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Autore: KwamiHunters    12/09/2019    4 recensioni
Dopo anni di lotte contro Papillon e Mayura, l'arrivo improvviso di una persona legata al passato di Fu aiuterà Ladybug e Chat Noir nella lotta contro il male. Riuscirà Gabriel ad ottenere i Miraculous per salvare la vita di Emilie?
Genere: Commedia, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Blind Hearts Saga'
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Capitolo 12 - Blind Hearts - KwamiHunters

 
 
 
Blind Hearts - Capitolo 12
 

 

Marinette aprì la borsa liberando i due kwami. 

«Non ci voleva» esclamò Mullo in pensiero «Ti fa molto male la caviglia?» 

«No, per niente» disse sicura, alzandosi senza alcuna difficoltà «Dovevo allontanare Adrien da queste false Ladybug. Che diavolo avrà in mente Papillon?»

«Sei diventata una vera attrice» constatò Mullo sorpreso «Mai pensato di iscriverti a teatro?»

«Ti sembra il momento?» lo interruppe Tikki «E poi non ha nemmeno il tempo per respirare, pensi che proporle impegni aggiuntivi le faccia bene?»

La ragazza li osservò con tenerezza, prese il telefono ed inviò un breve messaggio a Priyanka, dicendole di stare all'erta nel caso in cui anche Mayura si fosse trasformata. In quel caso avrebbe dovuto avvertirla immediatamente.

«Mi piacerebbe molto unirmi alla vostra conversazione, ma dobbiamo andare… Tikki, trasformami!» 

Una luce la avvolse e subito lanciò lo yo-yo per portarsi in un punto più sicuro. Osservò le sue due copie continuare ad utilizzare i loro poteri speciali per evocare oggetti e scagliarseli contro. Lei, a differenza loro, ne aveva a disposizione solo uno e doveva giocarselo bene.

Rimase nascosta osservandole e provando a capire se fossero riconoscibili in qualche modo. Doveva trovare un modo per far capire ai suoi alleati chi fossero i loro veri nemici.

Più le osservava, più i loro movimenti ed i loro gesti le sembravano familiari. Agivano come avrebbe fatto lei e combattevano con il suo stesso stile. Pensò che sconfiggerle non sarebbe stato affatto facile, probabilmente avrebbero anticipato ogni sua mossa. Ciò che poteva tornarle utile, era che le due continuassero a litigare tra loro. Dai brevi dialoghi che aveva carpito, entrambe sostenevano di essere la “vera” Ladybug: che fosse un piano di Papillon? 

«Siete tutti all’ascolto?» chiese interpellando i suoi compagni di squadra attraverso gli auricolari.

«Qui Carapace» rispose chiara la voce del ragazzo «Io e Rena Rouge siamo a due minuti dalla vostra posizione. Stiamo arrivando».

«Ci sono quasi» affermò subito dopo Queen Bee «Con che cosa abbiamo a che fare?»

«Due Ladybug» specificò Chat Noir «E con l’originale sono tre! Attenzione a non colpire lei».

Alla Portatrice della coccinella si strinse il cuore. La voce del suo partner non era allegra e spensierata come al solito. Sembrava risoluto, distaccato e non poté fare a meno di pensare che fosse colpa sua.

«Come ti distinguiamo per non colpirti?» lo sentì chiedere «Anzi, per essere sicuri sarebbe meglio se stessi lontana dalla battaglia» propose Chat. 

La ragazza rimase interdetta per un attimo. Non voleva vederla, o era solo preoccupato per lei?

«La priorità è capire dove si trovi l’akuma. Azzarderei lo yo-yo, oppure gli orecchini, o la maschera» suggerì Rena Rouge «Sono due, probabilmente è lo stesso oggetto, come per i cappellini dei Sapoti. Vanno distrutti insieme!»

«Lucky Charm!» Ladybug chiamò immediatamente il suo potere, voleva comunque rendersi utile e capire come sconfiggere le sue copie era essenziale.

Guardò verso l’alto e le cadde tra le mani una confezione dalla forma triangolare. Era sicura di aver già visto quell’oggetto da qualche parte, ma non ricordava esattamente dove. Se lo rigirò tra le mani e infine provò a strappare il lembo più piccolo per capire che cosa vi fosse al suo interno. Ne uscì una sorta di crema di colore marrone scuro che le macchiò i guanti della tuta.

«Henné?» si chiese ad alta voce. Come un’illuminazione si ricordò della confezione sulla scrivania in camera di Priyanka. Il suo potere forse le stava suggerendo di coinvolgere la ragazza, così rifletté velocemente su quale fosse il modo migliore e meno pericoloso.

«Ho bisogno di te» le scrisse per messaggio «Lascia la tua kwami al Guardiano, prendi Sass e raggiungimi alla metro di Les Sablons il prima possibile».

Tentennò per un attimo, incerta se ciò che voleva fare fosse davvero la cosa giusta, ma poi inviò un altro messaggio chiedendo a Luka indicazioni su dove si trovasse. Infine chiamò singolarmente Rena Rouge «Tra poco ti manderò delle coordinate, troverai delle alleate, fanno parte di un piano a lungo termine contro Papillon! È essenziale che nessuno degli altri ne sia al corrente, mi fido di te, non fare loro domande».

Ladybug saltò per tornare a terra e individuato il primo tombino vi si infilò assicurandosi che nessuno la stesse seguendo.

«Tikki, trasformami».

Appena tornata nei suoi panni civili le diede un biscotto che l’altra divorò immediatamente per riprendere le forze.

«Entriamo ufficialmente in scena» disse Marinette al kwami del topo «Sei pronto per il tuo grande debutto?»

«Sei sicura di quello che stai per fare?» domandò la coccinella leccandosi le zampine.

