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Autore: Lilitu    14/09/2019    1 recensioni
Sakura sta male, è palese, si rende conto che tutto quello che ha sempre amato non la ricambia e che persino genitori e amici non la sopportano. Una notte, però, nei suoi sogni appare un ragazzo inizialmente sfuocato che inizia a prendere forma piano piano che l’aiuta. Dopo 5 giorni il cambiamento sarà fatale.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sakura Haruno | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Più di sei mesi erano ormai passati dalla sua scomparsa.
Le stagioni erano cambiate e i giorni si erano susseguiti uno dietro l’altro.
Il popolo si era ormai dimenticato di quello che era accaduto lasciando spazio ad altri pensieri.
Non si parlava più dell’omicidio di Sakura Haruno anche se nessuno avrebbe mai potuto dimenticarlo.
Ormai era stata classificata come un essere immondo e nessuno ricordava più di quando aveva curato o salvato la vita in missione a qualche familiare o amico.
La sua unica azione malvagia aveva declassato tutto il lavoro di una vita.
Sakura sapeva che ciò sarebbe accaduto nel momento stesso in cui aveva deciso di seguire Akihito, ma non le importava.
In quei mesi trascorsi aveva scoperto un nuovo amore, molto più profondo del primo, aveva scoperto un potere che non sarebbe mai riuscita a sviluppare senza l’aiuto di quello che era divenuto il suo uomo.
Era sfociata pian piano nella follia, in una follia che adorava, una follia in cui aveva tutto ciò che aveva sempre desiderato.
I suoi sentimenti per il villaggio della foglia e dei suoi abitanti erano stati spazzati via, era rimasto solo odio.
Odio nei confronti di chi non l’aveva mai apprezzata appieno, odio verso coloro che pretendevano tutto da lei senza poi darle nulla in cambio, neanche una  parola di conforto.
Gli avrebbe mostrato il potere che aveva sviluppato in quelle settimane, li avrebbe spazzati via.
Continuava a pensare a tutto ciò che era accaduto e a tutto quello che avrebbe fatto in piedi sul muro che proteggeva Konoha.
Il lungo mantello e il cappuccio le coprivano il volto ma alcune ciocche indomite riuscivano comunque ad evadere da quel nascondiglio oscuro.
Guardò distrattamente giù le varie case.
Si sentì pervadere da una forza distruttiva unica e come una farfalla intenta a spiccare il volo saltò giù.
Cercò di ricordare i bei momenti passati tra tutte quelle vie e quelle mura ma si rese conto di aver dimenticato tutto.
Atterrò su alcuni tetti, silenziosa e letale.
Ispirò a fondo quell’aria così diversa rispetto a quando se ne era andata sei mesi prima.
Sapeva che non aveva molto tempo e si leccò le labbra al pensiero di ciò che la stava aspettando.
Sentiva già la forza e l’adrenalina scorrerle per tutte le vene diffondendosi per il corpo.
«Devi stare tranquilla.» sussurrò Akihito comparendo accanto a lei.
«Lo sono.»
«Sento la tua euforia.»
Lei sorrise, come poteva non essere euforica?
Lui rispose a quel sorriso folle e le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio mentre si chinava per baciarla.
Sparì così com’era comparso, anche se Sakura sapeva che era ancora nei paraggi per controllarla.
Lei si rimise il cappuccio nascondendosi il viso sentendo ancora le labbra del demone sulle sue.
Guardò in direzione dell’ingresso del villaggio, l’allarme doveva già essere scattato non aveva molto tempo  a disposizione, doveva sbrigarsi.
In pochissimo tempo, facendo attenzione a non farsi vedere corse fino all’ospedale, aprì la finestra della stanza della madre e vi entrò.
Non aveva bisogno di cercarla, sentiva il suo odore da un miglio di distanza, così come sentiva qello di tutti quelli che una volta erano stati i suoi migliori amici.
«Ciao mamma.»
La donna si pietrificò nel sentire la voce di sua figlia.
Il panico le attanagliò la gola.
Era tornata veramente. Dopo molto tempo era tornata per finire quello che aveva iniziato.
Aprì la bocca per urlare e liberare quel grido bloccato in gola ma se la tastò stupita quando non emise nessun suono.
«No, no. Non vorrai mica urlare. Non vedi la tua adorata figlia da più di sei mesi e reagisci così.»
