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Autore: queen_beer    14/09/2019    0 recensioni
Dal secondo capitolo:
-Lily? Gira tutto, perché gira tutto?
-Mh, deve essere stata la botta in testa.
-Che botta in testa?
-Quella che hai preso quando ti ho schiantato.
Storia partecipante al concorso indetto da Matilde di Shabran su efp
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Il grande giorno



-Lily.
 
Al suono del suo nome, l’appena diplomata streghetta si gira verso la fonte. L’aria era così pesante che poteva essere tagliata con un coltello. Lily non aveva mai capito cosa volesse dire quell’espressione, almeno fino a questo momento.
 
-Tuny.
 
Un mutamento appena percettibile nella mascella della babbana fece comprendere a sua sorella che il nomignolo non era esattamente apprezzato.
 
-Non so cosa tu voglia da me, ma sbrigati: oggi è il mio primo giorno di lavoro nella boutique in paese e non farò di certo tardi per colpa tua.
 
L’impazienza era evidente non solo nel tono della sua voce: il piede dettava un ritmo forsennato sul pavimento, che sarebbe stato difficile da seguire pure dalla professoressa McGranitt, che in un ballo organizzato dalla scuola aveva sorpreso tutti dimostrandosi un’ottima ballerina!
L’ospite, anche se sarebbe meglio chiamarla intrusa, visto che si era introdotta nella casa tramite la metropolvere, esitò un secondo: i suoi capelli rossi sciolti erano in contrasto col vestito bianco che le arrivava fino ai piedi. Sarebbe stato difficile non notarlo anche se la gonna non fosse stata così da principessa, ma Lily decise di sorvolare sull’ostentata indifferenza della sorella.
 
-Ti avevo mandato un invito ufficiale, ma non avendo ricevuto risposta ho temuto che il gufo si fosse perso. Oggi mi sposo, Tuny, e vorrei che ci fossi anche tu.
 
-Ah, quindi era oggi? Me ne ero proprio dimenticata. Inoltre, come ti ho detto, ho appena trovato lavoro.
 
Improvvisamente si udì un sonoro crack e nientemeno che James Potter si unì alla difficile situazione: appena aveva visto che la sua per ora solo fidanzata era sparita, aveva fatto due più due e si era precipitato a casa della sorella.
 
-James... che ci fai qui?
 
Ma James non rispose. In effetti, era come se fosse pietrificato.
 
-VESTITOVESTITOVESTITOVESTITO.
 
Disse tutto d’un fiato, voltandosi dalla parte della parete e lasciandosi le due litigiose sorelle alle spalle.
 
Lily rimase un attimo pensierosa, per poi sgranare gli occhi che, nel frattempo si erano leggermente offuscati per le lacrime. Lily, tuttavia, non sapeva per certo se erano lacrime di dolore, per i continui rifiuti di Petunia, o di commozione, per James, che aveva ascoltato rapito al primo anno le storie di quella solitaria Nata Babbana che parlava del suo mondo e delle sue usanze, tra cui anche quella della sfiga nel caso in cui un ragazzo avesse visto la sposa nel suo vestito prima delle nozze.
 
-Te ne ricordi ancora?
 
-Petunia cara, sono a casa! Guarda che bella cravatta ho compra... che ci fate voi qui?
 
James cercò di prendere in mano la situazione, anche se ciò si dimostrò difficile, visto che i restanti occupanti del soggiorno di casa Dursley non potevano vedere che la sua schiena.
 
-Siete ufficialmente invitati al nostro matrimonio, che si terrà esattamente... sette minuti fa, in un’adorabile chiesetta nella periferia di Londra. Dovreste venire, è davvero un bel posto, pensate che Lily mi ha fatto una testa così per mesi finché non siamo riusciti a prenotarla...
-Ehm ehm.
-Okay, okay, sono io quello che ha insistito, ma dovreste davvero venire.
 
-Petunia, ho sempre pensato che in questo giorno speciale ci sarebbe stato mio padre ad accompagnarmi lungo la navata... però questo non sarà possibile. Vorrei che ci fossi almeno tu, con me.
 