«Sì! Metteremo pressione a Papillon. Capirà che ci sono nuovi Portatori sparsi in tutta Parigi e gli farò pensare che lo stiamo braccando. Spenderà tempo ed energie per cercare i nuovi Portatori, potrebbe commettere persino qualche passo falso. Con i poteri di Viperion possiamo giocare all’infinito la stessa partita, se mai Mayura dovesse entrare in azione lo useremo per arrivare più velocemente a loro».

«Dici che cinque minuti basteranno? E se succedesse qualcosa a Priya?» chiese ancora la piccola kwami preoccupata.

«Anche in questo caso torneremo indietro, per poi pensare ad un nuovo piano».

«Andrà tutto bene» la rassicurò il kwami del topo, contento di poter essere utile.

«Mullo, trasformami!» esclamò Marinette diventando Multimouse «Andiamo a recuperare Priya e Luka!»

La giovane raggiunse la metro e appena individuò la nipote del Guardiano la chiamò con discrezione.

«Come posso aiutarti?» domandò quest’ultima immediatamente.

«Tieni!» rispose Multimouse consegnandole gli orecchini della coccinella.

«Cosa? Io?»

«Dovrai fingerti me e purificare l’Akuma a fine battaglia. Ti terrai lontana e starai al sicuro. Nessuna iniziativa personale, fai sempre e comunque quello che ti dico. Pensi di poterlo fare?»

Priyanka annuì accettando i due piccoli gioielli che la ragazza le stava porgendo. Li infilò alle orecchie ed osservò la kwami della coccinella che la guardava sorridendo. «Il potere si chiama Lucky Charm» le ricordò «Andrà tutto bene!»

«Tikki... trasformami!»

Una luce la travolse e quando Marinette riuscì di nuovo a vederla, la giovane era ricoperta da una tuta molto simile alla sua. I capelli neri ricadevano dolcemente sulle sue spalle e il taglio degli occhi unito alla maschera le donavano un aspetto ancora più misterioso.

«Wow!» esclamò Multimouse «Ammetto che è strano… molto strano! Ma stiamo per combattere contro due copie… perciò…»

Priyanka tastò la consistenza della tuta e provò a staccare la maschera constatando che non fosse possibile, poi prese lo yo-yo e provò ad usarlo.

«Ci farai subito la mano!» la rassicurò l’altra «Ora andiamo, devo consegnare Sass al suo portatore, ma prima dobbiamo renderti ufficialmente Ladybug, vieni con me».

Raggiunsero l’entrata dei Jardin d’Acclimatation e subito Multimouse fece inviare alla ragazza un messaggio a Rena per comunicarle la loro posizione.

La portatrice della volpe arrivò rapida e scrutò entrambe guardinga, notando immediatamente le differenze tra la Ladybug che aveva di fronte e quella originale. Persino le copie che stava combattendo fino a qualche minuto prima erano decisamente più credibili.

«Rena Rouge» si presentò Marinette nei suoi nuovi panni «Io sono Multimouse e lei non è evidentemente Ladybug, ma siamo le alleate di cui ti ha accennato prima» la rassicurò.

«Devi renderla uguale all’originale con un tuo Miraggio» spiegò quindi velocemente alla Portatrice di Trixx «Starà lontana in modo che l’illusione non venga distrutta. Torna dagli altri e portala con te, io recupero un altro aiuto e vi raggiungo in battaglia».

«Dov’è la vera Ladybug?» chiese Rena Rouge preoccupata «Rientra nelle cose che non possiamo dirti per motivi di sicurezza. Ad ogni modo, sta bene» la tranquillizzò.

«Oh...» rispose stupita «Beh, è un piacere avervi nella nostra squadra!» sorrise l’amica prima di suonare il flauto traverso e attivare il suo potere.

Multimouse scambiò un cenno d’intesa con le due ragazze e corse a portare il bracciale del serpente al suo migliore amico. Lo trovò che trafelato cercava di avvicinarsi il più possibile al luogo della battaglia.

«Sei fuori allenamento!» lo prese in giro prima di consegnargli il Miraculous.

«Sicura di quanto stiamo per fare? Non si torna indietro».

«Proprio tu me lo dici?» lo guardò alzando un sopracciglio, riferendosi al potere del giovane.

«Sono serio!» rispose Luka «Esporsi al mondo comporta pericoli e responsabilità».

«Queen Bee è già sul posto e sta combattendo anche se corre il rischio di rovinarsi la manicure. Hai l’opportunità di proteggerla, preferisci stare qui e fare il prezioso?»

Il ragazzo infilò al polso l’oggetto magico e subito il kwami del serpente comparve davanti ai suoi occhi.

«Vedi di non farti distrarre dalla biondina e concentrati» lo redarguì Multimouse «Non vorrai fare brutta figura alla tua prima apparizione vero?»

Poi tornò seria e lo guardò intensamente trattenendolo per il polso a cui aveva messo il Miraculous «Qualunque cosa accada, non pensare nemmeno per un momento di rivelarle chi sei… chiaro?»

«Lo farò solo un centinaio di volte riavvolgendo il tutto con il potere» la prese in giro «Tanto non lo saprai mai»

«Luka...» sospirò scrollando la testa divertita.

«Naturalmente sto scherzando, rischierei di metterti in pericolo e non lo farei mai».

Multimouse sorrise rincuorata dalla maturità che le stava dimostrando, aveva fatto bene a fidarsi di lui. Lo vide prendere un profondo respiro concentrandosi, infine pronunciò la formula: «Sass, trasformami!»

 

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Chat Noir colpì con l’ennesimo fendente una delle due Ladybug, ma ogni tentativo era vano e in due complicavano maggiormente la situazione per tutti. La continua battaglia che si facevano a vicenda rendeva il tutto ancora più imprevedibile.

