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Autore: Tatystories    15/09/2019    1 recensioni
Maya è una ragazza come tante che però deve fare i conti con una sedia a rotelle, con un vicino fastidioso e con una realtà celata nella sua memoria che si ripete fin dai tempi più antichi e che prevede la lotta del bene contro del male, di Madre Natura contro Caos e di cinque Elementi contro forze oscure e diaboliche. Passione, magia e mistero...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Gelosia e dubbi (Maya p.o.v.)


Stamane mi sono svegliata piena di grinta. La consapevolezza di aver manifestato il mio parere a Madre Natura e a Fuoco mi ha tolto un po’ di inquietudine. Sono stata un po’ irruenta, ma dovevo liberarmi la coscienza. Non ho ricevuto le risposte che volevo, ma le avrò, devo solo avere un po’ di pazienza. Mi sto preparando per la seduta con Nike. Provo sensazioni contrastanti, da un lato ho voglia di tornare in quello studio, l’atmosfera artistica e la bellezza dell’estasi di Nike mi affascinano, ma dall’altro lato ho paura. Le pulsazioni che mi invadono mentre scolpisce il marmo mi spaventano, forse sono troppo suggestionabile. La sua arte, il suo modo di muovere le mani, di concentrarsi, di scolpire quasi senza guardarmi… anche solo pensarci mi toglie il fiato. Mi incammino e non ho ancora svoltato l’angolo quando compare Chicco ed è furente.

- Ma dove cazzo sei stata ieri?

Sono senza parole, non mi piacciono le parolacce e Chicco lo sa, ma soprattutto non l’ho mai visto così inviperito.

- Che hai Chicco?

- Ti ho cercata tutto il giorno al cellulare e alla fine sono venuto a casa tua e tua madre mi ha detto che sei stata tutto il giorno con Lukas?
Ma chi è? La mia guardia del corpo?

- Calmati Chicco. Sono andata da Nike, poi sono stata con Lukas perché… avevamo un impegno.

Non sembra che questa spiegazione migliori il suo umore. Provo a dare qualche dettaglio in più rimanendo sul vago, ma anche così non è soddisfatto. Giro la frittata spostando l’attenzione su aspetti più interessanti per l’animo artistico del mio amico-cane da guardia.

- Con Nike è stato molto interessante, è un vero professionista. È carismatico anche mentre lavora. Vedrai che quando farete la mostra insieme sarà un successone!

Niente, il grugno è sempre più cupo e lo sguardo torvo pare non volersi trasformare in sollievo.

- Mi sembra che ti diverta molto passare da un uomo all’altro ultimamente!

- Chicco!

Non voglio insultarlo, sebbene lui lo abbia appena fatto e nemmeno tanto velatamente, ma deve anche capire che non è mio padre e anche se lo fosse ho diciotto anni e sono libera di incontrarmi con chi mi pare.

- Non è affar tuo quello che faccio e con chi lo faccio, in ogni caso non ho fatto nulla di sconveniente.

- Tranne posare nuda con un tizio che non conosci e stare insieme fino a notte fonda con un altro tizio che non conosci!

Mi infastidisce che abbia ragione, ma il suo punto di vista è sbagliato e poi come fa a sapere a che ora sono rientrata? Non voglio versare benzina sul fuoco, quindi evito di fare questa domanda. Lo supero e continuo a camminare, ma mi segue borbottando come una locomotiva a vapore. Non si ferma fino a quando non arriviamo davanti alla vetrina di Nike.

- Non puoi entrare, non vuole spettatori.

- Certo, ti vuole tutta per sè.

Lo farfuglia, ma lo sento e lui lo sa, ma non ha finito.

- Resto qui fuori fino a quando non esci da quello studio.

- Non se ne parla proprio. Vengo io da te appena abbiamo finito. Ieri ha lavorato solo un paio d’ore, ma credo che oggi potrebbe volerci più tempo. Vai a casa e aspettami lì.

- Maya, decido io cosa fare e con chi farlo.

