestiti per civili: una sorta di strano di color grigio scuro e dei pantaloni neri.

<< appena hai finito di prepararti mettiti questi. Sono un "regalo" da parte di Medusa. Delle guardie ti accompagneranno all'esterno, dopodiché inizierà la tua prima giornata al di fuori di queste mura: Kat e Raven ti accompagneranno durante le tue ore d'aria >>

Diva si scostò un po' per guardare Kat e Raven.

<< capisco... >>

Syd guardò il ragazzo con lo sguardo irritato.

<< ah, quasi dimenticavo: se provi a fare qualche cazzata loro due me lo diranno e quando lo faranno...una scarica elettrica potentissima si propagherà attraverso il tuo corpo attraverso il chip, quindi non azzardarti a toccare né loro né gli altri civili, tutto chiaro? Sappi che anche loro avranno il dispositivo che attiva la scarica nel caso in cui non ci sia tempo di avvertirmi >>

L'altro si inchinò lievemente e fece cenno di sì con la testa: sapeva che non sarebbe stato così semplice

E per il momento sarebbe stato opportuno comportarsi in maniera rispettosa.

<< molto bene. Kat, Raven...andiamo... >>

Le due non dissero niente. erano così colpite dalla serietà di Syd che iniziarono a seguirlo silenziosamente verso l'uscita.

Esterno del reparto di polizia di Hekseville, alcuni minuti dopo.

Syd era appena tornato a casa e, durante quella strana giornata di sole, le ragazze stavano aspettando il carcerato con una lieve ansia in corpo. Non sapevano come sarebbero potute andare le cose e questo faceva loro paura, anche se da un lato tale timore veniva alleviato dal chip nel corpo di Diva e la sua totale mancanza di equipaggiamenti, oltre la mancata assunzione del siero da ormai parecchio.

Dopo pochi minuti, il ragazzo venne scortato fino alla loro posizione grazie all'aiuto di due guardie.

Quando quelle andarono via, i tre si guardarono con aria stranita.

Tutto quel tempo passato a cacciarlo, tutta quella paura e sofferenza digerita nei mesi interminabili di lavoro e di rischi e tutte le morti assimiliate adesso sembravano svanire nel nulla, come se quelle tristi realtà fossero temporaneamente svanite dal corso degli eventi...come se tutti gli sforzi compiuti fossero improvvisamente diventati vani.

Kat fu la prima a rompere quello strano silenzio.

<< i tuoi occhi...perché adesso sono azzurri e...di colore normale? >>

Lui cercò invano di imitare un sorriso.

<< mi hanno fatto mettere delle lenti a contatto perché altrimenti avrei potuto spaventare qualcuno... >>

<< giusto, le lenti... >>

A quelle parole, Raven decise di cambiare discorso.

<< ascolta, tu cerca di non fare scherzi. Ci hanno detto di scortarti e controllarti allo stesso tempo e così faremo, tu dunque inizia a muoverti dove più desideri >>

Diva annuì e si fermò un attimo a pensare.

Si sedette in terra, senza preoccuparsi di sporcare i vestiti o meno.

Dopo un paio di minuti, le ragazze lo guardarono sospette.

<< Diva...che stai aspettando? >> chiese Kat confusa.

<< mancano quindici minuti alle undici, giusto? >>

<< ehm...si, perché? >> rispose la ragazza ancor più sconcertata.

<< questo vuol dire che tra poco alla scuola di Vendecentre sta per iniziare la ricreazione... >>
la ragazza avanzò verso di lui.

<< che accidenti vuoi combinare alla scuola?! Non voglio che ti avvicini ai bambini! Tu fino a poco tempo fa... >>

<< una di voi due ha in tasca un affare dotato di un bottone: basta la semplice pressione di un dito e rischio di avere danni permanenti all'organismo. E poi...non ho alcuna intenzione di far del male a nessuno: adesso che ho perso il mio lavoro non è attualmente richiesto. Vorrei solo...verificare una cosa... >>

le shifer si guardarono e si scambiarono uno sguardo di intesa.

<< e va bene...ma sappi che abbiamo sempre il dito sul pulsante >>

Il ragazzo fece un lieve inchino, dopodiché, i tre si incamminarono per la scuola, la quale avrebbe richiesto solo alcuni minuti a piedi per essere raggiunta.

Durante il viaggio, Kat e Raven osservarono attentamente il detenuto. Da come si muoveva, sembrava quasi che fosse un povero spaesato che non aveva mai visto il mondo che si celava al di là delle pareti della prigione in cui aveva passato soltanto due mesi.

Eppure, Diva sapeva benissimo dove stava andando, aveva sempre saputo la rotta da seguire per raggiungere la sua meta...