«Sei distratto!» sbottò Queen Bee avvolgendo la trottola intorno alla sua vita, trascinandolo verso di lei per fargli schivare un razzo giocattolo gigante: l’ennesima evocazione di uno dei due Lucky Charm.

«Se non hai la testa concentrata sulla battaglia vattene!» lo sgridò senza remore.

Il gatto nero incassò la ramanzina. Sapeva che Chloé aveva ragione, ma era preoccupato per Marinette: era tornato per metterla in salvo e lei non era lì. Si era pentito di averla lasciata sola e si chiedeva dove potesse essere finita. Forse era impaurita e dolorante e lui non aveva modo di poterla aiutare.

L’unica soluzione era liberare in fretta le due akumizzate per poter tornare da lei.

«Hey, amico! Che ti prende?» chiese Carapace mentre gli copriva le spalle dall'ennesimo lancio di giocattoli enormi.

«Scusate» Chat scrollò la testa convinto e cercò di non pensarci.

Fece scorrere lo sguardo sui suoi compagni di squadra e non vedendo Rena Rouge provò a chiamarla attraverso gli auricolari: questi ultimi ormai erano loro indispensabili per coordinare le azioni in battaglia.

«Rena, dove sei? Tutto bene?» chiese schivando l’ennesimo oggetto gigante, saltando in cima ad una giostra seguito dal Portatore della tartaruga.

«Abbiamo una sorpresa per voi!» esclamò la volpe rossa spuntando al fianco di Ladybug, prima di lasciarla sola e tornare verso di loro «Stanno arrivando rinforzi!»

«Rinforzi?» chiese Queen Bee avvolgendo la caviglia di una delle due akumizzate, per poi tirarla con forza verso di sé per farla cadere a terra.

«Saranno presto qui, tenete duro!» rispose l’altra annuendo, prima di approfittare della mossa della Portatrice dell’ape per assestare un colpo deciso a una delle due nemiche.

L’akumizzata però sembrava non volersi fermare e divincolandosi cercò di attaccarla a sua volta. Carapace intervenne frapponendosi fra le due e difese la sua ragazza evocando lo scudo magico per poi bloccare finalmente a terra la giovane.

A Chat Noir però non sfuggì il movimento rapido che l’altra Ladybug fece cercando di colpire i suoi compagni di squadra. «Cataclisma!» richiamò il suo potere e corse a distruggere la balaustra su cui stavano i suoi amici per scansarli dall’enorme trenino rosso a pois neri che altrimenti li avrebbe travolti. Cercò di afferrare Queen Bee per impedire che cadesse all’indietro, ma nel farlo si mise sulla traiettoria del giocattolo.

Poco prima dell’impatto due figure piombarono su di loro portandoli in salvo pochi metri più in là.

Chat guardò il profilo della ragazza che gli aveva appena evitato qualche contusione e rimase per un attimo imbambolato. Due graziosi chignon alti la facevano assomigliare ad un topolino e il sorriso caldo con cui lo salutò gli fece saltare un battito. Aveva una tuta grigia con alcuni inserti rosa e neri. Era aggrappata ad una corda per saltare che si era allungata a dismisura, permettendole di salvarlo e trascinarlo via dalla battaglia con agilità.

«Stai bene?» gli chiese preoccupata «Devi fare più attenzione!»

Doveva sembrare visibilmente confuso, ma la giovane gli sorrise ancora incoraggiante «Io sono Multimouse e lui è Viperion, siamo qui per aiutarvi!»

Nel dirlo lo lasciò andare, ormai sicura che si sarebbe potuto reggere in piedi da solo e rivolse la sua attenzione verso il Portatore del serpente che invece stringeva ancora tra le braccia Queen Bee, mentre la guardava con un’espressione pericolosa in viso. Si stavano scrutando intensamente, senza parlare e più i secondi passavano, più le guance di Chloé assumevano un colorito particolarmente acceso, al contempo il sorriso del giovane diventava sempre più compiaciuto.

La Portatrice del topo alzò gli occhi al cielo «Viperion…» lo richiamò all’ordine, ammonendolo nello stesso momento.

Lo vide ghignare prima di lasciar andare la biondina «Sono lieto che tu stia bene, ma il lavoro chiama!».

Multimouse usò la corda per saltare da uno stand all’altro, cercando con lo sguardo la Ladybug originale con la quale scambiò un cenno d’assenso.

«Tra poco ci trasformeremo» fece notare Rena Rouge.

«Andate a rifocillare i vostri Kwami, ci pensiamo noi qui» comunicò la nuova arrivata.

«Pensate di farcela senza di noi?» chiese Carapace.

«Forse non sembra, ma non siamo dei novellini» esclamò Viperion facendo l’occhiolino agli altri eroi che si divisero per tornare nei loro panni civili. L’unica a rimanere con i nuovi arrivati fu Queen Bee che non aveva ancora utilizzato il suo potere.

Chat Noir rivolse la sua attenzione verso Ladybug e la vide in disparte, in un leggero stato di ansia. Ripensò al loro ultimo incontro e stranamente guardandola non provò… niente. Si era rabbuiato prima, quando aveva sentito la sua voce, ma ora le era indifferente.

In compenso si sentiva a disagio per quanto aveva provato stretto a Multimouse. I suoi occhi, il suo sorriso, sembravano avere su di lui un richiamo atavico. Come se l’avesse sempre conosciuta, come se stare fra le sue braccia fosse la cosa più naturale del mondo. Scosse la testa dandosi mentalmente dello stupido. «Marinette» mormorò tornando alla ragione, trovando finalmente riparo «Plagg, trasformami» disse riprendendo i suoi abiti civili.

«Ragazzo mio, fattelo dire: sei messo proprio male!» berciò il Kwami.

