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Autore: ghostmaker    17/09/2019    1 recensioni
La Grande Guerra è stata vinta dall'esercito del Regno di Tera, ma è davvero iniziato un nuovo periodo di pace? Tradimenti, amori, inganni e tragedie scuotono le famiglie reali e la loro risoluzione chiarirà se è davvero giunto il momento di essere in pace con tutti. Ma la fine di una guerra, spesso, porta con sé anche il desiderio della vendetta!
[Storia partecipante alla challenge “Pagine di una storia infinita” indetta da molang sul forum di EFP]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Imperatore dei Cinque Regni'
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Il piccolo Ten chiude il terzo tomo che scompare lasciando sul tavolo soltanto il quarto, ma adesso, come ogni giorno, deve dedicare parte del suo tempo per la cura di Agisto: dargli da mangiare, pulire la gabbietta e cercare di convincerlo a parlare. Raggiunge la sala dove dimora il corvo, toglie il telo che copre la gabbietta e lentamente apre la molla. Il ragazzino attende qualche mossa da parte del corvo, ma la bestiola rimane immobile senza volare via o beccargli qualche dito.
«Agisto, stai bene?» chiede Ten preoccupato, ma il corvo non risponde, non lo prende neanche in giro con la solita cantilena.
«Vado a chiamare il maestro» dice sempre più preoccupato ma, appena si volta, il corvo gli parla in modo chiaro: «Siediti sulla poltrona.»
Il bambino accetta l’invito senza fare domande mentre il corvo, sbattute un poco le ali, mangia la sua frutta e poi lo guarda intensamente dicendo: «Leggendo i libri hai mai provato la sensazione di aver vissuto in quel tempo?»
La domanda coglie di sorpresa Ten che ha sempre immaginato di essere partecipe degli eventi. «Sì, però è la mia fantasia» dice arrossendo.
«Sicuramente è la tua fantasia, tu non c’eri, lo so bene. Ma li stai leggendo e questo lo può fare soltanto qualcuno che è stato a contatto con loro.»
«Chi sono questi “loro”? Perché usano una scrittura che non conosce nessuno? E perché io sono capace di leggere?»
Agisto gracchia forsennato poi esclama: «Il vecchio mi aveva detto che sei un pozzo inesauribile di domande!»
Ten, forse, capisce che incalzare con i suoi quesiti il corvo non è la mossa giusta. «Sono curioso e mi lascio trasportare, perdona i miei modi.»
«La curiosità è giusta, la brama di sapere invece porta alla rovina. Devi imparare che ci sono dei momenti giusti per chiedere qualcosa. Pensa alla scuola; stai imparando le nozioni principali delle varie materie e andando avanti con gli studi saranno sempre più approfondite. Non ti stanno tenendo all’oscuro di qualcosa ma non posso spiegarti cose che non sei in grado di capire senza progredire nella tua formazione. La mente è in grado di fare cose eccezionali ma deve svilupparsi, da neonato ad anziano, le cellule “imparano” cose sempre più grandi.»
Ten ha ascoltato attentamente e chiede: «Quindi non sei tu che non mi vuoi parlare, ma sono io che non potrei capire senza seguire il percorso preciso creato dai dei quattro libri.»
Agisto gracchia, Ten sorride perché gli pare che il corvo sia contento, sta per fare una domanda ma il pennuto lo anticipa con: «Impiccati al pennone… impiccati al pennone.»
Un messaggio fin troppo chiaro per Ten. Il ragazzino corre verso la biblioteca e nota il vecchio maestro intendo a scrivere qualcosa su un libro che non aveva mai visto. Il bimbo aguzza la vista è riesce a vedere che sul dorso del tomo c’è la scritta “sei” e la sua prima idea è di chiedere qualcosa all’anziano, ma decide di stare in silenzio facendosi vedere dal maestro.
«Oh, sei già qui. Da quanto vedo, quel corvaccio ti ha liberato prima per darti più tempo da dedicare alla lettura. »
Il maestro chiude il tomo su cui stava scrivendo, e che sparisce subito come succede a qualsiasi testo di quella libreria, accarezza la testa di Ten ed esce dalla biblioteca mentre il ragazzino si accomoda e apre il quarto tomo.



5° capitolo – Sulle tracce della tempesta



La scalata al trono di Oak, aiutata seppur marginalmente da Metel, aveva spostato nuovamente gli equilibri del potere. Le nuove e strane alleanze tra Dwr/Tan e Apen/Metel, pur se in modo indiretto, avevano svalutato l’importanza della considerevole vittoria ottenuta dal Regno di Tera nella Grande Guerra.
La conferma più rilevante si era avuta in un Concilio dei Cinque, dove la Regina Wasa, pur avendo in mano le redini dell’Imperatore dei Cinque Regni, non era riuscita a far approvare la sua richiesta di creare un fronte comune contro pirati e contrabbandieri che avevano ripreso le loro losche attività con maggior frequenza. Nella votazione Wasa era rimasta sola trovando contrari, oltre a Dwr e Apen già suoi acerrimi nemici, anche Metel e soprattutto Tan rappresentato da Torcon. Al principe era stato permesso nuovamente di partecipare al concilio ma costretto a seguire le indicazioni di Cristalya per qualsiasi voto ci fosse da esprimere. Di fatto, con quattro regni a sfavore, l’Imperatore non aveva diritto di voto ed era diventata ininfluente la sua appartenenza a Tera. La regina Wasa, seppur contrariata, aveva accettato la sconfitta al voto perché sapeva che quelle alleanze politiche avverse non si sarebbero mai tramutate in coalizioni militari e in qualche modo era anche contenta di non aver visto approvare la sua richiesta dato che i pirati causavano danni sopratutto agli altri. Il suo grosso problema erano i contrabbandieri che avevano addirittura una baia a loro disposizione proprio a Tera; per arginarli era stata costretta a posizionare in quel luogo un distaccamento militare permanentemente privando le difese delle città di molti soldati già istruiti, in un momento storico nel quale l’apparato dell’esercito di Tera contava poche unità.