Si avvicinò al letto toccandola attraverso le coperte.
La donna sussultò e la ragazza scoppiò a ridere.
«Sono tornata per te. Te lo avevo promesso, no? Ricordi?»
La donna iniziò a piangere e la figlia rise deliziata.
«Non ti ho ancora fatto nulla mammina, perché piangi?.»
Le afferrò un dito.
«Sai mi sei mancata.»
Con una semplice mossa priva di fatica glielo staccò.
«Mi sono mancate le tue graziose isterie.»
La donna riprovò ad urlare senza alcun risultato.
«Delizioso. Fantastico.» disse facendosi oscillare il dito davanti al viso.
«Si è staccato così velocemente … vogliamo scommettere su quanto tempo impiegherò a staccarti tutte le parti del corpo?» disse sorridendo come non aveva mai fatto.
Le prese il polso storcendoglielo violentemente e spezzandogli tutte le ossa del braccio.
Nonostante la pazzia ricordava tutto ciò che aveva studiato con Tsunade e sapeva bene come utilizzare quelle conoscenze a suo favore.
Si tolse i guanti buttandoli al fondo del letto e mostrando degli artigli neri affilatissimi.
‘cosa sei diventata?’ avrebbe voluto urlarle la madre ma dalla sua bocca continuava a non emettere suoni.  Fece scorrere gli artigli delicatamente lungo il braccio distrutto della madre per fermarsi sul suo collo.
«Con questi potrei squarciarti la gola in un istante ma sarebbe troppo facile, troppo veloce. Non trovi?»
Le amputò un piede per poi aprirgli il ventre e strappare via l’utero.
«Qui mi hai tenuto per nove mesi della tua inutile vita. Ti rende felice  il fatto che trapasserai grazie ad una cosa che hai fatto nascere tu?»
Scoppiò a ridere.
< Lei la trovava una cosa piena di ilarità.
Con quella risata la donna si rese conto che sua figlia era morta e insieme a lei anche la sua umanità lasciando spazio a qualcosa di folle e oscuro.
Avvicinò le unghie sul suo viso e la donna iniziò ad agitarsi e ad urlare grida silenziose.
«Dopo che te lo avrò staccato inizierò a mettere fine alla tua vita.»
La donna iniziò a scuotere la testa piangendo da un occhio solo.
Lei osservò attentamente le lacrime scivolare lungo il viso della madre.
«Ahahahaha esattamente proprio così … ma non è abbastanza.»
Tolse il blocco dalle corde vocali  della madre per poter udire le sue urla strazianti.
I medici accorsero subito senza però riuscire ad aprire la porta.
Le guardie fuori dalla stanza confuse si guardarono intorno. Nessuno era entrato o uscito da quella stanza all’infuori di medici e infermiere, quindi perché adesso quella porta non si apriva?
Avevano trovato quell’incarico ridicolo all’inizio, una cosa da niente, ma adesso sentendo le grida di quella donna e le risate di uno sconosciuto rimpiangevano di averlo accettato.
«Questa è la tua fine. Addio mamma. Ci rivediamo all’inferno.»
Le urla invasero l’ospedale finché la donna si accasciò sul letto crollando nel buio.
Ma dal buio risorse.
«Davvero credevi che ti avrei fatto fuori così velocemente com’è stato per papà?»
La sua risata sadica invase quella stanza troppo piccola per contenere un dolore così grande.
Scansò  il mantello mostrando un occhio che non le era mai appartenuto.
Si avvicinò di nuovo al letto mostrando i suoi lunghi artigli neri.
Prese il mignolo del piede mozzandolo di netto.
Fece la stessa cosa con tutte e dieci le dita leccandogliele davanti alla faccia mentre la donna urlava urlava e urlava ancora. Le incise la pelle lungo la coscia.
Un lungo squarcio da cui poi iniziò a staccare la pelle, scuoiandola viva.
Le staccò la pelle fino al collo quando la donna rivide nero credendo e sperando di essere morta.
Tuttavia rivide la luce e di nuovo la figlia che si avvicinava al letto ridendo sempre più forte.
Questa volta la donna cercò di dimenarsi urlando e piangendo chiedendo alla figlia di lasciarla andare, di ucciderla ma Sakura ormai non era più lei e la clemenza il perdono o la pietà non facevano parte della sua nuova persona.
