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Autore: _Almach_    17/09/2019    3 recensioni
E se Jiang Fengmian non avesse mai trovato Wei Wuxian? Se fosse stato trovato da qualcun altro? cosa ne sarebbe stato del suo percorso e destino?
{Fic in pubblicazione anche su wattpad}
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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C’era una cosa che Wei Wuxian comprese durante il suo soggiorno a Qinghe: Lan Xichen aveva assolutamente ragione! Trovò molto utile stare in un ambiente diverso da quello a cui era abituato, soprattutto nell’osservare i diversi metodi di lavoro e di coltivazione che i membri di questo Clan adoperavano.  Inutile dire che il suo livello di curiosità si era alzato in una maniera esponenziale nel vedere il tipo di arma che erano soliti usare durante gli allenamenti e la caccia agli spiriti feroci: il dao, un tipo di sciabola dalla lama ricurva e monofilare facente parte della famiglia delle quattro principali armi usate nelle arti marziali, comprendente anche la spada, o jian, che solitamente utilizzavano anche le altre Sette. Al giovane cultore della setta Lan venne data la possibilità di sperimentare, un qualcosa che lui accolse con il suo tipico entusiasmo, dettato dall’ingenuità della sua età adolescenziale. Non riuscì a sollevarlo, se non per qualche millimetro massimo. Era decisamente un’arma troppo pesante per lui, abituato com’era ad altro tipo di armi molto più leggere. Quando ci provò, i suoi sforzi causarono risa non troppo sommesse da parte degli appartenenti del Clan Nie, ma d’altra parte chi poteva immaginare che la sciabola fosse così ostica da maneggiare? Quando nei giorni precedenti aveva assistito alle sessioni di allenamento notò una tale fluidità del movimento che mai avrebbe immaginato un tale peso. Insomma, gli appartenenti alla Setta di Qinghe dovevano avere dei muscoli e delle braccia non indifferenti, e adesso cominciava a comprendere perché Huaisang preferisse stare dietro ai suoi ventagli dalle mille fantasie piuttosto che impegnarsi un po’ di più nelle arti della sua Scuola. Nie Mingjue non sembrò prenderlo in giro, al contrario, gli diede una pacca sulla spalla come segno di incoraggiamento per il coraggio che aveva avuto nell’approcciarsi a un qualcosa che non era esattamente nelle sue corde. Nell’ottica di Wei Ying questa era decisamente una presa in giro…

<< Non credo che ci sia qualcuno in grado di sollevare una cosa del genere. >>

<< Wei-di, mi duole deluderti. Ma qualcuno c’è. >>

La voce di Lan Xichen era calma ma al tempo stesso carica di un certo calore misto a orgoglio, mentre si avvicinava al minore con al suo fianco Meng Yao. Si poteva dire che la Prima Giada, da quando erano a Qinghe, quando non stava con Nie Mingjue era sempre in compagnia del suo assistente. Giurerebbe, un giorno, di non averli visti entrambi per qualche oretta. Inizialmente si era preoccupato, giusto perché aveva promesso, con il suo solito fare da spavaldo, di proteggere l’erede del Clan Lan. Ma alla fine aveva trovato la sua fonte di distrazione e a quell’assenza sospetta non aveva più pensato.

<< Veramente? Chi? Voglio assolutamente conoscere il nome di questo fenomeno di forza. >>

<< Wei- gongzi lo conosci abbastanza bene. Si tratta di Lan- er gongzi. >>

A parlare era stato Meng Yao, sempre con quel tono e sorrisetto affabile. Sembrava essere sempre in prima linea ogni volta che c’era il nome della Seconda Giada dei Lan da pronunciare. Infondo, era con lui che aveva avuto modo di parlarne in questi giorni. La cosa, comunque, sorprese abbastanza Wei Wuxian il quale, spalancò gli occhi con fare incredulo. Non aveva decisamente idea di questa forza da parte di Lan Wangji, eppure nel corso degli anni avevano sempre fatto lo stesso allenamento. Certo… quando gli aveva afferrato il polso, quel giorno, lo aveva sentito piuttosto presente.