A Dwr la Regina Cristalya gongolava ancora, dopo giorni, per aver sconfitto Wasa al tavolo del Concilio con l’appoggio di tutti gli altri contro l’odiata zia mentre i tesori di Metel continuavano ad aumentare grazie al nuovo accordo commerciale siglato con Oak proprio nella giornata in cui la regina credeva fosse trionfale soltanto per lei.


Nel Regno di Apen si stava svolgendo una premiazione ufficiale. Re Oak stava promovendo di grado gli ufficiali che avevano fatto parte del complotto per destituire Wit. Il popolo era stato invitato, ma la loro reazione di favore era minima e i loro applausi erano quasi tutti orchestrati da dei soldati che intimidivano la gente prospettando punizioni per tutti quelli che dimostravano ostilità verso il nuovo regime.
Oak e Panglito, con queste premiazioni, avevano riorganizzato la marina militare: Prau era diventato ammiraglio, Menara generale e Iyo capitano, mentre l’esercito manteneva inalterate le posizioni di comando, anche se il generale Macan continuava a disapprovare le azioni del nuovo Re. Oak voleva “licenziarlo” ma Panglito lo aveva convinto a desistere perché quell’uomo, amato da tutti nell’esercito, avrebbe potuto dare inizio a un’insurrezione, una seconda guerra civile sicuramente molto più sanguinosa di quella precedente.


Conclusasi la “crisi di Apen” senza danni per il Regno di Tan, il comandante Turo aveva riallacciato quasi tutti suoi contatti: Zadora era tornata a depredare e distruggere navi di ogni regno escluso Tera; manteneva il controllo sulla Villa Reale attraverso il generale Cevalo e soprattutto poteva contattare in modo diretto il principe Torcon che era più libero di muoversi dopo il rientro nel Concilio dei Cinque.
Turo e il capitano Ruga stavano discutendo degli ultimi avvenimenti mentre passeggiavano nel cortile della caserma principale di Tan. «Per fortuna avete ricevuto i miei messaggi prima che potesse succedervi qualcosa di grave.»
«Credo che questo imprevisto sia stato anche una fortuna per noi. Ci ha mostrato che non siamo né pronti né preparati ad affrontare situazioni diverse da quelle che abbiamo progettato» rispose Ruga mostrando apertamente i suoi timori.
«Ho avuto modo di parlarne con lui proprio in questi giorni e siamo tutti d’accordo con ciò che hai detto. L’unica idea che ho avuto è quella di riunirci, magari in alto mare, per predisporre delle vie di fuga nel caso accadano degli imprevisti.»
«Anche lui?» chiese molto preoccupato Ruga.
«No, è assolutamente fuori discussione e glielo già detto» rispose perentorio Turo.
«Conoscendolo avrà protestato vivacemente, anche perché è lui a conoscerli meglio di tutti noi.»
«È vero, ma se tratto con i pirati, posso farlo anche con i contrabbandieri» disse Turo sorridendo.


La nuova giornata a Tera era stata tranquilla nonostante tutte le preoccupazioni per il risvolto negativo al Concilio: Aarde aveva continuato a evitare Haag senza mai riuscirci dato che l’ufficiale era la sua guardia del corpo e la seguiva in ogni posto si recasse, la Regina Wasa aveva discusso con il Saggio Vlek di argomenti che svariavano dalla politica ai cosmetici per signora, ma una persona importante del regno si era trovato ad affrontare un argomento spinoso. Il comandante Habber discuteva con l’ufficiale Geel da ore.
«Le fonti, come potete immaginare, sono anonime e non possiamo confermare i loro racconti. Personalmente diffido di storie raccontate da persone che le hanno solo sentite perché nel passaparola c’è sempre la tendenza a modificare gli eventi per renderla più intrigante.»
«Lo credo anch’io, anche se ultimamente sono usciti allo scoperto mostri creduti scomparsi per sempre; non è ciò che hanno aggiunto per abbellire che mi preoccupa, ma ciò che dicono della catastrofe di sette anni fa» rispose Hebber piuttosto preoccupato.
«Come dobbiamo comportarci con la nostra Regina?»
«Senza prove non possiamo tirare in ballo la questione con la Regina Wasa rischiando che sia una falsità colossale, quindi le chiedo di mantenere l’assoluto riserbo con chiunque, sia all’interno sia all’esterno del Castello, nel frattempo continui le sue ricerche e se ci saranno delle novità, anche parziali, me le comunichi e deciderò se e quando riferire tutto alla regina.»


