Capitolo 12 - Half truths -
Senza pensarci due volte, feci irruzione nella
stanza,
lanciandomi sul vampiro.
"Che le hai fatto brutto maniaco?"
Ayato rimase inerme a fissarmi, mentre lo colpivo in
modo goffo e poco efficace.
"Se l'hai sfiorata anche solo con un dito-"
"Tranquilla Mitsuko, non mi ha fatto del
male.", annunciò Yuki.
"Ah."
Fu l'unica cosa che riuscii a dire.
Mi allontanai da Ayato, ricomponendomi.
"Ohi tavoletta, sei impazzita?"
Non diedi retta al vampiro e, di riflesso, abbracciai la mia amica.
Lei ricambiò subito e quasi scoppiai di nuovo in
lacrime.
"Ero così in pensiero...", confessò la
ragazza commossa.
Ma il suo sguardo ricadde sul collo, macchiato di
sangue, e poi sul braccio.
"Sei fertita..."
Cercai velocemente una scusa da inventare, ma nessuna
sembrava abbastanza plausibile per giustificare quel sangue.
Il cuore si fermò per un istante… Yuki sapeva.
"Tu... come?"
La giovane lanciò una rapida occhiata ad Ayato, che
finse indifferenza.
Nuovamente tentai di colpirlo, ma Yuki mi
tranquillizzò.
"Va tutto bene, non mi ha fatto nulla. Quando me
lo ha detto non gli ho creduto… poi mi ha mostrato i canini
e così sono
scappata via."
Cercai di non dare di matto.
"Ci ho pensato a lungo e mi son detta che se tu
vivi con loro, non devono essere poi così cattivi."
Non dovevo descriverle il modo brutale con cui mi
avevano morsa, o come mi avevano maltrattata.
Non doveva conoscere il sadismo di Reiji o la
perversione di Raito.
Ripensai ai Mukami con un pizzico di nostalgia.
"Loro non sono cattivi."
Ayato mi guardò contrariato.
"Hanno preso qualcosa che non gli
apparteneva."
"Anche voi.", rimbeccai duramente.
E il vampiro non potè smentire.
Fui costretta a dirle la verità sul fatto di essere
stata adottata e del patto che la Chiesa aveva stipulato con i vampiri.
"Quindi una ragazza viene offerta ogni anno come
fidanzata sacrificale?", mi chiese sconcertata.
"Sposa sacrificale, sì."
Quell'informazione l'aveva turbata, più dello scoprire
che nel mondo esistono dei vampiri.
"La Chiesa farebbe una cosa del genere?"
"Sfortunatamente si...", dichiarai sedendomi
al suo fianco.
"E voi dovete per forza avere una ragazza da...
mordere?"
Si rivolse ad Ayato e mi sorpresi nel vederlo in difficoltà.
Decisi di spezzare una lancia a loro favore, solo per
rasserenare la mia amica.
"È nella loro
natura, altrimenti morirebbero."
A quel punto, Yuki annuì, ritenendo la cosa ragionevole,
sebbene non
condividesse appieno.
Mentre l'identità del mio vero padre rimaneva un mistero.
"Dev'essere stato terribile."
"Lo ricordo a stenti."
Solo nei miei incubi, pensai.
Conclusi dicendo che, sempre Karl Heinz, aveva
ingaggiato i Mukami per rapirmi, ma loro non avevano potuto soddisfare
la sua
richiesta, qualunque essa fosse.
Temevo di averla traumatizzata, non avrei voluto
coinvolgerla in questa storia.
Ma quando lei prese a parlare, dimostrò una grande
risolutezza.
"Ignoravo che avessi affrontato tutto questo,
Mitsuko, mi rammarica che tu abbia portato questo peso da sola."
Non mi aspettavo questo suo lato maturo e determinato.
Avevo conosciuto solo la sua parte dolce e gentile.
"Avrei voluto ti fossi confidata, ma probabilmente
avrei fatto fatica a crederti."
"Mi dispiace che tu lo abbia scoperto - replicai
- è una situazione macabra e complicata."
Yuki mi prese le mani e io strinsi le sue.
Ci sorridemmo e, in qualche modo, mi sentii
alleggerita.
Avere qualcuno con cui condividere i miei segreti, mi
fece sentire meglio.
"Cosa vuole da me Karl Heinz?"
Il rosso tentò di ignorarmi.
Come al solito, volevano tagliarmi fuori dalle
questioni importanti, come se fossimo ancora predatori e preda.
Ma io ero parte della loro famiglia, fin da quando ero
una bambina, che lo accettassero oppure no.
"Io devo sapere, magari potrei aiutarvi."
Tuttavia avevo bisogno di far chiarezza su quella questione
e, inoltre, volevo che imparassero ad essere sinceri con me.