Questa volta gli aprì il petto fracassandogli le costole e staccandole il cuore per poi morderlo davanti ai suoi occhi e sporcandosi la bocca e il mento del sangue ancora incastrato all’interno di quell’organo pulsante. «Questo cuore è marcio.» disse dopo averne ingoiato un pezzo.
«Proprio come te mia cara mammina.»
Si sedette sul suo grembo e iniziò a staccargli la faccia continuando ad ascoltare come se fosse una dolce melodia le urla strazianti della donna.
Da fuori la stanza sentiva che i medici cercavano di fare di tutto per aprire quella porta.
Buio, luce, buio, luce.
Morì così tante volte che quando Sakura la divise a metà, le staccò la testa dal corpo, gli sfracassò il cervello e gli calpestò il cuore, ormai la sua anima se ne era già andata.
Come aveva fatto a generare un mostro di quel tipo?
Adesso non se ne doveva più preoccupare pensò mentre diveniva buio per l’ultima volta. Sakura aveva esaurito il suo tempo.

 
«Signorina Tsunade abbiamo un problema.» urlò un ninja del villaggio spalancando la porta del suo ufficio.
Tsunade alzò lo sguardo dalle mappe del villaggio della foglia per fissare attentamente il ninja.
Jiraya e Orochimaru fecero lo stesso, quest’ultimo infastidito per l’essere stato interrotto mentre spiegava come avrebbero potuto utilizzare le fogne a loro vantaggio nella prossima guerra, che a suo dire si sarebbe scatenata a breve.
«Cosa è successo adesso?» domandò Orochimaru disturbato.
«è entrato qualcuno dentro Konoha e…»
«E sarebbe questo il problema?» sbottò la serpe. «Sai quante persone entrano qui dentro ogni giorno?»
«Si tratta di Sakura Haruno.»
Tsunade scattò in piedi.
«Come fate ad esserne certi?»
«La madre è stata trovata morta nel suo letto d’ospedale. È stata assassinata in maniera brutale quasi animalesca.»
«è tornata per finire quello che aveva iniziato.»
Tsunade cercò in tutti i modi di ignorare quello che aveva detto il suo vecchio compagno anche se da un po' di tempo l’idea che fosse stata Sakura stava iniziando a prendere il sopravvento anche su di lei. Ma se davvero era tornata doveva trovarla immediatamente e accertarsi che stesse bene.
«Vai a chiamare la squadra di Shikamaru, di Neiji e di Hinata.»
«Dove devono andare?» domandò.
«Dove credi che possa essere Tsunade?» domandò Jiraya.
«Ai campi d’allenamento del team 7, se davvero è tornata la prima cosa che farà sarà andare a vedere i suoi compagni. Ci vediamo tutti lì.»
La ragazza annuì per poi eseguire gli ordini. i brividi le stavano ancora correndo lungo il corpo da quando aveva lasciato la stanza della madre della ragazza non riusciva a liberarsi di loro ne tantomeno della sensazione di nausea. Sperava davvero con tutto il cuore di non ricevere anche l’ordine di raggiungerli a combattere contro il mostro che aveva ridotto in quel modo sia la donna sia la stanza dell’ospedale.
Quando era arrivata lei sembrava che ci fosse passato dentro un uragano.
«Dovremmo fare attenzione. Potrebbe esserci anche chi l’ha portata via.»
«Continui a credere in questa storia, io direi di fare attenzione a Sakura.»
«Potrebbe esserci anche il complice.» spiegò Jiraya.
«Ormai siamo quasi certi del fatto che sia stata lei a commettere l’omicidio ma io penso che qualcosa l’abbia istigata e credo anche che quel qualcosa sia qui se ci sta anche lei.»
Tsunade annuì, la pensava anche lei così.
«Magari il possessore del sangue che abbiamo trovato sia nella sua stanza sia sulla frusta di Shiba.»
«Come volete.» rispose Orochimaru mascherando il volto con un espressione indifferente mentre dentro esultava al pensiero che potesse esserci anche quel demone, quel Nowaki.

 
Il team 7 si stava avviando verso i campi di allenamento. Avevano bisogno di tenersi in forma e di migliorare la loro coordinazione negli attacchi.
Il rapporto dei due ragazzi con Shiba era migliorato notevolmente, tutte le missioni svolte insieme e tutti quei mesi passati a vivere insieme li avevano uniti.