Mentre i due militari stavano parlando, da un'altra parte del mondo l’Inquisitore aveva ricominciato a sondare la mente di Dheat già svenuto al primo tocco della mano dello stregone.
«Dimmi cosa ricordi di quel giorno di dicciasette anni fa.»



– Sette anni prima di oggi –



«Tesoro finalmente ci siamo e dobbiamo cogliere questa occasione senza lasciarci influenzare da quelle due bellissime streghette. Cristalya è dall’Imperatore a Puna per la settimana di preparazione al suo futuro diciottesimo compleanno con Willa e Torcon mentre Oceanya e gli altri bambini della sua età partecipano alla settimana di vacanza studio a Otoke. Siamo liberi! Dimmi cosa vuoi fare ed esaudirò il tuo desiderio» disse Fond, Re di Dwr, alla moglie.
«Pensavo; tu sei un marinaio ma non abbiamo mai fatto un viaggio di piacere senza avere intorno le nostre amate creaturine. Secondo te è una buona idea salpare e starcene in mare per tutta questa settimana?» rispose Ruith, Regina di Dwr, al marito.
«Aggiudicato! Chiamo subito Haranche, faccio preparare un battello e ce ne andiamo per mare noi due soli soletti.»
«Dubito che ci permetterà di andarcene da soli, è meglio se chiedi un galeone.»
«Sono il re è dovrà accettare il mio comando!» rispose con vigore Fond.

“La ragione sta nelle parole delle donne” aveva detto Ruith quando il marito era tornato alla Reggia Reale annunciando che avrebbero usato un galeone perché Haranche gli aveva vietato di viaggiare da solo.


Port Ear era in festa per l’arrivo nella piccola cittadina della coppia reale che sarebbe poi partita da lì per il viaggio in mare. L’ammiraglio Haranche aveva obbligato Fond e Ruith a farsi scortare da altre tre navi militari perché preoccupato da possibili scorribande dei pirati, e sul loro stesso galeone aveva preteso che ci fosse un militare di alto rango così la regina chiese al comandante in capo dell’esercito Leig, un nobile e amico della famiglia reale, di partecipare alla loro gita.
La festa nella cittadina era continuata per tutto il giorno dando modo a una piccola nave, partita da Tera, di raggiungere il porto per lasciare una persona importante invitata da Fond per la crociera. Era Hond, figlio della Regina Wasa di Tera nonché sorella della regina Ruith. Il ragazzo era stato il primo, tra tutti i principi, a compiere il diciottesimo compleanno perché era nato nell’ultimo mese invernale, e avendo già fatto la settimana di preparazione si era ritrovato da solo mentre i suoi coetanei stavano a Puna. Dopo mille insistenze, la madre lo aveva lasciato partire, ma non era tranquilla perché Graniette, Saggia della corte di Tera, non gli sarebbe stata accanto dato che soffriva tremendamente il mal di mare.



– Ventiquattro anni prima di oggi –



Era una delle feste più esclusive che si potessero immaginare. In un villino di campagna si festeggiava l’addio al celibato di Fond, principe ereditario di Dwr e tra gli invitati c’erano tutti e cinque i Re del mondo. Gli anziani Gush di Dwr, Platin di Metel e Rots di Tera non stavano partecipando attivamente alla festa, ormai il piacere della carne per loro era diventato un fastidioso lusso e scelsero di mettersi in un angolo appartato per bere senza ritegno. Wit, di Apen, nato nel mezzo tra i re più anziani e quelli più giovani, si spostava avanti e indietro dal gruppo dei bevitori a quello che “giocavano” con le invitate ovvero il gruppo in cui al centro dell’attenzione c’era ovviamente Fond, ma ben spalleggiato da Explodon, diventato Re di Tan pochi anni prima, e dal suo migliore amico il principe Titan di Metel.

Al termine della festa erano tutti sbronzi e i vari servitori avevano avuto il loro bel da fare per portare nelle camere re e principi cercando di non farli cadere per le scale. Fond, stravolto dai liquori, si era subito sdraiato a letto senza accorgersi che c’era una persona nella sua stanza. Una donna molto bella che lui conosceva bene, ma che vedendola all’improvviso con gli occhi ottenebrati dai liquori l’aveva scambiata per la sua futura moglie, tanto era la somiglianza.
«Ruith! Che cosa ci fai qui, non è posto per la sposa.»
Lei rispose con voce leggera e suadente: «Sono qui per prendermi l’antipasto» poi si era spogliata della veste già trasparente per coricarsi sopra al principe.
«Non possiamo, non siamo ancora sposati» disse Fond con pochissima convinzione ma quella donna non perse tempo in chiacchiere e usava la sua lingua per accendere il fuoco ancora sopito del principe.
I loro corpi si erano intrecciati in tutti i modi che mente umana poteva immaginare, la lussuria indecente li aveva travolti e non si erano mai fermati per ore. Infine, Fond si era addormentato mentre la donna, rivestitasi, era uscita dalla porta e una delle candele illuminava il suo visto mostrando chi fosse. Il volto di Wasa era un misto di emozioni diverse, gli occhi piangevano mentre si passava la lingua sulle labbra per gustare di nuovo il sapore di quel principe che poche ore più tardi avrebbe sposato sua sorella Ruith.