Quella visione era davvero strana, soprattutto a causa del fatto che stavolta l'individuo non aveva quell'inquietante veste da combattimento, tantomeno il casco che distorceva la voce.

A prima vista, sembrava un semplice ragazzo tanto ingenuo quanto bello.

Ad un certo punto, arrivarono finalmente al parchetto recintato attorno alla scuola elementare. Il sole filtrava allegramente tra le foglie degli alberi che apparivano spesso tra un pezzo di prato e l'altro e c'erano bambini ovunque.

Alcuni scorrazzavano e ridevano, altri bisticciavano tra loro e alcuni stavano seduti uno accanto all'altro a fare due chiacchiere.

Diva guardò le due ragazze.

<< ho già visto la persona che voglio incontrare. Potrete tranquillamente vedermi da qui, non temete... >>

Quelle ricambiarono con uno sguardo serio per poi fargli cenno di andare.

Il ragazzo guardò per qualche attimo per vedere se qualche insegnante era nei paraggi per poi scavalcare agilmente la recinzione.

Kat prese in mano il dispositivo col bottone, tenendo pronto il dito nel caso gli venisse qualche strana idea in testa.

Tuttavia, era vero: Diva raggiunse un albero appena al di là della recinzione, sotto gli occhi delle due regine della gravità.

Il giovane si sedette sotto la grande pianta, a sinistra di una bambina che se ne stava isolata dagli altri.

Quella notò la strana persona che si era avvicinata a lei. Tuttavia, sembrava non temere per la sua sicurezza. Piuttosto, sembrò ignorare lo sconosciuto che era apparso da qualche secondo per continuare a guardare verso l'alto.

Diva continuò ad osservare la bambina mentre i giochi di ombre creati dai raggi del sole che attraversavano le foglie dell'albero danzavano sui loro volti.

Dopo un po' lui ruppe il silenzio.

<< tu sei Elly, giusto? >>

<< si...sono io... >> rispose la bimba mentre continuava a guardare verso il cielo.
<< che cosa stai guardando? >>

<< sto guardando mia madre...credo che sia da qualche parte in mezzo a quelle nuvole laggiù... >>

Per la prima volta nella sua vita, Diva sentì qualcosa esplodere nel suo petto: non era sofferenza, tantomeno tristezza. Era qualcosa di nuovo, qualcosa che proveniva dalla consapevolezza di aver condannato involontariamente una persona, la sensazione di essere colpevoli di aver causato tutta quella sofferenza che adesso era stanziata nel corpicino di quella bambina...un corpo troppo piccolo per contenerla tutta.

Era stato Diva ad assoldare sua madre per la creazione del siero, era stato lui a farla lavorare così tanto da farla rimanere in laboratorio anche il giorno in cui arrivò Cai...lo stesso giorno in cui il cannone dell'astronave proveniente da Eto vaporizzò l'intera struttura dove la povera donna era ancora dentro senza alcuna possibilità di riuscite a scappare in tempo.

Con un padre volontariamente assente e senza una madre, quella povera piccola era passata dall'essere la creaturina più gioiosa di tutta Vendecentre a vivere costantemente come un'anima in pena che si isola dalla massa.

La coscienza di tutte queste cose aveva scaturito in Diva un enorme senso di colpa: oltre ad aver causato la morte non necessaria di una persona che non era nell'elenco delle sue vittime, aveva condannato una bambina ad un esistenza anormale e piena di sofferenza, una vita anormale che, seppur in modo diverso, era esattamente quello che aveva fatto crescere Diva in modo diverso agli altri.

<< tua madre...è laggiù? ... >>

<< si. Quando quella grande astronave è scesa dal cielo il laboratorio dove stava mia mamma è sparito insieme a lei... >>

<< mi dispiace tanto Elly...sai...tua madre era una persona in gamba >>

Sulla guancia sinistra della bambina iniziò a scendere una lacrima.

<< tu...conoscevi la mia mamma? >>

<< si, la conoscevo: era una donna incredibile e davvero...forte. Scommetto che vi divertivate molto insieme >>

La piccola annuì.

<< come pensavo. Ascolta, so che adesso ti senti sola e che il mondo sembra essere sempre brutto qualunque cosa tu faccia, ma se tua madre è lassù...penso che le si spezzerebbe il cuore nel vedere la sua bambina starsene senza nessuno a sedere sotto a un albero. Voglio che tu sappia che da adesso non sei più sola: se avrai bisogno del mio aiuto, io ci sarò >>

<< capisco ma...la mia mamma mi diceva sempre che non devo fidarmi degli sconosciuti... >>

<< tua madre era intelligente Elly e ha fatto bene a dirti certe cose. Ascolta, le vedi quelle? Sono Kat e Raven, le conosci? Sono le guardiane della cttà >>, rispose Diva indicando la recinzione.