Ovviamente l’argomento del terzo membro era ancora intoccabile ma Shiba aveva capito e si limitava ad aiutare  senza fare domande seccanti.
Naruto, da quando Hinata aveva parlato con Shiba in cucina, aveva iniziato a trattarla come una persona normale e adesso ci rideva e ci scherzava come se si conoscessero da anni.
Oltretutto Shiba si divertiva ad aiutarlo con i suoi scherzetti infantili e Naruto l’aveva completamente rivalutata.
L’amico era anche convinto che Shiba fosse in realtà innamorata di lui ma Sasuke non sapeva se crederci o meno.
Anche lui nell’ultimo periodo aveva iniziato a pensare un minimo a lei ma il pensiero di Sakura era ancora talmente forte da spazzare via qualunque sorta di ‘sentimento’ verso Shiba.
La ragazza stava leggermente più avanti rispetto a loro intenta a chiacchierare con Hinata di cose che Sasuke non voleva neanche immaginare ma osservando attentamente il volto sorridente della giovane non poté  fare a meno di pensare che per certi versi le assomigliava particolarmente.
Ovviamente a livello estetico erano differenti su ogni fronte ma la solarità era una caratteristica che avevano in comune.
Poi che Sakura fosse una bomba ad orologeria un po' impulsiva non c’erano  dubbi.
Sorrise al ricordo di Sakura che litigava con qualcuno.
Continuò a camminare vagando tra i ricordi quando una figura incappucciata gli passò accanto e il suo odore lo fece tornare di colpo alla realtà.
Lui conosceva perfettamente quel profumo. Lo conosceva come se fosse stato il suo di profumo.
Quante volte lo aveva sentito sui capelli di lei, quante volte lo aveva sentito dentro la sua camera quando entrava alla ricerca di ricordi passati.
Quel profumo dolce e forte insieme.
Se lo era sentito addosso innumerevoli volte.
Era il suo.
Era sicuramente lei pero l’aura che emanava quella figura era completamente diversa rispetto a quella che emanava Sakura.
 Si voltò verso la figura osservandola attentamente, cercando ogni sorta di movimento che gli ricordasse il suo amore.
«Sakura?»domandò.
Naruto nel sentire quel nome si bloccò  guardando incuriosito prima Sasuke come se fosse impazzito poi la figura incappucciata ferma qualche metro dopo rispetto a loro.
La figura incappucciata sorrise nascosta sotto il mantello.
«Vedo con piacere che mi avete riconosciuto nonostante il tempo trascorso.» disse girandosi lenta e sinuosa verso di loro.
«Sakura?» ripeté  Naruto sconvolto.
L’euforia prese possesso del suo corpo, la felicità lo invase riscaldandolo come una bevanda calda. Finalmente era tornata da loro e stava bene, stava in piedi sulle sue gambe e sembrava non aver ricevuto alcun tipo di tortura.
Corse verso di lei per abbracciarla con lacrime di gioia che  uscivano silenziose dagli occhi mentre la riempiva di domande ma venne bloccato dal chakra della ragazza che lo spinse via.
«Ti pregherei di non avvicinarti troppo.»
La voce gelida che uscì dalla sua bocca lo congelò all’istante.
Non poteva essere lei, Sakura non avrebbe  mai utilizzato un tono così sprezzante e cattivo nei loro confronti… ma nei confronti di nessuno.
Era davvero lei?  Si domandò Sasuke.
I due non potevano crederci ce l’avevano a distanza di 10 metri ma non potevano avvicinarsi per salutarla  per abbracciarla perché lei, la ragazza che era appartenuta al loro team fin da piccola,  glielo impediva.
Una vocina nella testa di Sasuke gli riportò alla mente le ipotesi di Orochimaru secondo le quali Sakura se ne fosse andata di sua spontanea volontà ma ricacciò quel pensiero dalla sua testa.Qualunque cosa fosse successa era sempre Sakura e se era tornata era perché aveva bisogno di aiuto.
la ragazza alzò il volto ancora incappucciato verso il cielo ed annusò l’aria.
«Vedo con piacere che avete chiamato i rinforzi. Come al solito non siete neanche in grado di nascondervi senza essere scoperti. Ma davvero vi definite dei ninja voi?»
«Ma di cosa parli?» domandò Naruto confuso.
Improvvisamente Tsunade, Orochimaru e Jiraya piombarono lì.
Sakura si tolse il cappuccio per poi posare i suoi occhi traboccanti di odio verso di loro.