Fond non seppe mai che quella notte aveva avuto un rapporto sessuale con la sorella della moglie e fino al giorno della sua morte rimase convinto che quella notte aveva soltanto sognato.

Il giorno era giunto, gli invitati per le nozze esultarono al bacio tra Fond e Ruith e anche Wasa era felice per la sorella e si promise di non parlare mai di quella notte passionale con il principe di Dwr, ma già il mese successivo era cambiato tutto per lei.
Aveva scoperto di essere incinta e l’unico uomo che l’aveva posseduta era stato Fond e ciò scioglieva qualsiasi dubbio su chi fosse il padre del bimbo. Wasa, disperata, aveva affidato il suo segreto al suo grande mentore, un capitano dell’esercito di nome Hebber, suo amico fidato fin da quando era molto piccola. Bisognava trovare una soluzione prima che si scoprisse la verità che l’avrebbe estromessa dal futuro trono di Tera e l’amico le propose di sposarlo; avrebbero vissuto tranquilli e lui avrebbe curato il figlio che stava crescendo nel ventre di Wasa. Scelta coraggiosa quella di Hebber ma che non poteva funzionare per una richiesta che la madre di Wasa le aveva fatto sul letto di morte: sposarsi con un uomo proveniente dalle isole amate dal Leggendario per ricreare quel forte legame tra le popolazioni isolane e le antenate delle regine di Tera.
Wasa, negli anni, aveva ricevuto molte richieste di matrimonio e tra i vari pretendenti c’era un giovane proveniente dall’isola di Otoke, imparentato per vie traverse ai regnanti di Metel così Hebber, si fece carico di gestire tutto, Wasa offrì la sua mano a quel giovane bello e aiutante di nome Zand, ma prima di sposarlo gli raccontò quello che era accaduto in quella festa e soprattutto che stesse aspettando un figlio. Zand era innamorato di Wasa e mosso più dal cuore che dalla ragione aveva accettato di sposarla e di crescere il bimbo come se fosse suo figlio.

Hond nacque poco prima della figlia legittima di Fond, Cristalya, era cresciuto fino a diventare un giovane forte e di bell’aspetto e guidato da Hebber alla carriera militare, aveva raggiunto velocemente posizioni di rilievo, ma soprattutto sapeva di essere il figlio di un padre che lo chiamava nipote. Wasa e Zand gli avevano rivelato la sua vera discendenza, sia per onestà sia per evitare che un giorno si potesse invaghire di una delle sue sorellastre.



– Sette anni prima di oggi –



I giorni della crociera si susseguivano nella tranquillità assoluta con il mare sempre benevolo e il sole sempre splendente nonostante fosse il primo mese dell’anno nuovo. I reali viaggiavano su un galeone riccamente decorato e completo di tutti i confort sia per gli ufficiali sia per i marinai grazie alle modifiche che erano state volute, e poi progettate, proprio da Fond, esperto nella costruzione di navi oltre che qualificato come ammiraglio di flotta. Quel galeone ormai era passato da nave da guerra a barca da “passeggio” e i nobili avevano copiato lo stile facendosi fare imbarcazioni simili con la differenza che Fond utilizzava spesso la sua nave spesso mentre gli altri le avevano parcheggiate ai porti per mostrare l’opulenza dei loro tesori. E i pirati ringraziavano tanta generosità depredandole senza neanche doverle inseguire per mare.
I due coniugi reali si godevano totalmente ogni giorno che stavano passando sulla nave, lontani da impegni politici, incontri diplomatici e dalla furia delle loro bimbe, anche se Ruith non perdeva mai un attimo per parlare di loro con tutto l’equipaggio del galeone che già adoravano le belle principessine. Il giovane Hond era l’unico a rilassarsi ma senza trovare giovamento dal viaggio perché sulla nave c’erano pochissimi giovani marinati della sua età con cui chiacchierare un poco di tutto, così aveva cercato di legare fin dal primo giorno con il comandante dell’esercito di Dwr.
«Il mio mentore vi conosce bene e mi ha chiesto di portarvi i suoi saluti.»
«Sono onorato che quel brontolone si ricordi di me» rispose Leig ridacchiando.
«Non mi ha voluto dire in quale frangente vi siete conosciuti e non menziona mai le vostre sfide. Dopotutto siete degli ipotetici rivali.»
«Principe, lui ed io non siamo ipotetici, siamo proprio rivali, però non nel campo militare ma in quello femminile, il più ostico per ogni uomo da affrontare.»
Hond si era messo a ridere perché immaginava Hebber, persona burbera e ostica, mentre corteggiava una dama. Hond trovava quel pensiero esilarante.
«Non avrete raccontato qualche barzelletta sconcia al mio adorato nipotino» disse Fond avvicinandosi ai due e scatenando la risata di Leig.

Per Hond era difficile stare vicino al suo vero padre senza potergli dire la verità. Aveva accettato la sua vita, dopotutto Zand si era sempre mostrato un padre premuroso e attento ai suoi problemi, e neppure quando era nata Aarde gli aveva fatto mancare il suo affetto paterno, però sentiva il bisogno di liberarsi del peso di quella colpa non sua e la tentazione di rivelare il segreto era sempre più grande.