Quando Elly si girò verso di essa e quando vide le due ragazze sembrò cambiare umore improvvisamente, facendo sì che il suo broncio si trasformasse in un sorriso splendente.

Le shifter, che avevano sentito tutta la conversazione, videro la bambina alzarsi per poi iniziare a correre verso di loro.

<< accidenti! Siete davvero voi! >> disse quasi gridando dalla contentezza la bambina attraverso la recinzione.

Kat arrossì un poco per poi aggiustarsi timidamente i capelli.

<< si, siamo noi >> rispose la ragazza bionda sorridendo alla bambina.

Raven stava quasi per rispondere a sua volta ma vide Diva avvicinarsi alla recinzione.

<< ehi Elly, che ne dici se parliamo a voce più bassa? Nessun altro dei tuoi compagni di classe deve sentirci...questo sarà il nostro piccolo segreto: a Kat e Raven farebbe piacere fare amicizia con te >> disse il ragazzo sorridendo e scompigliandole i capelli.

Diva stava facendo uno sforzo immenso per imitare quelle espressioni allegre e gentili, anche se da una parte aveva come la sensazione che stesse facendo quelle cose con una buona intenzione.

Le ragazze erano sbalordite da quella visione, soprattutto Raven. Ogni volta che vedeva un bambino o una bambina, le veniva sempre in mente il fatto che il suo passato fosse completamente confuso e, allo stesso tempo, provava un fortissimo senso di protezione nei confronti degli infanti, come se volesse far sì che questi vivessero felicemente l'infanzia che lei non ha mai vissuto o forse non ricordava semplicemente.

La ragazza dai capelli corvini guardò Elly negli occhi, capendo il giochetto che aveva organizzato Diva: cosa avrebbe tirato su il morale di una bambina più di un'amicizia con loro due?

<< ci farebbe davvero piacere essere tue amiche >>, disse alla bambina con un sorriso.

Quest'ultima si girò verso Diva.

<< tu le conosci? >>

<< proprio così... >>
<< allora, per quello che mi hai detto prima...grazie... >>

Dagli occhi della piccola iniziarono a uscire dei grossi lacrimoni, poi, improvvisamente, abbracciò il ragazzo attaccandosi strettamente a lui.

Quello più sorpreso di tutti era proprio lui.

"non ho mai ricevuto un abbraccio in vita mia"

Nel modo più goffo che si fosse mai vista, il giovane mise le mani attorno alla bimba, cercando di simulare quello che doveva essere lo stesso gesto.

Kat e Raven avevano visto tutto e, osservare da vicino una scena simile, rischiava davvero di far iniziare a piangere anche loro.

Infine, la campanella suonò, segnalando così la fine della ricreazione.

Elly si stacco da Diva.

Quest'ultimo la guardò negli occhi.

<< ascolta Elly, io e loro due dobbiamo andare, ma prometto che ci rivedremo di nuovo, va bene? >>

<< va bene >>, rispose lei un po' delusa.

<< prometti che sarai forte? Lo farai per me? >>

La bambina sorrise, per poi far cenno di sì con la testa.

<< bene... >>

<< tu sei una persona buona. Devi essere un angelo o qualcosa del genere, è stata sicuramente la mia mamma a mandarti qui >>, dichiarò la piccola.

<< vorrei che fosse così... >>

Le shifter e il detenuto salutarono Elly, la quale si affrettò a tornare in classe.

<< guarda come corre, sembra davvero felice. Scommetto che adesso si rimetterà a parlare con le sue amichette: avrà sicuramente un sacco di cosa da raccontare >> disse Raven sorridendo.

Kat la guardò la sua amica, notando che un paio di lacrime si erano distaccate dall'oceano azzurro che erano i suoi occhi.

<< Raven...stai piangendo? >>

<< io? ma di cosa stai parlando?! >>, rispose quella bruscamente.

<< capisco, hehe >>

Quando Diva scavalcò la recinzione, le due si girarono sconvolte.

<< tu hai...perché? >> riuscì a scandire Kat.

Non ottenne risposta: Diva si stava già incamminando altrove.

<< e adesso dove vai? >>, continuò lei
<< prima di uscire dalla mia cella, Syd mi ha sussurrato che per non causarvi troppo stress sarebbe stato meglio per me se me ne fossi tornato in cella entro un'ora (almeno per il primo giorno). Me ne sto solo tornando dentro... >>

Le due si fermarono a guardarlo.