«E’ un piacere rivederla Sensei.» disse la ragazza sorridendo sarcastica.
Si guardò attentamente intorno e poi esclamò: «davvero credi che non me ne sia accorta?»
Continuavano a crederla una pivella, continuavano a sottovalutarla, davvero credevano che fosse ancora così debole? L’odio incrementò  dentro di lei.
Li avrebbe spazzati via tutti.
«Se ne è accorta. Uscite.» ordinò Tsunade e dai cespugli e dagli alberi fuoriuscirono alcuni  Ninja.
«Non ti preoccupare Sakura loro non sono qui per te ma per il tuo rapitore.»
Sakura  rise, rise a lungo, rise di gusto. Era un riso sincero , senza traccia di sarcasmo, ciononostante i presenti si sentirono a disagio. Sakura rise fino a lacrimare e Sasuke e Naruto iniziarono a irrigidirsi.
 Tutti sapevano riconoscere un folle quando ne vedevano uno.
«Il mio rapitore?» domandò con le lacrime agli occhi.
Orohimaru fissò attentamente la ragazza.
I suoi movimenti, la sua risata e i suoi occhi  avevano qualcosa di familiare. Aveva già visto una cosa del genere ma ogni volta che cercava di catturare quel ricordo quello svaniva.
Tsunade rise a sua volta, doveva assolutamente scoprire cosa era accaduto sei mesi prima, altrimenti non si sarebbe mai messa l’anima in pace. Doveva sapere cosa aveva spinto la sua migliore allieva ad andarsene, a fuggire e a cancellare le sue tracce.
Cosa aveva scatenato un cambiamento così importante?  Erano stati loro la causa? Ne  era certa, e lei si sarebbe dovuta accorgere di ciò che stava accadendo nell’animo di quella ragazza a cui aveva insegnato così tante cose. Jiraya le aveva detto che un Hokage aveva innumerevoli questioni a cui pensare e che non poteva rimproverarsi se non aveva fatto al cambiamento di una bambina o ai suoi sbalzi d’umore.
Ma quegli sbalzi d’umore avevano portato  a qualcosa di malvagio, a qualcosa che lei avrebbe potuto impedire.
«Se non sei stata rapita perché te ne sei andata?» domandò Naruto addolorato nel vederla in quel modo.
Era come se si fosse innalzato un muro, da un lato Konoha con tutti i suoi ninja e dall’altro Sakura.
«Non è ovvio? Mi ero stufata di stare con voi e ho trovato una compagnia migliore.»
«Ma tuo padre…?»
Le risate della ragazza si fecero più forti.
«possibile che tu sia così stupido? Svegliati Naruto, l’ho ucciso io.»
Una coltellata avrebbe fatto meno male ai due appartenenti al team 7.
Lei?
Era stata lei ad uccidere suo padre?
Non potevano crederci. Sakura era sempre stata una ragazza buona e amante della famiglia.
Aveva sempre adorato fantasticare su quando avrebbe creato una famiglia tutta sua insieme  a qualcuno che amava e adesso lì davanti a loro aveva confessato di aver ucciso i suoi genitori. Era incoerente purtroppo era la verità.
Calò il silenzio dal lato dei ninja.
«se hai deciso di tua spontanea volontà di andartene perché sei qui oggi?» domandò Jiraya.
«Dovevo mantenere fede ad una promessa.»
«Tua madre?»
Lei  rivolse il suo sguardo verso Sasuke.
«Che c’è la morte della vecchiaccia ti rende triste?»
Chi era quella persona? Certamente non era Sakura.
«Non avete chiamato molti ninja.» disse La ragazza guardando i pochi ninja usciti all’ordine di Tsunade dai cespugli. «Peccato, e io che stavo pensando di divertirmi un po'.»
Si strappò il mantello di dosso mettendo in mostra un fisico incantevole.
I capelli, ormai lunghissimi, la circondavano come per proteggerla.
«Che ne dici Tsunade di far uscire tutti i tuoi ninja dai loro nascondigli?»
Si scansò i capelli da davanti il corpo in maniera seducente sconvolgendo il cuore degli uomini lì presenti.
Soprattutto quello di Sasuke che mancò un battito.
«Non è più lei.» sussurrò Tsunade.
La ragazza si spostò i capelli dal volto osservandoli per poi sorridere.