«Vieni con me giovanotto, voglio farti vedere una cosa interessante» disse Fond trascinando Hond con sé. «Vedi quella donna?» aggiunse indicando una marinaia giovane e carina. Lei ha una ventina d’anni e secondo me se ci parli un poco, anche di cose da militare, cade ai tuoi piedi.»
«Zio,» rispose Hond mordendosi la lingua, «non sto cercando giovani fanciulle per trastullarmi!»
Fond rise e disse una cosa che per il ragazzo aveva un sapore amarissimo perché era una realtà alla quale cercava disperatamente di sfuggire: «Lo so che ti piace Cristalya, si vede da come la guardi. Non è un reato innamorarsi della propria cugina però è meglio puntare altre ragazze per il bene di tutti.»
Fond non poteva capire quanto i sentimenti di Hond fossero scombussolati ogni volta che si avvicinava alla sua sorellastra e dicendogli, con tono gentile, di stare alla larga da lei, era come dargli un ulteriore pugno nello stomaco. Hond, infatti, nonostante tutti gli avvertimenti di sua madre, si era davvero innamorato di Cristalya e la ragazza sembra ricambiare tale affetto, anche se tra i due non c’erano mai stati momenti che si potessero avvicinare a un corteggiamento.
«Zio, ma che cosa dici? Voglio bene a lei e alla piccola Oceanya come fossero mie sorelle» rispose Hond mentendo però senza mentire.
«E allora forza, va da quella giovane, circuiscila come un vero principe e porta a casa di Wasa una decina di nipotini» disse Fond facendo una grassa risata che aveva attirato anche l’attenzione della moglie.
Ruith sembrava sempre in possesso di un sesto senso e vedendo quei due ragazzacci vicini mentre guardavano le forme aggraziate di una giovane marinaia, disse con tono austero ma dal sorriso divertito: «Siete due persone indecenti! Tu poi, sei pure mio marito, vieni via da lì e lascia che Hond faccia da sé queste cose!»
Fond disse all’orecchio di Hond: «Hai visto? Pure la zia, anche con i suoi modi, ti ha detto di assaltare la giovane pulzella.»
Risero insieme e Hond sentiva forte il senso di appartenenza a quell’uomo che doveva chiamare zio invece che padre.

Erano in viaggio da cinque giorni: prima nel Mare dell’Est, poi si erano diretti nel Mare del Nord, circumnavigato l’isola di Otoke e ritornati a Est per raggiungere prima l’isola di Puna e da lì avrebbero concluso il viaggio rientrando a Port Ear. Avevano superato da poco le barriere del Ponte Nord/Est e il tempo stava cambiando velocemente; il bel sole che li aveva accompagnati fino a quel momento era scomparso dietro a nuvole nere come il carbone, i venti si erano alzati prepotentemente e le vele delle quattro navi reggevano a fatica le raffiche fredde che si abbattevano furiose sulle imbarcazioni. Il capitano del galeone non aveva mai visto un cambiamento climatico così repentino in tutta la sua vita e aveva deciso di cambiare rotta per raggiungere uno dei porti secondari di Dwr. Ruith era rimasta nel suo alloggio mentre Fond, Leig e Hond aiutavano i marinai a gestire il galeone mentre le onde lo sballottavano senza sosta; un lavoro improbo per la qualità eccezionale di quella tempesta che stava portando tutto l’equipaggio nelle fauci di un nuovo terrificante nemico: un ciclone marino.
Il vortice d’aria stava trascinando a sé l’acqua del mare ingrossandosi ogni secondo di più, le onde si erano alzate ad altezze mai viste e le navi riuscivano a malapena a tenersi a galla senza rovesciarsi, Hond, bloccandosi con una corda a uno degli alberi del galeone guardava insistentemente nell’occhio del ciclone e aveva gridato senza che nessuno potesse sentirlo: «C’è qualcuno là dentro che lo sta manovrando!»



– Oggi –



Hebber stava continuando a leggere il rapporto che gli aveva consegnato l’ufficiale Geel.
Era un’ombra con fattezze umane, non era uno dei mostri del Mito perché in nessun racconto si era narrato di una bestia con tale potere. Egli agitava le mani facendo roteare il ciclone sempre più velocemente e questa mortale forza della natura, controllata come un pupazzo, prese in sé le quattro navi sollevandole dall’acqua fino a due metri d’altezza per poi farle ricadere in mare. E se tale caduta non le aveva distrutte, istanti dopo sopraggiunse un’onda alta cinque metri che travolse quella piccola flotta per poi trascinarla sul fondo del Mare dell’Est cancellando ogni traccia di Re Fond, della moglie Ruith e di Hond, quel figlio che il re non sapeva di avere. Il ciclone si spense improvviso così com’era apparso, ma nel cielo, ancora oscurato dalle nuvole cariche di fulmini e grandine, fluttuava quell’ombra oscura dalle cui viscere era uscita una risata tanto malvagia che neppure i mostri marini avrebbero potuto replicare.

