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Autore: FalbaLove    14/09/2019    1 recensioni
Due piccoli occhi grigi,contornati da rughe,fissarono per l'ennesima volta una foto incorniciata malamente e con gli angoli leggermente ingialliti;un sorriso amaro comparve sul suo volto di fronte a quelle tre piccole bambine che,ignare,dormivano beate. All'improvviso il suo cuore ebbe un sussulto mentre prepotentemente si apriva la porta del suo ufficio:con rapidità la donna ripose la cornice in un cassetto spostano il suo sguardo sulla figura che comparve dinanzi a lei.
-Preside Griffin, a cosa devo l'onore?-
-Sapevamo tutte e due che sarebbe giunto questo giorno-commentò inflessibile l'altra. Faraganda si sistemò gli occhiali sospirando:si alzò con estrema calma raggiungendo l'enorme vetrata del suo ufficio.
-Ci pensi ancora? Nel senso se abbiamo fatto la scelta...-
-Giusta?-Faragonda abbassò lo sguardo.
-Forse siamo state stupide a basarci su una profezia-
-O forse no-conclusse la Preside di Alfea.
-Non lo sapremo mai-Faragonda sorrise di fronte alla risposta sconsolata dell'amica.
-Io invece,Preside Griffin,penso che lo scopriremo presto
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bloom, Faragonda, Flora
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Disclaimer
Purtroppo mi ritrovo ad aggiornare questa storia tanto,troppo tempo dopo.
Mi dispiace enormemente per chiunque si fosse appassionato a questo racconto,non ho scusanti,ma spero vivamente di riuscire a finirla. Purtroppo è da tanto tempo che non scrivevo più e ogni volta che mi rimetto sento la mia scrittura diversa,cambiata quindi spero di non aver fatto calare il livello complessivo della storia con questo capitolo che avviso già sarà lungo,lunghissimo.
Grazie per l’attenzione e vi auguro una (lunga) lettura.
 
 

-Bloom ti rendi conto che neanche lo conosci?!- una voce allarmata fece tremare con spavento un piccolo coniglietto che ,in una delle tante ville di Gardenia, si stava beando il fresco di una normalissima e tranquillissima giornata di fine settembre. Due occhi color mare si alzarono al cielo,non prima di esser accompagnati da uno sbuffo sonoro.
-Voi non capite- provò a replicare la teenager alzandosi di scatto dal colorato divano
-No, tu non capisci! Quello potrebbe essere un male intenzionato,un killer professionista e tu hai intenzione di metterlo sotto al nostro tetto?-
-Papà la vuoi smettere con tutte queste cazzate?-
-Bloom non iniziare con queste parole,hai capito? Non ho nessuna intenzione di ospitare uno sconosciuto-
Vanessa,che per tutto il tempo era rimasta seduta senza fiatare,si morse nervosamente le labbra:sapeva perfettamente che la testardaggine era uno dei tanti difetti che sua figlia aveva ereditato dal marito. Ormai era da più di mezz’ora che osservava i due scannarsi per quel ragazzo che poco prima si erano ritrovati in casa.
-Ma non l’hai neanche conosciuto! Helia è un ragazzo buonissimo con un sogno che vuole realizzare!-strillò la rossa.
-Ah allora ha un nome questo vagabondo. E dimmi signorina,sei riuscita a capire tutte queste cose dopo mezz’ora di conoscenza?- gridò ancora più forte Mike,oramai rosso dalla rabbia.
-Mi avete sempre insegnato ad aiutare il prossimo e per una volta che lo faccio voi cercate di ostacolarmi? Bell’insegnamento papà,davvero-mormorò stizzita incrociando le braccia al petto:il pompiere per tutta risposto aggrottò le sopracciglia.
-Aiutarli sì,ma a casa loro! Bloom non cercare di ritorcermi contro le mie stesse parole … ho ragione Vanessa?- la fioraia che per tutta la discussione era rimasta completamente in disparte sembrò quasi sussultare all’udire il suo nome:in un nano secondo si sentì puntata addosso quattro occhi azzurri e limpidi. Inspirò  e si schiarì la voce.
-Bloom quello che tuo padre-
-Mamma se provassi solo a conoscerlo capiresti che è un bravissimo ragazzo-la interruppe la ragazza
-E quando provo a chiederglielo? Prima o dopo che seppellisce il mio corpo precedentemente accoltellato?-
-Mike!-lo rimproverò la mora incrociando le braccia:tutto questo stava decisamente esagerando.
-Bene se non volete aiutarlo allora me ne vado anche io! Non ho intenzione di restare sotto lo stesso tetto con un mostro-
-Ora basta!-l’urlo inaspettato della padrona di casa stupì profondamente i due litiganti non abituati a sentire un simile tono provenire dalla pacata donna.
-Smettetela di litigare ,sono stanca delle vostre inutili discussioni. Dove si trova il ragazzo?-mormorò cercando di mantenere la calma.
-Penso si trovi fuori in giardino  a giocare con Kiko- sospirò ancora scossa la figlia.
-Ora voi due rimanete qui buoni e calmi mentre io vado a parlare con-
-Helia- aggiunse Bloom impassibile.