«Finalmente lo hai capito vecchia.»
Mise davanti al petto le mani con gli artigli neri e sporchi del sangue della madre.
I denti assunsero una forma strana tipo quelli di uno squalo.
Tutti i ninja all’ordine di Tsunade attaccarono.
Non dovevano ucciderla ma immobilizzarla, purtroppo quello non era lo stesso obiettivo di Sakura.
«Davvero credete di potermi fermare con queste insulse tecniche?»
Altri ninja scattarono verso di lei attaccandola alle spalle.
Sakura si girò piantando un piede sul terreno e un immensa quantità di chakra li investì in pieno bloccandoli.
Iniziò a ridere.
Continuavano a sottovalutarla.
Tirò fuori un enorme falce e in un secondo scattò.
Tutti i ninja vennero ridotti a brandelli.
Orochimaru osservava ammaliato i movimenti di quella donna.
Sakura si voltò verso di loro.
Aveva il volto imbrattato di sangue.
«Continuate a sottovalutarmi. Davvero credete che basti questo?»
Sasuke all’inizio del combattimento aveva attivato lo Sharingan ma non era riuscito a distinguere i suoi movimenti.
Una cosa del genere non era possibile.
Hinata comparve da dietro il gruppo e lanciò uno shuriken che colpì in pieno Sakura.
Quella iniziò a ridere.
«AHAHAHAHAH UNO SHURIKEN? UNO SHURIKEN? SIAMO SERI?»
Piantò la falce nel terreno mettendovisi in piedi sopra.
Si strappò lo shuriken e dalla ferita da cui  iniziò a sgorgare del sangue ma lei sembrava non accorgersene.
«AHAHAHAHHAHA»
Puntò i suoi occhi su Hinata e velocissima afferrò il manico della falce e scattò verso di lei.
Stava quasi per trapassarla quando Tsunade si mise in mezzo e la colpì.
Il colpo venne assorbito da Sakura e  ritornò al punto di partenza.
«Naruto Sasuke. Dovete combattere anche voi. Basta non potete più stare lì a guardare.»
I due si guardarono e si misero in posizione di attacco.
Sakura si sentì ancora più divertita.
«Forza mostratemi quello che sapete fare.»
Naruto entrato già in modalità eremita creò un rasengan e corse verso di lei per colpirla.
E in effetti la prese in pieno ma quella sembrò non accorgersene.
Schivò un colpo e ritornò vicino agli altri.
«Com’è possibile che i nostri attacchi non abbiano effetto su di lei?»
«Per il suo chakra.» sussurrò Hinata.
«Cosa?» urlò Tsunade. «Spiegati.»
«Non lo so è diverso. È Mostruoso.»
«In che senso mostruoso?» domandò questa volta Jiraya entrato a sua volta in modalità eremita.
«Questo si che è divertente. Guardate quanto sangue. AHAHHAH.»
«Sakura cosa sei diventata?» domandò Hinata sconvolta.
Lei la osservò.
«Quello che voi mi avete fatto diventare. Ed io vi distruggerò tutti.»
«Sasuke susanoo attivalo.»
Lui fece come gli era stato detto.
Come poteva colpire qualcosa che amava con tutto se stesso e di cui sentiva la mancanza?
«Sasuke!» urlò Tsunade.
Lui aprì il manenyou sharingan.
Susanoo comparve immediatamente e Sakura lo fissò con ardore.
«Eccolo qui finalmente.»
Sorrise.
Sasuke prese la mira e la colpì centrandola in pieno.
Una lacrima gli scivolò lungo una guancia.
Ritornò nella sua forma normale.
«L’abbiamo uccisa?»
Naruto non poteva crederci.
Erano tutti sconvolti.
Tsunade stava per parlare quando Sakura ricomparve sotto i loro occhi.
«Si ok è stato abbastanza divertente.»
La fissarono ancora più sconvolti.
«Lui ti ha colpito con ...» iniziò Orochimaru.
Quale diamine di potere aveva acquisito.
«AHAHAHAH ve l’ho già detto. Davvero credete che basti questo?»
Iniziò a far girare la sua falce.
«Potrei uccidervi tutti così velocemente.»
«E perché non lo fai?» domandò questa volta Orochimaru.
Sakura posò il suo sguardo su di lui.
«Tu …»
A causa sua Sasuke se ne era andato per tre anni.