Erano appena state investite da una vagonata di sentimenti contrastanti: quello che avevano davanti era stato l'assassino più spietato che si fosse mai visto. Per quanto non fosse dotato di poteri come loro due o Ciecie, era l'essere umano più pericoloso che avessero mai conosciuto.

Adesso però avevano visto l'impensabile: nella sua freddezza e cinismo, aveva trovato il modo di far sorridere una bambina malgrado la situazione disastrosa di quest'ultima, una situazione che tra l'altro lui stesso aveva creato.

Era stata una bambina: una bambina, seppur per un attimo, era riuscita a riportare involontariamente l'umanità nel cuore di quell'automa.

Seguirono lentamente il ragazzo, chiedendosi costantemente se quello che avevano davanti era Diva oppure qualcun altro.

---------

Nelle numerose settimane successive, ogni tre giorni, il ragazzo era tornato ad avere il suo lasso di tempo che poteva trascorrere al di fuori della prigione e, ogni volta, aveva avuto sempre più tempo a disposizione.

Dal momento che intanto Kat e Raven erano riuscite a tornare a Jirga Para Lhao, dopo un poco ottennero il permesso di scortare il carcerato anche in quella zona.

Quando i tre stavano fuori, l'atmosfera si trasformava improvvisamente: rispetto alla vita quotidiana, che era nitida e definita, nel momento i cui Kat e Raven stavano fuori con lui era come se fossero improvvisamente calate in uno stato di indeterminatezza perpetua.

Sì, loro erano abituate a vivere un po' alla giornata, ma cosa accadeva quando passavi così tanto tempo con una persona che non sapeva più quale era il suo scopo?

Nel tempo, Diva stava lentamente iniziando a ricostruirsi a modo suo.

Dal momento che non stava assumendo più il siero da moltissimo tempo, egli provava sentimenti sempre più forti man mano che i giorni passavano, regalando sempre più piccole perle alle due che lo controllavano durante le sue escursioni nel mondo esterno.

Era incredibile vedere come una persona che fino a qualche mese prima era in grado di apparire e scomparire ovunque sembrava adesso qualcuno che per la prima volta esplorava la città.

Contemplava i velivoli che correvano costantemente in aria, osservava il mare di gente che camminava attorno a lui e, ogni tanto, contemplava le due ragazze che lo scortavano sempre col dito tenuto sul pulsante.

Tuttavia, per quanto non avesse fatto male a nessuno, ogni tanto Kat e Raven rischiavano di addolorarsi guardandolo negli occhi. Quegli occhi...quegli occhi che era costretto a coprirsi per non spaventare la gente, quegli occhi che avevano visto cose così terribili che avrebbero certamente fatto impazzire chiunque, gli stessi occhi che facevano sì che il ragazzo guardasse il mondo che lo circondava con un grande senso di incomprensione. Era cresciuto in un bunker dove era stato addestrato a livelli massacranti, costretto a studiare e mandato all'esterno con l'unico obiettivo di uccidere una o più persone.

Per quanto potesse sembrare strano, le shifter avevano iniziato a notare queste cose. Sembravano impossibili da individuare, ma col tempo avevano iniziato a mettere da parte la loro paura per potersi avvicinare lentamente a quello strano essere. All'inizio però sembrava non ricambiare: era come se Diva fosse estraneo all'interno universo nel quale viveva. Nel tempo, le due si resero conto che era più pericolosa la loro curiosità nei suoi confronti piuttosto che un suo potenziale omicidio.

Tuttavia, era impossibile non essere incuriositi da una persona dopo tutto quel tempo passato assieme. Era come avere davanti un puzzle complicatissimo che, prima o poi, tenti di risolvere quasi istintivamente. Alla fine, però, Diva iniziò lentamente a mostrare sempre più anomalie: ogni tanto si fermava a parlare con qualcuno, ogni tanto dava qualche consiglio a chi ne aveva bisogno e addirittura una volta in cui quello prese un gelato da Aujean assieme a Kat e Raven, le stesse persone che gli avevano dato la caccia per mesi interminabili.

All'inizio di questo percorso c'era odio, tanto odio.

Le ragazze lo avevano odiato tutto il tempo, fin da quando avevano avuto la loro prima testimonianza del suo lavoro, nel momento in cui un poveruomo davanti alla fontana di Auldnoir era caduto senza vita dentro di essa con un grosso buco in testa.

E a odiarlo avevano continuato fino al momento in cui non avevano iniziato a capire quella mostruosità, fino a quando Diva stava iniziando ad essere sempre meno un mistero e sempre più uno strano compagno di viaggio, una sorta di cammino dove a volte imparavano più loro da lui che viceversa.