-Con Helia allora-continuò Vanessa riprendendo la solita sicurezza nel suo tono di voce:rivolse un’ultima occhiata ai due prima di volgersi verso la porta d’entrata. Appena si fu richiusa dietro di lei,Mike e Bloom si guardarono negli occhi ancora attoniti.
-Il capo ha parlato-disse l’uomo risiedendosi senza forze sull’azzurra poltrona:svogliato allungò la mano per afferrare il giornale che la stessa mattina gli era stato consegnato.
-Non ci resta che aspettare-gli rispose di rimando la rossa grattandosi nervosamente la testa.


Appena Helia udì le grida cessare dalla casa alzò gli occhi verso la porta:una donna con un incredibile sguardo materno si avvicinò verso di lui.
-Lei deve essere la madre di Bloom,è un piacere conoscerla-disse con tono pacato allungando la mano verso di lei:la donna,di rimando,la afferrò con delicatezza.
-Vanessa-
-Senta signora mi dispiace molto aver causato così tanti problemi con la mia presenza,non volevo essere di disturbo e le prometto che lascerò subito casa vostra- continuò afferrando il borsone che poco prima aveva abbandonato su una delle tante panchine che si trovavano nel giardino di quella piccola e accogliente casa.
-Helia aspetta!-sussurrò Vanessa bloccandola per un braccio.
-In realtà volevo scusarmi per le urla di mia figlia e di mio marito:sai sono due inguaribili testardi-
-Bloom mi ha detto che sei un  pittore-continuò senza lasciare tempo al ragazzo di ribattere:quello annuì silenziosamente.
-In realtà un aspirante:sto ancora cercando la mia strada-
-Non sei di qui vero?- Helia scosse la testa mentre una leggera brezza si stava alzando con il calare del sole.
-Provengo da molto lontano,signora-
-I tuoi lo sanno che sei qui a Gardenia?-a quelle parole la donna parve scorgere una nota di malinconia nei profondi e blu  occhi del ragazzo.
-Mia madre e mio padre purtroppo mi hanno lasciato quando ero molto piccolo- mormorò
-Oddio Helia mi dispiace tanto-rispose di getto portandosi una mano alla bocca:l’ex specialist,però,scosse la testa con decisione.
-Stia tranquilla,non poteva saperlo e poi è successo molto tempo fa. L’unico parente che mi è rimasto è mio nonno con cui vivevo-
-Lui lo sa dove sei adesso?-il giovane scosse la testa con decisione.
-Non era molto contento che io lasciassi gli studi per inseguire uno stupido sogno ed è per questo che sono partito,per fargli capire che questa volta si sbaglia o almeno spero-  a quelle parole la donna inspirò profondamente:osservò per un ultimo secondo la pelle di porcellana del giovane prima di rincamminarsi verso la porta di casa.
-Signora?-sospirò Helia senza capire cosa stesse succedendo.
-Aspetta lì Helia,vado a chiamare Bloom che sono sicura che sarà felicissima di mostrarti la piccola mansarda sopra il mio negozio di fiori- un sorriso sincero comparve sul volto ancora sorpreso di Helia.
-Ah non chiamarmi più signora, mi fa sentire estremamente vecchia-continuò senza riuscire a trattenere una piccola risatina.
-Grazie mille Vanessa- concluse   Helia mentre le ultime luci del tramonto illuminavano  i suoi occhi desiderosi di una nuova vita che forse si stava per realizzare.


 
La notte ormai aveva preso completamente possesso di tutta la scuola di Alfea:distinti russare provenivano da diverse ali dell’istituto,ma da una delle tante stanze dei passi aggraziati e silenziosi risuonarono nell’ombra più totale. La fata del Sole e della Luna sbuffò silenziosamente udendo lo scricchiolio della sua porta aprirsi:senza fare rumore si rigirò nel letto sperando che la figura  non notasse il fatto che si fosse svegliata. Non aveva voglia di parlare con lei durante il giorno,figurarsi a quell’ora.
-Stella?-un flebile mormorio risuonò per tutta la camera.
-Stella sei sveglia?-continuò leggermente più forte: la bionda emise un leggero mugolio sperando che questo bastasse alla scocciatrice.
-Scusami,non volevo disturbarti,ma non riuscivo a dormire-
-E cosa ti ha fatto pensare che sarebbe stata una buona idea venire a importunare anche il mio di sonno?-a quelle parole la fata udì perfettamente la mora esitare per un secondo.
-Secondo te chi era quella strana figura?-mormorò nel buoi più completo:Stella percepì distintamente il letto farsi più pesante.
-Flora saranno le due passate … dobbiamo parlarne proprio ora? Vuoi veramente rovinare il mio sonno di bellezza ?- la bruna sembrò non fare troppo caso alle sue parole.
-Forse dovremmo parlarne con Faragonda che sicuramente si starà già facendo delle domande su come due studentesse del primo anno siano riuscite a rompere un incantesimo così forte-
-Io tecnicamente sono del secondo e poi i miei forti poteri sono noti in tutta Solaria-
-Non so Stella,le parole di quella donna sono state così strane che non riesco a farmene una ragione- esitò per un secondo.
-Winx- mormorò più a sé stessa che alla compagna.
-Una parola così strana che però mi sembra così famigliare-quelle parole scossero profondamente la bionda che per un momento aprì gli occhi nel buio più totale:allora non era solo lei che ogni volta che si ripeteva quella parole tra sé e sé  provava uno strano sentimento che riusciva a riscaldarle il corpo.