«Lo farò molto lentamente … e credo proprio che inizierò proprio da te.»
Scattò velocissima lasciando la falce lì.
Gli fu davanti, caricò il pugno di chakra fece spuntare gli artigli con cui qualche ora prima aveva ucciso la madre e lo colpì in pieno facendolo volare via.
«RAGAZZI!» urlò Tsunade.
Naruto e Sasuke corsero di nuovo verso di lei pronti ad attaccare insieme.
Non potevano credere di star per colpire e quasi uccidere il loro terzo membro.
L’immagine della vecchia Sakura comparve nella mente di Sasuke e proprio mentre stavano per colpirla con tutte le loro forze Sakura sparì ricomparendogli dietro.
«Davvero credete che io mi faccia colpire da voi?»
Li afferrò per i capelli lanciandoli via.
Osservò attentamente tutti i presenti ed una persona in particolare colpì la sua attenzione tanto da farla sorridere.
«Vedo con molto piacere che mi avete rimpiazzata.»
Shiba stava proprio di fronte a lei con uno shuriken stretto in pugno.
Voleva sembrare il più forte possibile ma dentro di se tremava come una foglia.
Gliel’avevano sempre descritta come un essere buono e amorevole mentre quello che aveva davanti era un mostro con un chakra nero.
La ragazza spostò i capelli dietro la spalla per poi puntare il suo sguardo su di lei.
«Non ti avvicinare.» urlò la ragazza facendo scattare la sua frusta.
«Sei un mostro, lasciami stare.»
Sakura scoppiò a ridere e leccò la lama della falce sporca di sangue.
«Tu dici?»
In un secondo gli fu dietro e afferrandola per i capelli la portò al centro del prato.
Tsunade,Jiraya,Orochimaru, kakashi,Hinata,Ino,Shikamaru, Sasuke e Naruto stavano lì a fissarla.
«Che viso innocente.» disse lei passandole un artiglio nero lungo la guancia lasciandogli un taglio.
«Ve la siete scelta bene.»
«LASCIALA ANDARE.» urlò Tsunade.
«E così è una tua allieva. Mi sostituisce decentemente?» domandò.
Shiba nonostante tremasse mosse la frusta  che teneva in mano.
La mosse più veloce che poté con il suo attacco migliore ma la cosa non sortì alcun effetto. Infatti Sakura rimase immobile tenendola ben stretta.
«Sasuke ti da l’amore che vuoi ricevere ma che non vuoi ricambiare? Naruto ti cura quando ne hai bisogno?»
La sua voce era affilata come la lama di un coltello.
Afferrò bene il collo della ragazza, stava per spezzarglielo in due quando Sasuke corse verso di loro con la katana sguainata distraendo Sakura che si perse nei suoi movimenti.
Riuscì a prendere Shiba e a conficcare la katana nel corpo di Sakura.
Quando ritornò da gli altri notò che la testa di Sakura era ancora abbassata.
Stava immobile.
Del fumo nero iniziò a scorrere verso di lei creando dietro una figura scheletrica con dei capelli rosa.
L’aveva colpita.
L’uomo che aveva amato per così tanto tempo l’aveva trapassata con un’arma per proteggere una bambina.
«AHAHAHHAHAHAHAH»
Quando tirò su la testa i suoi occhi erano cambiati. Erano diventati completamente bianchi.
L’occhio destro che ancora si intravedeva un po’ dalla pellicola bianca iniziò a cambiare forma.
Sembrava una specie particolare di Sharingan.
La figura dietro di lei si innalzò improvvisamente assumendo gli stessi occhi da vipera di Sakura.
Le sue mani si riempirono di quel fluido nero.
La donna dietro di lei appoggiò le mani scheletriche sulle spalle di Sakura per poi appoggiarne una sul cuore.
Lo strinse con tutta la sua forza mentre Sakura rimaneva impassibile.
«Susanoo?»
Come poteva averlo sviluppato anche lei?
Era impossibile.
Dallo squarcio che le fece sul petto iniziò a sgorgare sangue nero.
La figura dietro di lei si tinse le labbra con il suo sangue stava per divenire un tutt’uno con lei quando una testa bianca comparve in mezzo al prato.
Ignorando tutti i presenti si avvicinò immediatamente verso Sakura.
L’afferrò senza fare caso alla figura incappucciata alle sue spalle per poi osservare la katana di Sasuke conficcata nello stomaco della ragazza.
