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Autore: Little_GirlMoon005    16/09/2019    4 recensioni
'' (...) Non aveva mai capito il motivo per cui provassero quel sentimento contorto chiamato gelosia, che li portava ad un'ansia, ad una possessività assurda e, possibilmente, anche fastidiosa, per timore di perdere una persona a loro cara.
Ma poi Aziraphale aveva conquistato il suo cuoricino, e cazzo... Crowley ci era cascato in quel sentimento (...) ''
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OS ispirata dal comic di khiroptera.tumblr.com
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gelosia
A Crowley affascinavano molto gli esseri umani, erano creature così semplici e, allo stesso tempo, così complicate. Ciò che instigava molto il suo interesse erano le loro emozioni e di come si lasciavano travolgere da esse mandando tutto quanto a puttane. Soprattutto nel campo dell'amore.

Non aveva mai capito il motivo per cui provassero quel sentimento contorto chiamato gelosia, che li portava ad un'ansia, ad una possessività assurda e, possibilmente, anche fastidiosa, per timore di perdere una persona a loro cara.
Ma poi Aziraphale aveva conquistato il suo cuoricino, e cazzo... Crowley ci era cascato in quel sentimento.

Aveva osservato la razza umana evolversi e vissuto al suo fianco abbastanza da riuscire ad intuire le loro furbizie, specie sul come corteggiavano.
Ne aveva visti parecchi di stolti che ci avevano provato spudoratamente con Aziraphale, ricordava ancora quel D'Annunzio e Wilde, o alcuni clienti che entravano nella sua libreria facendogli domande assurde solo per fare quattro parole con lui. Ma l'Angelo era troppo ingenuo e, giusto un pochino, tontolone per accorgesene.


Certo, Crowley non poteva biasimarli, Aziraphale era -cioè, è- veramente una tentazione, una gioia per gli occhi, un essere stupendo, meraviglioso, dolcissimo, gentilissimo...
Ma apparteneva a Crowley, era roba sua e solamente sua.

Il problema non era Aziraphale, anzì quest'ultimo amava Crowley così tanto che l'idea di trovare conforto tra le braccia di un altro non gli sfiorava nemmeno la mente, e lo stesso era per il demone. Il problema erano quelli intorno ad Aziraphale, che gli si buttavano addosso come mosche sul miele e senza ritegno. E Crowley, ogni volta, aveva voglia di svelare la propria forma extracorporea per farli scappare via terrorizzati, ma si limitava a fissarli minacciosamente e, se continuavano ad insistere, gli mostrava le iridi da rettile, e questo bastava a spaventarli.

Ovviamente Aziraphale se ne usciva sempre con un ''Oh Crowley, mio caro, stai esagerando.'' E il demone rispondeva sempre con ''No, sono loro a non capire che il tuo cuore è mio.'' appoggiando poi delicato una mano quella del compagno che ricambiava la stretta con un sorriso sulle labbra. ''La prossima volta che succede lascia fare a me, basta dire con gentilezza che non sono interessato alle loro avance.''

E quella prossima volta, manco farlo apposta, arrivò pochi giorni dopo, con l'ennesimo stolto che provava a flirtare con l'angelo.
Ma partiamo dall'inizio.


Ad Aziraphale era giunta voce di una piccola mostra d'arte di un giovane artista emergente che si sarebbe tenuta non molto lontano dalla sua libreria, e aveva proposto a Crowley l'idea di andarci insieme e, perchè no, l'angelo poteva compiere un piccolo miracolo per far fiorire la carriera dell'artista... o, nel caso Crowley c'avesse messo lo zampino, distruggerla in un istante. Una volta ottenuti miracolosamente due biglietti si diedero appuntamento fuori la libreria dell'Angelo per poi avviarsi a piedi. Camminavano tra la folla che quel giorno riempiva maggiormente le strade e, tenendosi per mano, diedero di gomito più volte per farsi spazio.

Le voci dei passati, le grida, i rumori della strada e i clacson delle macchine divennero indistinte una volta rifugiatisi tra le mura della struttura che allestiva la suddetta mostra, dove regnava una tranquillità confortate. Il silenzio era spezzato solo da alcuni sussurri di persone che commentavano le opere davanti a se', o altri che lo contemplavano in silenzio con pensieri, negativi o positivi, non detti.

Molti sembravano ispirati al Naturalismo, i soggetti erano paesaggi urbani e suburbani in cui, persone, animali appartenevano ai luoghi dipinti.

L'angelo era, tra i due, quello che pensava ad alta voce, e il demone semplicemente annuiva rimanendo in silenzio. Non perchè non apprezzasse l'arte, anzì, aveva ancora lo schizzo della Gioconda che Leonardo da Vinci stesso gli aveva donato in segno di amicizia, ma i quadri intorno a lui non potevano competere con la figura angelica che aveva accanto.


