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Autore: DarkLady1995    17/09/2019    0 recensioni
Saphira ormai adulta ripercorre la sua vita chiedendosi se non avesse mai incontrato "Lui" cosa ne sarebbe stato di lei. La sua vita sarebbe stata comunque normale?
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

<< Piacere mio,Saphira >> dissi con un sorriso ebete stampato in faccia 
<< So chi sei, mio padre mi ha mandato a vedere come stavi.  >> confessò lui. Io mi irrigidì e indietreggiai,quell' angelo figlio di quello psicopatico del mio professore...<< Posso entrare? >> chiese in modo dolce ed io incantata dal suo sguardo penetrante acconsentì. Lo guidai fino al salotto dove lui si sedette sul divano e posò nuovamente quel suo sguardo su di me.
<< Mio padre ha sbagliato a dirti chi eri,dovevi scoprirlo da sola. Sai a quelli come te i poteri si svegliano verso i tredici/quattordici anni, e se la memoria non mi inganna tu ne hai tredici compiuti da poco vero? >> iniziò a parlare e quella voce così calma e ferma mi mandava in estasi
<< Si, li ho compiuti il mese scorso. >>
<< Bene allora possiamo iniziare ad addestrarti. >>
<< Cosa?!? Non capisco... Cosa dovrei fare? >>
<< Dovrai far pratica per poter accrescere il tuo potere , e credimi tu sei molto più forte di quanto credi. >>
Prese un pugnale e lo appoggiò sulle sue gambe per poi dire

 << Fallo levitare >> 
"di certo è pazzo come suo padre" pensai.
<< Concentrati ! >> disse in tono fermo, feci come suggerito e all'improvviso quell'oggetto iniziò a fluttuare nell'aria, non potevo crederci era opera mia. Quando guardai Jace il pugnale cadde nuovamente sulle gambe del ragazzo. 
<< Brava ! È la prima volta che vedo una "novellina" riuscirci al primo tentativo. >>
<< Perché non mi parli un po di te? >> dissi senza riflettere
<< Non c'è nulla da sapere su di me, ho diciannove anni, vivo con mio padre e sono un cacciatore. >> disse quell' angelo dalla voce paradisiaca
<< Da quando sei un cacciatore? >> chiesi molto curiosa
<< Da quando mia madre è morta, avevo circa nove anni , un demone l'ha prosciugata di tutta l'energia vitale, mio padre la trovò in bagno, nella vasca immersa nel suo stesso sangue. >> mentre pronunciava quelle parole notai il dolore nei suoi occhi e mi scese una lacrima... Ero triste ma non sapevo il perché.
<< Non piangere, quel demone non avrà vita lunga, lo troverò e lo ucciderò, lo farò soffrire proprio come ha sofferto mia madre. >>
Il suo cellulare squillò ma lui non rispose, squillò ancora e ancora e soltanto la quarta volta rispose.
<< Pronto?... Si sono con lei... No... Papà non farlo è un suicidio , papà ascoltami addestriamola e poi penseremo al demone... Papà... >> terminò la telefonata e si alzò in piedi 
<< Scusa ma devo andare >>
<< È successo qualcosa? >>
<< Non vorrei turbarti , fidati di me. >> dicendo ciò uscì da cada mia. 

Passarono tre settimane dal mio strano incontro con l'angelo dai capelli corvini, non feci altro che pensare ai suoi occhi, ormai mi avevano rapita. A scuola il signor Carther non si faceva più vedere ed io ero l'unica a sapere il perché, ovviamente alla scuola era arrivata una mail mettendoli al corrente di un' urgenza familiare per questo non si sarebbe presentato. Passò un altro mese e la scuola era finita, di li a poco sarei diventata una liceale e non volevo più pensare a quegli incontri strani con padre e figlio.
<< Saphira scendi c'è un tuo amico che ti cerca! >> la voce di mia madre riporta alla realtà, scesi a malavoglia le scale e quando intravidi una chioma corvina il mio cuore mancò un battito e un sorriso ebete si stampò sul mio viso.
<< Jace che ci fai qui?! >> dissi quasi urlando
<< Devo parlarti, facciamo una passeggiata? >>
<< Si certo. >> risposi prendendo un cardigan e ci incamminammo verso il parco. Notai che lo sguardo del "mio" angelo era preoccupato, così mi feci coraggio e finalmente gli parlai
<< Jace è forse successo qualcosa? >> 
<< Mio padre è scomparso e l'unica cosa che mi ha lasciato è un foglio con su scritto "Occhi Viola"... Sei disposta a venire con me? >> 
<< Dove esattamente? >> chiesi perplessa
<< A New York... >> disse senza pensarci due volte << ...dirai ai tuoi che andremo a New York per un gita con i tuoi amici e che con voi ci sarà un adulto. >> continuò lui, lo guardai per un istante poi gli dissi che sarei andato con lui. Dopo aver detto questa piccola bugia alla mia famiglia saltammo in macchina e rimasi stupita dalla bellezza di quell'auto, un auto d'epoca, una "Chevrolet Impala" del 67'. Ci impiegammo circa dieci ore ad arrivare nella grande mela, quando arrivammo era notte fonda e accostammo fuori una casa, Jace scese dall'auto e mi fece segno di uscire con la testa. Il mio angelo cercò di forzare la serratura della porta d'ingresso e ci riuscì, entrammo e iniziammo a cercare non so cosa. Poi dietro di me comparve un ragazzo con una mazza da baseball in mano e cercò di colpirmi, io provai ad utilizzare il mio potere e in un'istante la mazza finì tra le mie mani, successivamente arrivò Jace che scaraventò il ragazzo KO, chinandosi verso di lui disse 
<< Ciao Fratello! >>

   
 
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