Si girò verso Sasuke ridendo.
«Sai sasuke ti devo veramente ringraziare. Con questo singolo gesto sei riuscito a fare quello che non sono riuscito a fare io in sei mesi.»
Osservandolo attentamente spostò i capelli della ragazza dalla sua schiena le strappò le garze mostrando a tutti il tatuaggio.
Tirò fuori gli artigli conficcandoglieli nella schiena.
Pian piano la figura alle sua spalle sparì evaporando e anche gli occhi di Sakura ritornarono normali.
«Di cosa stai parlando?»
Il demone dai capelli bianchi rise abbracciando la ragazza che riconoscendolo lo strinse a sua volta.
«Hai detto definitivamente addio a Sakura. Tieniti la tua amata stretta.» disse indicando shiba.
«Io mi terrò la mia.»
«Lei non è la mia amata.» esclamò rabbioso.
Chi era quell’individuo?
E perché la toccava in una maniera tanto intima?
«I gesti, caro, valgono più di mille parole.»
Immediatamente Sasuke capì.
Sakura, se ancora poteva essere chiamata in quel modo, si distaccò da Akihito volgendosi verso quelli che una volta considerava la sua famiglia.
Rise mentre si estraeva la spada dal fianco facendo sgorgare sangue nero.
«Sakura» la chiamò Sasuke ignorando lo sguardo deviato della donna.
Lei lo fissò e da quegli occhi capì che la dolcezza e l’amore che trasmettevano una volta erano spariti lasciando spazio solo violenza e distruzione.
«Ti prego, torna  con noi.»
Sapeva perfettamente che quello era un gesto disperato ma non poteva fare nient’altro.
Lei lo osservò confusa.
«Perché dovrei?»
«Tu appartieni a noi.»
Lei sorrise.
«Io non appartengo a nessuno e non sono più Sakura. Perché dovrei tornare da voi che non mi avete mai considerato forte? Perché dovei tornare da te Sasuke che non mi hai mai amato?»
Iniziò a camminare  verso di lui mettendo in allarme tutti.
Era chiaro ormai che quella non era la stessa Sakura che conoscevano loro.
Si rivolse nuovamente a lui in un moto d’ira scatenata e tetra.
«Perché dovrei tornare da persone che mi hanno sempre trattata da debole.
Che non mi accettavano per quello che ero.
Perché dovrei tornare da persone che non mi accettano e che non mi amano.
Mio caro Sasuke…»
Lo afferrò per la camicia e gli colpì  le gambe lo fece cadere.
Gli tirò  indietro la testa osservandolo dall’alto.
«Perché dovrei tornare da te che non hai mai ricambiato il mio amore. io ti distruggerò. Io distruggerò tutti voi con le mie mani.»
Nel frattempo Orochimaru si stava avvicinando ad Akihito.
«Tu …»
«Non ti conviene avvicinarti troppo.» gli disse lui.
La serpe si fermò osservandolo bene.
Sakura lasciò Sasuke voltandogli le spalle.
«Ti prego torna con noi.»
«No. »
«Io ti amo.»
Quella frase lasciò tutti spiazzati.
Akihito si mosse per raggiungere Sakura minacciando con lo sguardo il ragazzo lanciandosi una sfida che solo due rivali potevano comprendere.
«è troppo tardi.» rispose lei.
«Non è mai troppo tardi.»
«Lei è mia.» digrignò Akihito.
«Lei mi appartiene e io gli appartengo.»
«Lei appartiene a questo posto non  a te.»
Sasuke tirò fuori lo sharingan mentre Naruto richiamava l’energia della natura.
Akihito rise.
«Il demone della volpe a nove code.» rise ancora.
«Lei è mia e tu non l’avrai mai. Preparatevi perché quando avrò finito con lei non servirà neanche il kyuubi per fermarla. È già più potente di tutti voi messi insieme.»
Voltò le spalle ai suoi nemici e prima di andarsene con Sakura disse: «finché io sarò in vita tu non l’avrai e io non sono così facile da uccidere.»
Prima che Sasuke potesse muoversi o dire altro i due erano già spariti in una nuvola di fumo bianco.
«Questo è un problema della massima urgenza.» disse L’Hokage e tutti annuirono tranne Sasuke che continuava domandarsi in che guaio si fosse andata a cacciare Sakura.
E cosa le fosse accaduto.

   
 
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