Aziraphale era così entusiasta di quella mostra che, appena ne ebbe l'occasione, andò a congratularsi di persona con l'artista emergente, un giovane dal capello sbarazzino, con indosso una camicia bianca, un pantalone a vita alta con bretelle, e mocassino nero ai piedi. Lui era l'ennesimo stolto che stava flirtando con l'angelo, tutto davanti agli occhi -celati dalle lenti nere- di Crowley che osservava a poca distanza.

Non c'era assoluta malizia nelle parole dell'Angelo, mentre il giovane artista lo guardava con un sorriso ammiccante e sembrò interpretare la sua gratitudine come un invito al continuare le lusinghe. Il demone si ritrovò a sbuffare infastidito, e quasi non riuscì a trattenersi nel ringhiare quando udì queste parole uscire dalla bocca del giovane;

''Allora, ti ha... fatto male quando sei caduto dal Paradiso?'' le aveva sussurrate mentre con una mano gli accarezzava il papilion, sfregando il tessuto tra due dita, senza mai staccare lo sguardo da quello dell'angelo.
Crowley sentiva di poter esplodere da un momento all'altro, rischiava seriamente di far uscire lingue di fuoco dalla sua bocca.

Aziraphale, con lo sguardo quasi perplesso, aveva discostato gentilmente la mano del giovane sentendosi leggermente a disagio. ''Ah, temo ci sia un grosso malinteso...'' e quando stava per dirgli che non era affatto interessato alle sue avance, si sentì chiamare dal demone che, in un certo senso, lo salvò da quella situazione.

''Oh, temo proprio di dover andare,'' disse, colse il disappunto nel suo sguardo ''è stata una mostra incantevole, giovanotto.'' e, dandogli le spalle, si allontanò salutandolo con la mano, non vedendo che aveva incrociato le braccia al petto con un lieve broncio sul viso.

''Allora,'' fece Crowley andandogli incontro. ''Ti sta piacendo?'' chiese, riferendosi alla mostra. ''Moltissimo, mio caro, grazie per essere venuto con me.'' rispose l'Angelo, dolce come il miele. Crowley sentì dei piacevoli brividi sulla pelle, e gli sorrise sfilandosi via gli occhiali rivelando gli occhi gialli che brillavano d'amore. ''Non dirlo neanche per scherzo.'' rispose mentre poggiava le mani sui fianchi del compagno. Avrebbe potuto riservare un occhiataccia a quel giovanotto e andarsene tranquillamente con l'Angelo.

Ma no, voleva mandargli un messaggio forte e chiaro e, perchè no, anche a tutti quelli intorno a loro.

Il demone posò le labbra su quelle di Aziraphale in un bacio casto, un lieve sfiorarsi di labbra che prese poi un andamento passionale. Il demone chiese l'accesso alla bocca dell'angelo, e quest'ultimo glie la concesse permettendo alle due lingue di intrecciarsi tra loro... mentre dietro di loro l'artista lì guardava quasi sconvolto. ''Mmm, ah, Crowley...!'' mugugnò sottovoce, percependo la bocca del demone spostarsi sulla pelle esposta del suo collo. Una delle mani del demone si mosse raggiungendo la nuca dell'angelo, accarezzandogli i ciuffi biondi.

''Crowley, mio caro, siamo... siamo in un luogo pubblico.'' gli fece notare Aziraphale con però ben poca convizione, siccome Crowley aveva preso a carezzargli il collo con la lingua. E l'angelo gli strinse alcune ciocche di capelli con l'intento di allontanarlo ma finendo per fare l'esatto opposto, tenendoselo più vicino e tremando di piacere tra le sue braccia. ''A-ah, si... Crowley...''

Il demone si concesse un sorrisetto soddisfatto nell'ottenere l'effetto desiderato, e anche di stringergli il fondoschiena strappandogli un lieve gemito che rischiò di attirare l'attenzione. ''Oh, amore mio...'' sospirò l'angelo abbandonando il viso, rosso come un peperone, sulla spalla del demone. ''Mm, continuiamo fuori, ti prego...'' e Crowley l'avrebbe fatto, l'avrebbe preso per mano, riportato alla libreria e avrebbero fatto l'amore fino a stancarsi.

Ma prima sollevò le palpebre puntando gli occhi demoniaci e accusatori verso quello stolto mortale, con un sorriso sornione e uno sguardo terrificante che avrebbe sognato per un bel paio di notti. Il giovane trasalì, brividi di terrore cosparsero il suo corpo alla vista di quelle pupille... inumane.
''E' mio.'' sibilò solamente Crowley, mostrando anche la lingua biforcuta. A quella vista il giovane fece un passo indietro e si girò sparendo dalla vista del demone che ridacchiò soddisfatto.

''Oh sssi, Angelo. Adesso torniamo a casssa...''







  
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