Hebber, finito di leggere e pensieroso, si era appoggiato alla sedia. Solo due persone ancora in vita conoscevano i segreti che erano stati raccontati a Geel dai vari informatori: la regina e lui stesso. Era impossibile pensare che ci fosse una persona ancora viva che conoscesse sia l’identità del vero padre del giovane Hond sia cosa fosse accaduto durante la tempesta così, il comandante aveva preso in esame il passaggio in cui si menzionava l’ombra oscura con fattezze umane. Hebber era certo che fosse creato dalla fervida immaginazione dei narratori, però stava iniziando a pensare, seppur con poca convinzione, che dietro al disastro ci fosse qualche mago che avesse creato il terribile ciclone utilizzando una magia con l’elemento “aria”. Fatta questa congettura, Hebber si domandava quale Saggio fosse così vicino a lui da conoscere la storia di Hond e l’unica che poteva aver intuito qualcosa, era Graniette, ma della donna si fidava ciecamente per tre motivi: dopo la morte del ragazzo stava impazzendo dal dolore, durante la guerra si era immolata per espiare alla sua assenza in quella gita in nave, ma soprattutto perché l’elemento della Saggia era il “fuoco”. Era inutile fare supposizioni così Hebber aveva deciso di convocare gli informatori di Geel, anche con la forza se fosse stato necessario, per interrogarli personalmente.


Nella grotta misteriosa l’Inquisitore era furibondo e stava gridando verso Dheat, ancora svenuto. «È inconcepibile come a una mia domanda tu possa rispondere raccontandomi storie che già conosco. Quelli sono tutti morti! Di Lei invece si sono perse le tracce e devo sapere se vive nascosta da qualche parte, oppure è morta e sepolta!»

§   §   §

Era una delle notti più scure della stagione con la luna e le stelle nascoste dalle nuvole, ma in mezzo al Mare dell’Ovest alcune luci di candele illuminavano parti di una nave di pescatori ferma in alto mare. All’interno di una cabina si stava svolgendo una riunione segreta fra tre gruppi di persone così diverse da non poter credere ai propri occhi nel vederli seduti tutti insieme a un tavolo. Ogni gruppo era composto di tre persone: Turo era stato accompagnato da Cevalo e Ruga; Zedora da Kuzni ed Elonosia e infine il trio di contrabbandieri, una donna e due uomini, dei quali si sarebbero conosciuti i nomi soltanto nella riunione.
«La crisi di Apen ci ha mostrato che dobbiamo preparare tutto nei minimi dettagli confrontandoci in modo diretto perché l’ausilio dei soli messaggi volanti non ci protegge da eventi indipendenti» aveva esordito Turo.
Satulana, la donna dei contrabbandieri, disse piuttosto seccamente senza ascoltare le parole di Turo: «Io ti conosco solo per nome, il nostro referente in passato è stato il principe Torcon e gli abbiamo dimostrato di essere efficienti facendogli avere gli archibugi per la battaglia al Confine Nord. La sua assenza può significare che sia fuori da quest’affare, e allora che noi ci tiriamo indietro.»
«Sapete benissimo che il principe ha le mani legate e una spada che penzola sul suo collo e che non ha possibilità di parlare con nessuno di voi.»
Turo si aspettava quest’aggressione verbale e mentre rispondeva, aveva passato alla donna un foglietto.
Satulana dopo averlo letto e fatto controllare ai suoi compari, aveva messo il pezzo di carta sulla fiamma di una delle candele per bruciarlo completamente.
«Ebbene, continuate con il vostro discorso signor comandante» disse Satulana molto più rilassata.
«Per prima cosa dobbiamo reperire informazioni più dettagliate, muovere delle spie su tutti i territori, cosa che personalmente ho già iniziato a fare, poi dobbiamo decidere un giorno preciso e definitivo, ma per farlo dobbiamo essere preparati a modificare le nostre mosse in ogni momento perché quando avremo indicato quella data procederemo qualsiasi cosa accada intorno a noi.»
«Esatto, è ciò che pensavo dopo essere scampata alla battaglia delle isolette e soprattutto al Leviatano» disse Zedora confermando anche con il movimento della testa.
«Anche noi ce la siamo vista brutta. Eravamo appena approdati a Ngahuru quando si sono dati battaglia» disse Jimo, uno dei contrabbandieri.
«Come potete notare siamo già tutti d’accordo che sia necessario coordinare i nostri movimenti» confermava Turo mentre tirava fuori dalla tasca il suo taccuino. «Qui sopra ho scritto e disegnato tutto ciò che dobbiamo sapere, il momento in cui farlo e le possibili varianti.»
Il terzo contrabbandiere, Rasi, chiese: «E se non ci fosse la via di fuga che avete redatto?»
«Ovviamente non so predire il futuro, però ho preparato più di una soluzione e se ciò non funzionasse immagino che voi, come Capitan Blood o me, sarete in grado di trovare l’alternativa giusta. Dopotutto contrabbandare vi pone davanti a rischi che non si possono calcolare con matematica sicurezza.»
«Naturalmente» rispose Satulana facendo una strana espressione verso qualcuno del gruppo di Capitan Blood.
Zedora, notato quel particolare sguardo, si era girata subito verso Elonosia e aveva visto il viso della ragazza arrossito e compiaciuto.
«Ehi bellezza,» disse Zedora a Satulana «tieni a freno le tue voglie, quella ragazzina è solo mia!»
«Signore vi prego, non fatevi irretire da gelosie che adesso non contano» disse Ruga sorridendo.
Era bastato uno sguardo fuori luogo per mettere immediatamente uno contro l’altro e Turo aveva faticato per riportare la calma in quello sconclusionato gruppo di alleati.
«Signore e signori, ecco a voi la vostra parte» disse il comandante strappando le pagine del taccuino in tre blocchi. «Su quei fogli c’è tutto tranne la data precisa che vi comunicherò dopo aver riunito le informazioni che raccoglieremo tutti dalle nostre spie.»