Nel tempo, inconsapevolmente, Kat e Raven avevano lentamente iniziato ad imparare a fidarsi del ragazzo. Avevano capito nel tempo che il suo modo di vedere era semplicemente diverso...molto diverso.

Sapevano che Diva aveva avuto un'infanzia estremamente anomala rispetto alla norma e quindi il suo cervello lavorava in modo singolare. Le shifter stavano imparando ad entrare in quel labirinto estremamente intricato che era la sua mente e ad ambientarsi pian piano, mentre lui allo stesso tempo le lasciava entrare a poco a poco, una giornata per volta, fino a quando la fiducia stabilita non aveva fatto diventare quei tre un tanto strano quanto improbabile trio.

Era arrivato un punto in cui, talvolta, quelli si fermavano a sedere su un muretto e si mettevano a parlare, mentre le ore volavano senza che nessuno se ne rendesse conto.

Diva era un mostro...

Era il loro più grande nemico...

Adesso cos'era?

Le prime gocce di fiducia, il primordiale e primitivo senso di fratellanza...

Questi sono gli ingredienti che servono per far nascere un'amicizia.

Nemmeno Kat e Raven ci avevano fatto caso, ma effettivamente col tempo avevano iniziato a tenere in simpatia quello strano soggetto che a sprazzi dimostrava avere un'umanità incredibile, che forse superava addirittura quella di molte persone che conoscevano.

Avevano imparato a fidarsi di quello che diceva, perché ogni volta, per quanto fosse brutale quello che usciva dalla sua bocca, egli aveva sempre detto la verità.

Con tutto quel tempo che avevano passato assieme, le shifter ormai dimostravano di essere incredibilmente a loro agio durante quelle che ormai erano diventate delle uscite assieme a Diva, al contrario delle prime volte in cui lo scortavano fuori con il dito costantemente premuto sul bottone. Avevano esplorato tutti i luoghi di Hekseville e Jirga Para Lhao, senza che nessuno sapesse chi effettivamente stessero accompagnando (anche perché dopotutto nessuno aveva mai visto il ragazzo senza il suo casco e i suoi equipaggiamenti vari).

Ogni volta che quello usciva dalla cella andava nello stesso modo: una visita alla scuola per vedere Elly tutti assieme, un gelato da Aujean e poi via per una nuova visita in una qualunque parte dei due aggregati urbani.

 

E così continuarono...

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CAPITOLO FINALE: ...

Hekseville, cella di Diva, tre mesi dopo la prima ora d'aria del detenuto, tarda mattinata.

Il ragazzo se ne stava seduto sul letto logoro della propria cella.

Era appena tornato dalle docce, si era vestito e adesso se ne stava a contemplare il sole al di fuori delle sbarre della piccola finestra che aveva poco sopra di sé.

Non stava scrivendo: quello lo avrebbe fatto a fine giornata, quando finalmente avrebbe avuto altri bei ricordi da imprimere per sempre su un pezzo di carta.

In quel momento, preferiva osservare le nuvole che se ne stavano sospese nel telo azzurro che fungeva da cielo in quella splendida giornata di sole.

"chissà qual è la nuvola dove si trova la madre di Elly...la figlia ha detto che si trova un poco a sinistra del sole..."

Mentre era perso nei suoi pensieri, sentì un rumore familiare: tacchi.

Si voltò leggermente verso l'esterno della gabbia in cui era confinato.

Dopo qualche secondo, Raven apparve dietro le sbarre.

<< ciao Diva, buongiorno... >> disse lei con tono pacato.

<< ehi Raven... >>

<< oggi è la tua ultima uscita, dopodiché potrai andartene da qui... >>
entrambi si fissarono, fino a quando il ragazzo non ruppe il silenzio.

<< dov'è Kat? Oggi non viene a fare da scorta? >>, chiese lui incuriosito

<< oggi lei...ha degli impegni nelle miniere di Jirga Para Lhao >> rispose L'altra con tono un po' basso.

<< capisco...in ogni caso sono pronto >>

<< d'accordo, allora andiamo... >>

La ragazza si avvicinò alla porta della cella e l'aprì con la chiave: ormai non c'era neanche più bisogno che Syd venisse a darle alle shifter per poter iniziare la loro uscita all'esterno dell'edificio.

Si avviarono entrambi nel corridoio in assoluto silenzio, senza che nessuno dei due proferisse parola.

Con Diva era così: era sempre meglio starsene in silenzio che dire qualcosa senza uno scopo. Nella totale assenza di rumore e nella sua apparente freddezza, il ragazzo aveva la straordinaria abilità di comunicare ogni tipo di sensazione a chi lo conosceva abbastanza.