<< Lan Zhan? Non mi stai prendendo in giro? >>

<< Wei-gongzi, non sarei mai in grado di mentire su questo. L’ho visto più volte con i miei occhi nei vari soggiorni di Lan-er gongzi qui a Qinghe. >>

Wei Wuxian cercò lo sguardo di Lan Xichen desideroso di una qualche conferma, e tutto ciò che ottenne fu un cenno del capo e un sorriso leggero in segno di assenso. Insomma, si stava rendendo conto che c’erano delle cose che ancora non conosceva del suo fidato compagno di Setta, cosa strana per lui considerando che avevano passato buona parte del tempo insieme durante la loro infanzia e oltre. Lan Wangji quando si era distanziato così tanto da lui? Per quanto gli costasse ammetterlo era almeno qualche passo avanti a lui in ogni disciplina. Eppure, una parte di lui si ritrovò a riflettere sul fatto che una cosa del genere andasse bene, considerando che era di Lan Zhan che si stava parlando.

<< Oh, ma tu guarda. Chissà quante cose mi nasconde Lan Zhan! >>

Nel dire queste parole, Wei Wuxian si lasciò sfuggire una mezza risata prima di lasciare andare definitivamente il dao e passare entrambe le braccia dietro la sua testa incamminandosi verso l’interno della residenza Nie, lasciando Lan Xichen e Meng Yao a lanciarsi uno sguardo reciproco come a dirsi: più di quante immagini o per essere un brillante giovane maestro, è proprio tardo in certe cose.
 
Altri tre giorni trascorsero e la permanenza a Qinghe era giunta alla sua conclusione. Nonostante tutto, per Wei Wuxian su un’esperienza piena di nuove cose apprese. Aveva avuto modo di partecipare a una caccia notturna con i discepoli migliori del Capo Setta, e li aveva davvero avuto modo di poter vedere con i suoi occhi la potenza e la violenza di cui erano padroni senza mai risparmiarsi. Uno stile molto più aggressivo rispetto alla Scuola di Gusu, specialmente se doveva mettere a confronto il metodo di combattimento di Chefeng-zun e di Zewu-jun… la forza contro la pura eleganza, eppure sapevano coordinassi come se lottassero insieme da tutta una vita. Invece non aveva mai visto Meng Yao prendere parte a queste attività serali, probabilmente perché era tipo da preferire l’uso del cervello a quello della spada, o forse perché essendo un semplice assistente non era sufficientemente addestrato. Era comunque un ottimo compagno di chiacchierate e, a Wei Ying, non dispiacque molto non vederlo in azione nel senso più pratico del termine. Ma era arrivato il momento di andarsene, tornare tra le silenziose montagne di Gusu e riprendere quella vita fatta di regole continue e di impegni anche per quanto riguardava le letture nel pieno ritmo del loro svolgimento. Ed era proprio per via delle letture che Nie Mingjue disse a Wei Ying di tenere particolarmente d’occhio Huaisang, e di ricordargli cosa gli sarebbe successo se non avesse portato a casa un voto degno di questo nome. A Wei Wuxian non era dato di sapere cosa, ma a giudicare dall’espressione del Capo Setta Nie non doveva essere niente di divertente o piacevole. Gli dispiaceva essere fruitore di queste notizie non proprio gradevoli, anche perché quel piccolo amante dei ventagli gli stava abbastanza simpatico.