Finita la riunione segreta, i tre gruppi si erano separati e in ognuno le reazioni erano state diverse. Sul peschereccio i tre di Tan discutevano ancora se fosse davvero necessaria l’alleanza con gli altri gruppi, sulla nave pirata Zedora sfogava la sua gelosia su Elonosia nel modo più piacevole che conosceva, mentre sull’imbarcazione dei contrabbandieri i tre stavano festeggiando con altre due persone.
«Avevo paura che volesse stracciare il contratto» disse Satulana mentre beveva del rum.
«Hanno modificato qualcosa o il piano è sempre lo stesso?» chiese uno dei nuovi.
«No Lovi, il loro problema è lo stesso di cui parlavamo con il capo» disse Rasi versando altro rum nei bicchieri di tutti.
«Perfetto, allora mando il piccione?» chiese il quinto uomo già in piedi e pronto a mandare un messaggio al loro capo.
«Sì Toxotis, il resto dobbiamo comunicarlo a voce perché se no alla zampa del piccione devi mettere una scatola per portare un foglio intero» disse ridendo Jimo.
«Ah Toxotis, ho scoperto che sulla nave dei pirati c’è una del tuo paese. Mi pare si chiami Elonoisa. Bella ragazza, da farci un giro!» disse Satulana.
«Te lo sconsiglio amica mia, quella porta guai.»
«La conosci?» chiede sorpresa Satulana.
«Oh sì che la conosco. Quella è sgualdrina è mia sorella.»


La notte più buia senza la luna e le stelle, ma ad Apen l’oscurità aveva lasciato il posto al colore grigiastro della densa nebbia che si era posata sull’intero regno. La principessa Willa aveva sognato il suo amato e il desiderio che provava l’aveva accaldata al punto da decidere di spogliarsi completamente mentre stava ancora dormendo, poi, nel suo stato semicosciente, si era sentita osservata e oppressa che i suoi occhi si erano aperti. Appoggiati i piedi per terra, prese una candela e accendendola aveva visto riflesso sul vetro della finestra il viso di un uomo, In preda al panico si era voltata di scatto.
«Che cosa ci fai nella mia camera?» chiese a suo fratello, il Re Oak, mentre dalla vergogna si tirava addosso un lenzuolo per coprire la nudità.
«Niente, volevo solo guardarti e starti vicino, passare dei momenti felici insieme a te come succedeva quando ero piccolo. Tu eri l’unica persona che mi consolava e mi donava amore e felicità.»
«Non sei più un bambino, ora sei un adulto e non puoi intrufolarti nella mia camera senza chiedere il permesso.»
«Lo sai che non mi ero mai accorto di quanto fosse ben proporzionato il tuo fisico? Sei davvero bella!» disse Oak senza ascoltare le parole di Willa. «In effetti non sapevo neppure che tu fossi capace di muovere così delicatamente le dita nelle parti più intime e nascoste del tuo corpo. Sono veramente sorpreso.»
«Stai vaneggiando Oak, esci subito dalla…»
«Re Oak!» aveva urlato il ragazzo interrompendo la sorella. «Ricordati di usare le parole giuste quando vuoi parlare con me senza essere interpellata!»
Willa, per lo spaventoso urlo del fratello, si era accasciata nell’angolo della stanza e con voce tremolante disse: «Sei impazzito, hai perso la testa.»
«Impazzito? No cara sorella, finalmente sono davvero io, ho spalancato gli occhi che prima erano aperti, ma senza luce, adesso vedo chiaramente tutto. Fino a ieri ho continuato a pensare esclusivamente al benessere degli altri senza mai regalarmi un sogno da realizzare. Oggi sono libero di esprimere un desiderio e capace di farlo avverare, ho la determinazione per acquisire il potere con le mie mani e non attraverso gli avanzi che mi erano lasciati, per mio solo tornaconto mi godo la ricchezza della nostra casata utilizzandola per i miei piaceri, infine scelgo le donne che voglio e con un gesto le prendo. Era già tutti lì, ma l’arroganza di nostro padre non mi permetteva di cogliere ciò che sarebbe stato ugualmente mio.»
Oak, mentre parlava, si era avvicinato sempre di più a Willa fino ad accarezzarle il viso e lei, seppur intimorita, chiese: «Che cosa vuoi farmi?»
«Mia adorata Willa, proprio niente. Voglio farti sapere che tu sei la donna che amo più al mondo e come Re, e fratello, m’impegnerò per fare in modo che anche i tuoi desideri si avverino. Voglio vederti sorridere come quando eri giovanissima e innamorata, voglio ballare di nuovo con te in mezzo a sale gremite di persone che ci applaudono. Nostro padre ti ha tolto qualsiasi possibilità di accrescere il tuo talento soltanto perché sei nata femmina, io invece voglio che tu sia veramente una principessa di Apen e non solo la sorella del re.»
Le parole di Oak promettevano delizie per il futuro ma i suoi occhi garantivano afflizioni per il presente. Willa continuava a tremare, sperava che il giovane fratello decidesse di lasciare la stanza e il suo respiro, dapprima affannoso, stava riprendendo il giusto ritmo quando Oak, aperta la porta per uscire, disse mantenendosi di spalle: «Avrai tutto ciò che vuoi, ma fai molta attenzione perché il perdono non è più contemplato, il dissenso è tradimento e il rifiuto è una sentenza.»