Adrien guardò la creaturina non capendo a che cosa si riferisse, ma per paura di sentire ad alta voce i suoi pensieri concretizzarsi, decise di tagliare corto «Devo trovare Marinette!» esclamò deciso «Quanto ti ci vuole a ricaricarti?»

«Stai calmo ragazzino, non mettermi fretta. Vuoi che mi strozzi con un pezzo di formaggio?»

«Ma se sei in grado di ingollarti una forma intera di Camembert!» ribatté il modello.

«Sei l’ultimo che mi può giudicare visto come ti abbuffi dei croissant dei Dupain-Cheng.»

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e lo infilò di forza nella tasca della felpa «Fammi sapere quando sei pronto, intanto cerco Marinette».

Iniziò a correre nelle stradine provando a rintracciare la sua amica, con quella caviglia slogata difficilmente avrebbe potuto andare lontano.

«Dove sei finita?» mormorò sempre più preoccupato.

«Forse...» strillò Plagg da dentro la sua maglia «Dovresti farmi mangiare in pace senza sballonzolarmi a destra e sinistra. Ci metterei molto meno!»

«Devo trovarla!» rispose l’altro bruscamente.

«E poi?» chiese facendo capolino dalla stoffa «Le dirai che hai un impegno urgente e la lascerai di nuovo sola?»

Adrien si fermò all’improvviso. No, in effetti non poteva farlo, sarebbe stato sospetto. Doveva assolutamente tornare a concentrarsi, non poteva ripresentarsi alla battaglia in quelle condizioni.

«Sono pronto!» esclamò il gatto nero «Avrai tempo per le paranoie più tardi e ti assicuro che abbiamo molto di cui discutere».

Il modello guardò il suo kwami dubbioso, ma decise di ritornare ad aiutare i suoi compagni di squadra.

Una volta trasformato arrivò dove poco prima si stava svolgendo la battaglia e la trovò praticamente conclusa. Vide una delle nemiche paralizzate dal potere di Queen Bee, mentre l’altra era stata legata dalla sua trottola e dalla corda di Multimouse.

«Ladybug» sentì quest’ultima chiamare all'auricolare «Mayura?»

Ci fu un attimo di silenzio «Non pervenuta».

La nuova arrivata meditò per qualche secondo «Attiva il tuo potere, mi sembra strano che non sia servito per fermarle, vediamo che cosa suggerisce la dea bendata.»

Lo yo-yo si alzò alto nel cielo e tra le mani dell’eroina videro cadere un oggetto rosso a pois neri.

«È un set di federe» disse loro attraverso l’auricolare «Qualcuno ha idee?»

Rena Rouge e Carapace li interruppero facendo capolino da dietro un baldacchino del parco. Il Portatore della tartaruga aveva della vernice fino a metà del polpaccio destro e la volpe se la stava ridendo bellamente.

«Che succede?» chiese la sua amica d’infanzia.

«Abbiamo girato l’angolo ed è finito in un barattolo di vernice» rise l’altra tenendosi la pancia «Dovevate vedere la sua faccia».

Il ragazzo scrollò la testa ridendo con lei «Ammetto che deve essere stata una bella scena. Questo comizio invece? Stavate aspettando noi?»

«Più o meno» rispose la Portatrice del topo «Viperion, credo sia il momento».

«Serve?» chiese l’altro «Ormai la partita è finita».

«Non lo so… chiamalo sesto senso o...»

«Paranoia...» ribatté Chloé tendendo di più la corda della sua trottola «Non ho tutto il pomeriggio, fate come volete ma sbrigatevi!»

Multimouse fece una smorfia esasperata guardando il ragazzo con cui era arrivata, al Portatore del gatto nero sembrò evidente che i due si conoscessero molto bene e da parecchio tempo.

«Second Chance!» esclamò il Portatore del serpente attivando il suo potere.

«Chat, ti dispiace aiutarmi con l’altra akumizzata?» si sentì chiedere dalla nuova arrivata «Direi di distruggere tutti gli oggetti insieme con il tuo Cataclisma, potremmo metterli in una delle due federe, sarà più veloce». 

Lui annuì e si allontanò una ventina di metri andando dalla Ladybug paralizzata. Iniziò a toglierle gli orecchini, ma non accadde niente. Vide Multimouse fare lo stesso con la copia di Ladybug legata, per poi passare allo yo-yo, così la imitò.

«Petit Souris*» richiamò l'attenzione della nuova arrivata Chat Noir «Scommetto sulle maschere» affermò un istante prima di toglierla e bloccarsi completamente.


*topolina

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«No, no, no!» Queen Bee si voltò in direzione della Portatrice del topo, attirata dalle sue urla e la osservò mentre si gettava a capofitto verso Chat Noir. 

«Che diavolo…» Chloé strinse la presa della sua trottola intorno all'akumizzata. Senza la corda di Multimouse a tenerla stretta, stava riuscendo a divincolarsi. Viperion appena resosi conto della situazione, bloccò la copia alle spalle avvolgendole la vita e fermandole le braccia lungo i fianchi. La biondina osservò con interesse i bicipiti guizzanti del nuovo arrivato. Per un attimo le sembrò davvero un serpente che avvolgeva la preda tra le sue spire.

«Multimouse» chiamò ansioso «Ci sono problemi?»

«Sì» la voce della giovane arrivò preoccupata e tesa «Preparati ad usare il tuo potere e non togliete la maschera alla falsa Ladybug per nessun motivo: le identità di tutti sono a rischio». 

Carapace e Rena Rouge si scambiarono una rapida occhiata e cercarono di aiutare Viperion a tenere ferma la preda dell’akuma.

A Queen Bee non era sfuggita la totale paralisi di Chat Noir, se fossero stati nel bel mezzo di una battaglia avrebbe scommesso di averlo colpito per sbaglio. Non aveva opposto resistenza quando la Portatrice del topo era corsa verso di lui prendendogli la maschera dalle mani per poi rimetterla alla loro nemica. O almeno questo è ciò che le era sembrato a quella distanza, potendo vedere solo la schiena della finta Ladybug.

