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Autore: Meramadia94    15/09/2019    2 recensioni
Versione degli episodi 681-683, in cui non è il detective Takagi a rischiare la vita, ma Sakura.
Sakura viene rapita durante una gita scolastica, ed il rapitore si mette subito in contatto con il fratello maggiore della ragazza e la polizia di Tokyo. Takagi ha solo tre giorni per salvare la sorella da un terribile destino, e nel frattempo dovrà fare i conti con una ferita che non ha mai smesso di sanguinare.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Miwako Sato, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nel frattempo, Takagi non sospettava minimamente che alle prime luci dell'alba, quando lui era ancora immerso nel sonno, qualcuno aveva aggredito Sakura per farle Dio solo sapeva che cosa.
Il suo risveglio fu assai più piacevole. 
Quando si svegliò era nel suo letto, da solo, e per un brevissimo attimo credette di aver solo sognato la notte trascorsa con Miwako, e stava già andando a prepararsi e cambiarsi per andare al lavoro quando vide la bella vice ispettrice arrivare nella sua stanza con due tazze di caffè fumante.
- Volevo farti una sorpresa...- fece Sato porgendogli una tazza.
Takagi l'accettò con un sorriso -Grazie...- fece per poi prendere il suo cellulare e controllare le chiamate e i messaggi in arrivo.
''SMS from: Sakura
Tutto bene fratello, non stare in pena per me.''
Sato sorrise, scuotendo la testa. 
- Starà benissimo.- fece Sato, pensando a quanto strana fosse quella situazione. Di solito quando ci si fidanzava con l'uomo dei propri sogni, l'incubo peggiore che si poteva avere era il timore di un ritorno di fiamma con qualche donna del passato, che non aveva mai perso la speranza e che decideva di tornare decisa a riconquistare il cuore dell'ex fidanzato... nel suo caso invece, la persona di cui doveva '' essere gelosa'' e di cui temere la concorrenza era la dolce, quanto adorabile e combattiva, sorella minore del suo ragazzo.
Takagi era molto protettivo nei suoi confronti, e la cosa non la stupiva. Durante l'assenza forzata del poliziotto, la ragazza l'aveva informata del fatto che avessero perduto ambedue i genitori in un incidente stradale molti anni prima, e che entrambi per molto tempo fossero stati l'uno l'unica famiglia che l'altra aveva conosciuto. 
Forse era questo il motivo per cui quando si trattava di loro due, il resto del mondo doveva stare a guardare da una finestra.
Sakura le aveva raccontato che per un breve periodo, vi era stata la possibilità che una famiglia decidesse di adottarli entrambi, e che per '' farsela amica'', quella che sarebbe dovuta diventare la loro nuova mamma le aveva comprato una bambola...suo fratello invece le aveva regalato un paio di pattini da ghiaccio, e alla fine la donna aveva dovuto desistere e lasciar chiusa la bambola in un armadio.
- Lo so... e so anche che non dovrei stare in ansia perchè ormai è da molto che vive per conto suo... non è una che fa colpi di testa... ma non posso fare a meno di preoccuparmi per lei.- 
- E' più che naturale. Si tratta di tua sorella.- fece Miwako.
- Si ma... non è solo per questo.- fece Takagi - vedi, per tutto questo tempo... le ho fatto da padre e da madre... ma il mio cruccio, è di non averle mai dato una vera famiglia.- 
- Non devi dire così.- fece Miwako - tu hai rinunciato a tutto quello che ti era dovuto da ragazzo per prenderti cura di lei... e i risultati si vedono.- fece la poliziotta ricordando la calma, il sangue freddo, forse l'eccessivo auto controllo che la ragazza aveva dimostrato durante la scomparsa del poliziotto, preso in ostaggio da un killer in fuga. Tutti loro quando l'avevano conosciuta pensavano di dover fare da baby sitter ad una ragazzina fragile, spaurita e spaventata, invece davanti a loro c'era una ragazza forte, determinata, che aveva quasi fatto il diavolo a quattro pur di restare alla centrale fino alla fine delle indagini ed avere la certezza matematica di poter rivedere il fratello o meno, e che aveva dato lei stessa un contributo alle indagini... e che allo stesso tempo si era presa cura anche di loro. 
- Sì lo so...- fece Takagi - però... quando avevo diciassette anni, per un qualche strano miracolo, una coppia che non aveva figli si dichiarò disposta ad adottarmi... era chiaro, non ero felice dell'idea di dover chiamare mamma e papà due perfetti estranei, ma pensavo che quella fosse l'occasione per far ricordare a Sakura il calore di una madre e di un padre... io avevo già avuto tutto questo, lei invece aveva solo otto anni quando... beh, quando.- 
- Ma io credevo di aver capito che non siete usciti di lì finchè non hai compiuto vent'anni...- fece Miwako.
- Sì. Perchè alla coppia... interessata, chiamiamola così,  interessava solo avere un figlio maschio al quale trasmettere un consistente patrimonio... 