Il discorso della futura sposina fu seguito da un attimo di silenzio. James era ancora di spalle, ma annuiva energicamente, Vernon guardava quella che era sua mogli da ormai due anni - matrimonio al quale Lily non fu invitata, ovviamente - e pure Lily guardava Petunia, ma al contrario di Vernon, il suo viso era ormai rigato da copiose lacrime, la ferita della morte dei genitori ancora fresca.
 
-Come osi...
Fu poco più di un sussurro, la risposta della sorella maggiore, eppure il ghiaccio era così tangibile che ad entrambi i futuri sposini gelò il sangue nelle vene.
 
-Proprio tu, venire qui a parlare della loro morte.
-Tuny...
-SEI STATA TU AD UCCIDERLI! TU E IL TUO STUPIDO “GUARDATEMI SONO UNA STREGA”. Pensi sarebbero morti se tu fossi rimasta qui? Se tu fossi stata normale? È solo per colpa tua che i Mangiamorte li hanno uccisi, perciò no, la risposta è no. Non ci vengo al vostro stupido matrimonio.
 
-Proprio così! Adesso voglio tutti i mostri fuori da questa casa. Sapete dove me lo metto l’invito al vostro matrimonio? Nel...
 
La magia involontaria, diceva il Manuale di Informazioni su Maghi, Stregoni e Fattucchiere spiegate in breve ai Nati Babbani, consentiva ai giovani sopracitati maghi, stregoni e fattucchiere di liberare la magia accumulata dentro di loro ed era sprigionata soprattutto da forti emozioni.
Una volta imparata a gestirla, diceva sempre il solito manuale, la magia involontaria spariva.
Statisticamente, questo avveniva entro gli undici anni.
 
Ovviamente il mio futuro maritino non fa parte della norma, pensò scocciata, ma neanche troppo, Lily.
 
-Aiuto! Fermate il mio Vernon! COME VI PERMETTETE, LURIDE... ANORMALITÀ.
 
Vernon Dursley era ormai un puntino lontano. Un puntino lontano che continuava a imprecare mentre rotolava giù dalla collina, un pallino lontano che tuttavia era più grosso di quello che sarebbe dovuto essere... più rotondo. Il muro che restava nella parete attraverso cui era passato, pensava James, con uno strano senso di soddisfazione, ricordava vagamente l’ingresso della Sala Comune dei Grifondoro.
 
-Ops. Vuoi che rimetta a posto la parete o...?
 
-SPARITE!- urlò la sorella della sposa, precipitandosi giù per la collina, oramai del tutto dimentica della sua prima giornata di lavoro alla boutique nel centro del paese.
 
**
 
-Lily, lo sai che quelle di Petunia erano tutte stronzate, vero?
La ragazza, appena rimaterializzatasi insieme al fidanzato nelle vicinanze della chiesa, evitò lo sguardo di quest’ultimo.
-È stato Voldemort. Sono stati i Mangiamorte, con le loro orribili ideologie. Per questo siamo entrati nell’Ordine, perché cose del genere non succedano più.
-Questo lo so, però... in un certo senso, non posso evitare di sentirmi in colpa. È semplicemente così, non c’è nulla che tu possa fare. Non c’è nulla che io possa fare. Solo fermare quegli assassini e impedirgli di uccidere di nuovo.
-So io cosa potrebbe farti sentire meglio.
-Ti prego, non dire sposare te.
James sorrise sornione, mentre tirava fuori una boccetta dalla giacca.
-Teoricamente era per dopo il matrimonio...
 
**
 
-James! Lily! Siete in ritardo al vostro stesso matrimonio! Siete incredibili. Incredibili.
-Remus. Che piacere vederti.
-Sì, davvero un piacere.
I due innamorati si guardarono e scoppiarono a ridere come due dodicenni.
-Aspettate ma... siete ubriachi?
-Macché ubriachi. Saremo al massimo brilli. Brilli. Brrr... illi. Che parola buffa. Birillo. Brillo. Come Sirius. Capito Lily? Brilliamo come Sirius. L’hai capita?
-Preferivo di no.
Remus nel frattempo si era allontanato, bofonchiando qualcosa terribilmente simile a “solo voi”.
 
**
 
-Adesso siamo sposati.
-Perspicace, Potter.
-Lo sai che significa?
-Che adesso mi toccherà venire ad Hogsmeade con te ogni volta che me lo chiedi?
-Che da adesso la tua famiglia sono io.
  
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