-Noi siamo le Winx- continuò ancora più flebilmente sentendo ogni suo arto quasi fremere a quella parola.
-Per me è una stupida parola senza senso,probabilmente quello strano spirito è il mio angelo protettore che ha deciso finalmente di palesarsi-bisbigliò poco convinta sperando che questa frase bastasse alla mora e più probabilmente,ai mille dubbi che attanagliavano la sua mente.
-E come se non ricordassi qualcosa,come se qualcosa mi sfuggisse … forse dovrei parlarne con la preside-
-Senti fai quello che ti pare basta che mi lasci dormire-sbuffò questa volta sonoramente Stella girandosi su un fianco. Per un secondo il silenzio prese possesso nuovamente della sua stanza.
-Posso restare qui a dormire?-domandò quasi impaurita:la principessa di Solario ispirò ed espirò sonoramente.
-Fai come vuoi,ma sappi che nella mia stanza non sono permessi discorsi né parole fino alle sette di mattina-una leggera risatina provenì dalla figura affianco a lei che dopo poco sentì coricarsi. Un dolce profumo di qualche fiore inondò il suo naso e per un secondo Sella si beò di quell’odore.
-Grazie Stella-
-Ah ricordati una cosa:io e te non siamo e non saremo mai amiche,stupida hippie rompiscatole -ma quelle parole morirono  nell’esatto momento in cui vennero pronunciate visto che il sospiro dell’altra fata si era fatto già più pesante.
 
 
-Preside- Una donna con uno strano abbigliamento si alzò immediatamente in piedi non appena udì i tacchi della Griffin farsi sempre più insistente.
-Stia comoda,Milly,sono solo venuta a vedere come stavano -disse quella con un cenno della mano:la donna con dei strani capelli viola annuì ritornandosi a sedere.
-Si sono già svegliate?-continuò rivolgendo l’occhio verso una delle stanze dell’infermeria:l’altra,di rimando,scosse con decisione la testa prima di ritornare a scrivere alcune cose su quello che sembrava un libro pieno di appunti.
-No signora Preside,stanno ancora dormendo,ma penso che a momenti si desteranno infatti stavo per venirla a chiamare-
-Perfetto,ti dispiace lasciarmi per un secondo?-
-Affatto- rispose l’infermiera di rimando rialzandosi nuovamente dalla sedia davanti all’enorme scrivania.
-Per qualsiasi problema non esiti a chiamarmi- concluse prima di dirigersi verso la porta d’uscita dell’infermeria di Torrenuvola.
-Buongiorno Preside Faragonda- disse chinando la testa leggermente prima di lasciare definitivamente la stanza.
-Sei in ritardo-parlò freddamente la Strega mantenendo lo sguardo freddo verso la porta precedentemente già osservata. La faccia della vecchia fata sembrò quasi divertirsi a questo commento e raggiunse velocemente l’altra donna. Fece per parlare
-No,non si sono ancora svegliate-la precedette la Preside di Torrenuvola come se avesse intuito la domanda.
-Le tue allieve come stanno?-
-Sono ancora un po’ scosse per quello che è successo ieri sera,ma sono convinta che l’inizio di una nuova settimana di lezione occuperà ben presto le loro menti con pensieri più frivoli -l’altra annuì silenziosamente.
-Per quanto riguarda le due ragazza?-
-Pensavo di convocarle appena tornata ad Alfea- e a quelle parole la collega finalmente si voltò verso di lei:incrociò le braccia non prima di aver inspirato pesantemente.
-Quello che è successo ieri sera è stato completamente assurdo e impossibile-
-Lo so,ma siamo state imprudenti con Darcy e Stormy-
-Non pensavo che i loro poteri fossero già così forti anche se i segnali c’erano già tutti- ribattè la donna con la magia nera che le scorreva nelle vene.
-Sei riuscita a capire come mai si trovavano nel tuo ufficio?-per un secondo il silenzio calò tra le due,poi la donna più anziana annuì quasi rassegnata.
-La Gemma delle Sette Lune- rispose velocemente:l’altra sgranò gli occhi.
-Cosa pensi che dovrei fare con loro? Espellerle?-
-No Griffin,è meglio non perderle d’occhio se non vogliamo  dover affrontare conseguenze ancora più gravi di un ufficio distrutto -
-Credi che abbiano …-
-No è impossibile,sicuramente erano alla ricerca di questo oggetto per un altro motivo- rispose secca Faragonda allontanando una ciocca di capelli grigi dal suo volto:i suoi occhi,vecchi e saggi,caddero sul grosso orologio appeso su una delle pareti.
-Ora devo andare-La preside di Torrenuvola
-Per quanto riguarda  Eldora?-urlò con forse troppo impeto la preside dai capelli corvini:Faragonda si fermò all’istante.
-Un problema alla volta-mormorò prima di scomparire.
 
 
 
-Ragazze ma siamo sicure che si tratti dell’aula giusta?-bisbigliò la fata della Tecnologia rivolgendo uno sguardo leggermente stizzito alle amiche che la seguivano poco dietro di lei.