E' vero, la mia vita sarebbe stata più semplice... ma non avrei mai potuto abbandonarla in un orfanotrofio...- nonostante sapesse di aver fatto la cosa giusta, si era sempre sentito in colpa nei confronti della sorellina. Lui sapeva cosa significava avere l'amore di una madre e la guida di un padre. Lei aveva da poco iniziato ad andare a scuola quando era accaduta la terribile disgrazia. Ce l'aveva sempre messa tutta nel crescerla e nello starle vicino, ma aveva sempre saputo che non sarebbe mai riuscito a darle una vera famiglia.
- Gliela costruiremo attorno, una famiglia.- fece Miwako - Tu, io, lei... insieme potremmo formare una famiglia.- e visto che lei e il suo fidanzato stavano vagliando l'ipotesi di andare a vivere insieme, quell'ipotesi non era più così improbabile. Dovevano solo trovare l'occasione di dirle che a breve sarebbero andati a convivere.
...
...
...
Quando i due arrivarono in centrale vi trovarono il detective Goro e il piccolo Conan, che si trovavano in centrale al fine di depositare una consulenza del detective '' in trance'' riguardo ad un caso risolto pochi giorni prima. Con loro vi erano gli ispettori Megure e Shiratori, i quali salutarono subito la coppia di agenti. 
- Come mai in ritardo?- chiese l'ispettore.
- Ci scusi.- fece Miwako - Takagi voleva avere notizie di Sakura ed accertarsi che stesse bene prima di venire al lavoro...- 
- Chi è Sakura?- chiese Goro. 
- E' la sorella minore di Takagi.- fece Conan - Ha un anno più di Ran e vive in uno studentato.-
- E tu come sai tutte queste cose, saputello?- fece Goro. 
- Beh, l'ho conosciuta durante il caso del serial killer del mahjong... ha dato una mano alle indagini.- 
'' Iniziano ad esserci troppi mocciosi che giocano a fare i detective, in questa città''- pensò Goro ma poi si rivolse al poliziotto - Immagino che tu non la veda molto spesso per domandarti perchè non ti chiama.- 
- No, per la verità ci sentiamo praticamente ogni giorno, e a volte riusciamo anche a vederci, ma ieri sera l'ho accompagnata all'aereporto di Haneda per una gita scolastica... è la prima volta che è così lontana da casa.-  fece Takagi. 
- Non credo che ci sia da preoccuparsi.- fece  Shiratori - è una ragazza assennata, pure troppo per la sua età,  e non si farebbe mai convincere a fare un colpo di testa...-
In quel momento il cellulare del giovane assistente dell'ispettore Megure squillò.
'' From Sakura:
Ti ho preso un pensierino, spero che ti piaccia''- ma non ebbe nemmeno il tempo di sorridere pensando alla dolcezza del carattere della sorella, che un fattorino entrò nella sala tenendo un pacco sotto braccio, chiedendo espressamente del detective Wataru Takagi.
- Sono io.- si proferì il poliziotto. 
- Un pacco per lei da Hokkaido.- 
- E chi lo manda?-fece Takagi stranito. Di solito la posta gliela recapitavano a casa e non rammentava di aver ordinato niente.
- Questo pacco...- fece il fattorino leggendo il nome sulla bolla di spedizione - Viene dall'aereoporto di Shin-Chitose, e la mittente è la signorina Sakura Takagi.- 
Takagi si avvicinò per prendere in consegna il pacchetto, anche se faceva molta fatica a comprendere.
E non era il solo. 
Anche Conan trovava molto strano che Sakura, arrivata in albergo solo la sera precedente in una località di Hokkaido, anche se avesse già avuto tempo e modo di andarsene in giro per negozi, era altamente improbabile che fosse riuscita a spedire un pacco per posta aerea. Inoltre non riusciva a capire per quale motivo un fattorino fosse andato a cercare il destinatario sul posto di lavoro invece di lasciarlo davanti alla porta del suo appartamento o in consegna al portiere del palazzo.
- Scusi.- fece Conan - come mai è venuto direttamente qui? Di solito la posta non si consegna a casa del diretto interessato?- 
- Sì... ma la persona che ha spedito il pacco si è raccomandata che il destinatario aprisse il pacco appena possibile... pare che dentro ci sia qualcosa che andrà a male entro dopo domani.- 
- Forse ti ha spedito qualche specialità tipica di Hokkaido.- ipotizzò Goro. 
- Ma non ha senso...- fece Takagi iniziando a scartare il pacchetto - da qui ad Hokkaido ci vogliono solo due ore in aereo, poteva darmele di persona e in giornata, sarebbe stato più semplice...- quando finì di scartare il pacco scoprì che conteneva un tablet. 
'' E' di seconda mano...''- pensò Conan notando che le scritte sul retro relative alla ditta produttrice erano state raschiate via, come se qualcuno avesse cercato di impedire a chi ne sarebbe entrato in possesso di scoprire chi lo aveva acquistato. E fu allora che gli venne qualche dubbio sul fatto che fosse stata Sakura a spedire quel dispositivo. 