«Appena arrivata e già comanda?» sbottó caustica Chloé mentre il suo fermaglio emetteva l’ennesimo bip per avvertirla del poco tempo che le restava prima che tornasse nei suoi panni civili. 

«Non siamo novellini» le ricordó ancora Viperion, ma era evidentemente preoccupato per la sua collega ed anche lei non poté fare a meno di seguire con lo sguardo ciò che stava accadendo lontano da loro. 

Anche Ladybug si comportava in maniera strana, tenendosi particolarmente distante dalla battaglia. Capiva il rischio fintanto che le altre due erano libere, ma ora? Nemmeno il comportamento di Chat l'aveva smossa e l'unica a cui sembrava importare del Portatore del gatto nero era Multimouse. 

«C'è qualcosa che non mi quadra» si lasciò sfuggire la biondina. 

«Certe volte è meglio non sapere…» le rispose Viperion continuando a tenere bloccata la loro nemica «Ora potresti dare una caramella al miele a Pollen? Sarebbe d’aiuto se il tuo "Veleno" paralizzasse anche questa scalmanata».

Chloè annuì ponendo fine alla sua trasformazione, accolse tra le sue mani la piccola kwami che la guardò grata e subito estrasse il pacchetto di caramelline per rifocillarla. Si rigiró la scatolina tra le mani constatando fossero quasi finite. La sola idea di tornare al centro commerciale in cui Luka gliele aveva regalate la fece sorridere, forse lo avrebbe "casualmente" incontrato di nuovo se si fosse presentata alla fine del suo turno di lavoro. 

«Tu come sai cosa mangia Pollen?» chiese improvvisamente sospettosa verso l’ultimo arrivato. 

Viperion sorrise con aria colpevole «Fortuna che non ricorderai niente di tutto questo, Honey» esclamò godendosi l’espressione stupita della biondina, la quale rimase letteralmente a bocca aperta cercando di articolare una frase, inutilmente. 

 

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Il volto che Chat Noir aveva visto, sebbene non fosse la vera Eroina di Parigi, era identico a quello di Marinette.

Indietreggiò portandosi una mano al petto. Il cuore sembrava impazzito facendo pulsare le sue vene in testa in modo fastidioso. Marinette… la sua Marinette era Ladybug… la sua Ladybug. Una miriade di pensieri iniziò a vorticargli nella testa, come aveva potuto essere così cieco per tutti quegli anni? La sua mente si perse ripensando ad ogni suo gesto e parola. Rivalutò i suoi respiri e le virgole immaginarie dei loro discorsi. Lei lo aveva respinto e lui era piombato a casa sua a farsi consolare, ecco il perché dell’Akuma, poteva solo immaginare come doveva essersi sentita. Eppure lo aveva accolto e gli era stata vicino. Se solo ripensava a tutte le volte in cui si erano ritrovati ad essere l’uno l’ostacolo dell’altra per le trasformazioni: era tutto tragicamente comico. Quando realizzò che si erano friendzonati per amore delle rispettive controparti, si lasciò andare ad un sospiro sconsolato.

Multimouse si mise davanti a lui scuotendolo piano «Stai… stai bene?»

C’era paura nei suoi occhi, eppure loro non si conoscevano.

«Devo parlare con lei… » mormorò cercando con lo sguardo l'Eroina di Parigi in lontananza, per poi prepararsi a spiccare un balzo nella sua direzione. 

«Chaton, fermati!» lo supplicò la Portatrice del topo parandosi davanti a lui.

Come lo aveva appena chiamato?

Era tesa, ma sembrava intenzionata a non lasciarlo andare da nessuna parte, soprattutto non dall’altra Ladybug. «Respira per favore» continuò cercando di tenerlo tranquillo, ma era evidente che fosse più agitata di lui «Inspira ed espira, lentamente».

Adrien accettò il consiglio assecondandola mentre cercava di fare chiarezza nella sua mente, ma appena inalò intensamente l’aria, un aroma di burro e zucchero gli permeò le narici. Un brivido gli attraversò la schiena e in quell’istante si spiegò la sensazione avuta appena l’aveva vista. Quasi rise pensando che in qualunque versione, Marinette in un modo o nell'altro era stata in grado di conquistare il suo cuore.

La Ladybug che scorgeva sullo sfondo non era la ragazza che aveva amato sin dal primo giorno. La persona che si era impadronita del suo cuore era lì, di fronte a lui, con la paura di perderlo negli occhi. Non ci pensò un secondo di più, le cinse la vita e senza darle la possibilità di capire che cosa stesse succedendo la baciò annullando le distanze tra loro. Lei, troppo stupita per poter rispondere, impiegò qualche secondo prima di scostarsi e guardarlo ancora più terrorizzata di prima. Lo stesso sguardo con cui aveva guardato l’anello che le aveva messo al dito, solo che ora era lui a vestire i panni del gatto.

In quel preciso momento Chat Noir si rese conto di aver appena complicato ancora di più le cose e un’imprecazione gli si impigliò fra i denti.

Marinette lo guardò confusa per poi allontanarsi di qualche passo portandosi le mani tra i capelli, come se un mal di testa lancinante l’avesse colpita all’improvviso.

«Multimouse...» la voce di Viperion arrivò chiara nei loro auricolari «Non so cosa stia succedendo, ma hai due minuti prima che riavvolga il tempo, cosa devo sapere?»