-No,cioè sono sicurissima che questa è l’aula di Analisi conoscitiva- Musa si guardò intorno dubbiosa:l’aula completamente vuota e priva di banchi sarebbe stata perfetta per ballare.
-E dove dovremmo fare lezione? Sedute a terra?-la ribeccò l’amica trovando tutto assolutamente illogico.
-Forse per una volta la sorte ci sorride e si sono sbagliati con il calendario:io direi che prima di scoprirlo potremmo andarcene e ritornare a dormire nelle nostre stanze-una voce assonnata e svogliata fece voltare le tre amiche verso la soglia e davanti ai loro occhi apparve una ragazza estremamente spettinata.
-Dormito bene Principessa?-la derise la fata della Musica non riuscendo a trattenere le risate.
-La smetti di ridere o devo venire lì ad insegnarti le buone maniere?-rispose di rimando la bionda.
-Provaci biondina ossigenata- ribattè Musa assottigliando gli occhi:di rimando l’altro aggrottò le sopracciglia digrignando.
-Calma ragazze litigare per questioni del genere è assolutamente illogico-
-Chiudi il becco robot e stanne fuori- grignò di rimando Stella e per una volta,più unica che rara,sembrò che la fata della Musica fosse d’accordo. Tecna oramai arresa alzò gli occhi al cielo.
-Non puoi dire che io ci abbia provato-mormorò all’orecchio della mora prima di allontanarsi in un angolo della sala tenendo gli occhi fissi sul suo portatile.
-Sei ridotta così perché hai passato un’altra nottata di fuoco con qualche altro sfigato di Fonterossa o perché ti sei resa conto che ti è uscita una nuova ruga vicino alla fronte?-a quelle parole la fata di Solaria digrignò i denti.
-Oltre ad essere frigida e uno scherzo della natura hai anche qualche difetto?-
-Prova a ripeterlo se hai il coraggio,puttana di alto borgo!-
-Ragazze vi prego di calmarvi-mormorò Flora cercando di allontanarle ma quelle sembrarono non farci neanche caso alla sua voce.
-Credi di farmi paura? -
-Perché hai intenzione di fare a botte? E come fai se poi ti si rompe un’unghia?-
-Non mi sembra né il momento giusto né il luogo giusto per scaldarsi così tanto-provò nuovamente a parlare la fata della Natura ,ma le sue parole,nuovamente,sembrarono non raggiungere le orecchie delle due litiganti.
-Flora non vorrei essere io a dirtelo,ma quelle due non ti stanno neanche ascoltando-la voce di Tecna fu accompagnata da uno sguardo di disapprovazione da parte della mora.
-Solo per fartelo sapere,io uso solo semipermanente sulle mie fantastiche unghie e quindi non vi è pericolo di romperle e anzi dovresti farci anche tu un pensierino viste le dita obbrobriose che ti ritrovi-
-Certo per te è facile con papino che paga,no? Oppure in cambio di prestazioni sessuali ora chiedi soldi?-
-Ragazze ora basta!-un urlò sfinito provenì quasi a ciel sereno dalla bocca delle fata della Natura:improvvisamente tutti gli occhi delle persone nella sala furono rivolte sulla sua figura. In un secondo Flora si dipinse di un rosso acceso.
-Interrompo qualcosa signorina?-una voce calda e sensuale si levò di sorpresa nell’aula e tutte le allieve di Alfea si girano di scatto ad osservare la nuova figura appena entrata dalla porta
-Oddio,no…mi scusi…io…-provò a bofonchiare Flora oramai nel più pieno imbarazzo:l’uomo le rivolse un sorriso quasi divertito prima di arrivare nel mezzo dell’aula.
-Non finisce qui-bisbigliò Musa all’orecchio di Stella,ma quella non sembrò badarci molto alle sue parole.
-Oddio ma avete visto che figo? Vi prego ditemi che non sto sognando e che finalmente Wizgiz non guadagnerà più il titolo di Professore più sexy dell’anno-sia la fata della Musica che quella della Natura la guardarono leggermente sconcertate.
-Scusatemi per il ritardo ragazze,ma ho avuto un piccolo contrattempo. Mi presento:sono Avalon,il vostro nuovo professore di Analisi conoscitiva- appena finì di parlare un gridolino di entusiasmo si levò da quasi tutte le alunne presenti in aula. L’uomo sorrise compiaciuto.
-Sono contento che abbiate preso questa nuova materia con così tanto entusiasmo,ma vi è già una domanda?-mormorò osservando una abbronzata mano farsi largo tra le altre.
-Ma quindi resterà tutto l’anno con noi? Tutto l’intero anno?-domandò con entusiasmo Stella e una risatina generale si diffuse nell’aula.
-Certo,altre domande?-
-Professore cosa vuol dire analisi conoscitiva?-
Musa alzò gli occhi al cielo all’udire l’ennesima domanda con voce civettuola fatta da una delle sue compagne:rivolse un’ultima occhiata al nuovo insegnante e si incamminò verso uno degli angoli dell’aula.