Ayato si fece serio e si voltò a guardarmi.
"Karl Heinz crede in una leggenda, secondo la
quale Adamo ed Eva, originariamente, erano dei vampiri. Eva, dopo aver
mangiato
la mela, divenne un'umana."
Yuki ed io ci scambiammo un'occhiata perplessa:
questa
versione era ben diversa da quella che ci avevano insegnato durante le
ore di
religione.
"Secondo lui, tua madre era una discendente di
Eva, quindi tu lo sei di conseguenza.
E vorrebbe che tu scelga uno di noi, affinchè diventi
il tuo Adamo."
"In pratica dovrei scegliere uno di voi come...
compagno? - domandai ancor più incredula - perchè
architettare il rapimento con
i Mukami, allora?"
"Ci conosce e sa quanto sappiamo essere-"
"Siete cambiati."
Non gli permisi di terminare la frase, Yuki era già
abbastanza frastornata.
Se avesse scoperto il loro lato crudele e sadico, ne
sarebbe rimasta sconcertata.
E di certo immensamente delusa.
Aveva idealizzato fin troppo Ayato, non volevo darle
altri dispiaceri.
"Ad ogni modo, i Mukami erano umani, una volta.
Pensava che avresti preferito loro. Probabilmente, essendo solo per
metà
vampiri, non ha funzionato."
Abbiamo fallito, aveva detto.
E sembrava che quella sconfitta gravasse sulla sua
anima.
Doveva essere molto riconoscente a Karl Heinz, se ci
teneva tanto a soddisfare la sua richiesta.
Se l'avessi saputo, forse...
Ma no, non avrei potuto scegliere di stare con
qualcuno senza amore, non avrebbe funzionato ugualmente.
Il volto di Raito si palesò come una secchiata d'acqua
gelida.
Se solo fosse stato capace di amare, avrei scelto da
tempo.
Ayato esitò.
"Nessuno di noi lo sa con certezza. Il tuo sangue
è speciale, credo che dovremmo sentire noi stessi un
cambiamento, mentre lo
beviamo."
Yuki storse il naso.
Ed io, ancora una volta, ripensai ai Mukami.
Anche Kou attendeva che succedesse qualcosa, dopo
avermi morsa dentro il camerino.
Ecco spiegata la sua espressione delusa.
"Questo Karl Heinz è proprio spregevole. -
annunciò, prima di rivolgersi ad Ayato - senza offesa."
"A nessuno piace quell'uomo, neppure a noi, che
siamo suoi figli. Ma dobbiamo rispettarlo."
Yuki ne rimase lievemente impressionata.
Se avesse scoperto la vera natura di Ayato, l'avrebbe
turbata.
Cambiai discorso, incentrando l'attenzione sulla
priorità del momento.
Io e i Sakamaki dovevamo fare un bel discorsetto.
"Riunione di famiglia?" ripetè Ayato,
visibilmente confuso.
"Si, famiglia. Avrete madri diverse, ma restate
pur sempre fratelli."
Il vampiro mi osservò come se parlassi un'altra
lingua, una lingua che non si avvicinava minimamente alla nostra.
Un po' com'era la matematica per me.
"Puoi restare, se vuoi."
Mi rivolse un largo sorriso.
"Devo tornare a casa, è tardi. Ho detto ai miei
genitori qualche piccola bugia per uscire a cercarti, se non torno si
insospettirebbero."
"Ti chiedo scusa se ti ho creato dei
problemi.", dissi ed ero veramente dispiaciuta.
Ma una piccola parte, gioiva nel sapere che qualcuno
ci tenesse davvero a me.
"Sei mia amica, era il minimo che potessi
fare."
Ci salutammo con un abbraccio.
Ayato si offrì per accompagnarla fuori e ovviamente la
ragazza, davanti una tale proposta, accettò con entusiasmo.
Gli lanciai un'occhiata minacciosa, un muto
avvertimento nel non provare a morderla o a molestarla.
E gli ricordai l'incarico che gli avevo affidato.
Mi sarei ripulita dal sangue e poi sarei scesa ad
affrontare tutti e sei i vampiri.
Gettai per terra il vestito floreale, che avevo preso
dalla casa dei Mukami, e ricordai di aver dimenticato il regalo di Kou
nella
limousine.
Tuttavia l'avrei recuperato in un secondo momento.
Mi aspettavo che uno Shu mezzo assopito si
materializzasse da un momento all'altro, tuttavia ciò non
accadde.
Sembrava che tutti i Sakamaki avessero concordato una
sorta di sciopero nei miei confronti.
Indossai una semplice gonna a pieghe e una t-shirt avvitata.
Raccolsi i capelli in una coda e, per ultime, un paio
di ballerine.
Ero pronta.