Arrivarono infine al di fuori della struttura.

<< ehm, bene...dove vuoi andare? >>

<< mi sembri nervosa... >>

lei si girò dall'altra parte.

<< non sono nervosa... >>

<< non devi preoccuparti, questa è una spedizione come tutte le altre che abbiamo fatto fino ad ora. Non approfitterò dal fatto che Kat non ci sia per provare a far del male a qualcuno >>

Lei gli sorrise.

<< non preoccuparti, lo so. Adesso dimmi dove vuoi andare >>

<< io...oggi vorrei fare un giro diverso >>

<< capisco...e dove? >>
<< mi piacerebbe andare direttamente a Jirga Para Lhao >>

Lei si fermò: sapeva benissimo dove Kat era al momento e l'idea di trovarla in giro la imbarazzava troppo.

<< vuoi...andare proprio a Jirga Para Lhao? >>
<< per favore... >>, la pregò attraverso una sfumatura diversa del suo sguardo.

<< io...va bene. Syd ha detto che se possibile dobbiamo prendere i mezzi di trasporto in modo da non dare nell'occhio...temo che ci vorrà un po' di tempo per andare a piedi fino al traghetto che porta fin laggiù >>

<< potresti sempre... >>

Raven capì al volo cosa stesse intendendo Diva.

<< tu vuoi che...ti porti io? >> chiese sorpresa.

<< se non chiedo troppo ovviamente >>

<< ora che ci penso...io e Kat non abbiamo mai provato a farti fare un "giretto" >>
<< lo credo...eravate troppo occupate a verificare che non uccidessi nessuno >> rispose Diva facendo l'occhiolino.

Lei sogghignò.

<< e va bene, proviamo a fare questa pazzia...sei pronto? >>
Subito dopo che lui ebbe fatto cenno di sì con la testa, il corpo di Raven iniziò a brillare di un blu intenso. Diva sentì improvvisamente il suo corpo molto più leggero.

"è esattamente come me lo immaginavo: il suoi poteri e quelli di Kat sono incredibili..."

Adesso la gravità nei dintorni era completamente sparita.

<< spero che tu non abbia paura dell'altezza >>, scherzò la ragazza prima di canalizzare ancora di più la sua potenza.

Schizzarono verso l'alto a velocità disarmante, aumentando la loro quota di centinaia di metri.

Il ragazzo si guardò intorno: poteva vedere tutta Hekseville e il pilastro del mondo in tutta la sua bellezza.

L'aria strideva vicino alle sue orecchie mentre la cometa blu che lo stava trasportando aveva la luminosità di una stella.

"dunque è questo il senso di libertà che si prova quando si può volare..."

Adesso cadevano verso Jirga Para Lhao...

Durante il viaggio, Raven si girò di nascosto verso il suo "passeggero". Di solito la gente o urlava per la paura del vuoto oppure si lasciava prendere dalla gioia senza trattenersi nemmeno un po'. Quello invece si godeva lo spettacolo in silenzio e senza la minima intenzione di disturbare.

Laggiù, nascosto da qualche parte, la ragazza riusciva a vedere l'accenno di un sorriso quanto raro tanto bello da vedere.

Diva provò a parlare in mezzo al forte rumore delle raffiche di vento che si scontravano contro di loro.

<< grazie Raven...nessuno mi ha mai fatto una gentilezza come questa >>
<< beh, quante persone che sanno manipolare la gravità hai conosciuto? >> scherzò lei

<< ottima risposta... >>

<< a proposito, non mi hai detto dove vuoi che atterriamo di preciso >>
<< avevo pensato a Lei Havina...mi piacerebbe vedere il parco centrale di Lei Havina... >>

<< ok, vada per Lei Havina allora >>

"merda, speriamo che Kat non si aggiri nei dintorni..."

..........

Parco centrale di Lei Havina, qualche minuto dopo.

Raven fece atterrare dolcemente lei e il ragazzo nel marciapiede del parco. Era appena passato mezzogiorno. Il posto era deserto.

La ragazza vide Diva fare qualche passo verso il laghetto posto al centro del luogo intorno per poi sospirare.

<< tu...volevi venire qui giusto? >>
<< si, esatto. A quest'ora, per qualche motivo, non c'è mai nessuno qui >>

<< c'è qualche motivo in particolare? >>

<< ho solo un semplice ricordo di un isolotto sospeso sopra questo parco. Pensavo che potesse piacere l'idea di passare laggiù il mio ultimo giorno d'aria prima del mio rilascio sotto il controllo del governo... >>

<< penso che sia un'ottima idea >>
<< vedi, se avessi il mio rampino la raggiungerei in un attimo. Adesso però... >>
<< tranquillo, ti porto io >>
il corpo di Raven tornò a brillare di nuovo, stavolta però con una luce più lieve.