Appoggia alla vetrina la spalla e con le mani conserte fissa le macchine che scorrono nella piazza. Peggio per lui, gli auguro gli venga un crampo. In ogni caso non può vedere all'interno, ho appena ricontrollato velocemente e le tende sono davvero oscuranti. Probabilmente ieri Lukas ha usato qualche super potere per scoprire cosa stava succedendo, ma per fortuna oggi non si è fatto vedere. 
Busso e la porta si socchiude. Nike è in fondo alla stanza, dove c’è un piccolo angolo bar composto da un microonde, una macchinetta del caffè e un piccolo frigorifero con il portello trasparente con scorta di bibite e qualche alcolico. Sta bevendo da una tazza completamente bianca e mi chiede se gradisco qualcosa. Mi dice che si è preparato un infuso al Ginkgo Biloba, gli serve per concentrarsi. Senza aspettare la mia risposta prepara una tazza per me, ha un altro profumo, lo riconosco è tiglio. Filtra l’infuso dopo aver lasciato un cucchiaino raso di foglie di tiglio in acqua bollente per qualche minuto. Poi dolcifica con una punta di miele e me lo porge. Bevo avida, è buono e dissetante. Ricordo che ha virtù rilassanti, a tratti sedative, probabilmente ha visto dalla vetrata la discussione con Chicco e ha pensato di aiutarmi a trovare il giusto spirito per affrontare questa nuova seduta. Lo ringrazio e mi dirigo verso il separé per svestirmi, mi accorgo che ho dimenticato la maglietta di mio papà per coprirmi nel tratto dal camerino fino alla postazione di posa. Non importa, ieri era voltato quando mi sono messa in posizione. Esco dal mio nascondiglio e Nike non è vicino al pezzo di marmo, mi copro il seno con le mani e guardo a destra e sinistra per capire dove si trova. Non lo vedo allora mi volto per tornare dietro il separé a recuperare il mio vestito e ci sbatto contro. L’urto e la sorpresa mi spingono indietro e sto quasi per cadere a gambe all’aria quando Nike mi afferra e mi trattiene spingendomi verso il suo corpo. Sono nuda tra le sue braccia e forse Chicco aveva ragione. Cerco di divincolarmi, ma Nike mi trattiene.

- Calma Maya…

Perché tutti continuano a dirmi di stare calma?

- Mi spiace di averti spaventata, sono andato a prendere uno scalpellino. Pensavo ti saresti presentata con la maglia di ieri, non certamente déshabillé. Ora ti lascio e mi volto così tu ti metti al tuo posto e io al mio. Ok?

Ok, ok, ma è bello stare tra le sue braccia. Qui mi sento al sicuro, protetta e lasciva. Di nuovo quella sensazione, di nuovo quel desiderio di provare di più, sempre di più. Prima che mi liberi sollevo il viso che era accoccolato nell’incavo del suo collo. Sono più bassa di lui di parecchi centimetri, mi isso sulle punte dei piedi, ma ancora non lo raggiungo, le mie intenzioni però sono chiare. Non credevo di poter essere così disinibita e arrendevole, sono arrivata a diciotto anni senza aver provato nulla di ciò che accade tra uomo e donna. Anche i baci passionali si contano sulla punta delle dita di una mano, anzi no, il primo e unico vero bacio passionale è stato quello con Lukas. Nike si avvicina sempre di più alle mie labbra, lo fa lentamente guardandomi negli occhi. Le sue mani non sono più attorno alla mia vita, ma un dito alla volta percorrono la mia schiena. Ho i brividi, un campanellino nella mia testa trilla per avvisarmi che devo fermarlo, però è così lieve che vorrei ignorarlo. Ho la testa leggera, i pensieri fluiscono via e lasciano posto solo alla passione e alla spregiudicatezza. Sentirmi oggi così libera di vivere la mia sessualità mi fa ripensare alle parole di Madre Natura.

- Figliola, mi scuso, ma era il modo più veloce, lo è sempre stato, fin dai tempi dei tempi.