-Tecna tutto ok?-domandò osservando l’amica quasi incantata:la fata della Tecnologia infatti non aveva ancora spiccicato neanche una parola dall’arrivo del suo arrivata. Tecna sembrò non fare caso alla domanda della coinquilina e mantenne lo sguardo fisso su Avalon. Sapientemente passò lo sguardo su tutto il suo corpoo  infine la sua curiosità venne catturata dalla valigetta che aveva il nuovo professore con sé. Il suo viso si illuminò all’istante sentendo i pezzi del puzzle andare al loro posto:quell’uomo lì era lo stesso visto la sera precedente con Griselda e che aveva incontrato ancor prima alla fermata dell’autobus. 
-Tecna ma ti senti bene? Sei arrossita di colpo-questa volta le melodiose parole dell’amica vennero percepite dalle sue orecchie:scosse la testa con decisione rafforzando la presa sul palpare tenuto con la sinistra.
-Scusami ero sovrappensiero … dicevi?-
-Trovo veramente sciocco e immaturo il comportamento di quelle sgallettate,basta un bel visino per farle tutte innamorare- Tecna si limitò a sorridere debolmente non riuscendo a staccare i suoi azzurri occhi dall’unica figura maschile della stanza. Ad un certo punto il bussare insistente sulla porta fece voltare tutti i presenti verso di essa: la vice preside comparve con sguardo severo e sorriso pungente.
-Mi scusi Avalon se la disturbo,ma Faragonda mi ha detto che aspetta alcune allieve nel suo ufficio- un leggero brusio si instaurò in tutta l’aula.
-Si figuri  Griselda,anzi è sempre un piacere vederla- un colorito roseo  fece brillare le guancie della donna:le allieve si guardarono divertite.
-Vorrei che la signorina Flora e la signorina Stella mi seguissero,prego-disse con decisione cercando di guadagnare un certo contegno. Musa sorride soddisfatta all’udire il nome della compagna di stanza.
-Ah e anche la signorina Musa e la signorina Teca se non mi sbaglio-continuò la mora osservando con difficoltà un piccolo foglietto che teneva in mano.
-Sarebbe Tecna in realtà-provò a ribattere la fata della Tecnologia. Griselda sembrò non capire.
-Il mio nome è Tecna,non Teca-
-Fa lo stesso e ora seguitemi prego-tagliò corto la donna voltandosi:alla fata della Tecnologia non restò che sospirare prima di seguirla. Purtroppo la sua camminata non durò molto visto che si sentì prendere per un braccio.
-Io lo trovo un nome stupendo Tecna-mormorò il professore facendole l’occhiolino e prima che potesse dire qualcosa la ragazza avvampò vivamente.
-Allora si muove o pure no signorina? Non stiamo andando a fare una scampagnata,ma siete state convocate solertemente dalla preside-
 
 
 
Cinque paia di gambe si alternavano veloci per i corridoi di Alfea:Griselda sembrava un treno e le quattro fate facevano fatica a tenere il suo passo.
-Secondo voi siamo state convocate perché abbiamo fatto qualcosa di male?-Flora non riuscì,dallo stress,a trattenersi e iniziò impazientemente a giocare con i capelli. Il suo peggior incubo si stava per realizzare e  mille pensieri affollavano la sua mente.
-Probabilmente sarà venuta a conoscenza dei ragazzi che la nostra Stella si porta in stanza-boffonchiò Musa camminando a braccia incrociate.
-Il ragazzo,prego,l’unico è stato Riven cara la mia simpaticona e poi vedo che ti rode ancora la faccenda-
-Non penso si tratti di questo altrimenti perché chiamare anche noi?-provò a farle ragionare la fata della Natura.
-Ovvio,siamo complici delle scappatelle! Guarda che io  non mi faccio espellere per coprirti le spalle- sussurrò a bassa voce Musa,cercando di non farsi sentire dalla vice preside che sembrava aver aumentato ancora di più il passo,cosa che non credeva possibile.
-E chi te l’ha chiesto-rispose di rimando l’altra.
-Non mi sembra il caso di ricominciare proprio ora,giusto Tecna?-gli occhi color giada si voltarono a cercar conferma nella figura di Tecna che per tutto il momento era rimasta in silenzio senza toccare il suo palmare.
-Flora ha ragione,probabilmente siamo state chiamate per quello che è successo ieri sera-
-Oddio non penserà mica che siamo state noi?- gridò Stella allarmata:provò inutilmente a sistemare la sua gonna arancione oramai troppo sgualcita,ma l’unica cosa che ottenne furono ancora più pieghe.
-Ma se siete state tu e Flora a rompere l’incantesimo? E poi vorrei ricordarti che io e Musa eravamo pietrificate come tutti gli altri- provò a ribattere la fata della tecnologia leggermente divertita per il tentativo vano della bionda.
-A proposito ,non ci avete ancora detto com’è andata realmente: Stella non sarebbe capace di scaldare i latte con la sua magia figurarsi un incantesimo così forte come quello di ieri-Tecna all’udire di quelle parole scoppiò a ridere ,ma un’occhiata di rimprovero da parte di Flora e un stizzito gridolino della Principessa di Solaria la fecero immediatamente ammutolire.
-Siamo arrivate!-la voce fredda e quasi meccanica della vice Preside fece immediatamente azzittire le quattro ragazza che si ritrovarono,a sorpresa,davanti a una grossa porta.
-Allora avete intenzione di entrare?-continuò oramai scocciata osservando l’esitazione negli sguardi delle sue allieve. Senza lasciare replica bussò con decisione sul legno e una dolce voce di rimando venne accolta dalle loro orecchie.