La giovane sollevò dolcemente entrambi da terra per poi posare tutti e due su quella minuscola isola che si trovava a circa cento metri da terra.

Si misero a sedere su quella grande roccia dove un piccolissimo specchio d'acque e due palme formavano una oasi di dimensioni microscopiche.

Tuttavia, da quel piccolo grande paradiso si poteva vedere tutto lo splendore di Lei Havina.

Le maestose ville che galleggiavano attorno al parco centrale, le palme rigogliose e l'enorme arcobaleno circolare che chiudeva quell'imponente visione.

Era così maestoso che Raven dovette ammettere che la visione era davvero sorprendente anche per una persona che può volare.

Del resto, Lei Havina era sempre stata bellissima...

Da lì, i due iniziarono a parlare. Chiacchierarono moltissimo, a tal punto da non rendersi più conto che il tempo se ne stava ormai andando a spasso senza di loro mentre quelli continuavano a raccontarsi di tutto e di più

A un certo punto, il sole iniziò a calare, facendo sì che le sfumature del tramonto invadessero quella visione, rendendola ancora più pittoresca di quanto non lo fosse già.

Improvvisamente, entrambi videro due persone passeggiare sui vialetti del parco.

Diva e Raven non potevano essere visti, ma loro potevano vedere chi fosse sotto di loro: erano Kat e Misai che camminavano tenendosi la mano in uno dei luoghi più belli di tutta Jirga Para Lhao.

<< un impegno alle miniere eh? >>, sussurrò Diva sogghignando.

<< ... >>

Stettero ad osservare i due per esser sicuri che non fossero stati visti. I due nuovi arrivati però, se ne andarono via dopo qualche minuto senza soffermarsi troppo in quel luogo.

Diva non disse niente, ma aveva visto la faccia di Raven: sapeva che era contenta per la sua amica, ma tra le due Kat era sempre stata la ragazza più solare, quella che la gente tende sempre a vedere come la buona ragazzina incorruttibile, mentre l'altra aveva sempre avuto un carattere più freddo.

Mentre rifletteva su chi aveva davanti, Diva vide improvvisamente Raven voltarsi verso di lui.

<< Diva, è da un po' che te lo voglio chiedere. Anzi, a dirla tutta ho provato più volte a farlo ma non ho mai ottenuto una risposta >>

<< dimmi >>

<< perché la notte in cui ci siamo battuti all'ospedale mi hai risparmiata? >>

<< mi ricordo quella notte: tu hai combattuto con le unghie e con i denti per quello che ami, liberando un potere combattivo micidiale... >> pensò ad alta voce il ragazzo
<< ti prego, ho bisogno di saperlo... >>

<< perché? Che cosa cambierebbe? >>

<< per me cambierebbe, fidati... >>

Diva si ammutolì un paio di secondi, poi alla fine ruppe il suo stesso silenzio.

<< Raven, io so del tuo passato da criminale e so anche che, malgrado tutta la fama che ti sei guadagnata grazie le tue buone azioni compiute durante l'assenza di Kat, qualche idiota pensa ancora che tu sia una persona cattiva. So come ci si sente quando anche noi stessi arriviamo a pensare che siamo dei mostri a causa del pressante e costante giudizio degli altri...e so che significa quando la gente non sta a guardare le tue motivazioni o quello che hai passato e ti punta il dito contro a priori...mille indici puntati contro...a volte i mostri...sono quelli che pensano di puntare i mostri...e tu questa cosa l'hai sofferta esattamente come la sto soffrendo io in questo ultimo periodo dove, le consapevolezze di una possibile esistenza migliore rispetto a quella che ho avuto, mi stanno mangiando dall'interno. Da questo punto di vista, siamo così uguali che in quella notte, in quegli attimi in cui i sentimenti mi avevano preso per il collo, ho pensato che se ti avessi uccisa avrei perso per sempre una parte di me... >>

Raven, per la prima volta, aveva finalmente trovato qualcuno che era riuscito a capire come si sentisse: non era una persona che le metteva una mano sulla spalla dicendole che la comprendeva anche se non era vero, tantomeno qualcuno che provasse a consolarla raccontandole delle esperienze accadute agli altri. Stavolta era un ragazzo che, almeno sotto questo punto di vista, era esattamente come lei...qualcuno che in parte si sentiva diverso in maniera brutale e ingiusta. Con le lacrime agli occhi, abbracciò Diva per poi stringersi a lui più forte che poteva.