Intendeva questo? Intendeva che Terra è passionale e lussuriosa? Io però non sono solo Terra, sono anche Maya e non mi lascio trasportare solo dal piacere. Cerco di combattere il desiderio di abbandonarmi completamente all’istinto, ma le forze mi hanno tradito e la mia mente galleggia nel vuoto. Provo a comandare le gambe perché si spostino, ma anche loro sembrano tornate inermi come un tempo. La lussuria diventa paura, perché il corpo non segue i comandi del cervello. Cosa c’è che mi blocca? Nike è arrivato a meta e la sua lingua invade la mia bocca, il bacio è dolce e delicato, sento l’aroma della tisana forte e penetrante e mi ritrovo ad accoglierlo più di quanto non desideri davvero. Poi Nike mi stringe con maggiore forza, le bocche sono ancora incollate e la mia schiena si inarca. Sento l’eccitazione spingere contro la mia pancia, sembriamo noi stessi una delle sue meravigliose statue di nudo. Ho gli occhi chiusi, non ho la forza nemmeno per aprirli, Improvvisamente sento l’aria fresca solleticarmi le labbra, Nike mi ha liberata dal bacio per catturare il mio collo creando piccole scie ghiacciate che scendono sempre più in basso fino a sfiorare i seni. Com’è diverso dal calore profondo e invadente che ho sentito con Fuoco. Penso a Lukas, ai suoi baci e alle sue carezze, penso al piacere che mi davano, ma anche al sentimento che sentivo nascere. Riesco quasi a visualizzarlo, il suo viso, i suoi magnifici occhi infuocati, il corpo possente ed elegante. Qui ed ora è tutto diverso. Mi viene quasi da piangere, non voglio che vada oltre e mi sento violata, ma sono io che lo lascio fare, non mi sta trattenendo con la forza. Provo a richiamare il mio potere, ma anche quello è sopito o imprigionato. È quasi arrivato ai seni, pochi secondi e saranno suoi, ma un forte rumore metallico spezza il sortilegio e riesco ad aprire gli occhi, ma sono ancora incatenata a Nike da impalpabili lacci magnetici. È Fuoco in tutta la sua furia e dietro di lui c’è Chicco che mi fissa inorridito. Nike si volta verso di loro, per coprire la mia nudità mi spinge dietro le sue spalle. Finalmente mi sento di nuovo padrona del mio corpo e valutando che la distanza dal separé è di pochi metri faccio un balzo e mi nascondo alla vista di tutti questi uomini che in realtà mi hanno già vista nuda più di una volta. Oh Signore santo! Sto diventando una “poco di buono”? Mi vesto al volo perché decido che oggi non voglio proseguire nella seduta. Non voglio accusare Nike di nulla, perché non mi ha costretta a fare nulla, ma l’impotenza che mi avvolto quando ero tra le sue braccia è stata davvero spaventosa. Odo Lukas urlare contro Nike, gli sta dicendo che si approfitta di una ragazzina, che è un pervertito, che deve vergognarsi e Chicco gli dà man forte sbraitando parole incomprensibili, ma certamente poco onorevoli. C’è certamente qualcosa di strano in quanto è successo, ma non è colpa di Nike e non è giusto che subisca l’attacco di due cani da guardia. Cerco un po’ di coraggio nella mia natura ultraterrena e cercando di apparire più serena e sicura di quanto non mi senta, esco dal mio nascondiglio e avanzo verso i due cecchini.

- Adesso basta! Fuori da qui entrambi.

Li spingo con forza all’esterno e chiudo la porta per congedarmi educatamente, ma con decisione da Nike.

- Credo che oggi non sia il caso di proseguire.

Nike è pensieroso, mi scruta, forse vuole capire se mi sono offesa per quanto accaduto. Voglio rassicurarlo, comincio a pensare di aver immaginato parte di quelle sensazioni. Non sono particolarmente ferrata in questioni sentimentali o intime e probabilmente sono stata sopraffatta dal suo fascino e dalla situazione.