Il viaggio di ritorno fu un po’ più lungo rispetto all’andata, questo perché il tempo non era stato misericordioso nei loro riguardi; stava giungendo la fine della stagione autunnale, e nuvole scure coprivano il cielo chiamanti pioggia, mentre del forte vento soffiava dalla direzione Est. Sicuramente momento peggiore non poteva esserci per volare sulla propria spada, ma era una cosa che non potevano prevedere e non avevano altri mezzi per potersi spostare. Si tennero quindi un po’ più bassi rispetto al solito facendo attenzione a non andare contro corrente o troppo veloci e, in qualche modo, i due riuscirono a cavarsela arrivando nei pressi di Gusu quando ormai la sera era ormai calata e le stelle cominciavano a intravedersi attraverso la poca porzione di cielo scuro sgombro di nubi. Nonostante tutto Wei Wuxian si era anche divertito, infondo gli piaceva provare l’ebbrezza del pericolo ogni volta che vi era la possibilità. Lan Wangji, durante le loro missioni, spesso di rivolgeva a lui chiamandolo spericolato e forse, non esisteva termine più adatto per lui.  Nonostante non fossero arrivati nel mezzo del coprifuoco non c’era decisamente nessuno ad accoglierli, ma d'altra parte Lan Xichen non aveva mandato comunicazione alcuna per quanto riguarda il loro ritorno. Scesero dalle spade e il maggiore rivolse uno sguardo verso Wei Wuxian poggiando la mano destra sulla sua spalla.

<< Wei-di, va pure a riposare. Io vado a riferire del nostro ritorno a mio zio. Spero tu abbia utile il nostro viaggio. >>

<< Assolutamente, Zewu-jun. Ti ringrazio per avermi concesso di venire con te. >>

Wei Wuxian unì le mani davanti al petto per rivolgere all'altro il solito inchino cortese prima di allontanarsi per recarsi verso la zona dedite alle camere di discepoli e giovani maestri di Gusu. Era strano poter tornare in questo luogo di puro silenzio dopo giorni interi passati tra i rumori più disparati, eppure sotto certi aspetti aveva provato una sorta di nostalgia, anche se non sapeva per esattezza verso cosa. Un qualcosa che si accentuò nel momento in cui arrivò davanti alla porta della sua stanza con tanto di mano appoggiata sopra il telaio per farla scorrere. Non riusciva ad entrare. Forse semplicemente non voleva. Si allontanò da quella porta per dirigersi, a grandi falcate, verso un’altra ala dei Meandri delle Nuvole, li dove solo la famiglia principale soleva passare determinate ore della giornata che si traducevano semplicemente nella mattina presto e nella sera non appena la luna si alzava in cielo.

Era arrivato davanti al jingshi, la stanza silenziosa, di Lan Wangji. Ancora non sapeva bene il motivo che lo aveva spinto fino a lì, non lo sapeva neppure quando alzò la mano destra chiusa a pugno per bussare contro il telaio scuro. Non lo sapeva nemmeno nel momento in cuì aprì la porta ricevuto l’invito d’ingresso dall’altra parte. Bastava semplicemente dischiudere l’ingresso per avvertire tutt’altra atmosfera, tutt’altro odore…non aveva mai fatto caso all’odore di sandalo di Lan Wangji come in questo momento.

<< Wei Ying? >>

Chiese lui con una sfumatura incolore della voce, ad una prima occhiata si poteva intravedere la veste tipicamente da notte che indossava, mentre il nastro dal motivo a nuvola incorniciava ancora la sua fronte, sempre perfetto come le ciocche d’ebano scuro a contornare il viso.

<< Ah Lan Zhan! Siamo tornati da poco. Zewu-jun è dal Maestro Lan. >>

La voce di Wei Ying era calma anche se con una punta di vivacità che lo caratterizzava sempre. E mentre parlava entrò dentro la camera chiudendosi la porta alle spalle con un rumore inevitabile, un qualcosa che risultò sgradito all’ascolto se confrontato con la silenziosità del luogo in cui si trovavano.

<< Stai bene? >>

<< Sto bene, benissimo. Una meraviglia. Ti volevo vedere… vedere e parlare, si. Ecco, ti volevo parlare! >>

L’espressione di Lan Wangji si tinse di pura e semplice perplessione. Non potè fare a meno di avvicinarsi con semplice ed eleganti falcate al corpo del minore, allungando il braccio per sfiorare con un semplice tocco della mano la sua guancia.