- Prova ad accenderlo per favore...- fece Conan.
Takagi annuì e tenne premuto il pulsante di accensione... quasi gli venne un infarto.
Sullo schermo era apparsa l'immagine di Sakura, legata, con un pezzo di nastro adesivo sulla bocca e con una corda attorno al collo.
I suoi occhi erano pieni di terrore, malgrado sembrava stesse auto-imponendosi di non aver paura. Supplicavano aiuto e pietà.
- Oh mio Dio...- balbettò Takagi terreo in volto e con gli occhi vitrei per il terrore.
Anche gli altri presenti quando videro le immagini sembravano più morti che vivi nel vedere la loro amica in quella situazione.
L'angolazione cambiò. Sakura ora era ripresa dal basso... e la faccenda iniziò ad assumere toni drammatici.
Era stata messa su un'asse di legno in bilico su un'impalcatura... se per caso avesse fatto una mossa sbagliata o brusca, sarebbe caduta restando appesa per il collo.
'' Ma che ti hanno fatto....?''- pensò Takagi.
- Avverto subito il sovrintendente...- fece Megure prendendo il cellulare.
Takagi non diceva nemmeno una parola, quasi come se una sanguisuga gli si fosse attaccata e gli avesse risucchiato ogni forza.
Le parole attorno a lui erano ovattate, distanti, quasi come se stesse affogando... e mantenere la lucdità fu quasi impossibile, malgrado Miwako, Shiratori e Megure cercassero come potevano di tranquillizzarlo.
Goro e Conan altrettanto... ma era inutile. Non avrebbe mai creduto a quelle parole, almeno sino a quando Sakura non fosse al sicuro.
La presa delle sue mani divenne quasi di colla e farina e lasciò cadere la scatola in cui era contenuto il tablet.
Sua sorella era nelle mani di un criminale... e lui non era riuscito a proteggerla, ed in quel momento non sapeva nemmeno dove andarla a cercare.
Iniziava a domandarsi se per caso non avesse fatto arrabbiare qualche Entità Superiore, per meritare di assistere impotente alla scomparsa di tutti coloro che amava e che aveva amato.
...
...
...
Aveva ancora la testa e la bocca impastate dalla nebbia del valium ma era sopravvissuto un barlume di lucidità che le aveva fatto bene intendere che quella era la classica situazione in cui appena ne prendeva coscienza, sotto sotto, avrebbe voluto essere già morta.
La prima cosa che vide appena aperti gli occhi, fu una telecamera. Aveva caviglie e polsi immobilizzati, e si trovava su un asse posizionata sopra un' impalcatura. Oltre a questo... aveva anche un cappio attorno al collo.
'' Oddio... ma che diavolo sta succedendo?!?''- pensò spaventata a morte. Si sarebbe messa ad urlare come una forsennata se non avesse avuto il nastro adesivo sulla bocca.
Ripercorse a ritroso tutti gli eventi che avevano portato a quella svolta, quasi sperando di aver avuto un incubo... in fondo, era sorella di un poliziotto, che tra l'altro mesi prima era pure stato sequestrato da un omicida, per quale motivo non avrebbe dovuto sognare una cosa del genere? 
Ma era tutto vero invece... il freddo che le pungeva la pelle, il cuore che minacciava di scoppiarle in petto per la paura, la sensazione di stare per impazzire... e già che c'era pure la rabbia di non poter fare nulla.
Bastava un movimento falso e sarebbe morta.
'' Fratellone.... aiutami. Ti prego.''- pensò la ragazza trattenendo un singulto. Non sapeva chi ci fosse dall'altra parte dell'obiettivo.
Forse il suo rapitore, e di certo non aveva intenzione di scoppiare a piangere e dargli soddisfazione.
Sperava  che però quella videocamera fosse l'unico aggancio che aveva con Wataru. Ed in quel caso non si sarebbe vergognata più di tanto nel piangere, ma non voleva farlo in ogni caso. Se la stava guardando, sicuramente era già preoccupatissimo per conto suo, e vederla disperata o spaventata non lo avrebbe aiutato.
'' Piuttosto... cerca di dargli qualche indizio utile''- ordinò a se stessa.
Più facile a dirsi che a farsi. Non sapeva nemmeno da che parte di mondo si trovava, come faceva a dare al fratello un indizio per ritrovarla? Vedeva  i tetti di alcune case, ma non riusciva a riconoscerli, quindi non si trovava nei pressi della casa del professor Fuemoto e nemmeno in quelli dell'albergo... poteva averla portata chissà dove, magari dalla parte opposta dell'isola di Hokkaido.
Per ora quindi non poteva che starsene immobile e tranquilla ed attendere che qualcosa o qualcuno le desse almeno un'idea di dove si trovasse. Poi avrebbe trovato il modo di lasciare un indizio al fratello maggiore.
  
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