-Buona fortuna-replicò divertita osservando le quattro entrare con una faccia decisamente impaurita.
-Guarda se una studentessa diligente come me deve ritrovarsi la prima settimana di scuola già nell’ufficio della direttrice-sospirò più a sé stessa che alle amiche Musa,ma una vistosa gomitata della fata della Tecnologia la fece ammutolire all’istante.
-Mi scusi Preside,è permesso?-cinguettò dolcemente la Fata della Natura mentre le sue mani iniziavano a sudare freddo.
Una donna dalla cotonata chioma alzò gli occhi verso di loro:chiuse velocemente il grosso libro che aveva davanti a lei prima di parlare.
-Certo ragazze,entrate pure-commentò dolcemente osservando quei quattro volti leggermente allarmati:improvvisamente quattro sedie comparvero davanti alla sua enorme scrivania e le fate si limitarono a seguire le indicazioni appena ricevute.
-Dunque per prima cosa vorrei  sinceramente ringraziarvi per quello che è successo ieri sera:Alfea è conosciuta in tutto il mondo come una delle più sicure scuole magiche,ma purtroppo ieri,e me ne prendo la colpa,non siamo riusciti noi professori a mantenere la promessa di protezione fatta ai vostri genitori-mormorò sicura incrociando le braccia dietro la schiena. Flora si voltò un secondo a guardare il volto della amica,ma Stella sembrò un badarci.
-Quello che non riesco a capacitarmi è come due allieve del primo anno siano riuscite,da sole,a praticare un contro incantesimo come quello- la fata della Natura deglutì nervosamente sentendosi la bocca estremamente secca: si era ripetuta in testa mille volte la risposta,ma in quel momento sentiva ogni suo pensiero svenire.
-Ehm …noi- balbettò impacciata giocherellando nervosamente con la gonna. Ad un certo punto una mano calda e sicuro si insinuò tra le sue.
-Preside Faragonda ha tempo? Si tratta di una storia piuttosto lunga-commentò sicura la fata del Sole acquistando forse per la prima volta un certo tono.
-Non aspettavo altro -concluse la preside sedendosi pazientemente davanti alla grossa scrivania.
 
 
-Winx?-un urletto stridulo e acido si levò per l’ala più alta della scuola per Fate:le sopracciglia di Musa accompagnarono questa esclamazione con alcuni movimenti molto buffi e scoordinati.
-Sei sicura che quella sera non avevate bevuto troppo?-continuò trattenendo a mala pensa le risate.
-Musa!-la richiamò la preside e a quel rimprovero la fata della Musica cercò di riguadagnare un certo controllo sulla piccola sedia sapientemente decorata.
-Preside le posso confermare che Stella non sta mentendo! Si trattava di una donna completamente incorporea-
-E con una grossa maschera sul volto!-provò ad aggiungere la bionda alle parole della compagna.
-Senza di lei non saremmo mai riuscite nel contro incantesimo- la preside Faragonda si schiarì la voce evidentemente accigliata.
-Cosa intendeva con la parola Winx?-provò a domandare Tecna cercando di smorzare l’imbarazzante silenzio.
-Non ricordo con precisione però ci parlava come se sapesse perfettamente chi fossimo-
-E poi ha accennato al fatto che il nostro mondo fosse profondamente danneggiato- all’udire quelle ultime parole la donna sembrò impallidire:le sue labbra,sottili,si incresparono in una smorfia. Le quattro ragazze,notando subito il repentino cambiamento nella loro preside,si guardarono leggermente attonite.
-Preside?-mormorò a bassa voce Flora in modo quasi inudibile: la Fata sembrò risvegliarsi dai suoi pensieri.
-Ha detto che il nostro mondo è danneggiato?-
-Ha detto che solo noi potevamo impedire la distruzione del mondo-
-Tu Stella?-replicò divertita Musa,ma venne immediatamente bacchettata  da una gomitata della coinquilina dai capelli fucsia che con lo sguardo le indicò la donna:Faragonda all’udire di quell’ultima frase si alzò immediatamente dalla seduta.
-Aspettatemi qui-disse con tono freddo uscendo dall’ufficio.
-Lo so ragazze che questa cosa è realmente successa,ma faccio veramente fatica a credervi-la prima a rompere il silenzio  fu la fata della Tecnologia.
-Siete sicure di non averla mai conosciuta?-continuò guardando negli occhi le due amiche
-Beh io conosco un mucchio di gente,ma una donna incorporea e con una orrenda maschera penso che me la ricorderei-sospirò acida la fata del Sole:Flora si limitò a scuotere con decisione la testa.
-Trovato niente?-domandò curiosa la fata della Natura sporgendosi leggermente verso il portatile tenuto tra le mani da Tecna:quella si limitò a un leggero gesto mentre si riportava un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
-Su internet non c’è alcun riferimento alla parola Winx:sembrerebbe che si tratti di una parola completamente  inventata-aggiunse.
-Vi prego di non prendermi per pazza,ma io sento che questa non è la prima volta che odo questa strana parola… -sussurrò ad occhi bassa Flora.
Purtroppo la sua successiva frase venne interrotta dall’apertura della grossa porta magica.