- Tutto bene Maya?

La sua voce carezzevole mi desta dalle mie riflessioni e ancor di più dopo averlo udito così gentile sono certa di aver frainteso o esagerato, sento addirittura l’esigenza di scusarmi.

- Si, Nike. Scusami. Credo che la situazione mi sia sfuggita di mano. Ti chiedo scusa anche per Lukas e Chicco, credono io sia una principessa in pericolo e loro i cavalieri dall’armatura scintillante, non hanno ancora capito che tu non sei il drago cattivo.

- Tranquilla, ne parliamo con calma domani. Vai da loro prima che scardinino anche la vetrina.

Effettivamente stanno colpendo con forza contro il vetro minacciando chissà quale Dio di compiere chissà quale empio massacro se non esco da questo locale. Saluto Nike ed esco. Prendo ciascun ebete per un braccio e li trascino lontano. Marcio in questo modo per circa cinque minuti senza accorgermi di stritolargli l’avambraccio, me ne rendo conto solo quando li libero e noto i solchi violacei lasciati dalla compressione esercitata delle mie mani. Peggio per loro.

- Che cavolo vi è saltato in mente? Ma soprattutto chi cavolo pensate di essere per trattarmi come una poppante?

È Chicco a perdere la pazienza per primo.

- Sei tu che devi darci spiegazioni? Da quando sei diventata una femme fatale? Forse tu non hai ben chiara la scena che ci è apparsa quando siamo entrati, ma io sì e non la dimenticherò tanto facilmente. Eri completamente nuda, appiccicata a quel verme che ti stava per …

- Basta!

Lo fermo prima che dica altro, perché effettivamente al momento non ho ben chiaro cosa è successo, ma certamente non voglio che sia Chicco a spiegarmelo.

- Primo: non ero nuda, ma indossavo gli slip; secondo: sono inciampata e Nike mi ha afferrata per impedirmi di cadere; terzo: non sono affari tuoi e di nessun altro – e qui guardo Lukas – se decido di farmi baciare da qualcuno; quarto: non so nemmeno perché vi do delle spiegazioni dal momento che nessuno di voi due ha diritto di interferire nella mia vota sentimentale.
Chicco è sempre più arrabbiato e a stento trattiene la collera.

- Da quando Nike è diventato parte della tua vita sentimentale? Non dovevi posare per la sua grande scultura? Non dovevi farlo per dare a me la chance di collaborare con lui in una mostra? Grazie, ma non ci sto. Non sono disposto a vendere la mia migliore amica in cambio di un po’ di notorietà e mi stupisco che invece tu lo sia.

Quasi senza accorgermene lo schiaffeggio violentemente. Le dita della mia mano lasciano l’impronta chiara e bruciante sulla guancia di Chicco che mi guarda confuso e deluso. Non abbiamo mai litigato, fatta eccezione per il suo senso di colpa dopo l’incidente, in diciotto anni non abbiamo mai avuto una discussione. Le controversie più serie si sono sempre basate su differenti gusti letterali o cinematografici. Mai avrei pensato che lui mi umiliasse o che io lo schiaffeggiassi. 
In tutto questo Lukas non ha detto una parola o fatto un gesto che possa darmi un’idea di quello che pensa. L’unico cenno della sua esistenza è la mandibola che continua a scattare ogni volta che parlo. Tutto sommato era quello che volevo, che per una volta non parlasse, ma mi ritrovo a preferire le sue parole a questo silenzio rimbombante. Chicco, superato il colpo, pronuncia una gamma irripetibile di accidenti, si volta e se ne va senza smettere di sbraitare. Mi giro verso Lukas con aria minacciosa, fortunatamente capisce senza che debba esprimermi a parole che se prova a farmi un’altra paternale, riceverà lo stesso trattamento. Anche lui si volta e se ne va, ma prima di sparire completamente dalla mia vista sclama:

- Sta sera, stesso posto, stessa ora e stesso abbigliamento!

Questa me la sono meritata!

Buona lettura da Tatystories
   
 
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