CAST
Anziano Maestro – Insegnante della scuola imperiale e narratore della storia
Ten – Il bambino che legge sui libri i racconti di questa storia
Atua Primo del suo nome – Leggendario primo Imperatore dei Cinque Regni [deceduto]
Kwakhala – Regina dei mostri marini
Atua CCXV (vero nome Ukwu)  – Imperatore dei Cinque Regni [deceduto]
Atua CCXVI (vero nome Wijs) – Nuovo Imperatore dei Cinque Regni, ex Saggio di corte della Regina Wasa di Tera.
L’Inquisitore – identità sconosciuta
- Regno di Apen
Wit – Re di Apen [destituito nella Guerra Civile]
Pine – consorte del Re di Apen [destituita nella Guerra Civile]
Willa – principessa di Apen [diventa principe ereditaria  dopo la Guerra Civile]
Oak – principe ereditario di Apen [nuovo Re di Apen dopo la Guerra Civile]
Wicaksana – Saggia reale di Apen
Panglito – comandante in capo dell’esercito
Miral – ammiraglio della marina [deceduto nella battaglia navale della Guerra Civile]
Prau – ammiraglio [nuova nomina dopo la Guerra Civile]
Macan e Terwelu – generali dell’esercito
Catur e Jaran – capitani dell’esercito
Menara – generale della marina [nuova nomina dopo la Guerra Civile]
Ijo – capitano della marina [nuova nomina dopo la Guerra Civile]
Altri: Kayu, Gedhe (ufficiale dell’esercito)
- Regno di Dwr
Fond – Re di Dwr [deceduto in un incidente in mare]
Ruith – Regina di Dwr [deceduta in un incidente in mare]
Cristalya – Regina di Dwr
Oceanya – sorella e principessa ereditaria di Dwr, comandante in capo dell’esercito
Dheat – Saggio di Dwr [prigioniero dell’Inquisitore]
Glic – Saggio reale di Dwr
Haranche – Ammiraglio della marina
Fharsa e Each – generale dell’esercito
Foeil – capitani dell’esercito
Dubh – capitano dell’esercito [neo promosso]
Tarley – generale della marina
Luchag – capitano della marina
Altri: Eas (ufficiale dell’esercito neo promossa), Geodha (soldato dell’esercito) Gush (Re e padre di Fond) [deceduto per anzianità]
- Regno di Metel
Titan – Re di Metel e comandante in capo dell’esercito
Metelo – principe ereditario di Metel
Ohlaka – Saggia reale di Metel
Meirge – generale dell’esercito neo promossa
Capall, Tyred, Gwyn (neopromossa) – capitani dell’esercito
Lyngesydd – ammiraglio della marina
Moncai e Ceilog – generali della marina
Altri: Copar (soldato dell’esercito), Platin (Re e padre di Titan) [deceduto per anzianità]
- Regno di Tan
Explodon – Re di Tan [deceduto nella battaglia sull’Isola Ngahuru]
Bruligida – Regina in pectore di Tan
Torcon – principe ereditario (gli è stato imposto di lasciare il comando dell’esercito)
Fajro – principe di Tan
Saga – Saggio reale di Tan [deceduto] (posto vacante)
Turo – comandante in capo dell’esercito – (nuova nomina, ex generale marina)
Standarto, Serpe (neopromosso), Cevalo (neopromosso) – generali dell’esercito
Cindroj (neopromosso), Ruga (neopromosso) – capitani dell’esercito
Altri: Flame (ancella della regina), Matco (soldato esercito)
- Regno di Tera
Zand – Re di Tera [deceduto per intossicazione alimentare]
Wasa – Regina di Tera
Aarde – principessa ereditaria di Tera
Hond – principe (illegittimo) di Tera [deceduto]
Vlek – Saggio reale di Tera (nuova nomina dopo che Wijs è diventato Imperatore)
Hebber – comandante in capo dell’esercito
Buffel e Draak – generali dell’esercito
Paard – capitano dell’esercito
Raal – ammiraglio della marina
Geit – generale della marina
Mijin e Vaandrig – capitani della marina
Altri: Geel e Haag (ufficiali dell’esercito) Rots (Re e padre di Wasa) [deceduto per anzianità]

- Mercenari
Kokiaka – Capo dei mercenari
Rak (spia in contatto con la regina Cristalya), Fiskabur, Eya, Tepanje (quattro dei nove personaggi in nero che hanno colpito Explodon), Kaia, Kumari, Makara – capitani dei mercenari [7 di 12]

- Contrabbandieri
Il capo (solo nominato)
Satulana, Jimo, Rasi, Toxotis, Lovi

- Pirati
Zedora (Capitan Blood) – capitano dei pirati
Polegada (timoniere), Mynegai (vedetta), Lautele (cartografo), Kruzni (tutto fare), Malicek (addetto ai cannoni)
Elonosia – prigioniera dei pirati (nuova pirata?)

- Bordello “La casa di Lù
Zai (prostituta), Mu (prostituto)


MAPPA


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