La ragazza scosse la testa cercando di tornare concentrata. Iniziò a guardarsi in giro freneticamente, si soffermò prima sulla Portatrice della Coccinella e poi sulle copie «Dovete avvicinare le akumizzate e fare in modo che non si possano vedere in viso. Tutti i portatori dovranno guardare altrove mentre io e Ladybug toglieremo loro gli oggetti. Manda a tutti istruzioni scritte in modo che nessun altro possa sentire il piano. Una delle federe con all’interno gli oggetti deve essere distrutta con il Cataclisma, l’altra va usata per il Miraculous Ladybug».

Chat Noir attese che Multimouse finisse di parlare e poi si avvicinò spegnendo l’auricolare affinché nessuno potesse sentire la loro conversazione. Avvicinò piano la mano al suo volto e tolse anche quello della ragazza che lo guardò confusa non capendo il motivo del suo gesto.

«Marinette, sono io… sono... Adrien».

Le si spalancarono gli occhi e lo guardò interdetta, doveva decisamente metabolizzare la notizia. Le sfiorò la guancia con il guanto nero e questa volta la vide abbandonarsi a quella carezza. Le lacrime iniziarono a disegnare delle righe lucide sulle sue guance e Chat si affrettò ad asciugarle con un bacio. Infine appoggiò la testa contro la sua «Te l’ho già detto: non sopporto vederti piangere».

Sapevano di non avere più tempo, eppure sembrava che intorno a loro tutto si fosse fermato. Cristallizzati come in una goccia d’ambra, sarebbero volentieri rimasti così, fronte contro fronte, in eterno.

«Chaton...» il silenzio venne interrotto da Marinette che lo attirò a sé posando le sue soffici labbra contro le sue, in un bacio dolce, ma che faceva percepire l’urgenza del momento.

Gli prese il volto tra le mani sorridendo «Non arrenderti» lo supplicò a bassa voce «Ti prego! Ti...»

 

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«Chat, ti dispiace aiutarmi con l’altra akumizzata?»

Multimouse stava chiedendo aiuto al Portatore del Gatto, ma Viperion la fermò all’istante.

«No! Ho utilizzato il potere del mio Miraculous» affermò il giovane «So cosa dobbiamo fare!»

Fece tenere ferma l’akumizzata da Rena, Carapace e Chat mentre Chloé rifocillò il suo kwami. Questa volta stette bene attento a non lasciare indizi riguardo alla sua identità. Nel frattempo scrisse un messaggio informando tutti come dovevano muoversi. 

Ognuno si posizionò dando la schiena a Ladybug e Multimouse che cercarono di essere il più veloci possibile.

«Avete già fatto?» chiese stupito il gatto nero quando la Portatrice del topo gli consegnò la federa.

«Mio cugino è Speedy Gonzales» scherzò facendolo ridere.

«Vi prego no!» sbottó Queen Bee «Due Portatori di battute squallide non li reggo». 

Gatto e topo si scambiarono uno sguardo di complicità sorridendo e Viperion si chiese se fosse il caso, più tardi, di rivelare a Marinette di aver ceduto al giovane. Non aveva capito bene la dinamica e se doveva essere sincero, era fermamente convinto che fosse meglio restare all’oscuro di quello che si erano detti. Insomma, lei lo aveva volutamente baciato appena prima che il suo potere venisse attivato. Forse la sua amica si era innamorata di Chat Noir durante i loro incontri negli ultimi mesi. Forse… aveva consigliato a Ladybug di respingerlo per avere campo libero. Luka scrollò la testa ridendo fra sé: no, non era decisamente da Marinette.

L’atmosfera sembrò rompersi appena la Portatrice della coccinella aprì bocca «Sarà meglio purificare l’akuma».

«Cataclisma!» dalle mani del giovane si alzò una farfalla nera con striature viola che fu prontamente catturata dallo yo-yo dell’eroina.

«Presa...» balbettò quasi in imbarazzo.

Dietro di loro due bambini iniziarono a guardarli spaesati.

Viperion notò che Multimouse si trattenne dal correre da loro e anche sul volto di Chat Noir prese forma uno sguardo contrito. Lo vide serrare i pugni borbottando qualcosa «Devo andare» tagliò corto e sparì prima ancora che il Miraculous agisse per ricostruire il Luna Park e sistemare ogni cosa.

«Andate, ci pensiamo noi qui» Rena e Carapace presero in braccio fratello e sorella e si allontanarono tranquillizzandoli e cercando di capire chi fossero i loro genitori. 

«È stato un vero piacere» Viperion salutò Chloé con un galante baciamano «Spero di rivederti presto».

«Non hai già un topo a cui pensare?» chiese insinuando ci fosse una relazione tra lui e Multimouse.

«No, preferisce i gatti» rispose lanciando un’occhiata all’amica che lo guardò storto.

«Ridicolo, assolutamente ridicolo!» rise la Portatrice dell’ape allontanandosi, nel farlo alzò una mano facendo un breve cenno di saluto «Alla prossima».

«Che intendevi dire?» domandò Marinette perplessa.

«Niente» le sorrise scrollando la testa «Andiamo?»

«Ci serve un posto sicuro, entriamo nel labirinto degli specchi» propose facendo strada a lui e Ladybug.

Luka si trasformò consegnando alla Portatrice della Coccinella il Miraculous di Sass «Ci sentiamo più tardi» sorrise all’amica.

Lei annuì restituendogli il sorriso «Sei stato davvero bravo!» si complimentò.

«Siete stati fantastici» si intromise l’altra «Grazie davvero per il vostro aiuto!»

«Sempre a disposizione» salutò il giovane prima di uscire di corsa e andarsene di lì.

Nella sua mente si ripropose lo sguardo stupefatto di Queen Bee quando aveva finalmente realizzato chi si nascondesse sotto la maschera di Viperion. Non vedeva l’ora che accadesse di nuovo e forse per via del potere del serpente, avrebbe potuto sperimentare molte altre rivelazioni prima di quella definitiva. Aiutare a sconfiggere Papillon, aveva appena assunto una prospettiva del tutto nuova.