<< Niente febbre. >>

<< Ti ho detto che mi sento bene. Poi mi spiegherai come fai ad essere sempre così fresco. >>

<< Hm. >>

Lan Wangji non era tanto convinto del suo straparlare, ma in cuor suo era felice di averlo qui con se. Aveva passato questi giorni interminabili nella flebile speranza non gli accadesse niente, ed effettivamente era proprio così. Si allontanò di qualche passo, e con un movimento veloce del braccio gli indicò il tavolino basso di legno scuro posto al centro della stanza, un modo per dire a Wei Ying di andare ad accomodarsi lì. Un invito che, il giovane cultore della Setta Lan, accolse di buon grado non potendo fare a meno di guardarsi intorno mentre si incamminava. Le volte in cui era stato all’interno del jingshi della Seconda Giada si potevano contare sulle dita di mezza mano. Ricordava benissimo la sera in cui entrambi avevano sei anni, e Wei Ying era rimasto buona parte della sera ad aspettare il ritorno di Lan Wangji dall’animo a terra e che aveva cercato di risollevare giocando con lui a palle di neve. Quella fu la prima volta che entrò all’interno della stanza del più grande in quanto, entrambi, avevano bisogno di asciugarsi in seguito al lungo gioco che si era protratto per non si sa quanto tempo. Lan Zhan gli prestò temporaneamente una delle sue vesti, non voleva che si ammalasse. Anche allora profumava di sandalo.

<< Ecco… probabilmente dovrò riprendere il mio posto nella classe delle letture, domani. Quindi ho pensato di venire da te ad essere aggiornato. >>

Non era questo il motivo primario che lo aveva spinto all’interno della stanza di Lan Wangji, voleva dirgli tante cose… complimentarsi con lui per la forza con cui riusciva a utilizzare il dao, riferirgli delle chiacchierate interessanti che si era fatto insieme a Meng Yao e di come era stato il soggiorno a Qinghe. Per le letture poteva anche passare da Jiang Cheng e nessuno se ne sarebbe accorto. Probabilmente anche Wei Ying soffriva di una strana forma d’ansia per cui non poteva fare a meno di dire la prima cosa che gli passava per la testa senza cognizione di causa. Perfino la luce negli occhi di giada di Lan Zhan era diversa, come se nemmeno lui si aspettasse un’uscita del genere da parte dell’altro. Eppure, con la sua solita voce monocorde, cominciò a spiegargli tutto quello che c’era da sapere in merito, nozioni che il più piccolo conosceva già alla perfezione. Ma lui doveva solo offrirgli un aggancio per non partire impreparato il giorno dopo, anche perché sicuramente Lan Qiren non lo avrebbe risparmiato consapevole di tutti i giorni passati lontani.

<< Vuoi del tè? >>

Chiese Lan Wangji nel momento in cui si alzò per andare a posare una delle pergamene nel posto dove era solito riporle. L’aveva presa come esempio per spiegare all’altro quanto avessero fatto in quei giorni, appunti vecchi ma sempre attuali ogni volta che c’erano le letture di mezzo. Eppure, da Wei Ying non ottenne alcuna risposta.

<< Wei Ying? >>

La voce di Lan Zhan riempì l’ambiente, una sfumatura di preoccupazione per non aver ricevuto alcuna parola da parte del più piccolo. Ma, quando si voltò, lo notò con gli occhi chiusi, col petto che si alzava e si abbassa nella tipica ritmicità del sonno. Si era addormentato… Wei Wuxian si era addormentato in camera sua! Probabilmente il viaggio era stato più lungo e stancante del solito e il parlare delle lezioni non lo aveva aiutato a rimanere sveglio. Aveva davvero questa capacità di addormentarsi nel giro di pochi secondi di distrazione? Lan Wangji sospirò in modo lieve, e si avvicinò al più piccolo inginocchiandosi al suo fianco, scuotendolo con dolcezza come se volesse favorire il suo risveglio.