-Scusatemi per l’assenza-commentò frettolosa la Preside di Alfea rientrando nel suo ufficio.
-Si figuri-provò a replicare la dolce fata.
-Flora,Stella sappiate che io vi credo-commentò decisa appoggiando la schiena contro la grossa vetrata.
-Sul serio?-
-Certo Flora,dovete sapere che quello che ha detto la strana creatura è vero:il nostro mondo,l’intero mondo fatato e non, è in grave pericolo-continuò seria trovandosi davanti quattro facce allarmate.
-Perché ce lo sta dicendo?-domandò Musa.
-Cara Musa se quella donna sapeva che il mondo era in pericolo vuol dire che forse le sue parole non sono poi così vane-
-Quindi crede veramente che noi due potremmo essere le salvatrici del mondo?-parlò allarmata Stella sgranando gli occhi.
-No- rispose la donna e la ragazza sentì i muscoli rilassarsi.
-Penso che voi quattro forse potete essere la chiave-
-Cosa?-esclamarono tutte insieme
-Mi scusi Preside,ma quello strano essere fatato non ha mai parlato di me e Tecna,anzi durante l’incantesimo di magia nera entrambe ne siamo state vittime-
-Hai ragione,ma non penso che sia stato un caso trovarsi tutte sotto lo stesso tetto e a questo punto non posso proprio più ignorare le casualità-commentò decisa e Musa si limitò ad alzare gli occhi al cielo maledicendosi per avere avuto l’idea di trasferirsi in quella scuola.
-E poi non posso di certo mandare in missione solo due allieve del primo anno-aggiunse sistemandosi delicatamente gli occhiali sopra il naso.
-Quindi lei ha intenzione di mandare noi quattro,allieve del primo anno e con conoscenza di incantesimi solo basilari,in una missione? Solo io lo trovo assolutamente illogico ?-provò a ribattere Tecna.
-No-
-Uff meno male-sospirò soddisfatta all'udire della risposta della Preside.
-Penso che vi servirà dell’aiuto- e a quelle sue ultime parole la porta si aprì nuovamente.
-Vi siamo mancate bellezze?-una voce estremamente familiare e fastidiosa fece digrignare i denti alla fata della Musica.
-Cosa ci fa lui qui?-domandò stizzita alzandosi di scatto dalla sedia.
-Veramente non è da solo-aggiunse un'altra voce e altri tre specialisti comparvero di fronte agli occhi delle belle fate.
-La prego non mi dica che loro sono i nostri rinforzi! La prego mi dica che è uno scherzo!-strillò Stella dopo aver rivolto una fugace occhiata ad una chioma castana e sbarazzina.
-Scusami Faragonda,abbiamo fatto più in fretta che abbiamo potuto-
-Tranquillo: ragazze vi voglio presentare Saladin,il grande Preside di Fonterossa- commentò con un piccolo sorriso la donna dai cotonati capelli grigi.
-Preside esigo una risposta prima di perdere completamente la testa!-gridò ancora più forte la bionda.
-Qualcuno oggi si è svegliato di cattivo umore-sogghignò Sky ricevendo subito dopo un’occhiata di disapprovazione dall’amico.
-Tecna ehi-mormorò a bassa voce Timmy cercando di attirare l’attenzione della fata dai capelli fucsia:quella alzò per un secondo la testa dal piccolo schermo.
-Timmy,giusto?-domandò  aggrottando le sopracciglia e un sincero sorriso si dipense sul volto del ragazzo
-Ragazzi posso avere nuovamente la vostra attenzione?-
-Vuole per caso dirci che verrà con noi anche il Preside Saladin?-domandò fiduciosa la fata della Musica,ma la preside si limitò a scuotere con decisione il capo.
-Oddio,non può essere,sicuramente di tratta di un incubo-si intromise la Principessa di Solaria.
-Ora basta!-un forte urlò riportò finalmente la pace nel grosso ufficio della preside Faragonda:la donna si limitò a rivolgere uno sguardo di gratitudine al collega.
-Ora che ho finalmente la vostra attenzione penso che meritiate delle spiegazioni.  La notizia non si è ancora diffusa nel mondo magico ,ma degli strani avvenimenti stanno colpendo l’intero universo e la notizia brutta è che le cause sono ancora sconosciute-
-Si spieghi meglio- mormorò Brandon aggrottando le sopracciglia.
-è difficile spiegarlo,ma vedrò di essere breve: questi fenomeni autodistruttivi purtroppo stanno per far crollare l’intero universo…. È come se il nostro mondo si stesse sgretolando senza alcun motivo-
-Ma il fenomeno dove è concentrato?-domandò Timmy visibilmente preoccupato
-Oramai non è più isolato,ma ogni singolo pianeta che abbiamo monitorato ha dato ugual risultati:ogni giorno che passa tutti i pianeti stanno collassando l’uno sull’altro- sospirò rassegnata la donna.
-Anche Linphea?-domandò scossa la fata della Natura
-Mi dispiace Flora,ma purtroppo sì:abbiamo provato con ogni mezzo magico ,ma non sembra che niente funzioni. È come se non ci fosse un agente a provocare questa distruzione,ma è come se lo stesso universo si stesse lasciando morire-a quelle parole Flora si portò scossa una mano sul viso:Riven provò ad avvicinarsi,ma Stella lo fermò per un braccio.