 

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Marinette sciolse la trasformazione precedendo Priyanka all'esterno da una porta di emergenza. Avevano controllato che nessuno potesse vederle e la nipote di Fu lanció in aria la seconda federa attivando il potere magico del suo Miraculous riportando tutto il parco alla normalità. 

L'illusione di Rena Rouge era stata spazzata via e Priya era tornata nella sua tuta originale. Anche lei annullò il legame con la coccinella e Marinette si apprestò a rifocillare immediatamente Tikki, Mullo e Sass.

«È andata bene» sorrise tirando un sospiro di sollievo «Mi dispiace solo per quei due bambini». 

«Come può Papillon usare dei bimbi innocenti?» chiese Priya riconsegnandole gli orecchini «È orribile!»

«Lo fermeremo» la rassicurò l’altra «Con il tuo aiuto ce la faremo»

«Forse sbaglio, ma da come sei vestita penso fossi nel bel mezzo di un appuntamento…»

«Già...» rispose combattuta «Dovrei proprio andare»

«Ci sentiamo questa sera» rispose tranquilla «Ora vai!»

Appena arrivò oltre la struttura che conteneva il labirinto di specchi, un raggio di sole le ferì gli occhi e alzando istintivamente la mano a coprirli osservò l’anello giocattolo di Chat Noir.

Per un attimo aveva pensato che Adrien volesse davvero mettersi con lei, ma poi aveva precisato che gli era sembrata un’idea divertente visto il modo in cui si era vestita. Del resto era da tutto il pomeriggio che faceva battute giocose sulle sue calze. «Sono proprio una sciocca» bisbigliò amaramente levando l’anello per poi infilarlo in tasca «Mi sono solo illusa di piacergli, di nuovo».

«Marinette...» Tikki spuntò leggermente dalla borsina, ma la ragazza la coprì con la mano facendola tornare al suo posto.

«Non ora» la pregò «Non voglio parlarne».

Il telefono della ragazza iniziò a suonare rumorosamente rivelando il nome di Adrien sul display. La giovane prese un profondo respiro prima di rispondere: «Pronto?» chiese, ma la voce la tradì tremando sensibilmente.

«Dove sei? Stai bene?»

«Sì, tutto ok» mentì spudoratamente «Sono...» si guardò in giro in cerca di un punto di riferimento «Beh, sono davanti al labirinto degli specchi. Tu?»

«Aspettami lì, non ti muovere».

Il parco piano piano si stava ripopolando e i Parigini ormai abituati a queste bizzarre incursioni di akumizzati ripresero normalmente le loro attività. Questa consapevolezza le appesantì ulteriormente il cuore. Come era potuta diventare parte della loro quotidianità?

Se solo ripensava ai due bambini akumizzati, iniziava a tremare per la rabbia.

Non passarono molti minuti prima di vedere una testa bionda sfrecciare velocemente nella sua direzione.

«Mari!» la chiamò trafelato da lontano appena la intravide tra la folla.

Era contenta di saperlo stare bene, ma era stanca, provata e sinceramente non se la sentiva di proseguire il loro pomeriggio. Avanzò nella sua direzione pensando si sarebbe presto fermato, ma si sbagliò. La travolse quasi, abbracciandola preoccupato senza darle la possibilità di fare o dire niente. La stava stringendo al petto e sentiva il suo cuore battere frenetico per la corsa.

«Per fortuna stai bene» lo sentì mormorare accorato «La caviglia?» domandò scostandosi leggermente per guardarla in faccia.

«Come nuova» lo rassicurò «Tu come stai?»

«Ho avuto paura ti fosse successo qualcosa» esclamò «Non ti ho più trovata, cos’è accaduto?»

Marinette deglutì, doveva trovare una scusa credibile e in fretta. «Chat Noir...» pronunciò, stupendosi da sola che fosse la prima persona a venirle in mente «Mi ha trovata e portata qui, lontano dalle due akuma».

Il ragazzo si allontanò di un passo guardandola serio, con un’espressione indecifrabile in viso. Non riuscendo a sostenere il suo sguardo tentò di sdrammatizzare «Sai… solidarietà tra gatti» spiegò sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

«Dov’è l’anello?» chiese Adrien, che dal suo ultimo movimento doveva averne notato la mancanza.

«Oh, quello...» prese tempo lei «Sì, ecco… era un po’ largo, deve essermi caduto nella confusione. Mi dispiace».

Il giovane per un attimo le sembrò particolarmente silenzioso, distratto da qualche pensiero tedioso, ma infine le prese la mano sorridendo dolcemente «Farò in modo che il prossimo sia della misura giusta...»

«Il p-prossimo?»

Alle spalle di Adrien si materializzò un’ombra scura, alta e massiccia. Appena percepita si voltò di scatto e fu proprio in quel momento che la sua guardia del corpo, pallida in viso, iniziò ad ispezionarlo freneticamente da testa a piedi per verificare che stesse bene. Era agitato e non riusciva che ad emettere grugniti preoccupati.

«Sto bene! Sto bene!» lo rassicurò il giovane cercando di toglierselo di dosso «Per favore torna all’auto».

L’uomo fece per ribattere e Marinette colse l’occasione intromettendosi.

«A dire il vero...» disse appoggiando una mano sul braccio del ragazzo «Tutto questo trambusto mi ha scombussolata un po’. Vorrei tornare a casa se non ti dispiace».

«Oh...» rispose il ragazzo sinceramente dispiaciuto «Certo, nessun problema».

I tre si diressero verso il parcheggio attraversando l’intero parco. Con il Gorilla presente Adrien non proferì parola. Marinette notò che la cercasse spesso con lo sguardo, ma a lei sembrò quasi di poter vedere gli ingranaggi del suo cervello girare freneticamente nella sua scatola cranica.