<< Wei Ying… svegliati. >>

Mormorò in modo tenue, ma l’unica cosa che ottenne fu la testa del compagno scivolare verso la sua spalla, un qualcosa che irrigidì abbastanza Lan Wangji. Dopo quanto successo all’interno della sorgente fredda non era più abituato ad averlo vicino, e la cosa gli provocò una strana sensazione addosso oltre che, ovviamente, un tuffo al cuore. Poteva sentire distintamente il peso del respiro di Wei Wuxian contro il suo collo, un qualcosa che desiderava da anni ma che non pensava poter mai vedere realizzarsi. Eppure sapeva che l’altro non aveva il controllo delle sue azioni nel sonno, specialmente quando si ritrovò a stringere una parte della sua candida veste, come una coperta che non voleva più lasciar via. A Lan Zhan mancò un respiro, abbassò il capo per poggiare le sue labbra sul nastro frontale dell’altro. Quel capo era importante per gli appartenenti al loro Clan, pregno di un significato profondo, eppure Lan Wangji lo sfiorò lo stesso, un modo come un altro per sentire quel ragazzo già suo.

<< Cosa devo fare con te? >>

Mormorò morbido, candido come di neve che attecchisce al suolo. Non poteva lasciarlo dormire sul pavimento perciò, lo prese delicatamente in braccio, avvicinandosi al letto per poggiarlo lì facendo attenzione a non fare movimenti bruschi per non svegliarlo. Le mani di Wei Ying erano ancora strette alla sua veste e questo non gli diede altra scelta di sdraiarsi, a sua volta, nel letto insieme a lui. Era un contatto più intimo di quanto si sarebbe aspettato di ricevere da quando il suo cuore aveva capito di essere innamorato. Domani sarebbe sorto un altro problema, come far uscire il minore senza che qualcuno lo vedesse. Come spiegarlo allo zio se qualcuno dei discepoli li avesse trovati insieme nello stesso letto per sbaglio.

Eppure, Lan Zhan, affidò questi pensieri alla notte. Alle prime luci dell’alba avrebbe trovato una soluzione, ma non adesso.
Adesso c’era solo Wei Ying.




Angolo Autrice:
Uuuu finalmente eccolo qui, l'aggiornamento. Un altro lungo capitolo, e spero proprio di non annoiare, in caso proverò a diminuire il numero di caratteri xD
Qui ho voluto ambientare metà capitolo a Qinghe, giusto per avere una sorta di conclusione sensata del precedente, e metà a Gusu.
Mi è piaciuto decisamente molto giocare con la parentesi XiYao (almeno qui riesco a genstire le cose da un punto di vista felice rispetto alle mie drabble piene di drama x°°) e niente, li adoro ** e spero sia stata una cosa di vostro gradimento.
Tornando a Gusu invece...che ve lo dico a fare? La WangXian sta facendo un passo avanti, e la cosa mi rende essenzialmente contenta <3 Se mi immagino Wei Ying che dorme con la testa poggiata sopra la spalla di Lan Zhan io strillo male, malissimo.
Avete notato? Ho inserito anche un breve riferimento al capitolo 4, la battaglia a palle di neve che aveva chiuso il tutto. Sono consapevole di aver dedicato solo pochi capitoli all'infanzia dei nostri protagonisti per questo, se si presenta la possibilità, ho intenzione di implemetare qualche avvenimento con la tecnica ricordi/flashback. Alla fine non mi dispiace come è uscito, non è stata un'aggiunta forzata e si è sposata bene con il resto della narrazione (e per una volta me lo dico da sola x°°)
E niente...spero che il capitolo vi sia piaciuto. Al prossimo aggiornamento <3
   
 
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