"che buffo...non avrei mai immaginato che arrivasse a tanto...questa ragazza è sorprendente"

<< tu non devi vergognarti di quello che sei, non hai mai ucciso nessuno...se c'è qualcuno che può essere veramente chiamato mostro, quello sono io... >>, sussurrò lui nell'orecchio dell'altra.
la ragazza si rimise a sedere e si asciugò le lacrime. Subito dopo, afferrò improvvisamente il ragazzo per le spalle.

<< tu non sei un mostro! Sei solo una povera anima sventurata a cui non hanno fatto conoscere nient'altro che cose orribili! Quando sei andato per la prima volta da quella bambina...lì ho visto il tuo bellissimo lato umano! Lo so, è nascosto sotto quell'armatura che hai messo attorno al tuo cuore, esattamente come ho fatto io, ma l'ho visto! Quindi adesso smettila di fissarmi con quegli occhi che ti ritrovi e levati le lenti a contatto! >>

Lui arrossì violentemente: nessuno gli aveva mai parlato in quel modo.

<< ...le mie lenti? >>
<< lo hai detto anche tu...non bisogna vergognarci di quello che SIAMO >>

<< ... ...e va bene >>, rispose Diva dopo qualche secondo di attesa durante il quale era rimasto ad osservare l'oceano blu racchiuso all'interno degli occhi di Raven.

mentre quello si levava le lenti a contatto, Raven continuava a tenerlo per le spalle.

<< senti...non te l'ho mai chiesto...ma mi piacerebbe sapere se hai qualche preferenza riguardo al tuo nome >>

<< il mio nome... >>

<< sì... >>

<< non ne ho mai avuto...il mio è sempre stato solo un file-name temporaneo che si cancellava alla fine di una missione e si ricreava in modo diverso all'inizio di quella dopo. voi siete stati i primi a darmene uno che mi è rimasto addosso, quindi suppongo che Diva vada bene >>

<< bene, Diva... >> disse Raven sorridendo.

Quando il ragazzo finì di levarsi le lenti, quello guardò la ragazza che aveva di fronte, la quale si sentì improvvisamente come se fosse piombata nel cosmo più nero che rivedeva negli occhi di Diva.

Poteva sembrare spaventoso, ma a lei quell'oscurità che ospitava quei curiosi anelli d'argento che erano le sue iridi piaceva davvero.

<< tu non sei un mostro...era quello che credevo prima ma, come sappiamo entrambi, non è giusto fermarsi alle apparenze. Adesso mi sembri ciò che c'è di più lontano da un mostro, anche se anche io stento a credere a quello che penso >>, dichiarò Raven con una dolce voce che poteva appena essere udita.

<< io... >>

Diva sorrise, anche se da una parte si sentiva per la prima volta spaventato: con quella ultima frase aveva avuto finalmente certezza di qualcosa che non conosceva e non conoscere ciò che attirava la sua attenzione era una cosa che lo faceva impazzire, anche perché lui aveva sempre trovato il modo di trovare le informazioni che cercava.

In quel momento però non poteva trovare una soluzione logica: aveva una sensazione troppo strana, come se una grossa palla incandescente si fosse incastonata di punto in bianco nel centro del suo petto, riscaldando tutto il torace con una sensazione a dir poco incredibile.

E per cose del genere non era mai esistito un addestramento...

"non ci posso credere, quello che provo è..."

Una lacrima iniziò a scorrere sulla guancia destra del ragazzo, il quale continuò a guardare Raven negli occhi mentre questa lo ricambiava con lo stesso e indescrivibile sguardo.

Le loro labbra si avvicinarono...

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COSÌ SI CONCLUSE IL VIAGGIO DI UN RAGAZZO CHE APPARVE DAL NULLA E CAMBIÒ LA STORIA...

FINE...

Note del BrainStealer - sì, dovevo venire a rompere le scatole anche dopo la fine dell'ultimo capitolo. Lo so...lo so, ci sarebbero molte cose da raccontare: Diva che diventa un membro sotto copertura dei reparti investigativi che agisce anche sul campo, la sua relazione con Raven e quella che Kat ha appena iniziato con Misai.

Ma non temete: nel caso qualcuno di voi se lo fosse chiesto, andrà tutto alla grande, ve lo posso garantire ;)

Che dire? Qua si conclude la prima storia che abbia mai pubblicato, con i suoi pregi e anche i suoi difetti. Non scrivo per lavoro e non ho mai sperato che la mia scrittura fosse fenomenale o cose del genere...spero piuttosto che vi abbia appassionato almeno un po' come ha appassionato me mentre la scrivevo.

un saluto Dal BrainStealer. 

   
 
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