-Siamo stati completamente inutili ed è per questo che credo alle parole di quella strana donna-
-Perché oramai è l’ultima speranza che ci è rimasta -concluse la frase della donna Saladin.
-Ma noi siamo solo tre fate del primo anno con una ripetente... Come possiamo anche solo essere d’aiuto con la nostra magia?-Stella,anche in una situazione del genere,alle parole di Musa alzò scocciata gli occhi al cielo.
- Io, ragazze, mi dispiace,ma non lo so:mi rendo conto che vi sto per mandare in una missione dura e probabilmente mortale ,ma siete l’ultima speranza che l’intero mondo ha,siete l’ultima cosa che ci separa dalla più completa distruzione-
-Preside-sussurrò scossa la fata della Natura osservando gli occhi della vecchia donna farsi sempre più lucidi.
-Vorrei darvi più certezza,ma purtroppo non ne sono in grado-continuò.
-Io ci sto-la voce ferma e sicura di Flora interruppe il silenzio che aveva occupato per un secondo l’intera stanza.
-Non so come,ma ci voglio provare-continuò sorridendo dolcemente alla vecchia donna che per un secondo rimase colpita dal suo gesto.
-Contate per su di me Presidi: uno Specialista forte ed abile come me è indispensabile per una missione suicida- disse divertito Riven:Flora si voltò sorridente verso di lui.
-Ovviamente conti pure me e Musa- prese coraggio la fata della Tecnologia. La fata della Musica sgranò gli occhi. Stava per ribattere,ma non ne ebbe il tempo.
-Ovviamente sarebbe estremamente stupido lasciare andare in questa missione tre ragazze con Riven quindi penso che siamo tutti e tre d’accordo sul fatto che saremo onorati di unirci a voi- commentò Brandon divertito e per un secondo notò un sorriso soddisfatto sul volto di Riven.
-Stella hai forse da dire qualcosa?-
La fata di Solaria sentì improvvisamente tutti gli occhi puntati su di lei.
-Spero che tu stia scherzando Tecna,come posso esservi di aiuto? Vi ricordo che io sono  quel 2 % che ogni cinque anni non supera il primo anno di Alfea-provò a controbattere alzando le braccia al petto.
-E no bella,mal comune e mezzo gaudio:se io vado verso la morte tu verrai con me,almeno potrò consolarmi se verrai profondamente sfigurata- ribattè Musa strattonando per un braccio l’altra.
-Io,noi non sappiamo veramente come ringraziarvi:sappiamo che vi stiamo chiedendo tanto,anche troppo -mormorò commossa Faragonda.
-A per caso idea di dove possiamo iniziare?-
-Sì Flora,se vogliamo delle risposte l’unico luogo in cui possiamo trovarle  è nel Mondo del Leggendarium- tutti i ragazzi si guardarono.
-Mondo del Leggendarium?- ripetè Tecna poco convinta.
-Se vogliamo delle risposte l’unico che può darcele è il vecchio stregone Archeron che vive da solo in quel mondo-disse serio Saladin.
-E dove si trova questo mondo? Mi pare di non averlo mai sentito-
-Beh questo è il problema Brandon.. in realtà non è un vero e proprio mondo,ma si tratta di una dimensione magica  contenuta in un libro-
-Un libro?-esclamò Timmy
-State scherzando spero. Questo è al 100 % impossibile-
-Tecna mi dispiace contraddirti,ma purtroppo non  è una dimensione normale,ma si tratta di un mondo dove le creature di fantasia, dei miti e delle leggende esistono davvero-
-Assurdo!-commentò ancora più scettica la fata.
-Dove possiamo trovarlo questo libro?-la interruppe la fata della Natura.
-Purtroppo questo è uno dei due problemi:non sappiamo dove si trovi-
-Quindi volete che setacciamo l’intero universo alla ricerca di uno stupido libro?-mormorò scettico Riven.
-In realtà potrebbe esserci una persona che conosce la reale collocazione del libro. Si tratta di Eldora,una delle fate più potenti di tutto il mondo magico -
-Ma come mai non è andata lei a chiedere a questa fata del libro?-chiese leggermente stizzita Stella.
-Purtroppo non conosciamo precisamente dove si trovi se non che vive a Gardenia-
-E immagino che quindi il nostro compito sia quello di trovare una di queste robe-
-Esatto Musa,ma non sarà un compito affatto facile-
-Gardenia? Questo nome non mi è nuovo… non si tratta di una cittadina Terrestre?-domandò sorpreso Sky.
-Esatto -
-E come facciamo a chiederle del libro? Dobbiamo tramortire la vecchia?-scherzò lo specialista,ma Riven venne immediatamente fulminato dagli occhi anziani e stanchi dei due presidi.
-Dovrete affrontare una prova molto difficile,ragazzi miei-
-Conti su di noi, le abbiamo dato la nostra parola-
-Promettetemi che farete attenzione e che non perderete mai la fiducia in voi stessi:purtroppo mi sento tremendamente inutile  e non ho molto da offrirvi- sospirò rassegnata la donna.
Flora sentì una mano sfiorare la sua.
-Le prometto che faremo di tutto per salvare l’universo-concluse seria stringendo tra la sua la mano di Riven.
   
 
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