Salirono in macchina in silenzio e l’autista si infilò lentamente nel traffico cittadino.

Quando mancò poco all’arrivo alla panetteria, il giovane si decise a parlare nuovamente.

«Mi dispiace per quello che è successo oggi».

Marinette si chiese se si riferisse all’attacco di Papillon o alla piccola discussione avuta dopo che le aveva dato l'anello, azzardò la prima ipotesi perché riteneva fosse decisamente più facile da gestire.

«Vedrai che presto Chat Noir e gli altri sconfiggeranno Papillon e Mayura, non è colpa tua se quello squilibrato mette a ferro e fuoco Parigi».

Adrien rimase per un attimo interdetto, pensò che solitamente tutti riconoscevano a Ladybug il lavoro fatto per purificare le Akuma e tentare di fermare il Portatore della farfalla, perché Marinette no?

«Una vera fortuna che ti abbia portata in salvo» lo sentì dire con un tono di voce teso. 

Lei lo guardò per un attimo e lo sguardo del ragazzo per la prima volta nella sua vita non le sembrò rassicurante. Adrien era forse geloso di Chat? Ridicolo! Anzi, come avrebbe detto Chloé: assolutamente ridicolo!

«Sì, beh… lo avrebbe fatto per chiunque» minimizzò lei.

«Deve essere stato contento di vederti con questo outfit» incalzò lui «Oltre a starti benissimo, in qualche modo lo… omaggia».

La ragazza arrossì leggermente per il complimento «Non credo se ne sia accorto».

«Ti piace?» le chiese a bruciapelo.

«C-cosa? No...» si affrettò a dire «Mi ha solo portata al sicuro, niente di più»

«Marinette, perché stai mentendo?»

Le si fermò il respiro. Lo sguardo di Adrien era strano. Non capiva perché insistesse così tanto e si chiese come mai il giovane fosse convinto che dovesse piacerle proprio il Portatore del gatto nero. Che cosa glielo faceva credere? Era bastato il suo vestiario per instillare in lui il dubbio? O forse era qualcosa nel suo comportamento a farglielo credere? Che cosa mai poteva aver visto Adrien che lei ancora non aveva realizzato? 

All'improvviso Marinette pensò che il giovane forse, aveva intuito chi si nascondesse dietro il famoso post-it firmato "C".

L’auto arrivata a destinazione frenò facendoli dondolare piano in avanti. Per un attimo nessuno dei due si decise a muoversi, ancora troppo impegnati a scrutarsi in silenzio. 

Poi il biondino fece scattare la sua cintura e scese andando ad aprirle la portiera.

«Grazie» pigolò lei scendendo. La salvezza era a pochi metri, non vedeva l’ora di rifugiarsi in casa ed annegare i suoi pensieri in un bagno fumante fatto di schiuma e bolle al profumo di vaniglia.

Arrivò alla porta ed infilò le chiavi nella toppa in silenzio, non sapendo cosa dire, troppo stordita dalle sue ultime riflessioni.

«Akuma a parte è stato un bel pomeriggio» sentì esclamare alle sue spalle.

Spalancò il portoncino e restando sull’uscio si voltò, cercando di imbastire un sorriso allegro «Mi sono divertita molto, sono curiosa di vedere se al Festival scolastico riuscirai a battermi in modo onesto a freccette» cercò di scherzare.

Adrien sorrise senza replicare, pensando che tutti gli sforzi fatti per farla divertire, tutti i suoi tentativi di avvicinarsi maggiormente alla giovane erano stati sprecati per colpa di Papillon. 

«Ci vediamo domani a scuola» lo salutò lei facendo un passo indietro per porre fine a quel pomeriggio insieme.

«Marinette...» la fermò istintivamente prendendole il polso. Poi si chinò verso di lei e le lasciò un bacio sulla guancia, pericolosamente vicino all’angolo della sua bocca. Il respiro di lui le solleticò l'orecchio e probabilmente la vide rabbrividire e tendersi per la sorpresa «Fai sapere a quel randagio che posso diventare estremamente pericoloso». Detto questo si raddrizzò, e sistemandosi meglio gli occhiali da sole sul naso - con un gesto che chiunque avrebbe definito estremamente sexy - sfoderò un perfetto sorriso da schiaffi, per poi risalire in macchina e guardarla un’ultima volta prima di ripartire.

La giovane ebbe la prontezza di richiudere la porta prima di scivolare a terra, sopraffatta dalle emozioni. «Mi vuole morta» balbettò portandosi una mano al cuore, sentendolo scalpitare furiosamente.

 
 
 
 

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Note dell'autrice 
Grazie ancora per essere arrivati fino a qui, fatemi sapere cosa ne pensate e se non volete perdervi gli aggiornamenti vi consiglio di aggiungere me o la storia tra i preferiti/ricordati/seguiti.

 

Questa battaglia è stata molto emozionante da pensare e da scrivere. Inutile dirvi quanta soddisfazione ho provato nel vedere Desperada e accorgermi di essere in linea d'onda con l'idea che ha Astruc di Miraculous. L'unica cosa che ho dovuto ritoccare per coerenza narrativa con la serie è stato l'utilizzo del Miraculous di Viperion, infatti all'inizio avevo pensato potesse usarlo una sola volta, ma per un tempo maggiore rispetto ai 5 minuti. Invece Aspik ci ha dimostrato le sue enormi potenzialità.
 

Ora la parola a voi ^^ Vi è piaciuto? Perché Adrien si è finto geloso di Chat Noir? Forse ha qualcosa in mente ora che è certo che Marinette gli ha mentito sulla sua sparizione durante la battaglia?

 

Ancora grazie a tutti!
A presto! KwamiHunters

 

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